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In questo capitolo di storia italiana vedremo com'era organizzata la società romana durante il regno di Romolo, come ci si sposava, cosa si mangiava e… The post 146: Storia italiana: la società romana nel regno di Romolo first appeared on .
Storia di Roma: caratteristiche e cronologia della città che cambiò il mondo antico e che seppe creare un vasto impero.
Maurizio Bettini"Per un punto Orfeo perse la cappa"Dieci lezioni di antropologia del mondo anticoEdizioni del Mulinowww.mulino.itFestival del Mondo AnticoRiminiGiovedì 24 ottobre 2024Maurizio Bettini e Aglaia McClintockPer un punto Orfeo perse la cappa e altre storieBiblioteca Civica GambalungaPer un punto Martin perse la cappa. Così suona il detto popolare che indica coloro che, per un nonnulla, falliscono in un'impresa importante. Come il monaco Martino perse la cappa, che lo avrebbe promosso a canonico, perché aveva dimenticato di mettere un punto nel testo che stava scrivendo, allo stesso modo Orfeo, per un fuggevole sguardo rivolto a Euridice uscendo dall'Ade, la perse per sempre. Perché Orfeo si voltò a un passo dal portare a compimento la sua impresa? L'antropologia del mondo antico ci spiega il significato del fallimento di Orfeo, come di tanti altri aspetti della classicità che ci appaiono bizzarrie, ma che grazie al loro contesto di riferimento illuminano i meandri di una cultura e di una struttura sociale lontane dalla nostra. Questo libro è un percorso in dieci lezioni che vanno dal ruolo del silenzio al valore vincolante degli incantamenti e della magia, dalla giustizia popolare alla fluida identità delle divinità e alla biologia selvaggia. Per rispondere alle domande poste dai testi e dalle tradizioni classiche senza pregiudizi, uscendo dai nostri quadri mentali.Maurizio Bettini, classicista e scrittore, dirige il Centro Antropologia e Mondo Antico dell'Università di Siena. Tra i suoi libri recenti ricordiamo «Roma, città della parola» (2022), «Chi ha paura dei Greci e dei Romani?» (2023) e con il Mulino «Il grande racconto dei miti classici» (nuova ed. 2018), «Dai Romani a noi» (con F. Prescendi e D. Morresi, 2019), «Hai sbagliato foresta. Il furore dell'identità» (2020), «Radici» (nuova ed. 2022) e «Romolo. La città, la legge, l'inclusione» (2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Forse la tua crush non penserà ogni giorno all'Impero Romano come te, ma certamente avrà un moto di interesse appena le svelerai quanto i romani fossero dei gran conquistatori... anche sotto le lenzuola. Anzi, a leggere quel che scrivevano sui muri di Pompei sembrerebbe che, per la progenie di Romolo, la f*ga fosse proprio un chiodo fisso!See omnystudio.com/listener for privacy information.
Sveja la rassegna stampa su Roma che cambia ogni giorno presenta SVEJETTA, un progetto per bambini, bambine, ragazzi e ragazze alla scoperta di Roma.Com'è nata Roma? E perché si chiama così? Oggi conosceremo la leggenda di Romolo e Remo insieme a Simona Oppedisano e Oto, un cuorioso alieno espoloratore e ascoltatore.SVEJETTA _ Di e con Simona OppedisanoMUSICA _ Twombly, Podington Bear - The perfect date (remix), Allison Gordon Mastropieri/legacyAlli - I'll rip every tooth out of that shark and make them into the most beautiful necklace you ever seen, Gigakoops - Death by a thousand questions, Springtide.Speciale ringraziamento a Naoto Filippo Sementilli per la voce nella sigla.
Roland Garros, Vavassori ci va in metropolitana. Argomento: strane cose viste in metropolitana/strani avvistamenti di vip Intervento intro: dallo “sbarco in Lombardia” a Romolo e Remolo: tutti gli sfondoni storici.
Ed eccoci arrivati alla fine del nostro viaggio alla scoperta delle origini di Roma tra mito e storia, leggenda e archeologia.Un viaggio che come sapete ci ha portati indietro nel tempo di 2777 anni. Vi ho fatto fare un bel viaggetto indietro nel tempo, non credete?Oggi approfondiremo il motivo della scelta del 21 aprile del 753 a.C., quale fantomatica data a cui viene fatta risalire la fondazione di Roma, e non solo, vedremo anche alcune interessanti festività durante le quali si svolgevano particolarissimi riti, anche sacrificali – alcuni dei quali addirittura irregolari - che accompagnarono la nascita e lo sviluppo della società romana.Siete pronti?Allora mettetevi comodi, iniziamo!Buon ascolto!Trovi il progetto "ArcheoTravelers, viaggiatori nel passato" sui maggiori canali social tra cui Instagram e Facebook, oltre che sul sito internet ad esso dedicato www.archeotravelers.com.Qui trovi l'approfondimento all'episodio di oggi -> Il Natale di Roma. La data fatidica
Non c'è dubbio che il mito dell'origine di Roma, con tutti i suoi intrecci di politica, guerra e religione, sia un racconto denso di significati e interpretazioni. Romolo, poi, con il suo controverso destino e le sue gesta, incarna la fondazione stessa della città e, in un certo senso, le sue contraddizioni più profonde.Il rapporto tra Romolo e Remo, come pure la vicenda del "ratto delle Sabine", sono episodi emblematici che riflettono le tensioni e le ambiguità dell'ascesa di Roma. Da un lato, c'è il desiderio di espansione e consolidamento del potere attraverso conquiste e alleanze; dall'altro, emergono le sfide interne, i conflitti di interesse e le lotte per il controllo politico.In questo episodio vedremo come la figura di Romolo si muove tra questi opposti, incarnando sia il fondatore eroico che il despota autocratico.Oltre questo scopriremo come le diverse versioni sulla fine del primo re di Roma aggiungono ulteriori strati di complessità al mito. La sua presunta apoteosi, con tutte le suggestioni divine e il culto che ne seguì, si contrappone alla crudele immagine di un re assassinato e smembrato dai suoi stessi consiglieri. Questa ambiguità riflette le tensioni interne della società romana, tra aspirazioni alla grandezza divina e realtà politiche terrene.Non c'è che dire, il mito di Romolo e della fondazione di Roma continua a esercitare un fascino duraturo, non solo per la sua importanza storica, ma anche per la sua rilevanza simbolica. Esso incarna le origini di una delle più grandi civiltà del mondo occidentale e offre un riflesso delle dinamiche umane universali: il desiderio di potere, la lotta per la sopravvivenza e la ricerca di un destino più alto.Scopriamo insieme la leggenda avvincente della fondazione di Roma attraverso quest'ultimo episodio del podcast. Viaggeremo nel passato tra mito e realtà, per esplorare questo momento cruciale nella storia dell'antica Roma.Dalla rivalità tra i due fratelli fondatori al leggendario ratto delle Sabine, analizzeremo le radici storiche dietro a queste storie affascinanti. Inoltre, indagheremo sulla scomparsa enigmatica di Romolo e sulle diverse teorie che circondano il suo destino finale.Ci aspetta un viaggio emozionante tra mito e storia, che vi porterà a conoscere meglio le origini di una delle più importanti città del mondo.Buon ascolto!Trovi il progetto "ArcheoTravelers, viaggiatori nel passato" sui maggiori canali social tra cui Instagram e Facebook, oltre che sul sito internet ad esso dedicato www.archeotravelers.com.Qui trovi l'approfondimento all'episodio di oggi -> Il Natale di Roma. Nemici interni ed esterni
Nell'episodio del podcast di oggi, esploreremo le affascinanti origini di Roma, unendo le testimonianze archeologiche alle leggende millenarie che hanno plasmato l'identità della Città Eterna.Dalla trasformazione del tempio dei Lari sotto il principato di Augusto alla ricostruzione del santuario di Vesta dopo l'incendio del 64 d.C., passando per il ruolo del santuario di Vulcano nel consiglio regio, esamineremo le principali teorie archeologiche sulle origini di Roma.Affronteremo l'origine e lo sviluppo di Roma attraverso l'analisi dei reperti archeologici e delle tradizioni mitiche, esplorando le ipotesi accademiche e le varie teorie contrastanti.Scopriamo insieme i segreti di una delle città più affascinanti della storia e immergiamoci in un viaggio attraverso i secoli.Non perdete l'occasione di ascoltare l'episodio completo per approfondire le radici storiche e mitiche di Roma!Buon ascolto!Trovi il progetto "ArcheoTravelers, viaggiatori nel passato" sui maggiori canali social tra cui Instagram e Facebook, oltre che sul sito internet ad esso dedicato www.archeotravelers.com.Qui trovi l'approfondimento all'episodio di oggi -> Il Natale di Roma. Questione di organizzazione
Oggi proseguiremo il nostro viaggio alla scoperta della fondazione di Roma rimanendo sempre al limite della leggenda e delle varie scoperte archeologiche.Nell'ultimo episodio abbiamo lasciato Romolo e Remo che restituivano il trono di Albalonga a Numitore, dopo aver sconfitto il perfido Amulio. Il nonno riconoscente, concede ai due gemelli l'autorizzazione di fondare un nuovo insediamento presso il guado sul Tevere, lì nel medesimo luogo in cui erano stati salvati da piccoli e dove avevano vissuto fino a quel momento, nel sito della futura Roma.Ora però uno dei due dovrà ottenere la benedizione divina di Giove in modo da poter divenire re e portare così a termine la propria impresa.Vedremo così in che modo venivano svolti gli antichi rituali augurali per interpretare i segni divini, come vennero tracciati i confini sacri della futura città e attraverso le scoperte archeologiche cercheremo di tracciare i passi del leggendario fondatore di Roma, compresi quelli taciuti dalle fonti ma ritrovati negli stati archeologici portati alla luce, tra cui possibili sacrifici umani.Buon ascolto!Trovi il progetto "ArcheoTravelers, viaggiatori nel passato" sui maggiori canali social tra cui Instagram e Facebook, oltre che sul sito internet ad esso dedicato www.archeotravelers.com.Qui trovi l'approfondimento all'episodio di oggi -> Il Natale di Roma. Nascondere e fondare
Immaginate di immergervi in un mondo avvolto dalle nebbie del tempo, dove le antiche leggende si mescolano con la storia, dando vita a una narrazione avvincente e misteriosa… Oggi vi guiderò attraverso le intricate trame dei miti e delle tradizioni che circondano le origini di Roma, una città il cui passato è avvolto da un velo di affascinante mistero.Iniziamo la nostra avventura viaggiando nel tempo fino all'VIII secolo a.C., quando un gruppo di agricoltori e allevatori si stabilì sulle rive del Tevere, dando vita alla futura Roma. Le leggende tramandate oralmente per secoli ci conducono attraverso i meandri della storia, dove fatti storici e miti si fondono, creando un panorama ricco di fascino e intrighi.E mentre esploreremo le antiche leggende e tradizioni, scopriremo anche il legame con la storia, evidenziato dalle scoperte archeologiche e dalle testimonianze lasciate dall'antichità. Così, tra mito e realtà, tra leggende e storia, vi invito a esplorare le origini di Roma, un viaggio entusiasmante attraverso le profondità del tempo e della cultura, dove ogni racconto è un tassello prezioso nel mosaico della nostra comprensione del passato.Buon ascolto!Trovi il progetto "ArcheoTravelers, viaggiatori nel passato" sui maggiori canali social tra cui Instagram e Facebook, oltre che sul sito internet ad esso dedicato www.archeotravelers.com.Qui trovi l'approfondimento all'episodio di oggi -> Il Natale di Roma. Storia, tradizioni e leggende
Imma Eramo"Il mondo antico in 20 stratagemmi"Editori Laterzawww.laterza.it"La storia tra le righe", LegnanoVenerdì 12 aprile 2024, ore 19:00Imma Eramo "Senno vince astuzia"La storia antica è costellata di fatti e vicende in cui la soluzione di problemi e la vittoria sui concorrenti si ottengono grazie a un guizzo di intelligenza. Imbrogli, trucchi e raggiri che ci raccontano le sorprendenti sfaccettature del carattere e del mondo dei nostri antenati.Il cavallo di Troia, le terre di Didone, il ratto delle Sabine, il tappeto di Cleopatra…La storia antica è costellata di fatti e vicende in cui la soluzione di problemi e la vittoria sui concorrenti si ottengono grazie a un guizzo di intelligenza. Imbrogli, trucchi e raggiri che ci raccontano le sorprendenti sfaccettature del carattere e del mondo dei nostri antenati.I Greci presero Troia; Ramses II sconfisse gli Ittiti; Didone fondò Cartagine; Romolo fece rapire le Sabine; Temistocle vinse a Salamina; Annibale tenne in scacco l'esercito romano. Cosa accomuna questi e altri episodi della storia antica, greca, romana e non solo? Il ricorso a imbrogli, trucchi, raggiri: in una parola, stratagemmi. Anche se lasciavano credere che fossero sempre e solo i nemici a perpetrare le astuzie più ambigue ai loro danni, in realtà i popoli antichi non si fecero mai scrupoli a utilizzare mezzi subdoli e ingannevoli. Ritenevano l'intelligenza l'arma più efficace, affidabile e pronta per superare difficoltà, vincere nemici, imporsi sulla scena politica.I protagonisti di questo libro sono personaggi noti e meno noti della storia antica. Alcuni leggendari, come Ulisse, Pericle, Alessandro Magno, Annibale, Cleopatra. Altri meno familiari, ma ugualmente significativi per l'entità delle loro gesta. Tutti emergono vincenti da contesti competitivi o escono indenni da situazioni di disagio. Tutti mostrano come l'intelligenza, nelle sue diverse declinazioni – e tra queste, soprattutto l'astuzia –, sia la chiave per imporsi, o anche solo per sopravvivere, in ogni occasione.Imma Eramo è ricercatrice di Filologia classica presso l'Università di Bari, dove insegna Esegesi delle fonti di storia greca e romana e Letteratura latina. Si occupa di storiografia e di letteratura tecnica antica e bizantina, in particolare dei manuali militari e della loro ricezione. Ha curato Discorsi di guerradi Siriano (con una nota di Luciano Canfora, Dedalo 2008) e Stratagemmi di Frontino (con una premessa di Giusto Traina, Rusconi 2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Un'affascinante leggenda narra le origini di Roma. A raccontarla, nei suoi minimi dettagli, sono gli autori antichi: due mitici gemelli, l'assassinio di uno di loro e la fondazione di una città dalla quale sarebbe poi sorto un formidabile impero.Per gli storici moderni, al contrario, quel racconto non sarebbe altro che una semplice storia. Roma non sarebbe stata fondata da un re, come il fratricida Romolo, né tanto meno nella fatidica data del 21 aprile 753 a.C., ma anzi si sarebbe gradualmente formata in un arco di tempo molto più lungo e recente. Pertanto le origini di Roma sarebbero molto meno affascinanti di quanto riportato nel mitico racconto, e proprio per rendere il tutto più leggendario e accattivante gli autori classici avrebbero inventato una favola, proiettata in un remoto passato, completamente falsificato, con l'intento di nobilitare un inizio alquanto oscuro e primitivo.Insieme ripercorreremo la nascita di Roma, esaminando quanto rievocato nella tradizione e valutandone le sue moderne interpretazioni, avvalendoci anche dei ritrovamenti archeologici, del resto da un'archeologa non potevate aspettarvi altro. Vedremo infatti che cosa è stato rinvenuto, durante gli scavi, nei luoghi citati nella leggenda, dove Roma sarebbe stata fondata e dove avrebbero vissuto i suoi primi re. Confronteremo le testimonianze materiali riportate alla luce, come manufatti, resti di edifici, iscrizioni e arcaiche rappresentazioni con quanto presente nelle fonti scritte. Tutte queste informazioni sono infatti tanti piccoli tasselli che ci permetteranno di ricostruire quel lontano passato.E così, miei cari ArcheoTravelers preparatevi a vedervi svelati i segreti nascosti dietro la leggenda della nascita di Roma. Ci attendono 6 avvincenti appuntamenti tra mito e realtà, che ci condurranno alla scoperta delle sue origini ancestrali.Conoscete il detto secondo il quale “in fondo ad ogni leggenda c'è un po' di verità”? Lo verificheremo in questo nostro viaggio insieme nel passato, alla scoperta delle origini di Roma.Buon ascolto!Trovi il progetto "ArcheoTravelers, viaggiatori nel passato" sui maggiori canali social tra cui Instagram e Facebook, oltre che sul sito internet ad esso dedicato www.archeotravelers.com.Qui trovi l'approfondimento all'episodio di oggi -> Il Natale di Roma. Alla scoperta delle origini
Il Bar Pasticceria Romoli a Roma nasce già alla fine degli anni Trenta, quando nonno Romolo apre una latteria gelateria in via Nomentana: lui e i suoi figli consegnano a domicilio latte, burro e gelato, prodotti genuini che realizzano artigianalmente e che li rendono, nel loro piccolo, punto di riferimento del quartiere.
Conosci la leggenda di Romolo e Remo? E cosa c'entra il poema dell'Eneide? Scoprilo in questo episodio!Se vuoi iniziare a paralre italiano, visita il sito italiaconfra.com, ti aspetto!
Incontro con Romolo Bugaro e Maria Castellitto. Intervista di Martina Delpiccolo Un esordio sorprendente che orchestra nichilismo e ironia, dramma e comicità, quello di Maria Castellitto, che racconta il sogno di moltissimi giovani italiani: vivere a Londra. Quali erano i sogni dei giovani italiani raccontati da Romolo Bugaro, che sono rimasti ancora ragazzi: I ragazzi di sessant'anni? Brillante e impietoso, giustamente nostalgico, il libro di Bugaro attrae i temi di Menodramma, il libro di Castellitto, in un dialogo sui cieli e i labirinti, dove vorrebbero volare o si smarriscono le generazioni. Edizione 2023 https://www.pordenonelegge.it/
Incontro con Giovanni Nucci Un appassionante racconto delle radici mitologiche di Roma antica, come un grande romanzo d'avventura. Dalla storia del lungo viaggio di Enea, dalla sua fuga da Troia con il padre Anchise sulle spalle, fino alla guerra contro Turno e al matrimonio con Lavinia, figlia del re Latino. E poi la leggenda di Romolo e Remo, salvati dalla morte dalla lupa e dal picchio, che conquistarono Alba Longa e fondarono Roma. «Roma era la bellezza e la guerra». Edizione 2023 https://pordenonelegge.it/
In Part 2, we hear how Janet got a job cocktail waitressing at The Mab, that infamous old punk club on Broadway near Vesuvio. Mab owner Ness Aquino hired her for that and she dug it. She had been to many shows in LA when she lived there and loved the scene. She lived in the Basque Hotel at 15 Romolo, made good money, and stuff was cheap back in the late '70s. Janet describes herself as a lightweight, which meant she couldn't really hang out as late as most people around her. Eventually, she wanted to do more than cocktail, so she got a job bartending at Coffee Gallery on Grant … on the 6 a.m. shift, no less. The manager of Vesuvio saw her opening Coffee Gallery one day and asked her to open for them instead. This was 1979. In addition to her 6 a.m. shift at Vesuvio, Janet worked a few other jobs. Then she started working more at Vesuvio and liking it more and more. Early morning patrons, many of them merchant seamen, often comprised the “Dawn Patrol,” guys coming in from nearby SROs that didn't have heat. Cocktailing was hard, and it got old fast, so she switched back to bartending. As we learned in Part 1, the Feins had taken over at Vesuvio around 1967 or 1968, and they brought in Shawn O'Shaughnessy around that time to establish the aesthetic of the place. Janet tells us that the place feels mostly the same today, though they've added stuff here and there over the years. At this point in the conversation, we take a sidebar to talk about Ron Fein's aesthetic and discipline. His intention was always to keep the joint looking and feeling more or less consistent, employing a discipline not to chase trends to that end. Ron's son and daughter eventually became more involved. But seeing an opportunity and acting on it, Janet and her family have co-owned Vesuvio with Fein family since 1997. She invokes the saying, “Sweep the floor to own the store.” Janet has also been Vesuvio's principal manager since '97. The conversation shifts to talk of the pandemic, which she says was “almost an extinction event” for the bar. But Janet believes that Vesuvio was small enough to get control over the situation. She's quick to point to federal, state, and even local help, describing it as “invaluable.” It was The City's government that came through in letting them operate outside in the alley. And that leads us to Whacky Wednesdays (a bit of a tease of next week's episodes … stay tuned). Janet says the shows have been so much fun, but she of course wishes they had more space in Jack Kerouac Alley. They really helped to raise spirits during early days of the pandemic. In 2021, not much else was going on by way of live events. But more of that in Part 3 next week. We end Part 2 with my asking Janet what it means to her to be part of a San Francisco institution like Vesuvio. Listen in for her answer, which I loved. And check back Tuesday for Part 3, when we'll meet longtime Vesuvio bartender and Whacky Wednesdays creator Joanna Lioce. Photography by Jeff Hunt
In this week's episode of Sake On Air we dive further into the world of Shochu and Cocktails as we are excited to have had the chance to talk to Christian Suzuki-Orellana, aka ‘Suzu', the founder of Kagano Pop-Up, General Manager & Bartender at "Wildhawk" as well as a participant of the immensely popular Netflix show, “Drink Masters”. Among his many achievements, he has been nominated for best US Cocktail Bar and Bartender of the Year in 2022 and is currently traveling all over the world to serve up some finger-licking delicious Cocktails that are often inspired by his childhood and teenage years living and working in Tokyo in his grandparents' restaurant. So when our friends and sponsors at the Japan Sake and Shochu Makers Association told us they had invited him and a delegation of inspiring mixologists to Japan for a special Shochu tour and workshop, we could not believe our luck. Looking at his impressive resume of working in some of San Francisco's most iconic cocktail bars, including 15 Romolo, Benjamin Cooper, and Wildhawk, we decided to bring another Cocktail powerhouse as a guest host for this week's Podcast, no other than Joshin Atone, former SG Shochu brand manager and founder of “Flow”, a brand and operations consultancy for bar projects and beyond. Find out more about him in our Episode-47: The SG Shochu with Joshin Atone. To keep the balance and hear more from these two Cocktail masters this episode is facilitated by our very own Cindy Bissig, who besides enjoying a few cocktails here and there also had the chance to meet Suzu in person at the Japan Sake and Shochu Information Center, hear about his trip to Kagoshima and try some of the Cocktail creations not just Suzu, but the group of Bartenders came up with. This episode will give you deep insights into Cocktail design, the relevance of Shochu now, and the possibilities for it in the future as well as some very personal anecdotes as both our guest host and Suzu share with us their passion, their challenges, and their vision for the future. At the same time, if you're looking for updates @sakeonair, you can follow us on Instagram, Twitter, and Facebook. Don't hesitate to also share any other sake or shochu-related thoughts or questions with the hosts at questions@sakeonair.com and rate us on the podcast service of your choice while you're at it.We'll be back very soon with plenty more Sake On Air.Until then, kampai!Sake On Air is made possible with the generous support of the Japan Sake & Shochu Makers Association and is broadcast from the Japan Sake & Shochu Information Center in Tokyo. The show is brought to you by Potts.K Productions with audio production by Frank Walter. Our theme, “Younger Today Than Tomorrow” was composed by forSomethingNew for Sake On Air.
Valentina Carnelutti, attrice, regista, doppiatrice e fan di Sveja, ha voluto regalarci una serie di letture di classici romani. Per questa domenica abbiamo deciso di iniziare con Enea e Didone, Romolo e Remo, ma anche con Trastevere, Ripetta e tutto ciò che Roma è oggi. Il testo fu scritto da Cesare Pascarella, poeta romano, nato nel 1858. Questa lettura è la prima di una serie curata da Valentina Carnelutti per Sveja, un progetto di comunicazione indipendente con il sostegno di Periferiacapitale, il programma per Roma della fondazione Charlemagne.
It's time for our epic journey across the irradiated wastelands to come to an end, so what better film to bring things to a satisfying conclusion than The Final Executioner? Join Rod and Adrian as they struggle to find anything positive to say about this late entry in the pastapocalypse cycle whilst still remaining upbeat. This is a film that even it's mother would have left out there in the desert to fend for itself, but there is action and the occasional bit of funky synth, so it's not all bad.You can watch the film on YouTube if you want to see what you've been missing.We would love to hear from you if you have any favourite post-apocalypse films. You can contact us on Twitter and Instagram or by email at wildwildpodcast@gmail.com. Please also remember to rate and review us on your podcast platform of choice!If you enjoy the podcast, why not buy us a coffee at ko-fi.com/wildwildpodcast? Espresso, naturally. Grazie mille! Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
State Climatologist Luigi Romolo talks about droughts and their long-term effects
94-year-old Salvatore Del Deo is in the fight of his life. The celebrated painter is close to being evicted from his Provincetown cottage which he's lived in for 77 years! His son, Romolo, joined Dan to talk about his father's plight.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7419LA VERA SCIENZA NON HA DUBBI: NON DERIVIAMO DALLE SCIMMIE di Rino CammilleriAvete presente quei disegni ormai diventati iconici che rappresentano l'evoluzione umana? Dall'ameba all'homo sapiens, passando ovviamente dalle scimmie e i neanderthaliani. Fanno talmente parte del nostro immaginario - e della narrazione - fin dalle elementari - che dico? dall'asilo - che non ci soffermiamo mai a rifletterci sopra. Come il sole e il panorama, le case e i semafori: ci sono sempre stati, solo i poeti vi indugiano.La prima pulce nell'orecchio me la mise un signore seduto dietro di me mentre assistevamo a una dotta conferenza accademica sull'evoluzione umana. Alla fine della dissertazione, all'ora delle domande, quel signore si alzò e chiese: «Ma se io fossi un'ameba, perché mai dovrei uscire dall'acquitrino dove sto bene?». La risposta fu la solita sparata sull'enorme quantità di tempo, i milioni di anni che rendevano la fuoruscita dell'ameba non solo probabile ma anche sicura. Quanto ci sia di scientifico in questa affermazione lo lascio alla vostra valutazione. Per me è come quando la Hack diceva che gli alieni esistono per forza perché l'universo è così smisurato che non è possibile che non esistano. Ma non tutti gli astrofisici sono così, anche se, detta da uno di loro, la fola assume tutto un altro aspetto. Come il tizio in camice bianco che, in tivù, pubblicizza il dentifricio. Per far dimenticare che è solo un sapone per i denti.Per esempio, Isaac Asimov, che era un fisico nucleare, in tutta la sua sterminata produzione fantascientifica non ci mise un solo alieno: correttamente, non ci credeva. Ci sono prove? No, manco una. Solo dicerie, e foto sfocate. Ma torniamo all'evoluzionismo. Non posso negare che, se guardo una discoteca piena o un reality, qualche dubbio mi viene: forse davvero discendiamo dalle scimmie. Solo che anche la mia è un'ipotesi. Ora, però, perché la mia ipotesi fa sorridere mentre quella opposta viene insegnata nelle università? E perché ogni volta che qualcuno avanza dei dubbi seri, scientifici davvero, la teoria muta? Il «cespuglio», poi la «poligenesi», poi «il caso e la necessità», poi la «serie di mutazioni casuali». Un tornado in un hangar di pezzi di ricambio, molti tornado consecutivi e, prima o poi, uscirà un aereo perfettamente montato. Oppure: un branco di oranghi che battono all'impazzata su macchine per scrivere; in qualche milione di anni prima o poi da una di esse uscirà la Divina Commedia.La cosa cominciò con l'Expo Univérsale di Parigi del 1900, dove un intero padiglione spiegava come e qualmente discendiamo dalle scimmie. Ora, la domanda da cento milioni di dollari è la seguente: di solito la Scienza quando una teoria si ostina a non produrre prove cambia strada e ricerca altrove. Invece, l'evoluzionismo va avanti da quasi due secoli e lo si dà per dimostrato mentre non lo è affatto. Come il vaccino Covid, insomma. È stato appena ripubblicato un libretto interessante e significativo che val la pena leggere anche solo per sentire altre campane: Pier Carlo Landucci, La verità sull'evoluzione e l'origine dell'uomo (Edizioni Fiducia, pp. 100, euro 10).Qualcuno sospetta che sia tutta una storia di razionalismo: discendere da Dio, che ci avrebbe fatti a Sua immagine e somiglianza, è religione, mica scienza. Così sarebbe l'uomo a essersi inventato un Dio a sua immagine e somiglianza. Comunque sia, però, anche il razionalismo è filosofia, e per molti è pure religione. La Scienza, invece, non esiste: esiste semmai il metodo scientifico. Il quale esige prove, non parole. Prove. Per esempio, l'uomo-scimmia, il famoso anello mancante e che continua a mancare. Sì, perché il solo uomo-scimmia a noi noto è Tarzan, creazione letteraria. A parte Romolo e Remo, i soli bimbi allevati da bestie ritrovati erano umani inselvatichiti, mica Mowgli.
Il Supermercato delle idee – Linkontro NIQ 2023: il vicinato ha molte opportunità da cogliere. I trend del prossimo futuro. Intervista a Romolo De Camillis
Keiichi Okabe - The Color of Depression (Neir Automata, 2017) Global Journey - Blackfoot Nights (Civilization 5, 2010) Bjørn Lynne - Tibetian Sunrise (Seven Kingdoms 2, 1999) Matt Uelmen - Harem (Diablo 2, 2000) Paul Ruskay - Turanic Raiders Battle Music (Homeworld, 1999) Stewart Copeland - Hurricos (Spyro 2, 1999) Brian Coburn, Spencer Nielsen, András Magyari - Opening theme (Ecco the Dolphin, 1992) Rémi Gazel - Bongo Bridge (Rayman, 1995) Frank Klepacki - Act on Instinct (Deus Ex, 2000) Michiel van den Bos - Mission Critical (Deus Ex, 2000) Alistair Hirst - Kangchenjunga (Need for Speed, 1997) Romolo di Prisco - Cetus 808 (Need for Speed - Hot Pursuit, 2010) Perturbator - Miamo Disco (Hotline Miami, 2012) Robert A. Allen , Joshua Jensen - Medivo (Jazz Jackrabbit, 1994) Stéphane Picq - Dune Theme ( Dune, 1992) Lifeformed - Sepia Tone Laboratory (Dustforce, 2012) Reyn Ouwehand - Last Ninja 3 (Last Ninja 3, 1991) Johannes Bierregaard - Sweet Brian Coburn, Spencer Nielsen, András Magyari - The Lagoon (Ecco the Dolphin, 1992) Keiichi Okabe - Widespread Illness (Neir Automata, 2017) Motoi Sakuraba, Yuka Kitamura - Majula (Dark Souls 2, 2014)
Mario Lentano"Classici alla gogna"I Romani, il razzismo e la cancel cultureSalerno Editricehttps://salernoeditrice.itI Romani hanno conquistato territori, sottomesso popoli, sradicato culture e condotto guerre quasi ogni anno di una più che millenaria avventura. Eppure, in nessun momento della loro storia l'appartenenza etnica e il colore della pelle sono stati motivo di discriminazione o di esclusione dai privilegi della cittadinanza, che vennero anzi estesi nel corso del tempo a tutti gli abitanti dell'impero. Oggi, invece, la cosiddetta cancel culture punta semprepiù spesso il dito contro gli antichi, accusandoli di complicità nei crimini perpetrati dall'Occidente – dal colonialismo all'emarginazione femminile fino alla supremazia dei “bianchi” – e chiedendo la rimozione dei testi greci e latini dai programmi di scuole e università, dai cataloghi delle case editrici, dall'immaginario stesso delle nostre società.Una deriva pericolosa e inquietante, che rischia di eliminare uno degli interlocutori fondamentali della nostra tradizione culturale e di promuovere un nuovo conformismo, fondato sulla censura di qualsiasi opinione dissenziente.Mario Lentano. Professore di Lingua e letteratura latina all'Università di Siena e membro del Centro Antropologia e mondo antico, diretto da Maurizio Bettini; si occupa soprattutto di teatro comico, di retorica scolastica e del complesso dei miti sulle origini di Roma e l'età monarchica. Tra i suoi titoli piuù recenti ricordiamo Lucrezia. Vita e morte di una matrona romana (Roma 2021), Romolo. La leggenda del fondatore (ivi, 2021), Straniero (ivi, 2021). Per la Salerno Editrice ha pubblicato Enea. L'ultimo dei Troiani, il primo dei Romani (2020) e Virgilio (2022).IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Franco Forte"Karolus"Il romanzo di Carlo MagnoMondadori Editorehttps://mondadori.it25 dicembre 800. Sono passati tre secoli da quando Roma ha cessato di esistere: nella pur turbolenta storia della Città Eterna, nessuno ormai immaginava che ci potesse essere un altro imperatore. E invece, nel giorno di Natale di un secolo appena nato, il Papa sta per proclamare un nuovo sovrano. Un nuovo Cesare. A ricevere la corona è Karolus Magnus, Carlo Magno, primogenito della stirpe dei Carolingi.Come è arrivato Carlo su quel trono? Per qualcuno che si è meritato, ancora in vita, l'appellativo di Magno la risposta dovrebbe essere scontata. E se invece la strada che porta a quella notte di Natale fosse lastricata non solo di coraggio, battaglie e trionfi, ma anche di complotti, intrighi e sangue? Se tra i fasti delle vittorie si nascondessero troppi segreti?Attingendo a una sterminata storiografia, Franco Forte ricostruisce in forma di romanzo le gesta del celebre sovrano, dalla primissima infanzia agli ultimi, intensi istanti di vita, immergendoci nel racconto di un'avventura irripetibile, segnata da sfide, successi e amori, ma anche da dubbi, rimpianti, dolorosissime perdite e ancor più struggenti addii. Che cosa si agitava nel cuore di Karolus, il grande condottiero, quando si preparava a diventare reggente unico del Sacro Romano Impero? Quali sogni – e quali incubi – ne popolavano l'animo?Franco Forte è nato a Milano nel 1962. Scrittore, sceneggiatore e giornalista, per Mondadori ha pubblicato, tra gli altri, Carthago, Roma in fiamme, Caligola, Cesare l'Immortale e Romolo, il primo di una serie di libri dedicati ai sette re di Roma.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Sempre due preti... che aspettano gli altri due per parlare di San Remo... Ma voi l'avete visto?
Forse sapete che Roma fu fondata nel 753 a.C. Forse sapete anche che, secondo la leggenda, Romolo fu il primo Re della città. Ma vi siete mai chiesti qual è storia dietro alla famosa lupa che allatta due gemellini? In questo podcast scopriamo cosa nasconde l'immagine divenuta simbolo della capitale d'Italia. You may know that Rome was founded in 753 BC. You may also know that, according to legend, Romulus was the first king of the city. But have you ever wondered what is the story behind the famous she-wolf suckling twins? In this podcast we find out what lies behind the image that has become a symbol of Italy's capital city.
Forse sapete che Roma fu fondata nel 753 a.C. Forse sapete anche che, secondo la leggenda, Romolo fu il primo Re della città. Ma vi siete mai chiesti qual è storia dietro alla famosa lupa che allatta due gemellini? In questo podcast scopriamo cosa nasconde l'immagine divenuta simbolo della capitale d'Italia. You may know that Rome was founded in 753 BC. You may also know that, according to legend, Romulus was the first king of the city. But have you ever wondered what is the story behind the famous she-wolf suckling twins? In this podcast we find out what lies behind the image that has become a symbol of Italy's capital city.
Il simbolo per eccellenza di Roma è la Lupa, tratta dalla leggenda di Romolo e Remo... Ma sapevate che un altro simbolo iconico della città eterna è un Leone? Un leone in marmo, per essere precisi. Ci racconta tutto Fabrizio Foresio
Maurizio Crozza veste i panni di Luca Zaia in occasione di una puntata di Fratelli di Crozza. Guarda Fratelli di Crozza senza pubblicità qui: https://bit.ly/3gS5JXwSee omnystudio.com/listener for privacy information.
In this new episode on the Ideal Spaces Podcast, Flora and Ulrich talk to the acclaimed artist and master sculptor Romolo Del Deo about how to make art that stands the test of time. Taking a stand against the fast, momentary and disposable 'now' culture of the present, Romolo instead focuses on creating enduring, sustainable, 'long art' for the 21st century. He tells us how his sculpture is preoccupied with two major aesthetic sources of inspiration; a fascination with the artefacts washed up upon the ocean shores of his native Provincetown and a natural affinity with the archeological ruins of his Italianate background and training.
Mario Lentano"Virgilio"Salerno Editricehttps://www.salernoeditrice.it/Nato nei pressi di Mantova nel 70 a.C., scomparso a Brindisi nel 19 a.C., Virgilio è il piú grande poeta latino di tutti i tempi, esponente di punta di una stagione letteraria, quella promossa da Augusto e dal suo collaboratore Mecenate, che ha segnato un nuovo inizio per la cultura antica e influito in profondità su quella europea dei due millenni successivi.Con le Bucoliche Virgilio inventa l'Arcadia, un paese dell'anima dominato dalla musica dei suoi pastori e dal contatto diretto con una natura complice ed empatica; le Georgiche tessono in versi scintillanti l'elogio della vita contadina, sobria e paziente, ultimo riflesso della perduta età dell'oro; infine, l'Eneide, il poema cui Virgilio dedica gli ultimi dieci anni della sua vita e che resterà privo della revisione finale per la morte improvvisa del suo autore, consegna ai secoli a venire la figura complessa e affascinante di Enea, l'eroe venuto dall'altra parte del mare e considerato dai Romani come il loro remoto capostipite. Al tempo stesso, in queste opere trova posto una riflessione ininterrotta sulla vita e la morte, sull'umano e il divino, sulla prospettiva esaltante dell'utopia e la realtà spesso sanguinosa della storia.Entrato nelle aule di scuola quando era ancora in vita, Virgilio non ne è uscito mai piú: un tenace filo rosso collega dunque gli studenti che all'epoca di Augusto leggevano l'Eneide ai liceali o agli universitari che ancora oggi si confrontano con il capolavoro assoluto di un genio della letteratura. Se i classici, come è stato detto, sono i libri che abbiamo in comune con le generazioni che ci hanno preceduto, allora Virgilio è il classico per eccellenza, che condividiamo con chiunque negli ultimi duemila anni abbia avuto una formazione scolastica o una passione per la poesia.Mario Lentano, professore associato di Lingua e letteratura latina all'Università di Siena e membro del Centro Antropologia e mondo antico, diretto da Maurizio Bettini; si occupa soprattutto di teatro comico, di retorica scolastica e del complesso dei miti sulle origini di Roma e l'età monarchica. I suoi titoli piú recenti comprendono Lucrezia. Vita e morte di una matrona romana, Straniero e Romolo. La leggenda del fondatore, tutti apparsi nel 2021. Per la Salerno Editrice ha pubblicato Enea. L'ultimo dei Troiani, il primo dei Romani (2020).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Join us on a wild ride as we try to escape Milan for Switzerland with a depressed Tomas Milian on our tails, with only a shotgun and a bottle of J&B for company. Will we make it to the border?Yes, we're finally back to talking about some films, and this time it's the under appreciated Young, Violent, Dangerous, a fantastic police thriller where there is so much to discuss that Adrian and Rod singularly failed to mention the Fernando di Leo script, or the fact that it is based on another short story from the same collection that inspired Milano, Calibro 9.We would love to hear from you if you have any favourite Poliziotteschi or Tomas Milian films. You can contact us on Twitter and Instagram, or by email at wildwildpodcast@gmail.com. Please remember to rate and review us on your podcast platform of choice!If you enjoy the podcast, why not buy us a coffee? Espresso, naturally. Grazie mille! See acast.com/privacy for privacy and opt-out information.
Luca Fezzi"Roma in bilico"Svolte e scenari alternativi di una storia millenariaMondadori Editorehttps://www.mondadori.it/Cosa hanno in comune le mitiche vicende di Romolo, di Lucrezia e delle oche del Campidoglio, la precoce morte di Alessandro «il Grande», la titubanza di Annibale Barca dopo la clamorosa vittoria di Canne, la straordinaria vita di Gaio Giulio Cesare e il suo feroce assassinio, le decisive battaglie di Filippi, Azio, Teutoburgo, ponte Milvio e Adrianopoli?Si tratta di personaggi ed eventi, leggendari o reali, che hanno segnato vere e proprie svolte nella storia di Roma antica e che – per importanza e, spesso, imprevedibilità – hanno suggerito, già tra i contemporanei, interrogativi sui destini dell'uomo e del mondo, ispirando riflessioni ucroniche e controfattuali. Insomma, hanno generato quei famigerati «se» con i quali, ci è sempre stato insegnato, non bisognerebbe mai fare la storia.Ma quando a porseli sono uomini che la storia l'hanno fatta in prima persona, come Cesare, Napoleone o il generale Montgomery, o grandi intellettuali, quali Livio, Plutarco, Gibbon, Burckhardt o Toynbee, forse un'eccezione la meritano.Ne è convinto lo storico Luca Fezzi il quale, esplorando una dozzina di questi «se» – tutti rigorosamente «di autore» -, ci guida lungo il corso delle millenarie vicissitudini dell'Urbe, città «eterna» ma mai immobile, anzi, sempre «in bilico» tra scenari alternativi, spesso opposti. Potremo così chiederci se quanto avvenuto era già scritto, o se sussistevano invece, per Roma, altre possibilità e quali sarebbero state le eventuali conseguenze: per esempio, non nascere, non diventare repubblica, venire abbandonata per la vicina Veio, scontrarsi con Alessandro o soccombere ad Annibale, non conoscere le imprese di Cesare, le riforme di Augusto e di Costantino, resistere più a lungo alle pressioni dei popoli germanici.Con lo stesso spirito e grazie a una profonda conoscenza delle fonti, in questo percorso poco ortodosso ma assai intrigante tra momenti epocali della vicenda di Roma e del suo impero, l'autore ridà voce al controcanto delle narrazioni e testimonianze dissonanti, minoritarie, talvolta improbabili, eco lontane del perenne contrasto tra un passato irrevocabilmente unico e l'universo dei suoi infiniti ma irrealizzati possibili.Luca Fezzi insegna Storia romana presso l'Università degli Studi di Padova. Tra i suoi libri ricordiamo: Il tribuno Clodio (2008), Catilina. La guerra dentro Roma (2013), Modelli politici di Roma antica (2015), Il corrotto. Un'inchiesta di Marco Tullio Cicerone (2016), Il dado è tratto. Cesare e la resa di Roma (2017), tradotto in francese (Alea jacta est. Pourquoi César a-t-il franchi le Rubicon?, 2018) e in inglese (Crossing the Rubicon. Caesar and the Fate of Rome, 2020), Pompeo (2019). Da Mondadori ha pubblicato Cesare. La giovinezza del grande condottiero (2020).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Meditazioni anchor.fm/giulio-maspero
Maurizio Crozza nei panni di Alessandro Orsini in occasione di una puntata di Fratelli di Crozza. Guarda Fratelli di Crozza senza pubblicità qui: https://bit.ly/3gS5JXw See omnystudio.com/listener for privacy information.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7022CHI HA INVENTATO LA GUERRA DI PROPAGANDA? di Rino CammilleriPrima dei giacobini, la guerra era guerra e basta. Il re confinante invadeva un pezzo della tua terra, ci piantava la sua bandiera e tutto finiva lì. Gli occupati dovevano solo pagare le tasse a qualcun altro. Pensate all'Alsazia-Lorena, prese e riperse in un avanti-indietro secolare. Ma coi giacobini tutto cambiò. Non volevano solo le tasse ma anche l'anima. Coccarda tricolore, certificato di civismo, ateismo obbligatorio e alberi della «libertà» che se non ti ci scappellavi davanti finivi sulla ghigliottina.Era cominciata la guerra ideologica e, perciò, anche di propaganda. Uno di quelli che non sopportò la novità, il capo vandeano Charette, così arringava i suoi: «Parlano di Patria, ma noi la nostra l'abbiamo sotto ai piedi, loro nella testa». Sciamati i giacobini anche in Italia, gli italiani, tanto per cambiare, si divisero: gli «illuminati» con l'invasore, gli altri con gli Insorgenti. Poi venne il Risorgimento, e la propaganda esplose. La faccio breve con un esempio. L'Italia, terra natale della musica (per chi non lo sapesse, ancora oggi tutti i termini tecnici della musica internazionale sono in italiano: pianoforte, solo, virtuoso, adagio, bravo, fiasco...), si tiene un inno scritto da uno che manco sapeva leggere uno sparito, laddove le Due Sicilie si erano affidate a Paisiello e i tedeschi ad Haydn, tanto per dire.Il parossismo lo si raggiunse, ovviamente, col fascismo, anche perché la propaganda di regime poteva ora giovarsi della radio e del cinema. Ma la toponomastica, anche dei viottoli, aveva già provveduto a mutare il volto della nostre contrade. Non c'era villaggio sperduto senza una sua via Garibaldi, Cavour, Mazzini, e via nomenclando. Gli antichi nomi delle strade, che servivano a orientarsi? Spazzati a tappeto. Evvabbè, così è. Infine, venne la Liberazione. I comunisti, penalizzati dal vecchio regime, tornarono alla grande. E pure i mafiosi, su navi americane. Facemmo la solita guerra civile (noi italiani l'abbiamo nel dna fin dai tempi di Romolo e Remo) e, assestatasi la Repubblica, per qualche anno potemmo almeno non venire assordati dalla propaganda di stato.Ci inciampai, però, nel 1960. Correva il Centenario della Spedizione dei Mille e io, scolaro decenne siciliano, mi ritrovai a sfilare in piazza vestito da garibaldino. Mio padre alla stessa età aveva dovuto sfilare in camicia nera, ma almeno gliela passò lo Stato gratis. Io invece quella rossa dovetti comprarmela. E mio padre sborsò, perché un bambino di dieci anni non venisse emarginato dalla classe e dai maestri. Poi, gli studi - miei personali, mica quelli scolastici - mi rivelarono che avevo celebrato il centenario dei Liberatori che avevano trasformato noi siciliani in miserabili straccioni costretti all'emigrazione.Dico così perché sono un reazionario? Allora ecco la testimonianza del mio quasi omonimo Andrea Camilleri (con una emme sola), l'autore di Montalbano, lo scrittore che, per sua ammissione, prese la tessera del Pci nel 1943. Camilleri, in una lettera aperta su «Repubblica», mise in puntini sulle «i» con certo risorgimentalismo di maniera e ricordò, tanto per dirne una, che c'erano ottomila telai in Sicilia prima dell'arrivo dei Piemontesi. Due anni dopo non ce n'era più neanche uno. Erano finiti tutti a Biella. Ebbene, i giovani sappiano che ormai la propaganda spiana la strada alle guerre, le cavalca e infine si stende come una cappa sulle nuove generazioni. I giacobini oggi hanno anche la televisione e l'informatica. Ma ogni tanto esagerano, e i loro tormentoni si tramutano in boomerang: per quanto riguarda l'attuale guerra, fate un giro sui social e vedrete. La contromossa loro è dichiarare «fake» tutto quello che contraddice la loro narrazione. Dovesse fallire anche questa, metteranno mano al codice penale. Estote parati.Nota di BastaBugie: Wlodzimierz Redzioch nell'articolo seguente dal titolo "Disinformazione di guerra, vecchio vizio: l'esempio di Katyn" spiega che non da oggi la disinformazione è una delle armi più potenti in tempo di guerra. L'esempio più clamoroso è il massacro di 14.500 ufficiali polacchi nella foresta di Katyn, ad opera dei sovietici. Ma per ben 50 anni i russi hanno continuato a negare la responsabilità addossandola ai tedeschi nazisti.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 14 aprile 2022:La prima vittima della guerra è la verità, lo sappiamo. Si combatte non soltanto sui campi di battaglia ma anche nei media, particolarmente nei nostri tempi nei social. Al punto che diventa sempre complicato accertare cosa avviene e chi ne è responsabile, come la guerra attuale in Ucraina dimostra abbondantemente. Ma la disinformazione non è nata certo oggi; anzi il caso più clamoroso risale alla Seconda guerra mondiale e vede per protagonista quella che anche oggi è una parte in causa: la Russia, che allora era Unione Sovietica. Stiamo parlando del massacro di oltre 14500 ufficiali polacchi nella foresta di Katyn, uno dei più spaventosi crimini dei sovietici durante la Seconda guerra mondiale, negato fino ai tempi recenti: tale crimine fu riconosciuto soltanto dal presidente Boris Eltsin nel 1992. Vale la pena ricordare questa storia, anche nel contesto di tutto quello che succede in Ucraina.Il 1° settembre, con l'attacco alla Polonia, la Germania di Hitler scatenò il secondo conflitto mondiale. Hitler invase la Polonia, dopo aver stretto un patto con l'Unione Sovietica, il famoso patto Ribbentrop-Molotov che gli garantiva la collaborazione dei sovietici. Il 17 settembre 1939 la Polonia fu attaccata a tradimento sul secondo fronte dalla Russia sovietica. Oltre 200.000 polacchi furono fatti prigionieri dai sovietici. Una parte dei semplici cittadini furono rilasciati in un tempo relativamente breve, altri furono mandati nei campi di lavoro. Invece gli ufficiali polacchi furono imprigionati dai sovietici in speciali campi gestiti dall'NKVD (Commissariato del popolo per gli affari interni, cioè servizi di sicurezza sovietici,) a Kozielsk, Starobielsk e Ostashkov.All'epoca il diritto internazionale aveva già convenzioni che regolavano il trattamento dei prigionieri di guerra e della popolazione civile dei belligeranti: la Convenzione dell'Aia. Ma l'Unione Sovietica non era firmataria della Convenzione e quindi non era legalmente obbligata a sottomettersi alle sue regole. Nei campi dell'NKVD si svolgevano attività di propaganda pro-sovietica: gli ufficiali sovietici appositamente delegati ai campi cercarono di reclutare polacchi per collaborare, ma la stragrande maggioranza rifiutava tale collaborazione. All'inizio del 1940, le autorità sovietiche decisero di uccidere i prigionieri di guerra polacchi. Il 2 marzo 1940 il capo dell'NKVD, Beria scrisse a Joseph Stalin una lettera in cui definiva i polacchi "nemici dell'URSS" e suggeriva di giustiziarli. Il piano di Beria fu approvato dal Politburo comunista: il documento fu firmato tra gli altri dallo stesso Stalin e dal ministro degli esteri Molotov.L'eccezionalità del genocidio di Katyn sta nel fatto che i capi di un Paese presero la decisione di eliminare l'intero vertice dell'esercito di un altro stato. L'eliminazione degli ufficiali polacchi s'inseriva nella linea politica generale dell'URSS: la Polonia doveva diventare parte dell"«Unione mondiale delle repubbliche sovietiche», quindi bisognava eliminare quei gruppi socio-professionali percepiti come anticomunisti, persone che erano "leader" della società. Ecco perché è stata presa la decisione di uccidere non solo ufficiali militari, poliziotti, guardie carcerarie, ma anche circa diecimila altri prigionieri, l'élite della società polacca (attivisti politici e sociali, giudici, funzionari statali). I prigionieri venivano fucilati uno ad uno con un colpo alla nuca. Nella foresta di Katyn furono assassinati oltre 14.500 ufficiali polacchi, invece negli altri luoghi furono uccise 7305 persone. I sovietici fecero di tutto per nascondere le tracce del loro crimine.Per i sovietici in realtà i crimini di questo genere non erano una novità: durante la Grande Purga - una vasta repressione avvenuta nell'URSS voluta da Stalin per epurare il Partito comunista da presunti cospiratori – circa 680 mila persone furono fucilate in un solo anno e mezzo (1937-1938). Nello stesso periodo l'NKVD eseguì la cosiddetta "operazione polacca": fu un'operazione di pulizia etnica di massa anti-polacca durante la quale furono uccisi più di 110 mila polacchi residenti nell'Unione Sovietica, cioè il 22% di tutta la popolazione polacca dell'URSS. I polacchi, bollati come "spie" e "nemici", venivano giustiziati con un colpo alla nuca. Anche questo genocidio compiuto dai sovietici rimane sconosciuto all'opinione pubblica mondiale. Il 22 giugno 1941 la Germania nazista, rompendo il famoso "patto Ribbentrop-Molotov", invadeva l'Unione Sovietica. E proprio i tedeschi il 13 aprile 1943 scoprirono le tombe degli ufficiali polacchi a Katyn (odierna Bielorussia). Invitarono i rappresentanti della Croce Rossa Internazionale per partecipare all'esumazione dei corpi sepolti nelle fosse comuni. Secondo esperti indipendenti, non c'era dubbio su chi fosse il responsabile dell'omicidio. La divulgazione da parte dei tedeschi della notizia del genocidio di Katyn divenne un problema internazionale, anche perché riguardava l'intera coalizione antinazista di cui l'Unione Sovietica faceva parte. Per questo motivo Stalin voleva addossare la responsabilità del crimine alla Germania.
La data che segna la fondazione della città eterna da parte di Romolo è oggi: 21 aprile!
Oggi vi racconterò la leggenda di Romolo e Remo. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il passaggio generazionale, l'arte della delega, una famiglia numerosa e molto affiatata, una grande realtà industriale, l'Emilia che lavora e che si rialza, sempre e comunque: tutto questo (e molto di più) nell'episodio dedicato all'azienda Meta di San Felice, una chiacchierata di contenuto insieme al manager Enrico Lombardo, al nostro AD Romolo D'Eboli e all'imprenditore Alessandro Preti, giovane di talento che da poco è subentrato alla guida della nota azienda metalmeccanica. Una bellissima storia tutta da scoprire, restate collegati intervista a cura di Amedeo Faino montaggio di Laura Saracino
Motivatore: RomoloMotivazione: Sii il re di te stesso
Tra le tante ipotesi Roma fu fondata il 21 aprile 753 a.C. L'intera storia della grande città è ricca di riferimenti a personaggi ed episodi mitici, ricostruiti in piena età augustea per la glorificazione dell'intera gens Julia, alla quale apparteneva il primo imperatore Augusto, figlio adottivo di Cesare, il cui progenitore era Enea, fuggitivo dalla città di Troia, conquistata e distrutta dalle fiamme ad opera degli Achei/Greci. Enea era figlio protetto di Afrodite/Venere. Nella sua fuga portò con se il padre Anchise e il figlio Ascanio. Dopo un lungo e periglioso viaggio nel Mediterraneo (Eneide/Virgilio) Enea approdò nel Lazio. Da lui lui provennero Remo e Romolo, fratelli gemelli e fondatori di Roma. Continue reading
®Se tra Romolo e Remo avesse avuto la meglio quest'ultimo, cosa ne sarebbe stato della Città eterna? Come sarebbe stato muoversi per le strade di Rema e parlare con i suoi abitanti. Forse non sarebbe eterna. O forse sarebbe meno eternamente aggrovigliata. C'è chi dice che Rema avrebbe avuto una linea metropolitana degna di Tokyo e una cura degli spazi pubblici pari a Stoccolma. C'è chi aggiunge “però che noia”. Prima di ascoltare questa puntata, provate ad immaginare per un secondo Rema.Ecco Roma è un'altra cosa e questa è un'indagine sulla sua lingua: il romano o romanaccio o romanesco, una delle poche in Italia di cui non si sappia con certezza neanche il nome e non si conosca l'identità: un dialetto? una parlata? una sporcatura dell'Italiano?In questa puntata ci guidano Costantino Pucci, artista di strada e componente del Ponentino Trio; Paolo D'Achille, professore di linguistica all'Università di Roma 3 e Er Pinto, poeta di strada.Prima emissione venerdì 30 aprile 2021
Diamo uno sguardo ai primi 4 re di Roma, in un periodo che va dal 753 a.c. al 616 a.c. Parliamo di Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio e Anco Marzio.Support this podcast at — https://redcircle.com/storia-di-roma8273/donationsAdvertising Inquiries: https://redcircle.com/brandsPrivacy & Opt-Out: https://redcircle.com/privacy