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Ucraina, cosa è emerso dal confronto tra Trump e Putin. Ne parliamo con Micol Flammini, giornalista de Il Foglio, autrice di “La cortina di vetro” (Strade blu Mondadori) e Giovanni Borgognone, professore di Storia delle dottrine politiche all'Università di Torino.L'arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul e figura di spicco dell'opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan. Ne parliamo con Murat Cinar, giornalista turco, ha scritto "Undici storie di resistenza, undici anni della Turchia" (EBS Print Editore).Riprendono i bombardamenti a Gaza. Netanyahu sotto pressione. Ne parliamo con Anna Momigliano, scrittrice e giornalista, esperta in relazioni internazionali. Collabora con il Corriere della Sera e Haaretz.
1) La vergogna ha cambiato campo. Chiuso il processo per gli stupri di Mazan. Gisèle Pelicot ha portato alla sbarra la cultura dello stupro. (Luisa Nannipieri) 2) Gaza è una trappola mortale. Secondo un rapporto di medici senza frontiere a Gaza stiamo assistendo alla pulizia etnica dei palestinesi, mentre Human Rights Watch accusa Israele di genocidio. (Stefano di Carlo - msf) 3) La Turchia nega la tregua nel nord della Siria con i curdi. “Andremo avanti con la lotta al terrorismo”, dice Ankara, mentre cresce il timore per un possibile attacco turco a Kobane. (Murat Cinar) 4) Stati Uniti, il caos interno al partito repubblicano sulla questione del debito anticipa le difficoltà di gestione che avrà l'amministrazione Trump (Roberto Festa) 5) Gli eurodeputati del partito di estrema destra spagnolo Se Acabò la Fiesta entrano nel gruppo Ecr, guadagnando fondi e visibilità (Giulio Maria Piantadosi) 6) World Music. “Congo in Dar”, l'album di musica congolese registrato in Tanzania che consacra il miracolo musicale di Dar es Salaam. (Marcello Lorrai)
Dal 27 novembre scorso, la marcia dei ribelli in Siria prosegue senza sosta. “Dopo Idlib, Hama e Homs ovviamente l’obiettivo sarà Damasco. Ci auguriamo che questa avanzata in Siria continui senza incidenti o problemi”. Parole da decifrare quelle di Erdogan, pronunciate nella mattina del 6 dicembre durante una conferenza stampa. Ne parliamo con Francesco Petronella, giornalista per Ispi, Murat Cinar, giornalista turco, autore di “11 Storie di Resistenza, 11 anni di Turchia” (Edizioni EBS), e con Omer Ozkizilcik, analista, scrive per Atlantic Council.
Mentre il presidente turco Erdogan dà il via libera all'ingresso della Svezia nella Nato, il presidente Zelensky esprime il suo rammarico per l'ambiguità che ancora permane riguardo all'adesione dell'Ucraina. Ne abbiamo parlato con Murat Cinar, giornalista turco, e con Giampiero Gramaglia, giornalista, ex corrispondente per l'Ansa.
Una live assieme a Murat Cinar, fra i migliori giornalisti turchi in Italia, per parlare di come sono andate le elezioni e quale sarà il futuro di questo paeseTrovate qui la sua pagina Facebook Instagram Twitter ed il link per acquistare il libroClicca qui per ascoltare la serie dedicata a "Le perle del Corano" di al GhazaliQui per la prima stagione de "Dal Masnavi di Rumi", mentre qui per la seconda stagionee qui per i 40 hadith di NawawiInfine, qui trovi Medio Oriente e Dintorni Music, un mio podcast uscito 1 anno fa solo per Spotify in cui scoprirai la storia e le canzoni di artisti e band che hanno fatto (o stanno facendo) la storiaMentre qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"Se volete aiutare le persone colpite dal terremoto in Siria e Turchia qui ci sono i link di alcune associazioni umanitarie che operano nella zona:-AKUT (Organizzazione di volontariato non-governativa impegnata nella ricerca, nell'assistenza e nel soccorso alle vittime del terremoto)-White Helmets (organizzazione no-profit che di volontari che da anni è una delle uniche ad aiutare attivamente sul campo tutti i civili siriani) -Save The Children (storica associazione specializzata sui bambini)
Domenica 14 maggio si deciderà quale sarà il volto della Turchia del futuro. La scelta cadrà presumibilmente tra due candidati: l'attuale presidente Recep Tayyip Erdoğan e Kemal Kılıçdaroğlu. Ne abbiamo parlato con Murat Cinar, giornalista turco, ha scritto "11 storie di resistenza, 11 anni di Turchia" (ed. EBS), Bulent Kenes, giornalista e accademico in esilio in Svezia, e con Omer Ozkisilscik, analista turco.
Il prossimo 14 maggio in Turchia si svolgeranno delle elezioni cruciali in un paese spaccato tra i partiti che sostengono il presidente Recep Tayyip Erdoğan, al potere ormai da più di due decenni, e le opposizioni di destra, centro e sinistra che tentano la spallata.Pagine Esteri ha intervistato il giornalista turco Murat Cinar per capire se effettivamente questa volta le possibilità di una sconfitta del "sultano" sono consistenti e sul perché sta venendo meno nel paese un consenso che ha permesso al leader del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) di dominare la scena politica turca così a lungo.
Una live assieme a Murat Cinar, fra i migliori giornalisti turchi in Italia, per parlare di elezioni e di come potrebbero andareTrovate qui la sua pagina Facebook Instagram , Twitter ed il link per acquistare il libroTrovate tutti i link qui: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"Se volete aiutare le persone colpite dal terremoto in Siria e Turchia qui ci sono i link di alcune associazioni umanitarie che operano nella zona:-AKUT (Organizzazione di volontariato non-governativa impegnata nella ricerca, nell'assistenza e nel soccorso alle vittime del terremoto) -White Helmets (organizzazione no-profit che di volontari che da anni è una delle uniche ad aiutare attivamente sul campo tutti i civili siriani) -Save The Children (storica associazione specializzata sui bambini):
E' salito a oltre 5000 morti il bilancio del terremoto che ha colpito Turchia e Siria. Ne abbiamo parlato con Najib Khayat Kahale di Terre des Hommes, Murat Cinar, giornalista turco in Italia, e con Gunsel Deniz, ricercatrice universitaria di Gaziantep. Il pallone spia abbattuto nei cieli degli Stati Uniti è motivo di ulteriore attrito fra stati Uniti e Cina. Ne abbiamo parlato con Alessandro Marrone, responsabile del programma Difesa di Iai, e con Lorenzo Termine, ricercatoer al Centro Studi Geopolitica.info.
Una live in cui avremo il piacere di conoscere Murat Cinar, uno dei più grandi esperti di Turchia in Italia, nonché giornalista ed autore di "Undici storie di resistenza, undici di Turchia"Trovate qui la sua pagina Facebook: https://www.facebook.com/muratcinartorino/Instagram: https://www.instagram.com/mcinar1981/Twitter: https://twitter.com/muratcinared il link per acquistare il libro: http://muratcinar.weebly.com/store/p2/11storie11Turchia.htmlTrovate tutti i link qui: https://linktr.ee/mediorientedintorni, ma, andando un po' nel dettaglio: -tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo video. - podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente
“Undici storie di resistenza, undici anni della Turchia” di Murat Cinar è un'antologia che vi permetterà di scoprire una Turchia nascosta ma che allo stesso tempo afferma il proprio diritto ad esistereTrovate tutti i link qui: https://linktr.ee/mediorientedintorni, ma, andando un po' nel dettaglio: -tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo video. - podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente
In Turchia 300 mila e in Iran più di 100 mila detenuti aspettano un indulto. Le condizioni carcerarie sono precarie, i detenuti politici e non solo pretendono una maggiore tutela e l'immediata scarcerazione in questo periodo di pandemia coronavirus.Decisioni governative, casi positivi, rivolte e appelli. Abbiamo parlato di tutto ciò durante questa puntata speciale. Murat Cinar, giornalista con Semir Garshasbi curatore della rassegna stampa. MediOrientarsi.
Carmela Giglio, corrispondente Rai Istanbul ; Murat Cinar, Pressenza ; Giuseppe Scognamiglio, Eastwest ; Anna Zefesova, La Stampa .
Le elezioni amministrative che si sono tenute domenica 31 marzo in Turchia hanno portato più di 57 milioni di cittadini turchi a scegliere i sindaci e i consigli municipali provinciali. Come spesso è successo in questi anni, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva costruito intorno a questa tornata elettorale una sorta di referendum su di sé e sul suo partito, l’Akp (Partito della Giustizia e dello Sviluppo). Osservando i dati complessivi, è possibile vedere che l’Akp conserva la maggioranza relativa nel Paese e la maggioranza assoluta se si considera la coalizione con l’Mhp, il Partito del Movimento Nazionalista.Eppure, se si scompone il voto è impossibile non notare come per il partito di Erdogan siano arrivate delle sconfitte nelle tre città più importanti del Paese: Izmir (Smirne), la capitale Ankara e soprattutto Istanbul, la città più grande, più popolosa, più importante economicamente e più carica di simboli e significati, anche per lo stesso presidente. Dal Bosforo, infatti, era partita la sua carriera politica con l’elezione a sindaco nel 1994, e da allora i conservatori di ispirazione religiosa avevano controllato la città, ora passata invece al principale partito di opposizione, il Partito Popolare Repubblicano (Chp), di ispirazione kemalista. Lo stesso partito si è imposto anche ad Ankara e nella propria storica “fortezza”, Izmir. Inoltre, anche le città della fascia mediterranea, come Antalya, Burdur e Adana, e addirittura due città storicamente conservatrici come Artvin e Ardahan, al confine con la Georgia, hanno punito il partito del presidente. Secondo il giornalista Murat Cinar, originario proprio di Istanbul, «questi sono senz’altro i segni della sconfitta».
Le elezioni amministrative che si sono tenute domenica 31 marzo in Turchia hanno portato più di 57 milioni di cittadini turchi a scegliere i sindaci e i consigli municipali provinciali. Come spesso è successo in questi anni, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva costruito intorno a questa tornata elettorale una sorta di referendum su di sé e sul suo partito, l’Akp (Partito della Giustizia e dello Sviluppo). Osservando i dati complessivi, è possibile vedere che l’Akp conserva la maggioranza relativa nel Paese e la maggioranza assoluta se si considera la coalizione con l’Mhp, il Partito del Movimento Nazionalista.Eppure, se si scompone il voto è impossibile non notare come per il partito di Erdogan siano arrivate delle sconfitte nelle tre città più importanti del Paese: Izmir (Smirne), la capitale Ankara e soprattutto Istanbul, la città più grande, più popolosa, più importante economicamente e più carica di simboli e significati, anche per lo stesso presidente. Dal Bosforo, infatti, era partita la sua carriera politica con l’elezione a sindaco nel 1994, e da allora i conservatori di ispirazione religiosa avevano controllato la città, ora passata invece al principale partito di opposizione, il Partito Popolare Repubblicano (Chp), di ispirazione kemalista. Lo stesso partito si è imposto anche ad Ankara e nella propria storica “fortezza”, Izmir. Inoltre, anche le città della fascia mediterranea, come Antalya, Burdur e Adana, e addirittura due città storicamente conservatrici come Artvin e Ardahan, al confine con la Georgia, hanno punito il partito del presidente. Secondo il giornalista Murat Cinar, originario proprio di Istanbul, «questi sono senz’altro i segni della sconfitta».
Terzo compleanno per Mediorientarsi, che cominciava le sue trasmissioni il 31 marzo del 2016.Nell'agenda di oggi:- una settimana di disastri climatici in Iran: alluvioni e grandi piogge hanno colpito il Paese anche in zone in cui non pioveva da tempo;- a Tunisi si apre domenica il vertice della Lega Araba: sul tavolo il futuro diplomatico della Siria, la questione palestinese, la crisi in Libia e la guerra in Yemen;- Le parole del capo di Stato Maggiore algerino, Ahmed Gaid Salah, ci dicono che l'epoca di Bouteflika è arrivata davvero alla fine. Ma ormai la protesta è andata oltre, e cambiare l'anziano presidente non basta più;- in Turchia si vota per le elezioni locali. Insieme a Murat Cinar cerchiamo di comprendere la portata di questa tornata, che tra le altre cose introduce le coalizioni e che come al solito rappresenta un test per il potere del presidente Erdogan;- gli Stati Uniti sfidano il diritto internazionale riconoscendo la sovranità di Israele sulle alture del Golan- chiudiamo con una buona notizia: è stato scarcerato in Egitto Alaa Abdel-Fattah, il blogger simbolo della primavera egiziana, in carcere dal 2013
Nonostante il divieto imposto per il quinto anno consecutivo, domenica 1 luglio migliaia di persone hanno cercato di partecipare al Pride 2018. La polizia ha permesso a un centinaio di attivisti di leggere un comunicato stampa nei pressi di Taksim, ma subito dopo quel momento ha deciso di disperdere la folla. Secondo Amnesty International e il coordinamento Pride Istanbul, sono almeno 5 le persone fermate.Ce ne parla Murat Cinar, giornalista nato in Turchia ed attivo da anni nel seguire e raccontare i movimenti politici turchi. «Le persone Lgbt sono state sempre tra le prime a essere colpite, soprattutto le persone trans. La Turchia è in cima alla lista europea degli omicidi contro le persone trans e la maggior parte di loro è spinta a svolgere per forza l’attività di lavoratrici e lavoratori del sesso. In questi ultimi 15-17 anni di governo dell’Akp le cose sono diventate ancora più difficili».
Nonostante il divieto imposto per il quinto anno consecutivo, domenica 1 luglio migliaia di persone hanno cercato di partecipare al Pride 2018. La polizia ha permesso a un centinaio di attivisti di leggere un comunicato stampa nei pressi di Taksim, ma subito dopo quel momento ha deciso di disperdere la folla. Secondo Amnesty International e il coordinamento Pride Istanbul, sono almeno 5 le persone fermate.Ce ne parla Murat Cinar, giornalista nato in Turchia ed attivo da anni nel seguire e raccontare i movimenti politici turchi. «Le persone Lgbt sono state sempre tra le prime a essere colpite, soprattutto le persone trans. La Turchia è in cima alla lista europea degli omicidi contro le persone trans e la maggior parte di loro è spinta a svolgere per forza l’attività di lavoratrici e lavoratori del sesso. In questi ultimi 15-17 anni di governo dell’Akp le cose sono diventate ancora più difficili».
con: l'ambasciatore turco in Italia AYDIN ADNAN SEZGIN, l'inviata del GrRai CARMELA GIGLIO, il giornalista turco MURAT CINAR
con: il portavoce del governo ungherese ZOLTAN KOVACS, il presidente del Gruppo dei Socialisti Europei GIANNI PITTELLA, l'eurodeputata del Partito Socialista Francese SILVIE GUILLAUME, il giornalista turco MURAT CINAR, l'inviato del GrRai a Idomeni FABIO SANFILIPPO