Podcast metal, sperando ce ne sia bisogno. Con due presentatori bellissimi e amici da sempre. Chiacchiere, analisi, approfondimenti e tante opinioni non richieste. Perché si stava meglio quando si stava peggio. O si stava metal.
Con Lorenzo Marchello ricordiamo l'esperienza della Kolony, etichetta tutta nostrana che mise sotto contratto realtà come Persefone, Be'Lakor, Countless Skies, Fractal Universe ed altri ancora. La solita scusa per chiacchierarcela dei tempi che cambiano o magari no. Bonus guest: Matteo Antonelli della Masked Dead.
In occasione della seconda apparizione del podcast al Raduno di Feudalesimo e Libertà, incontriamo nuovamente uno dei fondatori, Simone Pisano e Valerio Storch (Bardomagno/Nanowar Of Steel) per raccontarcela dei soliti temi metal, quasi metal e para-metal.
Con Alessio Medici si chiacchiera di Sud America, underground, Violentor, Peter Hobbs e tanto altro ancora. Attitudine, attitudine, attitudine.
Gli ospiti spesso sono anche buoni amici, quindi riecco Gabriele Oltracqua che ci accompagna nella discussione sulle Katatonia-rogne, passando per l'esorcismo dei Behemoth e il metal coi costumoni. Senza però mai dimenticare il nuovo album degli Infection Code in uscita: ‘Culto'.
La puntata fuori sincrono: come il contestato concerto dei Behemoth (che nel frattempo è già avvenuto). Come il cervello di Jon Schaffer nella sua incredibile intervista. Come l'eccessiva nostalgia per il Gods Of Metal o come il ritorno super-chic dei Dark Angel. Tutte sbrodolate in coppia, come da copione.
No, non è andata proprio così, ma quando Matteo Bassoli racconta i suo aneddoti da musicista di Me And That Man, da tecnico di Abbath e dei Decapitated e da musicista turnista, è un piacere starlo a sentire. Bonus track: Blaxi Tofodo, il progetto nonsense di cui non sapevate di avere bisogno. P.s.: aspettate la fine della puntata per una sorpresa, giusto prima della sigla finale
Quando l'inconveniente tecnico non ci scoraggia e diventa un'opportunità. Puntata con Alessio ed Elena dei Ponte Del Diavolo, rampante band nostrana che in Europa è stata decisamente notata. Parliamo del contratto Season Of Mist, di Burning Tower, del tour… oltre alle nostre solite fisse per gli italiani all'estero, le scena e le grandi reunion.
Flusso di pensieri e parole insieme a Marco Soellner dei Klimt 1918: ciò che è metal e non lo è (se valesse davvero la pena parlarne), come funziona la nostalgia e perché la musica è importante. Tranquilli, abbiamo ironizzato un bel po', come al nostro solito.
Con Martina L. McLean di Sanda Movies vediamo come il videomaking nel metal sia passione, organizzazione, studio e crescita continua. Ah, già che ci siamo abbiamo rispolverato dei post social storici di Martina, quelli dedicati al Cernunnos Fest. Sì, avete capito bene. The festival that should not be.
Rispolveriamo le puntate (quasi) off, visto che ci sono stati gli Oscar, insieme a Francesco Tresca, batterista metal ma anche professionista nell'ambito delle colonne sonore. Viene fuori un po' di tutto: The Substance, l'horror d'essay, i Cannibal dentro Ace Ventura, David Lynch e mille altre finezze. Chiacchiera a ruota libera eh, sapevatelo.
Andrea Valentini ha scritto sia un libro su Johnny Thunders che sui Venom. Andrea Valentini lavora nel magico mondo dell'editoria, ma resta un grande appassionato di musica rumorosa. Andrea Valentini ha ben presente come gira, nel magico mondo della musica. Potevamo non parlarci?
Un po' in ritardo sul nostro ruolino di marcia, ecco un'altra puntata di parole e analisi in solitaria. Oltre alla solita carrellata di commenti sull'attualità (come sullo show reunion dei Morbid) prendiamo in rassegna un po' di festival estivi a cui parteciperemo (Brutal Assault, Fortress) e altri che invece ci servono come scusa per parlare band vecchie e nuove (Summer Breeze).
In solitaria, tante opinioni non richieste su concerti, Black Sabbath e dischi nuovi da sentire. Ed è anche più corta del solito!
Con Alessandro "Tronko" Tronconi, musicista e organizzatore di lungo corso nella zona di Imola ce la raccontiamo di collezionismo, concerti underground ed altro ancora. Poi arriva il "più uno", un'altra vecchia conoscenza e la giriamo sulle registrazioni e sul gossip più generico, tipo i Pantera.
Stavolta è Riki "Grumo" a portare avanti le considerazioni sul valore dei CSA in relazione alla musica underground e - perché no - come valore assoluto di condivisione e cultura. Poi siamo passati alle nostre cose solite, tipo il gore, il grindcore e tutta quella roba lì.
Con Stefano "Bocha" Barbieri parliamo di Bologna, dei programmi radio indipendenti, dei locali e dei movimenti musicali. Stefano poi, si rivela essere un giovane dentro, quindi è sempre sul pezzo. Ad inizio puntata l'anticipazione di DIECI nuovi gruppi che parteciperanno al Frantic Fest 2025, con il grande amico del podcast Davide Straccione.
Spoiler alert: ci tocca nominare i Blood Incantation. Evvabbè. Spoiler alert: c'è Gianluca Grazioli di Metal.it. Spoiler alert: ci tocca nominare pure gli Opeth.
Tocca al poliedrico Mickey E. Vil e con lui rispolveriamo una ipotetica golden age della stampa italiana, la radio, progetti musicali vecchi e nuovi, la figura dell'artista, degli investimenti, del no profit. La concezione del tempo ciclico come non l'avete mai sentita. O quasi. E con questa, ci vediamo a Gennaio!
Lunga chiacchierata con Enrico Salvini, manager dei primi Extrema che ci offre un ritratto del metal italiano dei tempi andati. Il merch che faceva la differenza, l'importanza di crederci anche quando si suona davanti a 20 persone, la progettualità e gli investimenti, lo sbattersi senza sosta.
Ce la suoniamo e ce la cantiamo con Francesco Paoli dei Fleshgod Apocalypse, chiedendogli un po' lo stato di salute del "sistema musicale" nel 2024. Poi passiamo alla parte fan e si chiacchiera di grandi vecchi, di innovazione e tradizione. Infine, grazie al nostro Tommaso scova-dati, grande approfondimento su Spotify. Puntata densissima.
Nuova puntata di commenti e riflessioni sulle news e le uscite del periodo: il nuovo Opeth, il festival della Frontiers, la cancellazione del Sick New World, i buffi comunicati stampa per le ristampe Inchiuvatu ed altro ancora, per una nuova puntata in ciabatte. Bonus: il reportage di Denis dal Celebrare Noctem 2024.
Tornano le puntate in solitaria e quindi spazio a riflessioni riguardanti il "caso Messa", a qualche nuova uscita tipo quella teppa di Akerfeldt, ai dischi presi di recente al Pick Up Records e finalone con l'effetto nostalgia della serie degli 883, stranamente presente nella bolla dei metallari.
Disclaimer: puntata sperimentale! Per una volta, in compagnia di Dario Onofrio - metallone ma anche vero nerd old school - ce la chiacchieriamo di vinile contro cd, cd contro cassetta, leggende metropolitane varie dell'audiofilia, cuffie e tendenze. Ovviamente tutto in relazione al metal e pure al power metal.
È uscito il libro sugli Aborym. Magari non c'eravate, ma parliamo di una delle band più discusse del black metal italiano e quando si rievoca il nick di Malfeitor Fabban si parte a ricordare litigi, dichiarazioni roboanti, antipatie, esperienze estreme e ospitate illustri. Poi alla fine ci si calma e si riconosce che la miscela tra black metal e industrial che hanno messo in piedi gli Aborym non è proprio una roba da trascurare, anche più di venticinque anni dopo. Ne parliamo proprio con Fabrizio Giannese.
Con Stefano Cavanna, autore de "Il Suono Del Dolore" parliamo di doom, di funeral doom e di musica allegra, proprio. Poi arriva il nostro compare Tommaso e parliamo tutti insieme dei costi dei biglietti degli Iron Maiden. Dati alla mano, no baubau miciomicio, come diceva Dave Mustaine. O era Gene Simmons? Chissà…
È con noi G.E.F., poliedrico personaggio del metallo underground. Musicista (Clactonian, Thecodontion e mille altri), discografico DYI (Xenoglossy e altro in arrivo), scribacchino (Aristocrazia Webzine). Ci facciamo raccontare della Finlandia, dei tour, dell'underground più underground possibile e di una grande passione per la musica.
Si riparte. Eravamo pieni di argomenti, pieni di dati e di buona volontà. Poi però ci siamo persi dietro alle chiacchiere ed è finita così: Iron Maiden e il pil italiano, influenze e concerti persi, cloni voluti dei Type O Negative, i Blood Incantation e i festival nelle caverne.
Mio papà è più estremo del tuo - della serie la buttiamo in caciara, abbiamo messo Enrico Giannone (Undertakers, Time To Kill), Nicola Manzan (Bologna Violenta) e Giovanni Di Iacovo (Dj Vescovo, docente universitario) a discutere di cosa è estremo e cosa no. E' bastato accendere la miccia. Bonus track: i calzini di Maradona di Giannone.
Il metallo del buon vicinato: tavola rotonda con gli organizzatori del Frantic, partendo dalla signora Antonella che si lamenta (giustamente) di questa musica infernale.
L'arte, il metallo, la partita iva: Royal Rumble di discussione con Sara SavageArtworks, Simone STRX e Davide Dartworks della realizzazione del concept del Frantic, dei clienti buffi, delle sfide degli artisti indipendenti, del mercato digitale. Sì, n'altra volta, perché il metallo va battuto finché è caldo.
Finale di stagione con un ampio racconto del Frantic Fest: l'atmosfera, le band, gli arrosticini… ok, ok. Parleremo del famigerato treno coi Marduk.
Doveva essere un episodio in ciabatte, grazie alla chiacchiera e all'esperienza di Chris dei Plakkaggio, ma poi Denis litiga con Zuckerberg, la webcam non va, la connessione di Chris salta e diventa una delle puntate più difficili di tutte. Ma piena comunque di contenuti. Buona estate!
Finalmente uno dei tormentoni del podcast ("com'è andato 'No Celebration' in Italia?") ha una sua risposta! Parliamo di editoria e di libri metal, di come funziona il mondo editoriale (e di quanto duro può essere) con Eugenio e Max di Tsunami Edizioni.
Di solito facciamo le puntate con la marchetta, stavolta facciamo una enorme marchetta con la puntata dentro. Con Davide Straccione e Gabriele "Gabbo" parliamo di Frantic Fest, ma oltre alla musica ci concentriamo però sui servizi, le scelte organizzative, i costi e il booking. Perché so tutti boni a fare i leoni da tastiera - diciamocelo - ma quando c'è da aprire il portafogli… Bonus tracks: le fini strategie del Frantic sui gruppi Facebook locali e i dovuti ringraziamenti a chi ci segue.
Alberto "Pio" Fontana, patron di Hero Agency e Booking si racconta e ci racconta lo stato di salute di concerti grandi e piccoli, delle band emergenti. Si discute poi di quali sono i limiti e come potrebbe migliorare la "scena" nostrana.
Metallo e tatuaggio si sono sempre mossi a braccetto, ma poi sono arrivati i pasticcini e le fette di torta, senza contare la trap e le mani tatuate. Clod The Ripper è da sempre metallaro e tatuatore e a questo punto a chi potevamo chiedere lumi? Senza contare che ultimamente si è rimesso in pista con una nuova band, Nel Buio. Non potevamo volere di più.
…e probabilmente ti dirò chi sei. Seconda puntata in ciabatte, con recap sui bagni a pagamento del Firenze Rocks, i token e tutti i live a cui abbiamo assistito di recente, con un occhio sulla tipologia di pubblico presente. Spoiler Alert: stereotipi sul pubblico metal a pacchi, stavolta.
Dopo fin troppe puntate filosofiche e cervellotiche, ci voleva un ospite con un'idea semplice: tiriamo fuori le vecchie magliette metal del passato e discutiamo del tempo che passa, di come cambiano eventi, gruppi e percezioni. Paolo Bianco, il fotografo che tutti vorrebbero avere nel pit, ci scodella la sua collezione di t-shirt e si va di nostalgia. Ma anche di analisi, che non crediate. Non ci siamo mica rincitrulliti del tutto.
Metti i vostri due fresconi preferiti, metti il palco del Live Club, metti Don Alemanno e Simone "Il Biondo" (fondatore di "Feudalesimo e Libertà"). Metti una discussione approfondita su cosa è metallo e cosa non lo è… chissà dove siamo arrivati!
In compagnia della gang del podcast, Niccolò Carli e Tommaso Profumo, vediamo un po' cosa vuol dire - con esempi pratici - l'AI per una band metal di oggi. Copertine, testi, musica vera e propria… dove ci condurrà questo percorso? Che sviluppi potrebbero esserci? Ed è davvero l'anno del Power Metal? Ebbene sì, pure l'AI ce lo conferma.
Insieme a Marcella "Distortion" Spaggiari discutiamo nientepopodimenoché la sua tesi, dedicata al mondo delle fanzine, del DIY e del punk hardcore. Successivamente, si va a ruota libera sui meccanismi della fruizione musicale, sui generi musicali, sul ricambio generazionale. E abbiamo citato pure "Alta Fedeltà": film, serie tv e libro.
Claudio Kulesko si occupa di filosofia speculativa e pessimismo filosofico, ma è anche un metallaro impenitente, di quelli che conoscono tutti i generi e sanno come discuterli. Ha curato la raccolta di saggi "Metal Theory", dove si ragiona sulla nostra musica del cuore, dai Korn al power/epic, dai Neurosis al gore. E niente, è bastato dargli l'imbeccata e siamo partiti verso un mondo di riflessioni.
Crono Bertini ci presenta un piccolo grande festival indipendente, il Molto Male, ma poi si finisce a parlare dell'importanza dei centri sociali per la diffusione della cultura musicale, di generi crossover, di vecchio e nuovo… in pieno "Si Stava Metal" style!
Con Chiara Franchi, ufficio stampa del Venezia Hardcore, si chiacchiera della nuova edizione del festival in arrivo per poi virare verso lidi antropologici e sociali, partendo dal mitico John Bender di Breakfast Club attraverso rock, metal, trap e mondo attuale.
Con Sara Sostini, ovvero Savageartworks, iniziamo un viaggio di discussioni sul potenziale e i pericoli della AI e il suo uso nel metallone, passando poi a discutere perché l'attivismo e l'associazionismo hanno ancora senso di esistere. Con ospite a sorpresa sul finale e l'amore incondizionato per gli Schammasch. Carramba che metallone!
Con Davide Destro - LaColpa e Macabro Dio - riprendiamo il discorso sul metal estremo e il senso profondo dell'Estremo con la maiuscola, partendo dal poster del recente Nuclear War Now!/Hospital Fest di Osaka ma passando per Sonic Youth, John Zorn, Swans e Sunn O))). Bonus track: la mostra sul metal alla Philarmonie di Parigi.
Facciamo il punto: i perenni malcontenti - pure con l'ultimo Judas Priest, l'immortalizzazione dei metal heroes, il pagan-folk che non c'è più, la crescita del metallo femminile e soprattutto, tantissimo name dropping per farvi scoprire un po' di gruppi nuovi, una delle nostre specialità.
Chiacchierando con Chris e Dome dei Drown In Sulphur, abbiamo visto che tipo di sfide devono affrontare le band "giovani" e dal sound moderno nella scena di oggi. Poi, come al solito, abbiamo parlato di produzioni da loudness war, dei Lorna Shore, del figlio di Corey Taylor e di tantissime altre amenità.
Naaah, tranquilli. Non abbiamo intenzione di smettere. Più che altro, crediamo sia il momento di celebrarci un pochino, visto che non avremmo mai pensato di arrivare a cento puntate. Ma ci siamo riusciti, incredibile! Ripercorriamo quindi il percorso fatto insieme, da quella mitica puntata zero sul black metal.
Valerio Storch è la mente dietro a Nanowar of Steel e Bardomagno. A sentire lui, sembra quasi sia successo tutto per caso, mentre poi esce una progettualità e pochissima casualità. Suonare bene, far ridere, costruire realtà musicali durature non è mai casuale. Dislike to casual metal, potremmo dire.
Lontano dai riflettori per tanto tempo, il progetto Spite Extreme Wing riemerge dagli abissi dell'underground. La nostra lunga conversazione con Argento ci conferma come nel black metal ci siano concetti che vanno oltre Satana e il face-painting, verso una dimensione spirituale e antropologica. E comunque si, siamo riusciti anche a parlare dei Ferragnez e di Lindo Ferretti. Perché ci piace così.