Il successo di una storia – libro, film, spettacolo - sta in quello che sa raccontare, nella sua capacità di colpire e travolgerti, in modi inaspettati. Perché alla fine, tra le mille cose che una storia si porta dentro, ce ne sono alcune in particolare
Giullari “irregolari”, menestrelli provocatori. Francesco d'Assisi e Dario Fo sono due figure rivoluzionarie, accomunate dalla capacità di scardinare con gioiosa irriverenza le regole precostituite, ribaltando alto e basso, nobiltà e indigenza, ricchezza e povertà nella letteratura come nella vita. A 25 anni dalla consegna del premio Nobel a Fo, vogliamo celebrare insieme questi due personaggi lontani nel tempo, ma vicini nella capacità comunicativa, che ci insegnano ancora a credere nel potere che la creatività ha di infrangere lo status quo e di cambiare le cose.Questa è una puntata speciale della serie "Storie che lasciano il segno", una produzione di Frame Podcast, da un'idea di Danco Singer. La voce principale e l'interpretazione sono di Dario Fo. La supervisione editoriale è di Silvia Di Pietro e Veronica Scazzosi. La post-produzione, il sound design, le musiche sono di Diego Minach.Si ringrazia per la collaborazione la Fondazione Fo Rame.
Con lo scoppio della crisi ucraina e con l'arrivo della guerra in Europa, proponiamo pensieri e valutazioni di carattere storico e sociale di alcuni dei protagonisti del Festival della Comunicazione che aiutano a comprendere la complessa situazione che tutti siamo costretti a vivere. “Libertà è quella condizione che ci consente di esprimere chi siamo nel profondo e di manifestare agli altri la nostra identità e la nostra individualità, oltre qualsiasi forma di costrizione e di condizionamento, oltre i vincoli imposti da sovrastrutture sociali, religiose e morali che, nate per garantire la libertà, spesso finiscono per schiacciarla sotto il loro peso”. Così si legge nel concept che delinea il tema della prossima edizione della nostra manifestazione. Perché la “Libertà” è un valore imprescindibile.
Dare del “tu”, del “lei” o del “voi” sembra cosa di poco conto, ma per uno storico delle idee, un filosofo del quotidiano come Umberto Eco questi particolari apparentemente banali sono capaci di rivelare significati profondi, manifestando aspetti essenziali del nostro essere al mondo, del nostro bagaglio culturale, delle nostre relazioni sociali. A sei anni dalla sua scomparsa, condividiamo in questo podcast, attraverso la voce di Roberto Cotroneo, i suoi mirabolanti e funambolici ragionamenti che diventano giochi di parole, variazioni stilistiche, virtuosismo intellettuale. È un modo per rivivere insieme la piacevolezza dei suoi discorsi in cui la cultura diventava gioco.Questa è una puntata speciale della serie "Storie che lasciano il segno", una produzione di Frame Podcast, da un'idea di Danco Singer. Il testo originale è di Umberto Eco. La voce è di Roberto Cotroneo. La supervisione editoriale è di Silvia Di Pietro e Veronica Scazzosi. La post-produzione, il sound design, le musiche sono di Diego Minach.
A seguito di una (assurda) circolare diffusa dal Ministero dell'Istruzione in occasione della “Giornata del Ricordo”, lo storico Marcello Flores, a valle di comprovati studi di ricerca, ricostruisce con perizia storiografica origini e conseguenze di due eventi profondamente differenti che hanno contrassegnato la storia europea in un passato nemmeno così lontano: la Shoah e le foibe. In cosa si differenziano questi tristi episodi storici? Quali ne furono gli elementi scatenanti e quali le conseguenze? Perché non possono essere accomunati sotto il comune cappello di genocidio e di pulizia etnica?
Una raccolta “insolita” finisce nelle mani del prof. Eco: è la collezione completa de “La difesa della razza”, la rivista antisemita e razzista, fiore all'occhiello della propaganda fascista. Sfogliandola, ne deriva sgomento e incredulità. Eco, nel 2001, la affida all'indagine appassionata di Valentina Pisanty, allora sua giovane allieva, perché quella pagina del passato non sia cancellata, perché quell'errore non torni a farci inciampare. Vogliamo celebrare il Giorno della Memoria, con questo nuovo podcast della semiologa Valentina Pisanty che prende spunto da quel suo lavoro di ricerca, perché gli scheletri nascosti negli armadi di un passato neanche troppo lontano non tornino a minacciare presente e futuro.Questa è una puntata speciale della serie "Storie che lasciano il segno", una produzione di Frame Podcast, da un'idea di Danco Singer. I testi e la voce principale sono di Valentina Pisanty. Danco Singer presta la voce alla prefazione originale di Umberto Eco. La voce dell'antologia è di Marcello Moronesi. La supervisione editoriale è di Veronica Scazzosi e Silvia Di Pietro. La post-produzione, il sound design e le musiche sono di Diego Minach.
Proponiamo la versione originale in lingua inglese della lectio che Umberto Eco tenne all'ONU il 21 ottobre 2013 davanti ai rappresentanti del mondo intero, lasciandoci un frammento inestimabile del suo pensiero.“Against the loss of memory”. A lecture by Umberto Eco. Monday, 21 October 2013United Nations Headquarters.New York
In occasione dell'anniversario della nascita di Umberto Eco, (che quest'anno avrebbe compiuto 90 anni), vogliamo rivivere con voi l'emozione della lectio che egli tenne all'ONU il 21 ottobre del 2013 davanti ai rappresentanti del mondo intero. Un frammento del suo sconfinato pensiero, affidato in parte alla sua voce, che continua a parlarci, in parte alla voce che Gianrico Carofiglio ha gentilmente prestato. Ascoltate… "come nani sulle spalle dei giganti".Questa è una puntata speciale della serie "Storie che lasciano il segno", una produzione di Frame Podcast, da un'idea di Danco Singer. Il testo originale è di Umberto Eco. La voce è di Gianrico Carofiglio. La supervisione editoriale è di Veronica Scazzosi e Silvia Di Pietro. La post-produzione e il sound design sono di Diego Minach; la sigla di Piero Niccolai.
Un libro come uno spettacolo teatrale, un romanzo come un film, una storia come un viaggio: pagine, scene, fotogrammi che si squadernano per raccontare una storia d'amore in un mondo lontano, in un'isola dispersa nel Mediterraneo, in un tempo remoto, quello degli anni Cinquanta. Pietrangelo Buttafuoco nel suo nuovo romanzo “Sono cose che passano” racconta di un amore nato da un incontro improvviso ai piedi di un aereo, in un aeroporto dove sensazioni, emozioni provenienti da tutto il mondo e che sembrano lontane si fanno vicine, intime, universali. Una lettura che è un incontro con il destino che abbiamo tutti “appeso al collo”.
Leggende metropolitane, racconti tramandati oralmente, miti vaganti, appunto. La nostra quotidianità ne è piena. Strane storie che si nascondono un po' ovunque: dal misterioso labirintico microcosmo della Biblioteca Vaticana, depositaria del sapere ma anche luogo dell'oblio, alle tranquille e apparentemente defilate colline della provincia toscana, terra di cacciatori e ambiente agreste, nonchè di cimiteri di campagna dai defunti irrequieti. Tommaso Braccini nel suo nuovo libro si è divertito a raccoglierne un po' e a ricostruirne le origini e la diffusione, arrivando a conclusioni davvero sorprendenti.
Una vera storia d'amore questa di Barbara Fiorio e dei suoi sette piccoli dei, protagonisti di un romanzo che non è nato, ma è diventato un libro per ragazzi man mano che prendeva forma tra le sue mani; sì, perché i suoi piccoli protagonisti, la scrittrice li ha amati non appena sono comparsi nella sua mente, già cinque anni fa. Li ha presi per mano per accompagnarli (e farsi accompagnare) nelle loro battaglie quotidiane contro “Giganti” e “Titani”, gli adulti contro cui i ragazzini sono spesso costretti a scontrarsi. Una storia che fa tornare ragazzi gli adulti e fa crescere i piccoli, trasponendo nella tranquilla vita di provincia le epopee mitologiche, tra una corsa in bicicletta e l'altra.
Alice, la goffa ed entusiasta protagonista della riuscitissima serie L'allieva, torna in libreria con la sua nona avventura che intreccia, come al solito, vita sentimentale e vita professionale nell'atmosfera di suspense del giallo. A raccontarcela è Alessia Gazzola, dal punto di vista dell'autrice, che si riaccosta ai suoi primi e amatissimi personaggi letterari dopo quasi tre anni - prolifici di altri progetti letterari - con il solito affetto e una riscoperta familiarità. Una duplice indagine che si scoprirà intrecciata e che avrà un riverbero anche sulla vita privata dei protagonisti che si confronteranno con il tema della genitorialità. Un romanzo da leggere tutto d'un fiato.
Fiabe classiche, abitate da tipici “animaletti fiabeschi”, e fiabe meno convenzionali, iperrealistiche e senza lieto fine, a cui abbiamo in parte imparato ad abituarci; fiabe a tema amoroso e fiabe autobiografiche; e poi fiabe dell'orrore, di fantascienza, di guerra, di attualità, ma anche di costume e società. Guido Catalano, in piena cattività da primo lockdown, ne ha scritte 98 “senza far troppa fatica”, raccogliendole “così come arrivavano” nei suoi pensieri creativi. Ne è nato un nuovo libro edito da Rizzoli, agile, simpaticamente illustrato (da Marco Cazzato), autoironico e dissacrante com'è nelle corde del suo autore, perché nella vita bisogna anche imparare a riderci un po' su.
Un romanzo decisamente “atipico” l'ultimo di Gianrico Carofiglio, rispetto alla sua abituale produzione letteraria: è il primo romanzo ambientato a Milano, unica città italiana con il profumo acre proprio di una metropoli; ha una protagonista femminile ed è raccontato in prima persona dall'autore, esperienza narrativa interessante, perché implica un completo straniamento del punto di vista personale; è un poliziesco di struttura classica con un'indagine credibile, verosimile ma attraversata da un personaggio, Penelope, che di classico ha ben poco.
Beppe Severgnini ci introduce un romanzo che racconta di come si diventa “grandi” da giovani. Il fratello minore è il regalo che un nipote, Andrea, fa a uno zio, Ettore Barzini, figlio cadetto e meno noto del celebre giornalista Luigi Senior e fratello di Luigi Junior: attraverso il libro ne ricostruisce la storia, indagando nei ricordi di famiglia, e la affida alla memoria di tutti. Una vita avventurosa tra California, Giamaica, Somalia e poi Milano, vissuta da un uomo coraggioso che durante la guerra meritò una medaglia al valore, che partecipò alla Resistenza, che subì la condanna della deportazione e poi la morte a Mauthausen. Una vita segnata da un senso per la giustizia che lo mise sempre nei guai e che lo ha reso agli occhi del nipote (e i tutti) un eroe quotidiano.
Intrecciando voce e musica, questo podcast racconta una storia straordinaria. Un manoscritto inedito di uno dei più importanti musicologi del secondo Novecento, Giorgio Graziosi, rimasto chiuso per troppo tempo in un cassetto, rivisto e aggiornato poi da suo figlio Stefano, è il cuore del volume Il violino e la sua nobile famiglia, edito per i tipi di Bordeaux. Un libro che è un atto d'amore verso il violino: ne ripercorre la sua nascita, la sua storia, la sua evoluzione nel mutevole contesto economico e sociale e intessendo continue relazioni con l'arte e la letteratura. Non mancano nemmeno storie di violini, violinisti e liutai. In conclusione, nel volume come nel podcast, un prezioso contributo di Moni Ovadia sul violino e l'ebreo.
Il Festival della Comunicazione vuole celebrare, a cinque anni dalla sua scomparsa, il 19 febbraio 2016, Umberto Eco, la sua guida, il suo “padrino”, con uno speciale podcast, originale e inedito, che continua a “dar voce” alla sua potenza comunicativa. Vogliamo regalare così a tutti un frammento del suo pensiero, con il suo saggio del 2014 Perché la filosofia, in cui Eco, ora attraverso la sua voce, ora attraverso la voce di Francesco Pannofino, continua a trasmetterci il senso profondo della conoscenza e il suo invito a porsi domande. Buon ascolto!Questa è una puntata speciale della serie "Storie che lasciano il segno", una produzione di Frame Podcast, da un'idea di Danco Singer. Il testo originale è di Umberto Eco. La voce è di Francesco Pannofino. La supervisione editoriale è di Veronica Scazzosi e Silvia Di Pietro. La post-produzione, il sound design sono di Diego Minach, la sigla di Piero Niccolai.
Un dialogo tutto siciliano, quello di Pietrangelo Buttafuoco e Stefania Auci, che indaga una storia altrettanto autenticamente siciliana come quella della famiglia Florio che la Auci raccoglie come un frutto maturo della sua terra per raccontarla con una sapiente scrittura nel suo romanzo I leoni di Sicilia. Una vicenda fatta di persone, non di personaggi, che la scrittrice tratta con cura, con rispetto, soprattutto quando a muoversi nello scenario della Sicilia di inizio Ottocento sono le “fimmine”, apparentemente solo pedine in un mondo fatto per gli uomini.
Come funziona il linguaggio umano? Ce lo spiega Raffaele Simone, linguista di fama internazionale, ripercorrendo i capitoli del suo ultimo libro: esistono istruzioni “invisibili” che, come i software dei computer, permettono al linguaggio di funzionare; e come software e hardware devono essere compatibili, così questo “silenzioso macchinario” deve adattarsi all'organismo, frutto nel processo evolutivo. E se i suoi elementi primari di natura biologica sono acquisiti con la crescita, al resto si accede imparando la propria lingua, che dimostra così una straordinaria flessibilità.
Il sogno che ha animato i comunisti italiani nasce dal vento di novità che soffia sull'Europa subito dopo la Grande Guerra e la Rivoluzione di Ottobre. È un sogno che si scontra subito con il fascismo e ad esso sopravvive clandestinamente fino alla Liberazione, per poi trasformarsi e strutturarsi nel programma del Partito Comunista Italiano, uno dei grandi partiti più votati della Repubblica. Marcello Flores ne ripercorre la storia, risalendo al momento della sua fondazione, nel gennaio 1921, per capirne il senso. Dal suo inizio alla sua fine.
“Non chieder più. Nulla per te qui resta. Non sei della tribù. Hai sbagliato foresta”, recitava Caproni. L'identità è un concetto su cui non si dovrebbe scherzare. Affonda le sue radici nel sacro. Ma facendo dell'identità una sacralità cosa succede? Può portare a ingiustizie mostruose e a terribili derive, dall'attentato di Macerata agli attentati di Christchurch. Ma le rivendicazioni identitarie possono essere anche buffe, per fortuna, e, dalla polenta alla zuppa di tortellini, dalla pizza e dalla pasta al pomodoro, ci prendono per la gola. In questo podcast, e nel suo libro, Maurizio Bettini affronta in maniera inattesa l'uso, l'abuso e le fantasie attorno al tema spinoso e controverso dell'identità.
L'Italia è sempre stata il software del mondo, il luogo dove nascono gli stili, dove si pensa il mondo e la maniera di raffigurarlo. E il vero inventore dell'Italia è Dante, perché non solo ci ha dato una lingua (quella viva, che si parlava nei mercati di Firenze), ma ci ha dato un'idea di noi stessi. Dalle parole di Dante, Aldo Cazzullo traccia il ritratto, severo e innamorato, del Bel paese di oggi, in un podcast carico di orgoglio italiano e una concezione modernissima della donna.
Una storia irresistibile, a tratti comica e a tratti struggente, che mescola leggerezza e profondità, grazia e tenerezza, esplorando il nostro rapporto con il dolore e con noi stessi. Daria Bignardi ci regala qualche frammento di una storia intensa ricca di interessanti personaggi, da Gabriele a Galla, dalla psicanalista Anna Del Fante, all'adolescente Bianca, e a Nicola, il seduttore compulsivo vittima di attacchi di panico, e di incontri destinati a imprevedibili svolte.
Nel dibattito pubblico italiano sembra sempre mancare un pezzo di verità. Spendiamo più di quanto possiamo permetterci, la crescita del capitale umano viene trascurata e dilaga un anti-europeismo populista privo di solide ragioni economiche. Ferruccio de Bortoli ci svela alcune delle verità che non ci diciamo fino in fondo, per recuperare così lo spirito migliore che da nord a sud abbiamo dimostrato durante i momenti più duri del lockdown e riprendere fiducia nel domani.
Credevamo di essere la generazione più fortunata della storia. Commerciare o viaggiare ovunque nel mondo sembrava un nostro diritto. La rete globale è così interconnessa che ogni choc si propaga subito ovunque. Come siamo potuti diventare così fragili? Siamo pronti psicologicamente e culturalmente come italiani ad affrontare la prossima stagione? Federico Fubini ci accompagna tra Hanoi, la città vecchia di Ercolano e l'ultima coreografia sovietica.
Ripartire, ricostruire, rinascere. Ce n'è un gran bisogno e la buona notizia è che è una delle cose che ci riescono sempre. Civiltà intere sono sopravvissute a eventi terribili e da ogni depressione è sorta un'età del progresso. Perfino Hiroshima, colpita dalla prima bomba atomica, oggi è una città molto gradevole, dove vivono bene 1,2 milioni di persone. Federico Rampini racconta i cantieri dove si raccolgono le idee, le energie, le forze umane per costruire un futuro migliore.