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A cura di Daniele Biacchessi 23 novembre 1980, 43 anni fa. E' una fredda domenica come tante. Le famiglie italiane mangiano e guardano il telegiornale: le notizie della giornata, la politica, la cronaca, gli esteri, lo sport. Il flusso di notizie viene interrotto da una notizia che giunge da lontano. Un potente terremoto del 6,9 rade al suolo una vasta zona del Sud, tra la Campania e la Basilicata. Si sbriciolano uno dopo l'altro Laviano, Lioni, Sant'Angelo de Lombardi, Calabritto, Teora, Conza della Campania, Balvano. Lesioni e crolli si verificano a Napoli, Avellino, Potenza, in ogni luogo. 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti. Ero un giovane giornalista. Decisi con l'amico e fotografo Marco Deidda di affrontare il lungo viaggio verso l'Irpinia. La protezione Civile aveva comunicato che chiunque fosse intenzionato a partire per le zone terremotate doveva essere autosufficiente. Partimmo con una 127 bianca. Quella macchina diventò ben presto la nostra casa per dieci giorni. Ci eravamo portati tutto, viveri compresi, soprattutto un sacchetto di plastica pieno di gettoni telefonici di rame, quelli vecchi, con la scalanatura in mezzo. Non avevamo i mezzi della Rai. Allora noi inviati delle radio private d'informazione utilizzavamo fantasia, dimostravamo grande spirito di adattamento e gioco di squadra. Quando si riusciva a trovare una cabina di fortuna chiamavamo la redazione centrale. Da lontano, le linee sporche della Sip diventavano ancora più gracchianti e il gettone interrompeva per un micro secondo la comunicazione. Ma quelle cronache erano straordinarie. Arrivammo il 24 novembre sera a Buccino. Una strada, una decina di morti sulle strade, persone abbandonate da Dio e dagli uomini, senza più niente, senza casa. Alcuni vagavano come zombie con le ciabatte e il pigiama dalla sera prima. Solo un radioamatore lanciava i suoi disperati appelli dall'etere che vennero ascoltati solo molte ore dopo il disastro. Marco Deidda scattava fotografie con una Nikon senza motore, decine, centinaia di scatti: le mani, gli occhi, i volti delle persone, i calcinacci, gli effetti personali lasciati abbandonati in fretta, i ricordi, i quadri di famiglia. E io registravo lamenti, suoni, voci della disperazione, interviste. Mi ponevo domande e dubbi. Per giorni camminammo tra paesi distrutti, vecchi soli davanti a ciò che restava delle loro abitazioni, cani e animali abbandonati, tra un'odore forte e irrespirabile di morte e le urla di dolore dei familiari delle vittime. Ricordo alcune scene che hanno accompagnato la mia memoria di cronista, nel corso Decine di bare allineate sul sagrato della chiesa di Sant'Angelo de Lombardi, nel silenzio e nell'incredulità generale. Il paese di Laviano per centinaia di anni in collina sprofondato a valle. Le continue e ripetute scosse di assestamento, certe volte perfino più forti di quella devastante del 23 novembre. Il primo e il secondo crollo della scuola di Sant'Angelo de Lombardi. Le lunghe code lungo le strade e autostrade di italiane di mezzi che trasportavano le case prefabbricate per i terremotati, gestite in modo clientelare. L'assalto al forno di Eboli da parte della popolazione inferocita contro le istituzioni che distribuivano viveri seguendo il “modello Lauro”. Il racket dei vestiti usati smistati dalla Protezione Civile a Potenza e Avellino. Le vergognose menzogne di sindaci, assessori, ministri, sottosegretari, funzionari dello Stato, alle varie conferenze stampa ascoltate a Napoli, Avellino, Potenza. Ma ricordo anche le parole chiare e precise dell'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, un uomo per bene. “Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi” 43 anni dopo il terremoto dell'Irpinia, le parole di Pertini suonano da monito, a futura memoria. Per mai dimenticare. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
È stato lanciato sui canali social dell'associazione Chocolate Culture, presieduta dal Chocolate Master Davide Comaschi e fondata in collaborazione con Irene Colombo, Simona Sansonetti e Roberto Santarella, il Contest “ChocoLOVE, un dolce per San Valentino”. Il contest, nella sua seconda edizione, è aperto ai professionisti pasticceri, panificatori, gelatieri, pastry chef di ristoranti e studenti maggiorenni delle scuole professionali italiane. Queste cinque categorie potranno iscriversi online sul sito dell'associazione (www.chocolateculture.it) e partecipare al contest presentando sempre online una ricetta innovativa dedicata a San Valentino. Unico ingrediente indispensabile il cioccolato.“Il contest è l'occasione per tanti professionisti di far conoscere a un pubblico più vasto la creatività e la competenza che li contraddistingue” afferma Davide Comaschi patron dell'evento ChocoLOVE, che vedrà la sua prima vera edizione l'8 febbraio 2024. “Ricordo molto bene quando da giovanissimo lavoravo accanto ai maestri pasticceri di Milano, cercando di far valere la mia capacità di creare dolci che potessero esprimere il mio concetto di gusto e di estetica. ChocoLOVE vuole dare agli studenti ormai pronti al salto e a tutti i professionisti d'Italia, la visibilità che meritano.”
MILANO (ITALPRESS) - "C'è qualche giornale che in maniera totalmente infondata e falsa parla di peggioramento della leggeFornero. Ricordo, a chi lo ignora, che la Legge Fornero prevedeva un'età pensionabile a 66 o 67 anni. Noi con questo provvedimento, che è un ulteriore passo verso Quota 41, che rimane l'obiettivo della Lega al governo, permetteremo nei prossimi mesi di andare in pensione a circa 50mila lavoratrici e lavoratori con un'età media di 63 anni". Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine dell'inaugurazione di Eicma 2023 a Fiera Milano Rho. (ITALPRESS).xm4/trl/gsl
Mercoledì 8 novembre un concerto in ricordo di Don Francesco Remotti, in favore del Centro Paolo VI
Puntata #317 - Giovedì 2 Novembre 2023 Incubi, Sogni e ricordo del Sogno: dall'interpretazione psicologica a considerazioni esoteriche sull'esperienza onirica come messaggio e come "porta". Per informazioni: www.carlodorofatti.com Continuate a mandarmi le vostre domande: info@carlodorofatti.com - Grazie a tutti, alla prossima.
In questo episodio ho raccontanto una voce silente che ci permette di vedere cosa sta succedendo nel mondo.I miei LINK : Sito web : • https://urly.it/3y2jq • Instagram CONTENUTI EXTRA : • https://www.instagram.com/otticainfissa/ • Io sono : • https://www.instagram.com/melissadebernardi/ • TELEGRAM : • https://t.me/otticainfissapodcast • Spreaker : • https://www.spreaker.com/show/ottica-in-fissa •Approfondimenti :Fotografi a Gaza • https://urly.it/3y2js •Getty images • https://urly.it/3y2jw •Eye.On.Palestine • https://urly.it/3y2ja •Tra etica ed estetica • https://urly.it/3y2k6 •Ricordare il mondo • https://urly.it/3y2k8 •Ricordo che questi Link non sono adatti ad un pubblico sensibile.Fatemi sapere cosa ne pensate!
L'inizio della riunione del Consiglio comunale di Aosta di giovedì 26 ottobre, con il commosso ricordo, da parte del presidente dell'Assemblea, Luca Tonino, del consigliere comunale Fabio Protasoni, scomparso il 29 settembre scorso, al quale si sono aggiunti il consigliere comunale Bruno Giordano ed il sindaco Gianni Nuti, a cui ha fatto seguito la surroga con la consigliera Gabriella Massa, quinta candidata non eletta con 87 voti nella lista del Progetto Civico Progressista, e la successiva l'integrazione dei consiglieri nella terza e quinta commissione consiliare.
A pensarci bene, quali sono gli elementi che provocano la paura in un film?TRASCRIZIONE [ENG translation below]Cos'è che rende un racconto di paura tale. Si avvicina Halloween e dappertutto un po' si sentono adesso racconti che vogliono far paura, cose alla televisione, anche i vari canali privati come Netflix propongono cose che dovrebbero fare paura.Ma se ci pensiamo bene, quali sono gli elementi che provocano quella che noi normalmente chiamiamo paura? Sinceramente non lo so. C'è sicuramente l'elemento della sorpresa, quando esce qualcosa, qualcuno o qualcosa da dietro un angolo, c'è l'elemento un po orrido, quando ci sono scene col sangue, c'è la suspense, quando non sappiamo quello che succederà alla protagonista, poi, cos'altro c'è? Fammi pensare.C'è la paura quando sappiamo già quello che succede e vediamo il protagonista andare verso il suo destino ignaro, anche questa è una cosa che... Anzi forse queste sono le situazioni che io trovo più paurose, quando c'è il protagonista che noi lo sappiamo già quello che succederà però lui non lo sa va quasi alla cieca.A me i film di paura piacciono, ma non riesco a guardarli perché poi mi tornano in mente, non voglio che mi tornano in mente perché ci ricamo sopra, ci faccio sopra tutte le mie, sì, mi immedesimo. Non lo so, in effetti, perché non mi piacciono i film di paura. Ricordo che andai a vedere Shining quando uscì al cinema, e andai con il mio compagno di banco delle superiori, Sandro, e andammo al cinema del porto, all'epoca c'era ancora il cinema sotto i portici in via Roma a Cagliari, e dopo aver visto Shining andammo in giro per le vie buie e deserte, era inverno, ad avere paura.È una vita che non vado più al cinema a vedere film che fanno paura. Però forse dovrei riprendere. Ad esempio vorrei rivedere The Blair Witch Project, che è un film dove non si vede niente, proprio il fatto che non, ecco, forse questo è l'ultimo film che fa paura che ho visto al cinema, il fatto che non si vede niente è la cosa più paurosa.TRANSLATIONWhat is it that makes a scary story such a scary story? Halloween is approaching and everywhere here and there you hear tales that want to scare, stuff on TV, and even the various private channels like Netflix are offering things that are supposed to be scary.But if we think about it, what are the elements that cause what we normally call fear? I honestly don't know. There is definitely the element of surprise, when something, someone or something comes out from around a corner, there is the somewhat horrifying element, when there are scenes with blood, and there is suspense, when we don't know what is going to happen to the main character, then, what else is there? Let me think.There is fear when we already know what is going to happen and we see the protagonist going towards his fate unaware, that is also something that... In fact, maybe these ones are the situations that I find the scariest, when there is the protagonist we already know what is going to happen however he does not know it he goes almost blindly.I like scary movies, but I can't watch them because then they come back to me, I don't want them to come back to me because I embroider on them, I do all my own, yes, I get into them.I don't know, actually, because I don't like scary movies. I remember going to see The Shining when it came out in theatres, and I went with my high school classmate, Sandro, and we went to the harbour cinema, at that time there was still the cinema under the arcades in Via Roma in Cagliari, and after seeing The Shining we went around the dark and deserted streets, it was winter, being afraid.It's been ages since I went to the movies to see scary movies. Maybe I should resume, though. For example, I'd like to see The Blair Witch Project again, which is a movie where you can't see anything, just the fact that you don't, here, maybe this is the last scary movie I've seen in the theatre, the fact that you can't see anything is the scariest thing.
Perche' gli attori USA scioperano contro la AIVogliono proprio sostituirli. Non e' una ipotesi. E gli attori non ci stanno.Ricordo che Toto' disse in una intervista che si era ridotto lo stipendio per non mettere in crisi il produttore.Per lui era chiaro: avrebbe potuto fare un altro film.Semplice.
Ti è mai capitato di vedere una persona che conosci e non ricordare dove l'hai incontrata? Oggi racconto di una cosa che mi è successa questa mattina. Ero in un ufficio medico per fare un'ecografia alle mani, quando ho visto passare davanti a me una signora che io conosco. Anche lei aveva la mascherina, quindi non ho potuto fermarla per chiederle il nome. Da allora, non riesco a togliermi dalla testa questa persona. So che l'ho vista in qualche luogo pubblico, ma non riesco a ricordare dove. So che è una persona simpatica e gentile, ma non riesco a ricordare in che contesto l'ho incontrata. Uff!TRASCRIZIONE [ENG translation below]Questa mattina mi trovavo in un ufficio medico per fare un'ecografia alle mani perché ho quello che si chiama dito a scatto in tutte e due le mani, vabbè, non sto qui a tediarvi con i miei mali di vecchiaia. Siccome qui dentro gli ospedali, dentro gli studi medici, ancora spesso c'è l'obbligo della mascherina, avevo la mascherina che mi copriva metà della faccia. Mentre ero lì che aspettavo il mio turno, mi è passata davanti una signora che io conosco. Anche lei aveva la mascherina e però quella signora... Sapete, quando vedete una persona che conoscete e riconoscete immediatamente? Lei è passata dritta, quindi non mi ha visto, io ero seduta da una parte, e ho perso il momento, l'attimo per fermarla, ma cosa le avrei detto? Non lo so. Però è da stamattina che mi sto scervellando e non riesco a ricordare dove conosco questa persona perché non so il nome.Non so se vi sia mai capitato di riconoscere qualcuno e di sapere esattamente in che situazione è questa persona. Ecco, mi viene quasi da dire, la mamma di una mia compagna di scuola, ma alla mia età non ho mamme di compagni di scuola, però io vedo questa signora che ha i capelli grigi molto corti, è una persona che io associo a qualcosa di svelto, dinamico, veloce. Quindi non lo so, forse l'ho vista in qualche ufficio, ma e più che un ufficio, una persona che so, con cui ho parlato, una persona con cui abbiamo dialogato e ce l'ho in testa e adesso chissà se mai la incontrerò nella vita e le dirò, ma io lei l'ho vista! Non lo so, ho perso il momento. Non so il nome della persona, questo lo so.È strano come noi abbiamo un sacco di elementi su qualcuno che non conosciamo, tutti gli elementi di contorno, quindi so che non è una persona di cui conosco il nome, so che è una persona che non fa parte del mio giro di amicizie, non è una persona che ho incontrato a casa di amici, ma è una persona che io conosco per un qualche luogo pubblico, quindi o che lavora da qualche parte e che la vedo perché lavora lì, è una persona che associo a qualcosa di dinamico, di simpatico, di gradevole, quindi una persona anche che so che le piace chiaccherare, è molto gentile ed è legata a un qualche servizio. Mi viene in mente mia mamma, forse qualcuno che io conosco perché accompagno mamma a fare delle visite, no non mi viene ambiente medico, mi viene più ambiente tipo da pub, da luogo ufficio, non lo so comunque è da stamattina che ho questo tarlo in testa, è come quando non riuscite a ricordarvi il nome di una persona, il titolo di una canzone. Continuo a pensare.TRANSLATIONEp. 648 Quando non mi ricordo....mp3This morning I was in a medical office to have an ultrasound on my hands because I have what is called a trigger finger in both hands, whatever, I'm not going to bore you here with my old age ills. Here inside hospitals, inside doctors' offices, there is still often a mask requirement, that's why I had the mask covering half of my face. As I stood there waiting my turn, a lady I know walked past me. She also wore a mask, and yet that lady... You know, when you see a person you know and immediately recognise? She went straight through, so she didn't see me, I was sitting on one side, and I missed the moment, the moment to stop her, but what was I going to say to her? I don't know. I've been racking my brain since this morning, though, and I can't remember where I know this person because I don't know the name.I don't know if you have ever recognised someone and known exactly what situation this person is in. Here, I almost feel like saying, my schoolmate's mom, but at my age, I don't have schoolmate's moms, however, I see this lady who has very short grey hair, she is a person I associate with something quick, dynamic, fast. So I don't know, maybe I've seen her in some office, but it's more than an office, a person I know, a person I've talked to, a person we've dialogued with and I have her in my head and now who knows if I'll ever meet her in life and say, but I've seen her! I don't know, I lost the moment. I don't know the person's name, I know that.It's strange how we have a lot of elements about someone we don't know, all the side elements, so I know it's not a person whose name I know, I know it's a person who's not part of my circle of friends, it's not a person I've met at a friend's house, but she is a person that I know from some public place, so either she works somewhere and I see her because she works there, she is a person that I associate with something dynamic, something nice, something pleasant, so a person also that I know that she likes to chat, she is very nice and she is related to some service. I am reminded of my mom, maybe someone I know because I accompany mom for visits, no I don't get medical environment, I get more pub type environment, office place environment, I don't know anyway I have had this woodworm in my head since this morning, it's like when you can't remember the name of a person, the title of a song. I keep thinking.
Perché possono passare anche degli anni ma non riusciamo a bere le cose che ci hanno fatto stare male? E perché se qualcosa ci fa vomitare non riusciamo più a dimenticarne il sapore? Io sono Gianpiero Kesten, per gli amici Jam. Mi trovi ogni giorno in onda su Radio Popolare e in podcast su Cose Molto Umane.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4255QUATTRO BUONE RAGIONI A FAVORE DELLA MONARCHIA di Corrado GnerreIn occasione del 70° anniversario della Repubblica Italiana offro qualche riflessione in merito non alla Repubblica ma alla Monarchia, più specificamente alla Monarchia Cristiana. Prima però mi preme fare due premesse.La prima è più specifica. Confesso (ma penso sia cosa abbastanza prevedibile) di non nutrire alcuna simpatia per Casa Savoia per una serie di motivazioni, prima fra tutte il fatto che essa ha svolto un ruolo decisivo in quel processo, cosiddetto "Risorgimento", che altro non è stato che una sorta di "piemontizzazione" dell'Italia.La seconda premessa è più generale. La Dottrina Cattolica tradizionale (quindi non contaminata da derive modernistiche) accetta diverse forme di governo, sempre che non cadano in derive totalitarie. Ricordo che anche la democrazia, non intesa in senso classico, bensì come puro "democraticismo" (pretesa di poter tutto decidere con il criterio del numero anche cosa è oggettivamente bene e cosa è oggettivamente male) cade inevitabilmente nel totalitarismo, come è ben affermato da Giovanni Paolo II nell'enciclica Centesimus Annus al punto 46: "Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia."Fatte queste due premesse, vengo al dunque. Le buone ragioni della Monarchia sono quattro. La prima è "sociale", la seconda "antropologica", la terza "religiosa" e la quarta "filosofica". Ho utilizzato le virgolette perché il significato di queste aggettivazioni è in senso ampio. 1) RAGIONE SOCIALEUna delle più precise definizioni di Monarchia è "governo di una famiglia su tante famiglie". Infatti, la Monarchia altro non è che la "centralità politica" della Famiglia. Qui ovviamente il riferimento è alla concezione tradizionale e vera della società. Secondo questa concezione la società non può che avere una dimensione comunitaria. Essa non è un insieme di individui ma di famiglie: è una "famiglia di famiglie". La concezione individualistica della società è invece un prodotto tipicamente "moderno". Ed è proprio la forma repubblicana ad esprimere chiaramente l'impostazione individualistica, cioè il governo di uno su tanti, di un individuo su tanti individui.Relativamente a questo discorso va detto che la concezione vera della Monarchia -o meglio: la concezione della Monarchia vera- si espresse non a caso nel medioevo cristiano, che fu un periodo tutto all'insegna della dimensione comunitaria e "familiare". Le stesse corporazioni erano strutturate sul modello familiare.In merito alla famiglia bisogna fare un'altra considerazione. A differenza di altre forme di governo, nella Monarchia Cristiana il Re è tenuto, anche se indirettamente, a render conto di come gestisce la propria famiglia che è parte integrante della sua rappresentatività politica; il tutto nella convinzione che non si può pretendere di governare uno Stato se non si è capaci di saper governare la propria famiglia.2) RAGIONE ANTROPOLOGICAPassiamo adesso ad un'altra buona ragione della Monarchia, che possiamo definire "antropologica". Dico subito che qui il discorso si fa molto più "delicato", non solo nel senso che va ben capito, ma anche perché sembrerebbe offrire argomenti un po' troppo "sottili". Ma si tratta ugualmente di una questione importante.Governare è qualcosa di impegnativo: è un'arte che è difficile improvvisare. Ebbene, nella Monarchia vige il riconoscimento del principio secondo cui sin da piccoli bisogna prepararsi a governare. Può sembrare una sciocchezza, ma non lo è. Lasciamo stare la misteriosa incompetenza di molti politici dei nostri giorni, "misteriosa" perché assume proporzioni tali da sembrare voluta. Spesso mi viene la tentazione di pensare che coloro che ci comandano formalmente siano volutamente scelti per la loro pochezza da coloro che ci comandano sostanzialmente (che stanno dietro le quinte) affinché possano essere più facilmente gestibili. Ma, lasciando stare questo discorso che porterebbe molto lontano, resta il fatto che l'arte del governo è anche l'esito di un apprendimento, di una scuola, di un'educazione. San Luigi IX (che a detta del famoso medievista di formazione laica, Jacques le Goff, è stato il più il più grande Re di Francia) così scrive al figlio che dovrà ereditare il Regno: "Caro Figlio, la prima cosa che ti raccomando è che tu metta tutto il tuo cuore nell'amare Dio. Se Dio ti manda delle avversità, sopportale pazientemente. Confessati spesso e scegli confessori prudenti. Mantieni i buoni costumi del regno e combatti quelli cattivi. Prendi cura di avere in tua compagnia tutti uomini prudenti, sia religiosi, sia secolari. Non sopportare che si dica davanti a te nessun oltraggio verso Dio, né ai Santi. Rendi sovente grazie a Dio di tutti i doni che Egli ti ha fatto, affinché tu sia degno di averne ancora. Le tue genti vivano in pace e in rettitudine sotto te, anche i religiosi e tutte le persone della Santa Chiesa. Dona i benefici di Santa Chiesa. Pacificati piuttosto che porre guerre, sia coi tuoi, sia coi tuoi sudditi, come faceva San Martino. Sii diligente di avere buoni preposti e buoni podestà e buoni inquisitori. Sforzati di impedire il peccato e cattivi giuramenti; fa distruggere le eresie contro il tuo potere. Fa in modo che le spese del tuo palazzo siano ragionevoli. Infine, caro figlio, io ti do tutte le benedizioni che un buon padre pietoso può dare a suo figlio, e che sia benedetta la Santissima Trinità e tutti i Santi ti guardino e ti difendano da ogni male; e che Dio ti dia la Grazia di fare sempre la sua volontà, in modo che Egli sia sempre onorato da te". 3) RAGIONE RELIGIOSASe Dio esiste (ed esiste!) la realtà è gerarchica; e per logica tutto deve essere riconducibile alla sovranità di Colui che è il Re di tutto: il Re dei Re. Se Dio esiste (ed esiste!) la realtà non è né "repubblicana" né "democratica", ma inevitabilmente "monarchica".Qui c'è da aggiungere una cosa interessante. Prima abbiamo detto che simbolicamente la Monarchia rappresenta la centralità politica e sociale della Famiglia; ebbene il Cristianesimo parla di un Dio che è Unico ma anche Comunione, in quanto Trinitario. Dunque, è proprio nel Cristianesimo, più di ogni altra religione, che la Monarchia, come centralità politica della Famiglia, trova il suo fondamento teologico. Possiamo in un certo qual modo dire che il Cristianesimo è strutturalmente monarchico e che la Monarchia è strutturalmente cristiana. 4) RAGIONE FILOSOFICALa Monarchia esprime anche un'altra conformazione, ed è quella alla realtà. Ecco la ragione "filosofica" che è legata al "realismo filosofico", unico criterio per una corretta speculazione razionale.La dimensione gerarchica è nell'ordine naturale delle cose; tant'è che anche negli ambienti che ne teorizzano l'illegittimità e l'innaturalità, questa, cacciata dalla porta, rientra in un certo qual modo dalla finestra. Provare per credere: finanche negli ambienti anarchici il leader finisce sempre con l'emergere.E' nella natura delle cose riconoscere che chi comanda può comandare per sempre, che sui talenti che il Signore dona non c'è data di scadenza. Se la politica diventa un bene di consumo, allora sì che esiste il rischio che vada a male; ma se la politica è promozione e difesa del bene comune (tradizionalmente e metafisicamente inteso) allora non c'è rischio né che vada a male né che possa passare di moda.
DIREFULTALES LIVE @ "PodFest – Piccolo festival del podcast”, tema: “Visioni di Cambiamento” (23 set 2023) Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole ... Ricordo come “diverso” diventò “pericoloso”. ... Ancora non capisco perché ci odiano così tanto. ... (cit.V per Vendetta) Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Amici e familiari di Giovanni de Marzi, giovane musicista vittima della strada, cantano sabato in piazza una sua canzone, nel giorno in cui avrebbe compiuto 26 anni. Le adesioni sono raddoppiate in soli due giorni per “Cento voci per Giopi”, l'evento in programma sabato ad Arzignano. Presenti la sindaca Bevilacqua e il maestro Bepi De Marzi, suo prozio.
Tutto nel Mondo è Burla stasera all'Opera ESTATE - In ricordo di Margherita RinaldiCome dolce all'alma mia - Tancredi Rossini Son vergin vezzosa e bella - I Puritani Bellini Ah vieni t'affretta - Caterina Cornaro Donizetti Scena della pazzia - Lucia di Lammermoor Donizetti O luce di quest'anima - Linda di Chaomunix Donizetti Caro nome - Rigoletto Verdi Ah non credea mirarti - La Sonnambula Bellini
Per ricordare Ermanno SalvaterraA un mese dalla morte del grande alpinista Ermanno Salvaterra, avvenuta il 18 agosto scalando il Campanile Alto nelle Dolomiti di Brenta, Serafin lo vuole ricordare con le parole che Salvaterra stesso aveva accettato di scrivere per il libro "Soccorsi in montagna". Leggetele, non c'è altro da aggiungere...Fatti in breveCon i fatti in breve questa settimana Serafin ci segnala la sofferenza del ghiacciaio della Marmolada, l'emblematica vicenda di 2 ragazzi e 2 ragazze in sandali da mare a 2000 metri per cui ha dovuto intervenire il Soccorso Alpino e il documentario marocchino premiato al Film Festival della Lessinia.
Ricordo perfettamente La clip in sottofondo è "Ragazzo fortunato" cantata da Jovanotti (autori Jovanotti, Michele Centonze, Augusto Martelli-etichetta F.R.I. Records-1992 all rights reserved)
L'evento Quel gran genio del mio amico avrà luogo a Milano centro e periferia dal 29 settembre al 1 ottobre. Le canzoni di Lucio Battisti risuoneranno per tutta la città meneghina e nel corso del PN1 di lunedì 11 settembre, Miky Boselli e Marco Vignoletti hanno intervistato l'organizzatore di questo evento, destinato a riunire i battistiani: Francesco Paracchini. «Si parlerà prevalentemente del Battisti post Mogol ma si avrà modo di ripercorrere tutta la storia battistiana» ha detto l'ospite che ha inoltre comunicato che si partirà dal primo disco dell'artista: E già. Paracchini che ci ha spiegato anche la motivazione della scelta di diffondere Battisti in tutta Milano: «Svolgere un evento del genere per tre giorni nella stessa città, sarebbe stato riduttivo. Meglio far arrivare la voce di Lucio ovunque, dal centro alle periferie». Dunque, appassionati di Battisti ma anche di buona musica, sapete dove e quando trovarvi!
È importante avere gioia nella vita di un cristiano. La gioia non dipende dalle circostanze esterne ma proviene dalla fede in Dio. Neemia è presentato come un esempio di gioia nonostante le difficoltà. Dobbiamo ripristinare la gioia nelle relazioni, a creare ricordi gioiosi e a essere intenzionali nel cercare momenti di gioia con i propri cari. La gioia che Dio dona è una fonte di forza e consolazione indipendente dalle sfide della vita, e che dovremmo cercarla in Lui. LA GIOIA LASCIA SPAZIO ALLE RELAZIONI Il gioco, il divertimento costruiscono quelle relazioni con i tuoi figli, ritagliamo del tempo per spendere con loro Il modo in cui io e mio padre giocavamo a basket. I RICORDI SI CREANO QUANDO C'È GIOIA I ricordi più preziosi sono i momenti “gioiosi” Ricordo quando io e mio padre andavamo a vedere le partite di basket al palazzetto. Divertiamoci e creiamo spazio al divertimento con i nostri figli, nipoti e chi amiamo, ecc IL GIOIRE È MEGLIO DEL TEMPO TRASCORSO DAVANTI ALLO SCHERMO Il divertimento e gioia che intendiamo non è quello avanti ad uno schermo. So che ci servono e sono importanti, ma lo vediamo con i nostri studenti e diventato un vero e proprio problema... Creano problemi e dipendenza anche a noi adulti. Stare avanti ad uno schermo non ti rende connesso ma ti disconnette da tutto ciò che ti sta attorno. DOBBIAMO ESSERE INTENZIONALI NELL'AVERE GIOIA (ABBIAMO SEMPRE UNA SCUSA) Non significa tornare a casa e dire ora sediamoci tutti e giochiamo. l'ho messo sul calendario dalle 20 alle 20:25 Ma siamo intenzionali nel creare momenti con i nostri figli, cari, coloro che amiamo DIO PUÒ RIPRISTINARE LA NOSTRA GIOIA NOZZE DI CANAN IN Giovanni 2:2 Alle nozze fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli. 3 Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. Probabilmente era un matrimonio del sud Italia dove no vino no party. abbiamo 2 elementi fondamentali in questa storia: ACQUA che rappresenta la sopravvivenza, l'accontentarci, mediocrità e il VINO che rappresenta la gioia il non accontentarci ma la costante ricerca di migliorarsi .. Se non abbiamo la GIOIA stiamo mancando il pezzo principale Gesù l'unica fonte di vera GIOIA Gesù ripristinò intenzionalmente la gioia.....Gesù trasformo acqua in vino...un vino migliore...uno più buono. Lui ha ripristinato la gioia in quel matrimonio, e può fare lo stesso nelle nostre famiglie
Sax tenore ma anche valente polistrumentista, Charles Gayle, afroamericano, nato a Buffalo nel 1939, emerge nel jazz d'avanguardia solo negli ultimi anni ottanta. Nei sessanta insegna musica all'università e a New York partecipa alla scena del free jazz, ma senza cercare di farsi notare. Poi sceglie la vita dell'homeless, e suona per strada e nella metropolitana a New York e dintorni, rarissimamente in bar o club, facendo una musica senza compromessi, completamente libera: nel suo sax tenore è potentemente sedimentata la memoria di Sonny Rollins, Albert Ayler, John Coltrane, ma Gayle ha una sua fortissima personalità. Alla metà degli ottanta però la Knitting Factory gli offre un ingaggio settimanale, e nell'87 una etichetta svedese decide di fargli incidere un album: è il primo di una lunga serie di dischi sotto suo nome, e l'inizio di una carriera che Gayle non aveva mai avuto né cercato di avere. Profondamente religioso, Gayle riversa nelle sue energetiche improvvisazioni tutto il suo trasporto spirituale, ma anche il desiderio di suonare con la potenza e lo scatto con cui si tira di boxe, sua grande passione. Con Charles Gayle, morto a 84 anni il 5 settembre, se ne va quello che assieme a David S. Ware, mancato già da diversi anni, è stato il più importante sax tenore di quell'area free newyorkese che negli ultimi decenni ha ruotato interno a William Parker, e in assoluto uno dei più formidabili sax tenori di tutto il jazz - non solo dell'avanguardia - a cavallo tra secolo scorso e nuovo millennio. Lo ricordiamo col classico Touchin' On Trane (1991), in trio con William Parker al basso e Rashied Ali, il batterista dell'ultimo Coltrane; con Always A Pleasure (1993), in cui è nel gruppo di Cecil Taylor; con Requiem (2004) di William Parker; e con Live in Belgium (2015) in trio con gli italiani Manolo Cabras e Giovanni Barcella.
Centoventi anni fa, il 4 agosto 1903, iniziò il pontificato di Pio X, uno dei più grandi santi dell'epoca moderna. Pio X, che si chiamava Giuseppe Melchiorre Sarto, nacque a Riese, un paesino del Veneto, il 2 giugno 1835. Prima di essere eletto Papa fu vescovo di Mantova e cardinale patriarca di Venezia. Morì il 20 agosto 1914, dopo aver governato per undici anni la Chiesa universale. Fu beatificato il 3 giugno 1951 e canonizzato il 29 maggio 1954 da Pio XII, che fissò la sua festa al 3 settembre. Coloro che seguono il calendario liturgico antico lo festeggiano dunque in tale data. Il nuovo calendario ha invece spostato la festa al 21 agosto, il giorno successivo alla sua morte. In questi tempi difficili, in cui la Chiesa ha bisogno di modelli, non ci stancheremo mai di celebrare la sua figura e oggi, vogliamo farlo, con le parole di Pio XII, tratte dal discorso di beatificazione del 1951.
VIDEO: cartone animato su Madre Teresa ➜ https://www.youtube.com/watch?v=HXUI5yBvSdoTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4361MADRE TERESA SARA' PROCLAMATA SANTA IL 4 SETTEMBRE di Rodolfo CasadeiOggi il Meeting di Rimini chiude i battenti con un attesissimo incontro su Madre Teresa di Calcutta, che verrà proclamata santa il 4 settembre prossimo, e fra i relatori non poteva mancare Brian Kolodiejchuk, il postulatore della causa di beatificazione e di quella di canonizzazione della suora albanese. Kolodiejchuk, canadese di origine ucraina e sacerdote dei padri missionari della Carità, ha frequentato madre Teresa per vent'anni, dal 1977 fino alla morte nel 1997, e oggi è il direttore del Mother Teresa Center. Oltre alla mostra rimasta esposta per tutta la settimana al Meeting, ha curato molti libri di scritti della fondatrice delle Missionarie della Carità, fra i quali Sii la mia luce, il libro che rivela la "notte dell'anima" che Teresa visse fino alla fine dei suoi giorni e che più oggi risulta utile per capire la natura della santità che la Chiesa ha riconosciuto e intende sottolineare celebrando la canonizzazione nel corso del Giubileo della misericordia.Padre Brian, lei ha detto e scritto che madre Teresa sarà la patrona di chi ha maggiormente bisogno della misericordia di Dio. Cosa intende dire?In una lettera pubblicata nel libro Sii la mia luce madre Teresa scrive: «Se mai diventerò una santa, sarò una santa dell'"oscurità". Sarò sempre assente dal Paradiso per accendere la luce di coloro che sono nell'oscurità sulla Terra». Questa è la missione di misericordia che si prefigge di svolgere dal Paradiso. Allo stesso tempo l'opera delle sue suore è essenzialmente opera di misericordia. Nell'ultimo libro tradotto in italiano, Il miracolo delle piccole cose, i quattordici capitoli mettono a fuoco le sette opere di misericordia corporale che madre Teresa e le sue suore hanno compiuto, e si tratta della documentazione ufficiale della causa di canonizzazione. Che avviene provvidenzialmente nell'anno del Giubileo della misericordia, per proporre la Madre come un modello di misericordia.Qual è la cosa che più ha fatto soffrire madre Teresa in vita?Vedere continuamente la sofferenza dei poveri. Nei suoi ultimi anni di vita ripeteva spesso: «Chi si prenderà cura dei poveri?». E non si riferiva a quelli di cui le Missionarie della Carità si prendevano cura, ma ai poveri di tutto il mondo in generale. Le dava sollievo il fatto che, grazie anche alle sue iniziative, il mondo era diventato più cosciente della condizione dei poveri. Ha accettato di ricevere più di 200 premi, oltre al premio Nobel, nel corso della sua vita, in nome dei poveri e del fatto che attraverso di lei il mondo prendeva coscienza di loro.Cosa pensava madre Teresa delle critiche che le facevano persone come Christopher Hitchens, di chi la accusava di fare assistenzialismo senza affrontare le cause della miseria?Alcuni fatti che Hitchens ha riportato nel suo libro non erano precisi, come quando ha accusato madre Teresa di aver reso omaggio alla tomba del dittatore Enver Hoxha a Tirana: lei è stata portata lì come le autorità facevano con tutti i visitatori stranieri, la sua intenzione era quella di pregare sulla tomba dei suoi genitori in Albania. L'ha criticata per essersi limitata a creare una casa per i moribondi a Calcutta, quando avrebbe potuto finanziare una clinica di prim'ordine per loro. Ma quella casa era stata creata proprio per i moribondi, per persone abbandonate e senza speranza di guarigione, affinché potessero morire nella dignità. Tutti sanno la storia di quell'uomo che disse: «Ho vissuto tutta la vita come un animale, ma ora muoio come un angelo». Doveva essere un luogo dove si realizzava un incontro personale profondo fra chi accudiva il morente e il morente stesso. Ho invitato Hitchens a rendere la sua testimonianza durante il processo di beatificazione, e lui ha ammesso che la sua antipatia per madre Teresa è nata quando, nella seconda parte della sua visita alle opere delle missionarie della Carità a Calcutta, caduto il discorso sulla questione dell'aborto lei gli disse che la soluzione per le donne che volevano abortire era che partorissero e dessero il figlio in adozione. [leggi MADRE TERESA: IL PIU' GRANDE DISTRUTTORE DELLA PACE E' L'ABORTO, clicca qui, N.d.BB]Riguardo alle critiche sul fatto che lei non si occupava delle cause della miseria, la Madre ha sempre risposto che la sua missione era quella di prendersi cura dei bisogni del sofferente qui ed ora, ad altri era data quella di occuparsi della rimozione delle cause, appoggiandosi sulla dottrina sociale della Chiesa. [leggi MADRE TERESA: PORTAVA AI POVERI SIA IL PANE CHE CRISTO (NO ALL'UMANITARISMO RELATIVISTA), clicca qui, N.d.BB]Quali sono stati il santo e la santa preferiti di madre Teresa?La santa è Teresina di Lisieux, che era stata canonizzata e poi proclamata co-patrona delle missioni insieme a san Francesco Saverio proprio negli anni della formazione e dei primi voti di madre Teresa. La colpiva tantissimo la «via dell'infanzia spirituale» di Teresina, che consiste nella fiducia e nell'abbandono nelle braccia di Gesù perché lui operi in noi quando a noi è impossibile operare. Teresa tradurrà in inglese "confiance et abandon" con "trust and surrender". Fra i santi amava molto san Francesco: era l'unica immaginetta dentro al suo libro di preghiere. E sant'Ignazio di Loyola, al quale si ispirava il primo ordine religioso a cui si consacrò, quello delle suore di Loreto.Quale era la sua preghiera preferita?Era il Memorare, la preghiera di intercessione alla Vergine Maria attribuita a san Bernardo di Chiaravalle. Ne aveva fatto una novena, che chiamava la "novena volante", nella quale si ripeteva per nove volte di seguito la preghiera ogni giorno per nove giorni. Ricordo il caso di una suora che non riusciva ad avere il visto per l'allora Ddr (la Germania comunista): lei e altre suore pregarono e già dopo il primo giorno il visto arrivò. E quella non è stata l'unica grazia ottenuta attraverso la novena volante.Aveva pratiche ascetiche particolari?Solo il digiuno in concomitanza del pranzo del primo venerdì del mese. Il corrispettivo del pranzo saltato andava in un fondo speciale a cui si faceva ricorso per le richieste di aiuto impreviste. Non era attratta da pratiche ascetiche straordinarie, anche nella vita ascetica applicava il suo motto generale: "fare le cose ordinarie con un amore straordinario".Quali persone ha sentito maggiormente amiche nel corso della sua esistenza?Anzitutto Jacqueline De Decker, una donna belga che voleva diventare missionaria della carità, ma a causa di un grave problema di salute è dovuta tornare in Belgio. Madre Teresa le ha chiesto di essere il suo braccio destro spirituale, di fondare i Cooperanti sofferenti delle missionarie della Carità, che offrivano le loro sofferenze per donare alle suore la forza di compiere la loro opera di misericordia. Poi Anne Blaikie, che condusse con lei la campagna "tocca un lebbroso con la tua compassione" a Calcutta e poi fondò gli Youth Co-workers, giovani che collaborano le Missionarie della Carità. Infine Kathryn Spink, figlia di diplomatici britannici e scrittrice di successo: madre Teresa si fidò tanto di lei da farne la sua biografa autorizzata.Si è molto parlato della "notte dell'anima" che scese su madre Teresa a un certo momento. Come attraversò quel tempo e come ne uscì?Non è uscita dall'oscurità per il resto della sua vita. Di solito nella vita dei mistici la notte dell'anima è un passaggio verso l'unione mistica con Cristo. In madre Teresa la cosa è diversa. Lei afferma di avere provato la dolcezza dell'unione della sua anima con Cristo fra il 10 settembre 1946, il giorno in cui si manifesta in lei l'ispirazione per quella che sarà la sua opera, e la metà del 1947, quando comincia a visitare gli slum di Calcutta. In quel momento la dolcezza svanisce e non torna più. Questa seconda esperienza di oscurità, dopo che era avvenuta l'unione mistica con Cristo, la definirei un'oscurità apostolica, missionaria. Lei capisce che la povertà più grande dell'uomo non è quella materiale, ma il sentirsi non amati, abbandonati, soli, ed è ciò che lei stessa sperimenta nel rapporto con Cristo: ha il sentimento che Gesù non la ama e che lei non riesce ad amare Gesù come vorrebbe. Diceva: «Lo stato della mia anima è come quello dei poveri che vivono per strada».Paradossalmente questa aridità del rapporto con Cristo l'ha unita maggiormente a lui e ai poveri. A lui perché ha condiviso con lui l'esperienza della solitudine nell'orto del Getsemani e dell'abbandono da parte di Dio sulla croce, quando Gesù dice: "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?". E con i poveri perché è diventata come loro non solo nello stile povero di vita, ma nel condividere il loro senso di abbandono, di solitudine, di assenza dell'amore.
Giovanni Iozza, Direttore del resort IGV- Club Santagiusta, ci fa riflettere sull'importanza di indirizzare le nuove generazioni ad apprezzare i prodotti del nostro territorio Giovanni Iozza, Direttore del resort IGV- Club Santagiusta, ci fa riflettere sull'importanza di indirizzare le nuove generazioni ad apprezzare i prodotti della nostra terra. La caratteristica del resort IGV- Club Santagiusta è quella di creare un'occoppiata vincente tra turismo e sostenibilità. "La nostra cifra è quella di scegliere la qualità dei prodotti - commenta Giovanni Iozza-, io, personalmente, non credo al Km zero, ma bensì sostengo e applico la filiera corta alla mia produzione. Per fare questo mi avvalgo della collaborazione di Fabio Barbato anche perchè la sua famiglia ha dei terreni importanti e molto fertili". "I Barbato producono esclusivamente per me tutte quelle che sono le "ortive" e alcune piante di frutta come può essere l'uva- continua Iozza-, tra questi ortaggi, da tre/quattro anni, coltiviamo melanzane, zucchine, peperoni, pomodori, cetrioli e basilico. Adesso abbiamo aggiunto patate, angurie e meloni". Nel mese di luglio, a Costa Rei, dei bambini del nord Italia hanno vissuto le loro vacanze in maniera costruttiva, nel resort IGV- Club Santagiusta, assaporando i frutti genuini della terra a pochi chilometri di distanza in particolare a Castiadas. "In quell'occasione ho riscontrato un maggiore apprezzamento da parte dei genitori più che figli -conclude-, cosa che avviene, perchè le nuove generazioni non sono state abituate a gradire un semplice panino con pomodoro e sale. Affinchè si possa verificare un'inversione di tendenza la base rimane sempre la famiglia, ovvero se un padre legge un libro lo farà anche il figlio, altrimenti guarderà il cellulare. Il buon esempio dei genitori conta molto nel loro percorso di crescita. Ricordo che noi eventi come quello del mese scorso li facciamo ogni due settimane. Insomma perseguiamo la via ancora in modo che i bambini si possano rendere conto di tutte le cose buone che la terra ci può offrire".
Ma voi lo sapevate che la valigia con le 4 ruote è stata inventata solo nel 2004?TRASCRIZIONE [ENG translation below]Quando ho iniziato a viaggiare negli anni '80, mi spostavo usando una valigia, o al più una borsa, un borsone. La valigia che usavo non aveva rotelle e il borsone non era di quelli che si trasformano in zaino, ma avevano maniglie piccole, poi una più una tracolla lunga che potevo mettermi appunto sulle spalle.Poi a un certo punto nella mia vita è comparso il carrellino. Questa cosa qua che ho visto negli aeroporti internazionali e che mi ero affrettata a comprare, era un carrellino che si apriva sopra con dei lacci, con degli elastici coi ganci, ci fissavo la borsa, la valigia, quello che avevo, così potevo portarmelo dietro. Aveva le ruote.Ricordo poi che solo molto, molto più avanti, molto dopo, ho acquistato la mia prima valigia con le ruote perché mi spostavo sempre con gli zaini borsa. Poi però più avanti ho comprato queste valigie, mi pare fosse di marca Roncato con le ruote, due ruote.Ora ho fatto un po' di ricerche e ho scoperto che nonostante siamo riusciti a mandare le persone sulla Luna negli anni '60, l'invenzione della valigia con le due ruote risale al 1987. Infatti un pilota aveva pensato che per spostare la sua valigia, perché non metterci delle ruote? 1987 avete presente? Incredibile! E solo nel 2004 poi è arrivata la valigia con le quattro ruote, dove ogni ruota si gira su se stessa.Ora, le valigie che ho io ho ancora le vecchie valigie della Roncato, funzionano abbastanza bene, anche se due ruote diciamo che sono difficili da portare a volte, perché, soprattutto quando la valigia è pesante, si deve inclinare e quindi è vero che ci sono le ruote, ma porti anche il peso con le braccia.Le valigie con le quattro ruote sono sicuramente più facili da portare, ma da portare se ti stai muovendo all'interno dell'aeroporto, perché nel momento in cui esci per strada, soprattutto le strade che frequento io, che sono piene di buchi, ma anche senza buchi, sampietrini, pietre varie eccetera, eh sono più problematiche.Ora io sono in attesa dell'invenzione di una valigia con le ruote che risolva questi problemi, sempre problemi da primo mondo, e che sia facile da portare, che non pesi sul braccio e che però riesca anche a superare i terreni un po più impervi.Ora non dico l'over craft, quello che non tocca per terra, però non lo so, diamoci da fare, visto che siamo così bravi a inventare tutte le cose più incredibili, tecnologiche. Dico, viaggiare. Si viaggia, adesso stiamo imparando a viaggiare molto molto, molto più leggeri. Però dai, datemi una bella valigia che non mi faccia sudare quando me la porti in giro.TRANSLATIONWhen I started traveling in the 1980s, I used to move around using a suitcase, or at most a bag, a duffel bag. The suitcase I used had no wheels and the duffle bag was not the kind that turns into a backpack, but they had small handles, then one plus a long shoulder strap that I could put on my shoulders.Then at some point in my life the cart appeared. This thing here that I saw in the international airports and that I bought immediately, it was a little cart that opened up, with strings, with rubber bands with hooks, I would fasten my bag, my suitcase, whatever I had, on it, so I could take it with me. It had wheels.Then I remember that it was only much, much later, much later, that I bought my first suitcase with wheels because I was always moving around with bag backpacks. But then later on I bought these suitcases, I think it was Roncato brand with wheels, two wheels.Now I did some research and found that although we managed to send people to the moon in the 1960s, the invention of the suitcase with two wheels dates back to 1987. In fact, one pilot thought that to move his suitcase, why not put wheels on it? 1987 you know? Unbelievable! And only in 2004 then came the suitcase with the four wheels, where each wheel turns on itself.Now, the suitcases that I have I still have the old Roncato suitcases, they work quite well, although two wheels let's say they are difficult to carry sometimes, because, especially when the suitcase is heavy, you have to tilt and so it is true that there are wheels, but you also carry the weight with your arms.Suitcases with four wheels are definitely easier to carry, but to carry if you're moving inside the airport, because the moment you go out on the street, especially the streets that I use, which are full of holes, but also without holes, cobblestones, various stones and so on, eh are more problematic.Now I am waiting for the invention of a suitcase with wheels that solves these problems, always first-world problems, and that is easy to carry, does not weigh down on the arm, and yet can also overcome the somewhat rougher terrain.Now I'm not saying the over craft, the one that doesn't touch the ground, though, I don't know, let's get busy, since we're so good at inventing all the most amazing, technological things. I mean, travel. People travel, now we are learning to travel much, much lighter. But come on, give me a nice suitcase that doesn't make me sweat when I carry it around.
Cosa significa essere sperimentali? E come cambia nel tempo la percezione di quello che viene visto come sperimentale? E come può l'uso di una lingua straniera essere percepito come sperimentale? Queste e altre domande mi sono posta quando ho preparato un workshop sulla sperimentazione.TRASCRIZIONE [Eng translation & link to All The Best Radio below] Quando 'All the Best Radio' che è un'emittente australiana, mi ha chiesto di presentare un workshop sulla sperimentazione nell'audio, la prima cosa che mi sono chiesta è: ma io mica sono sperimentale! E invece poi le persone di 'All the Best Radio' con cui collaboro da diverso tempo, mi ha detto no Cristina, tu sei una delle nostre podcaster più sperimentali, quindi mi hanno proprio costretto a riflettere su quello che viene percepito, su cosa sia la sperimentazione e di questo poi ho parlato.La prima cosa che mi è venuta in mente è che la sperimentazione dipende, perché quello che era sperimentale dieci anni fa, oggi non lo è più. Ricordo la prima volta che ho visto la serie televisiva della BBC Sherlock, era la prima volta che vedevo l'uso dei messaggi mandati sul cellulare fatti in un certo modo, cioè che Sherlock mandava un messaggio e si vedeva il testo sovrapposto all'immagine della persona, ed era la prima volta che lo vedevo e avevo pensato Wow, oh che bello! Che cosa diversa! Ecco, oggi lo fanno tutti, per cui non è più sperimentale.Anche certi modi di presentare - per parlare di audio - anche certi modi di presentare, sicuramente negli anni '90, quando Ira Glass di 'This American Life' ha cominciato a fare il suo monologo, primo atto, secondo atto, terzo atto era molto sperimentale, oggi non lo è più. E se non conoscete 'This American Life' o Ira Glass non importa. Solo per dirvi che un modo di presentare, un certo atteggiamento, quando lo fa per la prima volta una persona, quando ancora non l'ha fatto nessuno, sembra una cosa sperimentale, però poi dopo, più avanti, quando lo fanno tutti, non è più sperimentale.Quindi se si vuole essere sperimentali bisogna sempre continuare a cercare di fare cose nuove.Poi un'altra cosa che ho notato riflettendo su quella che viene percepita come sperimentazione in quello che faccio, è perché io spesso, le mie produzioni serie le faccio in inglese e spesso, a parte il fatto che ho un accento italiano quando parlo l'inglese, naturalmente, ma anche uso parole italiane, a volte tradotte e a volte no, e questo lo faccio più o meno inconsciamente, ma è anche non tanto inconscio ma perché, diciamo è un atto di protesta, un atto politico perché la stragrande maggioranza delle cose viene fatta in lingua inglese nei podcast, però il mondo non è di lingua inglese, è di seconda lingua inglese, ma non di prima lingua, ed è importante ricordare che esistono anche altre realtà che parlano diverse lingue e alle quali si dovrebbe dare la giusta importanza.Insomma, volevo condividere con voi questi pensieri sulla sperimentazione.TRANSLATIONWhen 'All the Best Radio' which is an Australian broadcast, asked me to present a workshop on experimentation in audio, the first thing I thought was: but I am not experimental! But instead, the people at 'All the Best Radio', with whom I've been working with for quite some time, said no Cristina, you are one of our most experimental podcaster, so they really forced me to think about what is perceived, what is experimentation, and this is what I talked about.The first thing that came to my mind is that experimentation depends, because what was experimental ten years ago, is no longer experimental today. I remember the first time I saw the BBC television series Sherlock, it was the first time I saw the use of texting on mobile done in a certain way, that is, Sherlock would send a message and you would see the text superimposed on the person's image, and it was the first time I saw it and I had thought Wow, oh that's nice! How different! Here, everyone is doing it today, so it is no longer experimental .Even certain ways of presenting, to talk about audio, even certain ways of presenting, certainly in the 1990s, when Ira Glass of 'This American Life' started doing his monologue, first act, second act, third act was very experimental, today it is not. And if you don't know 'This American Life ' or Ira Glass, it doesn't matter. Just to tell you that a way of presenting, a certain attitude, when a person does it for the first time, when no one has done it yet, it seems like an experimental thing, however later on, when everyone does it, it is no longer experimental.So if you want to be experimental you must always keep trying to do new things.Then another thing I noticed in reflecting on what is perceived as experimentation in what I do, is because I often, my serious productions I do in English and often, apart from the fact that I have an Italian accent when I speak English, obviously, but also I use Italian words, sometimes translated and sometimes not, and this I do more or less unconsciously, but it's also not so much unconsciously but because, let's say it's an act of protest, a political act because the vast majority of things are done in English in podcasts, however, the world is not English-speaking, it's second-language English, but not first-language, and it's important to remember that there are also other realities that speak different languages and to which one should give due importance.In short, I wanted to share with you these thoughts on experimentation.LINK All The Best Radio https://allthebestradio.com/
La scomparsa del celebre cantante ha rattristato moltissime persone, ma ha anche consentito a chi lo ha amato di rievocare piacevoli memorie.
Le prime pagine dei principali quotidiani nazionali commentate in rassegna stampa da Davide Giacalone. I conti europei, le quote pensione, i paesi in via di sviluppo. I temi dell'attualità con il giornalista di Panorama Stefano Piazza. La sicurezza stradale con un'iniziativa molto particolare lanciata dal comune di Padova: un semaforo per l'attraversamento pedonale molto speciale. Ci ha raccontato tutto Andrea Ragona, assessore alla mobilità del Comune di Padova. I dati di Confcommercio relativi ai consumi degli italiani degli ultimi 30 anni. Molti i dati interessanti e alcuni anche curiosi. Ne parliamo con Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Nei giorni in cui aumentano gli sbarchi di migranti, è il tema della gestione dei flussi a tornare di attualità, soprattutto per le amministrazioni locali che protestano con il governo. Ne abbiamo parlato questa mattina in Non Stop News con il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Pippo Baudo ha ricordato la figura di Toto Cutugno, morto ieri all'età di 80 anni. All'interno di Non Stop News, con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7510MISS OLANDA E' UN TRANS... LA RIVOLUZIONE AVANZA di Roberto MarchesiniIl/la transgender Rikkie Valerie Kollé è Miss Olanda 2023, ecco la sua dichiarazione: «Ce l'ho fatta. È incredibile, ma ora posso definirmi Miss Netherlands 2023. È stato un viaggio educativo e bellissimo... Sono così felice che non riesco nemmeno a descriverlo. Rendere orgogliosa la mia comunità [ovviamente LGBTQ+] e mostrare che si può fare. E sì, sono trans e voglio condividere la mia storia, ma sono anche Rikkie ed è questo che conta per me. L'ho fatto da sola e ne ho amato ogni momento».Qualche riflessione a caldo.Primo punto: Kollè non è il/la primo/a trans a vincere un concorso di bellezza nazionale: nel 2018 Angela Maria Ponce Camacho è diventato/a Miss Spagna e ha partecipato a Miss Universo, senza arrivare in finale. Non scommetto mai, ma quest'anno Kollè potrebbe anche vincerlo, quel titolo. Perché? Perché il/la proprietario/a del concorso di Miss Universo è il/la milionario/a thailandese Jakkaphong Jakrajutatip; trans, ovviamente. [...]LE DONNE DEVONO FARE SPAZIO AI TRANSInsomma: non sembra assurdo pensare che, d'ora in poi, i podi dei concorsi di bellezza principali saranno appannaggio di transgender e che le donne, per quanto belle e talentuose possano essere, debbano accontentarsi di partecipare. Né la bellezza (comunque frutto di ritocchi chirurgici e fotografici) né il talento, infatti, hanno portato Kollé all'ambita corona: la motivazione della premiazione recita: «Ha una storia forte e una missione chiara». Quale missione? Probabilmente la stessa che ha portato il cantante austriaco Conchita Wurst a vincere l'Eurovision 2014. La stessa che ha portato sullo stesso podio, due anni fa, gli ambigui Maneskin; i quali, per chissà quale strano motivo (non credo di natura musicale), hanno vinto anche il Festival di Sanremo e una serie piuttosto lunga di premi e riconoscimenti.Insomma: la faccenda ha tutta l'aria di un'operazione in grandissimo stile per modificare l'atteggiamento, soprattutto dei più giovani, nei confronti delle «non conformità sessuali». Non stiamo dunque parlando di concorsi di bellezza o musicali, ma di puntate di un Truman Show del quale tutti noi siamo i protagonisti inconsapevoli.Secondo punto: il pensiero va automaticamente ad altre competizioni femminili nelle quali sono entrati i trans. Sto parlando delle competizioni sportive femminili dominate in lungo e in largo da atleti transessuali: ciclismo, nuoto e persino Mixed Martial Arts (MMA), il brutale sport di combattimento nel quale è lecito ad atleti transessuali picchiare e persino spaccare le ossa a donne (e nessuno denuncia). Se i maschi devono condividere il loro mondo con le donne, queste ultime devono fare spazio ai trans. Così funziona il politicamente corretto: c'è sempre una minoranza più minoranza della tua. Cala il sipario sul femminismo, si alza sul transessualismo.QUAL E' LA LOGICA IN TUTTO QUESTO?Conviene fare un ripassino sul processo rivoluzionario con il sempre utile schema di Hegel: la tesi produce il suo opposto, l'antitesi; dalla lotta tra i due opposti sorge la sintesi che, a sua volta, diventa tesi. E il processo ricomincia. Si ha così un continuo movimento nel quale nulla è stabile, nulla è fermo, ma tutto viene continuamente superato, cancellato, contraddetto; è un eterno movimento nel quale la realtà è sempre provvisoria e destinata ad essere distrutta. Così, ogni fase del processo rivoluzionario (operaismo, femminismo eccetera) è destinato a essere superato da una nuova fase, da un nuovo -ismo: immigrazionismo, omosessualismo, transessualismo... Chi pensa di aver ricevuto giustizia o il dovuto riconoscimento dal processo rivoluzionario è destinato a essere ben presto dimenticato e accusato a sua volta.Terzo e ultimo punto: qual è l'obiettivo finale di questi fenomeni? Qual è la logica di tutto questo complesso fenomeno? Si potrebbe pensare che sia la sessualità tradizionale, la «cisessualità», per usare il linguaggio woke. Non è così semplice. Ricordo, ad esempio, il caso di Sephora Ikalaba, la ragazza nigeriana diventata, nel 2017, Miss Helsinki. Con tutto il rispetto per la ragazza, anche nel suo caso non è possibile attribuire la vittoria alla bellezza: se per Kollè la motivazione riguardava le sue «storia e missione», nel caso della Ikalaba viene spontaneo pensare a qualcosa legato alla sua pigmentazione.Sembra quasi che, per il mondo mediatico contemporaneo, sia necessario premiare e applaudire una certa parte di umanità, a prescindere da merito, a discapito di un'altra. Qual è la parte che va punita o penalizzata? Avere una sessualità «conforme», cioè tradizionale? Non si spiega il caso Ikalaba. Avere la pelle bianca? Non si spiega il caso Kollè.L'unica spiegazione possibile è che si voglia penalizzare chiunque incarni la cultura europea tradizionale; che è poi la cultura sorta dal cristianesimo, che ha le sue radici ad Atene e Roma. Eccoci dunque tornati a Popper, al suo «paradosso della tolleranza», ripreso eufemisticamente da Locke e dal suo Trattato sulla tolleranza: «I papisti non devono godere i benefici della tolleranza, perché, dove essi hanno il potere, si ritengono in obbligo di rifiutarla agli altri». Siamo alle solite: il motore della modernità è l'odio a Cristo. Il buon Maestro ce l'ha ben detto: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia ».
Tutto parte da un incontro tenuto dalla Scuola dell'Infanzia delle mie figlie un paio di mesi fa, dal titolo "Passaggi". I passaggi nella vita dei nostri figli ci fanno paura: pensiamo al passaggio dal nido all'Infanzia, o, peggio ancora, dall'Infanzia alla Primaria. In questo episodio capiremo perchè ci fanno cos' paura, e cosa possiamo fare per vivere più serenamente questi normali e obbligatori cambiamenti. [Ricordo a tutti i genitori spaventati dall'ambientamento di settembre, che è disponibile il mio corso "Ambientamento Consapevole" - una guida video in cui vi accompagno passo passo verso un cambiamento a volte un po' difficile per grandi e piccoli: CLICCA QUI]
A cura di Paolo PellegriniMiwako MatsumotoAlfredo KrausLorenzo SaccomaniCarlo De Bortoli dir. Gianfranco Masini
Eccoci, l'ultimo episodio di questa stagione è finalmente online.La scelta non è casuale, Il Piccolo Non ti Scordar di Me è un modo per abbracciarvi tutti e salutarvi. Un arrivederci. Tanto c'è da fare, tanto ancora da vedere; ma senza scordarsi di nessuno. Ogni passo insieme è stato importante, a tratti rivoluzionario. Io non mi scordo di voi, e spero farete lo stesso.Vi abbraccio tutti.A presto.
Fondatore di FI, imprenditore di successo, 4 volte premier, vicende giudiziarie, la vita ‘al massimo' del Cavaliere.
Ho recentemente festeggiato il mio quinto anniversario di sobrietà in SA e non sono mai stato abbastanza grato per questo. Ricordo di aver parlato con un fratello di lunga sobrietà dopo una riunione nel mio paese. Io ero ancora nuovo in SA. Lui era nel programma da otto anni. Gli chiesi cosa fare con i miei amici se volevo rimanere sobrio. Mi disse che non si possono avere rapporti con gli amici della vecchia vita perché è pericoloso e potrebbero farti avere una ricaduta.
A cura di Paolo PellegriniGeorge Bizet – CarmenGrace Bumbry–CarmenJon Vickers–JosèJustino Diaz–EscamilloMirella Freni–MiacaëlaHerbert von Karajan–conductorWiener PhilharmonikerSalzburger Festspiele
A cura di Paolo PellegriniGiuseppe Verdi - Attila Attila, Boris ChristoffEzio, Lorenzo SaccomaniOdabella, Maria ParazziniForesto, Francisco OrtizUldino, Guido FabbrisLeone, Ledo Freschi Coro e Orchestra del Teatro La Fenice di VeneziaBruno Bartoletti, direttore - 1976(LI)
Riassumendo, ecco i miei tre interventi!Sabato 27 maggio 12:00-13:00: le donne nella tarda antichità, con Galatea Vaglio18:00-19:00: Donne di Roma e delle Province, con le prof.sse Rohr (Università Cà Foscari) e Vukelic (Università di Zagabria). Domenica 28 maggio, 18:00-19:00: presentazione libro "Il miglior nemico di Roma". Ricordo che è uscita anche una puntata di "Storia d'Italia extra"! Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
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Daily letter delivery services could soon be a thing of the past after Australia Post reported a full year loss for the first time since 2015. - I servizi di consegna giornaliera delle lettere potrebbe presto diventare un ricordo del passato, dopo che Australia Post ha dichiarato una perdita per la prima volta dal 2015.
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Tutte le cose che sono successe nel weekend. Ricordo di Maurizio Costanzo, quelli dei selfie con la De Filippi. Ospite in studio Lazza.
Blanco indagato dalla procura. Cruciani all'attacco del Codacons.Parenzo lancia la nuova canzone di Delmastro - Donzelli.Ricordo del grande Donato da Varese nell'anniversario della sua morte.Gaetano da Bologna costretto a chiedere scusa in diretta davanti all'evidenza. Vittorio Sgarbi in difesa di Berlusconi dopo l'assoluzione nel Ruby Ter. E' scatenato.Secondo Sara da Ferrara ci vogliono uccidere con la farina dei grilli.In studio Jean Paul Vanoli, stavolta non bene urina, ma racconta di come i vaccini fatti da bambini possono portare all'omosessualità. Essere gay è "una variazione delle ghiandole ormonali".Scontro con Carlo Rienzi del Codacons sul caso di Blanco. Non mollano. Sally Blue è una sex worker torinese, single e predominante.