ABCinema, una serie pillole di approfondimento a cura di Blow Out - frequenze cinefile, su autori e generi per scoprire, conoscere, ricordare mode e tendenze della settima arte.
Questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia è stata davvero ricca di sorprese. In quest'ultimo frammento registrato al Lido vi raccontiamo di quattro film che sono stati capaci di conquistarci in modo inaspettato.
Gus Van Sant torna con un thriller tesissimo, basato su una vera storia di cronaca incentrata sulle azioni disperate di un uomo, Tony Kiritsis, nel 1977. Un film che, nonostante l'ambientazione nel passato, ha molti collegamenti col nostro presente.
29 gennaio 2024. I volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza. Una bambina di sei anni è intrappolata in un'auto sotto attacco a Gaza e implora di essere salvata. Il suo nome era Hind Rajab ed è stata brutalmente assassinata dall'esercito israeliano.Kaouther Ben Hania ha utilizzato la vera registrazione audio della voce di Hind per costruire un film potente, ambientato in un'unica location, dove la violenza rimane fuori campo ma è presente in ogni fotogramma.
Ozon adatta il capolavoro di Camus in perfetto equilibrio tra fedeltà, eleganza e attualità.
Il cinema muscolare di Kathryn Bigelow arriva in concorso all'82esima edizione del Festival di Venezia: la catastrofe nucleare è imminente e la gestione dell'emergenza è umana, disastrosa, impossibile.
Un anno di scuola di Laura Samani è un film che ci ha travolto emotivamente e in questa puntata vi spieghiamo perché sapevamo già che sarebbe andata a finire così.
The Smashing Machine racconta la storia del lottatore Mark Kerr, leggenda delle arti marziali miste e dell'Ultimate Fighting Championship e lo fa raccontando soprattutto le fragilità fuori dal ring.
Tratto dall'omonimo romanzo di Giuliano da Empoli, sceneggiato da Emmanuel Carrère e diretto da Olivier Assayas, Il mago del Cremlino è un film che racconta l'ascesa al potere di Putin attraverso una riflessione sulla politica moderna.
Quando si tratta di raccontare la fragilità dei legami personali, Jim Jarmush è davvero un maestro. Lo dimostra per l'ennesima volta con Father Mother Sister Brother, uno dei migliori visti quest'anno a Venezia
A Venezia 82 è finalmente il giorno di Frankenstein!Guillermo del Toro si confronta con uno dei miti fondanti della fantascienza (e del suo cinema) ma secondo noi, purtroppo, delude le aspettative.
Park Chan-wook torna in grandissimo stile con un film che speriamo farà molto parlare di sé.
Guadagnino continua con estremo coraggio a prendere posizioni scomodissime e per questo lo adoriamo sempre di più.
Alla Mostra del Cinema di Venezia abbiamo visto Ghost Elephants, il nuovo film di Werner Herzog. Questa volta il regista premiato col Leone d'oro alla Carriera si è messo alla ricerca di un misterioso e sfuggente branco di elefanti fantasma sulle montagne dell'Angola.
Abbiamo visto il nuovo film di Noah Baumbach con protagonisti un George Clooney e un Adam Sandler in stato di grazia. Forse il film più da grande pubblico mai fatto dal regista americano, che però ci è sembrato meno puntuale del solito.
È arrivato il giorno di Bugonia: Yorgos Lanthimos torna in concorso alla Mostra del cinema di Venezia a due anni di distanza dal Leone d'oro a Povere creature!, definitiva consacrazione per quello che è uno degli autori più del momento.L'abbiamo visto e, come sempre, tra complotti, dinamiche di sottomissione e manipolazione, ci ha messo in una posizione scomoda.
L'82esima edizione della Mostra del cinema di Venezia si è aperta con La Grazia di Paolo Sorrentino: il regista napoletano ritorna in concorso al Lido a 4 anni di distanza dal Gran Premio della Giuria vinto con È stata la mano di Dio e un solo anno dopo quel Parthenope che ci aveva fatto battere forte forte il cuore. Con La grazia, Sorrentino torna ad affrontare una figura di potere, con uno sguardo certo malinconico ma anche più luminoso di altre volte. E ancora una volta ci ha conquistati.
Come ogni anno siamo in partenza per la nuova edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Siamo pronti a raccontarvi i film più attesi, le delusioni e le sorprese che incontreremo durante le visioni dei prossimi giorni. Intanto vi raccontiamo cosa ci aspettiamo dalla ricchissima selezione di quest'anno.
È una follia farsi 12 ore di auto in 24 ore per vedere un film? Probabilmente sì. Eppure per vedere Mektoub, My Love: Canto Due di Abdellatif Kechice siamo andati fino al Festival di Locarno. Ne è valsa la pena? Assolutamente sì.In questa nuova puntata di Blow Out proviamo a spiegarvi il perché!
Concludiamo questo piccolissimo speciale dedicato a Werner Herzog realizzato in occasione dell'assegnazione del Leone d'Oro alla Carriera alla Mostra del Cinema di Venezia con l'analisi di uno dei suoi grandi capolavori: Grizzly Man (2005).
Fitzcarraldo (1982) è l'opera simbolo del cinema di Werner Herzog. Un film monumentale, un'avventura irripetibile che trasmetter l'epicità di un'impresa in ogni suo fotogramma.
Aguirre, furore di Dio (1972) è il primo, grande, capolavoro di Herzog. Un film che racchiude in sé praticamente tutti gli elementi che il regista tedesco svilupperà nell'arco della sua sterminata filmografia.
In occasione del Leone d'Oro alla Carriera dell'82ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, abbiamo deciso di dedicare al regista e sceneggiatore tedesco Werner Herzog uno speciale in 3 puntate incentrate su altrettanti capolavori: Aguirre, furore di Dio, Fitzcarraldo e Grizzly Man.Per dirla con Alberto Barbera, direttore della Mostra, "Werner Herzog percorre incessantemente il pianeta Terra inseguendo immagini mai viste, mettendo alla prova la nostra capacità di guardare, sfidandoci a cogliere ciò che sta al di là dell'apparenza del reale, sondando i limiti della rappresentazione filmica alla ricerca inesausta di una verità superiore, estatica, e di esperienze sensoriali inedite. [… ] Geniale narratore di storie insolite, Herzog è anche l'ultimo erede della grande tradizione del romanticismo tedesco, un umanista visionario, un perlustratore instancabile votato a un nomadismo perpetuo, alla ricerca (com'ebbe a dire) «di un luogo dignitoso e conveniente per l'uomo, un luogo che è talvolta un Paesaggio dell'Anima»”.
In occasione della proiezione de L'oro del Reno all'Ariston, ci siamo seduti a un tavolino del bar del cinema per fare quattro chiacchiere con il regista del film, Lorenzo Pullega.
Soderbergh firma l'ennesimo saggio sul cinema con una storia di fantasmi girata interamente in soggettiva che ha saputo regalarci ancora una volta una profonda riflessione su cosa sia oggi lo sguardo.
James Gunn rilancia il cinecomic con una personalissima versione dell'Uomo d'acciaio dove essere buoni è il nuovo punk!
In occasione dell'uscita in sala di Final Destination Bloodlines abbiamo deciso di dedicare un po' di tempo all'analisi di questa saga, ripercorrendo una storia lunga 25 anni.
Quella del 2025 è stata senza dubbio un'edizione diversa dalle ultime, forse meno pop e più politica, ma di sicuro molto in linea con i tempi che stiamo vivendo oggi.In quest'ultima puntata dedicata al Festival di Cannes vi raccontiamo i verdetti della giura e qualche nostra impressione su quello che abbiamo visto durante questi giorni.
Abbiamo visto il nuovo straordinario film di Jafar Panahi che come sempre porta avanti la sua idea di cinema tra attivismo politico e una forma personalissima di messa in scena.
Tra i film più potenti passati quest'anno al Festival di Cannes, una spy story intensa e irresistibile.
Tratto dall'omonimo videogioco, Exit 8 è un horror che sfrutta le peculiarità del materiale di partenza per costruire un'esperienza cinematografica molto gustosa e divertente.
Una commedia piuttosto grossolana ma con velleità autoriali: è iniziata forse l'era dell'elevated comedy?
Mario Martone racconta una figura complessa e stratificata come quella della scrittrice Goliarda Sapienza attraverso un racconto intimo impreziosito dalle ottime interpretazioni di Valeria Golino e Matilda De Angelis.
Dopo l'importante Palma d'Oro conquistata con Titane, Julia Ducournau torna dietro la macchina da presa con Alpha con un film che attendevamo molto ma che ci ha lasciati piuttosto perplessi.
Spike Lee rifà Anatomia di un rapimento di Akira Kurosawa adattandolo alla sua New York e all'industria dell'intrattenimento contemporanea. Come potevamo aspettarci, Highest 2 Lowest non è un remake filologico, ma una reinterpretazione autoriale estremamente interessante.
Con La trama fenicia Wes Anderson firma quello che finora è forse il suo film più convenzionale sia a livello stilistico che a livello tematico. Abbiamo catturato qualche impressione a caldo per un film da cui ci saremmo aspettati qualcosa di più.
Sulla carta Die, My Love era uno dei film più infuocati del festival: una regista di talento come Lynne Ramsey dietro la macchina da presa e una coppia di superstar come Jennifer Lawrence e Robert Pattinson a riempire lo schermo. Eppure Die My Love ci è sembrato un film sbagliato da molti punti di vista e abbiamo provato a spiegarvi in breve il perché.
In un momento storico in cui la creatività è schiava di algoritmi, standardizzazioni e rimescolamenti artificiali, Linklater racconta la genesi di Fino all'ultimo respiro di Godard per ricordarci di come l'arte abbia bisogno di un po' di genuina follia per poter fare la differenza.
Era certamente il film che aspettavamo di più da questo Festival di Cannes: vi raccontiamo com'è andata!
Dopo il bellissimo "La notte del 12", Dominik Moll torna dietro la macchina da presa per un'altra storia di indagini alla ricerca della verità. Questa volta seguiamo una poliziotta che deve indagare su alcuni abusi di potere da parte di alcuni colleghi.
Un colpo di fulmine inaspettato: Sirât di Oliver Laxe è un film che ci ha sorpreso, terrorizzato e spiazzato. Un viaggio davvero indimenticabile che abbiamo voluto raccontarvi senza troppi spoiler!
Abbiamo visto in anteprima l'ultimo capitolo della saga dedicata a Ethan Hunt: è un film che chiude e al contempo celebra la serie con Tom Cruise, dimostrandosi un po' troppo verboso nella prima parte, ma davvero spettacolare nella seconda. Un degno finale che mette in scena un'idea di spettacolo su grande schermo che forse non tornerà più in questa forma.
Siamo in partenza per la nuova edizione del Festival di Cannes. Sulla carta sembra un'annata un po' più scarica rispetto alle ultime, ma sicuramente ci saranno tante sorprese. In questa prima puntata vi raccontiamo i punti salienti del programma e poi ci risentiremo quotidianamente con le solite pillole direttamente dalla Croiesette!
Mel Gibson torna dietro la macchina da presa 9 anni dopo La battaglia di Hacksaw Ridge che gli valse la sua seconda nomination agli Oscar per la Miglior Regia. Lo fa con un b-movie difficilmente collocabile all'interno della sua filmografia composta finora da produzioni molto ambiziose. Flight Risk è un thriller drittissimo e non molto ispirato che probabilmente ci ricorderemo solamente per l'improbabile taglio di capelli di Mark Wahlberg.
Negli ultimi anni probabilmente nessuno a Hollywood è riuscito a lavorare su un'iconografia afroamericana nel cinema mainstream quanto Ryan Coogler. Dopo Creed e Black Panther, I peccatori è un altro tassello in questo senso, che lavora sulla mitologia black con energia e consapevolezza. Forse non un film perfetto, ma sicuramente quello di cui abbiamo bisogno.
Nuovo appuntamento con la rubrica "Rivivere l'orrore" dedicata ai remake horror con cui analizziamo come gli incubi su grande schermo si trasformino in base al contesto. Questa volta tocca a uno dei grandi capolavori della storia del genere, Suspiria di Dario Argento, e del suo (incompreso) remake di Luca Guadagnino. Un viaggio tra immagini, corpi e streghe malvagie.
Luca Guadagnino porta al cinema un romanzo di William Burroughs firmando uno dei film più stratificati, ipnotici e affascinanti della sua intera carriera.
Con The Shrouds, David Cronenberg firma uno dei suoi film più teorici e personali dell'intera carriera. Un film dalle suggestioni vertiginose e dagli stimoli continui: per noi si tratta dell'ennesimo grande capolavoro del regista canadese.
Nuovo appuntamento con la rubrica "Rivivere l'orrore" dedicata ai remake horror con cui analizziamo come gli incubi su grande schermo si trasformino in base al contesto. Questa volta ci concentriamo su uno degli horror più iconici dei primi anni 2000, che è stato capace di segnare un'epoca sia in oriente che in occidente: The Ring.
Un'opera spiazzante, provocatoria e irresistibile.
Adolescence è la serie di Netflix di cui tutti stanno parlando. I motivi sono principalmente due: uno tecnico, l'altro contenutistico. Solitamente di fronte a entusiasmi così generalizzati rimaniamo piuttosto scettici, ma per fortuna questa volta siamo rimasti folgorati anche noi.
Il titolo provvisorio del nuovo film di Gabriele Mainetti era "Kung-fu all'amatriciana" che in un certo senso già ci dice molto di cosa sia "La Città Proibita": un'opera suggestiva, ironica, divertente e ambiziosa che prova a unire due elementi che sulla carta non si parlano come il cinema di arti marziali e la tradizione della tragicommedia all'italiana, ma che in modo quasi miracoloso Mainetti riesce a far convivere, facendo nascere qualcosa di nuovo, fresco e necessario.Abbiamo amato il terzo film del regista di Jeeg Robot e in questa nuova puntata di Blow Out proviamo a raccontarvi il perché!