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Mentre a Bruxelles i leader dei Ventisette restano divisi sul dossier russo, con il no di Orban all’adesione dell’Ucraina all’UE e la probabile opposizione della Slovacchia al diciottesimo pacchetto di sanzioni contro il Cremlino, Washington e Teheran continuano a proclamare, ciascuna, la propria vittoria. Ne parliamo con Sergio Nava, inviato di Radio24 a Bruxelles, Antonio Villafranca, Vicepresidente per la Ricerca di Ispi, e con Francesco Petronella, giornalista, esperto di Medio Oriente di Ispi.
Domani il leader ucraino Volodymyr Zelensky incontrerà il presidente americano Donald Trump a margine del summit Nato mentre il Cremlino ha denunciato la "militarizzazione sfrenata" dell'Alleanza atlantica, il cui vertice all'Aia dovrebbe portare all'impegno dei paesi membri a un drastico aumento della spesa per la sicurezza.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
Mentre in Italia erano da poco passate le 2 del mattino di domenica 22 giugno, il presidente statunitense Donald Trump annunciava un attacco mirato contro tre siti nucleari dell'Iran: Fordow, Natanz e Isfahan. Nelle ore successive, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi si è recato a Mosca nel tentativo di ottenere maggiore sostegno da parte del Cremlino. Tuttavia, le attenzioni russe restano saldamente rivolte al fronte ucraino, limitando la disponibilità di Mosca a un coinvolgimento più diretto. Ne parliamo con Pejman Abdolmohammadi, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all'Università di Trento, Roberto Menotti, Vice direttore di Aspenia, e con Eleonora Tafuro Ambrosetti, analista ISPI per l'area Russia, Caucaso e Asia Centrale.
Il presidente russo Vladimir Putin ricevendo al Cremlino il ministro degli Esteri di Teheran Abbas Araghchi, ha condannato le azioni di Israele e degli Stati Uniti contro Teheran. "Contro l'Iran c'è stata una aggressione assolutamente non provocata.
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Vladimir Putin si è detto pronto a incontrare Volodymyr Zelensky, ma solo nella fase finale dei negoziati per "porre fine" al conflitto. Ma "la domanda è chi firmerà" l'accordo, ha aggiunto il capo del Cremlino, mettendo in dubbio la legittimità del presidente ucraino, il cui mandato è scaduto nel maggio 2024 senza che si tenessero elezioni a causa della legge marziale. Anche Zelensky si è detto pronto a un incontro con Putin.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
La guerra in Ucraina giunge al giorno 1.212. In un incontro con le maggiori agenzie di stampa internazionali a San Pietroburgo, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato di non considerare il riarmo della Nato come una "minaccia per la Russia". Il capo del Cremlino, inoltre, si è detto pronto a incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
Fa esultare il Cremlino e indigna Kiev che lo definisce "spiacevole" il messaggio di ieri di Marco Rubio per il Giorno della Russia. "A nome del popolo americano, desidero congratularmi con il popolo russo in occasione del Giorno della Russia", aveva detto il segretario di Stato, confermando l'impegno Usa "a sostenere il popolo russo nel costruire le sue aspirazioni per un futuro più luminoso”. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, commenta così le parole di Rubio.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
Mentre continuano gli scontri a Los Angeles, il governatore della California, Gavin Newsom, annuncia una seconda causa contro la decisione dell'amministrazione Trump di dispiegare altri uomini della Guardia Nazionale e i marines. Ne parliamo con Roberto Cornelli, criminologo e professore ordinario di Criminologia all'Università di Milano.La telefonata di ieri tra il presidente Donald Trump e il premier Benjamin Netanyahu ha riguardato principalmente l'accordo sul nucleare con l'Iran. Ne parliamo con Pejman Abdolmohammadi, professore di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all'Università di Trento.Mentre si conclude lo scambio dei prigionieri tra Russia e Ucraina, il Cremlino continua a bombardare Kiev. Ne parliamo con Davide Maria de Luca, collabora per il Domani e la Radiotelevisione Svizzera.
In agenda per oggi a Palazzo Chigi l'incontro tra il presidente francese Emmanuel Macron e la premier Giorgia Meloni per discutere di Ucraina, crisi in Medio Oriente e questioni interne agli equilibri europei. Ne parliamo con Michele Marchi, professore di Storia contemporanea all'Università di Bologna.Alla vigilia dei colloqui ad Istanbul, i servizi di intelligence ucraini hanno portato a termine l'operazione Tela di Ragno nel territorio russo, facendo emergere diverse fragilità nel sistema di sicurezza del Cremlino. Si attende il terzo round per valutare i prossimi sviluppi sui negoziati. Ne parliamo con Antonella Scott, giornalista del Sole 24 Ore esperta di Russia, e con il Colonnello Orio Giorgio Stirpe, Ufficiale dell'Esercito Italiano in riserva e specializzato in intelligence operativa.Elezioni in Polonia: vince il sovranista Karol Nawrocki mentre Bruxelles resta in attesa delle prime mosse del nuovo governo. Ne parliamo con Teresa Coratella, analista dell'European Council on Foreign Relations.
Trump avverte Putin: gioca con il fuoco. Cremlino e Kiev proseguono la guerra. "Ciò che Vladimir Putin non capisce è che se non fosse stato per me, alla Russia sarebbero già successe un sacco di cose brutte, e intendo davvero brutte. Sta giocando col fuoco!”. Così Donald Trump avverte Vladimir Putin. Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, la Russia agirà per garantire la propria sicurezza indipendentemente dalle dichiarazioni di Donald Trump e dal fatto che sia in corso un processo di pace in Ucraina. "Le azioni di Kiev sono in contrasto con il desiderio di un processo di pace e, ovviamente, le condanniamo; non contribuiscono al progresso verso la pace”, ha sostenuto Peskov accusando Kiev di aver intensificato in modo significativo gli attacchi con droni e razzi occidentali in Russia. Le trattative. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, in questi giorni a Mosca, andrà a Kiev nei prossimi giorni per colloqui sugli esiti del primo incontro con i russi a Istanbul che viene indicata da fonti russe come sede anche per il secondo round. Dopo aver incontrato Vladimir Putin e il capo negoziatore russo Vladimir Medinsky, Fidan ha parlato con il suo omologo russo, Serghei Lavrov. Sui negoziati interviene anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede. “Non è importante dove si terrà il negoziato tra russi e ucraini che tutti auspichiamo. Ciò che veramente importa è che questo negoziato possa finalmente iniziare, perché è urgente fermare la guerra. È urgente innanzitutto una tregua, per mettere fine alle devastazioni, alle città distrutte, ai civili che perdono la loro vita. E poi è urgente arrivare a una pace stabile, giusta e duratura, pertanto accettata e concordata da entrambe le parti”, ha spiegato Parolin. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Ucraina, cresce la preoccupazione in vista di una nuova offensiva estiva. Ce ne parla da Kiev, Piero Meda, responsabile di WeWorld.Il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato ieri che i paesi occidentali non metteranno più limiti alla gittata delle armi che invieranno all'Ucraina, lasciando intendere che Berlino potrebbe inviare a Kiev i missili da crociera Taurus. La risposta del Cremlino non si è fatta attendere. Ne parliamo con Beda Romano, corrispondente del Sole 24Ore da Bruxelles, e Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa.
Germania, Regno Unito, Francia e Stati Uniti hanno revocato le restrizioni sulla gittata delle armi fornite all'Ucraina. Ad annunciarlo è stato il Cancelliere tedesco Friedrich Merz. Le sue parole hanno prevedibilmente scatenato l'ira del Cremlino, che ha definito "pericoloso" l'annuncio del Cancelliere tedesco e dei suoi alleati. Se la Germania fornirà all'Ucraina missili a lungo raggio Taurus, essi "bruceranno come fiammiferi", come già avvenuto ai carri armati Leopard, dice la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8168PUTIN RESTAURA IL CULTO STALINIANOdi Stefano Magni La parata del 9 maggio a Mosca ha avuto due significati precisi: uno politico e l'altro storico.Il significato politico è sempre stato nella scelta polemica della data del 9 maggio, per celebrare la vittoria della guerra in Europa, da parte dell'Unione Sovietica prima e della Russia post-sovietica poi. Gli Alleati che batterono i nazisti festeggiano l'8 maggio. I sovietici no: il 9 maggio, perché per motivi di fuso orario, a Mosca era già il 9 quando la Germania si arrese. Dal 1965 (ventennale della vittoria) il 9 maggio era diventata festa nazionale in Unione Sovietica e di conseguenza anche in tutti i regimi comunisti satelliti.Cosa significa celebrare un giorno dopo rispetto agli Alleati? Marcare la differenza. E sottolineare la superiorità della causa sovietica. Per la storiografia ufficiale comunista, infatti, la guerra contro il nazismo è stata vinta soprattutto dall'Urss, con l'appoggio solo secondario degli Alleati. Questi ultimi, i nuovi nemici, erano dipinti come partner infidi che si preparavano, già allora, a combattere la guerra contro la patria socialista al fianco dei nuovi "nazisti" tedeschi.Tutta la retorica sovietica, fino alla metà degli anni'80, non faceva che ripetere e replicare all'infinito la paura di una nuova invasione da Occidente. O peggio ancora: un attacco nucleare a sorpresa, una "Barbarossa atomica" a cui Mosca preparava continuamente la popolazione, anche con sistemi di bunker ed esercitazioni di difesa civile che non avevano eguali nei Paesi occidentali. Quindi c'era la paura costante di un nuovo attacco e il momento catartico in cui celebrare la vittoria, senza alleati, solo alla presenza dei comunisti.Il 9 maggio è stato mantenuto come tradizione anche nella Russia post-sovietica, ma caricandolo meno di significati retorici e senza troppa ideologia di mezzo. Con Putin è pian piano tornato alla sua simbologia originaria. Una vittoria ottenuta in solitaria e con grande sofferenza contro il nemico nazista invasore, un nemico "che c'è ancora" anche se prende altre forme. E che, per il Cremlino, risiede sempre in Occidente. Questa è la piega che la grande parata sta prendendo almeno dal 2014, il primo anno di guerra in Ucraina, il primo di netta cesura della Russia con l'Occidente.IL NUOVO BLOCCO ORIENTALEGli ospiti di ieri erano i rappresentanti del nuovo blocco orientale: Xi Jinping, il dittatore cinese, aveva l'onore di sedere al fianco di Putin e di un veterano 99enne della Seconda Guerra Mondiale, Jevgenij Znamenskij. Erano rappresentate nazioni dell'ex Unione Sovietica che, negli anni della Guerra Patriottica, combattevano nell'Armata Rossa ed oggi restano fedeli alleati o almeno partner di Putin: Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan.E poi altre dittature afro-asiatiche, quali Egitto, Laos, Mongolia, Myanmar e Vietnam. Oltre, ovviamente, alla Cina che è attualmente l'alleato della Russia più importante. Fra i leader ospiti c'erano anche gli europei Vucic (Serbia) e Fico (Slovacchia), una specie di mini-Patto di Varsavia in embrione (benché la Slovacchia faccia ancora parte della Nato).Cambia di poco la geografia delle alleanze rispetto agli anni di Breznev, ma a sfilare il 9 maggio è sempre il blocco orientale che si contrappone a quello occidentale. Da quando Putin ha invaso l'Ucraina, la retorica sul nazismo è stata rispolverata e tirata a lucido. E così gli ucraini sono tutti "nazisti". L'Europa è "nazista" e Ursula von der Leyen viene rappresentata nelle vignette di regime a forma di svastica, come ai tempi dell'Urss era rappresentata la Germania.L'America viene risparmiata da questa retorica solo da quando c'è Trump, che promette la distensione con la Russia. Ma la distensione non viene vista da Mosca come una premessa per una pace duratura, bensì come uno strumento per vincere la guerra. La retorica di Putin, il 9 maggio, più che di pace (in Ucraina) parla di vittoria: "L'intero Paese, la società, il popolo sostengono i partecipanti all'operazione militare speciale. Siamo orgogliosi del loro coraggio e della loro determinazione, della forza d'animo che ci ha sempre portato solo la vittoria".LA RIVALUTAZIONE DI STALINDa un punto di vista storico, l'enfasi della Grande Guerra Patriottica contro il nazismo, porta ovviamente anche alla rivalutazione di Stalin. Nemesi storica: da Chrushev in poi, dalla destalinizzazione fino alla caduta dell'Urss, il dittatore sovietico era stato relegato nell'oblio, una parentesi imbarazzante e sanguinosa.La glasnost di Gorbaciov aveva fatto il resto, rimuovendo i segreti di Stato sugli immensi crimini di Stalin e soprattutto riscoprendo quello che, nella storia ufficiale sovietica, era un "buco nero" vero e proprio: cosa era successo dal 1939 (anno di inizio della Seconda Guerra Mondiale) al 1941 (anno dell'invasione tedesca dell'Urss). I libri di testo, pur non potendo tacerlo del tutto, sorvolavano sul fatto che in quei due anni Hitler e Stalin erano alleati. Fu Hitler a tradire e dare inizio alla guerra fra i due totalitarismi, ma ancora il 1 maggio 1941 i soldati della Germania nazista partecipavano alla grande parata di Mosca, per la Festa dei Lavoratori.La caduta dell'Urss aveva permesso agli storici, così come ai comuni cittadini degli ex regimi comunisti, di studiare liberamente i crimini di Stalin, le sue ambiguità e il suo cinismo, la sua incapacità di combattere la guerra senza perdere masse immense di uomini, il cinismo con cui aveva usato le alleanze (prima con Hitler, poi con Churchill e Roosevelt) per espandere il territorio sovietico.Almeno da vent'anni a questa parte, questa finestra di opportunità di studio e revisione storica si è serrata. Non è un caso che appena due mesi prima dell'invasione dell'Ucraina, il regime russo abbia chiuso Memorial, l'organizzazione che studiava i crimini del comunismo. Putin ha restaurato il culto staliniano: sono tornate le statue, sono tornate addirittura le sue icone e i libri di storia sono stati riscritti di nuovo.Contrariamente all'Urss di Chrushev, Breznev e Gorbaciov, che avevano il culto di Lenin ma cercavano di far dimenticare Stalin, Putin cerca di dimenticare Lenin (uomo di rivoluzione e sconfitta) e riabilitare il culto di Stalin perché è il leader del Cremlino che (pur non essendo russo, ma georgiano) ha portato l'imperialismo di Mosca alla sua massima espansione.Il 9 maggio, a Mosca, è il trionfo del nuovo stalinismo di Stato, non più comunista ma puramente imperiale. Ed è questo il nuovo nemico totalitario che ci troviamo di fronte, impossibile da sottovalutare.
L'Occidente ignora la Storia, Putin è pronto a tutto“Perché i russi non si ribellano?” È una domanda che si è sentita spesso fin dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina. Ma è davvero possibile parlare di una responsabilità collettiva — in questo caso della società russa — di fronte alla guerra in Ucraina e al regime autoritario di Vladimir Putin? Oppure, come accade nel diritto penale, esiste solo una responsabilità individuale? E quanto costa essere liberi in un regime autoritario come quello russo? È questo il tema della puntata di Laser, che parte dalle testimonianze raccolte a Ginevra, a margine dell'ultimo Summit for Human Rights and Democracy, di due tra i maggiori dissidenti russi: Vladimir Kara-Murza e Garri Kasparov. Vladimir Kara-Murza è stato liberato nell'agosto 2024 nell'ambito di uno scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia. Era detenuto in isolamento in una colonia penale siberiana, dove stava scontando una condanna a 25 anni per aver criticato il Cremlino e la guerra in Ucraina. Garri Kasparov, uno dei più grandi scacchisti della storia e tra i più noti oppositori di Putin, vive in esilio dal 2013. Secondo Kara-Murza e sua moglie, Evgenia Kara-Murza, attivista per i diritti umani, nonostante la repressione e la propaganda, una parte consistente della società russa condanna la guerra e non si riconosce nel regime. Per Garri Kasparov, invece, la responsabilità della guerra in Ucraina non può ricadere solo su Putin, perché milioni di cittadini contribuiscono, in vari modi, al funzionamento della macchina bellica.Una riflessione sulla società russa di oggi, alla luce della storia, è offerta in questa puntata anche da Giovanni Savino, storico specialista di Russia e Europa orientale, docente all'Università Federico II di Napoli, e Maria Chiara Franceschelli, ricercatrice della Scuola Normale Superiore di Pisa, esperta di società civile e movimenti sociali nella Russia contemporanea.undefined
Sul fronte dei negoziati il Cremlino fa sapere che la Russia non ha ricevuto alcuna proposta specifica dal Vaticano per ospitarli. Un'ipotesi, rilanciata dal presidente americano Trump, di cui la presidente Meloni ha parlato con la Santa Sede. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov dichiara poi che la Russia 'non sta ostacolando i colloqui di pace.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
Il governo ha impugnato la legge della Provincia di Trento sul terzo mandato (come aveva fatto per la Campania) e questo ha fatto scattare la protesta della Lega che ha parlato di "scelta politica" dietro questa decisione facendo salire la tensione nella maggioranza. Ne parliamo con Giovanni Donzelli, responsabile dell'organizzazione di Fratelli d'Italia.(Nella foto i consiglieri trentini Carlo Daldoss e Christian Girardi)Ieri l'attesa telefonata tra il presidente americano Trump e quello russo Putin sulla guerra in Ucraina. Per il Cremlino sono necessari colloqui lunghi ed articolati prima di arrivare ad una soluzione del conflitto. Ne parliamo con Andrea Romano, Professore di Storia della Russia all'Università di Roma Tor Vergata.
Buon venerdì Stupefan!Oggi siamo nella nostra migliore veste, quella internazional popolare. First of all perché siamo nella nostra settimana prefe, quella dell'Eurovision, che come sempre riserva grandi sorprese e anche quest'anno è stato così. Ma non c'è solo l'Eurofestival a darci grandi certezze, questa settimana abbiamo avuto anche la propaganda del Cremlino contro i leader occidentali e come sempre la shitstorm ha come tema le droghe. È toccato a Macron questa volta, accusato di aver lasciato "la busta" in bella vista sul tavolo, quando in realtà non era altro che un fazzoletto usato. Sono i soliti mezzucci del proibizionismo che conosciamo bene e che conosceva bene anche quel gigante di Pepe Mujica che ci ha lasciati questa settimana. Siete pronti a salutare insieme il primo presidente al mondo ad aver legalizzato la cannabis?È il momento di cliccare play. Note dell'episodio: L'LSD all'Eurofestival: https://www.cdt.ch/news/made-in-switzerland-quando-eurovision-va-oltre-i-luoghi-comuni-394050La busta e la smentita dell'Eliseo: https://www.theguardian.com/world/2025/may/12/france-derides-russia-false-claim-drug-use-macron-merz-starmerIl ruolo dei complottisti nel "coca-gate": https://www.thedailybeast.com/world-leader-cocaine-party-claims-force-official-response/I toni ambigui per la droga: https://www.thesun.co.uk/news/34912668/france-slams-cocaine-train-conspiracy-russia-macron/Addio Presidente: https://elplanteo.com/murio-pepe-mujica-cannabis/Il primo a legalizzare: https://softsecrets.com/it/articolo/adios-pepe-mujica-il-presidente-che-cambio-il-mondo Entra in contatto con noi usando la mail stupefatticast@gmail.com o seguendo su Instagram il @stupefatti_podcast! Puoi anche iscriverti a STUPEGRAM, il nostro canale telegram, a questo link https://t.me/stupegram!
L'apertura dei giornali, con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti.Ucraina, il giorno della trattativa, speranze e dubbi per i negoziati diretti con l'obiettivo di arrivare finalmente a un cessate il fuoco. Mentre il presidente ucraino Zelensky ha confermato la sua presenza, il Cremlino tace. Ci colleghiamo con il nostro Gigi Donelli, inviato in questi giorni in Ucraina.
Oggi il vertice di Istanbul sulla pace in Ucraina. E' il giorno della verità. A Istanbul Stati Uniti, Russia e Ucraina si giocano la propria immagine internazionale. L'orologio della Storia ci riporta esattamente all'aprile 2022 quando, proprio in Turchia, si tennero i primi tentativi di negoziati, falliti dopo poche ore senza alcun accordo. Le trattative tra Russia e Ucraina, iniziate subito dopo l'inizio della guerra erano culminate in una dichiarazione congiunta in dieci punti, stilata con la mediazione turca. L'Ucraina si impegnava a restare neutrale e non entrare nella NATO. La Russia cedeva sulle pretese di smilitarizzazione, con l'adozione di una legge specifica e, inoltre, dava il proprio benestare all'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea. L'Ucraina chiedeva inoltre garanzie sulla propria indipendenza. Nella sostanza, a fine marzo 2022 tutto era pronto per la pace, ma il primo ministro inglese Boris Johnson e la diplomazia americana sono intervenuti presso il governo ucraino per far saltare l'accordo, incitando gli ucraini a continuare la guerra. Nulla è avvenuto di ciò che era scritto nel documento di Istanbul del 2022 e la guerra è arrivata fino ad oggi. La diplomazia sospesa tra speranze e incertezze. Il vertice di Istanbul parte tra speranze e profonde incertezze, perché le posizioni rimangono distanti e alcune reciproche richieste sono indubbiamente inconciliabili. Il rischio di un flop è altissimo. Sul piano militare i russi stanno avanzando e gli ucraini sono in difficoltà per il rallentamento delle forniture di armi promesse dagli americani e dagli europei. Putin vorrebbe comunque cercare di conseguire la condizione più vantaggiosa possibile prima di iniziare a discutere con i propri avversari. Gli ucraini, pur essendo maggiormente interessati di Mosca all'avvio di un eventuale negoziato, sembrerebbero ancora nutrire la speranza che un ulteriore prolungamento della guerra possa finire per svantaggiare i propri nemici anziché avvantaggiare Mosca. In particolare, Zelensky conta di ricevere maggiori aiuti di carattere militare e di ottenere le nuove sanzioni nei confronti della Federazione Russa nel caso in cui questo tentativo della diplomazia di intraprendere una soluzione negoziale dovesse fallire a causa del Cremlino. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Vladimir Putin non sarà a Istanbul per sedere al tavolo con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per discutere della fine della guerra. Il leader del Cremlino ha scelto come capo della ''delegazione della Federazione russa per i negoziati con l'Ucraina'' Vladimir Medinsky, consigliere e assistente del presidente russo.
Visita a sorpresa del Papa Leone XIV alla curia generalizia dell'Ordine di Sant'Agostino: siate vicini, vivete in comunione fra voi Nuovi violenti raid israeliani nella Striscia, decine le vittime. In Qatar il presidente Usa Trump lancia piani a tutto campo per i nodi critici del Medioriente Riflettori del mondo puntati ai negoziati diretti tra Russia e Ucraina domani in Turchia. Zelensky sarà ad Insambul, il Cremlino non conferma ancora la presenza di Putin
Alla vigilia dei negoziati diretti tra Ucraina e Russia a Istanbul, in Turchia, il Cremlino si è rifiutato ancora una volta di fornire ai giornalisti i nomi della delegazione russa che parteciperà agli incontri e non ha fornito informazioni sulla presenza del presidente russo Putin.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
In poco meno di 24 ore sono state gettate le basi della potenziale svolta tra Ucraina e Russia per favorire la soluzione diplomatica che ponga fine alla guerra. Dopo la tregua di 3 giorni proclamata dal Cremlino, viene cerchiata un'altra data: 15 maggio.
Fumata bianca nella giornata di ieri: Robert Francis Prevost, cardinale statunitense di 69 anni, è stato eletto papa e ha scelto di prendere il nome di Leone XIV. La sua elezione arriva in un momento di forti tensioni internazionali e profondi cambiamenti nell'assetto globale. Ne parliamo con Catia Caramelli, vaticanista di Radio 24 e Mario del Pero, professore di Storia internazionale a Sciences Po, Parigi.Putin e Xi in prima fila per la parata sulla Piazza Rossa del 9 maggio. Tra Capi di stato e eserciti militari stranieri, sfilano gli alleati del presidente russo. Ne parliamo con Marta Allevato, giornalista della redazione Esteri dell'agenzia AGI, autrice di “La Russia moralizzatrice. La crociata del Cremlino per i valori tradizionali” (Piemme).
A Mosca oggi la parata per il Giorno della Vittoria della Seconda Guerra Mondiale, un evento chiave per la propaganda del Cremlino proprio mentre le truppe sono impegnate nel conflitto in Ucraina. Oltre 20 dignitari stranieri, tra cui il cinese Xi Jinping e lo slovacco Robert Fico, partecipano alla parata, la quarta da quando Mosca ha lanciato un assalto militare su vasta scala contro l'Ucraina.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
La strada dei negoziati ha raggiunto un punto morto da settimane, con la Russia che continua a insistere per una tregua di tre giorni, in occasione del Giorno della Vittoria del 9 maggio. Una proposta che fa gioco al Cremlino, che per gli 80 anni della vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale ha invitato a Mosca diversi leader mondiali, tra cui il cinese Xi Jinping, in visita ufficiale in Russia dal 7 al 10 maggio.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
Vi ricordate di quanto a lungo abbiamo dovuto subire la fandonia propagandistica, secondo la quale quella tra Mosca e Kiev era essenzialmente una guerra “per procura”, combattuta cioè dagli stolti Ucraini, i quali si lasciavano abbindolare da un aggressivo Occidente che, cinicamente, li manovrava contro un Paese pacifico e democratico come la Russia di Putin? Davvero strano – ci siamo subito domandati allo scoppio del conflitto – che l'Unione Europea volesse assurdamente rimanere al freddo e rallentare i giri del suo motore economico, andando a molestare proprio il suo principale fornitore di gas a prezzi che, tra l'altro, erano, generalmente, sempre stati piuttosto ragionevoli…Strano anche che gli Stati Uniti, con tutti i problemi che, da anni, dichiarano di avere sullo scacchiere indo – pacifico, dispiegassero intenzionalmente tanti mezzi finanziari e militari per contrastare un'economia che in fondo – non dimentichiamolo – ha pur sempre un PIL che non eguaglia neanche quello della Spagna e che, quindi, in definitiva, agli occhi di Washington – come a suo tempo ben chiarito dall'ex presidente Obama – rappresenta prevalentemente una potenza regionale. Eppure, questa visione distorta della realtà dei fatti, ha pericolosamente preso campo in strati abbastanza larghi delle società europee, tanto da coinvolgere, ai massimi livelli, anche qualche esponente religioso che si è spinto fino a parlare – vogliamo, di cuore, sperare per disinformazione e non per pregiudizio ideologico – di una NATO che, da troppo tempo, avrebbe abbaiato ai confini della Federazione Russa. Strano allora che, nel 2014, dinanzi all'annessione della Crimea – avvenuta certamente al di fuori delle regole del diritto internazionale – l'Occidente si fosse lasciato sfuggire un'occasione così ghiotta per regolare i conti con il Cremlino, preferendo, invece, fare assolutamente finta di non vedere quanto stesse succedendo… E poi, diciamocelo francamente, che razza di “guerra per procura” sarà mai quella in cui le armi vengono fornite a Zelensky con ritardi, vincoli e severi ammonimenti a farne un uso esclusivamente difensivo, al fine di non nuocere troppo al nemico? A ben riflettere, ci viene da ipotizzare che, forse, di “guerra per procura” se ne possa magari cominciare a discutere – sia pure a parti invertite – solamente adesso: soprattutto alla luce della delega che Putin sembra conferire all'emissario di Trump ogni volta che questo si reca a Mosca e, dopo aver ingoiato inospitali anticamere di otto ore, entra nella sala presidenziale, presentandosi all'autocrate russo con la mano appoggiata sul cuore in segno di devozione…Se questi sono i mediatori inviati da Trump, diventa allora corretto parlare di “guerra” o di “diplomazia” per procura, nel senso che, giunti ad un punto di così avvilente svendita della dignità americana, Putin può tranquillamente trattenere a casa i suoi ministri ed i suoi ambasciatori, perché tanto c'è l'Amministrazione Trump a sostenere la validità delle ragioni che lo hanno indotto ad aggredire uno Stato sovrano confinante… E a Zelensky non resta altro che fare buon viso a cattivo gioco, perché, in caso contrario, è ormai chiaro che il palazzinaro newyorkese non esiterà neanche un attimo ad abbandonarlo al suo destino…che poi, è quello, già segnato, dell' agnello sacrificale da dare in pasto all'orso moscovita."Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Le forze russe hanno intensificato gli attacchi con droni, provocando vittime e danni estesi, mentre sul fronte orientale continua la resistenza ucraina a Pokrovs'k. Kiev estende la legge marziale suscitando polemiche interne e internazionali. Arresti per corruzione in Russia e nuove tensioni diplomatiche tra Kallas e il Cremlino.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
di Massimiliano Coccia | in collaborazione con Linkiesta | Rassegna stampa del 14 04 2025 Ieri i russi hanno fatto l'ennesima mattanza a Sumy in Ucraina, 34 morti e 107 feriti, con due missili Iskander M/KN-23, usati come ramoscelli d'ulivo da Putin per dire al mondo ancora una volta (come se ce ne fosse bisogno) che nessuno al Cremlino vuole la pace. Con l'editoriale di Mario Lavia comprendiamo come oltre alla solidarietà di Meloni non c'è nessun progetto del Governo sulla difesa e con la voce di Fabrizio Fasanella andremo a scoprire il nuovo numero de “Linkiesta Magazine”.
Dopo i nordcoreani, dalla parte di Mosca, e i mercenari colombiani utilizzati da Kiev, anche i cinesi vengono coinvolti nel conflitto in Ucraina. Oggi proviamo a ricostruire il giallo che si è aperto dopo la cattura al fronte di due soldati cinesi. Arrivano le smentite, sia da Pechino che dal Cremlino, ma Volodymyr Zelensky insiste. Un fatto nuovo, secondo il presidente ucraino che rivelerebbe le reali intenzioni di Vladimir Putin. Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
Mentre la Russia intensifica gli attacchi con missili e droni, dal Cremlino arriva l'apertura sulla tregua, ma l'accordo resta lontano. Una delegazione ucraina andrà a Washington a trattare per l'accordo sui materiali critici. Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/
Sembra svanire decisamente la pazienza con la quale, fino alla scorsa settimana, gli Stati Uniti avevano fatto buon viso a cattivo gioco, dinanzi alla sostanziale indifferenza mostrata dai Russi nei confronti dei loro sforzi per il raggiungimento di almeno un breve “cessate il fuoco” in Ucraina. E non ci riferiamo tanto allo stato di forte irritazione espresso, a inizio settimana, da Donald Trump proprio nei riguardi di Vladimir Putin, quanto alle nuove sanzioni che sono appena state ipotizzate da una proposta di legge bipartisan – presentata cioè, da cinquanta senatori (25 repubblicani e 25 democratici) – che prevede l'imposizione di una tariffa (fino al 500 per cento !) sulle importazioni dai Paesi che continueranno a fare scambi commerciali con la Russia, acquistando il suo gas o il suo petrolio. Tali misure punitive – spiegano a Washington – verranno applicate se il Cremlino non compirà “passi significativi” sulla strada che porta alla fine del conflitto. Non c'è dubbio sul fatto che l'introduzione (o, comunque, la minaccia) di queste sanzioni, segni un infastidito cambio di atteggiamento degli Stati Uniti, fino a ieri rimasti fin troppo accomodanti rispetto alle furberie diplomatiche di cui la Russia si è servita esclusivamente per guadagnare tempo utile all'avanzata – per la verità assai lenta - dei suoi soldati . Naturalmente, data l'umoralità dell'uomo che, per i prossimi quattro anni, governerà il Paese più potente del mondo, sarebbe, comunque, azzardato parlare di un vero e proprio rimescolamento di carte tra Mosca e Washington: tuttavia non si può neanche negare il fatto che, ultimamente, Donald Trump sia apparso sempre più insofferente verso certi giochetti di prestigio che, forse, Vladimir Putin si è illuso di poter portare avanti all'infinito. Tra le tante promesse che il Tycoon aveva venduto agli elettori statunitensi durante la sua campagna elettorale, c'era, infatti, anche quella di poter chiudere la questione ucraina in quattro e quattr'otto, grazie, soprattutto, all'esistenza di un suo presunto feeling con l'autocrate russo. Feeling che, invece, si sta evidentemente rivelando ben poco contraccambiato... Trump, per andare incontro alle esigenze del suo interlocutore russo, si era esposto fino al punto di addebitare a Zelensky le responsabilità principali circa lo scoppio della guerra: ma neanche questo è bastato, perchè Putin, in cambio, non gli ha neppure concesso lo striminzito contentino di quei 30 giorni di sospensione dei combattimenti che gli avrebbero almeno permesso di sbandierare un minimo di risultato utile in faccia ai suoi detrattori politici: sia in America, che altrove. Pertanto, visto lo stato di imbarazzante confusione in cui sembrano procedere le trattative tra Cremlino e Casa Bianca, è più che comprensibile che un risentito senso di frustrazione si stia, adesso, impossessando dell'animo di Donald Trump. Staremo, quindi, a vedere come evolveranno le cose, ma è certo che il testo di legge presentato al Senato di Washington – se approvato – andrebbe veramente a colpire la Russia dove fa più male, prevedendo sanzioni così drastiche proprio a carico di quei Paesi che - anche se non direttamente - di fatto sostengono l'espansionismo militare del Cremlino. Come, ad esempio, India e Cina che sono, al momento, tra i maggiori clienti di Mosca per quanto concerne gli acquisti di gas e petrolio: e tutti sappiamo come le esportazioni di energia e di altre materie costituiscano le sue principali fonti di finanziamento della guerra. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Terremoto giudiziario in Francia: la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici. Ce ne parla da Parigi Veronica Gennari, giornalista freelance. Le minacce del presidente Trump al capo del Cremlino e all'Ayatollah Ali Khamenei e la nuova sfida nell'Artico. Ne parliamo con Mario Del Pero, docente di Storia internazionale a Sciences Po, e con Marzio Mian, giornalista e autore di “Guerra bianca: sul fronte artico del conflitto mondiale” (Neri Pozza).
Sono iniziati a Riad i colloqui tra la delegazione Usa e la delegazione russa, dopo che ieri la delegazione Usa aveva incontrato la delegazione ucraina. Ne parliamo con Marta Allevato, giornalista della redazione Esteri dell'agenzia AGI , autrice di “La Russia moralizzatrice. La crociata del Cremlino per i valori tradizionali” (Piemme), ed Ettore Sequi, già segretario generale della Farnesina e ambasciatore, oggi vicepresidente di Sace e segretario generale dello European Corporate Council on Africa and the Middle East. Sesto giorno di proteste ad Istanbul tra manifestanti e polizia. Ce ne parla da Istanbul Gabriella Colarusso, inviata di Repubblica.
1) Guerra in Ucraina, Trump e Putin ponti a parlare. Domani la telefonata tra Cremlino e Casa Bianca che potrebbe cambiare le sorti di Kiev. (Emanuele Valenti) 2) Stati Uniti, Trump deporta oltre 200 di migranti venezuelani utilizzando una legge del 1800. (Roberto Festa) 3) L'Organizzazione degli Stati americani cambia passo. Nell'epoca degli Usa di Trump, il nuovo segretario generale è il ministro degli esteri del progressista Suriname. (Alfredo Somoza) 4) Medio Oriente. Netanyahu licenzia il capo dello Shin Bet. Proteste in Israele contro una decisione che secondo Hareetz porterà a prendere controllo totale dei servizi segreti. (Gabriele Segre - Fondazione Dan Segre) 5) Serbia, dopo la manifestazione degli oltre 100mila studenti, il presidente promette elezioni. Ma non era questa la richiesta della piazza. (Giorgio Fruscione - Ispi) 6) In Ungheria continua la repressione della comunità lgbt. Il governo Orban presenta un disegno di legge per vietare il Pride. (Massimo Congiu) 7) Spagna, la storia di Noelia. Via libera alla richiesta di eutanasia di una ragazza tetraplegica di 24 anni, dopo che la sua vicenda era stata strumentalizzata dalle associazioni ultra-cattoliche. (Giulio Maria Piantadosi)
Si attende la risposta da Mosca sulla proposta di pace di USA e Ucraina, mentre cresce l’attesa per eventuali richieste o condizioni che il Cremlino potrebbe mettere sul tavolo. Ne parliamo con Anna Zafesova, firma de La Stampa.Gli USA tagliano i fondi a USAID, il principale strumento di aiuto umanitario del governo statunitense. Ne parliamo con Pier Giorgio Ardeni, professore ordinario di Economia politica e dello sviluppo all’Università di Bologna e Giampaolo Silvestri, segretario generale Avsi.
Di ritorno da Londra, e dopo il drammatico scontro con Trump, il presidente ucraino rientra a Kiev "con in tasca un sostanzioso aiuto economico", mentre il Cremlino gongola: il punto di Giuseppe D'Amato.
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Ormai è chiaro che Trump e Putin si sono alleati contro l'Europa e le democrazie liberali. Il discorso del vice-presidente Vance alla Conferenza di Monaco è stata una dichiarazione di guerra ideologica all'Unione Europea e ai suoi valori. Riecheggia in maniera inquietante il discorso di Putin nel 2007 sempre alla Conferenza di Monaco. Fu l'inizio dello strappo fra Putin e l'Occidente. Un discorso sottovalutato. Nessuno capì davvero la portata di quelle parole, quando dichiarò che il collasso sovietico fu la più grande catastrofe geopolitica del secolo. Pensavano fosse una iperbole, invece era un manifesto.“Ogni azione successiva (l'invasione della Georgia, l'annessione della Crimea, l'abbattimento del volo MH17, l'avvelenamento di Skripal, l'uccisione di Navalny) non è stata un incidente isolato, ma una mossa a scacchi attentamente orchestrata. E ora ha vinto la partita lunga due decenni, realizzando ciò che generazioni di leader sovietici potevano solo sognare: Putin lo ha fatto non attraverso carri armati e missili, ma attraverso la pazienza strategica, la manipolazione delle istituzioni democratiche e una fede incrollabile nel destino geopolitico russo.Questo nuovo finale della Guerra Fredda non si conclude con il trionfo della democrazia liberale occidentale, ma con il suo sistematico smantellamento. L'impalcatura ideologica portante del Cremlino, in cui il potere è verità, i principi sono debolezza e il clientelismo è l'unica vera ideologia, ora definisce la Casa Bianca”. E questo non deve sorprendere. Trump e Putin sono ‘alleati' di lunga data, ancora prima del 2016, quando Trump vinse per la prima volta le elezioni americane. Le tracce di questa relazione pericolosa per l'America e per il resto del mondo risalgono a molto prima e si intrecciano con i movimenti estremisti di matrice cristiano-nazista e più recentemente con il progetto politico dei signori della Silicon Valley. Oggi gli Usa sono leader di un movimento fascista globale. (00:00:00) USA, Russia e l'imperialismo mafioso(03:30:21) La conferenza di Monaco è l'inizio di una nuova era(10:34:20) Trump-Putin “alleati” contro l'Europa e le democrazie liberaliRegia: VudioBrani musicali: Rage Against The Machine - Wake Up ; One Day (Vandaag) - Bakermat
L'ingresso in scena di Donald Trump ora nel pieno dei suoi poteri, le opzioni in mano a Vladimir Putin e le prospettive di Volodimir Zelensky. A Europa Europa, a partire dalle 11,30, Gigi Donelli ne parla con Pier Francesco Zazo, l'ambasciatore italiano che forte della sua esperienza a Mosca e poi a Kiev negli anni della guerra riflette sugli sviluppi promessi dal presidente americano, che si è detto certo di poter mettere fine alla guerra in poche ore attraverso un accordo diretto con il Cremlino.Pier Francesco Zazo (nella foto), nato a Benevento nel 1959, è entra in diplomazia e nel 1986 viene nominato Segretario di Legazione al Dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo. Zazo parla tedesco, inglese, russo, francese e spagnolo e percorre tutte le tappe della carriera diplomatica tra Seul, Stoccolma e Kiev, dove arriva per la prima volta nel 1999 con il ruolo di Primo Consigliere. Tre anni dopo diventa Consigliere commerciale a Mosca, nel 2003 diventa Consigliere di ambasciata e successivamente Primo Consigliere Commerciale. Nel 2010 diventa Ministro Plenipotenziario e Ambasciatore a Canberra. Torna in Ucraina con la moglie e i due figli nel gennaio del 2021 come Ambasciatore d'Italia, poco prima dell'inizio dell'ostilità. Termina l'incarico in Ucraina nel 2024 quando la guerra infuria da oltre due anni. Un diplomatico di grande esperienza ed un profondo conoscitore dell'Europa orientale. In collaborazione con Euranet Plus
I colloqui segreti tra i nuovi leader siriani e il Cremlino, la nuova economia in Medio Oriente e i progetti verdi in Svezia
La fuga dell'ex leader a Mosca, il Cremlino che corre ai ripari, il pasticciaccio elettorale rumeno, il conflitto russo-ucraino. Il punto di Giuseppe D'Amato.
La somma dell'impantanamento russo in Ucraina (nonostante l'aggressione a freddo mossa da Mosca a Kiev) e della sconfitta in Siria dà come risultato una realtà assai amara per il Cremlino: la Russia di oggi non ha la forza per essere imperialista, anche se Putin vorrebbe tanto che lo fosse.
Oltre al conflitto in Ucraina, nel quale il Cremlino è direttamente coinvolto, quali sono gli altri teatri di tensione nei quali le forze russe sono impegnate?
Come sempre, nella prima parte della trasmissione daremo uno sguardo agli eventi più importanti del panorama mondiale. Commenteremo, innanzitutto, la nuova dottrina nucleare approvata dal Cremlino, che prevede la minaccia di usare armi nucleari in risposta ad attacchi convenzionali. Quindi, parleremo del monito rivolto ai politici dell'UE, di potenziare significativamente la capacità difensiva europea. A seguire, discuteremo di una piattaforma social in rapida crescita, Bluesky, che potrebbe diventare un'alternativa a X di Elon Musk. E infine scopriremo meglio in cosa consiste lo spazio terapeutico informale creato all'interno di una stazione della metropolitana di New York. La seconda parte della trasmissione è dedicata agli approfondimenti sulla grammatica e le espressioni della lingua italiana. Il dialogo grammaticale conterrà molti esempi sull'argomento di oggi, Overview of the Present Indicative of Irregular Verbs. Il dialogo delle espressioni, invece, illustrerà gli usi di un'altra espressione molto usata nella lingua italiana, Dare del filo da torcere. - La Russia minaccia di usare armi nucleari in risposta ad attacchi convenzionali - I politici dell'UE chiedono massicci miglioramenti alla difesa europea - Irritati da X di Elon Musk, alcuni utenti passano alla piattaforma Bluesky - La metropolitana di New York offre ai passeggeri l'opportunità di esprimere le proprie emozioni - Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino - Roma sotto le impalcature: turisti, monumenti e lavori per il Giubileo
(00:40) Davide Frattini spiega come la Corte penale internazionale è arrivata alla decisione di emettere un mandato contro il primo ministro israeliano, l'ex responsabile della Difesa Gallant e uno dei leader di Hamas Mohammed Deif.(07:48) Lorenzo Cremonesi parla del lancio del missile balistico russo in territorio ucraino, un nuovo step nell'escalation militare, sottolineata anche dal Cremlino.(14:30) Francesca Basso racconta le lunghe trattative che hanno portato alle nomine dei nuovi commissari.I link di corriere.it:La Corte penale internazionale emette ordini d'arresto per Netanyahu, Gallant e Al-MasriPutin: «Pronti a colpire chi permette a Kiev di lanciare missili contro la Russia»Socialisti spaccati, Commissione Ue spostate a destra: il bilancio della trattativa su Fitto e Ribera
Dopo l'ok di Joe Biden all'utilizzo dei missili a lungo raggio in territorio russo, la risposta del Cremlino non si è fatta attendere. La Russia ha modificato la dottrina nucleare e minaccia di una pesante ritorsione l'Occidente. Un momento senza precedenti nella Storia, che commentiamo con il colonnello Orio Giorgio Stirpe, ufficiale in riserva dell’Esercito Italiano specializzato in intelligence operativa, e con Giovanni Savino, esperto di Storia russa, ricercatore all'Università Federico II di Napoli.
L'invasione dell'Ucraina lanciata il 24 febbraio del 2022 compie 1000 giorni. L'"operazione speciale" del Cremlino si trascina lasciandosi alle spalle distruzione e morte. Con la vittoria di Donald Trump e l'imminente trasloco alla Casa Bianca ci si interroga sul futuro della resistenza incarnata in questi mesi da Volodymyr Zelensky, proprio mentre Mosca getta nella mischia migliaia di unità arrivate dalla Corea del Nord. Con poche eccezioni l'Europa appare muta, le priorità stanno altrove. Ne parliamo in questa puntata di Europa Europa in onda domenica alle 11,30. Con la dottoressa Mariana Bukhaievska, pediatra e psicologa di Kharkiv che opera all'interno della rete di sostegno Voice of Children. Ci ha raccontato il suo lavoro, e la sua grande paura per quella che teme possa essere una generazione perduta. Nella seconda parte sarà nostra ospite Yarina Grusha, professoressa universitaria e scrittrice. Ci parla di Colori spenti, la mostra che si apre lunedì 18 allo spazio Brera di Milano e che racconta la resistenza culturale ucraina alla devastazione russa.In collaborazione con Euranet Plus
Inizieremo la prima parte del nostro programma con un commento sulla campagna presidenziale degli Stati Uniti, sempre più negativa, violenta e di parte. Quindi, dedicheremo il nostro spazio alle devastanti inondazioni in Spagna, che hanno provocato oltre 200 vittime. Commenteremo, poi, i risultati di uno studio che rivelano alti livelli di consumo di alcol in diverse specie animali. Infine, parleremo di una multa che la Russia ha imposto a Google. L'ammontare della multa è... Wow, non so neppure pronunciare questa cifra. Preferisco scriverla. $20,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000 Per iniziare, analizzeremo un nuovo rapporto dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), che traccia il quadro dell'andamento demografico italiano nell'ultimo anno. E ti anticipo subito: i risultati non sono affatto confortanti. E per finire, cercheremo di risolvere un dilemma piuttosto complesso: il turismo di massa rappresenta una linfa vitale che alimenta il progresso economico di una città o, al contrario, è un veleno sottile e silenzioso che ne corrode l'essenza, alterando la vita dei residenti e dissolvendo il tessuto delle tradizioni popolari? Questo tema, sempre più dibattuto in numerose e rinomate località italiane, ha trovato nuova voce proprio a Napoli. - Le elezioni presidenziali statunitensi rafforzano il fascino del partitismo negativo - Gli abitanti di Valencia si sentono abbandonati dopo un'alluvione storica - Uno studio rivela un abbondante consumo di alcol tra le specie animali - La Russia multa Google, ma il Cremlino non sa nemmeno pronunciare l'importo in rubli - Sempre meno culle in Italia: un Paese che invecchia - Il turismo di massa a Napoli: opportunità o rischio per le tradizioni tra pizzerie e street food?