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Agnelli-Elkann, la famiglia preferisce i giornali all'auto? Dopo il colpo di mano con cui ha cambiato i vertici dei giornali del gruppo Gedi (di sua proprietà), John Elkann è apparso meno determinato nella fusione Fca-Psa. Le ultime mosse sul futuro cda di Stellantis (il gruppo che nascerà a marzo 2021) vedono i “torinesi” in posizioni secondarie, non operative. E' una fusione paritaria tra Fca e Psa oppure i francesi di Peugeot hanno preso in mano il timone del nuovo gruppo? Chi ha comprato chi? Giuseppe Berta, storico dell'economia, ospite di Memos, sostiene che «la guida operativa ed esecutiva del nuovo gruppo sarà nelle mani dell'amministratore delegato di PSA, Carlos Tavares». In altre parole è come se Fca fosse stata comprata da Psa. John Elkann preferisce i giornali alle auto? «Direi piuttosto che Elkann – racconta il professor Berta - vuole trasformare Exor in una holding di partecipazioni: non più un modello di capitalismo industriale di gestione diretta, ma un capitalismo che si limita ad amministrare i risultati finanziari». Ospite della puntata di Memos anche Barbara Tibaldi, della segreteria nazionale della Fiom-Cgil e testimone degli ultimi vent'anni di storia dell'industria dell'auto torinese.
Agnelli-Elkann, la famiglia preferisce i giornali all’auto? Dopo il colpo di mano con cui ha cambiato i vertici dei giornali del gruppo Gedi (di sua proprietà), John Elkann è apparso meno determinato nella fusione Fca-Psa. Le ultime mosse sul futuro cda di Stellantis (il gruppo che nascerà a marzo 2021) vedono i “torinesi” in posizioni secondarie, non operative. E’ una fusione paritaria tra Fca e Psa oppure i francesi di Peugeot hanno preso in mano il timone del nuovo gruppo? Chi ha comprato chi? Giuseppe Berta, storico dell’economia, ospite di Memos, sostiene che «la guida operativa ed esecutiva del nuovo gruppo sarà nelle mani dell’amministratore delegato di PSA, Carlos Tavares». In altre parole è come se Fca fosse stata comprata da Psa. John Elkann preferisce i giornali alle auto? «Direi piuttosto che Elkann – racconta il professor Berta - vuole trasformare Exor in una holding di partecipazioni: non più un modello di capitalismo industriale di gestione diretta, ma un capitalismo che si limita ad amministrare i risultati finanziari». Ospite della puntata di Memos anche Barbara Tibaldi, della segreteria nazionale della Fiom-Cgil e testimone degli ultimi vent’anni di storia dell’industria dell’auto torinese.
Agnelli-Elkann, la famiglia preferisce i giornali all’auto? Dopo il colpo di mano con cui ha cambiato i vertici dei giornali del gruppo Gedi (di sua proprietà), John Elkann è apparso meno determinato nella fusione Fca-Psa. Le ultime mosse sul futuro cda di Stellantis (il gruppo che nascerà a marzo 2021) vedono i “torinesi” in posizioni secondarie, non operative. E’ una fusione paritaria tra Fca e Psa oppure i francesi di Peugeot hanno preso in mano il timone del nuovo gruppo? Chi ha comprato chi? Giuseppe Berta, storico dell’economia, ospite di Memos, sostiene che «la guida operativa ed esecutiva del nuovo gruppo sarà nelle mani dell’amministratore delegato di PSA, Carlos Tavares». In altre parole è come se Fca fosse stata comprata da Psa. John Elkann preferisce i giornali alle auto? «Direi piuttosto che Elkann – racconta il professor Berta - vuole trasformare Exor in una holding di partecipazioni: non più un modello di capitalismo industriale di gestione diretta, ma un capitalismo che si limita ad amministrare i risultati finanziari». Ospite della puntata di Memos anche Barbara Tibaldi, della segreteria nazionale della Fiom-Cgil e testimone degli ultimi vent’anni di storia dell’industria dell’auto torinese.
1. Covid, aeroporti. Claudio Jampaglia intervista Walter Bergamaschi, direttore ATS Milano. 2. Vanda Bonardo, responsabile Legambiente Alpi: la Carovana dei Ghiacciai, presentazione dati su scioglimento ghiacciai alpini. 3. Mario Draghi al Meeting dell’Amicizia. Da Rimini l’inviata di Repubblica (e corrispondente da Berlino) Tonia Mastrobuoni. 4. La morte di Cesare Romiti. L’intervista a Giuseppe Berta di Andrea Monti. 5. Elezioni regionali. Il Veneto, con il politologo Paolo Feltrin, dell’università di Trieste. Micap: cosa deve fare Sala alle elezioni della prossima primavera, ricandidarsi o lasciare?
1. Covid, aeroporti. Claudio Jampaglia intervista Walter Bergamaschi, direttore ATS Milano. 2. Vanda Bonardo, responsabile Legambiente Alpi: la Carovana dei Ghiacciai, presentazione dati su scioglimento ghiacciai alpini. 3. Mario Draghi al Meeting dell’Amicizia. Da Rimini l’inviata di Repubblica (e corrispondente da Berlino) Tonia Mastrobuoni. 4. La morte di Cesare Romiti. L’intervista a Giuseppe Berta di Andrea Monti. 5. Elezioni regionali. Il Veneto, con il politologo Paolo Feltrin, dell’università di Trieste. Micap: cosa deve fare Sala alle elezioni della prossima primavera, ricandidarsi o lasciare?
Giuseppe Berta, Univ. Bocconi ; Leonardo Becchetti, Univ. Tor Vergata ; Andrea Giuricin, Univ. Bicocca .
Detroit, come molte città che hanno subito un profondo processo di deindustrializzazione, ha vissuto un periodo di degrado urbano connotato da forti tensioni razziali - racconta Giuseppe Berta, parlando del suo libro "Detroit. Viaggio nella città degli estremi" (Il Mulino, 252 p., € 16,00). Anche se Detroit non è più da tempo la capitale dell'automobile, l'industria legata alla mobilità, coniugata con la digitalizzazione, ha comunque un ruolo rilevante nell'economia della città. I cambiamenti più importanti sono avvenuti però nel tessuto sociale delle città, e oggi Detroit può essere considerata il simbolo di una nuova condizione esistenziale, e dunque rappresenta un osservatorio ideale sulla politica americana - conclude Berta. RECENSIONI "Il Natale di Francesco" di Enzo Fortunato (Edizioni San Paolo, 144 p., € 25,00) "Francesco e il sultano" di Piero Damosso e Enzo Fortunato (Edizioni San Paolo, 180 p., € 16,00) "Francesco e il sultano" di Ernesto Ferrero (Einaudi, 208 p., € 18,50) "Francesco, un'altra storia" di Chiara Frugoni (Marietti 1820, 88 p., € 14,00) "Apparecchiare la santità. Il cibo nella predicazione di papa Francesco" di Pierluigi Plata (Libreria Editrice Vaticana, 134 p., € 12,00) IL CONFETTINO "Storie in cinque minuti. Aspettando il Natale" di Olivier Dupin (Jaca Book, 64 p., € 16,00)
Dopo l'annuncio della fusione tra Fca e Psa ci si interroga quali conseguenze possa portare quest'operazione per gli stabilimenti piemontesi: lo abbiamo chiesto a Giuseppe Berta, docente di storia dell'industria all'Università Bocconi di Milano, a Dario Gallina, presidente dell'Unione industriale di Torino e a Edi Lazzi, segretario provinciale di Fiom Cgil
Tramonta l'ipotesi di fusione tra Renault e Fca, intervista a Giuseppe Berta. Le crisi industriali italiane e il ruolo del governo, intervista a Maurizio Landini. Decine di arresti per mafia e spaccio nel foggiano, il commento del sociologo Leonardo Palmisano. (prima parte)
Tramonta l'ipotesi di fusione tra Renault e Fca, intervista a Giuseppe Berta. Le crisi industriali italiane e il ruolo del governo, intervista a Maurizio Landini. Decine di arresti per mafia e spaccio nel foggiano, il commento del sociologo Leonardo Palmisano. (prima parte)
BlueTec Termini Imerese, arresto vertici: con Roberto Mastrosimone (Fiom), sindaco Francesco Giunta e Giuseppe Berta, storico dell'industria, Blitz contro la ndrangheta in Veneto: con Monica Andolfatto (Il Gazzettino) e Claudio Cordova (Il Dispaccio) (prima parte)
BlueTec Termini Imerese, arresto vertici: con Roberto Mastrosimone (Fiom), sindaco Francesco Giunta e Giuseppe Berta, storico dell'industria, Blitz contro la ndrangheta in Veneto: con Monica Andolfatto (Il Gazzettino) e Claudio Cordova (Il Dispaccio) (prima parte)
L'ISTITUTO PER LA RICOSTRUZIONE INDUSTRIALE raccontato da Giuseppe Berta
Italia, economia ferma: con l'economista Giuseppe Berta, Le testimonianze dai luoghi più colpiti dai nubifragi, Movimento 5 Stelle: intervista senatore De Falco (prima parte)
Italia, economia ferma: con l'economista Giuseppe Berta, Le testimonianze dai luoghi più colpiti dai nubifragi, Movimento 5 Stelle: intervista senatore De Falco (prima parte)
Una svolta nella transizione verso l'auto elettrica. Il voto del parlamento europeo di due giorni fa accelera l'uscita dai combustibili fossili. Il provvedimento approvato impone una riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030, con l'obiettivo intermedio del 20% entro il 2025. Inoltre la norma prevede dei vincoli per le aziende: i veicoli elettrici o ibridi devono diventare entro il 2030 il 35% delle auto nuove vendute da ciascun costruttore. Memos ne ha parlato oggi con Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, e Giuseppe Berta, storico dell'economia all'università Bocconi. Il “messaggio nella bottiglia” di oggi è stato curato dalla scrittrice e giornalista Paola Natalicchio sulla scuola e la disabilità. Ospite anche il professor Nando dalla Chiesa che ci ha raccontato le ragioni di un importante riconoscimento ottenuto dall'Osservatorio sulla criminalità organizzata dell'università Statale di Milano: è stato scelto dall'Onu come osservatore alla prossima conferenza sulla criminalità organizzata di Vienna.
Una svolta nella transizione verso l’auto elettrica. Il voto del parlamento europeo di due giorni fa accelera l’uscita dai combustibili fossili. Il provvedimento approvato impone una riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030, con l’obiettivo intermedio del 20% entro il 2025. Inoltre la norma prevede dei vincoli per le aziende: i veicoli elettrici o ibridi devono diventare entro il 2030 il 35% delle auto nuove vendute da ciascun costruttore. Memos ne ha parlato oggi con Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, e Giuseppe Berta, storico dell’economia all’università Bocconi. Il “messaggio nella bottiglia” di oggi è stato curato dalla scrittrice e giornalista Paola Natalicchio sulla scuola e la disabilità. Ospite anche il professor Nando dalla Chiesa che ci ha raccontato le ragioni di un importante riconoscimento ottenuto dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’università Statale di Milano: è stato scelto dall’Onu come osservatore alla prossima conferenza sulla criminalità organizzata di Vienna.
Una svolta nella transizione verso l’auto elettrica. Il voto del parlamento europeo di due giorni fa accelera l’uscita dai combustibili fossili. Il provvedimento approvato impone una riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030, con l’obiettivo intermedio del 20% entro il 2025. Inoltre la norma prevede dei vincoli per le aziende: i veicoli elettrici o ibridi devono diventare entro il 2030 il 35% delle auto nuove vendute da ciascun costruttore. Memos ne ha parlato oggi con Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, e Giuseppe Berta, storico dell’economia all’università Bocconi. Il “messaggio nella bottiglia” di oggi è stato curato dalla scrittrice e giornalista Paola Natalicchio sulla scuola e la disabilità. Ospite anche il professor Nando dalla Chiesa che ci ha raccontato le ragioni di un importante riconoscimento ottenuto dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’università Statale di Milano: è stato scelto dall’Onu come osservatore alla prossima conferenza sulla criminalità organizzata di Vienna.
Dai viaggi prenotati via internet alle casse automatiche al supermercato. Sono sempre di più i lavori che si possono svolgere senza l'aiuto di esseri umani. Ma è proprio vero che per ogni posto di lavoro cancellato dall'automazione se ne creeranno altrettanti di migliore qualità? Parliamo di futuro con il prof. Giuseppe Berta, storico dell'economia all'università Bocconi a cui abbiamo chiesto se i robot ci ruberanno il lavoro.
Imma D'Amico sul decennale strage Castel Volturno, Giuseppe Berta su dati industria italiana, Maria D'Amico su inchiesta Ponzano Romano per corruzione. (prima parte)
Imma D'Amico sul decennale strage Castel Volturno, Giuseppe Berta su dati industria italiana, Maria D'Amico su inchiesta Ponzano Romano per corruzione. (prima parte)
Giuseppe Di Marco, redazione economica del Grr ; Giuseppe Berta, storico dell'Italia industriale Università Bocconi di Milano ; Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl ; Eric Sylvers, Wallstreet Journal Italia .
Maurizio Crosetti, La Repubblica ; Giuseppe Berta, storico dell'Italia industriale Università di Bocconi di Milano ; Marco Ferrante, giornalista e scrittore .
Raffaele Guariniello, già Procuratore capo vicario di Torino ; Ezio Mauro, già direttore di Repubblica ; Prof. Giuseppe Berta, storico dell'Italia industriale, Università Bocconi di Milano ; Antonio Boccuzzi, l'unico sopravvissuto all'incidente.
Prof. Giuseppe Berta, storico dell'Italia industriale, Università Bocconi di Milano ; Antonio Boccuzzi, l'unico sopravvissuto all'incidente ; Avv. Maria Giovannone, responsabile ufficio salute e sicurezza Anmil ; Maurizio Sacconi, Sen. AP, presidente Commissione lavoro e previdenza del Senato.
LA NASCITA DELLA MONTEDISON raccontata da Giuseppe Berta
La “Grande Recessione” è iniziata dieci anni fa. Tutto cominciò negli Stati Uniti con la crisi dei mutui ad alto rischio, trasformati in titoli spazzatura e venduti a mani basse sui mercati finanziari. Il 19 luglio del 2007 l'allora capo della Fed, la banca centrale americana, Ben Bernanke ammise per la prima volta che la crisi dei subprime avrebbe “chiaramente provocato delle perdite”. Bernanke, durante un'audizione alla commissione bancaria del Senato statunitense, riportò alcune stime di queste perdite: tra i 50 e i 100 miliardi di dollari. Due anni dopo, nel 2009, le stime sui costi della crisi per le banche erano già diventate superiori di oltre 30 volte. A dieci anni di distanza dall'inizio della Grande Recessione negli Stati Uniti, qual è il conto pagato dall'Italia? Memos ha ospitato oggi lo storico Giuseppe Berta e la statistica sociale Linda Laura Sabbadini. A dieci anni da quel luglio del 2007 in Italia si parla ancora di banche. Banche travolte dalla crisi globale, ma anche in diversi casi dalla malagestione clientelare locale. Ieri è stata approvata definitivamente dal parlamento la Commissione d'inchiesta sul sistema bancario italiano. Montepaschi, Etruria, CariFerrara, CariChieti, Banca Marche sono alcune delle banche di cui la commissione dovrà occuparsi. Ma quello delle banche è solo uno degli aspetti della crisi di questi dieci anni. Gli altri riguardano l'industria italiana decimata, il lavoro parcellizzato tra stabili e precari, la società frammentata dalle disuguaglianze. E poi l'espansione, anche a causa della crisi, del potere economico delle organizzazioni mafiose. Proprio oggi ne ha parlato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti nella sua relazione annuale.
La “Grande Recessione” è iniziata dieci anni fa. Tutto cominciò negli Stati Uniti con la crisi dei mutui ad alto rischio, trasformati in titoli spazzatura e venduti a mani basse sui mercati finanziari. Il 19 luglio del 2007 l’allora capo della Fed, la banca centrale americana, Ben Bernanke ammise per la prima volta che la crisi dei subprime avrebbe “chiaramente provocato delle perdite”. Bernanke, durante un’audizione alla commissione bancaria del Senato statunitense, riportò alcune stime di queste perdite: tra i 50 e i 100 miliardi di dollari. Due anni dopo, nel 2009, le stime sui costi della crisi per le banche erano già diventate superiori di oltre 30 volte. A dieci anni di distanza dall’inizio della Grande Recessione negli Stati Uniti, qual è il conto pagato dall’Italia? Memos ha ospitato oggi lo storico Giuseppe Berta e la statistica sociale Linda Laura Sabbadini. A dieci anni da quel luglio del 2007 in Italia si parla ancora di banche. Banche travolte dalla crisi globale, ma anche in diversi casi dalla malagestione clientelare locale. Ieri è stata approvata definitivamente dal parlamento la Commissione d’inchiesta sul sistema bancario italiano. Montepaschi, Etruria, CariFerrara, CariChieti, Banca Marche sono alcune delle banche di cui la commissione dovrà occuparsi. Ma quello delle banche è solo uno degli aspetti della crisi di questi dieci anni. Gli altri riguardano l’industria italiana decimata, il lavoro parcellizzato tra stabili e precari, la società frammentata dalle disuguaglianze. E poi l’espansione, anche a causa della crisi, del potere economico delle organizzazioni mafiose. Proprio oggi ne ha parlato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti nella sua relazione annuale.
La “Grande Recessione” è iniziata dieci anni fa. Tutto cominciò negli Stati Uniti con la crisi dei mutui ad alto rischio, trasformati in titoli spazzatura e venduti a mani basse sui mercati finanziari. Il 19 luglio del 2007 l’allora capo della Fed, la banca centrale americana, Ben Bernanke ammise per la prima volta che la crisi dei subprime avrebbe “chiaramente provocato delle perdite”. Bernanke, durante un’audizione alla commissione bancaria del Senato statunitense, riportò alcune stime di queste perdite: tra i 50 e i 100 miliardi di dollari. Due anni dopo, nel 2009, le stime sui costi della crisi per le banche erano già diventate superiori di oltre 30 volte. A dieci anni di distanza dall’inizio della Grande Recessione negli Stati Uniti, qual è il conto pagato dall’Italia? Memos ha ospitato oggi lo storico Giuseppe Berta e la statistica sociale Linda Laura Sabbadini. A dieci anni da quel luglio del 2007 in Italia si parla ancora di banche. Banche travolte dalla crisi globale, ma anche in diversi casi dalla malagestione clientelare locale. Ieri è stata approvata definitivamente dal parlamento la Commissione d’inchiesta sul sistema bancario italiano. Montepaschi, Etruria, CariFerrara, CariChieti, Banca Marche sono alcune delle banche di cui la commissione dovrà occuparsi. Ma quello delle banche è solo uno degli aspetti della crisi di questi dieci anni. Gli altri riguardano l’industria italiana decimata, il lavoro parcellizzato tra stabili e precari, la società frammentata dalle disuguaglianze. E poi l’espansione, anche a causa della crisi, del potere economico delle organizzazioni mafiose. Proprio oggi ne ha parlato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti nella sua relazione annuale.
Un intero gruppo dirigente sotto inchiesta, con accuse pesanti. La procura di Milano sta indagando sugli ex vertici del Sole 24 Ore per falso in bilancio e appropriazione indebita. I nomi sono quelli dell'ormai ex direttore Roberto Napoletano, degli ex vertici societari Benito Benedini e Donatella Treu. Il Sole 24 Ore è il gruppo editoriale di Confindustria. E' la corazzata di carta, e digitale, da cui gli industriali hanno lanciato negli anni strali e diktat. Verso la politica, i sindacati, le istituzioni accusati a turno di ritardi, inefficienze, di non comprendere le esigenze delle imprese. Ora quella corazzata è scossa dalle fondamenta. Gli ultimi sviluppi dell'inchiesta dei pm di Milano rivelano quanto meno gravi episodi di “mala gestione”. I giornalisti, in sciopero ad oltranza negli ultimi giorni, hanno chiesto ai vertici del gruppo di evitare “soluzioni confuse”. Sotto gli occhi di tutti c'è un sistema di potere confindustriale che si sgretola e una lotta per la successione che sembra essere già iniziata. La coppia Vincenzo Boccia (presidente Confindustria) e Roberto Napoletano (ex direttore del Sole 24 Ore) è insidiata da un gruppo di ex, tra cui Alberto Bombassei e Alberto Vacchi, entrambi ex candidati alla presidenza di Confindustria negli anni anni scorsi. Nuovi equilibri politici e soluzioni imprenditoriali per il gruppo del Sole 24 Ore vanno comunque ancora tutti trovati. ..A Memos sono stati ospiti oggi il giornalista della Stampa Paolo Colonnello, cronista da anni a Palazzo di Giustizia di Milano; e Giuseppe Berta, storico, insegna all'Università Bocconi.
Un intero gruppo dirigente sotto inchiesta, con accuse pesanti. La procura di Milano sta indagando sugli ex vertici del Sole 24 Ore per falso in bilancio e appropriazione indebita. I nomi sono quelli dell’ormai ex direttore Roberto Napoletano, degli ex vertici societari Benito Benedini e Donatella Treu. Il Sole 24 Ore è il gruppo editoriale di Confindustria. E’ la corazzata di carta, e digitale, da cui gli industriali hanno lanciato negli anni strali e diktat. Verso la politica, i sindacati, le istituzioni accusati a turno di ritardi, inefficienze, di non comprendere le esigenze delle imprese. Ora quella corazzata è scossa dalle fondamenta. Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta dei pm di Milano rivelano quanto meno gravi episodi di “mala gestione”. I giornalisti, in sciopero ad oltranza negli ultimi giorni, hanno chiesto ai vertici del gruppo di evitare “soluzioni confuse”. Sotto gli occhi di tutti c’è un sistema di potere confindustriale che si sgretola e una lotta per la successione che sembra essere già iniziata. La coppia Vincenzo Boccia (presidente Confindustria) e Roberto Napoletano (ex direttore del Sole 24 Ore) è insidiata da un gruppo di ex, tra cui Alberto Bombassei e Alberto Vacchi, entrambi ex candidati alla presidenza di Confindustria negli anni anni scorsi. Nuovi equilibri politici e soluzioni imprenditoriali per il gruppo del Sole 24 Ore vanno comunque ancora tutti trovati. ..A Memos sono stati ospiti oggi il giornalista della Stampa Paolo Colonnello, cronista da anni a Palazzo di Giustizia di Milano; e Giuseppe Berta, storico, insegna all’Università Bocconi.
Un intero gruppo dirigente sotto inchiesta, con accuse pesanti. La procura di Milano sta indagando sugli ex vertici del Sole 24 Ore per falso in bilancio e appropriazione indebita. I nomi sono quelli dell’ormai ex direttore Roberto Napoletano, degli ex vertici societari Benito Benedini e Donatella Treu. Il Sole 24 Ore è il gruppo editoriale di Confindustria. E’ la corazzata di carta, e digitale, da cui gli industriali hanno lanciato negli anni strali e diktat. Verso la politica, i sindacati, le istituzioni accusati a turno di ritardi, inefficienze, di non comprendere le esigenze delle imprese. Ora quella corazzata è scossa dalle fondamenta. Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta dei pm di Milano rivelano quanto meno gravi episodi di “mala gestione”. I giornalisti, in sciopero ad oltranza negli ultimi giorni, hanno chiesto ai vertici del gruppo di evitare “soluzioni confuse”. Sotto gli occhi di tutti c’è un sistema di potere confindustriale che si sgretola e una lotta per la successione che sembra essere già iniziata. La coppia Vincenzo Boccia (presidente Confindustria) e Roberto Napoletano (ex direttore del Sole 24 Ore) è insidiata da un gruppo di ex, tra cui Alberto Bombassei e Alberto Vacchi, entrambi ex candidati alla presidenza di Confindustria negli anni anni scorsi. Nuovi equilibri politici e soluzioni imprenditoriali per il gruppo del Sole 24 Ore vanno comunque ancora tutti trovati. ..A Memos sono stati ospiti oggi il giornalista della Stampa Paolo Colonnello, cronista da anni a Palazzo di Giustizia di Milano; e Giuseppe Berta, storico, insegna all’Università Bocconi.
Domani a Washington il giuramento di Donald Trump, il nuovo presidente degli Stati Uniti. Dopodomani a Coblenza in Germania, il vertice dei leader delle destre xenofobe e nazionaliste europee: ci saranno la francese Marine Le Pen, la tedesca Frauke Petry, l'olandese Geert Wilders e il leghista Salvini. Due eventi lontani, quasi contemporanei. Cosa li tiene insieme? Cosa c'è in comune tra i leader della destra estrema europea e Trump? A Memos risponde Piero Ignazi, professore di politica comparata all'Università di Bologna. Come cambieranno le relazioni economiche internazionali con l'arrivo Trump? Quale sarà il ruolo dell'Europa? Lo storico Giuseppe Berta a Memos racconta come Trump cercherà di costruire un nuovo asse economico tra Stati Uniti, Russia e Gran Bretagna.
Domani a Washington il giuramento di Donald Trump, il nuovo presidente degli Stati Uniti. Dopodomani a Coblenza in Germania, il vertice dei leader delle destre xenofobe e nazionaliste europee: ci saranno la francese Marine Le Pen, la tedesca Frauke Petry, l’olandese Geert Wilders e il leghista Salvini. Due eventi lontani, quasi contemporanei. Cosa li tiene insieme? Cosa c’è in comune tra i leader della destra estrema europea e Trump? A Memos risponde Piero Ignazi, professore di politica comparata all’Università di Bologna. Come cambieranno le relazioni economiche internazionali con l’arrivo Trump? Quale sarà il ruolo dell’Europa? Lo storico Giuseppe Berta a Memos racconta come Trump cercherà di costruire un nuovo asse economico tra Stati Uniti, Russia e Gran Bretagna.
Domani a Washington il giuramento di Donald Trump, il nuovo presidente degli Stati Uniti. Dopodomani a Coblenza in Germania, il vertice dei leader delle destre xenofobe e nazionaliste europee: ci saranno la francese Marine Le Pen, la tedesca Frauke Petry, l’olandese Geert Wilders e il leghista Salvini. Due eventi lontani, quasi contemporanei. Cosa li tiene insieme? Cosa c’è in comune tra i leader della destra estrema europea e Trump? A Memos risponde Piero Ignazi, professore di politica comparata all’Università di Bologna. Come cambieranno le relazioni economiche internazionali con l’arrivo Trump? Quale sarà il ruolo dell’Europa? Lo storico Giuseppe Berta a Memos racconta come Trump cercherà di costruire un nuovo asse economico tra Stati Uniti, Russia e Gran Bretagna.
Ospiti: MIchael Drissen, politologo della John Cabot university, Giuseppe Berta, docente di Storia Economica alla Bocconi di Milano, Alberto Bagnai, docente di politica economica all'Università D'Annunzio di Pescara
con: PIETRO REICHLIN (docente di Macroeconomia alla Luiss di Roma), DINO PESOLE (editorialista de Il Sole 24 Ore), VALERIO DE STEFANO (giurista e ricercatore all'International Labour Office), GIUSEPPE BERTA (docente ordinario della Bocconi di Milano)
La Fiat 600 raccontata da Guiseppe Berta
Enzo Ferrari raccontato da Giuseppe Berta
L'AZIENDA GIAPPONESE HONDA raccontata da Giuseppe Berta
Conduce Giancarlo Loquenzi,scheda di Daniela Mecenate. Ospiti: Sen.Massimo Mucchetti (Pd), Prof. Giuseppe Berta (storico dell'industria).
Conduce Giancarlo Loquenzi,scheda di Daniela Mecenate. Ospiti: Sen.Massimo Mucchetti (Pd), Prof. Giuseppe Berta (storico dell'industria),ascoltatori.
ADRIANO OLIVETTI raccontato da Giuseppe Berta
Guida un governo di larghe intese come se così non fosse; non è un parlamentare ma è il leader del primo partito in Italia. Renzi prosegue nello stato di eccezione a cui è costretta la politica italiana. Quanto può durare? "Dura finchè fa delle cose", sostiene Elisabetta Gualmini, politologa e presidente della Fondazione Istituto Cattaneo. Stato di eccezione in politica e recessione economica. Per Giuseppe Berta, storico all'Università Bocconi "purtroppo - dice - non si vedono segnali del cambiamento radicale di politica economica e fiscale che sarebbero necessari oggi in Europa".
Guida un governo di larghe intese come se così non fosse; non è un parlamentare ma è il leader del primo partito in Italia. Renzi prosegue nello stato di eccezione a cui è costretta la politica italiana. Quanto può durare? "Dura finchè fa delle cose", sostiene Elisabetta Gualmini, politologa e presidente della Fondazione Istituto Cattaneo. Stato di eccezione in politica e recessione economica. Per Giuseppe Berta, storico all'Università Bocconi "purtroppo - dice - non si vedono segnali del cambiamento radicale di politica economica e fiscale che sarebbero necessari oggi in Europa".
Guida un governo di larghe intese come se così non fosse; non è un parlamentare ma è il leader del primo partito in Italia. Renzi prosegue nello stato di eccezione a cui è costretta la politica italiana. Quanto può durare? "Dura finchè fa delle cose", sostiene Elisabetta Gualmini, politologa e presidente della Fondazione Istituto Cattaneo. Stato di eccezione in politica e recessione economica. Per Giuseppe Berta, storico all'Università Bocconi "purtroppo - dice - non si vedono segnali del cambiamento radicale di politica economica e fiscale che sarebbero necessari oggi in Europa".
HENRY FORD raccontato da Giuseppe Berta