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Friuli Venezia Giulia parte 3 - Spendieren Sie einen Cafè (1€)? Donate a coffee (1€)? https://ko-fi.com/italianoChiacchierata con Anna sulle bellezze della regione a nord est dell'Italia Luisa: Ciao Anna ben tornata, come stai? Anna: Bene bene cara, sono ritornata ieri e ancora piena di emozioni e ... come promesso ti vorrei parlare ancora di alcune città friulane, molto interessanti e bellissime.Luisa: Ah dove sei stata di bello questa volta?Anna: Eh sono stata in un sacco di posti meravigliosi e vorrei cominciare a raccontarti di Trieste, la città capoluogo del Friuli ed è strano perché questa è una città più austriaca che italiana. Già quando vedi i grandi palazzi a Trieste, le stradine strette, e quando visiti il borgo teresiano, che è stato costruito come centro commerciale a metà del 18esimo secolo dall'imperatrice Maria Teresa e poi il borgo Giuseppino, costruito alla fine del 18esimo secolo dall'imperatore Giuseppe II (figlio di Maria Teresa) subito ti viene in mente, la città di Vienna.La grande cultura dei caffè, tutto questo ricorda molto più Vienna che una città italiana....The full transcript of this Episode is available via "Luisa's learn Italian Premium", Premium is no subscription and does not incur any recurring fees. You can just shop for the materials you need or want and shop per piece. Prices start at 0.20 Cent (i. e. Eurocent). - das komplette Transcript / die Show-Notes zu allen Episoden sind über Luisa's Podcast Premium verfügbar. Den Shop mit allen Materialien zum Podcast finden Sie unterhttps://premium.il-tedesco.itLuisa's Podcast Premium ist kein Abo - sie erhalten das jeweilige Transscript/die Shownotes sowie zu den Grammatik Episoden Übungen die Sie "pro Stück" bezahlen (ab 25ct). https://premium.il-tedesco.itMehr info unter www.il-tedesco.it bzw. https://www.il-tedesco.it/premiumMore information on www.il-tedesco.it or via my shop https://www.il-tedesco.it/premium
A partire dall'analisi del celebre confronto musicale tra Wolfgang Amadeus Mozart e Muzio Clementi, avvenuto alla corte imperiale di Vienna il 24 dicembre 1781, si riflette sul ruolo del giudizio estetico e musicale nella società attuale.
Federico il Grande, Maria Teresa e Giuseppe II, Caterina II: vediamo cosa fecero, in concreto, i grandi sovrani illuminati europei nel Settecento.
Commento al Vangelo di Mt 1, 16-24 di don Domenico Bruno.Visita www.annunciatedaitetti.it e seguici su YouTube, Telegram https://t.me/annunciatedaitetti eInstagram e ascolta la web-radio su www.rdon.it.Ecco tutti i link:https://linktr.ee/Annunciatedaitetti
VIDEO: The Renegade - Trailer italiano ufficiale ➜ https://www.youtube.com/watch?v=JRVZplbCFE8&list=PLolpIV2TSebXA9xYikH3yOYlHE6Ls-eQCTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6643GLI ABUSI SUBITI DAI CATTOLICI IRLANDESI di Rino CammilleriIn Italia siamo abituati all'eversione dei titoli di film stranieri, ma di solito si tratta di traduzioni strampalate o di autentiche levate d'ingegno (il massimo lo si raggiunse col Jeremiah Johnson diventato Corvo rosso non avrai il mio scalpo, del 1972, di Sidney Pollack con Robert Redford, da subito un cult). Ma questa volta si sono superati: Black 47 è diventato The renegade. Sempre inglese e col merito di non far capire più niente. Il «rinnegato», infatti, è proprio l'opposto, e diciamo subito perché.Il film narra di Martin Feeney, un irlandese che, per mangiare, si è arruolato nell'esercito britannico ed ha combattuto in Afghanistan e in India. Torna a casa nel 1847 anno che è «nero» (Black 47) per due motivi. Gli occupanti inglesi, che trattano gli irlandesi papisti come feccia, hanno introdotto la tassa sugli affitti, che i lord latifondisti intendono scaricare sugli affittuari. Così, chi non può pagare viene sfrattato. La cerimonia consiste nello scoperchiare i tetti di paglia rendendo le case (già catapecchie) inabitabili. Per giunta, in quel fatale anno, la malattia delle patate, principale quando non unico alimento di quel disgraziato popolo, aggiunge la morte per fame. Si calcola un milione di morti e altrettanti emigrati in America. Mentre il poco grano che c'è viene dirottato verso l'Inghilterra.Il nostro reduce trova sua cognata e i figlioletti scalzi in pieno inverno (non hanno neanche le scarpe), sua madre è morta di febbri perché senza medicine, suo fratello è stato impiccato in quanto cercava di opporsi allo sfratto. Qualcuno a questo punto ricorderà che questo film l'avevo già recensito qui due anni fa, quando uscì. Ma allora avevo dovuto vederlo in lingua originale e fare acrobazie di interpretazione perché nel film gli irlandesi parlano tra loro in gaelico (cosa che autorizza un giudice inglese a condannare uno che neanche sa di cosa lo si incolpa). Solo adesso è uscito doppiato in italiano e lo ri-consiglio perché è davvero bello. Tra i protagonisti c'è Hugo Weawing, già Elrond re degli Elfi ne Il Signore degli Anelli e anche, con la maschera del papista Guy Fawkes, in V for vendetta), che è stato compagno d'armi del reduce e ora, da poliziotto, deve dargli la caccia. Infatti, quando Feeney trova la cognata e i suoi nipotini morti assiderati nella casa privata del tetto, capisce che deve farsi giustizia da solo.In una scena si vede un funerale con bara "ecologica": per risparmiare legno, i morti di serie B (cioè gli irlandesi) vengono portati sulla fossa comune in una bara il cui fondo si apre lasciando cadere il cadavere e può essere riutilizzata. Questa cosa è storica e non avveniva solo in Irlanda, ma perfino nell'impero austriaco dell'«illuminato» Giuseppe II. In un'altra scena gli affamati (cioè i più) possono lucrare di una scodella di zuppa calda offerta da un pastore protestante. A patto che prima recitino l'atto d'abiura nei confronti del cattolicesimo, sennò nisba.Anche il nostro Sud, col Risorgimento, subì trattamenti del genere e qualche film nostrano lo ammette. Salvo, però, mostrare che le ragioni e i torti devono essere equamente divisi, e via salvando la mitologia nazionale. Nel film irlandese no: i cattivi sono solo gli inglesi senza se senza ma. Perché è questa la verità, e i numeri della loro emigrazione parlano chiaro. Solo quelli della nostra non parlano affatto, e i sudisti devono continuare ad applaudire una forma statale che per loro è stata solo una camicia da forza. Gli irlandesi sono riusciti a sfilarsi la loro perché non hanno mai dimenticato di averla. Vabbè, pace. Ma non perdetelo, il film, è davvero bello.
Ripresa. Il despota a servizio del filosofo: Maria Teresa d'Austria. Giuseppe II. Il caso di Pietro Leopoldo di Toscana
Montesquieu. Cesare Beccaria. Il filosofo a servizio del despota: Federico II di Prussia. Caterina II di Russia. Il despota a servizio del filosofo: Maria Teresa d'Austria. Giuseppe II
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6644IL TERZO LIBRO SULL'AUSTRIA CATTOLICA di Rino CammilleriEd eccoci all'atteso (almeno da me) terzo e ultimo volume de Il prato alto. III. Speranza (Solfanelli, pp. 290, €. 18) di Emilio & Maria Antonietta Biagini, che conclude la storia dell'Austria cattolica narrata nientemeno che a partire dalla preistoria. Con ricchezza di chicche e dettagli anche tecnici (uno degli autori è un geografo accademico) si dipana la vicenda degli Adler (aquila in tedesco), il tutto condito dalla benedetta virtù dell'umorismo che dovrebbe essere dote di ogni cattolico (san Tommaso d'Aquino biasimava chi ne era privo), come Chesterton, Tolkien e Waugh insegnano.Si tratta di uno dei più bei romanzi che io abbia mai letto. In quest'ultimo ho appreso, per esempio, che il principe Eugenio di Savoia (che si firmava Eugenio von Savoie, usando le tre lingue del Sacro Romano Impero) alla decisiva battaglia di Zenta contro i turchi indossò una corazza in cui sul cuore stava la Magna Mater Austriae venerata nel santuario nazionale di Mariazell. Quel condottiero, ammiratissimo da Napoleone, con un pugno di uomini riuscì a liberare tutta l'Ungheria e pure Sarajevo, tanto che le truppe gli dedicarono il famoso canto Prinz Eugen, il cui testo trovate integrale a p. 29. Grazie a lui l'Impero raggiunse la massima estensione, mai più eguagliata. E a spese degli ottomani.Ma venne Giuseppe II e abolì ogni forma di culto «puramente esteriore» o «a sfondo superstizioso». A decidere che cosa fosse esteriore e superstizioso, però, «erano i massoni che stavano intorno alla corona». Così, «ne fecero le spese i Passionspiele, quelle innocenti e commoventi rappresentazioni della Passione di Nostro Signore così amate specialmente nel Tirolo». Anticipando i decreti napoleonici quel sovrano «illuminato» ordinò il Begräbninsordnung, cioè la sepoltura in bare riciclabili che avrebbero fatto «la gioia dei moderni ambientalisti, beoti adoratori della natura invece che di Dio»: il fondo della bara si apriva, il morto cadeva nella fossa e la bara poteva essere riusata. Eh, difficilmente i novatori scansano il ridicolo.E venne Napoleone, e fucilò un libraio di Norimberga reo di aver diffuso un libro contro l'occupazione francese: «Un altro trionfo della "liberté"». Come commenta uno degli Adler costretto a trasformare la sua locanda in un bordello per il ristoro degli occupanti, «non c'è nessun tradimento degli ideali rivoluzionari, perché gli ideali sono proprio quelli: sangue, morte, saccheggio, violenza, stupri. Non vogliono altro. Il resto è solo specchietti per le allodole».E finalmente arrivò Waterloo. Ma, attenzione. Il fulcro della battaglia fu la fattoria «La Belle Allliance», nel Belgio francofono. Là si incontrarono i due comandanti della coalizione antinapoleonica Wellington, inglese, e Blücher, prussiano. Invece il fatale scontro prese il nome di Waterloo, un villaggio dei paraggi in cui non era successo assolutamente nulla. Solo che «quel nome fiammingo, pronunciato dagli inglesi "uoterluu", suonava così inglese e oscurava il contributo decisivo dei prussiani. Evidentemente, nell'euforia della vittoria, gli snob britannici non si avvidero che «loo» nella loro lingua sta per «cesso» e «water» acqua. Insomma, lo sciacquone. Contenti loro... Be' lo spazio ci impedisce di proseguire. Ma leggetelo, il libro dei Biagini, vi assicuro che ne vale la pena.
VIDEO: The Renegade - Trailer italiano ufficiale ➜ https://www.youtube.com/watch?v=JRVZplbCFE8&list=PLolpIV2TSebXA9xYikH3yOYlHE6Ls-eQCTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6643GLI ABUSI SUBITI DAI CATTOLICI IRLANDESI di Rino CammilleriIn Italia siamo abituati all'eversione dei titoli di film stranieri, ma di solito si tratta di traduzioni strampalate o di autentiche levate d'ingegno (il massimo lo si raggiunse col Jeremiah Johnson diventato Corvo rosso non avrai il mio scalpo, del 1972, di Sidney Pollack con Robert Redford, da subito un cult). Ma questa volta si sono superati: Black 47 è diventato The renegade. Sempre inglese e col merito di non far capire più niente. Il «rinnegato», infatti, è proprio l'opposto, e diciamo subito perché.Il film narra di Martin Feeney, un irlandese che, per mangiare, si è arruolato nell'esercito britannico ed ha combattuto in Afghanistan e in India. Torna a casa nel 1847 anno che è «nero» (Black 47) per due motivi. Gli occupanti inglesi, che trattano gli irlandesi papisti come feccia, hanno introdotto la tassa sugli affitti, che i lord latifondisti intendono scaricare sugli affittuari. Così, chi non può pagare viene sfrattato. La cerimonia consiste nello scoperchiare i tetti di paglia rendendo le case (già catapecchie) inabitabili. Per giunta, in quel fatale anno, la malattia delle patate, principale quando non unico alimento di quel disgraziato popolo, aggiunge la morte per fame. Si calcola un milione di morti e altrettanti emigrati in America. Mentre il poco grano che c'è viene dirottato verso l'Inghilterra.Il nostro reduce trova sua cognata e i figlioletti scalzi in pieno inverno (non hanno neanche le scarpe), sua madre è morta di febbri perché senza medicine, suo fratello è stato impiccato in quanto cercava di opporsi allo sfratto. Qualcuno a questo punto ricorderà che questo film l'avevo già recensito qui due anni fa, quando uscì. Ma allora avevo dovuto vederlo in lingua originale e fare acrobazie di interpretazione perché nel film gli irlandesi parlano tra loro in gaelico (cosa che autorizza un giudice inglese a condannare uno che neanche sa di cosa lo si incolpa). Solo adesso è uscito doppiato in italiano e lo ri-consiglio perché è davvero bello. Tra i protagonisti c'è Hugo Weawing, già Elrond re degli Elfi ne Il Signore degli Anelli e anche, con la maschera del papista Guy Fawkes, in V for vendetta), che è stato compagno d'armi del reduce e ora, da poliziotto, deve dargli la caccia. Infatti, quando Feeney trova la cognata e i suoi nipotini morti assiderati nella casa privata del tetto, capisce che deve farsi giustizia da solo.In una scena si vede un funerale con bara "ecologica": per risparmiare legno, i morti di serie B (cioè gli irlandesi) vengono portati sulla fossa comune in una bara il cui fondo si apre lasciando cadere il cadavere e può essere riutilizzata. Questa cosa è storica e non avveniva solo in Irlanda, ma perfino nell'impero austriaco dell'«illuminato» Giuseppe II. In un'altra scena gli affamati (cioè i più) possono lucrare di una scodella di zuppa calda offerta da un pastore protestante. A patto che prima recitino l'atto d'abiura nei confronti del cattolicesimo, sennò nisba.Anche il nostro Sud, col Risorgimento, subì trattamenti del genere e qualche film nostrano lo ammette. Salvo, però, mostrare che le ragioni e i torti devono essere equamente divisi, e via salvando la mitologia nazionale. Nel film irlandese no: i cattivi sono solo gli inglesi senza se senza ma. Perché è questa la verità, e i numeri della loro emigrazione parlano chiaro. Solo quelli della nostra non parlano affatto, e i sudisti devono continuare ad applaudire una forma statale che per loro è stata solo una camicia da forza. Gli irlandesi sono riusciti a sfilarsi la loro perché non hanno mai dimenticato di averla. Vabbè, pace. Ma non perdetelo, il film, è davvero bello.
Le riforme di Maria Teresa e Giuseppe II d'Asburgo
Festa teatrale scritta d’ordine sovrano in Vienna, e rappresentata la prima volta con musica dell’Hasse nella cesarea corte con superbo apparato, alla presenza degli augustissimi regnanti, per l’incoronazione della Sacra Reale Maestà di Giuseppe II re de’ Romani, l’anno 1764. Dall’incipit del libro: CORO Da’ placidi riposi De’ tuoi soggiorni ondosi Mostrati, Egeria, a noi, […]
Festa teatrale scritta d'ordine sovrano in Vienna, e rappresentata la prima volta con musica dell'Hasse nella cesarea corte con superbo apparato, alla presenza degli augustissimi regnanti, per l'incoronazione della Sacra Reale Maestà di Giuseppe II re de' Romani, l'anno 1764.
Divisione della Sera in Vespro e Notte - La delusione storica (le riforme di Giuseppe II, l'autoritarismo e il privilegiamento delle scienze, l'allontanamento dalla militanza civile) - Parini e il Neoclassicismo - Trama del Vespro e della Notte - La sfiducia nelle istanze riformistiche (polemica antinobiliare più sfumata, scomparsa della volontà pedagogica) - Gli aspetti neoclassici (accentuarsi del classicismo, la sintassi e il lessico). --- Send in a voice message: https://anchor.fm/gabriele-peretti/message
Hofburg di Vienna - Appartamenti imperiali, Museo di Sisi, Museo delle argenterie
Questa stanza, che per ultimo funse da salotto di ricevimento per l’imperatore Carlo I, è adorna di preziosi arazzi della manifatture parigine dei Gobelins, intessuti nel 1772 e 1776, per i cui medaglioni erano stati presi a modello dei dipinti di François Boucher. Anche i mobili, il paravento e il parafuoco sono ricoperti di arazzi. L’ensemble fa parte dei doni offerti dal re di Francia Luigi XVI al cognato, l’imperatore Giuseppe II. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Hofburg di Vienna - Appartamenti imperiali, Museo di Sisi, Museo delle argenterie
Il Museo delle argenterie deve al duca Carlo Alessandro di Lorena un‘interessante e ricca collezione di porcellane dell‘Estremo Oriente che risalgono al 1700 ca. Carlo Alessandro era il fratello minore dell‘imperatore Francesco Stefano, consorte di Maria Teresa. Nel 1744 egli sposò l‘unica sorella di Maria Teresa, Maria Anna. Dopo le nozze, la giovane coppia si trasferì a Bruxelles dove Carlo Alessandro divenne reggente dei Paesi Bassi. Egli si diede ad un intenso collezionismo, che lo condusse però anche ad indebitarsi. Alla sua morte il suo lascito fu amministrato dal nipote, l‘imperatore Giuseppe II, che fece mettere all‘asta gran parte della collezione di Bruxelles. Le preziose porcellane Imari andarono però alla corte di Vienna. Alcuni dei pezzi che si sono conservati rappresentano un‘interessante simbiosi fra la cultura europea e quella dell‘Estremo Oriente. Si tratta di porcellane giapponesi e cinesi montate da argentieri europei e adattate al nuovo uso a corte. Ne fanno parte fra l‘altro piatti e vasi montati in argento. Le pitture azzurre, rosse e dorate presentano i colori caratteristici della porcellana giapponese di quell‘epoca, così chiamata dal nome del porto d‘esportazione di Imari. Il centrotavola a forma di paesaggio rupestre è presumibilmente lavoro di argentieri viennesi. Attraverso i fori praticati nel tronco d‘argento dell‘albero fuoriuscivano i vapori delle essenze per suffimigi, e anche i frutti di smalto cinese celavano al loro interno essenze profumate. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Hofburg di Vienna - Appartamenti imperiali, Museo di Sisi, Museo delle argenterie
Nel 1777 l‘imperatore Giuseppe II si recò in visita presso la sorella, la regina francese Maria Antonietta. Al suo ritorno egli portò da Sèvres 500 preziosi manufatti di porcellana, fra cui il servizio da tavola verde mela e quattro magnifiche zuppiere, tre delle quali si sono conservate nel Museo delle argenterie. La zuppiera rotonda per la zuppa detta „oglio“ e le due zuppiere da minestra poggiano con quattro piedi incurvati su dei piattini. La decorazione plastica dorata di spighe intrecciate e frutti, prodotti della terra, fiori, uova, frutti di mare nonché attrezzi da giardinaggio e agricoli, dipinti nei medaglioni, alludono alla fertilità e al lavoro nei campi, che reca frutto. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Schloß Schönbrunn - Gli Appartamenti imperiali al piano nobile
I ritratti qui esposti raffigurano gli imperatori asburgici a partire dalla fine del Settecento: Leopoldo II, figlio di Maria Teresa, che succedette al fratello Giuseppe II; accanto a lui vedete suo figlio Francesco, ultimo imperatore del Sacro Romano Impero. Nel 1806 egli si vide costretto a sciogliere il Sacro Romano Impero a causa delle guerre napoleoniche e proclamò l’Impero d‘Austria. Così Francesco II assunse il nome di Francesco I, primo imperatore d‘Austria. Seguendo la tradizione asburgica, Francesco II/I diede in moglie la primogenita Maria Luisa a Napoleone, mentre la secondogenita Leopoldina andò sposa all’imperatore del Brasile; sul cavalletto davanti a voi vedete un ritratto di Leopoldina. Gli altri dipinti ritraggono l‘imperatore Ferdinando e la moglie Maria Anna. Ferdinando era il primogenito dell‘imperatore Francesco, e veniva affettuosamente chiamato dal popolo “Ferdinando il buono”. Era epilettico e incapace di regnare. Il vero e proprio sovrano della monarchia austriaca era a quell’epoca il cancelliere di stato Metternich, che veniva soprannominato il “cocchiere d’Europa” poiché guidava con grande abilità e diplomazia le sorti della politica europea. www.schoenbrunn.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Schloß Schönbrunn - Gli Appartamenti imperiali al piano nobile
La Stanza Vieux-Laque fu trasformata in sala commemorativa da Maria Teresa alla morte improvvisa del suo amato marito Francesco Stefano, avvenuta nel 1765. Nel rivestimento di noce furono montati dei pannelli di lacca nera originari di Pechino, che furono ornati di cornici dorate. Dalla morte del marito Francesco Stefano in poi Maria Teresa non avrebbe mai più deposto le vesti vedovili. Nel libro di preghiere dell’imperatrice fu rinvenuto alla sua morte un foglietto sul quale aveva pedissequamente annotato i tempi felici del suo matrimonio, conteggiandoli persino in ore. Maria Teresa commissionò per questa stanza commemorativa tre dipinti: al centro vedete Francesco Stefano I in un ritratto eseguito da Pompeo Batoni. Lo stesso pittore eseguì anche il duplice ritratto di Giuseppe II e del fratello Leopoldo, realizzato nel 1769 a Roma. Giuseppe, raffigurato sulla destra, era all‘epoca già imperatore. Sul tavolo davanti a Giuseppe, ritratto in piedi sulla destra, poggia una copia dell‘«Esprit des lois» di Montesquieu, una delle principali opere dell‘Illuminismo, delle cui idee fu pervaso l‘operato riformatore del giovane imperatore. www.schoenbrunn.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.