Fino al 1918 l’immenso complesso del palazzo imperiale che sorge nel cuore di Vienna fu il centro politico della monarchia. Oggi la Hofburg di Vienna assolve la medesima funzione per l’Austria democratica. Quei luoghi in cui un tempo l’imperatore Giuseppe II ideò il suo rivoluzionario programma di r…
Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
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Dopo il crollo della monarchia nel 1918 vari reparti dell‘immenso Governo della casa imperiale, ormai abbandonati, furono unificati nella Camera delle argenterie e dei servizi di corte, e dal 1923 in poi furono aperti al pubblico, con oggetti della collezione di porcellane e delle Credenze, Cantine, Cucine e Lavanderie di corte. Durante la visita scoprirete i mille aspetti dell‘ex Governo della casa imperiale, familiarizzandovi con le tradizioni conviviali asburgiche. Vedete qui pentole, paioli, pignatte e stampi di rame che danno un‘idea di quanto svariate e numerose fossero le necessità nelle Cucine di corte: le marmitte per il pesce rombo, i bollitori dell‘acqua, le pentole per cuocere gli asparagi, i paioli per la zuppa detta „oglio“, i bracieri nella cavità del cui coperchio c‘erano i tizzoni ardenti per la diffusione del calore dall‘alto: la foggia del pentolame documenta le innumerevoli incombenze e mansioni che comportava una corte di quasi 5000 persone. Gli stampi di rame delle forme più svariate venivano utilizzati per le gelatine, le galantine, il pan di Spagna, le creme, il nougat, e naturalmente per la ciambella imperiale, il Gugelhupf, e ci danno un‘idea dell‘arte delle Credenze e Pasticcerie di corte. A quei tempi il rame era molto usato per il pentolame nelle case dell‘aristocrazia e dell‘alta borghesia. Aveva il vantaggio di essere un buon conduttore di calore, ma a contatto con i cibi ad alto tenore di acidità si formava il verderame, sostanza velenosa. Per questo le pentole dovevano essere stagnate e si doveva sorvegliare di continuo l‘integrità della zincatura. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Nella prima sala dell‘antica Camera delle argenterie e dei servizi da tavola di corte, con le bacheche di quercia originali dell‘epoca, vedete alcuni pezzi unici o parti di servizi delle antiche manifatture viennesi, ungheresi e boeme e sanitari in porcellana boema bianco e oro. Da notare anche i bei servizi di bicchieri di diverse molature della ditta Lobmeyr di Vienna. Nei bicchieri color verde si servivano i vini del Reno. Nella vetrina al centro della sala sono esposte le posate d‘argento imperiali, tuttora utilizzate nei banchetti ufficiali durante le visite di stato. Stephan Mayerhofer fornì il primo grande servizio prima del 1837, in seguito l‘incarico fu affidato alla ditta Mayerhofer und Klinkosch, e infine passò al fornitore di corte Joseph Karl Klinkosch. Si noti il motivo sui manici delle posate, un decoro detto „Fiedel- und Fadenmuster“ filettato a forma di violino, tuttora molto diffuso. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Nella vetrina al centro sono esposti alcuni pezzi delle Lavanderie imperiali. Fino al 1872 la biancheria di corte era contrassegnata da vari timbri e dal colore giallo. Soltanto in seguito si passò a ricamarvi monogrammi e corone. La biancheria da bagno e da letto era un tempo esclusivamente in lino bianco finissimo. Soltanto verso la fine dell‘Ottocento si aggiunsero gli asciugamani di picchè, e in seguito di tessuto a spugna inglese. I vari servizi di porcellana nelle vetrine evidenziano l‘evoluzione del gusto nel corso del tempo. Ai primi dell‘Ottocento le stoviglie per tutti i giorni subirono poche trasformazioni formali durante il regno di Francesco I e Ferdinando I, erano di semplice porcellana bianca con un bordo d‘oro liscio. Soltanto l‘aquila imperiale è il segno distintivo della moda dell‘epoca o della mano dell‘artista che aveva eseguito il disegno. Nella vetrina a sinistra del corridoio che conduce nella prossima sala vedete alcuni pezzi del „servizio delle visite di stato“, fino a poco tempo fa utilizzato nei banchetti di stato come servizio di rappresentanza. Ma di questo parleremo in seguito. Sotto la monarchia portava il nome di „Hofform“, e veniva utilizzato per i pranzi della famiglia imperiale. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Elisabetta fu la prima della famiglia imperiale austriaca a farsi costruire nel 1876 una propria stanza da bagno che rispondeva ai criteri attuali. Prima di allora non esistevano camere da bagno di tipo moderno. Anche dopo il 1876 la maggior parte dei membri della corte dovette accontentarsi di servizi sanitari formati da bacinelle, brocche, catinelle per lavarsi i piedi, bacinelle per farsi la barba, portasapone, vasi da notte, eccetera eccetera. I servizi non erano uniformi. La maggior parte era di porcellana bianca decorata da un bordo dorato e dall‘aquila imperiale. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Notevole è lo straordinario servizio inglese da dessert che Elisabetta donò all‘imperatore Francesco Giuseppe per il casino di caccia di Offensee. Creato nel 1870 da William Coleman, il servizio è adorno di disegni naturalistici di insetti, uccelli, fauna marina e flora. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Il servizio Grand Vermeil è senz‘altro uno dei più pregevoli della Camera delle argenterie di corte. Questo capolavoro dell‘oreficeria francese era formato in origine dai vari pezzi per 40 coperti. Intorno al 1850 alcuni argentieri viennesi furono incaricati di integrarlo a 140 coperti. Oggi questo magnifico servizio comprende 4500 pezzi e pesa oltre 1 tonnellata. E‘ realizzato in argento dorato a caldo, detto „vermeil“ in francese. E‘ interessante anche la storia del servizio, strettamente collegata all‘ascesa e alla caduta di Napoleone. Probabilmente il magnifico servizio fu commissionato da Eugène de Beauharnais, figliastro di Napoleone, nel 1808. L‘esecuzione fu affidata agli orafi Martin-Guillaume Biennais, di Parigi, e Eugenio Brusa, milanese. Il servizio era destinato alla corte di Milano, di cui Beauharnais fu vicerè nel 1805-1814/15. Appena realizzato, il servizio fu portato a Milano, ma dopo la caduta di Napoleone, il Regno Lombardo-Veneto fu annesso all‘Austria. Il Congresso di Vienna decretò che l‘imperatore Francesco acquistasse il servizio a Eugène de Beauharnais. In occasione delle nozze con Carolina Augusta, sua quarta moglie, Francesco fece portare il servizio a Vienna nel 1816, dopo avervi fatto sostituire lo stemma napoleonico di re d‘Italia con quello dell‘imperatore Francesco I. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
In quest‘ultima sala dell‘antica sezione dell‘ex Camera delle argenterie di corte sono presentati nella vetrina centrale piatti d‘argento, vassoi, scodelle, casseruole e zuppiere che ci danno un‘idea delle dimensioni dei servizi d‘argento usati a corte tutti i giorni. Le stoviglie di argento massiccio recano l‘aquila imperiale e colpiscono per l‘eleganza sobria e discreta. Il motivo per cui i piatti d‘argento erano tanto numerosi è che alla corte viennese si pranzava esclusivamente in stoviglie d‘argento o d‘oro. A lungo la porcellana, che dal 1710 si produceva anche in Europa, venne utilizzata soltanto per le minestre e i dessert. Si continuava invece a servire tutte le altre pietanze in piatti d‘argento. Soltanto nel corso dell‘Ottocento nei pranzi di carattere privato si affermò l‘uso dei servizi di porcellana. Nelle vetrine laterali si conservano decorazioni da tavola dorate: i centrotavola da dessert e i candelabri di bronzo dorato provenienti dal centrotavola francese nuovo, che vedrete più tardi. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Lo storico servizio da tavola detto „Hofform“, che è stato adoperato nei banchetti ufficiali sino al 2000, quindi ben oltre la fine della monarchia, fu realizzato dalle Manifatture di porcellane di Vienna. I piatti d‘argento fino ad allora in uso alla mensa a corte vennero degradati durante la repubblica a „segnaposto“. Le pietanze venivano servite invece durante la repubblica nel servizio di porcellana detto „delle visite di stato“. Il servizio dal fondo bianco è ornato da un delicato bordo dorato dal decoro a puntini con aquila bicipite in nero, rosso e oro. La sua peculiarità tecnica sta nel fatto che la decorazione fu eseguita sulla porcellana mediante la tecnica litografica della stampa ad oro e a colori, inventata nel 1855. Alla pittura eseguita a mano subentrava così la produzione in serie razionalizzata. Le posate d‘argento di J.C. Klinkosch e i bicchieri della ditta J. & L. Lobmeyr completavano il servizio delle visite di stato. Coronava la decorazione il tovagliolo sapientemente piegato „in stile imperiale“, che in ciascuna delle cavità della piega ospitava un panino. Questa piegatura dei tovaglioli era autorizzata soltanto nei pranzi di corte cui fosse presente l‘imperatore, ed era un segreto ben custodito, tramandato oralmente soltanto a poche persone selezionate. Tuttora questa piegatura dei tovaglioli può essere utilizzata soltanto nelle visite di stato di teste coronate e presidenti, ed esistono soltanto due persone che ne conoscono il segreto, e non lo rivelano a nessuno! www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Per raggiungere la villa „Achilleion“, che si era fatta costruire sull‘isola greca di Corfù, l‘imperatrice Elisabetta era solita viaggiare sullo yacht „Miramare“. La nave era attrezzata di un servizio da tavola, appositamente realizzato, con posate di alpacca, ossia di metallo inargentato. Il decoro del servizio faceva parte della gamma offerta all‘epoca dalla fabbrica metallurgica di Arthur Krupp a Berndorf. L‘unica allusione alla destinazione regale è lo stemma inciso con il delfino coronato dalla corona imperiale. Sul retro della vetrina vedete altri pezzi decorati dal celebre delfino, che divenne l‘emblema di tutti gli oggetti destinati al soggiorno dell‘imperatrice in Grecia. Le posate d‘argento qui esposte, opera di un argentiere triestino, erano destinate all‘ Achilleion. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
In occasione dell‘incoronazione dell‘imperatore Ferdinando a re del Regno Lombardo Veneto nel 1838, fu commissionato il monumentale centrotavola milanese. Si tratta del servizio formato dal numero maggiore di pezzi conservato nel Museo delle argenterie, e può esser composto a formare un insieme lungo trenta metri con ripiani specchiati. Sulla parte centrale vedete le statue allegoriche della Lombardia, con la corona murale e la cornucopia, e di Venezia, con il leone di San Marco e il corno dogale; sull‘orlo del ripiano si alternano geni danzanti e candelabri. Guardando questo imponente centrotavola ci si riesce ad immaginare la magnificenza della sontuosa tavola imperiale, che veniva inoltre decorata di lussureggianti bouquet di fiori, addobbi di frutta e confetteria. La decorazione figurativa classicheggiante del centrotavola rimanda alla tradizione barocca degli addobbi da tavola, che a seconda delle occasioni conviviali alludevano ad esempio agli elementi del cielo mitologico, all‘arte bellica o all‘amore. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Una tradizione aulica secolare voleva che ogni anno il giovedì santo l‘imperatore e l‘imperatrice compissero il rituale della lavanda dei piedi a 12 uomini e 12 donne, in memoria di Cristo che umilmente aveva eseguito la lavanda dei piedi degli apostoli. Per la cerimonia si sceglievano vegliardi in stato d‘indigenza che dopo esser stati sottoposti ad una scrupolosa visita medica ed essersi accuratamente lavati, si presentavano a corte il Giovedì Santo. Dopo la lavanda dei piedi e dopo aver gustato i cibi tradizionali della Quaresima, gli anziani scelti per il rito ricevevano in dono una brocca con coperchio in terracotta, piena di vino bianco, una coppa d‘argento con l‘aquila bicipite e la sigla dell‘anno, alcune vettovaglie e una borsa con 30 monete d‘argento, a simbolo dei denari di Giuda, il traditore di Cristo. I due servizi da lavabo dorati furono realizzati dai migliori argentieri di Augusta nel Settecento. Venivano utilizzati per i battesimi degli Asburgo, durante l‘abluzione rituale delle mani nel cerimoniale detto della „tavola pubblica“ e nel rito della lavanda dei piedi a Pasqua. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Il servizio da dessert già denominato „Servizio di Laxenburg“ fu ordinato nel 1824 presso le Manifatture viennesi in occasione delle nozze fra l‘arciduca Francesco Carlo e la principessa reale Sofia di Baviera, i genitori del futuro imperatore Francesco Giuseppe. Alla fine del Settecento l‘imperatore Francesco I, padre dello sposo, aveva fatto costruire a Laxenburg presso Vienna una residenza estiva della famiglia imperiale, il castello di Franzensburg, concepito come un monumento alla dinastia asburgica. Le sculture a grandezza naturale, i dipinti, gli stemmi e le vetrate alle finestre celebravano l‘apoteosi della storia di famiglia. L‘idea della celebrazione dinastica si ritrovava anche sulle stoviglie, come si può vedere. Oltre agli stemmi e ai ritratti degli antichi sovrani asburgici e delle loro consorti, 60 piatti con vedute di castelli e fortezze della monarchia austro-ungarica decantano romanticamente il passato. Non è un caso che le forme neogotiche del centrotavola ricordino anche reliquiari, calici eucaristici ed altre suppellettili sacre. Allo scioglimento del Sacro Romano Impero nel 1806 l‘imperatore Francesco s‘impegnò a compensare la perdita della dignità sacra dell‘impero della nazione germanica e a legittimare la sacralità e continuità della dinastia asburgica nel nuovo impero ereditario austriaco. Pertanto persino ai piatti con i ritratti degli antenati veniva attribuito carattere quasi liturgico, con aspirazione all‘eternità. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Questo servizio giunse a Vienna dal castello Miramare presso Trieste, ex residenza dell‘arciduca Ferdinando Massimiliano, futuro imperatore Massimiliano del Messico. L‘arciduca era il fratello minore di Francesco Giuseppe. Nel 1854 egli assunse il comando supremo della “k. k. Marine” (Marina imperial-regia). Nel 1864 divenne imperatore del Messico, ma non riuscì ad affermarsi nel suo nuovo impero. Fu catturato dal repubblicano Benito Juarez, che lo fece poi giustiziare nel 1867 secondo la legge marziale. Durante la visita degli Appartamenti imperiali ascolterete maggiori informazioni al riguardo. Il servizio da tavola fu realizzato dalle Manifatture di porcellana Herend in Ungheria, che si erano dapprima specializzate nella copia di modelli cinesi. Massimiliano aveva ordinato il servizio nel 1865 per la sua residenza di Chapultepek. A Moritz Fischer, il proprietario delle Manifatture, fu concesso di presentare il servizio all‘esposizione mondiale di Parigi del 1867 come reclame per la ditta Herend. Quando terminò l‘esposizione Massimiliano era già morto, per cui il servizio non arrivò mai in Messico. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Il servizio da tavola bianco-dorato fu acquistato nel 1851 per l‘imperatore Ferdinando. Ferdinando, soprannominato dal popolo „il Buono“, rinunciò al trono nei frangenti della rivoluzione borghese del 1848 a favore del giovane nipote Francesco Giuseppe, e si trasferì nel castello di Praga, dove visse appartato fino alla morte, avvenuta nel 1875. Per il palazzo di Praga egli ordinò presso le Manifatture Thun di Klösterle in Boemia questo Servizio da tavola bianco-dorato. Il decoro del servizio era all‘epoca attualissimo. Alla metà del secolo il gusto aveva subito un‘evoluzione. Alle linee sobrie e severe del Biedermeier era subentrato un linguaggio formale più morbido, fluido. Il ricco decoro dorato era consono alla ricerca di pompa feudale, che si avvertiva sempre più anche alla corte imperiale di Vienna. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Uno dei primi acquisti per il giovane Francesco Giuseppe, insediatosi dopo la rivoluzione del 1848, fu nel 1850/51 il cosiddetto „centrotavola francese nuovo“, commissionato a Parigi. Questi addobbi da tavola di bronzo dorato superano di gran lunga tutti gli altri centrotavola per la magnificenza e la decorazione. Gli enormi candelabri sono formati da una struttura riccamente decorata di viticci e rocailles, e sono animati da putti che giocano, selvaggina e uccelli che sbattono le ali. Si era reso necessario un centrotavola grande come questo perché il giovane Francesco Giuseppe era solito invitare a scadenza regolare i suoi consulenti e ministri ai pranzi di corte. Per volere dell‘arciduchessa Sofia, a corte si ripresero le forme barocche e rococò, la qual cosa si rispecchia soprattutto negli arredi dell‘Appartamento. Questo ritorno al mondo feudale non si arrestò neanche di fronte alle suppellettili da tavola. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Il servizio dai nastri verdi fu un pregevole dono del re di Francia Luigi XV all‘imperatrice Maria Teresa. Voleva essere il segno di un primo avvicinamento tra la Francia e l‘Austria dopo le Guerre di successione, che avevano causato tante perdite. I nastri verdi intrecciati sono la principale decorazione del vasellame che si orienta formalmente ai manufatti dell‘oreficeria barocca. I nastri sono intercalati da delicate scene rococò ispirate ai dipinti di François Boucher. Raffigurano allegorie dell‘amore, della poesia, della musica, della pittura e della scultura oppure contengono allusioni alla letteratura universale, da Omero a Molière. Il servizio è un magnifico esempio della straordinaria eleganza dei manufatti realizzati nelle regie Manifatture francesi di porcellane di Sèvres, fondate nel 1738. E‘ realizzato in porcellana tenera speciale, più fragile, ma che grazie alla bassa temperatura di cottura consentiva di ottenere una particolare lucentezza dei colori. Il verde brillante di questo servizio era stato creato poco tempo prima. Soltanto per il dono a Maria Teresa fu utilizzato in un decoro a nastro doppio incrociato. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Nel 1777 l‘imperatore Giuseppe II si recò in visita presso la sorella, la regina francese Maria Antonietta. Al suo ritorno egli portò da Sèvres 500 preziosi manufatti di porcellana, fra cui il servizio da tavola verde mela e quattro magnifiche zuppiere, tre delle quali si sono conservate nel Museo delle argenterie. La zuppiera rotonda per la zuppa detta „oglio“ e le due zuppiere da minestra poggiano con quattro piedi incurvati su dei piattini. La decorazione plastica dorata di spighe intrecciate e frutti, prodotti della terra, fiori, uova, frutti di mare nonché attrezzi da giardinaggio e agricoli, dipinti nei medaglioni, alludono alla fertilità e al lavoro nei campi, che reca frutto. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
La piegatura fantasiosa dei tovaglioli è un‘arte antica ma che purtroppo sta scomparendo. Le creazioni complicate a forma di ventagli, pesci, conchiglie, cigni, anatre o fiori erano in auge soprattutto agli inizi del barocco come addobbi da tavola. Si possono realizzare soltanto a condizione che il tovagliolo sia di lino finissimo e misuri determinate dimensioni. Il tovagliolo imperiale, ideale per esser piegato, misura 1m x 1m. Ma esiste ancora un‘infinità di varianti secentesche per queste creazioni artistiche. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Il Servizio dorato è il servizio di porcellana più sfarzoso della corte imperiale. Tutti i pezzi del servizio per dodici sono rivestiti di oro levigato e parzialmente dorati anche all‘interno e sul fondo. I delicati ornamenti di oro matto s‘ispirano a fregi decorativi dell‘antichità classica. Il Servizio dorato è un capolavoro delle Manifatture di porcellane viennesi, e fu realizzato nel 1814. L‘acquisto si era reso necessario poiché il vasellame d‘oro, consono all‘uso a corte, era stato fuso e monetato durante la guerra contro Napoleone. Quando in occasione di un soggiorno dell‘imperatore Francesco a Parigi nel 1814 si prospettò che sarebbe stato organizzato a Vienna un grande congresso delle potenze europee, fu allora commissionato il servizio presso le Manifatture viennesi. Quantomeno all‘apparenza, per il rituale detto della „tavola pubblica“, si era così trovato un sostituto per il servizio d‘oro, che era stato monetato. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
A Meissen fu fondata nel 1710 la prima (e a lungo migliore) Manifattura europea di porcellane. Il Servizio di Meissen, realizzato intorno al 1775, è interamente cosparso di magnifici motivi floreali. La foggia del servizio è un pregevole esempio di „classicismo barocco“. Mentre le zuppiere panciute con il pomello a forma di frutto sembrano ancora nel segno del barocco, il cestino traforato da frutta appartiene già al classicismo, con la sua predilezione per il tesoro formale dell‘antichità classica. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Il Centrotavola francese antico fu commissionato a Parigi nel 1838 in occasione dell‘incoronazione a Milano dell‘imperatore Ferdinando a re del Regno Lombardo Veneto. Non se conosce tuttavia il fabbricante. A corte era consuetudine tener nascoste le grandi commissioni all‘estero oppure sbrigarle tramite il Gran Maggiordomo, per non offendere gli artigiani viennesi. Il centrotavola è in bronzo dorato. I ripiani specchiati rettangolari riflettono la sera la luce delle candele dei candelabri. Gli addobbi figurativi e i viticci dalle forme sinuose, morbide, creano l‘impressione di sfarzo ed eleganza. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Dopo Meissen, nel 1718 fu fondata a Vienna la seconda manifattura di porcellane in Europa. Benché all‘epoca la porcellana fosse un oggetto costoso e ambito da collezionismo, alla mensa imperiale però, tranne per i dessert, veniva ancora disdegnata. Il suo accesso a corte intorno al 1800 fu dovuto fra l‘altro al fatto che le argenterie di corte erano state monetate in periodo di guerra. Nel 1803 l‘imperatore Francesco commissionò un servizio di porcellana di 120 pezzi per la mensa di corte, fra cui 60 piatti figurativi da dessert e 24 piatti fondi con vedute, di straordinaria qualità. I motivi scelti per il decoro erano allo stesso tempo patriottici e romantici. Fra le guarnizioni d‘oro i commensali ammiravano vulcani in eruzione, ghiacciai eterni o suggestivi scorci di architettura viennese: ogni piatto conteneva tre vedute provenienti da Austria, Svizzera e Italia, eseguite dai più insigni decoratori di porcellane sul modello di antiche incisioni. Per realizzare il servizio ci vollero cinque anni. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Nell‘atrio vedete alcuni cosiddetti „tamburi“, centrotavola di bronzo dorato su cui poggiavano i pasticcini, che addobbavano la mensa imbandita alla corte imperiale. Fanno parte del Centrotavola francese nuovo del giovane imperatore Francesco Giuseppe. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Il Museo delle argenterie deve al duca Carlo Alessandro di Lorena un‘interessante e ricca collezione di porcellane dell‘Estremo Oriente che risalgono al 1700 ca. Carlo Alessandro era il fratello minore dell‘imperatore Francesco Stefano, consorte di Maria Teresa. Nel 1744 egli sposò l‘unica sorella di Maria Teresa, Maria Anna. Dopo le nozze, la giovane coppia si trasferì a Bruxelles dove Carlo Alessandro divenne reggente dei Paesi Bassi. Egli si diede ad un intenso collezionismo, che lo condusse però anche ad indebitarsi. Alla sua morte il suo lascito fu amministrato dal nipote, l‘imperatore Giuseppe II, che fece mettere all‘asta gran parte della collezione di Bruxelles. Le preziose porcellane Imari andarono però alla corte di Vienna. Alcuni dei pezzi che si sono conservati rappresentano un‘interessante simbiosi fra la cultura europea e quella dell‘Estremo Oriente. Si tratta di porcellane giapponesi e cinesi montate da argentieri europei e adattate al nuovo uso a corte. Ne fanno parte fra l‘altro piatti e vasi montati in argento. Le pitture azzurre, rosse e dorate presentano i colori caratteristici della porcellana giapponese di quell‘epoca, così chiamata dal nome del porto d‘esportazione di Imari. Il centrotavola a forma di paesaggio rupestre è presumibilmente lavoro di argentieri viennesi. Attraverso i fori praticati nel tronco d‘argento dell‘albero fuoriuscivano i vapori delle essenze per suffimigi, e anche i frutti di smalto cinese celavano al loro interno essenze profumate. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Questo servizio di posate era usato personalmente da Maria Teresa. Era stato realizzato appositamente per lei e la accompagnava ovunque. Era composto da coltello, forchetta, forchetta per servirsi e cucchiaio, nonché da un portauovo, un cucchiaino da uovo con il manico appuntito per estrarre il midollo dalla carne e una saliera. E‘ in oro puro, e fu realizzato alla metà del Settecento. Soltanto verso la fine del Settecento si andarono affermando i servizi completi di posate per 12, 24, 36 persone o più. Il numero 12 si ispira al numero degli apostoli. I servizi omogenei di posate vennero a sostituire quelli personali, creati individualmente per i membri della famiglia imperiale. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Il fatto che non si siano praticamente conservati argenti da tavola di corte di epoche precedenti dipende da due motivi: innanzitutto le argenterie da tavola venivano regolarmente fuse e nuovamente lavorate non appena erano consumate o passate di moda, oppure quando il proprietario era a corto di fondi. Il motivo principale per cui i metalli preziosi alla fine del Settecento vennero monetati furono però le guerre napoleoniche, per il cui finanziamento vennero monetati quasi tutti gli oggetti in argento che si trovavano in Austria. Nemmeno le argenterie di corte fecero eccezione, e furono sacrificate a questo fine. I piatti d‘argento furono sostituiti dai servizi di porcellana delle Manifatture viennesi. Soltanto a partire dal 1830/35 si iniziò pian piano a riacquistare argenterie. L‘incarico fu affidato a Stefan Mayerhofer, e in seguito Mayerhofer & Klinkosch ovvero J. C. Klinkosch completarono il servizio, che venne notevolmente ad arricchirsi dopo le nozze di Francesco Giuseppe con la principessa Elisabetta di Baviera nel 1854. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Questo servizio da dessert delle Manifatture inglesi Minton era considerato uno dei pezzi forti all’esposizione mondiale di Londra nel 1851. Formato da 116 pezzi, il servizio da dessert di porcellana fu premiato con la maggiore onorificenza per la pregevolezza dell‘esecuzione. La regina inglese Vittoria lo acquistò e ne inviò una parte in dono all‘imperatore Francesco Giuseppe per amicizia. Questo fragile capolavoro dalle figurine di porcellana biscuit non smaltate, con i vasetti per la salsa all‘uovo inglese alla panna, non fu mai utilizzato a corte. La fragilità del materiale rendeva quest‘oggetto di lusso inutilizzabile a fini pratici. Terminata la visita del Museo delle argenterie, entrate adesso al piano principale della Hofburg in cui si trovano il Museo di Sisi e gli Appartamenti storici in cui risiedevano l‘imperatore Francesco Giuseppe ed Elisabetta. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Salendo lo scalone imperiale, dalle magnifiche decorazioni di stucco ad imitazione del marmo e vasi di bronzo dorato, si arriva al piano principale, come un tempo faceva anche Francesco Giuseppe. Per oltre 600 anni la Hofburg di Vienna fu la residenza della dinastia asburgica e quindi il centro del Sacro Romano Impero. Oltre a fungere da sede del governo e centro amministrativo, la Hofburg era soprattutto la residenza invernale della famiglia imperiale; dal Settecento in poi la corte infatti era solita trascorrere le estati al castello di Schönbrunn. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Nell‘aprile del 1854 la duchessa Elisabetta in Baviera, appena sedicenne, giunse a Vienna per sposare il cugino, l‘imperatore Francesco Giuseppe. Dopo le nozze ella si trasferì nel proprio appartamento nella Hofburg, immergendosi nel mondo imperiale della corte austriaca. Entrate adesso nel Museo di Sisi, e nelle prossime sei sale vivrete „Sisi, mito e realtà“. Si prega di considerare che a partire da questo punto è vietato fotografare. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Il 10 settembre 1898 una notizia sconvolse l‘Europa: l‘imperatrice Elisabetta d‘Austria è stata assassinata! La tragica morte di Elisabetta pose fine alla vita movimentata, infelice e spesso fraintesa, di una personalità fuori dal comune. Essa contribuì però decisamente anche alla nascita di un mito che Elisabetta aveva alimentato con il suo stile anticonvenzionale già vita natural durante. Ma come nacque il mito di Sisi? Andiamo alla ricerca della personalità dell‘imperatrice! www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
I ritagli di giornale sui due pannelli davanti a voi e alle vostre spalle s‘interrogano sull‘immagine che di Elisabetta avevano i giornalisti contemporanei. Essi mostrano chiaramente che, quando era viva, Elisabetta non era affatto la bella imperatrice amata ed osannata da tutti, che riempiva le copertine dei giornali. La verità è che sui giornali si parlava raramente di Elisabetta, che si era sottratta ben presto al proprio ruolo pubblico di imperatrice e che negli ultimi anni soltanto di rado soggiornava a Vienna. Poiché i giornali, all‘interno della monarchia, erano inoltre soggetti ad una severa censura, era praticamente impossibile professare apertamente una critica nei confronti dell‘imperatrice. Ad avere un ruolo molto più importante era Francesco Giuseppe, „il vecchio imperatore buono“, amatissimo dai suoi sudditi: era a lui che andavano tutte le simpatie. Lo dimostrano anche gli articoli di giornale che annunciano la morte dell‘imperatrice, in cui il cordoglio va soprattutto all‘imperatore che doveva sopportare un altro durissimo contraccolpo del destino. Soltanto dopo la tragica scomparsa di Elisabetta, si dipinse l‘immagine dell‘imperatrice buona, venerata e altruista, falsando quindi la verità. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Quando Elisabetta era viva, il pubblico si interessava assai poco per quella schiva imperatrice alquanto „strana“. Soltanto dopo la sua morte si riconobbero le opportunità di commercializzare la figura della bella imperatrice infelice, tragicamente scomparsa, che così fu tramandata ai posteri. Ben presto si diffusero innumerevoli immagini e monete commemorative ed altri oggetti ricordo dell‘imperatrice. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Dopo la morte di Elisabetta furono costruiti vari monumenti. Prima ancora che a Vienna, furono banditi due concorsi a Budapest nel 1901 e nel 1902 per un monumento ad Elisabetta. Queste attività, ed analoghe iniziative a Salisburgo, spinsero infine a fondare a Vienna un “comitato dei monumenti”. Fu l’imperatore a por fine alle controversie in merito alla ricerca di un’adeguata collocazione scegliendo il parco Volksgarten. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Le semplice figura in piedi per Salisburgo ispirò lo scultore viennese Hermann Klotz, che arricchì il suo modello di un particolare dinamico. La scultura “Sua Maestà che incede“ fu eseguita sia a grandezza naturale che come statua di piccolo formato. L’interpretazione di Klotz fu molto apprezzata. Una versione in piccolo formato decorava persino lo studio dell’imperatore, nel Castello di Schönbrunn. La scultura qui esposta a grandezza naturale fu donata alla Repubblica dall’arciduca Francesco Salvatore, genero dell’imperatrice. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
cinemaFurono le produzioni cinematografiche a fare di Elisabetta la „Sissi“ adorata e famosa in tutto il mondo. A questa fama contribuì soprattutto la trilogia di Sissi di Ernst Marischka, degli anni Cinquanta, che rese celebre la giovane Romy Schneider. Così nacque l‘immagine ancora attuale di quella „Sissi“ giovane, graziosa, spontanea che però coincide soltanto in parte con la vera personalità dell‘imperatrice Elisabetta. Avviciniamoci dunque all‘Elisabetta storica: www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Elisabetta nasce a Monaco di Baviera il 24 dicembre 1837. I suoi genitori erano il duca Massimiliano in Baviera e Ludovica, la figlia del re di Baviera. Sisi, come Elisabetta viene soprannominata in famiglia, somiglia in molte cose al padre: il duca,dai modi popolareggianti ama la natura, è appassionato cavallerizzo e adora viaggiare. Sisi visse con i suoi sette fratelli e sorelle un’infanzia libera e spensierata a Monaco e al castello di Possenhofen, sul lago di Starnberg, lontano dall‘etichetta, dal cerimoniale e dalle costrizioni della corte. Per tutta la vita fu molto legata al fratello Carlo Teodoro, di due anni più giovane, soprannominato “Gackel“ in famiglia. Nella vetrina a sinistra vedete un acquerello che mostra Elisabetta insieme al fratello. In questa sala vedete esposta una replica dell’abitino che Elisabetta indossa sull’acquerello. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Nell‘estate del 1853 Sisi accompagna a Bad Ischl la madre e la sorella maggiore Elena, soprannominata Néné, per festeggiare il ventitreesimo compleanno del cugino, il giovane imperatore Francesco Giuseppe. Ma il vero motivo del viaggio sono i progetti matrimoniali forgiati dalle madri dei due, che erano sorelle. Ma le cose non andranno così: Francesco Giuseppe s‘innamora perdutamente della quindicenne Sisi. Il 19 agosto si svolge la cerimonia del fidanzamento, Sisi è intimidita e ammutolita per essere al centro dell‘attenzione, Francesco Giuseppe invece è al settimo cielo. Anche sua madre, l‘arciduchessa Sofia, ha comprensione per l‘intimorita Sisi. Tra l‘altro non è affatto vero che si oppose alla scelta del figlio, come spesso si dice, al contrario, era contenta di vederlo così felice. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Dopo il fidanzamento a Ischl, Sisi fa ritorno in Baviera, dove iniziano immediatamente i preparativi per le nozze. Fra l‘altro Sisi viene preparata al futuro ruolo di imperatrice d‘Austria. Nel frattempo, crescono in Sisi il disagio e la paura della corte viennese. Ella si rende conto che con il suo fidanzamento nella splendida cornice di Bad Ischl ha varcato il palcoscenico della storia, rinunciando per questo alla sua libertà personale. Soltanto pochi abiti di Elisabetta si sono conservati fino ad oggi. Fra questi figura il celebre vestito che Elisabetta indossava durante la festa di addio al nubilato. Ne vedete qui una copia. L‘originale si trova nel Kunsthistorisches Museum, ma per motivi di conservazione non può più essere esposto. Elisabetta indossava quest‘abito insolito probabilmente in occasione del ballo d‘addio alla vigilia della sua partenza per Vienna. Sono interessanti soprattutto le decorazioni orientali sulla stola, su cui, accanto al simbolo del sultano, è ricamata un‘iscrizione in arabo che tradotta vuol dire: „O mio signore, che sogno magnifico“. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Con le nozze celebrate il 24 aprile 1854 ha inizio per Elisabetta una nuova fase della sua vita. Le celebrazioni e i festeggiamenti, gli sguardi che la fissano e le aspettative che sono state riposte in lei sono troppo per Elisabetta. Nel bel mezzo del primo ricevimento nelle vesti di neo-imperatrice, Elisabetta esausta scoppia in lacrime e fugge dalla sala. Dapprima Elisabetta cerca di soddisfare le aspettative in lei riposte. Nascono quattro figli, ma la maggiore, Sofia, muore alla tenera età di due anni. Elisabetta è disperata, ma deve reprimere i suoi veri sentimenti perché gli obblighi di rappresentanza devono avere la meglio sull’emotività. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Alla parete è appeso un dipinto di Georg Raab che ritrae l‘imperatrice in occasione dei festeggiamenti per le nozze d‘argento, nel 1879, con la celebre parure di rubini. La parure di rubini faceva parte dei gioielli della corona austriaca oggi non più esistenti; sulla stele accanto al dipinto vedete una ricostruzione della celebre parure. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
La giovane imperatrice soffre sempre più d‘insonnia, inappetenza e tosse persistente. Per prevenire una malattia ai polmoni i medici consigliano di inviarla a Madeira. Per la prima volta Sisi è di nuovo libera da ogni costrizione e si gode la vita lontano dagli obblighi di corte. Quando Elisabetta, dopo due anni di assenza, fa ritorno alla corte viennese, è avvenuta una vera e propria metamorfosi. La fanciulla graziosa ma timida e malinconica è divenuta una donna avvenente, orgogliosa e sicura di sé. A questo periodo risalgono anche i notissimi ritratti di Franz Xaver Winterhalter. Il più celebre è senza dubbio quello che vedete davanti a voi, che ritrae Elisabetta nell‘abito da ballo (detto abito delle stelle) nel 1865, con le celebri stelle di diamanti appuntate fra i capelli. Elisabetta possedeva una parure di 27 stelle di diamanti che in seguito lasciò in eredità a sua nipote, l’arciduchessa Elisabetta, figlia di Rodolfo. Nella stele di vetro è esposta una ricostruzione delle stelle di diamanti. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Sempre più spesso Elisabetta ricorre consapevolmente al potere che le dà la sua bellezza per var valere i propri interessi. Non è molto interessata alla politica attiva, e soltanto una volta si immischia nelle faccende di governo del marito per perorare la causa dell‘Ungheria. Elisabetta prova grande simpatia per il popolo ungherese, energico ed orgoglioso, soggetto ad un governo assolutista da quando è stata sedata la rivoluzione del 1849. Elisabetta diviene un‘ardente fautrice degli interessi ungheresi ed è in stretto contatto con i più insigni esponenti ungheresi. Senz‘altro va a lei gran parte del merito del compromesso firmato infine da Francesco Giuseppe, che riconosceva i diritti storici dell‘Ungheria e fondava la monarchia austro-ungarica. Nel 1867 si svolge la cerimonia dell‘incoronazione nella Chiesa di San Matteo a Budapest, durante la quale anche Elisabetta viene incoronata regina d‘Ungheria. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Dinanzi al ritratto di Elisabetta nell’abito dell’incoronazione a regina d’Ungheria, vedete un secondo abito. Si tratta di una replica dell’abito dell’incoronazione a regina d’Ungheria cucito dalla Maison Worth a Parigi. Quando dopo l’incoronazione Francesco Giuseppe ed Elisabetta escono dalla chiesa di San Matteo, migliaia di persone radunate li osannano “Eljen“. Elisabetta si ritira in fretta per cambiarsi d’abito: al posto del pesante abito con lo strascico indossa un vestito più semplice di morbido tulle. Nella stele accanto all’abito è esposta una ricostruzione dei gioielli dell’incoronazione a regina d’Ungheria, gli originali oggi non esistono più. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Elisabetta assolve soltanto di malavoglia i propri doveri di imperatrice. Gli obblighi di rappresentanza la molestano, il cerimoniale di corte le pesa, disdegna le rigide strutture gerarchiche e gli intrighi della corte viennese. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
L’imperatrice sfugge dalla vita a corte rifugiandosi nello sport, nei viaggi e nel culto della bellezza. Sin dall‘infanzia una delle maggiori passioni di Elisabetta è l‘equitazione. Già suo padre le aveva insegnato l‘equitazione acrobatica, e adesso l‘imperatrice si sottopone a severi allenamenti e diviene una delle migliori e più coraggiose amazzoni europee. Le sue cavalcate al galoppo sfrenato si spingono spesso ai limiti del possibile: incontriamo qui per la prima volta un aspetto della personalità di Elisabetta che di proposito si spingeva ad esplorare i propri limiti, fra l‘altro nell‘agonismo sportivo, mettendosi talvolta consapevolmente in situazioni di pericolo. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Elisabetta ha fama di essere una delle donne più belle della sua epoca, e ne è perfettamente consapevole. Le cure di bellezza assorbono gran parte della sua giornata. Elisabetta è in particolare orgogliosa della capigliatura folta, lunga quasi fino a terra, che ogni giorno viene pettinata per 2 o 3 ore. Per poter preservare la sua tanto ammirata bellezza, Elisabetta sperimenta innumerevoli ricette di bellezza, di cui vedete qui alcuni originali. E‘ inoltre appassionata fautrice di metodi radicali, come la carne cruda di vitello, con cui riveste le maschere di cuoio che porta sul viso durante la notte. Elisabetta teneva particolarmente alla linea. Era alta 1,72 m e pesava fra i 45 e i 47 kg. Misurava inoltre un incredibile punto vita di 51 cm. Inoltre Elisabetta sperimentava le diete più svariate per conservare il suo peso. La bilancia aveva un ruolo decisivo: Elisabetta si pesa tutti i giorni e con il passare del tempo segue delle diete sempre più drastiche. Sono eccessive tuttavia le voci secondo cui Elisabetta si sarebbe nutrita di carne cruda: la carne cruda di vitello veniva infatti spremuta e il succo di carne veniva condito e cotto prima che Elisabetta lo bevesse. Un‘altra leggenda è che Elisabetta digiunasse continuamente per restare snella. I conti delle più svariate pasticcerie testimoniano di quanto Elisabetta fosse golosa in particolare di pasticcini e gelati. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
L’imperatrice non soltanto è sportiva e attenta al proprio aspetto fisico, ma è anche costantemente sotto controllo medico. E’ consapevole del fatto che di un corpo sano e di un bel volto fa parte anche la dentatura ben curata. Gli attrezzi del suo dentista personale e le lettere della sua confidente, la contessa Ferenczy, testimoniano la regolarità con cui si sottoponeva ai trattamenti. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Dopo il tragico suicidio dell‘unico figlio maschio Rodolfo, nel 1889, Elisabetta è sempre più amareggiata e si chiude in sé stessa, rifugge il contatto con gli altri ed è inavvicinabile. Si veste ormai soltanto di nero. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
I ventagli, le velette e i parasole divengono ben presto accompagnatori inseparabili dell‘imperatrice che nasconde il volto agli sguardi dei curiosi. Elisabetta detesta essere fissata. All’età di cinquant’anni scrive: “Forse un giorno girerò soltanto con la veletta, e nemmeno coloro che mi sono più vicini vedranno più il mio volto.“ Con gli abiti da lutto l’imperatrice indossa gioielli di perle di vetro nero e jett. Per i gioielli da lutto non si usavano le pietre preziose, ritenute non consone ad un atteggiamento di composto cordoglio. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Col tempo Elisabetta impara a imporre la propria volontà a corte, e comincia a condurre una vita più consona alle sue aspettative. Da ora in poi inizia a fare soltanto ciò che vuole e rifiuta sempre più spesso di assumere il ruolo d‘imperatrice. Francesco Giuseppe ed Elisabetta sono divenuti due estranei. Elisabetta si sente magicamente attratta dall‘oceano infinito e sogna di volarsene via, libera come un gabbiano: „Sono un gabbiano che non appartiene ad alcun paese…“ Per distrarsi, Elisabetta intraprende lunghi viaggi alla ricerca di rifugi, luoghi nei quali vivere in libertà. Fra questi figurano il castello ungherese di Gödöllö nei pressi di Budapest, la Hermesvilla nel parco di Lainzer Tiergarten a Vienna, e infine l‘Achilleion sull‘isola greca di Corfù, una magnifica villa in stile pompeiano che prende il nome dal suo eroe preferito della mitologia greca, che arreda accuratamente con preziosi oggetti di antiquariato. Ma non appena i lavori sono ultimati, l’imperatrice sempre più irrequieta perde interesse anche per l‘Achilleion e decide di vendere la villa, cosa che però accadrà soltanto dopo la sua morte. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.