Podcasts about sacro romano impero

multi-ethnic complex of territories in Western and Central Europe (800–1806)

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sacro romano impero

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Te lo spiega Studenti.it
Carlo V d'Asburgo: biografia dell'Imperatore del Sacro Romano Impero

Te lo spiega Studenti.it

Play Episode Listen Later Apr 24, 2025 3:09


Carlo V d'Asburgo, sovrano di un immenso impero, lottò per il controllo dell'Italia e dell'Europa, lasciando un segno nella politica e nella storia.

BASTA BUGIE - Santi e beati
I veri patroni d Europa

BASTA BUGIE - Santi e beati

Play Episode Listen Later Apr 22, 2025 13:00


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8144I VERI PATRONI D'EUROPA, ALTRO CHE URSULA VON DER LEYEN di Cristina Siccardi I patroni d'Europa non sono Ursula von der Leyen, Roberta Metsola, António Costa, Kaja Kallas e neppure Macron e Steinmeier, bensì i santi Benedetto da Norcia, Cirillo e Metodio, Brigida di Svezia, Caterina da Siena e Teresa Benedetta della Croce, sui quali il Senato della Repubblica italiana scriveva nel 2017 in una pubblicazione dal titolo Patroni d'Europa. Percorsi di unità, di pace, di cultura: «In modi speciali essi sono stati tutti profondamente europei [...]. Se pace, cultura, dialogo, difesa dei diritti umani sono oggi imperativi morali per tutti i cittadini d'Europa, e non solo per chi si professa credente, dobbiamo riconoscere il merito a straordinari precursori. La loro voce, a distanza di secoli, ancora ha molto da dirci e da insegnarci». Leggendo queste considerazioni, occorre fare alcuni doverosi distinguo. L'allora presidente del Senato, Pietro Grasso, aveva riconosciuto il patronato dell'Europa dei santi menzionati; tuttavia, ha compiuto un'operazione conforme a tutti coloro che da molti anni cercano di assorbire le figure dei santi nell'agone del liberalismo laicista politico e religioso, strumentalizzando i loro insegnamenti.I santi patroni d'Europa hanno operato nella pace di Cristo e non del mondo; hanno tessuto le loro relazioni non in un vacuo dialogo, ma sulle linee costruttive del Vangelo; non hanno pensato e agito in modalità antropocentrica, ma evangelica e con spirito soprannaturale alla luce della Grazia di Dio; hanno dato priorità alla Gloria di Dio e non del mondo, concentrandosi sulla salvezza delle anime, considerando lesive le proposte e tentazioni mondane. Essi non sono stati «straordinari precursori» dell'ideologia europeista anticristiana, bensì Maestri nell'instaurare il Regno di Dio attraverso Cristo Re.San Benedetto da Norcia (480-547) è stato dichiarato «Santo patrono di tutta l'Europa» da papa Paolo VI il 24 ottobre 1964 con la lettera apostolica Pacis Nuntius. Cirillo e Metodio sono stati proclamati compatroni da papa Giovanni Paolo II il 31 dicembre 1980 con la lettera apostolica Egregiae virtutis; lo stesso Papa ha inoltre proclamato compatrone d'Europa santa Brigida di Svezia, santa Caterina da Siena e santa Teresa Benedetta della Croce il 1º ottobre 1999.SAN BENEDETTO, SANTI CIRILLO E METODIOLa statura umana e cristiana di san Benedetto resta nella Storia un luminoso punto di riferimento in un'epoca di profondi mutamenti (come la nostra), quando l'antico ordinamento romano stava ormai crollando e stava per nascere una nuova era sotto l'impulso di nuovi popoli emergenti all'orizzonte dell'Europa. Attraverso la fondazione delle abbazie e dei monasteri nel continente, san Benedetto risanò le anime, bonificò i villaggi, promuovendo la coltivazione razionale delle terre, offrendo lavoro alle famiglie che vivevano e lavoravano intorno ai centri benedettini; salvò l'antico patrimonio culturale e letterario greco-romano, influì sulla trasformazione dei costumi dei barbari. La Regola benedettina portò ordine e civilizzazione grazie a due parole profondamente applicate «Ora et labora», che instillarono il senso del dovere, stando attenti alla propria coscienza e allo sguardo di Dio (ciò implicava, conseguentemente, il rispetto per i legittimi diritti altrui) e che promossero responsabilizzazione, coraggio, determinazione, tutto ciò, disse Giovanni Paolo II durante la sua visita pastorale a Norcia il 23 marzo 1980, «sulla base e in forza di una vita spirituale di fede e di preghiera assolutamente intensa ed esemplare».La missione dei fratelli Cirillo (826/827-869) e Metodio (815/825-885), evangelizzatori bizantini dei popoli slavi in Moravia e Pannonia (antica regione compresa tra i fiumi Danubio e Sava, che comprendeva la parte occidentale dell'attuale Ungheria, il Burgenland oggi Land austriaco, fino a Vienna, la parte nord della Croazia e parte della Slovenia), produsse nel IX secolo l'invenzione dell'alfabeto glagolitico, noto come «cirillico», dal nome del suo inventore e nato dal geniale sforzo di conciliare le lingue latina, greca e slava. Come san Benedetto aveva posto le basi dell'Europa latina, i due fratelli di Tessalonica innestarono nel continente la tradizione greca e bizantina, come riconobbe papa Pio XI con la Lettera Apostolica Quod Sanctum Cyrillum del 1927, definendoli «figli dell'Oriente, di patria bizantini, d'origine greci, per missione romani, per i frutti apostolici slavi».Le nazioni europee, con le loro lingue, le loro culture, i loro usi e costumi furono unite sotto il Sacro Romano Impero, che si instaurò sotto l'egida e il faro del Cristianesimo, un credo non rivoluzionario, non distruttivo, ma forte nei suoi principi e nei suoi valori del Dio Uno e Trino, di patria, di famiglia e proprietà privata. È di tutta evidenza che il collante di tante diversità fu la Fede religiosa, che rispettava ogni identità, a differenza della surrettizia Unione Europea che vuole imporre, senza rispetto di quelle identità, il livellante pensiero unico alle genti europee.Aver eliminato il Cristianesimo dalla linfa europea, come ben vediamo, ha trasportato il continente nel baratro del pensiero neonietzschiano, che nega verità oggettive, imponendo una pluralità di prospettive opinabili, in cui le “verità soggettive” e i presunti diritti sono legati all'ideologia schizofrenica di chi domina con politiche sovranazionali, tiranniche e schiavizzanti, che vanno contro le Leggi di Dio, ma anche contronatura, riproponendo in definitiva il «non serviam» di matrice luciferina. Se l'Europa era stata ferita e incrinata dalla rivoluzione protestante, oggi la presunta Unione Europea, claudicante e persa in un labirinto di confusione, è il frutto del suo tradimento a se stessa.SANTA BRIGIDA DI SVEZIA ED EDITH STEINSanta Brigida di Svezia (1303-1373) fu sposa, madre, monaca, mistica, donna di grande carità e coordinatrice di ordine e di pace dentro e fuori la Chiesa. Si recò a Roma per celebrare l'Anno Santo del 1350 e qui trovò una situazione drammatica: il Papa si era trasferito ad Avignone e il popolo romano era come un gregge senza pastore. C'era la peste e in Europa infuriava il conflitto tra Francia e Inghilterra. Nelle stanze di Palazzo Farnese e nelle chiese romane ricevette rivelazioni divine, intanto parlava direttamente al Papa, ai cardinali, ai governanti europei, anche per intercedere per la pace in Europa al fine di porre termine alla guerra dei Cent'anni. Si prodigò per il ritorno del Pontefice a Roma, come fece anche vigorosamente la mistica domenicana e sua contemporanea santa Caterina da Siena (1347-1380), la quale, sopravvivendole, sarà testimone del ritorno definitivo a Roma di Gregorio XI nel 1377. Particolarmente devota della Passione di Cristo, giunse il tempo dei pellegrinaggi brigidini: da Assisi al Gargano, arrivando poi in Terra Santa, quando aveva quasi settant'anni.Cinque santi medioevali come patroni d'Europa ed una dell'età moderna, l'ebrea Edith Stein (1891-1942), atea convertita al Cattolicesimo, che divenne carmelitana scalza. Dalla brillante intelligenza, scelse il ramo universitario della filosofia e dopo essere stata allieva di Edmund Husserl, divenne membro della facoltà di Friburgo. Un giorno rimase folgorata quando vide una donna con i sacchetti della spesa entrare in una chiesa per pregare... un atto semplicissimo, ma che a Edith rivelò che Dio può essere pregato in qualsiasi momento e quindi apprese, grazie a quella donna, che il punto centrale del Credo cristiano è lo stabilire un rapporto personale fra l'anima e il Padre Creatore. Nel 1921, durante una vacanza, lesse l'autobiografia della mistica carmelitana Teresa d'Avila e da allora abbracciò Santa Romana Chiesa, ricevendo il battesimo il 1° gennaio 1922. Dopo un periodo di discernimento spirituale, entrò nel monastero carmelitano di Colonia nel 1934, prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce e qui scrisse il libro metafisico Endliches und ewiges Sein (Essere finito ed Essere eterno) con l'obiettivo di conciliare le filosofie di san Tommaso d'Aquino e di Husserl.Per proteggerla dalle leggi razziali, l'Ordine delle Carmelitane scalze la trasferì nei Paesi Bassi, ma non fu sufficiente: il 26 luglio 1942 entrò in vigore l'ordine di Hitler che anche gli ebrei convertiti dovevano essere catturati e internati. Fu così che Edith e sua sorella Rosa, anche lei divenuta cattolica, furono deportate nel campo di concentramento di Auschwitz, dove vennero uccise nelle camere a gas il 9 agosto 1942 e i loro corpi furono bruciati nei forni crematori.ROBERTO BENIGNI ESALTA IL MANIFESTO DI VENTOTENEAlcuni giorni fa Roberto Benigni ha teatralmente declamato e inneggiato con lo spettacolo intitolato «Il Sogno» il Manifesto di Ventotene per un'Europa libera e unita, manifesto che è stato protagonista di una ormai nota manifestazione progressista a Roma, ma anche di molteplici polemiche politiche e mediatiche. Nel decantare l'Europa culturale e l'indiscutibile suo primeggiare nel mondo, Benigni si è però completamente “scordato” di far presente che è stata la religione cristiana ad aver dato vita ad uno straordinario sviluppo dell'arte, della letteratura, della musica nel segno della bellezza; ma ha anche “scordato” di dire che è stato il Cristianesimo ad avviare lo studio scientifico degli esseri animati e inanimati, si pensi alle realtà monastiche che si sono occupate della catalogazione del mondo vegetale e animale, nonché dello studio medico delle erbe officinali; ma si pensi anc

Chiedilo a Barbero - Intesa Sanpaolo On Air
Episodio 101: Milano sotto assedio - 1162 d.C.

Chiedilo a Barbero - Intesa Sanpaolo On Air

Play Episode Listen Later Apr 15, 2025 17:27


Terza parte di una trilogia registrata Live a Chora Volume 2, dedicata a tre celebri momenti storici in cui Milano fu posta sotto assedio. In questo episodio il professor Barbero ci racconta la resistenza di Milano contro il Sacro Romano Impero, quando fu assediata e distrutta dall'esercito di Federico Barbarossa.

BASTA BUGIE - Politica
Il manifesto di Ventotene: l'oligarchia tecnocratica al potere

BASTA BUGIE - Politica

Play Episode Listen Later Sep 24, 2024 11:36


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7930IL MANIFESTO DI VENTOTENE: L'OLIGARCHIA TECNOCRATICA AL POTERE di Riccardo PedrizziFin dalla campagna elettorale per le europee tutti i candidati di Italia Viva, Più Europa e della sinistra in genere avevano ripetuto la litania: "Ventotene da sogno di pochi diventerà una necessità per tutti", dimenticando tutti gli altri fondatori. Per realizzare questo sogno si è subito ricostituito il "Gruppo Spinelli" in questa legislatura del Parlamento europeo. Con l'obiettivo ambizioso di costituire un'Unione federale, sovrana e democratica. Per ultimo, nei giorni scorsi, Josep Borrell, alto rappresentante della Politica estera dell'Ue, ha detto che: "Il Manifesto di Ventotene è la base dell'Unione europea e rappresenta tutti i valori in cui crediamo, lo manderei a Putin". Ed è naturale che la pensi cosi lui che è del Partito Socialista Operaio spagnolo, inaugurando domenica 1° settembre sull'isola pontina il murales che riproduce il testo dello scritto di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, considerato dalla sinistra internazionale il documento fondativo dell'Unione europea.Ora, che siano esponenti della sinistra più o meno estrema a sognare "Ventotene" è anche comprensibile, quello che non si capisce, invece, è il giudizio positivo espresso su quel manifesto da qualche rappresentante della gerarchia cattolica, che alla vigilia del voto sul laicista giornale Repubblica dichiarava: "Mi auguro che l'Europa torni ad essere coerente con lo spirito di Ventotene che prevalgano i principi della solidarietà, della condivisione e della fraternità". Non so, a questo punto, se si possa parlare di ignoranza o di mala fede di questi vescovi italiani.Come molti sanno, il manifesto di Ventotene sull'Europa unita era stato redatto nell'omonima isola da un gruppo di confinati dal regime fascista, di ideologia socialista, marxista e atea. Pochi però sanno, perché non l'hanno mai neppure letto che quel manifesto voleva attuare una rivoluzione socialista, abolire la proprietà privata; rifiutava il metodo democratico; il popolo doveva essere guidato da pochi esperti e soprattutto doveva essere "educato".UN'EUROPA AUTORITARIA, ATEA E ANTICRISTIANAIn estrema sintesi quello di Ventotene è il manifesto di un'Europa autoritaria, atea e anticristiana, guidata da una categoria di esperti illuminati. Ciononostante qualche ecclesiastico si augurava che l'Europa ritornasse ancora di più a quello spirito. L'offensiva su e con Ventotene era iniziata qualche anno fa con la venuta nell'isola di personaggi delle istituzioni europee come Ursula von del Layen, presidente della Commissione e come lo scomparso David Sassoli, presidente del Parlamento europeo.Il decollo dell'attenzione - come si ricorderà - era proseguito, con il vertice promosso da Matteo Renzi il 22/8 del 2016 e con la partecipazione di Francois Holland e di Angela Merkel sulla portaerei Garibaldi, perché - disse l'allora il presidente del Consiglio italiano - "l'Isola di Ventotene rappresenta i valori e gli ideali che hanno fondato l'Unione europea". Poi arrivò il 20 agosto del 2021 il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, si recò in occasione dell'ottantesimo anniversario del "Manifesto di Ventotene" e del 40° "Seminario per la formazione federalista europea" sull'isola pontina, rendendo omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, sulla quale depose una corona di fiori. In pratica anche lui, ex democristiano e, quindi, presumibilmente cattolico, contribuì ad alimentare la tesi secondo la quale il "Manifesto di Ventotene" sarebbe il fondamento della Unione europea.Da allora il leit-motive di tutte le manifestazioni è stato quello, appunto, di far passare sempre più l'idea che quel "manifesto" fosse la base, l'atto di battesimo della causa europeista. [...]In realtà le istituzioni europee erano nate con tutt'altra ispirazione molto diversa di quella del Manifesto per principale impulso dei tre statisti, tutti e tre cattolici, i quali avevano preso le mosse dalle comuni radici cristiane dell'Europa ed avevano assunto come riferimento simbolico il Sacro Romano Impero (attualmente il massimo riconoscimento europeo è proprio e non a caso un premio intitolato a Carlo Magno) e pochi sanno che le stelle che circondano il vessillo europeo sono le stelle che ornano il capo della Vergine Maria.Il filone "laico" era già allora presente, ma aveva i suoi antesignani nel francese Jean Monnet e nel belga Paul-Henri Spaak e non certo negli autori del Manifesto di Ventotene e nella loro Unione dei Federalisti Europei.Ora ci si dovrebbe chiedere perché si sta insistendo tanto su tale manifesto e perché si rende omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, sepolto a Ventotene? Ciò è evidente. Perché la cultura, e quindi il progetto politico attuale dell'Europa, sono del tutto subalterni proprio a quei circoli politico-culturali, eredi del mondo da cui provenivano gli autori del Manifesto di Ventotene.C'è dunque un obbiettivo ideologico e ci sono poi gli aspetti simbolici per celebrare col massimo risalto possibile il "Manifesto di Ventotene". Scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colosini e altri, infatti è molto celebrato dalla cultura di sinistra italiana, ma in effetti largamente ignoto altrove. In pratica si sta facendo passare quel Manifesto come se fosse davvero la pietra angolare delle istituzioni europee e si parla dei suoi autori come se fossero davvero i padri dell'Europa.IMAGINE THERE'S NO COUNTRIESLa verità è che, redatto da intellettuali di sinistra, futuri co-fondatori del Partito d'Azione, il documento è un vessillo di quell'idea d'Europa molto "laica", se non laicista, e molto statalista, che in effetti all'inizio del processo di unificazione ebbe ben poco peso e che prevalse più tardi, solo dagli anni '80 del secolo scorso, fino a condurre l'attuale Unione europea nella situazione in cui si trova adesso.In effetti l'Europa di Spinelli e compagni è oligarchica e mondialista, vuole superare le differenze nazionali e non è pensata come il coronamento di un'unità di popoli europei, basata sui loro caratteri comuni (etnici, culturali, religiosi), ma come l'embrione di una futura aggregazione di livello mondiale, che elimini definitivamente dalla faccia della Terra ogni confine, ogni differenza culturale e che riunisca tutti i popoli del Mondo. Insomma l'Europa del Manifesto è solo un primo passo di una struttura che dovrebbe preludere ad un internazionalismo indifferenziato ed uniforme con un governo globale mondialista.È la visione, per essere ancora più chiaro, di un insieme di tutti i popoli che costituiscono l'umanità, di cui la federazione europea dovrebbe essere la garanzia perché i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un avvenire, in cui diventi possibile l'unità politica dell'intero globo. Risulta chiaro pertanto l'impostazione antinazionale di tutto il progetto.Basta leggere bene tutto il documento.Nella prima parte del Manifesto si sostiene che gli Stati nazionali sono stati uno strumento utile a ridurre il potere reazionario del Vaticano, ma poi sono diventati gli artefici di nazionalismi e totalitarismi; sono stati una tappa, che è da superare in vista di una sempre più grande aggregazione statale, prima europea e poi mondiale.Nessun riferimento alla comune identità europea, alla cultura, alle tradizioni, alla religione che hanno costituito la storia del continente europeo è rilevabile all'interno del freddo e burocratico manifesto spinelliano, che vuole l'unità europea perché "è la tendenza storica della Modernità a volerlo".LA RELIGIONE COME FATTORE DI OSCURANTISMOAncora, considerata la religione come fattore di oscurantismo, [...] si propone di sostituirla con la fratellanza universale che ignora le differenze tra i popoli. Il Manifesto di Ventotene ha, inoltre, un sapore elitario: Spinelli critica il processo democratico e la sovranità popolare e chiarisce che deve essere una minoranza "veramente rivoluzionaria" a guidare il processo di integrazione europea.Di fronte a questa vera e propria ideologia antidemocratica, oligarchica, tecnocratica e persino dittatoriale [...] non viene riconosciuto spazio alcuno all'autonomia della persona, alla società civile, insomma al principio di sussidiarietà.Come tutte le leggende, dunque, anche quella dell'Ue ha i suoi miti. Uno dei più significativi e falsi è il Manifesto di Ventotene; ma la semplice lettura di quel documento dovrebbe indurre i suoi apologeti ad avere un po' di pudore nell'esaltarlo, visto che in quel Manifesto vi è la radice ideologica di istituzioni lontane dai popoli ed oggi arroccate in burocrazie, che guardano alla democrazia come a un pericolo, che ritengono l'unificazione europea non l'esito di un percorso di federazione fra popoli e nazioni, nel rispetto delle specificità di ciascuna, ma l'imposizione dall'alto di regole comuni.Ora questa leggenda, con i suoi falsi miti, mostra i suoi limiti nel confronto con la realtà.L'alternativa vera oggi non è fra europeismo e nazionalismo (o sovranismo), ma fra Ventotene e Magistero della Chiesa quanto al rispetto delle identità e della volontà dei popoli, alla consapevolezza di una storia e di un destino comune.In pratica Altiero Spinelli avrebbe voluto alla guida della futura Unione europea un organismo indipendente, senza legittimità democratica, non eletto, competente (i migliori di oggi) e non soggetto a scrupoli di carattere morale o sentimentale; in una

Cose Molto Umane
1233 - L'ossessione maschile per l'Impero Romano

Cose Molto Umane

Play Episode Listen Later Sep 21, 2023 8:37


Ma è vero o è semplicemente che il trend su tik tok è diventato un meme? In molti hanno provato a dare una spiegazione al perché gli uomini pare pensino di continuo alle vicende del Sacro Romano Impero. Io sono Gianpiero Kesten, per gli amici Jam. Mi trovi ogni giorno in onda su Radio Popolare e in podcast su Cose Molto Umane.

Fumble GDR - Giochi di ruolo in radio
Con l'acqua alla gola - Rhapsody of Blood 5

Fumble GDR - Giochi di ruolo in radio

Play Episode Listen Later Jul 21, 2023 153:44


Praga, fine del XVI secolo, da più di tre settimane piove ininterrottamente sulla nuova capitale del Sacro Romano Impero e la Moldava è in procinto di straripare quasi ovunque ma la corte delle meraviglie del nuovo, e considerato folle, imperatore sembra in tutt'altre faccende affaccendate. Gli esploratori giungono in città richiamati dal clamore silenzioso di una occulta potenza all' opera.Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1693919/advertisement

Querty
Con l'acqua alla gola - Rhapsody of Blood 5

Querty

Play Episode Listen Later Jul 21, 2023 153:44


Praga, fine del XVI secolo, da più di tre settimane piove ininterrottamente sulla nuova capitale del Sacro Romano Impero e la Moldava è in procinto di straripare quasi ovunque ma la corte delle meraviglie del nuovo, e considerato folle, imperatore sembra in tutt'altre faccende affaccendate. Gli esploratori giungono in città richiamati dal clamore silenzioso di una occulta potenza all' opera.Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1693919/advertisement

Storia in Podcast
Il ritratto d'un principe sassone di nome Beroldo

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Apr 3, 2023 17:17


Il ritratto d'un principe sassone di nome Beroldo apre le Imagines Ducum Sabaudiae, una serie di ritratti dei duchi di Savoia realizzata da Filiberto Pingone intorno agli anni Settanta del Cinquecento, quando era duca Emanuele Filiberto. L'opera viene commissionata per l'educazione del giovane principe ereditario, il futuro Carlo Emanuele I: per un sovrano era fondamentale conoscere la storia della sua dinastia. Le Imagines sono quindi una sorta di libro di testo, destinato a raccontare a chi un giorno sarebbe stato duca quali fossero le origini del suo potere. Il Ducato di Savoia era parte integrante del Sacro Romano Impero: avere un antenato tedesco era quindi particolarmente importante. A trovarlo ci aveva pensato tempo prima Jean d'Orville, detto Cabaret, cronista di Amedeo VIII (primo duca di Savoia). In realtà su Beroldo non esiste alcun documento: ma ciò che è veramente importante è che tutti i monarchi d'Europa – tranne in parte i francesi – accettarono che i Savoia discendessero da questo Beroldo e che quindi fossero una dinastia tedesca.Storieinpodcast pubblica la serie “L'impossibile e l'improbabile. Cinque storie di casa Savoia”, realizzata dall'Archivio di Stato di Torino, diretto da Stefano Benedetto. Che cosa è un archivio? Se ne possono dare tante definizioni ma per uno storico è un luogo in cui si raccolgono, si conservano, si tramandano tante, tantissime storie. Il semplice fatto però che una storia sia presente nei documenti d'un archivio non significa che sia vera. Gli archivi pullulano, infatti, di progetti mai realizzati, di racconti di fatti mai avvenuti, di storie tanto fantasiose da non esser credibili nemmeno per chi le ha scritte, di speranze mai divenute concrete, ma non per questo meno sentite.Andrea Merlotti – storico, dirige il Centro studi del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude – racconta per l'Archivio cinque storie di Casa Savoia, accompagnato dalle musiche di Marco Robino (Architorti).A cura di Francesco De Leo.https://storiainpodcast.focus.it - Canale I Savoia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

A conti fatti. La storia e la memoria dell'economia

Nessun altro strumento nel corso della storia ha avuto una capacità di penetrazione pari a quella delle monete. Dalla Grecia antica alla Roma imperiale, dal Sacro Romano Impero fino alla decisione più recente assunta dai paesi aderenti all'euro unica di dotarsi in Europa di una moneta unica. Ne parliamo con Sergio Valzania, autore del libro "Le vie delle monete" (Il Mulino).

il posto delle parole
Franco Forte "Karolus"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Feb 15, 2023 25:28


Franco Forte"Karolus"Il romanzo di Carlo MagnoMondadori Editorehttps://mondadori.it25 dicembre 800. Sono passati tre secoli da quando Roma ha cessato di esistere: nella pur turbolenta storia della Città Eterna, nessuno ormai immaginava che ci potesse essere un altro imperatore. E invece, nel giorno di Natale di un secolo appena nato, il Papa sta per proclamare un nuovo sovrano. Un nuovo Cesare. A ricevere la corona è Karolus Magnus, Carlo Magno, primogenito della stirpe dei Carolingi.Come è arrivato Carlo su quel trono? Per qualcuno che si è meritato, ancora in vita, l'appellativo di Magno la risposta dovrebbe essere scontata. E se invece la strada che porta a quella notte di Natale fosse lastricata non solo di coraggio, battaglie e trionfi, ma anche di complotti, intrighi e sangue? Se tra i fasti delle vittorie si nascondessero troppi segreti?Attingendo a una sterminata storiografia, Franco Forte ricostruisce in forma di romanzo le gesta del celebre sovrano, dalla primissima infanzia agli ultimi, intensi istanti di vita, immergendoci nel racconto di un'avventura irripetibile, segnata da sfide, successi e amori, ma anche da dubbi, rimpianti, dolorosissime perdite e ancor più struggenti addii. Che cosa si agitava nel cuore di Karolus, il grande condottiero, quando si preparava a diventare reggente unico del Sacro Romano Impero? Quali sogni – e quali incubi – ne popolavano l'animo?Franco Forte è nato a Milano nel 1962. Scrittore, sceneggiatore e giornalista, per Mondadori ha pubblicato, tra gli altri, Carthago, Roma in fiamme, Caligola, Cesare l'Immortale e Romolo, il primo di una serie di libri dedicati ai sette re di Roma.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement

Flagged
Ep. 103-Lussemburgo

Flagged

Play Episode Listen Later Jan 27, 2023 6:33


Uno degli Stati più piccoli del mondo ha un in realtà una storia interessante riguardante la sua bandiera, risalente al tempo del Sacro Romano Impero. Scopriamo insieme se davvero è una bandiera uguale a quella dei Paesi Bassi! Buon ascolto!

Non spegnere la luce
Federico II, l'imperatore scomunicato - I misteri di Castel del Monte

Non spegnere la luce

Play Episode Listen Later Nov 9, 2022 40:52


C'è chi l'ha definito come l'incarnazione del diavolo sulla Terra, chi invece ne ha tessuto le lodi chiamandolo Stupor Mundi, c'è chi l'ha idolatrato e chi invece gli ha fatto la guerra… Ma chi è stato davvero Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1220 al 1250? Proviamo a scoprirlo insieme ad Alessandro Piccioni, direttore e co-fondatore dell'agenzia di comunicazione Toni di Grigio, ma soprattutto podcaster e autore della serie Leggende Metropolitane. Iscriviti al gruppo Telegram per interagire con noi e per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle puntate: https://t.me/LucePodcast

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Storia della Dinastia di Casa Savoia: la Famiglia Reale italiana

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!

Play Episode Listen Later Sep 16, 2022 15:15


In questo articolo parleremo di un momento molto importante per la storia d'Italia. Tutti sanno che oggi l'Italia è una repubblica, ma non è sempre stato così! Infatti, la Repubblica italiana è nata nel 1946, dopo un referendum popolare. Prima di questa data, l'Italia era una monarchia, cioè governata da un re, a quell'epoca Vittorio Emanuele II di Savoia. Quando l'Italia è diventata ufficialmente un Paese unito (il 17 marzo 1861), infatti, si chiamava Regno d'Italia. In questa lezione, parleremo proprio della famiglia reale italiana dei Savoia! I SAVOIA - La storia della famiglia reale italiana Origini della famiglia Innanzitutto, da dove deriva il nome Savoia? Il nome viene dalla regione geografica della “Savoia”, che si trova nel sud della Francia. Tuttavia, sull'origine della famiglia non si hanno notizie certe né documenti, persi a causa di guerre e incendi, ma sembrerebbe che la dinastia sabauda (questo è l'aggettivo che si riferisce ai Savoia) affondi le sue radici proprio in quella zona francese. Il capostipite della famiglia fu molto probabilmente Umberto I, che proprio nella regione francese della Savoia divenne conte, intorno all'anno 1000 d.C., pensate un po'! Dopo questa figura non si sa molto. E quello che si sa è stato probabilmente inventato dalla famiglia stessa, per ricollegare la propria immagine a quella di personaggi molto importanti. Circolavano, ad esempio, voci che Umberto I fosse nipote di Ottone II, imperatore del Sacro Romano Impero, perché i Savoia volevano far valere il proprio potere all'interno dell'impero di cui facevano parte, dimostrando di discendere da una dinastia imperiale. In ogni caso, Umberto ebbe due figli. Uno di questi, Oddone, sposò Adelaide di Susa, margravia di Torino. Fu proprio grazie a questo importante matrimonio che i Savoia ottennero i primi territori in Italia. I Savoia in Italia La famiglia reale italiana dei Savoia si trasferì solo nel XVI secolo, quando la sede centrale fu spostata da Chambery (in Savoia) a Torino: è stato il Duca Emanuele Filiberto a deciderlo. E così si apre la stagione moderna della casata, con Torino che diventa una metropoli europea e si abbellisce grazie alle opere di architetti urbanisti (Guarini, Juvarra). Il potere della famiglia reale era, però, ancora abbastanza ristretto. Il salto di qualità avvenne durante la guerra di successione al trono di Spagna (1701), quando Vittorio Amedeo II cambiò segretamente alleanza, passando dal fronte franco-spagnolo a quello austriaco. Questa mossa è stata un successo per lui, visto che poi lo stesso Re di Spagna, per riavvicinarlo, gli concesse il Regno di Sicilia. Questi non furono anni facili. I sovrani erano ovviamente lontani dalla Sicilia e in più non apprezzavano molto la cultura e le tradizioni dell'isola. E così i siciliani iniziarono a odiarli, fino a quando non scambiarono la Sicilia con un'altra isola italiana: la Sardegna. Andando avanti con la storia, arriviamo al XIX secolo, quello dell'unità d'Italia. In effetti è stato anche grazie ai Savoia se il processo di unificazione dell'Italia è diventato realtà. Prima del 1861 l'Italia era suddivisa in piccoli Stati. Successivamente Giuseppe Garibaldi, con il sostegno di Vittorio Emanuele II, riuscì a creare la magia, ufficializzata il 17 marzo 1861. La dinastia dei Savoia durò dal 1861 al 1946. Si susseguirono ben 4 sovrani: Vittorio Emanuele II (1861-1878), Umberto I (1878-1900), Vittorio Emanuele III (1900-1946) e Umberto II (maggio 1946-giugno 1946). In particolare, ricordiamo Vittorio Emanuele III, che ha governato l'Italia durante il periodo delle due guerre mondiali. Dopo la sconfitta di Mussolini e del fascismo, il re Vittorio Emanuele III decise di abdicare in favore di suo figlio Umberto II, nel tentativo di salvare la monarchia, e partì in esilio. Tuttavia poi un mese dopo, a giugno del 1946, ci fu il famoso referendum popolare.

Art & Crimes
Montecassino, il più grande furto d'arte

Art & Crimes

Play Episode Listen Later Sep 9, 2022 38:32


Che fine hanno fatto gli ori dell'impero romano custoditi a Montecassino? È ben nota la fissazione di Hitler per i tesori del Sacro Romano Impero e fra essi la "Lancia di Longino". Alle fine della guerra gli alleati recuperarono i tesori del Sacro Romano Impero nei bunkers sotterranei di Norimberga, mettendo sotto torchio i gerarchi nazisti. Goring doveva occuparsi degli ori e dei gioielli di epoca classica custoditi nell'abbazia. Parleremo quindi del più grande "cover up" messo su dal Vaticano negli anni del dopoguerra e del più grande furto d'arte archeologico subito dal nostro paese.Scritto e narrato da: Archeologo Luca Paolucci► Art & Crimes Podcast: https://www.radiocaffecriminale.it/programmi/art-crimes

Radio Pirata
70 - I fratelli Barbarossa

Radio Pirata

Play Episode Listen Later Apr 16, 2022 57:16


Questa è la storia di quattro fratelli che presero il mare per vendere dei vasi e tornarono con il Nord Africa. Oggi apriamo il vaso di Pandora, entrando nel mondo dei pirati barbareschi. Lo facciamo naturalmente con la storia più grande e complessa, quella dei fratelli "Barbarossa", fratelli corsari nel mezzo del conflitto tra Impero Ottomano e Sacro Romano Impero.

Medioevo fa Storia!
Ep. 32 Carlo Magno (riassunto)

Medioevo fa Storia!

Play Episode Listen Later Apr 4, 2022 15:48


Era ora, finalmente trattiamo uno dei pesi massimi del medioevo, un uomo che è ricordato per le sue conquiste, per la sua fede in religiosa e per i cambiamenti culturali di tutto il suo Impero. Oggi andremo a parlarvi di Carlo Magno, il primo imperatore del Sacro Romano Impero.BUYMEACOFFEE: https://www.buymeacoffee.com/Giovanni.PINSTAGRAM: https://www.instagram.com/medioevo_fa_storia/FACEBOOK: https://www.facebook.com/MedioevofaStoria/Music: Onu Bard Band, Magic Tavern, Fairy of the Forest, Celtic Atmosphere by Alexander Nakarada ( www.serpentsoundstudios.com )Licensed under Creative Commons BY Attribution 4.0 LicenseLogo design: https://www.fiverr.com/quatorzedesigns

Immanuel Ka...st: Lezioni di Filosofia e Storia in mobilità

Il 12 febbraio del 1768 nasce l'arciduca Francesco Carlo d'Asburgo Lorena, primogenito di Leopoldo, Granduca di Toscana, e da sua moglie Maria Luisa di Borbone-Spagna. A soli 24 anni si ritrovò sul capo le pesanti corone di Sacro Romano Imperatore, Arciduca reggente d'Austria, Re di Boemia, Croazia e Ungheria, Duca di Milano, Principe di Transilvania ed altro ancora. Pose fine al Sacro Romano Impero, rimpiazzato dal meno altisonante “Impero Austriaco”.Nei suoi 43 anni di regno Francesco si dimostrò sempre aperto e disponibile nei confronti del proprio popolo.

I Santi: ritratti di fede | RRL
71 - S.Cunegonda: testimone della vita matrimoniale e dell'autorità di governo

I Santi: ritratti di fede | RRL

Play Episode Listen Later Mar 2, 2022 6:49


Il 3 marzo si festeggia santa Cunegonda del Lussemburgo (Castello di Gleiberg, 978 ca. - Kaufungen, 3 marzo 1039), imperatrice del Sacro Romano Impero e regina consorte d'Italia in quanto moglie dell'imperatore san Enrico II, re della penisola italiana dal 1002 al 1024 ed ultimo esponente della dinastia degli Ottoni.

ARTICOLI di Rino Cammilleri
Sissi del 2021, una pessima fiction tedesca

ARTICOLI di Rino Cammilleri

Play Episode Listen Later Jan 4, 2022 5:55


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6856SISSI DEL 2021, UNA PESSIMA FICTION TEDESCA di Rino CammilleriPreceduto da gran strombazzìo di anteprime, il 28, Canale 5 ha mandato in onda le prime due puntate del super-sceneggiato tedesco Sissi. Nell'accingermi alla visione mi chiedo se, dati i mezzi odierni, supererà la trilogia d'antan e besteller con Romy Schneider. Che, quanto a repliche, fa pari con Don Camillo, il che testimonia del gradimento generazionale. Ora, la Schneider, almeno, era austriaca, mentre la fiction attuale è germanica. Boh, forse gli austriaci non avevano i soldi bastanti. Così, guardo.E subito mi rendo conto che non ci siamo, non ci siamo affatto. La prima scena, dico la prima, dopo una carrellata sull'alluce valgo della protagonista si apre sulla duchessa Elisabetta di Wittelsbach detta Sissi che si masturba sul letto. Geniale, complimenti allo sceneggiatore. Forse i tedeschi non amano molto gli austriaci? O i luterani non amano i bavaresi cattolici? Boh. Ognuno ha i meridionali suoi.FALSI STORICIAndiamo avanti. Ecco un improbabile (il vero Franz Josef era bello) Francesco Giuseppe che, sordo alle suppliche della famigliola del condannato, fa impiccare sotto ai suoi occhi un ribelle ungherese. Tutte le prime due puntate lasciano intendere che il Kaiser austroungarico è un odiato tiranno e i patrioti magiari (e italiani) gemono sotto il suo spietato tallone. Falsi storici. Che, se li si fa notare, gli autori si trincerano in genere dietro il seguente ragionamento: una fiction non è un documentario. Giusto, infatti può essere anche una impunita diffamazione.Ma andiamo avanti. La moglie dell'impiccato gli lancia una maledizione, che evidentemente servirà da filo conduttore per il resto della fiction. In effetti, la vita privata di Francesco Giuseppe fu quanto mai disgraziata, ma proprio perché aveva sposato Sissi, anziché la di lei sorella cui era pure stato promesso. Sissi era, sì, romantica, ribelle e capricciosa, ma proprio per questo del tutto inadatta a fare l'imperatrice in un momento storico così delicato. Suo figlio Rodolfo, infatti, si suicidò per motivi romantici. Francesco Giuseppe vide suo fratello Massimiliano fucilato in Messico da massoni foraggiati dagli Usa. L'altro erede, Ferdinando, finì sparato a Sarajevo.Ma Dio volle che il Sacro Romano Impero chiudesse in grazia con Carlo I, beato, che seppe scegliersi la moglie giusta, Zita (in attesa di beatificazione). L'ultima sorellina di Sissi, Sofia, sposò il nostro Francischiello, e, almeno lei, si diportò bene: non lasciò il marito per fare la turista, ma lo spalleggiò fino all'ultimo esponendosi alle cannonate piemontesi.LE PRATICHE EROTICHE IN VISTA DELLE NOZZEE torniamo alla fiction. Inutilmente teatrale l'umiliazione pubblica della sorella di Sissi, posposta a quest'ultima. Un imperatore non aveva bisogno di sceneggiate, bastava facesse sapere al suocero, in camera caritatis, che aveva cambiato idea. Altro: Sissi che cavalca di notte da sola da Monaco a Vienna? Ma per favore. L'imperatore che, con tanto di scorta appresso, fa sgombrare un bordello della capitale per andarci lui? In pubblica piazza? E non poteva farsi venire le prostitute a palazzo da entrata secondaria?Ma la meglio è questa: Sissi, ansiosa di apprendere le pratiche erotiche in vista delle nozze, si accorda con la meretrice preferita dal futuro marito perché le faccia scuola. Poi, dopo le nozze, la agghinda da contessa e se la porta dietro come dama di compagnia, dopo aver convinto il duca suo padre circa i quarti di nobiltà (falsi) della suddetta. E il duca di Baviera non aveva modo di informarsi su quella lì, visto che la figlia aveva scartato tutte le nobili (vere) propostele e optato per una sconosciuta? Ovviamente, quando il neo-marito vede la «dama personale» di sua moglie, la riconosce. Ma fa finta di niente. Perché? Lo sapremo nelle prossima puntata. Sempre che, a questo punto, abbiate voglia di vederla.

Bar Storia
Guerra in Terrasanta - Federico II e la crociata pacifica

Bar Storia

Play Episode Listen Later Dec 14, 2021 48:20


Oggi iniziamo con uno dei personaggi più controversi e divisivi del Medioevo, un personaggio che soprattutto in Italia non ha bisogno di presentazioni e che meriterebbe un'intera stagione soltanto per descrivere tutta la sua vita come regnante e come uomo: Federico II Hohenstaufen, Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Germania, Re di Sicilia e di Gerusalemme!Dovendo inserirlo nel contesto delle Crociate, di Federico racconteremo soltanto quelle parti della vita che lo hanno legato al Papato, alla Croce e alla Terrasanta, non dimenticando il suo bagaglio culturale così variegato da attirargli l'inimicizia e le invidie di tanti uomini potenti. E anche un paio di scomuniche e una crociata contro, tanto per non farsi mancare niente.Concludendo poi con l'assoluta innovazione della sua Crociata, che finirà in una vittoria che non piacerà a nessuno...Un enorme grazie va a tutti i nostri avventori appartenenti alla Giovine Italia che ci sostengono su Patreon: Simonetta Pastorino, Andrea Margini, Tommaso Ottali, Andrea D'Agostini, Michele Sessa, Marzia Rositani, Massimiliano, Angelo Peirano, Annalaura Benincasa, Cristian, Giulio Bordon, Valerio Barbaking e Riccardo Narducci e un grazie speciale al combattente delle cinque giornate Paolo Tazzioli!Direttamente dalla Legione Italiana di Patreon oggi ringraziamo Pasquale Miranda per il suo supporto!SOSTIENICI SU PATREON: https://www.patreon.com/barstoriaCANALE TELEGRAM: t.me/barstoriaPAGINA INSTAGRAM: www.instagram.com/bar_storiaCeltic Impulse - Kevin MacLeod (incompetech.com)Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 Licensehttp://creativecommons.org/licenses/by/3.0/Midnight Tale by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/4710-midnight-taleLicense: https://filmmusic.io/standard-license

ARTICOLI di Rino Cammilleri
Il terzo libro sull'Austria cattolica

ARTICOLI di Rino Cammilleri

Play Episode Listen Later Oct 19, 2021 5:09


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6644IL TERZO LIBRO SULL'AUSTRIA CATTOLICA di Rino CammilleriEd eccoci all'atteso (almeno da me) terzo e ultimo volume de Il prato alto. III. Speranza (Solfanelli, pp. 290, €. 18) di Emilio & Maria Antonietta Biagini, che conclude la storia dell'Austria cattolica narrata nientemeno che a partire dalla preistoria. Con ricchezza di chicche e dettagli anche tecnici (uno degli autori è un geografo accademico) si dipana la vicenda degli Adler (aquila in tedesco), il tutto condito dalla benedetta virtù dell'umorismo che dovrebbe essere dote di ogni cattolico (san Tommaso d'Aquino biasimava chi ne era privo), come Chesterton, Tolkien e Waugh insegnano.Si tratta di uno dei più bei romanzi che io abbia mai letto. In quest'ultimo ho appreso, per esempio, che il principe Eugenio di Savoia (che si firmava Eugenio von Savoie, usando le tre lingue del Sacro Romano Impero) alla decisiva battaglia di Zenta contro i turchi indossò una corazza in cui sul cuore stava la Magna Mater Austriae venerata nel santuario nazionale di Mariazell. Quel condottiero, ammiratissimo da Napoleone, con un pugno di uomini riuscì a liberare tutta l'Ungheria e pure Sarajevo, tanto che le truppe gli dedicarono il famoso canto Prinz Eugen, il cui testo trovate integrale a p. 29. Grazie a lui l'Impero raggiunse la massima estensione, mai più eguagliata. E a spese degli ottomani.Ma venne Giuseppe II e abolì ogni forma di culto «puramente esteriore» o «a sfondo superstizioso». A decidere che cosa fosse esteriore e superstizioso, però, «erano i massoni che stavano intorno alla corona». Così, «ne fecero le spese i Passionspiele, quelle innocenti e commoventi rappresentazioni della Passione di Nostro Signore così amate specialmente nel Tirolo». Anticipando i decreti napoleonici quel sovrano «illuminato» ordinò il Begräbninsordnung, cioè la sepoltura in bare riciclabili che avrebbero fatto «la gioia dei moderni ambientalisti, beoti adoratori della natura invece che di Dio»: il fondo della bara si apriva, il morto cadeva nella fossa e la bara poteva essere riusata. Eh, difficilmente i novatori scansano il ridicolo.E venne Napoleone, e fucilò un libraio di Norimberga reo di aver diffuso un libro contro l'occupazione francese: «Un altro trionfo della "liberté"». Come commenta uno degli Adler costretto a trasformare la sua locanda in un bordello per il ristoro degli occupanti, «non c'è nessun tradimento degli ideali rivoluzionari, perché gli ideali sono proprio quelli: sangue, morte, saccheggio, violenza, stupri. Non vogliono altro. Il resto è solo specchietti per le allodole».E finalmente arrivò Waterloo. Ma, attenzione. Il fulcro della battaglia fu la fattoria «La Belle Allliance», nel Belgio francofono. Là si incontrarono i due comandanti della coalizione antinapoleonica Wellington, inglese, e Blücher, prussiano. Invece il fatale scontro prese il nome di Waterloo, un villaggio dei paraggi in cui non era successo assolutamente nulla. Solo che «quel nome fiammingo, pronunciato dagli inglesi "uoterluu", suonava così inglese e oscurava il contributo decisivo dei prussiani. Evidentemente, nell'euforia della vittoria, gli snob britannici non si avvidero che «loo» nella loro lingua sta per «cesso» e «water» acqua. Insomma, lo sciacquone. Contenti loro... Be' lo spazio ci impedisce di proseguire. Ma leggetelo, il libro dei Biagini, vi assicuro che ne vale la pena.

Storia in Podcast
Carlo V e i grandi imperi - Prima parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Sep 6, 2021 10:16


Carlo V d'Asburgo (Gand, 24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, 21 settembre 1558) è stato imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e arciduca d'Austria dal 1519, re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, e principe dei Paesi Bassi come duca di Borgogna dal 1506. A capo della Casa d'Asburgo durante la prima metà del ‘500, fu sovrano di un “impero sul quale non tramontava mai il sole” che comprendeva in Europa i Paesi Bassi, la Spagna e il sud Italia aragonese, i territori austriaci, il Sacro Romano Impero esteso su Germania e nord Italia, nonché le vaste colonie castigliane e una colonia tedesca nelle Americhe.Paolo Calcagno, professore associato di Storia Moderna presso l'Università di Genova racconta per Storiainpodcast la vicenda di Carlo V e del suo obiettivo di costruire un'unità politica-religiosa in Europa, che prese il nome di monarchia universale cristiana. - Carlo di Gand (Prima parte). - Il sogno di una monarchia universale (Seconda parte). - L'Impero coloniale, il Sacro Romano Impero, lo scisma luterano (Terza parte). - Carlo V, Francesco I e l'Italia (Quarta parte). - L'abdicazione (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
Carlo V e i grandi imperi - Seconda parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Sep 6, 2021 16:11


Carlo V d'Asburgo (Gand, 24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, 21 settembre 1558) è stato imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e arciduca d'Austria dal 1519, re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, e principe dei Paesi Bassi come duca di Borgogna dal 1506. A capo della Casa d'Asburgo durante la prima metà del ‘500, fu sovrano di un “impero sul quale non tramontava mai il sole” che comprendeva in Europa i Paesi Bassi, la Spagna e il sud Italia aragonese, i territori austriaci, il Sacro Romano Impero esteso su Germania e nord Italia, nonché le vaste colonie castigliane e una colonia tedesca nelle Americhe.Paolo Calcagno, professore associato di Storia Moderna presso l'Università di Genova racconta per Storiainpodcast la vicenda di Carlo V e del suo obiettivo di costruire un'unità politica-religiosa in Europa, che prese il nome di monarchia universale cristiana. - Carlo di Gand (Prima parte). - Il sogno di una monarchia universale (Seconda parte). - L'Impero coloniale, il Sacro Romano Impero, lo scisma luterano (Terza parte). - Carlo V, Francesco I e l'Italia (Quarta parte). - L'abdicazione (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
Carlo V e i grandi imperi - Terza parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Sep 6, 2021 17:47


Carlo V d'Asburgo (Gand, 24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, 21 settembre 1558) è stato imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e arciduca d'Austria dal 1519, re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, e principe dei Paesi Bassi come duca di Borgogna dal 1506. A capo della Casa d'Asburgo durante la prima metà del ‘500, fu sovrano di un “impero sul quale non tramontava mai il sole” che comprendeva in Europa i Paesi Bassi, la Spagna e il sud Italia aragonese, i territori austriaci, il Sacro Romano Impero esteso su Germania e nord Italia, nonché le vaste colonie castigliane e una colonia tedesca nelle Americhe.Paolo Calcagno, professore associato di Storia Moderna presso l'Università di Genova racconta per Storiainpodcast la vicenda di Carlo V e del suo obiettivo di costruire un'unità politica-religiosa in Europa, che prese il nome di monarchia universale cristiana. - Carlo di Gand (Prima parte). - Il sogno di una monarchia universale (Seconda parte). - L'Impero coloniale, il Sacro Romano Impero, lo scisma luterano (Terza parte). - Carlo V, Francesco I e l'Italia (Quarta parte). - L'abdicazione (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
Carlo V e i grandi imperi - Quarta parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Sep 6, 2021 13:11


Carlo V d'Asburgo (Gand, 24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, 21 settembre 1558) è stato imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e arciduca d'Austria dal 1519, re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, e principe dei Paesi Bassi come duca di Borgogna dal 1506. A capo della Casa d'Asburgo durante la prima metà del ‘500, fu sovrano di un “impero sul quale non tramontava mai il sole” che comprendeva in Europa i Paesi Bassi, la Spagna e il sud Italia aragonese, i territori austriaci, il Sacro Romano Impero esteso su Germania e nord Italia, nonché le vaste colonie castigliane e una colonia tedesca nelle Americhe.Paolo Calcagno, professore associato di Storia Moderna presso l'Università di Genova racconta per Storiainpodcast la vicenda di Carlo V e del suo obiettivo di costruire un'unità politica-religiosa in Europa, che prese il nome di monarchia universale cristiana. - Carlo di Gand (Prima parte). - Il sogno di una monarchia universale (Seconda parte). - L'Impero coloniale, il Sacro Romano Impero, lo scisma luterano (Terza parte). - Carlo V, Francesco I e l'Italia (Quarta parte). - L'abdicazione (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
Carlo V e i grandi imperi - Quinta parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Sep 6, 2021 17:24


Carlo V d'Asburgo (Gand, 24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, 21 settembre 1558) è stato imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e arciduca d'Austria dal 1519, re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, e principe dei Paesi Bassi come duca di Borgogna dal 1506. A capo della Casa d'Asburgo durante la prima metà del ‘500, fu sovrano di un “impero sul quale non tramontava mai il sole” che comprendeva in Europa i Paesi Bassi, la Spagna e il sud Italia aragonese, i territori austriaci, il Sacro Romano Impero esteso su Germania e nord Italia, nonché le vaste colonie castigliane e una colonia tedesca nelle Americhe.Paolo Calcagno, professore associato di Storia Moderna presso l'Università di Genova racconta per Storiainpodcast la vicenda di Carlo V e del suo obiettivo di costruire un'unità politica-religiosa in Europa, che prese il nome di monarchia universale cristiana. - Carlo di Gand (Prima parte). - Il sogno di una monarchia universale (Seconda parte). - L'Impero coloniale, il Sacro Romano Impero, lo scisma luterano (Terza parte). - Carlo V, Francesco I e l'Italia (Quarta parte). - L'abdicazione (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

BASTA BUGIE - Storia
La Prima Guerra Mondiale fu il suicidio dell'Europa

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later Jul 27, 2021 10:05


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6660LA PRIMA GUERRA MONDIALE FU IL SUICIDIO DELL'EUROPA di Roberto de MatteiNella storia dei conflitti che hanno sempre accompagnato le vicende umane, la Prima Guerra Mondiale occupa un posto centrale, non solo per l'estensione planetaria e il numero spaventoso delle vittime, ben nove milioni, ma soprattutto per la novità e l'intensità dell'odio tra i popoli che essa accumulò nelle trincee contrapposte. Lo storico francese Jean de Viguerie (Les deux patries. Essai historique sur l'idée de patrie en France, Parigi 1998) mostra come alla dottrina tradizionale della "guerra giusta", per sua natura difensiva, si sostituisce nel '14-'18, una nuova concezione della guerra, offensiva, totale, incessante, che ha le sue radici nella Rivoluzione Francese. Il primo conflitto mondiale fu, in questo senso, una continuazione dell'appello alle armi lanciato l'11 luglio 1792, quando l'Assemblea Nazionale dichiarò "la Patria in pericolo".È con la Rivoluzione Francese che nasce la parola d'ordine di "annientare il nemico", interno ed esterno, come avvenne con le "colonne infernali" che tra il 1793 e il 1794 sterminarono gli insorti della Vandea. Al concetto tradizionale di "Patria", radicato in un luogo concreto e in una precisa memoria storica, se ne sovrappone, nel XVIII secolo, uno nuovo, associato all'idea dei diritti dell'uomo. La "patria filosofica" degli illuministi è divinizzata fino a divenire un Moloch che autorizza qualsiasi sacrificio.La continuità ideologica tra la Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione Francese fu teorizzata dagli interventisti, che presentarono il conflitto come una rivoluzione tesa ad instaurare in Europa la "democrazia universale". La "grande guerra" fu - secondo un altro grande storico, l'ungherese François Fejtö - un conflitto ideologico di massa, che ebbe lo scopo di «repubblicanizzare e de-cattolicizzare l'Europa» e compiere, a livello nazionale e internazionale, l'opera interrotta della Rivoluzione Francese (Requiem per un impero defunto. La dissoluzione del mondo austro-ungarico, tr. it. Mondadori, Milano 1994, pagg. 316-333).L'Austria-Ungheria, da cui ancora emanavano i bagliori del Sacro Romano Impero medioevale, rappresentava il principale ostacolo al progresso dell'umanità. Attraverso la distruzione dell'Impero austriaco, l'obiettivo di un circolo ristretto di uomini politici affiliati alla Massoneria fu, sottolinea Fejtö, quello «di estirpare dall'Europa le ultime vestigia del clericalismo e del monarchismo». Abbeverandosi a queste fonti ideologiche, l'interventismo rivoluzionario vedeva nella guerra il compimento della modernità ossia l'ultima fase di un processo culturale che avrebbe definitivamente liberato l'Europa dagli ultimi residui dell'oscurantismo.L'esito della guerra del ‘14-'18 fu, di fatto, la "repubblicanizzazione" dell'Europa. Lo storico inglese Niall Ferguson, autore di un'altra opera capitale sul conflitto, ricorda che alla vigilia della guerra discendenti e altri parenti della Regina Vittoria erano seduti sui Troni non solo di Gran Bretagna e Irlanda, ma anche di Austria-Ungheria, Russia, Germania, Belgio, Romania, Grecia e Bulgaria. In Europa solo Svizzera, Francia e Portogallo erano già Repubbliche. «Nonostante le rivalità imperiali della diplomazia prebellica, i rapporti personali tra gli stessi Monarchi erano rimasti cordiali, persino amichevoli: la corrispondenza tra "George", "Willy" e "Nicky", testimonia il protrarsi dell'esistenza di un'élite reale cosmopolita e poliglotta con un certo senso dell'interesse comune» (La Verità taciuta. La prima guerra mondiale: il più grande errore della storia moderna, tr. it. Milano 2002, pag. 559).La carta postbellica dell'Europa vide l'emergere di Repubbliche in Russia, Germania, Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia e nei tre Stati baltici, oltre che in Bielorussia, Ucraina occidentale, Georgia, Armenia e Azerbaijan (assorbite di forza nell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche nel periodo dal 1919 al 1921).I trattati di Parigi del 1919-1920 costituirono, osserva a sua volta François Furet, «più che una pace europea, una rivoluzione europea» (Il passato di un'illusione. L'idea comunista nel XX secolo, tr. it. Mondadori, Milano 1995, p. 70), che sconvolse l'equilibrio sul quale si reggeva l'Europa dal Congresso di Vienna. Al Cancelliere austriaco Metternich successe, come architetto del nuovo equilibrio internazionale, il Presidente americano Woodrow Wilson, che si presentò come il profeta di una nuova era in cui, in nome del principio dell'"autodeterminazione dei popoli", le Nazioni libere avrebbero finalmente trovato la via del progresso, della giustizia, della pace. Il diritto assoluto delle nazionalità a costituirsi come Stati indipendenti, proclamato per la prima volta dalla Rivoluzione Francese, veniva così elevato a principio giuridico e a regola suprema della politica internazionale.Nota di BastaBugie: Massimo de Leonardis nell'articolo seguente dal titolo "Europa 1914. Da cittadella orgogliosa a devastata" parla delle conseguenze disastrose della Prima Guerra Mondiale.Ecco l'articolo pubblicato su Radio Roma Libera il 2 luglio 2021:Nel 1914 l'Europa era la "cittadella orgogliosa", all'apogeo del potere mondiale: controllava il 60% dei territori, il 65% degli abitanti, il 57% della produzione di acciaio, il 57% del commercio. Era consapevole e orgogliosa della sua missione civilizzatrice, della quale era parte rilevante l'opera delle missioni cattoliche, sostenute anche da governi laicisti come quello francese, sia pure per meri fini di prestigio e influenza politica. Tutto ciò fu distrutto con il "suicidio dell'Europa", come giustamente è stata definita la Grande Guerra.Causa scatenante della crisi fu l'assassinio a Sarajevo il 28 giugno 1914 da parte del rivoluzionario bosniaco Gavrilo Princip, la cui mano fu armata da circoli dirigenti serbi, dell'Arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo, erede al trono Austro-ungarico, fervente cattolico e anti-massone, fautore di un progetto di riorganizzazione dell'Impero, che avrebbe consolidato la fedeltà al Trono degli slavi, tarpando le ali alla Serbia. Il 23 luglio Vienna inviò un ultimatum a Belgrado, chiedendo una severa inchiesta e la punizione dei colpevoli. Ciò mise in moto un meccanismo diplomatico e militare, che in poco più di dieci giorni precipitò nella guerra gran parte dell'Europa. [...]È evidente che la Prima guerra mondiale scoppiò per ragioni classiche di politica di potenza. Tuttavia era in agguato la direttiva ideologica cara alla Massoneria internazionale: il risultato del conflitto doveva innanzi tutto essere la "repubblicanizzazione" dell'Europa e soprattutto l'abbattimento dell'unica Grande potenza cattolica, l'Impero asburgico.Di lì a poco, la Germania prese la decisione cinica e di corte vedute di inviare Lenin in Russia, allo scopo di farla uscire dalla guerra, che il governo borghese nato dalla rivoluzione di febbraio intendeva invece continuare. La Russia si ritirò dal conflitto, ma furono poste le basi per la creazione del primo Stato comunista. Nello stesso anno entrarono in guerra dalla parte dell'Intesa gli Stati Uniti, portatori di un programma di sovvertimento del tradizionale ordine internazionale e di ostilità alle monarchie. Sempre nel 1917, vero anno chiave della guerra, l'Intesa pose o completò le basi del tuttora insolubile problema del Medio Oriente, dividendosi in zone d'influenza tale area, ma allo stesso tempo da un lato fomentando la rivolta araba dall'altro promettendo agli Ebrei un "focolare nazionale".

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Federico II e l'Italia normanno-sveva - Prima parte

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Play Episode Listen Later Jul 19, 2021 12:01


Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), è stato re di Sicilia (come Federico I, dal 1198 al 1250), duca di Svevia (come Federico VII, dal 1212 al 1216), Re dei Romani (dal 1212) e poi Imperatore del Sacro Romano Impero (come Federico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima ad Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal papa nel 1220) e re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi nella stessa Gerusalemme nel 1229). Apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen. Discendeva per parte di madre dai normanni di Altavilla (Hauteville in francese), conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia. Conosciuto con gli appellativi stupor mundi (“meraviglia o stupore del mondo”) o puer Apuliae (“fanciullo di Puglia”), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa.Fulvio Delle Donne, Professore di Letteratura medievale e umanistica presso l'Università degli Studi della Basilicata, racconta per Storiainpodcast un imperatore dalla grande preparazione culturale, brillante, non facile da domare, che volle accentrare il potere nelle sue mani, ma contemporaneamente rendere tutti i suoi molteplici sudditi uguali e liberi di professare la propria fede. - Federico II, il Regno di Sicilia e l'incoronazione imperiale (Prima parte). - La crociata e l'assunzione della corona di Gerusalemme (Seconda parte). - Gli scontri epocale con i Comuni e il papato (Terza parte). - Il lascito di Federico II tra storia e mito (Quarta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Federico II e l'Italia normanno-sveva - Quarta parte

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Play Episode Listen Later Jul 19, 2021 13:06


Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), è stato re di Sicilia (come Federico I, dal 1198 al 1250), duca di Svevia (come Federico VII, dal 1212 al 1216), Re dei Romani (dal 1212) e poi Imperatore del Sacro Romano Impero (come Federico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima ad Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal papa nel 1220) e re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi nella stessa Gerusalemme nel 1229). Apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen. Discendeva per parte di madre dai normanni di Altavilla (Hauteville in francese), conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia. Conosciuto con gli appellativi stupor mundi (“meraviglia o stupore del mondo”) o puer Apuliae (“fanciullo di Puglia”), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa.Fulvio Delle Donne, Professore di Letteratura medievale e umanistica presso l'Università degli Studi della Basilicata, racconta per Storiainpodcast un imperatore dalla grande preparazione culturale, brillante, non facile da domare, che volle accentrare il potere nelle sue mani, ma contemporaneamente rendere tutti i suoi molteplici sudditi uguali e liberi di professare la propria fede. - Federico II, il Regno di Sicilia e l'incoronazione imperiale (Prima parte). - La crociata e l'assunzione della corona di Gerusalemme (Seconda parte). - Gli scontri epocale con i Comuni e il papato (Terza parte). - Il lascito di Federico II tra storia e mito (Quarta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Federico II e l'Italia normanno-sveva - Terza parte

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Play Episode Listen Later Jul 19, 2021 16:20


Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), è stato re di Sicilia (come Federico I, dal 1198 al 1250), duca di Svevia (come Federico VII, dal 1212 al 1216), Re dei Romani (dal 1212) e poi Imperatore del Sacro Romano Impero (come Federico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima ad Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal papa nel 1220) e re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi nella stessa Gerusalemme nel 1229). Apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen. Discendeva per parte di madre dai normanni di Altavilla (Hauteville in francese), conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia. Conosciuto con gli appellativi stupor mundi (“meraviglia o stupore del mondo”) o puer Apuliae (“fanciullo di Puglia”), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa.Fulvio Delle Donne, Professore di Letteratura medievale e umanistica presso l'Università degli Studi della Basilicata, racconta per Storiainpodcast un imperatore dalla grande preparazione culturale, brillante, non facile da domare, che volle accentrare il potere nelle sue mani, ma contemporaneamente rendere tutti i suoi molteplici sudditi uguali e liberi di professare la propria fede. - Federico II, il Regno di Sicilia e l'incoronazione imperiale (Prima parte). - La crociata e l'assunzione della corona di Gerusalemme (Seconda parte). - Gli scontri epocale con i Comuni e il papato (Terza parte). - Il lascito di Federico II tra storia e mito (Quarta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Federico II e l'Italia normanno-sveva - Seconda parte

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Play Episode Listen Later Jul 19, 2021 10:24


Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), è stato re di Sicilia (come Federico I, dal 1198 al 1250), duca di Svevia (come Federico VII, dal 1212 al 1216), Re dei Romani (dal 1212) e poi Imperatore del Sacro Romano Impero (come Federico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima ad Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal papa nel 1220) e re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi nella stessa Gerusalemme nel 1229). Apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen. Discendeva per parte di madre dai normanni di Altavilla (Hauteville in francese), conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia. Conosciuto con gli appellativi stupor mundi (“meraviglia o stupore del mondo”) o puer Apuliae (“fanciullo di Puglia”), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa.Fulvio Delle Donne, Professore di Letteratura medievale e umanistica presso l'Università degli Studi della Basilicata, racconta per Storiainpodcast un imperatore dalla grande preparazione culturale, brillante, non facile da domare, che volle accentrare il potere nelle sue mani, ma contemporaneamente rendere tutti i suoi molteplici sudditi uguali e liberi di professare la propria fede. - Federico II, il Regno di Sicilia e l'incoronazione imperiale (Prima parte). - La crociata e l'assunzione della corona di Gerusalemme (Seconda parte). - Gli scontri epocale con i Comuni e il papato (Terza parte). - Il lascito di Federico II tra storia e mito (Quarta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Barbarossa e l'Italia dei Comuni - Prima parte

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Play Episode Listen Later Jul 12, 2021 10:22


Federico I Hohenstaufen (Waiblingen, 1122 circa – Saleph, 10 giugno 1190) – noto come il Barbarossa in Italia – è stato imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Italia. Salì al trono di Germania il 4 marzo 1152, succedendo allo zio Corrado III, e fu incoronato imperatore nella primavera del 18 giugno 1155 a Pavia. Due anni dopo, il termine sacrum (“santo”) apparve per la prima volta in un documento in relazione al suo impero. Successivamente fu formalmente incoronato re di Borgogna, ad Arles, il 30 giugno 1178. Fu chiamato Barbarossa dalle città dell'Italia settentrionale che tentò di governare; in tedesco, era conosciuto come Kaiser Rotbart, che ha lo stesso significato.Il Professore Paolo Grillo racconta per Storiainpodcast come attraverso uno scontro con i Comuni dell'Italia settentrionale cercò di ripristinare l'Impero ottoniano. Un conflitto lungo, la cui fine venne stabilita dalla pace di Costanza del 1183, la quale concesse alle realtà comunali autonomia e primi segnali di libertà, al prezzo del riconoscimento della supremazia imperiale. Si disgregava così la centralità del potere dell'Impero e si facevano strada i Comuni come strutture territoriali organizzate. Paolo Grillo è Professore Ordinario di Storia Medievale presso l'Università degli Studi di Milano la Statale, redattore della rivista “Società e Storia” e autore di diverse opere, tra cui “Milano guelfa” e “Le guerre di Barbarossa. I comuni contro l'Imperatore”. - Federico I Hohenstaufen e l'Italia dei Comuni (Prima parte). - Le prime tre discese del Barbarossa in Italia (Seconda parte). - Quarta discesa in Italia e Lega Lombarda (Terza parte). - Gli anni in Germania, quinta discesa e pace di Costanza (Quarta parte). - La terza crociata e la morte di Federico Barbarossa (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Barbarossa e l'Italia dei Comuni - Terza parte

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Play Episode Listen Later Jul 12, 2021 12:22


Federico I Hohenstaufen (Waiblingen, 1122 circa – Saleph, 10 giugno 1190) – noto come il Barbarossa in Italia – è stato imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Italia. Salì al trono di Germania il 4 marzo 1152, succedendo allo zio Corrado III, e fu incoronato imperatore nella primavera del 18 giugno 1155 a Pavia. Due anni dopo, il termine sacrum (“santo”) apparve per la prima volta in un documento in relazione al suo impero. Successivamente fu formalmente incoronato re di Borgogna, ad Arles, il 30 giugno 1178. Fu chiamato Barbarossa dalle città dell'Italia settentrionale che tentò di governare; in tedesco, era conosciuto come Kaiser Rotbart, che ha lo stesso significato.Il Professore Paolo Grillo racconta per Storiainpodcast come attraverso uno scontro con i Comuni dell'Italia settentrionale cercò di ripristinare l'Impero ottoniano. Un conflitto lungo, la cui fine venne stabilita dalla pace di Costanza del 1183, la quale concesse alle realtà comunali autonomia e primi segnali di libertà, al prezzo del riconoscimento della supremazia imperiale. Si disgregava così la centralità del potere dell'Impero e si facevano strada i Comuni come strutture territoriali organizzate. Paolo Grillo è Professore Ordinario di Storia Medievale presso l'Università degli Studi di Milano la Statale, redattore della rivista “Società e Storia” e autore di diverse opere, tra cui “Milano guelfa” e “Le guerre di Barbarossa. I comuni contro l'Imperatore”. - Federico I Hohenstaufen e l'Italia dei Comuni (Prima parte). - Le prime tre discese del Barbarossa in Italia (Seconda parte). - Quarta discesa in Italia e Lega Lombarda (Terza parte). - Gli anni in Germania, quinta discesa e pace di Costanza (Quarta parte). - La terza crociata e la morte di Federico Barbarossa (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Barbarossa e l'Italia dei Comuni - Quarta parte

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Play Episode Listen Later Jul 12, 2021 16:04


Federico I Hohenstaufen (Waiblingen, 1122 circa – Saleph, 10 giugno 1190) – noto come il Barbarossa in Italia – è stato imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Italia. Salì al trono di Germania il 4 marzo 1152, succedendo allo zio Corrado III, e fu incoronato imperatore nella primavera del 18 giugno 1155 a Pavia. Due anni dopo, il termine sacrum (“santo”) apparve per la prima volta in un documento in relazione al suo impero. Successivamente fu formalmente incoronato re di Borgogna, ad Arles, il 30 giugno 1178. Fu chiamato Barbarossa dalle città dell'Italia settentrionale che tentò di governare; in tedesco, era conosciuto come Kaiser Rotbart, che ha lo stesso significato.Il Professore Paolo Grillo racconta per Storiainpodcast come attraverso uno scontro con i Comuni dell'Italia settentrionale cercò di ripristinare l'Impero ottoniano. Un conflitto lungo, la cui fine venne stabilita dalla pace di Costanza del 1183, la quale concesse alle realtà comunali autonomia e primi segnali di libertà, al prezzo del riconoscimento della supremazia imperiale. Si disgregava così la centralità del potere dell'Impero e si facevano strada i Comuni come strutture territoriali organizzate. Paolo Grillo è Professore Ordinario di Storia Medievale presso l'Università degli Studi di Milano la Statale, redattore della rivista “Società e Storia” e autore di diverse opere, tra cui “Milano guelfa” e “Le guerre di Barbarossa. I comuni contro l'Imperatore”. - Federico I Hohenstaufen e l'Italia dei Comuni (Prima parte). - Le prime tre discese del Barbarossa in Italia (Seconda parte). - Quarta discesa in Italia e Lega Lombarda (Terza parte). - Gli anni in Germania, quinta discesa e pace di Costanza (Quarta parte). - La terza crociata e la morte di Federico Barbarossa (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Barbarossa e l'Italia dei Comuni - Quinta parte

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Play Episode Listen Later Jul 12, 2021 9:00


Federico I Hohenstaufen (Waiblingen, 1122 circa – Saleph, 10 giugno 1190) – noto come il Barbarossa in Italia – è stato imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Italia. Salì al trono di Germania il 4 marzo 1152, succedendo allo zio Corrado III, e fu incoronato imperatore nella primavera del 18 giugno 1155 a Pavia. Due anni dopo, il termine sacrum (“santo”) apparve per la prima volta in un documento in relazione al suo impero. Successivamente fu formalmente incoronato re di Borgogna, ad Arles, il 30 giugno 1178. Fu chiamato Barbarossa dalle città dell'Italia settentrionale che tentò di governare; in tedesco, era conosciuto come Kaiser Rotbart, che ha lo stesso significato.Il Professore Paolo Grillo racconta per Storiainpodcast come attraverso uno scontro con i Comuni dell'Italia settentrionale cercò di ripristinare l'Impero ottoniano. Un conflitto lungo, la cui fine venne stabilita dalla pace di Costanza del 1183, la quale concesse alle realtà comunali autonomia e primi segnali di libertà, al prezzo del riconoscimento della supremazia imperiale. Si disgregava così la centralità del potere dell'Impero e si facevano strada i Comuni come strutture territoriali organizzate. Paolo Grillo è Professore Ordinario di Storia Medievale presso l'Università degli Studi di Milano la Statale, redattore della rivista “Società e Storia” e autore di diverse opere, tra cui “Milano guelfa” e “Le guerre di Barbarossa. I comuni contro l'Imperatore”. - Federico I Hohenstaufen e l'Italia dei Comuni (Prima parte). - Le prime tre discese del Barbarossa in Italia (Seconda parte). - Quarta discesa in Italia e Lega Lombarda (Terza parte). - Gli anni in Germania, quinta discesa e pace di Costanza (Quarta parte). - La terza crociata e la morte di Federico Barbarossa (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Barbarossa e l'Italia dei Comuni - Seconda parte

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Play Episode Listen Later Jul 12, 2021 16:57


Federico I Hohenstaufen (Waiblingen, 1122 circa – Saleph, 10 giugno 1190) – noto come il Barbarossa in Italia – è stato imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Italia. Salì al trono di Germania il 4 marzo 1152, succedendo allo zio Corrado III, e fu incoronato imperatore nella primavera del 18 giugno 1155 a Pavia. Due anni dopo, il termine sacrum (“santo”) apparve per la prima volta in un documento in relazione al suo impero. Successivamente fu formalmente incoronato re di Borgogna, ad Arles, il 30 giugno 1178. Fu chiamato Barbarossa dalle città dell'Italia settentrionale che tentò di governare; in tedesco, era conosciuto come Kaiser Rotbart, che ha lo stesso significato.Il Professore Paolo Grillo racconta per Storiainpodcast come attraverso uno scontro con i Comuni dell'Italia settentrionale cercò di ripristinare l'Impero ottoniano. Un conflitto lungo, la cui fine venne stabilita dalla pace di Costanza del 1183, la quale concesse alle realtà comunali autonomia e primi segnali di libertà, al prezzo del riconoscimento della supremazia imperiale. Si disgregava così la centralità del potere dell'Impero e si facevano strada i Comuni come strutture territoriali organizzate. Paolo Grillo è Professore Ordinario di Storia Medievale presso l'Università degli Studi di Milano la Statale, redattore della rivista “Società e Storia” e autore di diverse opere, tra cui “Milano guelfa” e “Le guerre di Barbarossa. I comuni contro l'Imperatore”. - Federico I Hohenstaufen e l'Italia dei Comuni (Prima parte). - Le prime tre discese del Barbarossa in Italia (Seconda parte). - Quarta discesa in Italia e Lega Lombarda (Terza parte). - Gli anni in Germania, quinta discesa e pace di Costanza (Quarta parte). - La terza crociata e la morte di Federico Barbarossa (Quinta parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Pillole di Storia
#14 - Capo Colonna, emirato di Sicilia contro Sacro Romano Impero

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Play Episode Listen Later Jul 5, 2021 25:40


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La lotta per le investiture - Terza parte

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Play Episode Listen Later Jul 5, 2021 9:09


La lotta per le investiture caratterizzò l'Europa tra la metà dell'XI secolo e l'inizio del XII. Periodo di dispute, di lunga rivalità fra il Papato e l'impero, al fine di ottenere la supremazia sulla comunità cristiana che sembrò terminare con il Concordato di Worms. Il patto, noto anche come Pactum Calixtinum – stipulato a Worms (Germania) il 23 settembre del 1122 fra il sovrano del Sacro Romano Impero Enrico V di Franconia e il papa Callisto II – non avrebbe però posto fine ai contrasti. Le successive dispute porteranno nei secoli successivi al trasferimento della corte papale ad Avignone e allo Scisma d'Occidente.Lorenzo Tanzini, professore di Storia Medievale e Antichità e Istituzioni medievali all'Università degli Studi di Cagliari, racconta a Storiainpodcast lo scontro tra papato e Sacro Romano Impero riguardante il diritto di investire (cioè di nominare) gli alti ecclesiastici e il papa stesso. - La Lotta per le investiture (Prima parte). - Enrico IV e il Papa (Ildebrando di Soana) (Seconda parte). - Il concordato di Worms (Terza parte). A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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La lotta per le investiture - Seconda parte

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Play Episode Listen Later Jul 5, 2021 18:54


La lotta per le investiture caratterizzò l'Europa tra la metà dell'XI secolo e l'inizio del XII. Periodo di dispute, di lunga rivalità fra il Papato e l'impero, al fine di ottenere la supremazia sulla comunità cristiana che sembrò terminare con il Concordato di Worms. Il patto, noto anche come Pactum Calixtinum – stipulato a Worms (Germania) il 23 settembre del 1122 fra il sovrano del Sacro Romano Impero Enrico V di Franconia e il papa Callisto II – non avrebbe però posto fine ai contrasti. Le successive dispute porteranno nei secoli successivi al trasferimento della corte papale ad Avignone e allo Scisma d'Occidente.Lorenzo Tanzini, professore di Storia Medievale e Antichità e Istituzioni medievali all'Università degli Studi di Cagliari, racconta a Storiainpodcast lo scontro tra papato e Sacro Romano Impero riguardante il diritto di investire (cioè di nominare) gli alti ecclesiastici e il papa stesso. - La Lotta per le investiture (Prima parte). - Enrico IV e il Papa (Ildebrando di Soana) (Seconda parte). - Il concordato di Worms (Terza parte). A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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La lotta per le investiture - Prima parte

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Play Episode Listen Later Jul 5, 2021 14:14


La lotta per le investiture caratterizzò l'Europa tra la metà dell'XI secolo e l'inizio del XII. Periodo di dispute, di lunga rivalità fra il Papato e l'impero, al fine di ottenere la supremazia sulla comunità cristiana che sembrò terminare con il Concordato di Worms. Il patto, noto anche come Pactum Calixtinum – stipulato a Worms (Germania) il 23 settembre del 1122 fra il sovrano del Sacro Romano Impero Enrico V di Franconia e il papa Callisto II – non avrebbe però posto fine ai contrasti. Le successive dispute porteranno nei secoli successivi al trasferimento della corte papale ad Avignone e allo Scisma d'Occidente.Lorenzo Tanzini, professore di Storia Medievale e Antichità e Istituzioni medievali all'Università degli Studi di Cagliari, racconta a Storiainpodcast lo scontro tra papato e Sacro Romano Impero riguardante il diritto di investire (cioè di nominare) gli alti ecclesiastici e il papa stesso. - La Lotta per le investiture (Prima parte). - Enrico IV e il Papa (Ildebrando di Soana) (Seconda parte). - Il concordato di Worms (Terza parte). A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Carlo Magno e il Sacro Romano Impero - Terza parte

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Play Episode Listen Later Jun 14, 2021 20:22


Carlo, detto Magno o Carlomagno o Carlo I detto il Grande (2 aprile 742 – Aquisgrana, 28 gennaio 814), è stato re dei Franchi dal 768, re dei Longobardi dal 774 e dall'800 primo Imperatore dei Romani, incoronato da papa Leone III nell'antica basilica di San Pietro in Vaticano. L'appellativo Magno gli fu attribuito dal suo biografo Eginardo, che intitolò la sua opera Vita et gesta Caroli Magni. Figlio di Pipino il Breve e Bertrada di Laon, Carlo divenne re nel 768, alla morte di suo padre. Regnò inizialmente insieme con il fratello Carlomanno, la cui improvvisa morte (avvenuta in circostanze misteriose nel 771) lasciò Carlo unico sovrano del regno franco. Grazie a una serie di campagne militari (compresa la conquista del Regno longobardo) allargò il Regno franco fino a comprendere una vasta parte dell'Europa occidentale. Il giorno di Natale dell'800 papa Leone III lo incoronò Imperatore dei Romani, fondando quello che fu definito Impero carolingio (che si trasformerà in seguito nel Sacro romano impero). Con Carlo Magno si assistette quindi al superamento nella storia dell'Europa occidentale dell'ambiguità giuridico-formale dei Regni romano-germanici in favore di un nuovo modello di impero.Francesca Roversi Monaco, professoressa associata di Storia Medievale presso l'Università di Bologna, nonché membro del comitato scientifico dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo (ISIME), ci introduce con attenzione ed entusiasmo al concetto di Medioevo, soffermando l'attenzione sulle principali invasioni barbariche, sul regno carolingio e sulla figura di Carlo Magno. - Il concetto di Medioevo e le sue periodizzazioni (Prima parte). - Le invasioni barbariche ed i principali regni romano barbarici (Seconda parte). - Il regno carolingio, Carlo Magno e il Sacro Romano Impero (Terza parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Carlo Magno e il Sacro Romano Impero - Prima parte

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Play Episode Listen Later Jun 14, 2021 13:51


Carlo, detto Magno o Carlomagno o Carlo I detto il Grande (2 aprile 742 – Aquisgrana, 28 gennaio 814), è stato re dei Franchi dal 768, re dei Longobardi dal 774 e dall'800 primo Imperatore dei Romani, incoronato da papa Leone III nell'antica basilica di San Pietro in Vaticano. L'appellativo Magno gli fu attribuito dal suo biografo Eginardo, che intitolò la sua opera Vita et gesta Caroli Magni. Figlio di Pipino il Breve e Bertrada di Laon, Carlo divenne re nel 768, alla morte di suo padre. Regnò inizialmente insieme con il fratello Carlomanno, la cui improvvisa morte (avvenuta in circostanze misteriose nel 771) lasciò Carlo unico sovrano del regno franco. Grazie a una serie di campagne militari (compresa la conquista del Regno longobardo) allargò il Regno franco fino a comprendere una vasta parte dell'Europa occidentale. Il giorno di Natale dell'800 papa Leone III lo incoronò Imperatore dei Romani, fondando quello che fu definito Impero carolingio (che si trasformerà in seguito nel Sacro romano impero). Con Carlo Magno si assistette quindi al superamento nella storia dell'Europa occidentale dell'ambiguità giuridico-formale dei Regni romano-germanici in favore di un nuovo modello di impero.Francesca Roversi Monaco, professoressa associata di Storia Medievale presso l'Università di Bologna, nonché membro del comitato scientifico dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo (ISIME), ci introduce con attenzione ed entusiasmo al concetto di Medioevo, soffermando l'attenzione sulle principali invasioni barbariche, sul regno carolingio e sulla figura di Carlo Magno. - Il concetto di Medioevo e le sue periodizzazioni (Prima parte). - Le invasioni barbariche ed i principali regni romano barbarici (Seconda parte). - Il regno carolingio, Carlo Magno e il Sacro Romano Impero (Terza parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Carlo Magno e il Sacro Romano Impero - Seconda parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Jun 14, 2021 22:00


Carlo, detto Magno o Carlomagno o Carlo I detto il Grande (2 aprile 742 – Aquisgrana, 28 gennaio 814), è stato re dei Franchi dal 768, re dei Longobardi dal 774 e dall'800 primo Imperatore dei Romani, incoronato da papa Leone III nell'antica basilica di San Pietro in Vaticano. L'appellativo Magno gli fu attribuito dal suo biografo Eginardo, che intitolò la sua opera Vita et gesta Caroli Magni. Figlio di Pipino il Breve e Bertrada di Laon, Carlo divenne re nel 768, alla morte di suo padre. Regnò inizialmente insieme con il fratello Carlomanno, la cui improvvisa morte (avvenuta in circostanze misteriose nel 771) lasciò Carlo unico sovrano del regno franco. Grazie a una serie di campagne militari (compresa la conquista del Regno longobardo) allargò il Regno franco fino a comprendere una vasta parte dell'Europa occidentale. Il giorno di Natale dell'800 papa Leone III lo incoronò Imperatore dei Romani, fondando quello che fu definito Impero carolingio (che si trasformerà in seguito nel Sacro romano impero). Con Carlo Magno si assistette quindi al superamento nella storia dell'Europa occidentale dell'ambiguità giuridico-formale dei Regni romano-germanici in favore di un nuovo modello di impero.Francesca Roversi Monaco, professoressa associata di Storia Medievale presso l'Università di Bologna, nonché membro del comitato scientifico dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo (ISIME), ci introduce con attenzione ed entusiasmo al concetto di Medioevo, soffermando l'attenzione sulle principali invasioni barbariche, sul regno carolingio e sulla figura di Carlo Magno. - Il concetto di Medioevo e le sue periodizzazioni (Prima parte). - Le invasioni barbariche ed i principali regni romano barbarici (Seconda parte). - Il regno carolingio, Carlo Magno e il Sacro Romano Impero (Terza parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

BASTA BUGIE - Storia
Il cristianesimo non può che essere romano

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later Jun 1, 2021 5:38


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6590IL CRISTIANESIMO NON PUO' CHE ESSERE ROMANOLa romanità è un giudizio culturale e un criterio di civiltà che è stato (ed è ancora) importantissimo.Attenzione, importantissimo non solo per la civiltà occidentale in genere, ma anche per il Cristianesimo stesso, per la sua diffusione e quindi per il suo essere fondamento della civiltà occidentale.San Francesco Saverio è un santo straordinario: da solo partì per le Indie per portare il Vangelo. Partì senza nulla, solo con la ricchezza della propria Grazia e della propria Fede. Un vero gigante della santità. Eppure quali sono stati i risultati della sua missione? Certamente tante conversioni, certamente il grandissimo suo esempio che ammiriamo e che ci edifica ancora adesso... ma l'Oriente e l'Estremo Oriente, purtroppo, sono rimasti culturalmente e numericamente non cristiani.Quali invece sono stati i risultati dei vari san Patrizio, san Bonifacio, san Colombano che hanno evangelizzato il Nord Europa? Di fatto quelle terre sono diventate sia culturalmente sia numericamente cristiane.Possiamo, pertanto, concludere che san Patrizio, san Bonifacio e san Colombano erano più santi di san Francesco Saverio? Ovviamente no. E allora dov'è la spiegazione? È nel fatto che mentre san Francesco Saverio trovò un "terreno" poco predisposto ad accogliere il Vangelo, non fu così per coloro che evangelizzarono le terre del Nord Europa.San Francesco Saverio trovò delle terre in cui era pressoché assente la dimensione della libertà individuale e quindi la stessa consapevolezza dell'alterità tra l'individuo e il tutto. D'altronde il fondamento filosofico della religiosità orientale ed estremo-orientale è il monismo panteistico in cui non c'è spazio per la realtà individuale.Chi invece evangelizzò l'Europa trovò un "terreno" già predisposto per l'annuncio evangelico, un "terreno" già dissodato. Da cosa? Dal diritto romano.Certamente, nel mondo antico ancora non vi era un vero e proprio concetto di persona, ma è indubbio come nel diritto romano già vi fosse la dimensione dell'alterità tra individuo e istituzione statuale, che servirà non poco a far accettare il Cristianesimo con il suo costitutivo riconoscimento della sostanza ontologica della persona umana, della sua individualità e dei suoi inalienabili diritti.Dante Alighieri, che con la sua Commedia sintetizza tutto il pensiero medievale, lo dice: è vero che l'Impero romano ha perseguitato i primi cristiani, ma è pur vero che esso non solo è stato criterio di civiltà, ma ha svolto anche un ruolo provvidenziale per la diffusione del Cristianesimo stesso.Si pensi a quanto gli apostoli e i loro successori si siano avvantaggiati di un'unificazione politica, culturale e linguistica, date appunto dalla romanità.Ma Dante giustamente va oltre il dato storico del ruolo provvidenziale che la romanità e poi l'Impero romano avrebbero avuto per il raggiungimento della civiltà cristiana, dice anche che il futuro della cristianità non può che essere nella conservazione anche della sua romanità. In Paradiso Dante dialoga con una grande aquila formata da tante anime beate.D'altronde fu questo il senso provvidenziale di quella fatidica notte del Natale dell'anno 800 in cui proprio a Roma, per volere del Papa e di un grande re come Carlo Magno, nacque quello che non a caso si chiamò il Sacro Romano Impero.Sacro Romano Impero voluto appunto dalla Provvidenza.Per chi crede che la storia non è solo un succedersi di avvenimenti senza significato o di fatti che casualmente si succedono, bensì l'azione della volontà di Dio che si serve della libera collaborazione dell'uomo, allora anche certe coincidenze non possono non avere un significato.Come mai l'Impero Romano inizia con un Romolo e finisce con un altro Romolo (Romolo Augustolo)?E come mai anche il Sacro Romano Impero inizia con un Carlo (Carlo Magno) e finisce con un altro Carlo (il beato Carlo d'Asburgo)?Coincidenze? È un po' difficile crederlo.

Fino alle otto
Fino alle otto di ven 21/05/21

Fino alle otto

Play Episode Listen Later May 21, 2021 60:54


Il risveglio di Popolare Network, l'edicola. La rubrica accadde oggi a cura di Elena Mordiglia: 21 maggio 995, Ottone Terzo viene incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero. Giulio Wilson ci presenta “Finale all'italiana”. Il g20 e i brevetti sui vaccini, ne parliamo con Nicoletta Dentico

finale fino imperatore sacro romano impero elena mordiglia popolare network
Fino alle otto
Fino alle otto di venerdì 21/05/2021

Fino alle otto

Play Episode Listen Later May 21, 2021 60:54


Il risveglio di Popolare Network, l'edicola. La rubrica accadde oggi a cura di Elena Mordiglia: 21 maggio 995, Ottone Terzo viene incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero. Giulio Wilson ci presenta “Finale all'italiana”. Il g20 e i brevetti sui vaccini, ne parliamo con Nicoletta Dentico

Gente di Ruolo
Faide di Confine 01 - Not the End Beta

Gente di Ruolo

Play Episode Listen Later May 10, 2021 57:05


Nel Luglio 2019, ben prima che Not the End diventi il Gioco dell'Anno, abbiamo giocato una Beta con Claudio Pustorino! Nel gioco è assolutamente riconoscibile quello che è il nocciolo duro del sistema, ma qua e là vedrete qualche diffrenza (ideali al posto di lezioni etc...). Ma non saranno queste differenze mecceniche a togliere piacevolezza al gioco. In una versione fantastica del Sacro Romano Impero i PG sono mandati a risolvere una rivalità tra stati elettori che potrebbe sfociare in guerra aperta. Titolo: Faide di Confine Sistema: NtE - OpenBeta Setting: Homebrew Genere: Low Fantasy - Low Magic

Il professore senza cattedra
La lotta per le investiture

Il professore senza cattedra

Play Episode Listen Later Apr 8, 2021 13:12


Con il termine lotta per le investiture si fa riferimento allo scontro tra papato e Sacro Romano Impero avvenuto dall'ultimo quarto dell'XI secolo al 1122 e riguardante il diritto di investire gli alti ecclesiastici e il papa stesso.

Il professore senza cattedra
Carlo Magno e la rinascita dell'Europa

Il professore senza cattedra

Play Episode Listen Later Feb 19, 2021 14:13


Nato il 2 aprile del 742 - anche se la data non è certa - Carlo Magno fu Re dei Franchi, Re dei Longobardi e primo imperatore del Sacro Romano Impero. Grazie a lui, il continente europeo colmò il vuoto di potere che si era venuto a creare dopo le invasioni barbariche.Insomma, non deve stupire il fatto che questo sovrano, collezionista di titoli e trionfi in battaglia, sia passato alla Storia con l'appellativo Magno (dal latino magnus, grande)!

Storia della civiltà cristiana | RRL
193 - L’incoronazione di Carlo Magno: Natale della Cristianità

Storia della civiltà cristiana | RRL

Play Episode Listen Later Dec 25, 2020 6:49


Nella solennità di Natale dell’800, con l’incoronazione di Carlo Magno, a Roma, nacque il Sacro Romano Impero al quale era riservata la missione di propagare il regno di Cristo nelle regioni barbare del Nord, e di mantenere l’unità europea, sotto la direzione del Romano Pontefice. Correva l’anno 800. Era il giorno di Natale.

RadioPNR
Pier In Oltrepo (10 dicembre)Barbarossa ed il compleanno dell'Oltrepo

RadioPNR

Play Episode Listen Later Dec 10, 2020 16:15


Federico barbarossa, l'imperatore del Sacro Romano Impero che creò l'Oltrepo pavese nel 1166.

Storia della civiltà cristiana | RRL
189 - Contro la fede e contro gli Asburgo

Storia della civiltà cristiana | RRL

Play Episode Listen Later Nov 27, 2020 5:03


Il conflitto, che scosse a lungo le popolazioni del Sacro Romano Impero, fu sanguinoso. Ma i primi sintomi di quella che divenne poi nota come Guerra dei Trent’Anni si colsero già negli anni infuocati della Riforma luterana, quando la Cristianità venne lacerata da una dolorosa frattura e quando i principi dell’Impero si sollevarono contro il dominio degli Asburgo, mischiando la questione religiosa con evidenti interessi politici…

La Storia riletta da Mauro Lanzi
L'alba di un impero

La Storia riletta da Mauro Lanzi

Play Episode Listen Later Nov 14, 2020 73:51


La battaglia di Austerlitz è stata non solo uno delle dimostrazioni più sfolgoranti del genio napoleonico, ma è stata anche un punto di passaggio essenziale nella storia d'Europa, perché sancì la fine di un impero millenario, il Sacro Romano Impero, e la nascita e l'affermarsi di un nuovo impero, l'Impero Napoleonico, che avrà durata effimera, ma lascerà un'impronta profonda nella società e nel costume europei. Accompagnare il generale corso nella sua impresa svelerà i tratti del suo genio militare, mostrerà l'eroismo e le sofferenze dei suoi soldati, rivelerà anche dettagli curiosi o poco noti delle sue vicende, che hanno influenzato e sono tuttora presenti nella nostra vita di tutti i giorni.

QdA Blog Radio Podcast
Mono 32 - Il castello dell'Imperatore

QdA Blog Radio Podcast

Play Episode Listen Later May 17, 2020 3:28


La più suggestiva fortezza del Sacro Romano Impero è nel cuore delle Murge, in provincia di Andria. Castel del Monte ha forma ottagonale voluta da Federico II di Svevia e porta con se un'articolata simbologia. Tutte le immagini su https://quellodiarte.com/2020/05/18/il-castello-dellimperatore/ Vuoi rimanere aggiornato su tutte le novità su Quello di Arte? Iscriviti alla mailing list di Quello di Arte cliccando su questo link https://mailchi.mp/e5da93e9fc36/mailinglistSe volete scrivere a Quello di Arte l'email è quellodiarte@gmail.comPlaylistMichelangelo Mammoliti, Mono, 2019

Te lo spiega Studenti.it
Biografie - Carlo Magno

Te lo spiega Studenti.it

Play Episode Listen Later Apr 1, 2020 5:35


Re dei Franchi e dei Longobardi e imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo Magno è una figura leggendaria. In questa pillola conosceremo meglio questa figura storica in parte raccontata da Eginardo, nella sua Vita Karoli.Se vuoi approfondire puoi farlo qui: https://www.studenti.it/carlo-magno-storia-biografia-pensiero-politico.htmlColonna sonoraBlippy trance / Poppers and prosecco - Kevin Mac Leod https://incompetech.com/Effetti sonori: https://www.zapsplat.com

BASTA BUGIE - Cinema
FILM GARANTITI: Undici settembre 1683 - La Lega Santa ferma l'avanzata islamica (2013) ****

BASTA BUGIE - Cinema

Play Episode Listen Later Feb 12, 2020 17:05


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=169LA LEGA SANTA FERMA L'AVANZATA TURCA ISLAMICA: PER SEMPRE di Renato CirelliLo scenario politico-militare nella seconda metà del Seicento, il secolo terribile che aveva sconvolto e cambiato per sempre l'Europa, si presenta tutt'altro che pacifico. La Guerra dei Trent'Anni (1618-1648), iniziata come guerra di religione, era continuata come conflitto fra la Casa regnante francese dei Borbone e gli Asburgo per togliere a questi ultimi l'egemonia sulla Germania, che derivava loro dall'autorità imperiale. Per raggiungere questo scopo il primo ministro francese Armand du Plessis, cardinale duca di Richelieu (1585-1642), inaugurando una politica fondata sul solo interesse nazionale a scapito degli interessi dell'Europa cattolica, si allea con i principi protestanti.I Trattati di Westfalia del 1648 sanciscono l'indebolimento definitivo del Sacro Romano Impero e sulla Germania, devastata e divisa fra cattolici e protestanti e frazionata politicamente, si stabilisce l'egemonia del re di Francia Luigi XIV (1638-1715). Il ruolo dominante raggiunto in Europa spinge il Re Sole ad aspirare alla stessa corona imperiale e, in questa prospettiva, egli non esita a cercare l'alleanza degli ottomani, indifferente a ogni ideale cristiano ed europeo. Sul finire del secolo l'Europa cristiana è prostrata e ripiegata su se stessa fra divisioni religiose e lotte dinastiche, mentre la crisi economica e il calo demografico, conseguenti alla guerra, completano il quadro e la rendono oltremodo vulnerabile.L'OFFENSIVA TURCAL'impero ottomano, che aveva ormai conquistato i paesi balcanici fino alla pianura ungherese, il 1° agosto 1664 era stato fermato nella sua avanzata dagli eserciti imperiali guidati da Raimondo Montecuccoli (1609-1680) nella battaglia di San Gottardo, in Ungheria.Poco dopo però, sotto l'energica guida del Gran Visir Kara Mustafà (1634-1683), l'offensiva turca riprende, incoraggiata incoscientemente da Luigi XIV nella sua spregiudicata politica anti-asburgica, e approfitta della debolezza in cui versano l'Europa e l'Impero.Solo la Repubblica di Venezia contende ai Turchi ogni isola dell'Egeo e ogni metro di Grecia e di Dalmazia combattendo orgogliosamente da sola la sua ultima e gloriosa guerra, che culmina con la caduta di Candia nel 1669, difesa eroicamente da Francesco Morosini il Peloponnesiaco (1618-1694).Dopo Creta, nel 1672 la Podolia - parte dell'odierna Ucraina - viene sottratta alla Polonia e nel gennaio del 1683, a Istanbul, vengono inastate le code di cavallo di battaglia in direzione dell'Ungheria e un immenso esercito si mette in marcia verso il cuore dell'Europa, sotto la guida di Kara Mustafà e del sultano Maometto IV (1642-1693), con l'intento di creare una grande Turchia europea e musulmana con capitale Vienna.Le poche forze imperiali - appoggiate da milizie ungheresi guidate dal duca Carlo V di Lorena (1643-1690) - tentano invano di resistere. Il grande condottiero al servizio degli Asburgo prende il comando benché ancora convalescente di una grave malattia che lo aveva portato sull'orlo della morte, dalla quale - si dice - l'abbiano salvato le preghiere di un padre cappuccino, il beato Marco da Aviano (1631-1699). Il religioso italiano, inviato del Papa presso l'Imperatore e instancabile predicatore della crociata anti-turca, consiglia che tutte le insegne imperiali portino l'immagine della Madre di Dio. Da allora le bandiere militari austriache manterranno l'effigie della Madonna per due secoli e mezzo, fino a quando Adolf Hitler (1889-1945) le farà togliere.LE "CAMPANE DEI TURCHI"L'8 luglio 1683 l'esercito ottomano muove dall'Ungheria verso Vienna, vi giunge il 13 luglio e la cinge d'assedio. Durante il percorso ha devastato le regioni attraversate, saccheggiato città e villaggi, distrutto chiese e conventi, massacrato e schiavizzato le popolazioni cristiane.L'imperatore Leopoldo I (1640-1705), dopo aver affidato il comando militare al conte Ernst Rüdiger von Starhemberg (1638-1701), decide di lasciare la città e raggiunge Linz per organizzare la resistenza della Germania contro il tremendo pericolo che la sovrasta.Nell'impero suonano a stormo le "campane dei turchi", com'era già accaduto nel 1664 e nel secolo precedente, e inizia la mobilitazione delle risorse militari imperiali, mentre l'imperatore tesse febbrilmente trattative per chiamare a raccolta tutti i principi, cattolici e protestanti, sabotato da Luigi XIV e da Federico Guglielmo di Brandeburgo (1620-1688), e chiede l'immediato intervento dell'esercito polacco, appellandosi al supremo interesse della salvezza della Cristianità.PAPA INNOCENZO XIIn questo momento drammatico dà i suoi frutti la politica europea e orientale da anni promossa dalla Santa Sede, soprattutto per merito del cardinale Benedetto Odescalchi (1611-1689), eletto Papa con il nome di Innocenzo XI nel 1676, beatificato nel 1956 da Papa Pio XII (1939-1958).Convinto custode del grande spirito crociato, il Pontefice, che da cardinale governatore di Ferrara si era guadagnato il titolo di "padre dei poveri", ispira una politica lungimirante tesa a creare un sistema di equilibrio fra i principi cristiani per indirizzare la loro politica estera contro l'impero ottomano. Avvalendosi di abili e decisi esecutori come i nunzi Obizzo Pallavicini (1632-1700) e Francesco Buonvisi (1626-1700), il beato Marco da Aviano e altri, la diplomazia pontificia media e concilia i contrasti europei, pacifica la Polonia con l'Austria, favorisce l'avvicinamento con il Brandeburgo protestante e con la Russia ortodossa, difende perfino gli interessi dei protestanti ungheresi contro l'episcopato locale, perché tutte le divisioni della Cristianità dovevano venir meno davanti alla difesa dell'Europa dall'islam. E, nonostante gli insuccessi e le incomprensioni, nell'"anno dei Turchi" 1683 il Papa riesce a essere l'anima della grande coalizione cristiana, trova il denaro in tutta Europa per finanziare le truppe di grandi e di piccoli principi e paga personalmente un reparto di cosacchi dell'esercito della Polonia.L'ASSEDIOIntanto a Vienna, invasa dai profughi, si consuma la via crucis dell'assedio, che la città sopporta eroicamente. 6.000 soldati e 5.000 uomini della difesa civica si oppongono, tagliati fuori dal mondo, allo sterminato esercito ottomano, armato di 300 cannoni. Tutte le campane della città vengono messe a tacere fuorché quella di Santo Stefano, chiamata Angstern, "angoscia", che con i suoi incessanti rintocchi chiama a raccolta i difensori. Gli assalti ai bastioni e gli scontri a corpo a corpo sono quotidiani e ogni giorno può essere l'ultimo, mentre i soccorsi sono ancora lontani. Sollecitato dal Papa e dall'imperatore, alla testa di un esercito, muove a marce forzate verso la città assediata il re di Polonia Giovanni III Sobieski (1624-1696), che già due volte aveva salvato la Polonia dai turchi. Finalmente il 31 agosto si congiunge con il duca Carlo di Lorena, che gli cede il comando supremo, e, quando viene raggiunto da tutti i contingenti dell'impero, l'esercito cristiano si mette in marcia verso Vienna, dove la situazione è ormai drammatica. I turchi hanno aperto brecce nei bastioni e i difensori superstiti, dopo aver respinto diciotto attacchi ed effettuato ventiquattro sortite, sono allo stremo, mentre i giannizzeri attaccano, infiammmati dai loro predicatori, e i cavalieri tatari scorazzano per l'Austria e la Moravia. L'11 settembre Vienna vive con angoscia quella che sembra l'ultima notte e von Starhemberg invia a Carlo di Lorena l'ultimo disperato messaggio: "Non perdete più tempo, clementissimo Signore, non perdete più tempo".LA BATTAGLIAAll'alba del 12 settembre 1683 il beato Marco da Aviano, dopo aver celebrato la Messa servita dal re di Polonia, benedice l'esercito schierato, quindi, a Kalhenberg, presso Vienna, 65.000 cristiani affrontano in battaglia campale 200.000 ottomani.Sono presenti con le loro truppe i principi del Baden e di Sassonia, i Wittelsbach di Baviera, i signori di Turingia e di Holstein, i polacchi e gli ungheresi, il generale italiano conte Enea Silvio Caprara (1631-1701), oltre al giovane principe Eugenio di Savoia (1663-1736), che riceve il battesimo di fuoco.La battaglia dura tutto il giorno e termina con una terribile carica all'arma bianca, guidata da Sobieski in persona, che provoca la rotta degli ottomani e la vittoria dell'esercito cristiano: questo subisce solo 2.000 perdite contro le oltre 20.000 dell'avversario. L'esercito ottomano fugge in disordine abbandonando tutto il bottino e le artiglierie e dopo aver massacrato centinaia di prigionieri e di schiavi cristiani. Il re di Polonia invia al Papa le bandiere catturate accompagnandole da queste parole: "Veni, vidi, Deus vicit". Ancor oggi, per decisione di Papa Innocenzo XI, il 12 settembre è dedicato al SS. Nome di Maria, in ricordo e in ringraziamento della vittoria.Il giorno seguente l'imperatore entra in Vienna, festante e liberata, alla testa dei principi dell'impero e delle truppe confederate e assiste al Te Deum di ringraziamento, officiato nella cattedrale di Santo Stefano dal vescovo di Vienna-Neustadt, poi cardinale, il conte Leopoldo Carlo Kollonic (1631-1707), anima spirituale della resistenza.IL RIFLUSSO DELL'ISLAMLa vittoria di Kalhenberg e la liberazione di Vienna sono il punto di partenza per la controffensiva condotta dagli Asburgo contro l'impero ottomano nell'Europa danubiana, che porta, negli anni seguenti, alla liberazione dell'Ungheria, della Transilvania e della Croazia, dando inoltre possibilità alla Dalmazia di restare veneziana. È il momento in cui maggiormente si palesa la grandezza della vocazione e della missione della Casa d'Austria per il riscatto e per la difesa dell'Europa sud-orientale.

BASTA BUGIE - Cinema
FILM GARANTITI: Undici settembre 1683 - Sette imprecisioni storiche (2013) ****

BASTA BUGIE - Cinema

Play Episode Listen Later Feb 12, 2020 9:35


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=179SETTE IMPRECISIONI STORICHE DEL FILM SUL BEATO MARCO D'AVIANO di Massimo ViglioneIn questi giorni si sta proiettando in alcuni cinema italiani un film di Renzo Martinelli, 11 settembre 1683, dedicato al beato Marco d'Aviano e alla vittoria di Vienna, decisiva per il resto di tutta la storia del millenario scontro fra Cristianità e Islam. A nessuno può quindi sfuggire il fatto che un film sul trionfo militare della Cristianità sull'Islam è più che un semplice film, e merita attenzione, comunque sia fatto.Sorvolo pienamente sugli aspetti tecnici: è ovvio che sarebbe dovuto essere un Kolossal, ma è altrettanto ovvio che i mezzi economici non ci sono, e in questo va dato atto a Martinelli di avere un certo "coraggio" nel "tuffarsi" in queste imprese, nonostante tutto.Sorvoliamo sul fatto che la data della battaglia non è l'11 settembre, ma il 12 settembre 1683 (e, infatti, Papa Innocenzo XI stabilì in questo giorno, come ringraziamento a Dio per la vittoria, la festa del nome di Maria). Esigenze pubblicitarie...Sorvoliamo che il consulente storico è stato Valerio Massimo Manfredi: i tuttologi non possono dare sempre il meglio, e Martinelli farebbe bene a guardare anche in altre direzioni, per il futuro: un nome meno altisonante ma più esperto della materia può essere di maggiore aiuto.Detto questo, possiamo affermare che la figura di padre Marco è ben interpretata da un attore navigato e noto come F. Murray Abraham. In generale, il cappuccino è rappresentato in maniera abbastanza fedele nella sua umiltà, nella sua intelligenza e nella ferma volontà di salvare la Cristianità, eccetto che per un aspetto di cui dico in seguito.Dal punto di vista più teologico, vi sono alcuni dialoghi interessanti sull'islam e sul rapporto fra le religioni: nella sostanza, si nota un certo "afflato ecumenico" ante litteram, o almeno un desiderio di esso, certamente assente in quei giorni, ma occorre dire che l'afflato si mantiene su una linea di moderata espressione (poteva andare molto peggio...). Inoltre, il fanatismo islamico e soprattutto la violenza ottomana viene ben rappresentata, almeno per quanto possibile oggi.Più negativo il mio giudizio dal punto di vista storico. Si possono registrare varie mancanze, gravi perché non sono aspetti secondari, soprattutto se si tiene conto del fatto che la gente non sa nulla di nulla, e che quindi, in tal maniera, persiste nel rimanere del tutto ignorante. Le espongo in maniera molto sintetica:1) MANCA PAPA INNOCENZO XI CHE FU IL PRIMO ARTEFICE DEL TRIONFO DI VIENNAIl beato Innocenzo XI è il primo artefice del trionfo di Vienna. Possiamo dire che san Pio V sta a Lepanto come Innocenzo sta a Vienna, nel senso che senza di loro non v'era Lega cristiana, e senza lega cristiana non v'era crociata, e senza crociata non v'era vittoria né salvezza. Pertanto, la sua completa assenza dal film è molto grave. Inaccettabile.2) L'IMPERATORE DESCRITTO CON STEREOTIPIAltrettanto grave l'aver descritto l'Imperatore come uno tipo inetto e atterrito. In tal maniera, Martinelli è caduto banalmente in stereotipi del tutto avulsi dalla realtà tipici del cinema yankee o di quello ideologico di sinistra europeo. Ancora una volta... popolo ignorante...3) NON CI FU SOLO IL RE POLACCO JAN SOBIESKILa figura del Re polacco Jan Sobieski è trattata bene, ovviamente. E si capisce il perché: il film è finanziato dai polacchi... Però, per quanto sia, non si può falsificare la storia facendo apparire il re polacco come l'unico vero, non solo vincitore ma addirittura combattente, della battaglia. Questa è fantastoria, e pure gratuita. Si sarebbe potuto tranquillamente metterlo in risalto senza dover umiliare inutilmente gli altri artefici e protagonisti (Duca di Baviera, Duca del Baden-Wittenberg, e altri).4) MANCANZA DEL RE SOLEMeno importante, ma comunque significativo: mancanza del Re Sole. È vero che nel film si fa capire l'idiozia e l'infamia della sua politica filoturca, ma si poteva fare anche una sola scena con lui presente: in fondo, è il grande assente della vittoria, e in quanto tale protagonista anch'egli, al negativo. Magari lo si poteva rappresentare con l'attacco di colite acuta che realmente gli venne alla notizia del trionfo asburgico!5) PADRE MARCO IN LACRIME PER IL TURCO? RIDICOLORiguardo Padre Marco, il giudizio come già detto è positivo in generale. Occorre però evidenziare questo: la storiella "d'amore" ridicola e patetica fra il turco e la cristiana muta si poteva evitare, o, almeno, si poteva certamente evitare la scena finale di padre Marco che urla di dolore per la morte del turco (il quale peraltro aiuta il suo mondo nella guerra alla Cristianità)... Francamente, questa è un'idiozia bella e buona. Far apparire – pure come ultima scena – padre Marco in lacrime per il turco non ha alcun valore di nessun genere, eccetto il ridicolo.6) NESSUNO SPAZIO AL TRIONFO CRISTIANOAltra grave mancanza a mio avviso: nessuno spazio finale al trionfo cristiano. Martinelli ha perso così un'occasione d'oro per avallare – e oggi ve n'è più che mai bisogno – un necessario trionfalismo di cui abbiamo perso ogni traccia. Il pubblico così non si rende conto della portata epocale della vittoria, non si rende conto della gioia immensa della Cristianità (in una lettera alla regina, Sobieski rivela che lui e padre Marco si abbracciarono "un milione di volte saltando per la gioia"... In altre testimonianze si parla dell'incontenibile gioia di Vienna liberata...). Sembra un aspetto secondario, ma non lo è.7) FINALE CARENTEIn tal senso, ancora più grave appare il fatto che padre Marco esca di scena nel modo suddetto. Martinelli avrebbe avuto mille maniere per rappresentarlo come il vero vincitore spirituale dello scontro epocale: avrebbe potuto rappresentare tutti i grandi sovrani e principi, a partire dall'Imperatore, in processione a Vienna, al seguito di padre Marco, per ringraziare Dio della vittoria fra il popolo in festa (solo per fare un esempio); avrebbe potuto concludere con l'invito di padre Marco a continuare la Crociata per liberare tutti i Balcani, come di fatto poi egli tentò di fare per i successivi 19 anni, fino alla morte. Oppure, come sarebbe stato bello vedere la gioia di Innocenzo XI al momento di ricevere la notizia del trionfo. Invece, nulla di tutto questo. Quasi come si fosse trattato di uno scontro qualsiasi, vinto solo grazie all'abilità del re polacco e al sostegno spirituale del beato.Ma la storia è tutta un'altra.Non voglio ipotizzare che le note simpatie politiche di Martinelli lo abbiano portato a voler cancellare o ridicolizzare volutamente le due forze che unite hanno permesso il trionfo di Vienna: la Chiesa di Roma e il Sacro Romano Impero. Però resta il fatto che dal film non traspare per nulla il vero messaggio storico e metastorico dell'evento, che è fra i più grandiosi di tutti i tempi: il trionfo – forse l'ultimo – dell'universalismo cristiano sull'omologazione totalitaria islamico-ottomana. Il trionfo di Vienna, come quello di Lepanto, non appartiene a questo o a quel popolo, ma alla Cristianità tutta (eccetto la Francia), che unita per l'ultima volta sotto le bandiere della Chiesa e dell'Impero ha sconfitto per sempre la tracotanza militare della mezzaluna.Almeno fino a oggi.CONCLUSIONE: UN FILM COMUNQUE DA VEDEREConcludo, comunque, con l'aspetto che secondo me è il più positivo: ed è quello dei turchi, paradossalmente. Martinelli ha ben descritto, almeno con i limitati mezzi finanziari a disposizione, il loro mondo, e Karà Mustafà è ben rappresentato da Enrico Lo Verso, anche e soprattutto nella morte.Un film che, dati i tempi, è meglio che ci sia e che comunque consiglio di vedere. Allo stesso tempo, però, una grande occasione mancata. L'ennesima.

QdA Blog Radio Podcast
Walkman 85 - Rinascenze barbariche

QdA Blog Radio Podcast

Play Episode Listen Later Jan 16, 2020 5:26


Riuscire a ricostituire un'impero ci riesce Carlo Magno quando diventa imperatore del Sacro Romano Impero, la notte di Natale dell'800. Da questo momento Ottone I prenderà il testimone e l'arte si farà anche guardando in dietro e si gettano le basi per l'arte romanica.Tutte le immagini su https://quellodiarte.com/2020/01/17/rinascimenti-barbarici/Vuoi rimanere aggiornato su tutte le novità su Quello di Arte? Iscriviti alla mailing list di Quello di Arte cliccando su questo link https://mailchi.mp/e5da93e9fc36/mailinglistSe volete scrivere a Quello di Arte l'email è quellodiarte@gmail.comPlaylistMichelangelo Mammoliti, Walkman Main, 2019

BASTA BUGIE - Storia
Carlo Magno fu incoronato imperatore nel Natale dell'800

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later Dec 31, 2019 14:41


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5950CARLO MAGNO FU INCORONATO IMPERATORE NEL NATALE DELL'800 di Roberto de MatteiSe c'è un momento di grazia e di conversione del cuore, questo è il Santo Natale, il giorno della Natività del Signore, il giorno da cui si contano gli anni del mondo. L'atmosfera familiare del giorno di Natale intenerisce i cuori più duri. [...]Ma la festa del Santo Natale non ha solo un significato individuale e familiare: ha anche, e ha avuto nella storia, un significato sociale. Il grande abate di Solesmes Dom Prosper Guéranger (1805-1875), nel suo Année liturgique, ci ricorda tre momenti del Santo Natale legati alla storia d'Europa, alle sue più profonde radici cristiane.IL BATTESIMO DI CLODOVEO, RE DEI FRANCHIIl primo di questi momenti è il battesimo di Clodoveo, avvenuto, secondo la tradizione, il 25 dicembre del 496.Clodoveo era il re dei Franchi, un popolo ancora pagano, mentre il Cristianesimo si andava diffondendo in un'Europa in preda al caos e all'anarchia, dopo la caduta dell'Impero romano di Occidente, avvenuta venti anni prima. Egli aveva sposato una principessa cattolica del popolo dei Burgundi, Clotilde. Fu lei, con l'aiuto del santo vescovo di Reims, Remigio, a portare Clodoveo alla religione cattolica, conquistandone il cuore. Clodoveo si fece battezzare, nella notte di Natale del 496.Lo storico dei Franchi Gregorio di Tours scrive che Clodoveo «si avvicinò al lavacro come un nuovo Costantino, per essere liberato dalla lebbra antica, per sciogliere in acqua fresca macchie luride createsi lontano nel tempo. E quando Clodoveo fu entrato nel Battistero, il santo di Dio così disse con parole solenni: 'Piega quieto il tuo capo, o si cauto; adora quello che hai bruciato, brucia quello che hai adorato'».Il battesimo di Clodoveo fu quello di un popolo che, con lui, entrava nella storia: i Franchi. E secondo dom Guéranger il supremo Signore degli eventi volle che il regno dei Franchi nascesse il giorno di Natale per incidere più profondamente l'importanza di un giorno così santo nella memoria dei popoli cristiani dell'Europa. Clodoveo, il fiero barbaro, divenuto mite come l'agnello, fu immerso da san Remigio nel fonte battesimale della salvezza, dal quale uscì purificato per inaugurare la prima monarchia cattolica fra le monarchie nuove, quel regno di Francia, il più bello - è stato detto - dopo quello dei cieli. LA CONVERSIONE DELL'INGHILTERRAPassarono cento anni dalla conversione di Clodoveo. Salì sul trono pontificio un grande Papa, san Gregorio Magno. Nel 596, secondo quanto si ricorda, Papa Gregorio restò commosso nel vedere un gruppo di giovani biondi e belli come angeli, sul mercato degli schiavi di Roma. Chiese chi fossero. Gli fu risposto: Angli.«Non Angli, ma Angeli», replicò il Papa, che a partire da quel momento decise di affidare ai monaci benedettini l'evangelizzazione dell'Inghilterra. Un gruppo di quaranta monaci, guidato da Agostino, poi detto di Canterbury, partì per l'isola degli Angli per propagare il Vangelo.Agostino, dopo aver convertito al vero Dio il re Eteiredo, si diresse verso la città, già romana, di York, vi fece risuonare la Parola di vita, e un intero popolo si unì al proprio re per chiedere il Battesimo. Così allora accadeva: il battesimo del Re era quello di un popolo intero, legato al suo sovrano da vincoli di indissolubile fedeltà. Fu fissato il giorno di Natale per la rigenerazione di quei nuovi discepoli di Cristo; e il fiume che scorreva sotto le mura della città venne scelto per servire da fonte battesimale a un'armata di diecimila di catecumeni, non contando le donne e i bambini. Il rigore della stagione non arrestò i nuovi e ferventi discepoli del Bambino di Betlemme che scesero nelle acque per purificare le loro anime. «Dalle acque gelide - scrive dom Guéranger - uscì piena di gaudio e risplendente d'innocenza tutta un'armata di neofiti; e nel giorno stesso della sua nascita, Cristo contò una nazione di più sotto il suo impero». Sant'Agostino di Canterbury fu l'evangelizzatore della Britannia. Dall'Inghilterra e dall'Irlanda partirono poi, al seguito un altro grande missionario, san Bonifacio, i monaci che evangelizzarono la Germania. L'INCORONAZIONE DI CARLO MAGNOUn altro illustre evento doveva ancora abbellire l'anniversario del Natale.Nella solennità di Natale dell'800, con l'incoronazione di Carlo Magno, a Roma, nacque il Sacro Romano Impero al quale era riservata la missione di propagare il regno di Cristo nelle regioni barbare del Nord, e di mantenere l'unità europea, sotto la direzione del Romano Pontefice.Correva l'anno 800. Era il giorno di Natale. A Roma, nella Basilica di San Pietro, entrò un uomo maestoso, quasi sessantenne, la cui statura quasi da gigante esprimeva la forza indomabile del guerriero, mentre i bianchi capelli e la barba rivelavano una dolcezza straordinaria. Non era un uomo qualsiasi, si vedeva immediatamente. Quest'uomo era Carlo Magno, re dei Franchi, il popolo di Clodoveo, chiamato a Roma dal Papa perché mettesse la sua spada al servizio della Croce, contro i Longobardi.Il re dei Franchi nell'anno Ottocento dopo Cristo ha già sottomesso gli aquitani e i longobardi; ha attraversato i Pirenei per domare in Spagna il potere minaccioso degli arabi; ha represso l'insurrezione dei sassoni e dei bavari; e sta in piena lotta con gli avari. Egli non è solo un guerriero. Sotto il suo influsso, le arti e le scienze fioriscono in tutta Europa. Amato moltissimo dai suoi sudditi, venerato dai suoi guerrieri, estende nelle terre che conquista la benefica influenza della Religione cattolica.Ed ora, Carlo Magno, l'erede di Clodoveo, entra nella Basilica di San Pietro, in una notte di Natale, fredda per i rigori dell'inverno, ma calda per l'atmosfera di entusiasmo che regna nella Basilica. Il re dei Franchi si inginocchia, abbassa il capo, adorando Dio fatto uomo e implorando misericordia per i suoi peccati. Si batte il petto e ricorre all'intercessione della Vergine Maria, senza accorgersi che qualcuno gli si avvicina in silenzio rispettoso. Non è un semplice sacerdote o vescovo, è un Papa, un Papa santo. Le cronache raccontano che «nel momento in cui il re si levava dall'orazione, durante la Messa, dinanzi all'altare della confessione di San Pietro Apostolo, il Papa Leone III gli giunse vicino e pose sulla sua fronte scoperta una corona. Una corona nuova, non di Re ma di Imperatore».Il Papa, san Leone III poneva la corona imperiale sul capo di Carlo Magno; e la terra attonita rivedeva un Cesare, un Augusto, non più successore dei Cesari e degli Augusti della Roma pagana, ma investito di quei titoli gloriosi dal Vicario di Colui che viene definito della Scrittura, il Re dei re, il Signore dei signori. Il popolo romano lo acclamò con queste parole: «a Carlo Augusto, coronato da Dio grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria», mentre i franchi, battendo le lance sulle spade, levavano il grido «Natale, Natale», un grido che, dai tempi di Clodoveo, ricordava l'entrata del loro popolo nella storia.Due giorni prima dell'incoronazione un monaco di San Saba e un monaco del Monte degli Olivi a Gerusalemme avevano offerto al re dei Franchi, da parte del Patriarca, «le chiavi del Santo Sepolcro e del Calvario e quelle della città e del monte Sion con una bandiera». Era un omaggio simbolico, una nuova aureola di santità cinta alla fronte del re che aveva steso la sua protezione oltre i mari, che doveva proteggere i cristiani di Palestina, di Siria, di Egitto, di Tunisia.IL SACRO ROMANO IMPEROIn quel Natale, nella Cattedrale del Vicario di Cristo, nacque l'Impero Cattolico d'Occidente, pilastro della Civiltà cristiana medioevale - come 800 anni prima, nello stesso giorno, era nato in una mangiatoia il Bambino Gesù.Fondando la Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, Gesù Cristo aveva posto in essa, in seme, tutte le potenzialità per generare una grande civiltà. Con l'espansione della Chiesa, con la conversione dei popoli lungo otto secoli, il seme si sviluppò, divenne una possibilità concreta, sbocciò, infine, nell'anno 800, nell'impero di Carlo Magno, benedetto e ratificato dalle mani di un santo successore di Pietro. Si aprì un'epoca in cui, come insegna Leone XIII nella enciclica Immortale Dei, «il sacerdozio e l'impero erano legati tra di loro da una felice concordia e dallo scambio amichevole di servigi» e «organizzata in tal modo, la società civile diede frutti superiori ad ogni aspettativa».Un altro Papa, Giovanni Paolo II, nel 1200esimo anniversario dell'incoronazione di Carlo Magno, ha ricordato che «la grande figura storica dell'imperatore Carlo Magno rievoca le radici cristiane dell'Europa, riportando quanti la studiano ad un'epoca che, nonostante i limiti umani sempre presenti, fu caratterizzata da un'imponente fioritura culturale in quasi tutti i campi dell'esperienza. Alla ricerca della sua identità, l'Europa non può prescindere da un energico sforzo di recupero del patrimonio culturale lasciato da Carlo Magno e conservato lungo più di un millennio».Carlo Magno fu grande non solo per le sue guerre vittoriose da un estremo all'altro d'Europa, ma soprattutto per la sua opera di restaurazione giuridica, culturale ed artistica, ispirata ai principi del Vangelo. In un'epoca di decadenza e di disordine, egli può essere considerato come il fondatore dell'Europa cristiana. Con il primo imperatore cristiano l'Occidente per la prima volta acquista coscienza di sé e si presenta sulla scena della storia consapevole della propria unità cristiana e romana.L'incoronazione di Carlo Magno è inoltre un atto pubblico e simbolico di importanza universale, destinato a esprimere, per più di un millennio, la concezione della sovranità cristiana. La fonte dell'autorità è il rappresentante di Dio in terra, perché - in terra - non esiste autorità che non provenga da Dio. In questo senso l'incoronazione di Carlo Magno può essere considerata come il Natale della Cristianità.

BASTA BUGIE - Storia
E se fosse eletto papa un diciottenne?

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later Dec 12, 2019 10:03


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5921E SE FOSSE ELETTO PAPA UN DICIOTTENNE? di Roberto de MatteiChi è stato il peggior Papa nella storia della Chiesa? Molti ritengono che sia stato Alessandro VI, un Papa criticato oltre misura, ma secondo san Roberto Bellarmino fu Giovanni XII (937-964), che definisce «omnium pontificum fere deterrimus», «quasi il peggiore di tutti i pontefici».Alberico II dei conti di Tuscolo, princeps di Roma dal 932 al 954, qualche giorno prima di morire si fece portare in San Pietro e sulla tomba dell'apostolo, alla presenza del papa Agapito, fece giurare ai nobili romani che alla scomparsa del Papa in carica avrebbero eletto al soglio pontificio il proprio figlio, al quale aveva posto il nome augurale di Ottaviano. Quando il Papa morì, nel dicembre 955, Ottaviano fu eletto con il nome di Giovanni XII, quantunque non avesse l'età canonica per diventarlo, essendo solo diciottenne. Secondo la concorde descrizione delle fonti, il giovane Papa fu un pontefice dissoluto, che non interruppe la vita di sfrenati piaceri cui si era abbandonato fino all'elezione al Soglio pontificio. Nell'autunno del 960, essendo entrato in conflitto con il marchese Berengario di Ivrea, che si era proclamato re d'Italia, e con il figlio di questi Adalberto, il nuovo Papa invocò l'aiuto di Ottone I, re di Germania. Ottone scese in Italia a capo del suo esercito, sconfisse Berengario ed Adalberto e proseguì verso Roma, dove il 2 febbraio 962, giorno della Candelora, fu solennemente incoronato Imperatore dal Pontefice. Questa incoronazione fu l'atto di fondazione di quello che sarà chiamato "Sacro Romano Impero della Nazione Germanica". A questo atto seguì, una settimana dopo, la concessione del cosiddetto Privilegium Ottonis, di cui si custodisce ancora copia negli Archivi Vaticani. Il documento, se da una parte confermava tutte le concessioni territoriali fatte alla Santa Sede da Pipino il Breve e da Carlo Magno e altre ne aggiungeva, costituendo di fatto lo Stato della Chiesa, dall'altra imponeva alla Santa Sede di sottoporre le elezioni pontificie all'approvazione preventiva della persona dell'Imperatore e dei suoi successori. Ottone rientrò quindi a Pavia, ma Giovanni tradì il giuramento di fedeltà fatto ad Ottone e strinse una opposta alleanza con l'antico avversario Adalberto.UNA LUNGA LISTA DI CRIMINIIn un celebre testo recentemente riprodotto in una versione filologicamente accurata, Liutprando, vescovo di Cremona, racconta il conflitto che contrappose il papa e il sovrano negli anni 960-964 (De Iohanne papa et Ottone imperatore, a cura di Paolo Chiesa, Edizioni del Galluzzo, Firenze 2018). Il curatore del volume ha riportato in appendice anche altri documenti che contribuiscono a fornire un quadro più completo di quegli eventi, a cominciare dalle pagine dedicate a Giovanni XII dal Liber pontificalis (pp. 97-100 dell'appendice).Quando seppe che il Papa aveva stretto alleanza con Adalberto, l'imperatore Ottone riunì un Sinodo in San Pietro, a cui presero parte i vescovi e gli arcivescovi del suo seguito, gli ecclesiastici e i curiali romani, i maggiorenti della città e i rappresentanti del popolo. Giovanni XII però si allontanò dalla Città Eterna. Quando l'imperatore chiese le ragioni della sua assenza, i romani risposero che esse andavano cercate nell'immoralità del Papa, che si esprimeva in una lunga lista di crimini; simonia, sacrilegi, blasfemia, adulterio, incesto, astensione dai sacramenti, pratica delle armi, traffico col demonio. Tutti, chierici e laici, dichiararono che «aveva reso il santo palazzo un autentico bordello», «aveva accecato Benedetto, suo padre spirituale, che era morto poco dopo; aveva ucciso Giovanni cardinale suddiacono amputandogli i genitali, appiccava incendi, si cingeva di spada e si armava di elmo e di corazza: di tutto questo diedero testimonianza. Che brindasse alla salute del diavolo lo gridarono tutti, ecclesiastici e laici; dissero che al gioco dei dadi invocava l'aiuto di Giove, di Venere e degli altri demoni; che non celebrava il mattutino e le ore canoniche, e che non si faceva il segno della croce» (p. 15).Dopo che gli accusatori confermarono le loro dichiarazioni con un solenne giuramento, il 6 novembre 963 Ottone, a nome del Sinodo, mandò una lettera a Giovanni, chiedendogli di venire di persona a discolparsi. «Sappiate dunque che siete stato accusato - non da pochi, ma da tutti, laici ed ecclesiastici - di omicidio, di spergiuro, di furto di oggetti sacri, di incesto con vostre parenti e con due sorelle. Vi rivolgono anche un'altra accusa, orribile anche solo a sentirla: che abbiate brindato alla salute del diavolo, e che nel gioco dei dadi abbiate invocato l'aiuto di Giove, di Venere e degli altri demoni. Vi preghiamo fermamente, padre, di non opporre rifiuto a venire a Roma e a difendervi da tutte queste accuse» (p. 19).CONDANNATO E DEPOSTOGiovanni rifiutò però di comparire davanti all'assemblea. I romani chiesero allora all'imperatore di deporlo e di sostituirlo con un nuovo Papa di alta levatura morale. «Una piaga inaudita va estirpata con un cauterio inaudito. Se, con i suoi costumi corrotti, fosse di danno solo per sé stesso e non per tutti, lo si potrebbe in qualche modo sopportare. Ma quanti che erano casti si son depravati per desiderio di imitarlo! Quanti probi si sono pervertiti per l'esempio che dava! Chiediamo perciò alla vostra maestà imperiale che codesto mostro, che nessuna virtù ha potuto redimere dai suoi vizi, sia cacciato dalla santa Chiesa di Roma» (p. 23).Il 4 dicembre 963 Giovanni venne condannato e deposto e Ottone chiese al Sinodo di eleggere il successore. Il clero e il popolo romano scelsero, con il nome di Leone VIII (963-965), un laico, capo della cancelleria del Laterano, che dopo essere stato ordinato, lo stesso giorno, diacono, sacerdote e vescovo, ebbe l'approvazione dell'Imperatore e fu consacrato a San Pietro. Quando Ottone partì, Giovanni, il Papa deposto, rientrò a Roma e costrinse Leone VIII alla fuga. Giovanni XII convocò un nuovo Concilio con il quale scomunicò Leone e iniziò a vendicarsi su coloro che lo avevano abbandonato, facendo tagliare a uno (Azzone) la mano destra; a un altro (Giovanni) il naso, la lingua e due dita. Mentre l'imperatore si apprestava a tornare a Roma, il 7 maggio 964, Giovanni XII ebbe un colpo apoplettico provocato, secondo Liutprando, dal diavolo durante un peccato sessuale, e morì otto giorni dopo, il 14 maggio 964 senza ricevere i sacramenti. Aveva ventisette anni e fu sepolto in San Giovanni in Laterano. Il Liber pontificalis, lo qualifica come infelicissimus, perché totam vitam sua in adulterio et vanitate duxit, «passò tutta la sua vita in adulteri e frivolezze» (p. 99).LO SPIRITO SANTO? PAPI E CARDINALI POSSONO IGNORARLOChi ritiene che lo Spirito Santo elegga e guidi infallibilmente ogni pontefice è smentito dai fatti e rischia di rendere un pessimo servizio alla Chiesa. Lo Spirito Santo non abbandona mai la sua Chiesa ma al suo influsso, in quel secolo oscuro, corrisposero con maggiore pietà i laici che i Papi. Malgrado le proteste di Giovanni XII contro l'illegittimità canonica della sua deposizione, la Chiesa nella sua cronologia ufficiale annovera come suo legittimo successore Leone VIII. L'aureola della santità circondò il trono di Ottone I, che san Roberto Bellarmino definisce "pius imperator". Sua moglie era santa Adelaide; sua madre santa Matilde, che dopo essere rimasta vedova si ritirò nell'abbazia di Quedlinberg da lei fondata; san Bruno, arcivescovo di Colonia, era suo fratello. Il nipote di Ottone I e suo terzo successore, sant'Enrico imperatore, sposò santa Cunegonda; la sorella di Enrico, santa Gisella, andò sposa a santo Stefano I, re d'Ungheria e fu madre di sant'Emmerico. Questa rete familiare di santi fu all'origine dell'Europa cristiana del Medioevo, in un'epoca in cui il Papato attraversava un periodo di grave decadenza. Poi, un secolo dopo, partì da Cluny il grande movimento di riforma della Chiesa che culminò con il pontificato di san Gregorio VII e con l'epopea delle crociate inaugurata dal beato Urbano II. La Chiesa, come sempre, avanzava vittoriosa nella tempesta.

Date Importanti
31 ottobre 1517 - Le 95 tesi di Lutero e la Riforma protestante

Date Importanti

Play Episode Listen Later Nov 21, 2019 14:05


Il monaco agostiniano Martin Lutero il 31 ottobre 1517 affigge le 95 tesi nella bacheca presente all'esterno della cattedrale di Wittenberg. In queste tesi il teologo formula i principi della riforma protestante. Una volta affisse, le tesi iniziano ad essere diffuse in tutto il Sacro Romano Impero per mezzo della stampa a caratteri mobil, inventata intorno alla metà del 400' da Gutenberg. Ogni ceto sociale interpreta a proprio modo le tesi del monaco agostiniano, ad esempio i contadini ritrovano in esse l'espressione di principi come l'eguaglianza, invece i principi elettori dell'impero intravedono una possibilità per rafforzare l'egemonia su un determinato territorio. Sul modello della riforma protestante si diffondono ulteriori teorie come quella di Giovanni Calvino, in cui rivelazione della predestinazione avviene con il lavoro e le opere buone, e quella del teologo svizzero Zwingli che confuta la dottrina della transustanzazione.

Arte e Cultura | RRL
89 - Liechtenstein: Dio, il Principe e la Patria

Arte e Cultura | RRL

Play Episode Listen Later Nov 11, 2019 6:37


Für Gott, Fürst und Vaterland: è questo il motto del Principato del Liechtenstein, piccolo Stato con una grande storia. Valido ieri come oggi. Parte del Sacro Romano Impero, quando questo venne soppresso, sotto Napoleone, acquisì un’indipendenza, che ha sempre cercato di mantenere tramite un’accorta diplomazia e politiche di equilibrio con le nazioni vicine.

ARTICOLI di Rino Cammilleri
Se la Croce Rossa rifiuta la sua storia

ARTICOLI di Rino Cammilleri

Play Episode Listen Later Oct 3, 2019 5:14


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5813SE LA CROCE ROSSA RIFIUTA LA SUA STORIA di Rino CammilleriQuando la pezza è peggio del buco. Riassunto: la Croce Rossa di Moncalieri doveva inaugurare, il primo di agosto, una nuova ambulanza e, per la prima volta, non ha voluto farla benedire dal prete «per non offendere» musulmani, buddisti, eccetera.Solita solfa, perché due gocce d'acqua benedetta per certe teste sono peggio che acido solforico. Vabbe', per certuni è una questione di principio e, quando comandano loro, dettano le regole (sennò, che gusto c'è ad arrabattarsi per andare al comando?).Qualche leghista ha parlato di «buffonata» e, sbagliando, ha creduto di far notare che la Croce Rossa intera si chiama così per riguardo al simbolo cristiano. Non l'avesse mai detto. Il presidente della C.R.I., comitato di Moncalieri, ha sentito l'impellente dovere di rettificare (forse per riflesso antileghista, che di questi tempi tutti a prendere le distanze...). Ecco qua: «Premettiamo, per dovere di informazione, che l'emblema della Croce Rossa non rimanda in alcun modo alla simbologia cristiana. Fu invece scelto in omaggio al suo fondatore e al paese che ne vide la nascita, con la Convenzione di Ginevra del 1864. La croce rossa su fondo bianco richiama infatti, a colori invertiti, la bandiera svizzera». Vero. Ma non è tutto.LA SVIZZERA CRISTIANAHenry Dunant, svizzero, vide la carneficina della battaglia di Solferino (seconda guerra d'indipendenza, piemontesi e francesi contro austriaci) e si scandalizzò per le migliaia di feriti che morivano senza cure. Vero è che adottò, a colori invertiti, la bandiera del suo neutrale Paese. Ma è anche vero che tale bandiera risale alla battaglia di Laupen del 1339 ed è quella del Sacro Romano Impero germanico. Gli svizzeri, formidabili guerrieri temutissimi per tutto il Medioevo e l'Età Moderna, andavano in battaglia seguendo lo stendardo del rispettivo Cantone di provenienza. Ma tutti portavano cucita sulla giubba una croce greca bianca su sfondo rosso. Perché erano cristiani e, dunque, per assicurarsi la protezione divina.Fu Napoleone a vietare tale simbolo, costringendo gli svizzeri al tricolore rivoluzionario, così come tutte le altre nazioni da lui conquistate. Quando cadde il Corso, gli svizzeri ripristinarono quel simbolo e ne fecero la bandiera nazionale. Non a caso, la prima (e unica) guerra civile in cui fu innalzata la nuova bandiera fu una guerra di religione, quella del Sonderbund (1847), cantoni cattolici contro cantoni protestanti.LA MEZZALUNA ROSSALa moderna Croce Rossa sanitaria può fare tutte le professioni di laicità che vuole, ma quella Croce che innalza sui suoi mezzi e i suoi uomini (e donne, pardon) è una croce cristiana. La controprova sta nel fatto che i musulmani, proprio loro, hanno capito benissimo che quello è un simbolo religioso, tant'è che nei loro territori opera la Mezzaluna Rossa. Infatti, il presidente del comitato di Moncalieri precisa nel suo comunicato che «nessun membro di nessuna comunità musulmana ha mai avanzato una richiesta del genere al nostro comitato». Poi ribadisce l'assoluta neutralità eccetera eccetera, neutralità che però non esiste nei Paesi islamici e che nessun islamico, appunto, si sognerebbe di chiedere nei Paesi (ex) cristiani.Per cui, è chiaro che la mini-polemica di cui sopra è scaturita dal sacco laicista cristofobo. Altro che ambulanze, sono queste le ferite (alla testa) che la Chiesa-ospedale-da-campo dovrebbe pensare a curare. Altro che la salute degli oceani!

BASTA BUGIE - Politica
La visione cristiana della politica

BASTA BUGIE - Politica

Play Episode Listen Later Aug 7, 2019 5:37


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5750LA VISIONE CRISTIANA DELLA POLITICAChe pensereste di un papà (ce ne sono molti!) che ordinasse ai suoi figli di andare a Messa… e poi lui non ci va? I figli, fin quando saranno piccoli forse obbediranno, ma poi? Poi faranno come gli parrà: non ci andranno più. L'educazione, quella vera, non è fatta solo di parole ma soprattutto di testimonianza. Se io voglio che gli altri facciano una determinata cosa, dovrò io per primo agire coerentemente. Questo principio dovrebbe fondare anche l'agire politico e il senso proprio dell'autorità.L'IMPORTANZA DEL RITO DELL'INCORONAZIONELa concezione medioevale dell'autorità politica verteva sulla convinzione che chi deteneva il potere doveva prima di tutto rispettare la legge e agire coerentemente con ciò che insegnava e rappresentava.Non a caso nel pensiero politico medioevale si distingueva chiaramente il concetto di potestas da quello di auctoritas. Il primo è l'esercizio del potere, il secondo è l'autorità suprema. Ciò per evidenziare che il potere politico doveva sempre essere giudicato da un'autorità ad esso superiore; evitando, pertanto, qualsiasi deriva assolutista e ben che meno totalitaria.Questa concezione del potere politico come qualcosa che avrebbe dovuto riconoscere un giudizio superiore e soprattutto come esercizio obbligato a manifestare obbedienza ad una legge e ad un'autorità che lo trascendesse, era chiaramente rappresentato dal rito d'incoronazione dei Re. Quando a scuola ce ne parlavano, eravamo portati a deridere un simile rituale: roba da secoli bui, sciocchezze incivili e antidemocratiche. E invece nulla di tutto questo, anzi. L'incoronazione per diritto divino aveva un significato pedagogico chiaro e nobile: il re poteva far capire ai sudditi quanto fosse giusto ubbidirgli, dimostrando che anch'egli si faceva suddito di un altro Re. Insomma, era come se dicesse: mi dovete ubbidienza, perché anch'io mi rendo ubbidiente a Dio. È lo stesso principio per cui un papà può insegnare ai figli ad essere "figli", se anche lui si fa "figlio" di Qualcun altro. Nei Proverbi è scritto: "È per me che i Re regnano e i principi comandano ciò che è giusto." Infatti, il Re veniva unto secondo il rito descritto nella Bibbia per la consacrazione del Re d'Israele.L'INCORONAZIONE DI CARLO MAGNO NELL'800 CAMBIA LA STORIAIl rituale iniziò in Spagna con i sovrani visigoti (cristiani) di Toledo che furono i primi a chiedere alla Chiesa di incominciare il loro regno con una speciale consacrazione. Si dette poi tanta importanza alla cosa che nei secoli immediatamente successivi iniziò a diffondersi il racconto delle origini miracolose dell'unzione regia. L'arcivescovo di Reims, Incmaro (845-882), raccontò che il suo predecessore, san Remigio, ricevette dal Cielo, portata da una colomba, la sacra ampolla contenente l'olio per l'unzione. Lo stesso Incmaro consacrò nell'868 Carlo il Calvo di Lotaringia e nell'877 Ludovico il Pio. Da allora i Re di Francia e di Inghilterra saranno unti ed incoronati. "Nella cerimonia della consacrazione l'autorità sovrana di Dio si cristallizza, per così dire, nella regalità sovrana di Cristo, della quale la dignità regia è come una partecipazione. Mediante la sua incoronazione, il monarca diventa rappresentante di Cristo nello Stato. Era appunto l'idea di Giovanna d'Arco, quando diceva a Carlo VII: 'voi sarete il luogotenente del Re dei Cieli, che è il Re di Francia."Altro elemento che sottolineava l'importanza di questo rituale ai fini della sacralità della regalità, ma anche della concezione della stessa come "servizio di Dio a favore dei fratelli", stava nel fatto che i Re di Francia e d'Inghilterra, dopo esser stati consacrati, imponevano le mani sugli scrofolosi per guarirli. E sempre all'insegna di questa "ministerialità" del potere regale, va ricordato che l'Imperatore del Sacro Romano Impero, dopo esser stato unto, serviva la Messa come suddiacono.Nota di BastaBugie: nella scena finale del Signore degli Anelli (il celeberrimo capolavoro fantasy di Tolkien) Gandalf incorona Aragorn imperatore. La scena ricorda l'incoronazione di Carlo Magno imperatore del Sacro Romano Impero da parte del Papa in San Pietro nella notte di natale dell'800. Del resto Gandalf è figura del Papa: vestito di bianco e ascoltato dai buoni di tutto il mondo. Ulteriore prova di questa verosimiglianza è il fatto che la residenza estiva del Papa è Castel Gandolfo, cioè il castello di Gandalf!In questo episodio si vede anche il matrimonio tra Aragorn e Arwen. Lei in quanto mezzo elfo (come suo padre) sceglie la condizione umana (coloro che nascono dall'unione di un elfo e un uomo possono scegliere o la natura elfica o quella umana; in questo secondo caso scelgono la condizione mortale).Molto interessante anche l'inchino ai quattro hobbit da parte del neo proclamato re Aragorn. "Ha rovesciato i potenti dai troni, ha esaltato gli umili": questa regola enunciata da Maria nel Magnificat si realizza nell'inchino di Aragorn e di tutti ai quattro hobbit (mezz'uomini). Anche Gesù stesso aveva preannunciato: "Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà innalzato". (Fonte: FilmGarantiti.it)https://www.youtube.com/watch?v=Ufr2d8gxWzk

Storia della civiltà cristiana | RRL
124 - Il Sacro Romano Impero

Storia della civiltà cristiana | RRL

Play Episode Listen Later Jun 14, 2019 9:18


Il Sacro Romano Impero fu storicamente la realizzazione pratica del dogma della Regalità sociale di Gesù Cristo, in base al principio che anche la società temporale, guidata dall’autorità legittima, debba riconoscere la vera ed unica religione rivelata da Dio per mezzo di Gesù Cristo, e conformarsi ai suoi principi.

Arte e Cultura | RRL
65 - Carlo Magno e la cultura dell’Occidente

Arte e Cultura | RRL

Play Episode Listen Later May 20, 2019 7:45


Scoprire la grandezza del fondatore del Sacro Romano Impero significa scoprire anche le sue doti di uomo di lettere, “analfabeta” in gioventù ma dotto in vecchiaia, e soprattutto di eccezionale organizzatore di cultura. Con lui si ebbe la celebre “rinascita carolina”, terreno rigoglioso dal quale germogliò il futuro splendore della cultura europea medievale e moderna.

Storia medievale
MP3, Cultura, organizzazione e capitale del Sacro Romano Impero di Carlo Magno 2G - prof. Luigi Gaudio

Storia medievale

Play Episode Listen Later Jan 10, 2019 20:42


Lezione scolastica su Cultura, organizzazione e capitale del Sacro Romano Impero di Carlo Magno 2G - prof. Luigi Gaudio

Le VOCI di radioromalibera.org | RRL
85 - Cristina Siccardi - Santa Adelaide - Donna di pace e giustizia nel Sacro Romano Impero

Le VOCI di radioromalibera.org | RRL

Play Episode Listen Later Dec 16, 2018 10:50


La Chiesa ricorda l'Imperatrice Sant'Adelaide, commemorata dal Martyrologium Romanum, il 16 dicembre. Due testi cluniacensi affermarono, poco dopo l'anno Mille, la sua divina elezione: la Vita di San Maiolo, scritta da Siro e l'Epitaffio di Adelaide, scritto dall'Abate Odilone verso il 1002 circa. La sua fama di santità, sostenuta dall'Ordine di Cluny, fu immediata e si propagò nell'Impero e in Borgogna. Il ritratto stilato dall'Abate Odilone, nei termini di una grande figura imperiale che accede alla santità attraverso l'imitazione di Cristo, è il documento basilare.

I Santi: ritratti di fede | RRL
12 - Santa Adelaide - Donna di pace e giustizia nel Sacro Romano Impero

I Santi: ritratti di fede | RRL

Play Episode Listen Later Dec 16, 2018 10:50


La Chiesa ricorda l’Imperatrice Sant’Adelaide, commemorata dal Martyrologium Romanum, il 16 dicembre. Due testi cluniacensi affermarono, poco dopo l’anno Mille, la sua divina elezione: la Vita di San Maiolo, scritta da Siro e l’Epitaffio di Adelaide, scritto dall’Abate Odilone verso il 1002 circa. La sua fama di santità, sostenuta dall’Ordine di Cluny, fu immediata e si propagò nell’Impero e in Borgogna. Il ritratto stilato dall’Abate Odilone, nei termini di una grande figura imperiale che accede alla santità attraverso l’imitazione di Cristo, è il documento basilare.

Storia della civiltà cristiana | RRL
48 - Un’epoca di Cattedrali e di Santi

Storia della civiltà cristiana | RRL

Play Episode Listen Later Jun 4, 2018 3:04


Nella necrosi di un’Europa divorata dal dissolvimento spirituale, morale, sociale e politico l’esperienza del Sacro Romano Impero rappresenta un riferimento sicuro, una tensione verso le origini ed una prospettiva solida per il domani. Poiché rese viva la fede e portò al massimo compimento la vocazione universale dell’Occidente cristiano. Fu l’epoca delle Cattedrali e dei Santi, come S.Enrico e S.Cunegonda. Per questo, anche e soprattutto oggi, ha molto da dirci…

BASTA BUGIE - Storia
L'impero romano crollò per l'immoralità diffusa

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later May 16, 2014 29:51


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3257L'IMPERO ROMANO CROLLO' PER L'IMMORALITA' DIFFUSA di Roberto de MatteiLa data ufficiale della caduta dell'Impero romano di Occidente è il 476 dopo Cristo. In quell'anno, infatti, il barbaro Odoacre, dopo avere ucciso il suo rivale Oreste, depose l'ultimo imperatore, il giovane Romolo Augustolo, e rimandò a Bisanzio le insegne imperiali, accontentandosi per sé del titolo di re. L'Imperatore di Oriente rivendicò da quel momento l'eredità di Roma, almeno fino all'anno 800 dopo Cristo, quando Carlo Magno fu incoronato Imperatore e l'antico Impero romano risorse in Occidente come Sacro Romano Impero.Ma la crisi istituzionale dell'Impero romano, che precipita nel 476 con la scomparsa visibile dell'Impero, è di molto precedente, risale ad almeno un secolo prima. Se volessimo indicare una data dovremmo scegliere l'anno 378, quando le legioni di Roma vengono disfatte dai visigoti nella piana di Adrianopoli e lo stesso Valente II, l'Imperatore di Oriente, cade sul campo di battaglia. Fu, per l'esercito romano, la più grave disfatta dopo la battaglia di Canne. Quest'evento, la battaglia di Adrianopoli del 378, segna la prima grande vittoria militare dei barbari su Roma e apre la strada alle grandi invasioni che caratterizzarono il V secolo, il secolo del definitivo tramonto dell'Impero romano.Causa esterna del tramonto e poi del crollo dell'Impero romano sono le invasioni barbariche. Ma le cause vere e più profonde della decadenza e della fine dell'Impero di Roma sono interne, di carattere culturale e morale. Mentre i popoli barbari premevano ai confini di un immenso Impero che dall'Oceano Atlantico e dal Mare del Nord arrivava all'Africa Settentrionale, al mar Caspio, alle frontiere con i Persiani e con gli Arabi, la società romana era immersa nel relativismo intellettuale e nell'edonismo pratico. Perciò Benedetto XVI, in relazione all'Impero romano, ha affermato che il "disfacimento degli ordinamenti portanti del diritto e degli atteggiamenti morali di fondo che ad essi davano forza, causavano la rottura degli argini che fino a quel momento avevano protetto la convivenza pacifica tra gli uomini. Un mondo stava tramontando". Fu la corruzione morale a spalancare le porte ai Vandali, che nel 406 attraversarono il Reno ghiacciato, irrompendo nella Gallia, e ai Visigoti invasero Roma.Oggi, piuttosto che di invasioni, si preferisce parlare di migrazioni per sottolineare il fatto che quelli che fecero irruzione nell'Impero romano erano popoli interi, provenienti dalle regioni più settentrionali d'Europa e dalle steppe dell'Asia. Quel che è vero è che nella storia delle invasioni barbariche possiamo distinguere fasi diverse. Una prima fase di infiltrazione pacifica e graduale, alla spicciolata, nei territori dell'Impero, tra il II e il III secolo, di uomini e gruppi attratti dall'alto tenore di vita di Roma e dalla sua cultura; una seconda fase, anch'essa pacifica, di stanziamento di interi gruppi barbarici, cioè di immigrazione e di stabile insediamento entro il limes romano, non di individui o gruppi frammentati, ma di popoli interi, destinati a divenire uno Stato nello Stato; una terza fase di grandi migrazioni di popoli all'interno dell'Impero, in forma sia pacifica che guerresca; infine, a partire dal V secolo, l'ultima fase, quella della violenta irruzione di popolazioni del tutto ostili, dai Vandali agli Unni, fino ai Longobardi nel VI secolo. Le migrazioni divennero prima invasioni, poi occupazioni e conquista dell'Impero romano che, sotto gli urti dei barbari, si sgretolò e scomparve.Tutto iniziò, si può dire, in una notte di inverno dell'anno 406. Il 31 dicembre di quell'anno, le scarse guarnigioni romane di stanza sul Reno, nei pressi di Magonza, avvistarono una massa brulicante di barbari, che si perdeva a vista d'occhio al di là del fiume. Il Reno era una spessa lastra di ghiaccio che permise a quella massa di attraversarlo, irrompendo all'interno dei confini dell'Impero. I pochi che tentarono di opporsi furono massacrati. Erano Vandali, Alani, Svevi, tribù intere, con donne e bambini, carri, bestie e greggi, quelli che travolsero ogni resistenza e dilagarono in Gallia. Nulla poté più fermarli.I due popoli barbarici più temibili erano i Vandali e i Goti: questi ultimi divisi a loro volta in due gruppi: gli Ostrogoti e i Visigoti. Altri popoli, tra cui i terribili Unni, premevano alle loro spalle. Quando i Visigoti invasero l'Italia, sant'Agostino, scrivendo nel 408 dall'Africa ad una delle sue amiche italiane, le scrisse: "La vostra ultima lettera non mi informa di nulla di quanto avviene a Roma. Vorrei tuttavia sapere bene quanto c'è di vero di una voce vaga arrivata fin qui, quella di una minaccia sulla città. Non vorrei prestarvi fede". Il timore del santo vescovo di Ippona diverrà due anni dopo realtà.Nell'agosto del 410 i Visigoti guidati dal loro capo Alarico si presentano alle porte di Roma, la assediano e durante un terribile temporale entrano per la porta Salaria che fu aperta loro dal di dentro. La città più celebre del mondo che da ottocento anni non era stata invasa dal nemico fu esposta senza misericordia alla furia dei barbari che accesero i loro fuochi sulle pendici del Campidoglio. Alarico diede ordine di rispettare le Basiliche degli Apostoli ma diede, per il resto, licenza di saccheggio. Fu, per quattro giorni, un susseguirsi di rapine, incendi, stragi, in un'atmosfera di terrore. [...]Queste parole ci fanno riflettere su quanto sia precario ed effimero ogni potere, ogni ricchezza, ogni onore umano. Fu proprio meditando sul sacco di Roma del 410 che S. Agostino compose la sua celebre Città di Dio, una delle più grandi filosofie cristiane della storia dell'umanità, concepita come la storia della lotta tra due amori: l'amore di sé fino all'odio e all'indifferenza per Dio e l'amore di Dio fino all'odio e all'indifferenza per sé. Questa visione della storia non ha perso la sua attualità.L'Impero romano crollò perché in esso la legge morale e divina era trasgredita. Questo è ciò che ci attesta la storia e che, attraverso la storia, giunge a noi come un monito. Anche oggi popoli stranieri invadono l'Occidente. Si tratta di una migrazione pacifica e silenziosa che potrebbe trasformarsi però in un'invasione cruenta. I barbari erano estranei alla civiltà romana ma ne assimilarono la cultura e le tradizioni. I nuovi barbari proclamano di non volersi integrare nella nostra civiltà, di cui assimilano solo gli elementi di decadenza, rifiutandone cultura e tradizioni.Anche oggi il cuore dell'uomo e, di conseguenza, la vita della società, oscilla tra due opposti richiami: l'amore di Dio, che si esprime nel rispetto dell'ordine che egli ha voluto dare all'universo, fino al punto di rinunziare a ogni nostro istinto e desiderio, pur di rispettare quest'ordine. Oppure l'amore di noi stessi, il libero gioco lasciato alle nostre passioni e alla nostra volontà di potenza, fino al punto di trasgredire, nella nostra vita e nella società intera, la legge di Dio. Questa la drammatica alternativa che sempre si pone nella storia e di fronte a cui non solo i singoli uomini, ma le civiltà, sono chiamate a una scelta.Nelle tenebre del V secolo, brillarono solo le luci dei santi. Furono essi a comprendere che cosa accadeva e a infondere fiducia soprannaturale, quando tutto sembrava perduto. "Cristo ti parla, ascolta! – esclamava Sant'Agostino –. Egli ti dice: perché temi? Non ti avevo forse predetto tutto ciò? Te l'avevo predetto perché la tua speranza si volgesse, una volta sopraggiunta la sentenza, verso il vero bene, invece di oscurarsi nel mondo". Tutto ciò che accadde nella storia, come nella vita di ognuno di noi, ha un senso e un significato, conosciuto solo da Dio. [...]È nelle virtù cristiane che ancora oggi occorre attingere la forza al male fisico che ci minaccia dall'esterno e a quello morale che ci colpisce dall'interno.Colpisce il fatto che oggi le accuse alla nostra classe politica per il clima di Basso Impero e di decadenza morale in cui vive, siano fatte proprio da chi ha fatto del relativismo morale il suo programma.In Italia e in Europa esiste una questione morale, ma chi ha titolo a intervenire nel merito è solo chi si richiama a valori morali perenni e non negoziabili. Come può chi nega di principio questi valori, rimproverare gli altri se li trasgrediscono? Sono queste le contraddizioni dell'epoca attuale, ma la contraddizione è la nota distintiva del relativismo. [...]Abbiamo parlato dei barbari che invadono i territori dell'Impero, ne conquistano e devastano le città, raggiungono da Nord e da Oriente i suoi estremi confini: l'Atlantico e il Mediterraneo, saccheggiano Roma, caput mundi, la città sacra e inviolata che aveva dettato le leggi a tutto il mondo civile.Ma questo nemico che Roma deve affrontare e da cui Roma sarà travolta è un nemico esterno. La causa più profonda del crollo dell'Impero romano non è in realtà di carattere esterno, ma interno. Non è di carattere politico e militare, ma di natura, culturale e morale. l'Impero romano crolla perché l'edificio è ormai tarlato e la sua forza non è più che apparenza. Cerchiamo di sviluppare anche questo punto, perché il Papa Benedetto XVI ha paragonato il tramonto dell'Impero romano a quello della civiltà occidentale contemporanea e questo paragone può aiutarci a meglio comprendere la crisi del nostro tempo.

Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
7: Giuseppe Arcimboldi - La fantasia e le bizzarrie di un genio del Cinquecento

Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte

Play Episode Listen Later Jun 4, 2013 30:04


Giuseppe Arcimboldi è stato uno dei pittori più estrosi, fantasiosi e anche bizzarri della storia dell'arte. È famoso soprattutto per le sue "teste composite", ovvero dipinti con ritratti costituiti da oggetti, frutta, animali, tutti in linea con un tema (per esempio, la testa composita della primavera composta da diverse specie di fiori e foglie). Ma anche per altre bizzarre realizzazioni, come le "teste reversibili", immagini che si possono leggere in due modi diversi, capovolgendo il quadro, e per i suoi studi sulla natura, alcuni dei quali condotti in collaborazione con Ulisse Aldrovandi, grande naturalista del Cinquecento. Ingegno multiforme al servizio di diversi imperatori del Sacro Romano Impero, Giuseppe Arcimboldi si divise tra Milano, Vienna e Praga e realizzò capolavori stravaganti (e anche divertenti, se vogliamo!), ma anche opere più "tradizionali". Scopriamo questo grande genio con Ilaria e Federico!

Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
7: Giuseppe Arcimboldi - La fantasia e le bizzarrie di un genio del Cinquecento

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Play Episode Listen Later Jun 4, 2013 30:04


Giuseppe Arcimboldi è stato uno dei pittori più estrosi, fantasiosi e anche bizzarri della storia dell'arte. È famoso soprattutto per le sue "teste composite", ovvero dipinti con ritratti costituiti da oggetti, frutta, animali, tutti in linea con un tema (per esempio, la testa composita della primavera composta da diverse specie di fiori e foglie). Ma anche per altre bizzarre realizzazioni, come le "teste reversibili", immagini che si possono leggere in due modi diversi, capovolgendo il quadro, e per i suoi studi sulla natura, alcuni dei quali condotti in collaborazione con Ulisse Aldrovandi, grande naturalista del Cinquecento. Ingegno multiforme al servizio di diversi imperatori del Sacro Romano Impero, Giuseppe Arcimboldi si divise tra Milano, Vienna e Praga e realizzò capolavori stravaganti (e anche divertenti, se vogliamo!), ma anche opere più "tradizionali". Scopriamo questo grande genio con Ilaria e Federico!

Hofburg di Vienna - Appartamenti imperiali, Museo di Sisi, Museo delle argenterie

Il servizio da dessert già denominato „Servizio di Laxenburg“ fu ordinato nel 1824 presso le Manifatture viennesi in occasione delle nozze fra l‘arciduca Francesco Carlo e la principessa reale Sofia di Baviera, i genitori del futuro imperatore Francesco Giuseppe. Alla fine del Settecento l‘imperatore Francesco I, padre dello sposo, aveva fatto costruire a Laxenburg presso Vienna una residenza estiva della famiglia imperiale, il castello di Franzensburg, concepito come un monumento alla dinastia asburgica. Le sculture a grandezza naturale, i dipinti, gli stemmi e le vetrate alle finestre celebravano l‘apoteosi della storia di famiglia. L‘idea della celebrazione dinastica si ritrovava anche sulle stoviglie, come si può vedere. Oltre agli stemmi e ai ritratti degli antichi sovrani asburgici e delle loro consorti, 60 piatti con vedute di castelli e fortezze della monarchia austro-ungarica decantano romanticamente il passato. Non è un caso che le forme neogotiche del centrotavola ricordino anche reliquiari, calici eucaristici ed altre suppellettili sacre. Allo scioglimento del Sacro Romano Impero nel 1806 l‘imperatore Francesco s‘impegnò a compensare la perdita della dignità sacra dell‘impero della nazione germanica e a legittimare la sacralità e continuità della dinastia asburgica nel nuovo impero ereditario austriaco. Pertanto persino ai piatti con i ritratti degli antenati veniva attribuito carattere quasi liturgico, con aspirazione all‘eternità. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.

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Hofburg di Vienna - Appartamenti imperiali, Museo di Sisi, Museo delle argenterie

Salendo lo scalone imperiale, dalle magnifiche decorazioni di stucco ad imitazione del marmo e vasi di bronzo dorato, si arriva al piano principale, come un tempo faceva anche Francesco Giuseppe. Per oltre 600 anni la Hofburg di Vienna fu la residenza della dinastia asburgica e quindi il centro del Sacro Romano Impero. Oltre a fungere da sede del governo e centro amministrativo, la Hofburg era soprattutto la residenza invernale della famiglia imperiale; dal Settecento in poi la corte infatti era solita trascorrere le estati al castello di Schönbrunn. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.

Schloß Schönbrunn - Gli Appartamenti imperiali al piano nobile

Questa camera e le due seguenti prendono il nome da Joseph Rosa, pittore paesaggista. Il primo quadro, proprio a sinistra accanto alla porta, raffigura la fortezza di Habichtsburg nell’Aargau in Svizzera, residenza originaria della dinastia asburgica. Qui è esposto il ritratto di Maria Teresa eseguito dal pittore di corte Martin van Meytens. Maria Teresa era una donna straordinariamente energica. Alla morte del padre riuscì a difendere contro mezza Europa l’eredità asburgica nella guerra di successione austriaca. Governò le terre della corona asburgica, mentre suo marito Francesco Stefano di Lorena fu imperatore del Sacro Romano Impero della Nazione germanica. Francesco Stefano I si dedicò a curare i propri interessi privati, ossia le scienze naturali e le finanze, mentre era sua moglie ad occuparsi degli affari politici. www.schoenbrunn.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.

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Schloß Schönbrunn - Gli Appartamenti imperiali al piano nobile

I ritratti qui esposti raffigurano gli imperatori asburgici a partire dalla fine del Settecento: Leopoldo II, figlio di Maria Teresa, che succedette al fratello Giuseppe II; accanto a lui vedete suo figlio Francesco, ultimo imperatore del Sacro Romano Impero. Nel 1806 egli si vide costretto a sciogliere il Sacro Romano Impero a causa delle guerre napoleoniche e proclamò l’Impero d‘Austria. Così Francesco II assunse il nome di Francesco I, primo imperatore d‘Austria. Seguendo la tradizione asburgica, Francesco II/I diede in moglie la primogenita Maria Luisa a Napoleone, mentre la secondogenita Leopoldina andò sposa all’imperatore del Brasile; sul cavalletto davanti a voi vedete un ritratto di Leopoldina. Gli altri dipinti ritraggono l‘imperatore Ferdinando e la moglie Maria Anna. Ferdinando era il primogenito dell‘imperatore Francesco, e veniva affettuosamente chiamato dal popolo “Ferdinando il buono”. Era epilettico e incapace di regnare. Il vero e proprio sovrano della monarchia austriaca era a quell’epoca il cancelliere di stato Metternich, che veniva soprannominato il “cocchiere d’Europa” poiché guidava con grande abilità e diplomazia le sorti della politica europea. www.schoenbrunn.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.

BASTA BUGIE - Santi e beati
San Gregorio VII e la chiarezza del Dictatus Papae

BASTA BUGIE - Santi e beati

Play Episode Listen Later May 29, 2009 3:47


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=756SAN GREGORIO VII E LA CHIAREZZA DEL DICTATUS PAPAE di Plinio Corrêa de OliveiraIn occasione della festa del Papa San Gregorio VII (1015?-1085) vorrei meditare su un testo attribuito al Santo Pontefice e che ne riflette comunque il pensiero, il “Dictatus Papae”, la cui prima redazione nota è del 1090: un testo cordialmente detestato dai teologi progressisti. È una specie di sommario delle tesi che gli erano care. Storicamente, la più significativa è la tesi – che ha una sua armoniosa bellezza, per quanto sia abitualmente disprezzata – relativa ai rapporti fra il Papa e l'Imperatore.Ricordiamo che l'Imperatore del tempo, Enrico IV (1050-1106), interveniva pesantemente negli affari della Chiesa e cercava di controllarla attraverso la nomina dei vescovi. San Gregorio VII combatté questa politica. Voleva eliminare questa pretesa del governo imperiale e dare una lezione all'Imperatore. E ci riuscì.Il “Dictatus Papae” mostra le relazioni che devono esistere fra il Sacro Romano Impero e il Papato. La seconda proposizione afferma che solo la monarchia del Romano Pontefice “può a buon diritto essere chiamata universale”. Questa universalità si riferisce al campo spirituale. Il Papa non pretende affatto di governare direttamente l'Impero. Ma rivendica il diritto di esercitare un'influenza decisiva. Nel Sacro Romano Impero il documento vede la spada del Papa: pronta a proteggere la Santa Chiesa Cattolica, a difendere la fede e a combattere i suoi nemici. Da una parte, il potere temporale deve governare in modo indipendente secondo il diritto naturale. Dall'altra, il Papato deve sorvegliare che questo effettivamente avvenga. In questo senso i due poteri sono diversi e indipendenti.Ma il “Dictatus Papae” afferma pure che, se ci si chiede qual è il potere più elevato ed eminente in Terra, la risposta è chiara – e rappresentata anche nell'arte dell'epoca. Il Papa è sempre un gradino sopra; l'Imperatore sta alla sua sinistra, un gradino sotto, e ancora al di sotto dell'Imperatore stanno tutti i re e sovrani della sfera temporale. Alla destra del Papa, ma anche loro un gradino sotto, stanno tutti i membri della gerarchia cattolica che governa la sfera spirituale. È certo che nella concezione di Gregorio VII dei due poteri il Papa ha un primato e una posizione centrale.In questo giorno della sua festa possiamo chiedere a San Gregorio VII d'intercedere per il mondo perché si recuperi lo spirito della sua nozione di distinzione e insieme di unità dell'ordine spirituale e dell'ordine temporale. Se questa diventasse una nozione generalmente accettata ci troveremmo all'alba del Regno di Maria. È anche vero che se venisse l'alba di una nuova epoca assai favorevole per la Chiesa, appunto il Regno di Maria, questa nozione ne farebbe parte.Preghiamo dunque San Gregorio VII perché chieda a Dio che questa sublime visione torni sulla Terra, in quanto ci è sommamente utile a trovare il giusto cammino.

Storia medievale
Feudalesimo ed Europa tra X e XI sec. d.C. La nascita del Sacro Romano Impero Germanico e le esigenze di riforma della Chiesa

Storia medievale

Play Episode Listen Later Oct 5, 2007 18:15


Feudalesimo ed Europa tra X e XI sec. d.C. - La nascita del Sacro Romano Impero Germanico e le esigenze di riforma della Chiesa