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Omelia del 14 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251114 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251114venerdixxxiiordinario2025.m4a Fri 14 Nov 2025 18:30 +0200 Spirituality no
Omelia del 12 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251112 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251112mercoledixxxiiordinario2025.m4a Wed 12 Nov 2025 18:30 +0200 Spirituality no
Omelia del 11 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251111 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251111martedixxxiiordinario2025.m4a Tue 11 Nov 2025 18:30 +0200 Spirituality no
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8312OMELIA XXXIII DOMENICA T.O. - ANNO C (Lc 21, 5-19) di Giacomo Biffi Parole oscure e forti - che sono al tempo stesso profezie di sventure e inviti alla speranza - abbiamo ascoltato nell'odierna pagina di vangelo. Gesù le ha pronunciate poco tempo prima del suo arresto e della sua condanna a morte, quando già percepiva imminente la fine, e si faceva più urgente per lui il compito di preparare il suo "piccolo gregge" alle prove e alle sofferenze che avrebbe incontrato. I suoi ascoltatori sembrano ancora spensierati e sereni, tanto che indugiano ad ammirare la bellezza dell'architettura del tempio e la ricchezza dei suoi ornamenti. E proprio prendendo lo spunto da questo ingenuo compiacimento il Signore avvia le sue severe riflessioni. Gli argomenti del discorso di Cristo sono tre: il preannuncio della distruzione di Gerusalemme, preceduta da grandi dolori; la persecuzione cui saranno sottoposti i suoi discepoli; la garanzia della sua presenza di salvatore anche in mezzo alle più tragiche difficoltà. Sono tre temi che tra loro si intrecciano e si rifiniscono. L'INEVITABILE DESTINO DI SOFFERENZA PER IL MONDO E PER LA CHIESA COME CONDIZIONE PER GIUNGERE ALLA GLORIA Non resterà pietra su pietra (Lc 21,6): così sarà castigata la Città santa; così perirà l'edificio più sacro della gente ebraica. Come tutti sappiamo, la profezia di Gesù si è avverata circa quarant'anni dopo ad opera dell'esercito romano guidato da Tito, il figlio dell'imperatore Vespasiano. Sotto un certo profilo, perciò, potremmo dire che non ci riguarda più. Ma nel libro di Dio Gerusalemme, oltre che una città precisa che ha avuto una grande importanza nella storia, è anche il simbolo e la raffigurazione di tutta la terra abitata. Ciò che qui è detto di Gerusalemme, vale per il mondo: anche il mondo troverà una fine violenta, quando la vicenda umana si sarà conclusa e il Signore "di nuovo verrà nella gloria". Ciò che qui è detto delle sofferenze del popolo ebraico, vale anche per la Chiesa, alla quale è dunque riservata una storia di pena. Le parole del nostro Salvatore ci rivelano ciò che noi - noi uomini, ma anche e soprattutto noi cristiani - dobbiamo aspettarci: ci rivelano non ciò che sarebbe conforme ai desideri naturali del nostro cuore, ma ciò che corrisponde al disegno di Dio, il quale vuole che la sua Chiesa arrivi sì alla vittoria, alla gioia, alla gloria, ma passando per la strada della sconfitta e della croce. LA NOSTRA SICUREZZA NON SI FONDA SULLA POTENZA UMANA, MA SU QUELLA DI DIO In concreto, con questo brano evangelico che cosa ci dice Gesù, che possa servire anche alla vita ecclesiale dei nostri giorni? 1. Ci dice prima di tutto che non dobbiamo mai fondare la nostra sicurezza e la nostra fiducia su quanto di esteriore e di strutturale c'è nella Chiesa: non sul numero e sullo splendore degli edifici di culto, non sulla potenza delle opere cattoliche, non sull'efficienza della nostra organizzazione. Certo, tutto deve essere valorizzato al servizio del Regno di Dio. Le cose esteriori non vanno disprezzate o condannate come antievangeliche o ritenute inutili e senza pregio. In particolare, dobbiamo amare le nostre chiese, così come Gesù ha avuto caro il tempio e la Città Santa, al punto di piangere sulla prevista rovina. Però, in niente di tutto questo sta la nostra speranza, che è sorretta soltanto dall'energia dello Spirito Santo, mandato a noi dal Risorto a suscitare negli uomini la fede e a tener viva la carità. A chi gli additava la maestà dell'edificio sacro, caro a ogni ebreo, Gesù ruvidamente risponde: Non resterà pietra su pietra che non venga distrutta (Lc 21,6). LA STAGIONE DEI MARTIRI NON È FINITA 2. Il secondo ammonimento del Signore è ancora più duro e più difficile da accettare: non dobbiamo mai aspettarci un avvenire tutto di pace e un'esistenza garantita contro tutti i guai. Specialmente la Chiesa - e in essa tutti coloro che vogliono veramente e pienamente essere cristiani, cioè appartenenti a Cristo e obbedienti al suo Vangelo - non deve contare su un destino di tranquillità e di trionfi. La promessa che abbiamo ricevuto è molto diversa: Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno (Lc 21,12). In realtà, il gregge di Cristo in ogni secolo è stato fatto oggetto di soprusi, di intimidazioni, di violenze: la stagione dei martiri non è mai finita del tutto. Va precisato anzi che il nostro secolo ha conosciuto forse le oppressioni più grandi e più sanguinose, perpetrate di solito da gente che diceva di portare la libertà, la giustizia e perfino la fraternità. QUANTO PIÙ SIAMO FEDELI, TANTO PIÙ SIAMO ODIATI 3. Il terzo ammonimento è ancora più spiacevole, e non ci meraviglia che in questi ultimi tempi la cristianità si sforzi di dimenticarlo. Non illudetevi - dice il Signore - che gli altri vi abbiano in simpatia e capiscano le vostre buone intenzioni. All'opposto, sarete traditi... sarete odiati da tutti a causa del mio nome (Lc 21,16.17). E non è detto che l'ostilità nei nostri confronti derivi sempre dal fatto che noi cristiani e noi uomini di Chiesa non siamo purtroppo senza difetti e senza torti. Sarebbe troppo bello se ci odiassero solo per quello che ci meritiamo. La Chiesa invece è tanto più malvista, malgiudicata, colpita da accuse bugiarde, quanto più è fedele al suo Maestro e annuncia senza paure la verità. Anche nell'ultima cena Gesù è ritornato su questa idea quando ha detto: Un servo non è più grande del suo padrone: se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Gv 15,20). Quasi a dire: se io ho raccolto odio pur non avendo mai fatto niente di male e avendo sempre amato e predicato l'amore, anche voi, quanto più mi sarete fedeli e mi assomiglierete, tanto più vi odieranno.CRISTO È LA RAGIONE DELLA NOSTRA PERSEVERANZA Per fortuna nell'odierna pagina di Vangelo questi ammonimenti così ardui e incresciosi sono compensati dalla promessa più bella: Io vi darò lingua e sapienza (Lc 21,15); cioè, sarò sempre con voi e ispirerò le vostre parole. Io sarò la vostra forza, il vostro coraggio, la vostra pace. Io vi sarò vicino in tutte le lotte che dovrete affrontare. Io sarò la ragione della vostra perseveranza. E voi, se sarete sempre con me, con la vostra perseveranza salverete le vostre anime (Lc 21,19).
Omelia della s. Messa del 11 Ottobre 2025, Martedì della XXXII Settimana del Tempo Ordinario, Anno Dispari, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Oggi 11 novembre a Tortona in Cattedrale é stata celebrata la S. Messa per tutte le realtà caritative della Diocesi. Qui l'omelia di mons. Guido Marini che ha presieduto l'eucarestia.
Omelia del 10 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251110 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251110lunedixxxiiordinario2025.m4a Mon 10 Nov 2025 18:30 +0200 Spirituality no 0
Omelia della s. Messa del 10 Ottobre 2025, Lunedì della XXXII Settimana del Tempo Ordinario, Anno Dispari, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Omelia per la festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano e per la Giornata delle Forze Armate. Dei nostri templi magnifici non resterà pietra su pietra, ma noi resteremo casa di Dio per sempre: c'è grazia e presenza di Dio in ogni creatura. Passiamo allora dalla grazia dei muri alla grazia e alla santità dei volti. Meglio che crollino tutte le chiese e i templi, piuttosto che cada o si perda un solo uomo o una sola donna per colpa del nostro operato.
Omelia della s. Messa del 9 Novembre 2025, Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, tenuta da p. Jean François M. Coudjofio, FI
Omelia della s. Messa del 9 Novembre 2025, Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI
8-11-2025 - Pellegrinaggio vocazionale a Sale - Omelia di Mons. Guido Marini by RadioPNR
Omelia del 7 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251107 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251107venerdixxxiordinario2025.m4a Fri 7 Nov 2025 18:30 +0200 Spirituality no 0
Omelia del 4 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251104 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251104martedixxxiordinario2025.m4a Tue 4 Nov 2025 18:30 +0200 Spirituality no 0
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8339OMELIA DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE - ANNO A - (GV 2,13-22) di Angelo Sceppacerca L'imperatore Costantino, convertitosi al cristianesimo, donò a papa Milziade il palazzo del Laterano. Verso il 320, vi aggiunse la chiesa del Laterano, la prima di tutte le chiese d'Occidente, consacrata da papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santissimo Salvatore. Nel XII secolo, per via del suo battistero, il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista; da cui il nome di basilica di San Giovanni in Laterano. Per più di dieci secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero duecentocinquanta concili, di cui cinque ecumenici. Semidistrutta dagli incendi e dalle guerre, venne ricostruita sotto Benedetto XIII e venne di nuovo consacrata nel 1726.GESÙ SCACCIA I VENDITORILa scena di Gesù che scaccia i venditori dal Tempio di Gerusalemme è così vivida e movimentata da attirare tutta quanta la nostra attenzione, col rischio di lasciare in ombra quello che più conta e che l'episodio stesso vuole indicare. I giudei, infatti, avevano chiesto a Gesù "un segno" che giustificasse la sua azione e il Signore, in risposta, lancia una misteriosa sfida: "Distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere". Solo dopo la risurrezione gli apostoli capiranno che il tempio di cui parlava Gesù era il suo corpo.Si comprende bene, solo alla luce di Pasqua, il rapporto fra il tempio profanato dai mercanti e il corpo di Gesù straziato sulla croce e risorto glorioso. Se anche a noi colpisce l'azione di Gesù che rovescia i banchi dei mercanti, ai suoi interlocutori l'allusione alla risurrezione doveva risultare quasi blasfema. Infatti, se il tempio (in ogni cultura religiosa) rappresenta l'ombelico che congiunge terra e cielo, luogo del divino e sorgente dell'umano, centro dello spazio e del tempo, con la persona di Gesù questo "luogo" non sarà più localizzato a Gerusalemme, né in nessun altro posto, ma sarà lui stesso il vero tempio dove abita Dio; e di questo tempio che è il suo corpo, Gesù è il capo e i credenti ne sono le membra. Gesù è il nuovo santuario, "luogo" dove la comunione tra Dio e l'uomo è piena di vita; la Chiesa, corpo di Cristo, è la dimora di Dio che abita nel cuore dei credenti, anch'essi pietre vive dell'edificio spirituale.La religione degli uomini, nata dal basso, è superata. La vera religione è "dall'alto", nel senso della grazia: Dio stesso si fa presente e visibile (udibile) nella persona e nella parola del Figlio. Lui è la tenda di Dio in mezzo al suo popolo.IL TEMPIO DI GERUSALEMMETorniamo, però, alla scena raccontata nel Vangelo. Il tempio di Gerusalemme, luogo dell'incontro con Dio, si era trasformato in mercato per la compravendita di buoi, pecore e colombe e per il cambio delle monete "impure" in quelle "pure" coniate dal tempio stesso. Se dovessimo fare un parallelo col tempo di oggi, a cosa potremmo paragonare l'episodio? Francamente non tanto ai piccoli negozi di souvenir e di oggetti religiosi che affiancano i nostri santuari: troppa sproporzione con una pagina di Vangelo! Anche se una certa purificazione è sempre auspicabile... Però, non penso che Gesù alludesse alle bancarelle di oggetti di devozione. [...]La parola del Vangelo ci incoraggia ad arrivare in fondo al cammino, irto di tentazioni, carico di fatica e facile allo scoraggiamento. L'Agnello di Dio ci attende sul piccolo monte calvario, dove verserà tutto il suo sangue in espiazione, e nel giardino lì accanto, dove si mostrerà di nuovo in piedi, vivo e risorto. L'Agnello ha preso il posto di JHWH, perché il sacrificio di Dio stesso ha preso il posto di tutti i sacrifici dell'uomo a Dio e che si riducono troppo spesso a un mero mercanteggiare.
Omelia del 3 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251103 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251103lunedixxxiordinario2025.m4a Mon 3 Nov 2025 18:30 +0200 Spirituality no 00
Omelia della COMMEMORAZIONE DI TUTTI I DEFUNTI 2025. Quante volte capita che riportiamo il nostro vissuto nell'aldilà, immaginandoci il regno di Dio come fosse qui sulla terra… Quante poche volte siamo disposti a spalancare gli orizzonti a qualcosa di nuovo… Eppure la Parola di Dio ci stimola sempre a non arrenderci alla nostra mentalità terrena, ma a imparare piano piano ad avere gli stessi occhi con cui Dio guarda il mondo…
Omelia del 2 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251102 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251102commemorazionedituttiifedelidefunti2025.m4a Sun 2 Nov 2025 11:30 +0200 Spirituality no
Commemorazione di tutti i fedeli defunti - Omelia di Mons. Guido Marini by RadioPNR
Omelia del 1 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251101 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251101solennitadituttiisanti2025.m4a Sat 1 Nov 2025 08:30 +0200 Spirituality no
Omelia della Solennità di Ognissanti 2025. “La liturgia è il cielo aperto sulla terra, il tempo che respira l'eternità.” (Benedetto XVI) La liturgia è l'eterno che si fa vicino, il cielo che si apre, la terra che si trasfigura. Partecipare non significa solo “essere presenti” fisicamente, ma lasciarsi attrarre dentro questo movimento di grazia. In ogni Messa, in ogni sacramento, in ogni canto di lode, noi entriamo nel mistero di Dio che non conosce tramonto. E quando ne usciamo, se siamo stati davvero presenti, portiamo addosso un frammento di quella luce: un segno che l'eternità ha toccato il tempo, e che noi ne siamo diventati testimoni.
Tutti i Santi - Omelia di Mons. Guido Marini by RadioPNR
Omelia della s. Messa del 31 Ottobre 2025, Solennità di Tutti i Santi, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Omelia della s. Messa del 29 Ottobre 2025, Mercoledì della XXX Settimana del Tempo Ordinario, Anno Dispari, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Omelia del 28 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251028 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251028martedixxxordinario2025.m4a Tue 28 Oct 2025 18:30 +0200 Spirituality no 00
Omelia della s. Messa del 27 Ottobre 2025, Lunedì della XXX Settimana del Tempo Ordinario, Anno Dispari, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Omelia della s. Messa del 26 Ottobre 2025, XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno C, tenuta da p. Giovanni M. Severini, FI.
Omelia della XXX domenica del Tempo Ordinario C. La domanda del Vangelo di oggi è semplice e diretta: Sai pregare? Perché c'è un modo di pregare che produce vita, e un modo che ci fa rimanere esattamente come siamo. Quale è il tuo modo?
Omelia della s. Messa del 25 Ottobre 2025, prefestiva della XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno C, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Omelia del 22 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251022 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251022mercoledixxixordinario2025.m4a Wed 22 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 21 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251021 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251021martedixxixordinario2025.m4a Tue 21 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no 0
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8310OMELIA XXX DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 18,9-14) di Giacomo Biffi CHI SI PROCLAMA GIUSTO CHIUDE IL PROPRIO CUORE ALLA GRAZIA DI DIO La pagina evangelica odierna ci offre una delle più celebri parabole del Signore. È anche una delle più lineari e, apparentemente, una delle più facili da capire. In realtà, essa presenta più di altre il rischio di una lettura superficiale e quindi non incidente nella vita del nostro spirito. Soprattutto c'è il pericolo di non sentirci noi personalmente presi di mira dall'insegnamento di Gesù: è forte la tentazione di identificarci allegramente col pubblicano, e quindi di ritenere che il rimprovero di Cristo valga solo per gli "altri". Che è proprio l'atteggiamento qui condannato dalla parola di Dio. Gesù fa il suo racconto per scuotere e ammonire quanti cadono in due peccati distinti ma tra loro connessi: Disse questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri. In particolare, il primo è un errore al quale tutti più o meno incliniamo. Ciascuno di noi è sempre convinto di essere a posto in coscienza e di non aver niente da cambiare nella sua esistenza; in una parola, di "essere giusto". E dunque sarà buona cosa che ognuno si ritenga direttamente chiamato in causa dall'odierna lezione evangelica, in modo da salvarsi nel giudizio di Dio.Perché davanti a Dio non ci sono "giusti". Ci sono solo dei "giustificati"; che sono quelli che, riconoscendosi peccatori, implorano e accolgono con umiltà il perdono che li rinnova. Due uomini salirono al tempio. Vengono qui delineati due tipi umani molto diversi. Tutti e due colti nell'ora della preghiera solitaria. È in fondo il momento della sincerità, in cui ognuno rivela quello che pensa di sé, senza nessuna preoccupazione del parere o della reazione degli altri. 1. La differenza tra i due uomini non sta nella loro condizione economica: non è che uno sia ricco e l'altro povero, come qualcuno è portato a immaginare sentendo spesso parlare del "povero pubblicano". Generalmente i farisei erano agiati, perché appartenevano alla classe dominante di Israele. Ma i pubblicani erano di solito ancor più benestanti, perché esercitavano la lucrosissima professione di esattori delle imposte, che consentiva loro molti guadagni, leciti e disonesti. 2. Avevano piuttosto una ben diversa posizione entro la società religiosa ebraica. I farisei erano gli intransigenti e stimati custodi della legge e delle tradizioni, l'espressione del rigorismo e della fedeltà alle costumanze caratteristiche della nazione. I pubblicani invece erano i collaboratori degli odiati stranieri, più tentati di altri di cedere alle usanze pagane, in fama di essere ladri e in genere di avere una condotta non irreprensibile. Esaminiamo singolarmente le parole di questi due attori della scena descrittaci da Gesù.LA PREGHIERA DI CHI SI SENTE A POSTO CON DIO I. Prima di tutto le parole del fariseo. a) Egli pregava tra sé. Questo è indubbiamente un punto a suo vantaggio: è uno che almeno si ricorda di Dio e sente il bisogno di parlare con lui. Sono molto peggiori di lui quegli uomini che organizzano lo loro vita come se Dio non ci fosse, senza fare il minimo spazio, nella propria giornata e nella propria settimana, al pensiero del loro Creatore; salvo poi protestare quando arriva il momento della sofferenza e della prova, e sdegnarsi perché quel Dio, di cui si sono sempre dimenticati, sembra non ricordarsi di loro e delle loro necessità. b) Pregava nel tempio, vale a dire nel luogo sacro del culto ufficiale ebraico. Egli non riteneva cioè di poter far senza dei mezzi che il Signore stesso si è scelto per dare forma anche esteriore alla nostra vita religiosa. Non diceva, come tanti fanno: "Con Dio mi intendo io a modo mio", perché riconosceva che con Dio bisogna trattare nei modi che lui ha stabilito, e non secondo i nostri gusti personali. c) O Dio, ti ringrazio. Nella sua orazione il fariseo esprime la necessità di adorare Dio e di esprimergli gratitudine, perché è lui il Signore di tutti e la fonte di ogni bene che arriva fino a noi. Fino a questo punto, come si vede, si comporta bene, e la sua preghiera è lodevole. Egli comincia invece a uscire di strada quando dice: Ti ringrazio perché non sono come tutti gli altri uomini. Separandosi dagli altri e proclamandosi l'unico giusto, egli si interdice la possibilità di ricevere la grazia del Signore, che è data appunto all'umanità peccatrice. E poi, chi l'ha autorizzato a giudicare gli altri e a valutare la loro coscienza? d) E neppure come questo pubblicano. Qui va di male in peggio, perché la sua critica non resta generica, ma diventa addirittura personale. Egli prende di mira colui che gli è vicino, cioè il suo "prossimo", secondo il linguaggio evangelico, e, invece di farne oggetto d'amore, lo condanna senza misericordia. Così, in questa durezza di cuore verso il fratello trova la ragione della sua propria condanna. LA PREGHIERA DI CHI SI SENTE VERAMENTE PECCATORE II. La preghiera del pubblicano è semplice e intensa. Con pochissime parole esprime tre elementi preziosi: a) il riconoscimento di Dio come colui che si deve adorare e davanti al quale bisogna percepire il proprio niente; b) la confessione della propria condizione di colpa; c) la domanda umile e appassionata della divina pietà: O Dio, abbi pietà di me peccatore. È così preso dal sentimento della grandezza di Dio e dalla consapevolezza della sua personale miseria, che non è neppure sfiorato dal pensiero di fare confronti col comportamento altrui. Non giudica gli altri; giudica, e impietosamente, solo se stesso. Chi prega così, si trova certamente sulla strada della salvezza, e, come ci dice Gesù, viene perdonato e addirittura esaltato. È da notare che il pubblicano è un peccatore che non si vanta delle sue colpe, ma se ne pente; non vuole imporre a Dio la sua condotta aberrante, ma chiede invece la grazia del perdono, impegnandosi implicitamente a non peccare più; non pretende un'approvazione delle sue prevaricazioni, ma sollecita umilmente la pietà del Signore. Colui che più sarebbe lontano dall'insegnamento di Cristo, è l'uomo che fosse al tempo stesso peccatore come il pubblicano e presuntuoso, deciso a non cambiare, come il fariseo. Il Signore ci aiuti a uscire dalle nostre colpe e, in ogni caso, a saper rivolgere a Dio la preghiera di chi sa di aver sbagliato e confida soltanto nella grande bontà del Padre nostro del cielo, per poter ricominciare da capo con animo nuovo una vita senza macchia.
Omelia del 20 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251020 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251020lunedixxixordinario2025.m4a Mon 20 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00
Omelia del 19 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251019 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251019domenicaxxixordinario2025.m4a Sun 19 Oct 2025 11:30 +0100 Spirituality no 0
Omelia della XIX domenica del Tempo Ordinario C. Pregare e dire le preghiere non sono la stessa cosa. Ce lo insegna una vedova un po' particolare, che nel Vangelo viene definita noiosa. Cosa ha da insegnarci una vedova noiosa? “Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste, bensì le sue promesse”; capire questo, vuol dire pregare.
Omelia della s. Messa del 19 Ottobre 2025, XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno C, tenuta da p. Giovanni M. Severini, FI.
Omelia della s. Messa del 18 Ottobre 2025, XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno C, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Omelia del 17 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251017 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251017venerdixxviiiordinario2025.m4a Fri 17 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 15 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251015 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251015mercoledixxviiiordinario2025.m4a Wed 15 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 13 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251013 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251013lunedixxviiiordinario2025.m4a Mon 13 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 12 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251012 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251012domenicaxxviiiordinario2025.m4a Sun 12 Oct 2025 10:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 10 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251010 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251010venerdixxviiordinario2025.m4a Fri 10 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 8 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251008 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251008mercoledixxviiordinario2025.m4a Wed 8 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 6 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251006 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251006lunedixxviiordinario2025.m4a Mon 6 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no 0
Omelia del 5 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251005 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251005domenicaxxviiordinario2025.m4a Sun 5 Oct 2025 11:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 3 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251003 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251003venerdixxviordinario2025.m4a Fri 3 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no 0
Omelia del 1 ottobre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251001 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251001mercoledixxviordinario2025.m4a Wed 1 Oct 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 26 settembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250926 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250926venerdixxvordinario2025.m4a Fri 26 Sep 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00
Omelia del 24 settembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250924 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250924mercoledixxvordinario2025.m4a Wed 24 Sep 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 23 settembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250923 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250923martedixxvordinario2025.m4a Tue 23 Sep 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00