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Omelia del 15 luglio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250715 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250715martedixvordinario2025.m4a Tue 15 Jul 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8206OMELIA XVI DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 10,38-42) di Giacomo Biffi L'episodio raccontatoci dalla pagina di Luca, che abbiamo ascoltato, è tra i più suggestivi di tutta la narrazione evangelica.Ha un'ambientazione, per così dire, casalinga. Siamo a Betania, la località che il viaggiatore proveniente dal deserto di Giuda incontra poco prima di arrivare a Gerusalemme. Gesù, che ha percorso proprio quel cammino spossante, ha colto con gioia la possibilità di riposarsi un po' in una dimora accogliente, prima di affrontare ancora una volta il tumulto della capitale e le fatiche della sua missione.E con gioia e cordialità è stato ospitato da Marta, una massaia solerte, che viveva con una sorella minore di nome Maria. Qui non compare, ma dal Vangelo di Giovanni sappiamo che lì vicino abitava anche un fratello di nome Lazzaro: tutti e tre i fratelli erano legati al Maestro di Nazaret da una solida e devota amicizia.Con l'incarnazione, il Figlio di Dio si è fatto un uomo vero e completo: ha un cuore capace di affetto, e niente di ciò che è autenticamente e positivamente umano gli è estraneo. Quello dell'amicizia è appunto uno dei valori dell'esistenza che egli ha voluto sperimentare.Noi siamo commossi di fronte al Creatore dell'universo - colui che infinitamente trascende tutti gli esseri che prendono vita da lui - che assume questi vincoli di familiarità e di benevola comunione con le sue creature.L'amicizia - dicevano già gli antichi - o nasce tra uguali o rende uguali coloro che entrano nel suo gioco e nella sua logica: nella figura di un Dio che si fa nostro amico è implicitamente annunciato e fondato il nostro destino di partecipi della divina natura (2 Pt 1,3), per usare le coraggiose parole della seconda Lettera di Pietro.Ma è incantevole anche la scena dell'Unigenito del Padre che per cercarci si è fatto viandante e ha per corso le accaldate e polverose strade di Palestina, nella speranza di essere ospitato, ristorato, consolato da noi. Non solo dunque con l'amicizia si è a noi assimilato, ma addirittura ha voluto farsi bisognoso di noi.GESÙ CHIEDE DI ESSERE OSPITATO NEL NOSTRO CUOREIo sto alla porta e busso (cf. Ap 3,20), egli dice a ciascuno di noi. Ci prega, cioè, di fargli un po' di posto nella nostra esistenza, di dargli un po' del nostro tempo, di prestargli un po' della nostra attenzione. Di fronte a questa condiscendenza di colui che è l'Asso luto e l'Incondizionato, sembra incredibile che ci siano cristiani che non sappiano trovare quotidianamente qualche minuto per lui e non sappiano donar gli neppure un'ora del giorno che è suo (e perciò si chiama "domenica").Sembra incredibile - deve dire ciascuno di noi - che io sia così lento e anzi restio a spalancargli il mio cuore, per godere della fortuna insperata di un'intimità con lui, fortuna che ci è stata formalmente promessa: Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, e a tu per tu noi ceneremo insieme (ibid.).Non solo dunque un ospite vuol essere Gesù, ma addirittura un mendicante sulla soglia della nostra casa: un mendicante che chiede solo un po' d'amore. Non vuole le nostre cose, vuole noi: vuole i nostri pensieri, i nostri sentimenti, la totalità di quello che siamo.È però un insolito mendicante: più che ricevere, dona; più che farsi aiutare, arricchisce; più che essere accettato, ci accetta e ci innesta nella sua stessa realtà. Ci conviene quindi affrettarci ad aprirgli, perché - dice sant'Ambrogio - «Tutto abbiamo in Cristo. Ogni anima gli si avvicini. O che sia malata per i peccati del corpo o come inchiodata dai desideri monda ni oppure ancora imperfetta, ma sulla via della perfezione grazie all'assidua meditazione..., ogni anima è in potere del Signore, e Cristo è tutto per noi. Se vuoi curare una ferita, egli è medico; se sei riarso dalla febbre, è fontana; se sei oppresso dall'iniquità, è giusti zia; se hai bisogno di aiuto, è forza; se temi la morte, è vita; se desideri il cielo, è via; se fuggi le tenebre, è luce; se cerchi cibo, è alimento. Dunque "gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia"» (De virginitate 99).LE PREOCCUPAZIONI TERRENE NON DEVONO SOFFOCARE LA NOSTRA TENSIONE VERSO LA VERITÀDue immagini di donna ci sono offerte come modello di questo riconoscimento della totalità di Cristo e della perfetta adesione a lui.Maria appare come colei che più intimamente è affascinata dalla bellezza di questo mistero: il mistero di un Dio che si fa pellegrino, ospite, amico; un mistero che verosimilmente lo stesso Gesù le sta a poco a poco rivelando con voce ammaliante, mentre lei è seduta ai suoi piedi, dimentica di ogni altra incombenza.Marta ci insegna che bisogna anche darci da fare perché il Signore sia degnamente ospitato; diventi cioè una presenza efficace non solo nel segreto della nostra coscienza, ma anche nell'umanità in cui viviamo.Non viene rimproverata per il suo lavoro, senza del quale quella sera Gesù non avrebbe neppur cenato; piuttosto viene illuminata perché le molte preoccupazioni terrene non arrivino a far dimenticare il senso ultimo e la ragione vera di ciò che si compie. E viene anche dolcemente corretta perché non sia tentata di disistimare la tensione verso la contemplazione della verità salvifica e della sapienza eterna: Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta (Lc 10,42).«Preoccupiamoci anche noi - dice ancora sant'Ambrogio - di possedere ciò che nessuno ci possa togliere, prestando un ascolto non superficiale, ma diligente; infatti perfino i semi della parola celeste sono anch'essi portati via, se vengono gettati lungo la strada.Ti sospinga, come Maria, il desiderio della sapienza: questa infatti è l'opera più grande, questa è l'opera più perfetta; e la sollecitudine per il ministero non ti distolga dal conoscere la parola celeste. Non criticare quindi e non pensare che perdano il tempo coloro che vedi dedicarsi alla sapienza» (In Lucam VII,85). In fondo, l'esortazione più immediata e decisiva che ci viene da questa pagina, è il richiamo a un principio che Gesù ha chiaramente proposto, ma che noi siamo spesso nel nostro comportamento inclini a dimenticare: Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte le altre cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6,33).Nel Regno di Dio, cioè nella vita senza fine - nota sant'Agostino - non ci sarà più la fatica dell'essere immersi nella molteplicità logorante delle cose e dei problemi; ci sarà invece per sempre l'unificazione di tutte le cose nella carità: «Transit labor multitudinis et remanet caritas unitatis».Il Signore ci conceda di anticipare già adesso questa felice semplificazione del nostro spirito e della sua attività; di non disperderci nelle molte sollecitudini e nelle molte attrattive che passano e deludono; di indirizzare ogni nostra interiore facoltà al pensiero e alla speranza del Regno di Dio.
Omelia della s. Messa del 15 Luglio 2025, Festa di san Bonaventura da Bagnoregio, Anno C, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Omelia del 14 luglio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250714 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250714lunedixvordinario2025.m4a Mon 14 Jul 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:0
Omelia della s. Messa del 13 Luglio 2025, XV Domenica del Tempo Ordinario, Anno C, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Omelia della XV domenica del Tempo Ordinario C. Capire chi è il prossimo da amare non è cosa scontata in un mondo come quello di oggi dove televisione, media e social creano spauracchi di nemici ogni giorno diversi. Se dovessimo dare ascolto a quello che ci viene detto, dovremmo odiare tutti, perché un giorno o l'altro tutti diventeranno nostri nemici… Ma allora, come capire chi è il mio prossimo? Quanto ha da insegnarci il Vangelo di oggi…
Omelia del 11 luglio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250711 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250711sanbenedetto,abate,patronod'europa2025.m4a Fri 11 Jul 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 10 luglio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250710 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250710giovedixivordinario2025.m4a Thu 10 Jul 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00
Omelia della XIV domenica del Tempo Ordinario C. Campi di grano invece che deserti sconfinati… Mondi possibili invece che desolazione e pianto… Quanto cambia la realtà a seconda di ciò su cui scegliamo di puntare l'attenzione? Forse il Vangelo continua ad essere davvero l'unica vera rivoluzione necessaria!
Omelia del 9 luglio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250709 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250709mercoledixivordinario2025.m4a Wed 9 Jul 2025 18:30 +0100 Spirituality no
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8205OMELIA XV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 10,25-37) di Giacomo Biffi Un dottore della legge si alzò per mettere alla prova Gesù; dunque non per conoscere la verità. La domanda (Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?), che pure è la più importante che possa essere posta da un uomo, non proveniva da un animo retto. Sia però benedetto quell'ignoto malevolo interlocutore di Cristo, che ha provocato in risposta uno degli insegnamenti più alti del Signore, e ci consente di riflettere oggi ancora una volta sulla legge dell'amore, cuore e sostanza di tutto l'Evangelo.LA LEGGE CRISTIANA DELL'AMORE RIASSUME IN SÉ TUTTI I COMANDAMENTI RICEVUTI DA MOSÈ 1. A questo mondo non c'è fascino di bellezza che non venga deturpato dall'uomo, né splendore di verità che non venga travisato. Anche la legge dell'amore corre questo rischio, per esempio quando viene presentata come un superamento o addirittura un'abrogazione dei comandamenti di Dio. La legge dell'amore non è l'abrogazione, ma piuttosto è il cuore e il compendio dei comandamenti, che Mosè ha ricevuto su tavole di pietra, ma che sono indelebilmente iscritti nell'animo umano.Chi infatti ama Dio con tutto il cuore, adora lui solo, rispetta il suo nome e trova un'ora di tempo alla setti mana da dedicargli in esclusiva. Se no, che amore è? E questi sono i primi tre comandamenti. E chi ama sul serio il prossimo, cioè ha a cuore tutti i valori dell'uomo, rispetta e onora i vincoli familiari, considera sacra la vita e non manipolabile al servizio dell'egoismo la capacità di trasmettere la vita, rispetta e onora gli altri nella loro dignità, nella loro proprietà, nel loro diritto a non essere ingannati. E questi sono gli altri comandamenti.Sicché la legge dell'amore non è il modo astuto insegnatoci da Gesù per fare i nostri comodi, ma è l'aiuto e l'ispirazione a osservare integralmente e con piena coscienza la volontà di Colui che ci ha creati.CI AMIAMO TRA NOI PERCHÉ DIO CI AMA TUTTI DELLO STESSO AMORE2. Un secondo modo di non intendere questa pagina di Vangelo è quello di presentare l'amore del prossimo come se a questo comando si potesse ridurre il messaggio di Cristo nella sua vera originalità.Ma le cose non stanno propriamente così. La stessa frase: Amerai il prossimo come te stesso non è stata inventata da Gesù. Era già contenuta nei libri dell'Antico Testamento e ogni ebreo la conosceva bene.L'originalità di Gesù sta piuttosto nella spiegazione di chi si debba considerare prossimo. Gli ebrei non avevano dubbi che per prossimo da amare si dovessero intendere i parenti, gli amici, i connazionali, i correligionari, e solo loro. Gesù ritiene invece che tutte le limitazioni nel concetto di prossimità devono cadere: prossimo è ogni uomo che il Signore mette sulla mia strada e offre alla mia attenzione. Più ancora l'originalità di Gesù sta nella motivazione che regge e giustifica il comando dell'amore. Noi non dobbiamo amarci tra noi perché siamo amabili; anzi, spesso non lo siamo affatto. Dobbiamo amarci tra noi perché il Signore ci ha amati tutti dello stesso amore, si è chinato sulle nostre ferite, ci ha resi una cosa sola coll'impeto unificante della sua sorprendente misericordia. Se dimenticano questa motivazione, che solo la fede può dare, invano gli uomini tentano di amarsi tra loro. Come la storia spesso ci insegna, ogni slancio di solidarietà e di fratellanza finisce nell'oppressione e nella strage.IL NOSTRO PROSSIMO È OGNI UOMO A CUI VOGLIAMO FARCI VICINI3. E a imprimerci nell'animo questo insegnamento quasi con un quadro, Gesù racconta la celebre parabola del samaritano compassionevole, che è una delle parabole evangeliche meglio rifinite e più verosimili.La strada che dalle alture di Gerusalemme discende alla pianura fiorita di Gerico, attraversa il deserto di Giuda, cioè una zona del tutto disabitata, dove le rapine e gli attentati erano di facile esecuzione, nonostante i pattugliamenti della polizia romana.Il significato più decisivo del racconto sta nel fatto che il ferito è soccorso da uno che è straniero e nemico. Così si allarga il concetto di prossimo: "prossimo" è colui che io col mio amore, col mio interessamento, con la mia disponibilità voglio rendermi vicino. Vale a dire, la "prossimità" non ha altri confini se non la finitezza del cuore. Quanto più il nostro cuore sarà grande, tanto meno escluderemo qualcuno dalla cerchia di chi dobbiamo amare.IL BUON SAMARITANO È, PRIMA DI TUTTO, GESÙ 4. Ma in questa parabola Gesù sembra anche voler raffigurare la storia della nostra salvezza, nella quale appunto la legge dell'amore del prossimo si motiva. L'uomo percosso, piagato, spogliato, che giace sul ciglio della strada, siamo noi, è la stessa umanità, che il peccato ha privato di ogni bellezza e di ogni vigore, e pare non avere più speranza né scopo di vita.Lo straniero pietoso è il Figlio di Dio, venuto fino a noi da un mondo lontano e diverso, che si è chinato sulle nostre piaghe e ci ha dato il sollievo della fede e dei sacramenti.L'albergatore, cui ci ha affidati per la guarigione completa, è la Chiesa che, mentre egli è visibilmente assente, continua la sua opera di risanamento, sapendo che un giorno il divino straniero tornerà a ricompensare tutti di ogni spesa e di ogni fatica.Questa, nella sua semplicità e nella sua verità, è la nostra storia; questo è il riassunto di tutto l'Evangelo. Chiediamo la grazia di capire questo disegno misterioso e mirabile e di saper conformare alle sue linee la nostra vita, con umiltà di cuore, con fede viva, con gratitudine senza confini.
Prima memoria liturgica di Floribert Bwana Chui. Omelia di mons. Vincenzo Paglia
05-07-2025 - Sant'Antonio Maria Zaccaria - Omelia di Mons. Guido Marini by RadioPNR
Omelia del 7 luglio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250707 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250707lunedixivordinario2025.m4a Mon 7 Jul 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:
Omelia del 6 luglio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250706 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250706domenicaxivordinario2025.m4a Sun 6 Jul 2025 11:30 +0100 Spirituality no 00
Omelia del 1 luglio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250701 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250701martedixiiiordinario2025.m4a Tue 1 Jul 2025 18:30 +0100 Spirituality no 0
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8204OMELIA XIV DOMENICA T.O. - ANNO C (Lc 10,1-12.17-20) di Giacomo Biffi Dopo aver ricordato, nel capitolo 9, la missione degli Apostoli, l'evangelista Luca, in questo capitolo decimo, ci racconta la missione del gruppo più numeroso dei discepoli. La prima, nel numero dodici degli inviati, richiamava le tribù di Israele; la seconda, col numero settantadue, richiama tutta l'umanità: settantadue era infatti il numero dei popoli della terra secondo l'elenco dell'antico Libro della Genesi. Le due missioni sembrano dirci che, se la salvezza deve essere proposta prima di tutto al popolo ebreo, deve però arrivare fino ai confini del mondo. Designò... li inviò... Anche per questa missione, come per quella degli Apostoli, Gesù non lascia ad altri la decisione. È lui che sceglie, che incarica, che manda. Tutto ciò perché risulti chiaro e incontestabile che nel piano di salvezza ogni autentica missione è un dono dall'alto e che nel disegno di Dio gli uomini non sono salvati dall'iniziativa di altri uomini ma dall'amore del Padre. Tanto è vero che, se gli operai scarseggiano in questa divina impresa, non ad altri ci si deve rivolgere ma al Signore di tutto: Pregate il Padrone della messe, per ché mandi operai per la sua messe. È interessante poi esaminare quali siano le istruzioni che ricevono gli inviati di Gesù. 1. Non devono essere impacciati dalle ricchezze, non devono cercare gli appoggi delle potenze mondane (siano esse politiche, economiche, sindacali o dell'informazione) perché la loro forza sta tutta nella parola di Dio che annunciano e nella grazia di Dio di cui sono ministri. Badate che Gesù non dice che devono parlare troppo della loro povertà o presentarla come un manifesto pubblicitario. Dice che devono essere poveri, e se lo sono silenziosamente, nascostamente, dignitosamente, tanto meglio. 2. Non salutate nessuno lungo la strada. In Oriente il saluto tra due che si incontrano nel loro cammino può consistere in ore di conversazione. Gesù dunque non dice che i suoi inviati devono essere scortesi, ma che non devono lasciarsi distrarre dall'adempimento della loro missione né devono prestare eccessiva attenzione alle opinioni, alle chiacchiere, alle critiche, alle lodi ambigue di chi non è per niente interessato all'annuncio del Regno di Dio. La loro prima e più grande attenzione è verso il Padre che li ha incaricati e verso il compito che hanno ricevuto. 3. Ma non devono farsi illusioni: saranno sempre agnelli in mezzo ai lupi. Se restano discepoli fedeli del Signore, devono aspettarsi incomprensioni e calunnie. 4. Essi portano una cosa preziosa, cioè l'annunzio di salvezza. Lo devono offrire, ma non devono sprecarlo. Se qualcuno non lo vuole, peggio per lui. Non devono mendicare il favore e l'accoglimento degli uomini. Non è il Vangelo ad aver bisogno degli uomini, ma sono gli uomini ad aver bisogno del Vangelo, un bisogno profondo, ardente, disperato, anche se non ne sono sempre consapevoli. Non bisogna scendere di prezzo o portare per forza nel Regno di Dio coloro che si rifiutano di entrarvi. 5. L'operaio è degno della sua mercede. Gesù vuole che gli inviati da lui siano normalmente a tempo pieno. Non prende neppure in considerazione il caso di un apostolo che continui a fare il suo lavoro o a vivere con la sua famiglia: il lavoro unico dell'apostolo è l'annuncio del Regno, la sua famiglia è la comunità che è edificata dalla sua parola di salvezza. A questa comunità Gesù affida il sostentamento materiale dei suoi incaricati. Quelli che capiscono il valore del dono che ricevono, saranno lieti di obbedire a questa direttiva del Signore. A quelli che non capiscono nessuno domanda niente. 6. Dite loro: "È vicino a voi il Regno di Dio". Che cosa devono dire i discepoli? Essi devono soprattutto e in primo luogo annunciare il Regno di Dio, che è vicino, che è imminente, a cui tutti dobbiamo prepararci con la conversione, verso il quale dobbiamo tendere con desiderio fiducioso.LA NOSTRA PREGHIERA PER GLI APOSTOLI DEL SIGNORE Queste sono le istruzioni di Cristo a coloro che egli manda come suoi portavoce tra gli uomini. La nostra meditazione si deve ora mutare in preghiera. Preghiamo perché gli operai della vigna del Signore non manchino. Preghiamo perché siano sempre fedeli ai comandi che hanno ricevuto. Noi non abbiamo bisogno di annunciatori della parola che cambino il Vangelo con la scusa di adattarlo al nostro tempo, ma di annunciatori che tentino ogni giorno, magari riuscendoci poco, di cambiare se stessi per essere ogni giorno più conformi al Vangelo che non cambia.
Omelia del 29 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250629 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250629santipietroepaolo,apostoli2025.m4a Sun 29 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia della Solennità dei Santi Pietro e Paolo 2025. Due colonne, due capisaldi, due grandi uomini di fede, due grandi annunciatori del Vangelo… Potremmo continuare l'infinito tessere le lodi dei santi Pietro e Paolo, eppure entrambi avevano anche tante fragilità e molte volte sono caduti… Ma la loro forza è stato nel sapersi rialzare e imparare dai loro errori, facendo diventare la fragilità il loro punto di forza. Riusciremo anche noi a costruire la chiesa ricordando questo?
Omelia del 27 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250627 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250627venerdixiiordinario2025.m4a Fri 27 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00
Omelia della Solennità del Corpus Domini 2025. Mangiare quel Corpo di Cristo per diventare Corpo di Cristo… A parole sembra banale scontato, ma che cosa vuol dire realmente? Come posso io diventare Corpo di Cristo nella vita di tutti i giorni?
Omelia del 25 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250625 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250625mercoledixiiordinario2025.m4a Wed 25 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 24 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250624 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250624nativitadisangiovannibattista2025.m4a Tue 24 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8203OMELIA SOLENNITA' SS. PIETRO E PAOLO (Mt 16,13-19) di Papa Benedetto XVI Siamo riuniti attorno all'altare per celebrare solennemente i santi Apostoli Pietro e Paolo, principali Patroni della Chiesa di Roma. [...]Davanti alla Basilica di San Pietro, come tutti sanno bene, sono collocate due imponenti statue degli Apostoli Pietro e Paolo, facilmente riconoscibili dalle loro prerogative: le chiavi nella mano di Pietro e la spada tra le mani di Paolo. Anche sul portale maggiore della Basilica di San Paolo fuori le mura sono raffigurate insieme scene della vita e del martirio di queste due colonne della Chiesa. La tradizione cristiana da sempre considera san Pietro e san Paolo inseparabili: in effetti, insieme, essi rappresentano tutto il Vangelo di Cristo. A Roma, poi, il loro legame come fratelli nella fede ha acquistato un significato particolare. Infatti, la comunità cristiana di questa Città li considerò come una specie di contraltare dei mitici Romolo e Remo, la coppia di fratelli a cui si faceva risalire la fondazione di Roma. Si potrebbe pensare anche a un altro parallelismo oppositivo, sempre sul tema della fratellanza: mentre, cioè, la prima coppia biblica di fratelli ci mostra l'effetto del peccato, per cui Caino uccide Abele, Pietro e Paolo, benché assai differenti umanamente l'uno dall'altro e malgrado nel loro rapporto non siano mancati conflitti, hanno realizzato un modo nuovo di essere fratelli, vissuto secondo il Vangelo, un modo autentico reso possibile proprio dalla grazia del Vangelo di Cristo operante in loro. Solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità: ecco il primo fondamentale messaggio che la solennità odierna consegna a ciascuno di noi. [...]TU SEI PIETRONel brano del Vangelo di san Matteo che abbiamo ascoltato poco fa, Pietro rende la propria confessione di fede a Gesù riconoscendolo come Messia e Figlio di Dio; lo fa anche a nome degli altri Apostoli. In risposta, il Signore gli rivela la missione che intende affidargli, quella cioè di essere la «pietra», la «roccia», il fondamento visibile su cui è costruito l'intero edificio spirituale della Chiesa. Ma in che modo Pietro è la roccia? Come egli deve attuare questa prerogativa, che naturalmente non ha ricevuto per se stesso? Il racconto dell'evangelista Matteo ci dice anzitutto che il riconoscimento dell'identità di Gesù pronunciato da Simone a nome dei Dodici non proviene «dalla carne e dal sangue», cioè dalle sue capacità umane, ma da una particolare rivelazione di Dio Padre. Invece subito dopo, quando Gesù preannuncia la sua passione, morte e risurrezione, Simon Pietro reagisce proprio a partire da «carne e sangue»: egli «si mise a rimproverare il Signore: ... questo non ti accadrà mai». E Gesù a sua volta replicò: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo...». Il discepolo che, per dono di Dio, può diventare solida roccia, si manifesta anche per quello che è, nella sua debolezza umana: una pietra sulla strada, una pietra in cui si può inciampare – in greco skandalon. Appare qui evidente la tensione che esiste tra il dono che proviene dal Signore e le capacità umane; e in questa scena tra Gesù e Simon Pietro vediamo in qualche modo anticipato il dramma della storia dello stesso papato, caratterizzata proprio dalla compresenza di questi due elementi: da una parte, grazie alla luce e alla forza che vengono dall'alto, il papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall'altra, lungo i secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l'apertura all'azione di Dio può trasformare.LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNOE nel Vangelo di oggi emerge con forza la chiara promessa di Gesù: «le porte degli inferi», cioè le forze del male, non potranno avere il sopravvento, «non praevalebunt». Viene alla mente il racconto della vocazione del profeta Geremia, al quale il Signore, affidando la missione, disse: «Ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno - non praevalebunt -, perché io sono con te per salvarti» (Ger 1,18-19). In realtà, la promessa che Gesù fa a Pietro è ancora più grande di quelle fatte agli antichi profeti: questi, infatti, erano minacciati solo dai nemici umani, mentre Pietro dovrà essere difeso dalle «porte degli inferi», dal potere distruttivo del male. Geremia riceve una promessa che riguarda lui come persona e il suo ministero profetico; Pietro viene rassicurato riguardo al futuro della Chiesa, della nuova comunità fondata da Gesù Cristo e che si estende a tutti i tempi, al di là dell'esistenza personale di Pietro stesso.SIMBOLO DELLE CHIAVIPassiamo ora al simbolo delle chiavi, che abbiamo ascoltato nel Vangelo. Esso rimanda all'oracolo del profeta Isaia sul funzionario Eliakìm, del quale è detto: «Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire» (Is 22,22). La chiave rappresenta l'autorità sulla casa di Davide. E nel Vangelo c'è un'altra parola di Gesù rivolta agli scribi e ai farisei, ai quali il Signore rimprovera di chiudere il regno dei cieli davanti agli uomini (cfr Mt 23,13). Anche questo detto ci aiuta a comprendere la promessa fatta a Pietro: a lui, in quanto fedele amministratore del messaggio di Cristo, spetta di aprire la porta del Regno dei Cieli, e di giudicare se accogliere o respingere (cfr Ap 3,7). Le due immagini – quella delle chiavi e quella del legare e sciogliere – esprimono pertanto significati simili e si rafforzano a vicenda. L'espressione «legare e sciogliere» fa parte del linguaggio rabbinico e allude da un lato alle decisioni dottrinali, dall'altro al potere disciplinare, cioè alla facoltà di infliggere e di togliere la scomunica. Il parallelismo «sulla terra... nei cieli» garantisce che le decisioni di Pietro nell'esercizio di questa sua funzione ecclesiale hanno valore anche davanti a Dio.LEGARE E SCIOGLIERENel capitolo 18 del Vangelo secondo Matteo, dedicato alla vita della comunità ecclesiale, troviamo un altro detto di Gesù rivolto ai discepoli: «In verità vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo» (Mt 18,18). E san Giovanni, nel racconto dell'apparizione di Cristo risorto in mezzo agli Apostoli alla sera di Pasqua, riporta questa parola del Signore: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23). Alla luce di questi parallelismi, appare chiaramente che l'autorità di sciogliere e di legare consiste nel potere di rimettere i peccati. E questa grazia, che toglie energia alle forze del caos e del male, è nel cuore del mistero e del ministero della Chiesa. La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell'amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo. I detti di Gesù sull'autorità di Pietro e degli Apostoli lasciano trasparire proprio che il potere di Dio è l'amore, l'amore che irradia la sua luce dal Calvario. Così possiamo anche comprendere perché, nel racconto evangelico, alla confessione di fede di Pietro fa seguito immediatamente il primo annuncio della passione: in effetti, Gesù con la sua morte ha vinto le potenze degli inferi, nel suo sangue ha riversato sul mondo un fiume immenso di misericordia, che irriga con le sue acque risanatrici l'umanità intera.HO COMBATTUTO LA BUONA BATTAGLIACari fratelli, come ricordavo all'inizio, la tradizione iconografica raffigura san Paolo con la spada, e noi sappiamo che questa rappresenta lo strumento con cui egli fu ucciso. Leggendo, però, gli scritti dell'Apostolo delle genti, scopriamo che l'immagine della spada si riferisce a tutta la sua missione di evangelizzatore. Egli, ad esempio, sentendo avvicinarsi la morte, scrive a Timoteo: «Ho combattuto la buona battaglia» (2 Tm 4,7). Non certo la battaglia di un condottiero, ma quella di un annunciatore della Parola di Dio, fedele a Cristo e alla sua Chiesa, a cui ha dato tutto se stesso. E proprio per questo il Signore gli ha donato la corona di gloria e lo ha posto, insieme con Pietro, quale colonna nell'edificio spirituale della Chiesa. [...]
Omelia del 23 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250623 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250623nativitadisangiovannibattista-messavespertina2025.m4a Mon 23 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 22 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250622 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250622santissimocorpoesanguedicristo2025.m4a Sun 22 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Corpus Domini - Omelia di Mons. Guido Marini by RadioPNR
Omelia della s. Messa del 21 Giugno 2025, Solennità del SS Corpo e Sangue di Cristo, tenuta da p. Jean François M. Coudjofio, FI
Omelia del 20 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250620 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250620venerdixiordinario2025.m4a Fri 20 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:
Omelia del 18 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250618 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250618mercoledixiordinario2025.m4a Wed 18 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no 0
Omelia della s. Messa del 17 Giugno 2025, Martedì della XI Settimana del Tempo Ordinario, Anno dispari, tenuta da p. Jean François M. Coudjofio, FI
Morire di Speranza: preghiera in memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l'Europa. Omelia del card. Baldassare Reina
Omelia del 17 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250617 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250617martedixiordinario2025.m4a Tue 17 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:
Omelia del 16 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250616 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250616lunedixiordinario2025.m4a Mon 16 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:0
Omelia della Solennità della Pentecoste 2025. La vita è carica di opportunità, densa di bellezza e aperta a un mistero trascendente che è quello divino… Quando doventiamo capaci di lasciarci immergere in questo mistero d'amore in cui lo spirito Santo ci conduce a contemplare la profondità dei nostri abissi che si riempie della ricchezza della presenza di Dio, allora possiamo davvero dire di celebrare la Pentecoste.
Omelia della s. Messa del 15 Giugno 2025, Solennità della SS Trinità, tenuta da p. Jean François M. Coudjofio, FI.
Omelia del 9 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250609 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250609mariamadredellachiesa2025.m4a Mon 9 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no
Omelia del 8 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250608 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250608domenicadipentecoste2025.m4a Sun 8 Jun 2025 08:30 +0100 Spirituality no 00
Omelia del 5 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250605 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250605giovediviipasqua2025.m4a Thu 5 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:05
Omelia del 4 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250604 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250604mercolediviipasqua2025.m4a Wed 4 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:
Omelia del 3 giugno 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250603 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250603martediviipasqua2025.m4a Tue 3 Jun 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:09
Omelia del 30 maggio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250530 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250530venerdivipasqua2025.m4a Fri 30 May 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:05:
Omelia del 27 maggio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250527 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250527martedivipasqua2025.m4a Tue 27 May 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:14:
Omelia del 26 maggio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250526 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250526lunedivipasqua2025.m4a Mon 26 May 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:07:3
Omelia del 25 maggio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250525 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250525domenicavipasqua2025.m4a Sun 25 May 2025 08:30 +0100 Spirituality no 00:08:
Omelia del 23 maggio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250523 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250523venerdivpasqua2025.m4a Fri 23 May 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:08:4
Omelia del 21 maggio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250521 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250521mercoledivpasqua2025.m4a Wed 21 May 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:07
Omelia del 19 maggio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250519 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250519lunedivpasqua2025.m4a Mon 19 May 2025 18:30 +0100 Spirituality no 00:07:45
Omelia del 18 maggio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250518 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250518domenicavpasqua2025.m4a Sun 18 May 2025 07:30 +0100 Spirituality no 00:11:2
FROM ST.PETER'S SQUARE, CELEBRATION OF PALM SUNDAY AND OF THE PASSION OF TH E LORD PRESIDED BY CARDINAL LEONARDO SANDRI (The content of this podcast is copyrighted by the Dicastery for Communication which, according to its statute, is entrusted to manage and protect the sound recordings of the Roman Pontiff, ensuring that their pastoral character and intellectual property's rights are protected when used by third parties. The content of this podcast is made available only for personal and private use and cannot be exploited for commercial purposes, without prior written authorization by the Dicastery for Communication. For further information, please contact the International Relation Office at relazioni.internazionali@spc.va)