POPULARITY
QUI puoi sostenere Andata e Ritorno - Storie di Montagna.Esploriamo una serie di tradizioni religiose popolari e usanze legate al ciclo agricolo e alle festività cristiane di Contrada Lucchetta (VI). Verranno descritte particolari celebrazioni come la Candelora, San Biagio e la festa di San Martino, evidenziandone riti, proverbi e leggende. Inoltre si discuterà dell''importanza relativa alle celebrazioni religiose nel passato, il ruolo della Chiesa nella vita quotidiana e come alcune pratiche e il senso di appartenenza alla comunità ecclesiale siano cambiate nel tempo. Un caso su tutti: il battesimo.Contatti: andataeritorno.podcast@gmail.com Il nostro sitoIscriviti alla newsletterLa nostra pagina InstagramIl nostro profilo LinkedIn
Dopo la prime tre riflessioni incentrate rispettivamente su Imparare a ricevere - La logica del Battesimo, Andare altrove - La libertà nello Spirito e Sapersi rialzare – La gioia della Risurrezione -, in quest'ultima, padre Pasolini si è soffermato sul tema Dilatare la speranza – La responsabilità dell'Ascensione. E in proposito ha evidenziato tre aspetti: la conversione, il sottosopra e la sinergia, ribadendo che sapersi congedare, quando tutto il necessario è stato compiuto, allargando i confini della speranza è l'insegnamento che Gesù ha offerto all'umanità proprio con l'Ascensione.
Dopo la prima riflessione, incentrata su “Imparare a ricevere - La logica del Battesimo”, il predicatore della Casa Pontificia si sofferma su “Andare altrove - La libertà nello Spirito” e tratteggia alcuni episodi della vita pubblica di Gesù, nei quali si manifesta la sua profonda libertà e il suo modo di portare salvezza al mondo. Fedele alla sua missione, infatti, Cristo è libero dalla tentazione di onnipotenza e, attraverso la preghiera, smaschera il rischio di confondere il servizio autentico con la ricerca di riconoscimento personale.
La prima predica di Quaresima di p. Pasolini è incentrata su "Imparare a ricevere – La logica del Battesimo". È infatti nel primo sacramento dell'iniziazione cristiana che gli uomini sono ancorati a Cristo: per rimanere uniti a Lui è necessario, evidenzia il frate cappuccino, accogliere il dinamismo della conversione al Vangelo e lasciare che lo Spirito agisca in noi, ridefinendo i confini della nostra umanità. L'invito del predicatore è dunque quello di porsi, in queste meditazioni di Quaresima, come i discepoli di Gesù: desiderosi di imparare il suo modo di vivere per incamminarci verso una vita nuova ed eterna.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8119SANTI O MEDIOCRI? LA NECESSITA' DELLA VIRTU' CARDINALE DELLA FORTEZZAI Santi danno valore soprannaturale alla sofferenza, perché con essa si uniscono più intimamente a Cristo per andare in Paradiso, invece i mediocri si lamentano di essa e si chiedono perché Dio li abbia voluti puniredi Padre Cipriano de Amborosiis "Viva Cristo Re!". Furono queste le ultime parole pronunciate dal martire messicano, il beato Miguel Pro, accusato ingiustamente e fucilato in odio alla fede il 23 novembre 1927 a soli 36 anni d'età. Nel periodo della persecuzione messicana contro la Chiesa, egli si donò completamente per sostenere i cattolici perseguitati, i poveri, i malati, i moribondi. Svolse clandestinamente il suo ministero di sacerdote, e in un giorno riuscì a distribuire anche 1500 Sante Comunioni. Questo Beato, che agli occhi di tutti sembrava essere sempre felice e ottimista, in realtà nascondeva le lacrime dietro al sorriso e passò nel crogiolo della sofferenza più acuta e della depressione a causa della persecuzione che stava patendo il suo popolo e la sua famiglia. Arrestato, quando si rese conto che gli restavano poche ore di vita, chiese di essere portato sul luogo dell'esecuzione, senza essere bendato né trascinato. Poco prima di ricevere il proiettile in petto, perdonò i suoi assassini e allargò le braccia a forma di croce, tenendo in mano il Rosario.Un anno dopo la morte del Beato, san José Sanchez del Rio, ragazzo messicano di 14 anni, subiva anche lui il martirio in difesa della fede cattolica, dopo atroci torture. Prima di morire, dopo essere stato ripetutamente pugnalato, un soldato gli chiese di lasciare un messaggio per suo padre: «Ditegli che ci rivedremo in Paradiso. Viva Cristo Re! Viva la Madonna di Guadalupe!».LE ALTERNATIVE SONO DUELa beata Irene Stefani, missionaria in Africa, morta in Kenya nel 1930, era instancabile nel correre tra i malati, nell'amministrare ai moribondi il Battesimo (amministrò il Battesimo a circa tremila anime in punto di morte), nel catechizzare, nel sanare le piaghe dell'anima e del corpo. Tutti questi Santi (e tanti altri ancora) dove trovavano la forza spirituale (e fisica) nell'andare avanti?Nelle nostre vite le sofferenze, i dolori, i travagli e le avversità sono innumerevoli, ed è impossibile che spariscano. Quello che però fa la differenza è come li affrontiamo nel tempo che ci è dato da Dio. Le alternative sono due: possiamo comportarci da eroi o da mediocri. Gli eroi, i Santi, sono coloro che danno valore soprannaturale alla sofferenza, perché vedono in essa un mezzo per unirsi più intimamente a Cristo e per andare in Paradiso; i mediocri invece si lamentano di essa, si chiedono perché Dio li abbia voluti punire mandando quei castighi, arrivano alla disperazione e alla mancanza di abbandono in Dio.La fortezza è perciò quella virtù che fa affrontare senza temerità e timidezza qualunque pericolo per il servizio di Dio e del prossimo. Tra temerità e timidezza c'è una differenza grande quanto il giorno e la notte: la prima ci fa affrontare i pericoli confidando solo nelle nostre forze, la seconda invece non ci dà il coraggio di superare le difficoltà, non facendoci confidare nell'aiuto della grazia.NÉ TEMERITÀ, NÉ TIMIDEZZADue eccessi a cui la virtù della fortezza sa ben rispondere in maniera equilibrata. Questa, inoltre, ci fa superare le tentazioni e le difficoltà che provengono da parte del demonio, del mondo e delle passioni. La fortezza fa vincere il rispetto umano, ci dà la forza per affrontare le derisioni, le persecuzioni, la morte e anche il martirio. Integra questa virtù la pazienza, grazie alla quale sopportiamo con animo sereno le tribolazioni permesse da Dio per la nostra santificazione.Nelle Litanie lauretane invochiamo l'Immacolata sotto il titolo di Vergine potente. In effetti, non si può forse considerare la nostra Mamma celeste come l'esempio, per noi più importante, di Colei che ha vissuto integralmente e in maniera eroica la virtù della fortezza? Quante difficoltà ha dovuto affrontare nella sua vita, a partire dalla Nascita di Gesù, la fuga in Egitto, la profezia di Simeone, la Passione e la Crocifissione dell'amato Figlio? Tutto ciò che ha patito Cristo, l'ha sofferto intimamente e interiormente anche Lei. Solo l'Immacolata può veramente insegnarci come si soffra e si offra santamente. Solo Lei può insegnarci la magnanimità, che rende pronti a compiere opere eccelse per il servizio di Dio, la pazienza nel sopportare tutti i mali senza contristarsi, e la perseveranza, che fa proseguire nell'esercizio delle virtù.È a Lei dunque che chiediamo la grazia dell'esercizio perfetto della virtù della fortezza, come i martiri, come i missionari, instancabili nel servizio a Dio, come tutti i Santi che hanno fatto di Dio la loro roccia, il loro sostegno, senza temere le tempeste della vita perché totalmente fidenti in Lui.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
“Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Perché le loro acque sgorgano dal santuario. L’acqua, sia come realtà essenziale alla vita, sia come desiderio di pienezza, è talmente importante da essere ritenuto dono di Dio, elemento di purificazione. L’acqua assume il suo pieno significato con la persona di Gesù. Se l’acqua indica il desiderio struggente che nasce dal bisogno di vita, Gesù è venuto a portare le acque vivificanti promesse dai profeti. La sua vita è scandita dal simbolo dell’acqua. Inizia la vita pubblica facendosi battezzare per indicare che ha voluto immergersi nella nostra realtà; cambia l’acqua in vino perché nella sua persona si realizzano le promesse di Dio; nel dialogo con la samaritana si presenta come acqua viva di sorgente che disseta la sete per sempre; infine dal suo costato crocifisso sgorgherà acqua e sangue, segni del battesimo e dell’eucaristia. Nel vangelo odierno ritorna il tema dell’acqua. Gesù si trova nella piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. L’attenzione di Gesù è attratta da un paralitico che da ben trentotto anni giaceva lì in attesa di una improbabile guarigione. Gesù gli dice: «Vuoi guarire?». L’umile dichiarazione della personale impotenza “un altro scende prima di me”, muove l’onnipotenza divina: Gesù gli disse: «Alzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. I segni e i miracoli dovrebbero essere alimento alla fede; i nemici del Signore, ciechi, invece ne traggono motivo di critica e di rimprovero; vigliaccamente se la prendono con il paralitico per colpire Gesù: «È un giorno di festa e non ti è lecito portare la tua barella». Nel tempio significativamente si conclude l’incontro «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». L’acqua che ci ha lavati nel Battesimo ora è irrorata dalla Riconciliazione.
Prima predica di Quaresima in Aula Paolo VI. Al centro della riflessione di padre Pasolini il Battesimo di Gesù : L'Ue approva il piano sulla difesa, in attesa dei colloqui sull'Ucraina in Arabia Saudita Gaza: sale a 500 il numero dei morti, mentre Hamas chiede aiuti per le difese
Puntata del venerdì con I TRE TENORI, ovvero Boris Piffaretti, Valerio Ventura e Riccardo Pellegrini, dedicata ai nomi di battesimo e al perché i nostri genitori li hanno scelti per noi. Ascolta il podcast e buon week-end!
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8081L'INGIUSTO COMMISSARIAMENTO DELL'ISTITUTO DEL VERBO INCARNATO (IVE) di Giano Colli La recente decisione di commissariare la Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato (IVE) ha suscitato non poche perplessità tra coloro che conoscono da vicino il lavoro e l'impegno di sacerdoti e suore di questa congregazione. Sebbene il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica abbia evidenziato difficoltà negli itinerari formativi e nella fase del discernimento vocazionale, la realtà vissuta da tanti fedeli laici e religiosi dell'IVE racconta una storia ben diversa.Chi ha avuto l'opportunità di collaborare con l'IVE sa bene che i membri di questa famiglia religiosa si dedicano con passione alla formazione e all'educazione della gioventù, alla missione evangelizzatrice e a numerose opere di carità e assistenza sociale. Tra le iniziative più apprezzate ci sono i ritiri per famiglie e le attività culturali e spirituali che hanno contribuito alla crescita cristiana di molte persone.Ridurre la storia e l'azione di questa comunità religiosa a mere problematiche interne significa ignorare un lavoro che da decenni porta frutti abbondanti.UN PROVVEDIMENTO SPROPORZIONATOLa decisione di affidare entrambi i rami dell'IVE a delegati pontifici con pieni poteri di governo, inclusa la possibilità di modificare le Costituzioni e sospendere per tre anni le nuove vocazioni, appare eccessiva e penalizzante per una comunità che ha dimostrato un grande slancio missionario. Si rischia, infatti, di minare la fiducia di chi, con dedizione e spirito di sacrificio, ha abbracciato questa vocazione e opera quotidianamente per il bene delle anime.Se è vero che ogni istituto religioso è chiamato a vigilare sulla qualità della formazione e sul discernimento vocazionale, è altrettanto vero che tale processo non può essere giudicato in modo generalizzato e sommario. Molti sacerdoti e suore dell'IVE sono esempi luminosi di dedizione e fedeltà alla Chiesa, e la loro formazione non può essere ridotta a una serie di "criticità" che giustifichino un commissariamento così drastico.L'IMPORTANZA DEL DIALOGO CON LA CHIESALa Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato ha sempre mostrato una profonda fedeltà alla Chiesa e al Papa. Il provvedimento di commissariamento dovrebbe essere accompagnato da un dialogo aperto e costruttivo che permetta alla congregazione di rispondere alle osservazioni mosse senza però azzerare la sua identità e il suo carisma. La Chiesa ha bisogno di comunità vive e dinamiche, capaci di affrontare le sfide del mondo contemporaneo con fede e speranza.Sospendere le vocazioni e imporre una revisione drastica delle Costituzioni potrebbe avere conseguenze negative su un istituto che ha dato tanto alla Chiesa e ai fedeli. La speranza è che questa decisione non soffochi l'entusiasmo e l'opera evangelizzatrice dell'IVE, ma che invece si possa trovare una via di rinnovamento che valorizzi i suoi punti di forza senza penalizzarne l'identità.Nota di BastaBugie: Stefano Chiappalone nell'articolo seguente dal titolo "Commissariata la Famiglia religiosa del Verbo Incarnato" spiega cosa è successo all'IVE e perché.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l'11 gennaio 2025:Recano la data dell'8 dicembre 2024 i decreti del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica relativi rispettivamente al ramo maschile e a quello femminile della Famiglia del Verbo Incarnato. Mons. José Antonio Satué Huerto, vescovo di Teruel y Albarracín, sarà delegato ad nutum Sanctae Sedis dell'Istituto del Verbo Incarnato (ovvero i sacerdoti e fratelli coadiutori), mentre suor Clara Echarte, F.I., lo sarà per le Servidoras del Señor y de la Virgen de Matará (il ramo femminile). L'obiettivo, stando ai decreti, è quello di una «conversione ecclesiale».All'Istituto e alle Suore vengono ora contestate «gravi difficoltà negli itinerari formativi (...) e, in modo speciale, nella fase del discernimento vocazionale» - le criticità e i relativi provvedimenti si ripetono nei due decreti - e pertanto «pur evidenziando il grande slancio missionario dell'Istituto e un lodevole impegno personale di molti dei suoi membri» si dispone la sospensione di nuove vocazioni per tre anni e una «una profonda revisione del diritto proprio, che comporterà anche una decisa riduzione dei vari manuali e regolamenti attualmente in vigore». Entrambi i delegati pontifici guideranno i rispettivi rami «ad nutum Sanctae Sedis, con tutti i poteri di governo, a norma del diritto universale e delle sue Costituzioni, con pieno potere di abrogare queste ultime, se ritenuto opportuno e necessario. Successivamente verranno conferiti altri eventuali poteri che si rendessero necessari».Si sottolinea, inoltre, la necessità di «mantenere i contatti con i Vescovi delle Diocesi in cui è presente l'Istituto e svolgerà il proprio apostolato, in particolare con i Vescovi di Velletri-Segni (Italia) e San Rafael (Argentina)» (cioè dove la congregazione fu eretta canonicamente e dove nacque). Apostolato che si svolge anche in Medio Oriente: a loro è affidata la cura della nuova chiesa del Battesimo di Gesù, consacrata ieri in Giordania dal cardinale Parolin, in presenza del patriarca Pizzaballa che nel suo indirizzo di saluto ha pubblicamente ringraziato «la Congregazione del Verbo Incarnato, che, con i suoi sacerdoti e suore, ci offrirà un servizio spirituale in questo luogo».
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Chi tradisce il patto d’amore matrimoniale si rende colpevole di adulterio. Per questo Gesù definisce “generazione adultera” gli ebrei suoi contemporanei, che persistevano nell’infedeltà all’alleanza, paragonabile a un matrimonio, stipulata con Dio. Non avevano quindi il diritto di pretendere segni particolari, oltre a quelli già offerti per credere in Lui. Tuttavia, un segno verrà dato: il Messia, crocifisso e ingiustamente condannato, rimarrà per breve tempo nel sepolcro. Ma, come Giona che trascorse tre giorni nell’abisso, risorgerà glorioso. Sarà questo il segno definitivo, più chiaro di tutti, a testimoniare chi è veramente Gesù. Questo episodio richiama la necessità di essere fedeli al Signore: fedeltà alle promesse del Battesimo, agli impegni presi con Lui e al nostro prossimo. La fede e la certezza della risurrezione ci sostengono nel superare le difficoltà della vita presente, orientandoci verso la vita futura. Non mancano i segni della presenza di Dio: è la nostra fede a essere spesso troppo debole per riconoscerli. Per questo preghiamo con fiducia: “Signore, aumenta in noi la fede”.
Battesimo del Signore 2024 (C) Omelia nella Messa delle 21 (Milano)
Omelia della festa del Battesimo di Gesù C. Fanno pensare i trent'anni di silenzio che Gesù vissuto a Nazareth, senza manifestare mai a nessuno chi fosse davvero… Trent'anni di cui Vangeli non parlano, trent'anni di vita vissuta nell'ordinario, in mezzo alla gente… Una vera incarnazione di Dio nel nel cuore della vita di ognuno… Quante feste, quante gioie, quanti lutti, quanti dolori, quante malattie, quanti imprevisti, quanta fatica e quante emozioni avrà vissuto in questi trent'anni?
“La dedicazione della nuova chiesa del Battesimo in Giordania” - Ospiti: Don Amer Jubran, D. Rifat Bader, Don Juan Manuel Silva Lopez, Don Samuel Costanzo, Don Rino Rossi, Guido Benedetti, Maria Benedetti e Mons. Pierangelo PedrettiTrascrizione (non corretta dall'autore)
Omelia del 12 gennaio 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20250112 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20250112battesimodelsignore2025.m4a Sun 12 Jan 2025 10:30 +0200 Spirituality no 00:
Condizioni per l'apostolato
Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Battesimo del Signore by Logos & logoi
Commento al Vangelo di Lc 3,15-16.21-22 di don Domenico Bruno Visita https:www.annunciatedaitetti.it La nostra missione continua con altri formati anche su: INSTAGRAM: https://www.instagram.com/annunciate.dai.tetti FACEBOOK: https://www.facebook.com/profile.php?id=100067170417098 TELEGRAM: https://t.me/annunciatedaitetti WEBTV: https://ilcenacolowebtv.it Ascolta tutti i nostri podcast e gli altri progetti. Ecco tutti i link: https://linktr.ee/Annunciatedaitetti SE QUESTO SERVIZIO AL VANGELO CREDI SIA UTILE AIUTACI A PORTARLO AVANTI CON UN PICCOLO SOSTEGNO: 1- Attraverso PayPal https://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=FHWMCY38945UC 2- Attraverso Bonifico Bancario intestato a: Annunciate dai tetti APS Iban: IT61 L05262 41350 CC051133 3625 Causale: Erogazione liberale sostegno progetti (che potrai dedurre dalla dichiarazione dei redditi!) 3- Attraverso il 5x1000 Alla dichiarazione dei redditi firma il 5x1000 a favore della nostra associazione di promozione sociale Annunciate dai tetti scrivendo il codice fiscale: 92077870720 Contiamo sul tuo aiuto. Grazie!
I titoli: Il Papa al Corpo diplomatico in Vaticano: Sempre più concreta la minaccia di guerra mondiale. Serve una diplomazia della speranza Ucraina: Zelensky pronto ad una pace dignitosa con la Russia. Putin disponibile ad incontrare Trump Il Libano ha un nuovo presidente: eletto il Comandante dell'Esercito AOUN (On) Domani in Giordania l'inaugurazione della Chiesa del Battesimo di Gesù Luca Collodi
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Gesù agisce e parla “con la potenza dello Spirito Santo”. La sua fama si diffonde ovunque: molti cominciano a pensare che sia proprio Lui il Messia, molti credono che sia il Maestro, colui che insegna con autorità. Con questa potenza e con questo alone di consensi, Gesù a Nàzaret, entra nella sinagoga, nel cuore stesso dell'ebraismo, per impartire una solenne lezione su come leggere con vera sapienza la scrittura sacra e le profezie in modo particolare. Il rotolo del libro, che viene porto a Gesù, recita questo passo di Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”. Gesù non esita ad applicare a sé le parole del profeta. “Oggi si è adempiuta questa scrittura, che voi avete udito con i vostri orecchi”. Già nel Battesimo di Gesù nelle acque del Giordano (lo celebreremo domenica) si era udita una voce dal cielo che proclamava Gesù Figlio di Dio: lo stesso Giovanni Battista aveva visto discendere su di Lui lo Spirito santo sotto forma di colomba. Gesù quindi aveva tutte le ragioni per dire lo Spirito del Signore e su di me, aveva ragione e definirsi il consacrato del Signore, già stava annunziando ai poveri la buona Novella, aveva già iniziato ad operare i suoi prodigi, aveva già annunziato l'avvento del Regno di Dio. Il misterioso legame tra il Vecchio e il Nuovo Testamento si snoda e si svela nella realtà del Cristo. Quanto promesso, si adempie in pienezza, ciò che era profezia, ora è realtà. Una realtà ancora vivida ed operante nel Cristo vivo tra noi e in noi, viventi in Lui.
4 CHIAVI DI POTENZIAMENTO Gesù ha spezzato il giogo del peccato sulla nostra vita ma noi dobbiamo attivarci per prenderci questa libertà che ci è stata donata. La Parola di Dio è ricca di importanti personaggi eppure Essa ci insegna come tra i nati di donna nessuno sia più grande di Giovanni Battista, eppure il più piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di lui. Matteo 11:11 La prima chiave per un potenziamento è la consacrazione, consacrazione che Giovanni Battista ben rappresentava tanto che la profondità del suo livello di intimità era tale da farlo scambiare per Gesù. Luca 3:15-16 La seconda chiave risiede nel non rifiutare il deserto, entrarci e viverlo in piena intimità con Dio affinché nel momento in cui saremo tentati riusciremo a resistere. Luca 4:1-2 La terza chiave è vivere nella pienezza dello Spirito Santo, ricordando come gli apostoli che avevano visto e conosciuto Gesù, non si poterono muovere da Gerusalemme prima di ricevere il Battesimo in Spirito Santo Atti 1:4-8 La quarta chiave è la lettura della Parola di Dio conservando nel frattempo forza e coraggio. Meditarla giorno e notte approcciandoci con fede a tutte le promesse che Dio ci ha già fatto, non solo nella nostra mente ma mettendola in pratica. Giosuè 1:6-8 Dobbiamo assolutamente risvegliare i Doni che Dio ha messo dentro di noi, vivendo pienamente in intimità con lo Spirito Santo manifestando pienamente ciò che Lui ci ha dato. Past Gaetano Priolo
A Recoaro è nato l'Istituto omnicomprensivo, contro il calo degli studenti e per fare economie di scala, evitando il rischio di disgregazione: riunisce in totale di 750 allievi e allieve, dalla scuola dell'infanzia alle superiori, con 135 docenti, 40 lavoratori Ata e un unico dirigente.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Battesimo di Gesu' e genealogia21 Un giorno, dopo che tutte le persone erano state battezzate, anche Gesù si fece battezzare. Dopo il battesimo, mentre era in preghiera, i cieli si aprirono, 22 e lo Spirito Santo sotto forma di colomba si fermò su di lui. Una voce dal cielo disse: «Tu sei il mio amatissimo Figlio, in te mi sono compiaciuto.»23 Gesù aveva circa trentʼanni, quando cominciò il suo pubblico ministero. Era conosciuto come figlio di Giuseppe. Il padre di Giuseppe era Eli, 24 il padre di Eli era Matthat, il padre di Matthat era Levi, il padre di Levi era Melchi, il padre di Melchi era Iannai, il padre di Iannai era Giuseppe, 25 il padre di Giuseppe era Mattatia, il padre di Mattatia era Amos, il padre di Amos era Naum, il padre di Naum era Esli, il padre di Esli era Naggai, 26 il padre di Naggai era Maat, il padre di Maat era Mattatia, il padre di Mattatia era Semein, il padre di Semein era Iosech, il padre di Iosech era Ioda, 27 il padre di Ioda era Ioanan, il padre di Ioanan era Rhesa, il padre di Rhesa era Zorobabele, il padre di Zorobabele era Salatiel, il padre di Salatiel era Neri, 28 il padre di Neri era Melchi, il padre di Melchi era Addi, il padre di Addi era Cosam, il padre di Cosam era Elmadam, il padre di Elmadam era Er, 29 il padre di Er era Giosuè, il padre di Giosuè era Eliezer, il padre di Eliezer era Iorim, il padre di Iorim era Mattat, il padre di Mattat era Levi, 30 il padre di Levi era Simeone, il padre di Simeone era Giuda, il padre di Giuda era Giuseppe, il padre di Giuseppe era Ionam, il padre di Ionam era Eliacim, 31 il padre di Eliacim era Melea, il padre di Melea era Menna, il padre di Menna era Mattatha, il padre di Matthata era Nathan, il padre di Nathan era Davide, 32 il padre di Davide era Iesse, il padre di Iesse era Iobed, il padre di Iobed era Boaz, il padre di Boaz era Sala, il padre di Sala era Naàsson, 33 il padre di Naàsson era Aminadab, il padre di Aminadab era Admin, il padre di Admin era Arni, il padre di Arni era Esrom, il padre di Esrom era Fares, il padre di Fares era Giuda, 34 il padre di Giuda era Giacobbe, il padre di Giacobbe era Isacco, il padre di Isacco era Abramo, il padre di Abramo era Tare, il padre di Tare era Nacor, 35 il padre di Nacor era Seruk, il padre di Seruk era Ragau, il padre di Ragau era Falek, il padre di Falek era Eber, il padre di Eber era Sala, 36 il padre di Sala era Cainam, il padre di Cainam era Arfàcsad, il padre di Arfàcsad era Sem, il padre di Sem era Noè, il padre di Noè era Lamech, 37 il padre di Lamech era Matusalemme, il padre di Matusalemme era Enoch, il padre di Enoch era Iaret, il padre di Iaret era Malleèl, il padre di Malleèl era Cainam, 38 il padre di Cainam era Enos, il padre di Enos era Set, il padre di Set era Adamo, il Padre di Adamo era Dio.Support the Show.Support the Show.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
"Ma io vi dico..." è la dichiarazione solenne al compimento della legge che Gesù è venuto a rivelare, manifestandolo con la sua vita. "Avete inteso che fu detto agli antichi: non uccidere", ma non c'è posto neppure per l'ira contro il fratello. C'è da smarrirsi di fronte a questo Vangelo. Ma allora chi si può salvare? Gesù di fronte a questa nostra impotenza, non si impietosisce. Non ci richiede le nostre scuse per la sua morte in croce, ci ha comandato solo di amarci come egli ci ha amato, e in più ci fa dono del suo Spirito, perché potessimo realizzare tale amore, tale autentica trasformazione. Da questo si distinguono i veri discepoli del Signore: che nello Spirito di Dio non si lasciano portare dall'ira, dal disprezzo, dall'aggressività. Risuoni pure dentro di noi, "se la vostra giustizia non sarà superiore a quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli"! Abbiamo bisogno continuamente di scrollarci di dosso la nostra "giustizia" per non lasciar affiorare nei nostri rapporti cristiani l'invidia, la gelosia, la critica, le maldicenze, il giudizio, l'aggressione. Noi abbiamo bisogno di ricuperare l'amore e la pace come il Signore Gesù li ha vissuti in concreto. Con il nostro Battesimo portiamo a maturazione, a compimento quei semi che la divina Provvidenza ha infuso nei nostri cuori. Al dire dell'evangelista Giovanni: "noi passiamo continuamente dalla morte alla vita perché amiamo i nostri fratelli".
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7755PRINCIPESSA, SCHIAVA E INFINE SUORA di Rino CammilleriOggi parliamo di una suora africana, negra ed ex schiava. No, non si tratta di Giuseppina Bakhita, che è già canonizzata. Mi riferisco a Teresa Chikaba, che non era sudanese come Bakhita, ma veniva dall'Africa subsahariana, quella che ai suoi tempi veniva chiamata Africa nera. Teresa Chikaba è in attesa di beatificazione, e sarebbe anche l'ora, dati i molti miracoli testimoniati per sua intercessione. Ma andiamo con ordine. Non sappiamo se avesse altri nomi oltre a Chikaba; in base ai suoi racconti sappiamo che era nata in Guinea nel 1676 e che era una principessa. Ora, il termine principessa ci fa subito pensare alle case reali europee, col loro fasto e le trine e le parrucche incipriate. Quanto fosse esteso il "regno" di suo padre non è dato conoscere, ma è probabile che quest'ultimo non fosse altro che uno dei tanti capitribù. Chi comandava davvero da quelle parti erano i portoghesi, che avevano fatto della Guinea, insieme ai confinanti Angola e Mozambico, una loro colonia fin dal secolo precedente. Sì, perché, dopo che il rullo islamico aveva spazzato via l'Africa romana e cristiana, il continente aveva visto secoli di guerre inter-tribali per procurarsi schiavi da vendere agli arabi. Fino a quando i navigatori portoghesi nel XV secolo non inaugurarono il ritorno dei missionari al seguito dei coloni.FUTURA REGINADietro esploratori e poi coloni spagnoli, francesi e, via via, olandesi belgi, inglesi, tedeschi e infine italiani, la parola Vangelo era rientrata in Africa, con i suoi successi più o meno limitati e i suoi, ovviamente, martiri. Per questo è altresì probabile che la famiglia di Chikaba, i suoi genitori e i fratelli fossero venuti in contatto con i missionari cattolici, dato che questi sempre seguivano la fondazione di una colonia da parte di una potenza cattolica. Lei stessa narrò che, una volta, dovendo seguire la sua famiglia nel prescritto pellegrinaggio all'idolo che i nativi chiamavano Lucero, mentre eseguiva la prostrazione rituale sentì una sorta di vuoto dentro, un senso di insoddisfazione infinita, una delusione cocente. Perché? Qualunque cosa fosse quella sensazione inaudita e insopportabile, fu forse l'inizio della sua conversione. In ogni caso, il risultato fu per lei un desiderio di imitazione dei missionari cristiani, nel senso che da allora prese a occuparsi dei malati, dei bambini, dei bisognosi con un trasporto che finì col procurarle la stima degli altri indigeni. Tanto da allarmare i suoi fratelli. Infatti, questi temevano che, quando fossero morti i loro genitori, il popolo avrebbe riversato il suo favore su Chikaba, eleggendo lei come regina e defraudando le aspettative dei maschi della famiglia sul trono. Chikaba dovette fare i salti mortali per rassicurarli: non aveva alcuna mira politica, anche se non sapeva bene nemmeno lei che cosa volesse nella vita. In ogni caso, ci pensarono gli eventi a decidere per lei.RAPITA DAGLI SPAGNOLIUn brutto giorno un raid di razziatori spagnoli rapì lei e altri nativi per venderli come schiavi. Non avrebbe rivisto mai più la sua terra e la sua famiglia. Caricata con gli altri schiavi su una nave, fu portata in Spagna. Durante il tragitto i trafficanti appresero che si trattava di una principessa e cominciarono a trattarla bene. Oh, non per riguardo al rango, ma perché da lei si poteva cavare un miglior prezzo. Infatti, venne acquistata dai duchi di Mancera, che la portarono nel loro palazzo di Madrid. La differenza tra gli schiavi domestici nei luoghi cattolici e in quelli protestanti stava in questo: i primi erano considerati dei paggi e praticamente adottati, entravano cioè a far parte della famiglia, come si può vedere in molti dipinti dell'epoca. Gli spagnoli non tenevano dunque schiavi? Sì, ma si trattava quasi sempre di saraceni catturati e messi ai remi o adibiti ai lavori più pesanti, in attesa di poterli scambiare con gli schiavi cristiani in mano ai barbareschi o ai turchi. Chikaba poté dunque per l prima volta in vita sua indossare dei veri abiti e nutrirsi con una vera cucina, dormire in un vero letto e avere una o più stanze tutte per sé. Volentierissimo accolse il Battesimo, per il quale ebbe gli stessi duchi come padrini. Si accorse anche di aver trovato quel che sempre aveva cercato, che il cristianesimo riempiva totalmente quel vuoto che le si era impresso dolorosamente dentro da quando era andata ad adorare Lucero. E tanto sul serio prese il suo Battesimo che, compiuti i ventiquattro anni, espresse il desiderio di farsi suora. Si tenga presente che la sua educazione, i suoi modi e la famiglia adottiva le avrebbero consentito un buon matrimonio. Gli spagnoli non erano razzisti: Darwin era inglese e di là da venire. Forse che il padre di san Martino de Porres non era un gentiluomo spagnolo (e la madre una africana?)? Forse che molti conquistadores non si erano sposati con donne incas e azteche? Forse che il grande scrittore Garcilaso de la Vega non era di madre inca? E poi una buona dote non avrebbe mancato di attirare gli hidalgos iberici.GLI ANNI IN CONVENTONo, la vocazione di Chikaba era sincera e totale. Solo che c'era un problema. Nessun convento la accettava. Sì, c'entrava proprio il colore della sua pelle. Non c'erano precedenti di suore africane in Spagna, e una suora negra avrebbe finito col trasformare il convento in cui fosse ospitata in un'attrazione per i curiosi, con nocumento della necessaria clausura, una clausura che - va detto - a quel tempo era piuttosto larga e certe visite altolocate non si potevano rifiutare. Solo nel 1708, convinto dalla schiettezza della sua vocazione, l'Arcivescovo di Salamanca ordinò alle suore domenicane del Terz'ordine di Santa Maria Maddalena di accoglierla come conversa. Finalmente, Chikaba poté prendere il velo e il nome religioso di Teresa. Malgrado la sua estrazione nobile, si adattò facilmente ai lavori domestici ai quali fu adibita. Ci vollero ancora degli anni prima che un altro Vescovo decidesse di ammetterla ai voti. E finalmente fu suora domenicana. I quarant'anni di vita che le restavano li trascorse tutti lì, a Salamanca, nel convento dove aveva spazzato e lavato i pavimenti. Morì in odore di santità il 6 dicembre 1748. Il suo corpo riposa nel monastero che a Salamanca chiamano delle Duenas. Molti miracoli sono attribuiti a questa principessa africana, schiava, adottata dal duca di Mancera, suora domenicana. I progressi del suo processo canonico? Mistero. Sotto papa Bergoglio tutti i lavori della Congregazione apposita sono stati segretati, chissà perché.
11 Io battezzo con lʼacqua coloro che si pentono dei propri peccati, ma sta arrivando qualcun altro, qualcuno molto più grande di me, così grande che io non son degno neanche di portargli i sandali! Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco.12 Separerà la pula dal grano: brucerà la pula con un fuoco inestinguibile e immagazzinerà il grano».Battesimo di Gesù13 Allora Gesù, lasciata casa sua in Galilea, andò al fiume Giordano per essere battezzato da Giovanni. 14 Giovanni non voleva.«Non è giusto», diceva, «sono io che ho bisogno di essere battezzato da te!»15 Ma Gesù lo rassicurò: «No, battezzami, perché devo fare tutto ciò che è giusto». Allora Giovanni lo battezzò.16 Dopo il battesimo, non appena Gesù fu uscito dallʼacqua, il cielo si aprì ed egli vide lo Spirito di Dio scendere su di lui sotto forma di colomba. 17 Una voce dal cielo disse: «Questo è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto».Le tentazioni di Gesù4 Poi Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito Santo, per essere tentato da Satana. 2 Dopo un digiuno di quaranta giorni e quaranta notti in cui non mangiò niente ebbe una gran fame.3 Allora il diavolo tentatore lo sfidò:«Dato che tu sei il Figlio di Dio, cambia queste pietre in filoni di pane», insinuò.4 Ma Gesù gli disse: «No! Perché le Scritture ci dicono che non è il pane che nutre lʼanima dellʼuomo, ma è lʼobbedienza ad ogni parola di Dio ciò di cui abbiamo bisogno».5 Allora il diavolo tentatore lo portò a Gerusalemme sul tetto del tempio. 6 «Poiché tu sei il Figlio di Dio, salta!» gli disse, «perché le Scritture dichiarano: “Egli ordinerà ai suoi angeli di proteggerti ovunque andrai: ti porteranno in palmo di mano in modo che tu in nessun sasso possa inciampare”».7 Ma Gesù replicò: «Nelle Scritture è anche detto di non tentare il Signore con stupide prove!»8 Poi Satana lo portò sulla cima di una montagna altissima e gli mostrò tutte le nazioni del mondo e la loro gloria. 9 «Le darò tutte a te», disse, «soltanto se tu tʼinginocchierai per adorarmi».10 «Vattene di qui, Satana!» disse Gesù, «Le Scritture dicono: “Adora solo il Signore, Dio tuo. Ed ubbidisci soltanto a lui!”»11 Allora Satana se ne andò e vennero gli angeli a prendersi cura di Gesù.Support the show
Ilaria Borletti BuitoniPresidente del Comitato promotore delle celebrazioni per il V Centenario dalla morte del pittore Pietro Vannucci detto “il Perugino"."Battesimo di Cristo"Palazzo Marino, Milanomostra aperta fino al 14 gennaio 2024Si chiude a Milano l'anno del Perugino. A cinque secoli dalla morte del pittore rinascimentale, il prossimo 5 dicembre la celebre pala del Battesimo di Cristo è in città dalla Galleria Nazionale dell'Umbria per la tradizionale mostra natalizia a Palazzo Marino, dove resterà esposta fino al 14 gennaio 2024. Un'occasione per ammirare gratuitamente uno dei grandi capolavori dell'artista che fu il maestro di Raffaello, ma anche per saperne di più, grazie a un allestimento che ne narrerà le origini e il contesto, e agli storici dell'arte che guideranno i visitatori lungo il percorso espositivo.Negli altri otto municipi della città, importanti opere d'arte prodotte tra l'Ottocento e il Novecento parteciperanno all'evento, mentre il Perugino è protagonista di un altro progetto nato dalla collaborazione tra la Galleria Nazionale dell'Umbria e il capoluogo lombardo. Si tratta del restauro del Gonfalone della Giustizia, di proprietà del museo umbro.Dipinta nei primi anni del Cinquecento da un Perugino ormai artisticamente maturo, la grande pala del Battesimo di Cristo è un'opera fondamentale per comprendere il successo riscosso da Pietro Vannucci a cavallo tra il XV e il XVI secolo, quando il suo stile diviene un modello imprescindibile per gli artisti di tutta Italia. Il dipinto infatti racchiude in sé gli elementi che avevano segnato la fortuna e la modernità del maestro: il paesaggio sembra materializzarsi dalla luce, ogni asperità si appiana nelle linee fluide che ammorbidiscono volti, anatomie, panneggi. Creature angeliche che sfuggono a ogni turbamento abitano un universo dai colori dolcissimi. Tutto è misura e ordine.Alta 265 centimetri e larga 147, la tavola era originariamente il cuore di un monumentale polittico voluto dai frati di Sant'Agostino a Perugia per l'altare maggiore della loro chiesa. Intorno al dipinto, realizzato a tempera e a olio, si dispiegavano molti altri pannelli, con figure di santi e storie sacre chiamate a evidenziare la centralità della professione di fede nella vita del cristiano, che proprio con la purificazione del Battesimo ha il suo inizio. Grazie a un'aggiornata interpretazione dei dati tecnici, storici e documentari, a Palazzo Marino uno scenografico allestimento digitale riprodurrà integralmente l'originaria struttura del polittico, che non fu mai completato a causa dell'improvvisa morte dell'artista contagiato dalla peste. L'opera completa avrebbe dovuto comprendere circa trenta pannelli distribuiti su due facce, orientate rispettivamente verso la navata e verso il coro dell'edificio.La storia di quest'opera scandisce gli ultimi vent'anni di vita del pittore. La sua commissione risale al 1502, quando l'astro del Perugino era al suo massimo splendore. Il Battesimo di Cristo viene dipinto dall'artista durante la prima fase dell'incarico, nel primo decennio del Cinquecento. Nel 1523, tuttavia, quando Vannucci morì improvvisamente di peste, mentre affrescava una chiesa nel contado di Perugia, il progetto non era stato completato. Nel mezzo, polemiche con gli agostiniani e lunghe trattative, che l'artista gestiva alternando promesse non mantenute e temporanee irreperibilità a momenti di lavoro intenso.Questo e altro scopriremo nella mostra a Palazzo Marino, mentre negli altri otto municipi della città, le biblioteche di zona ospitano fino al 5 gennaio 2024 altrettante opere d'arte provenienti dalla Galleria d'Arte Moderna e dal Museo del Novecento di Milano. Filo conduttore di questa mostra diffusa sarà il tema dell'infanzia, in un percorso che si dipanerà tra il XIX e il XX secolo con prestiti come la Vergine di Francesco Hayez, la Madonna col Bambino e San Giovannino di Bertel Thorvaldsen, Due figure di Carlo Carrà, Maternità di Gaetano Previati, Ritratto di bambina di Achille Funi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Battesimo di Gesu' e genealogia21 Un giorno, dopo che tutte le persone erano state battezzate, anche Gesù si fece battezzare. Dopo il battesimo, mentre era in preghiera, i cieli si aprirono, 22 e lo Spirito Santo sotto forma di colomba si fermò su di lui. Una voce dal cielo disse: «Tu sei il mio amatissimo Figlio, in te mi sono compiaciuto.»23 Gesù aveva circa trentʼanni, quando cominciò il suo pubblico ministero. Era conosciuto come figlio di Giuseppe. Il padre di Giuseppe era Eli, 24 il padre di Eli era Matthat, il padre di Matthat era Levi, il padre di Levi era Melchi, il padre di Melchi era Iannai, il padre di Iannai era Giuseppe, 25 il padre di Giuseppe era Mattatia, il padre di Mattatia era Amos, il padre di Amos era Naum, il padre di Naum era Esli, il padre di Esli era Naggai, 26 il padre di Naggai era Maat, il padre di Maat era Mattatia, il padre di Mattatia era Semein, il padre di Semein era Iosech, il padre di Iosech era Ioda, 27 il padre di Ioda era Ioanan, il padre di Ioanan era Rhesa, il padre di Rhesa era Zorobabele, il padre di Zorobabele era Salatiel, il padre di Salatiel era Neri, 28 il padre di Neri era Melchi, il padre di Melchi era Addi, il padre di Addi era Cosam, il padre di Cosam era Elmadam, il padre di Elmadam era Er, 29 il padre di Er era Giosuè, il padre di Giosuè era Eliezer, il padre di Eliezer era Iorim, il padre di Iorim era Mattat, il padre di Mattat era Levi, 30 il padre di Levi era Simeone, il padre di Simeone era Giuda, il padre di Giuda era Giuseppe, il padre di Giuseppe era Ionam, il padre di Ionam era Eliacim, 31 il padre di Eliacim era Melea, il padre di Melea era Menna, il padre di Menna era Mattatha, il padre di Matthata era Nathan, il padre di Nathan era Davide, 32 il padre di Davide era Iesse, il padre di Iesse era Iobed, il padre di Iobed era Boaz, il padre di Boaz era Sala, il padre di Sala era Naàsson, 33 il padre di Naàsson era Aminadab, il padre di Aminadab era Admin, il padre di Admin era Arni, il padre di Arni era Esrom, il padre di Esrom era Fares, il padre di Fares era Giuda, 34 il padre di Giuda era Giacobbe, il padre di Giacobbe era Isacco, il padre di Isacco era Abramo, il padre di Abramo era Tare, il padre di Tare era Nacor, 35 il padre di Nacor era Seruk, il padre di Seruk era Ragau, il padre di Ragau era Falek, il padre di Falek era Eber, il padre di Eber era Sala, 36 il padre di Sala era Cainam, il padre di Cainam era Arfàcsad, il padre di Arfàcsad era Sem, il padre di Sem era Noè, il padre di Noè era Lamech, 37 il padre di Lamech era Matusalemme, il padre di Matusalemme era Enoch, il padre di Enoch era Iaret, il padre di Iaret era Malleèl, il padre di Malleèl era Cainam, 38 il padre di Cainam era Enos, il padre di Enos era Set, il padre di Set era Adamo, il Padre di Adamo era Dio.Support the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Battesimo di Gesu' e le tentazioni nel deserto11 Io battezzo con lʼacqua coloro che si pentono dei propri peccati, ma sta arrivando qualcun altro, qualcuno molto più grande di me, così grande che io non son degno neanche di portargli i sandali! Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco.12 Separerà la pula dal grano: brucerà la pula con un fuoco inestinguibile e immagazzinerà il grano».Battesimo di Gesù13 Allora Gesù, lasciata casa sua in Galilea, andò al fiume Giordano per essere battezzato da Giovanni. 14 Giovanni non voleva.«Non è giusto», diceva, «sono io che ho bisogno di essere battezzato da te!»15 Ma Gesù lo rassicurò: «No, battezzami, perché devo fare tutto ciò che è giusto». Allora Giovanni lo battezzò.16 Dopo il battesimo, non appena Gesù fu uscito dallʼacqua, il cielo si aprì ed egli vide lo Spirito di Dio scendere su di lui sotto forma di colomba. 17 Una voce dal cielo disse: «Questo è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto».Le tentazioni di Gesù4 Poi Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito Santo, per essere tentato da Satana. 2 Dopo un digiuno di quaranta giorni e quaranta notti in cui non mangiò niente ebbe una gran fame.3 Allora il diavolo tentatore lo sfidò:«Dato che tu sei il Figlio di Dio, cambia queste pietre in filoni di pane», insinuò.4 Ma Gesù gli disse: «No! Perché le Scritture ci dicono che non è il pane che nutre lʼanima dellʼuomo, ma è lʼobbedienza ad ogni parola di Dio ciò di cui abbiamo bisogno».5 Allora il diavolo tentatore lo portò a Gerusalemme sul tetto del tempio. 6 «Poiché tu sei il Figlio di Dio, salta!» gli disse, «perché le Scritture dichiarano: “Egli ordinerà ai suoi angeli di proteggerti ovunque andrai: ti porteranno in palmo di mano in modo che tu in nessun sasso possa inciampare”».7 Ma Gesù replicò: «Nelle Scritture è anche detto di non tentare il Signore con stupide prove!»8 Poi Satana lo portò sulla cima di una montagna altissima e gli mostrò tutte le nazioni del mondo e la loro gloria. 9 «Le darò tutte a te», disse, «soltanto se tu tʼinginocchierai per adorarmi».10 «Vattene di qui, Satana!» disse Gesù, «Le Scritture dicono: “Adora solo il Signore, Dio tuo. Ed ubbidisci soltanto a lui!”»11 Allora Satana se ne andò e vennero gli angeli a prendersi cura di Gesù.Support the show
Giovanni invita a un battesimo di penitenza. Ma che valore aveva questo rito antico e cosa può significare per noi? Il senso del battesimo di Giovanni e della sua predicazione potrebbe in realtà non essere così immediato per noi...
Giovanni Carlo Federico Villa"I colori della fede a Venezia"Tiziano, Tintoretto, Veronesea cura di don Gianmatteo Caputo e Giovanni Carlo Federico VillaMostra aperta fino al 5 marzo 2023 Complesso Monumentale di San FrancescoCuneo, Via Santa Maria, 10La mostra conclude il ciclo di iniziative realizzate nel corso del 2022 per celebrare i 30 anni della Fondazione CRC, istituzione da sempre attiva per sostenere e promuovere attività culturali di valore finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione culturale. Realizzato insieme a Intesa Sanpaolo nell'ambito di Progetto Cultura, piano pluriennale delle iniziative con cui la Banca esprime il proprio impegno per la promozione dell'arte e della cultura nel nostro Paese, il progetto offre al pubblico per la prima volta l'una accanto all'altra cinque grandi pale d'altare dei maestri del Rinascimento veneto Tiziano Vecellio, Jacopo Robusti detto il Tintoretto e Paolo Caliari detto il Veronese, provenienti da altrettante chiese veneziane. Ospitata in una architettura medievale ora monumento nazionale, la mostra presenta alcuni fra i più grandi capolavori che la Chiesa veneziana possiede, sia per importanza che per dimensione, opera dei suoi artisti sublimi e più rappresentativi. La mostra si propone di restituire una precisa percezione di come il colore veneziano si sia posto al servizio della sacra narrazione. Le opere presentate, risalenti al periodo compreso tra il 1560 e il 1565, risultano in perfetto dialogo cronologico e stilistico e si confrontano con temi fondamentali nell'iconografia cristiana: l'Annunciazione e l'Incarnazione, il Battesimo di Cristo, l'Ultima Cena, la Crocifissione e la Resurrezione.Apre la mostra l'Annunciazione (1563-1565) di Tiziano proveniente dalla Chiesa di San Salvador. Del Veronese vengono presentate il Battesimo di Cristo (1560-1561) dalla Chiesa del Redentore e la Resurrezione di Cristo (1560 circa) dalla Chiesa di San Francesco della Vigna. Di Tintoretto vengono esposte l'Ultima Cena (1561-1566) dalla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio detta San Trovaso e la Crocifissione (1560 circa) dalla Chiesa di Santa Maria del Rosario detta dei Gesuati. Due delle opere esposte, il Battesimo di Cristo del Veronese e la Crocifissione di Tintoretto sono state inoltre restaurate nell'ambito di edizioni passate di Restituzioni, il programma di restauri curato e gestito da Intesa Sanpaolo. IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Esercizi Spirituali del 2020 per l'emittente TelePace a cura di fra' Giulio Cesareo, Responsabile Editoriale Libreria Editrice Vaticana.
Esercizi Spirituali del 2020 per l'emittente TelePace a cura di fra' Giulio Cesareo, Responsabile Editoriale Libreria Editrice Vaticana.
Esercizi Spirituali del 2020 per l'emittente TelePace a cura di fra' Giulio Cesareo, Responsabile Editoriale Libreria Editrice Vaticana.
Esercizi Spirituali del 2020 per l'emittente TelePace a cura di fra' Giulio Cesareo, Responsabile Editoriale Libreria Editrice Vaticana.
Esercizi Spirituali del 2020 per l'emittente TelePace a cura di fra' Giulio Cesareo, Responsabile Editoriale Libreria Editrice Vaticana.
Esercizi Spirituali del 2020 per l'emittente TelePace a cura di fra' Giulio Cesareo, Responsabile Editoriale Libreria Editrice Vaticana.
Esercizi Spirituali del 2020 per l'emittente TelePace a cura di fra' Giulio Cesareo, Responsabile Editoriale Libreria Editrice Vaticana.
Esercizi Spirituali del 2020 per l'emittente TelePace a cura di fra' Giulio Cesareo, Responsabile Editoriale Libreria Editrice Vaticana.