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Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
La festa della Visitazione, che prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II si celebrava il 2 luglio, è stata anticipata al 31 maggio per concludere il mese dedicato alla Madonna e armonizzarla meglio con la sequenza evangelica dell’anno liturgico, collocandola tra l’Annunciazione del Signore (25 marzo) e la nascita di San Giovanni Battista (24 giugno). I testi liturgici proposti alla nostra meditazione ci invitano ad ammirare lo spirito di carità di Maria verso la parente Elisabetta, anch’essa in attesa, ma anche il suo desiderio ardente di farsi missionaria del Signore che porta in grembo. La sua presenza nella casa di Elisabetta rende viva la profezia di Sofonìa: “Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente”. L’incontro tra Maria ed Elisabetta è segnato da un’intensa gioia profetica, dove lo Spirito Santo agisce e rivela: Elisabetta, piena di Spirito Santo, riconosce in Maria la Madre del Salvatore e la proclama beata per la sua fede: “Beata te che hai creduto…”. Giovanni Battista, ancora nel grembo, esulta, e Maria, confusa e umile di fronte a un tale saluto, innalza il suo “Magnificat”, un canto di lode che esalta la misericordia divina, proclama le grandi opere del Signore e afferma con umiltà il proprio nulla. Maria, nel suo “Fiat” all’angelo, ha accolto la volontà di Dio con piena disponibilità, rendendosi umile serva del progetto divino. Con la sua fede semplice e salda, ha dato al mondo il Verbo incarnato, cooperando in modo unico e irripetibile al disegno della salvezza. In lei vediamo la prima discepola, colei che, per prima, ha risposto all’amore di Dio con totale fiducia, diventando modello perfetto di obbedienza e dedizione. In ciascuno di noi, Dio continua a compiere meraviglie; riconoscerle è il primo passo per lodare il Padre della misericordia, che non cessa di chiamarci a collaborare alla nostra e all’altrui salvezza.
In deze aflevering blikken we terug op de voorbije dagen en staan we stil bij de verschillende onderdelen van de ceremoniën die deel uitmaken van het begrafenisritueel voor paus Franciscus. U hoort eveneens de integrale vertaling van de homilie die kardinaal Giovanni Battista Re, deken van het College der Kardinalen, gaf tijdens de uitvaartliturgie.
Radio Horeb, Besonderes und Aktuelles von Papst Franziskus und Papst em. Benedikt XVI.
Zelebrant: Kardinal Giovanni Battista Re Übertr: Radio Vatikan
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Auferstehungsfeier aus dem Petersdom Zelebrant: Kardinaldekan Giovanni Battista Re Übertr: Radio Vatikan
Einer der letzten Kastraten auf den Opernbühnen des 19. Jahrhunderts war der Italiener Giovanni Battista Velluti. Ihm hat jetzt der argentinische Countertenor Franco Fagioli ein Album gewidmet: „The last Castrato“. SWR-Kritiker Manuel Brug meint: „Mit 43 Jahren ist bei Fagioli allerdings schon ein wenig der Countertenor-Lack ab.“
Giovanni Battista Magoni"Sulle tracce dell'assente"Metafisica del quotidiano nel cinema di KieślowskiAncora Editricewww.ancoralibri.it«Io filmo l'intimo, io filmo la metafisica». Così disse di sé Krzysztof Kieślowski (Varsavia, 1941-1996) il grande regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema.Questo libro fruga nella sua monumentale opera del Decalogo, nei Tre Colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso) e nella Doppia vita di Veronica per rivelare la passione del cineasta per l'umano e vi individua dei rimandi metafisici di un fondamento che sembra assente, ma che in realtà interagisce nella storia.Direttamente, il grande regista polacco non è politico né esistenzialista, non è moralista né spiritualista, non è cattolico ma neppure ateo, non è sociologo ma nemmeno intimista, non è razionalista puro, non è storico ma neppure simbolista. Ben disinfettato, insomma, da tutti gli «ismi».Eppure tutti questi motivi traspaiono, poi, dialetticamente, come per emanazione, da uno dei più formidabili tessitori della storia del cinema, da un cercatore instancabile di quell'Oltre, cui tutti aneliamo.Kieślowski è un «cercatore di senso», tra ragione e mistero.Il suo è un cinema dell'interiorità, dove l'indagine sull'uomo lascia trasparire tracce metafisiche e teologiche. Nello «stare addosso all'uomo», il regista rileva delle «fenditure» nelle quali l'Essere appare nel suo celarsi (l'Assente) e nel suo apparire (il Presente). L'Assente si affaccia come «regia sottotraccia», come «occulto tessitore» che offre all'uomo occasioni per realizzarsi nell'amore.E così, all'etica dell'individualismo tratteggiata nel Decalogo, Kieślowski offre, nei Tre Colori, il contrappunto di un'etica dell'amore.Il finale di Film Rosso è parola di speranza: tutti i protagonisti dell'opera, anziché naufragare, sono incredibilmente salvati. Non per caso, ma per destino provvidente.E così tutti possiamo sperare di «uscire a riveder le stelle». Anzi, di contemplare«l'amor che move il sole e l'altre stelle».Giovanni Battista Magoni, sacerdote pavoniano, laureato in filosofia, ha insegnato per molti anni nella scuola. Ha svolto per nove anni l'incarico di Superiore della Provincia pavoniana d'Italia ed è attualmente il Direttore di Àncora Editrice.Ama la filosofia, la musica e il cinema, la letteratura e l'arte.E i giovani… ancor di più.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Pietro Rabitti"Dialogo intimo e insolito"Con quindici personaggi biblici per scoprire chi siamoPrefazione del Cardinale Matteo Maria ZuppiEdizioni Messaggero Padovawww.edizionimessaggero.itRileggere in maniera esistenziale la storia di quindici figure bibliche mettendosi nei loro panni e raccontando il loro vissuto in prima persona. Esplorare come le loro vicende possano illuminare le nostre e, viceversa, come le nostre possano aiutarci a entrare in dialogo con quelle storie, cronologicamente distanti, ma vicine nelle dinamiche del cuore. Una meditazione esistenziale, partendo da antiche pagine, adatta anche ai non credenti. 15 personaggi analizzati: L'Emorroissa, Giobbe, Isacco, Giacobbe, Zaccaria, Giuseppe, Giovanni Battista, Mosè, Anna, Zaccheo, L'Adultera, Ester, Il figlio minore, Marta, Maddalena.Pietro Rabitti nato a Reggio Emilia il 19 maggio 1977. Ha conseguito prima il baccellierato nel 2003 (RE), poi la licenza in teologia presso la facoltà dell'Emilia Romagna (BO) nel 2014. Attualmente insegna religione cattolica presso il Liceo G. Cevolani a Cento ed è guida escursionistica ambientale. Ha pubblicato Risonanze. Dialogando sottovoce. La buona notizia dietro le quinte (Edizioni San Lorenzo 2021) e una serie di poesie per la casa editrice Pagine nella collana «Luci Sparse 37».IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Gesù agisce e parla “con la potenza dello Spirito Santo”. La sua fama si diffonde ovunque: molti cominciano a pensare che sia proprio Lui il Messia, molti credono che sia il Maestro, colui che insegna con autorità. Con questa potenza e con questo alone di consensi, Gesù a Nàzaret, entra nella sinagoga, nel cuore stesso dell'ebraismo, per impartire una solenne lezione su come leggere con vera sapienza la scrittura sacra e le profezie in modo particolare. Il rotolo del libro, che viene porto a Gesù, recita questo passo di Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”. Gesù non esita ad applicare a sé le parole del profeta. “Oggi si è adempiuta questa scrittura, che voi avete udito con i vostri orecchi”. Già nel Battesimo di Gesù nelle acque del Giordano (lo celebreremo domenica) si era udita una voce dal cielo che proclamava Gesù Figlio di Dio: lo stesso Giovanni Battista aveva visto discendere su di Lui lo Spirito santo sotto forma di colomba. Gesù quindi aveva tutte le ragioni per dire lo Spirito del Signore e su di me, aveva ragione e definirsi il consacrato del Signore, già stava annunziando ai poveri la buona Novella, aveva già iniziato ad operare i suoi prodigi, aveva già annunziato l'avvento del Regno di Dio. Il misterioso legame tra il Vecchio e il Nuovo Testamento si snoda e si svela nella realtà del Cristo. Quanto promesso, si adempie in pienezza, ciò che era profezia, ora è realtà. Una realtà ancora vivida ed operante nel Cristo vivo tra noi e in noi, viventi in Lui.
Tutti desideriamo diventare più grandi, ma dobbiamo stare attenti a farlo in modo da non andare contro il Signore. Uno sguardo alla vita di Giovanni Battista ci aiuterà a perseguire cose più grandi nel modo giusto.
4 CHIAVI DI POTENZIAMENTO Gesù ha spezzato il giogo del peccato sulla nostra vita ma noi dobbiamo attivarci per prenderci questa libertà che ci è stata donata. La Parola di Dio è ricca di importanti personaggi eppure Essa ci insegna come tra i nati di donna nessuno sia più grande di Giovanni Battista, eppure il più piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di lui. Matteo 11:11 La prima chiave per un potenziamento è la consacrazione, consacrazione che Giovanni Battista ben rappresentava tanto che la profondità del suo livello di intimità era tale da farlo scambiare per Gesù. Luca 3:15-16 La seconda chiave risiede nel non rifiutare il deserto, entrarci e viverlo in piena intimità con Dio affinché nel momento in cui saremo tentati riusciremo a resistere. Luca 4:1-2 La terza chiave è vivere nella pienezza dello Spirito Santo, ricordando come gli apostoli che avevano visto e conosciuto Gesù, non si poterono muovere da Gerusalemme prima di ricevere il Battesimo in Spirito Santo Atti 1:4-8 La quarta chiave è la lettura della Parola di Dio conservando nel frattempo forza e coraggio. Meditarla giorno e notte approcciandoci con fede a tutte le promesse che Dio ci ha già fatto, non solo nella nostra mente ma mettendola in pratica. Giosuè 1:6-8 Dobbiamo assolutamente risvegliare i Doni che Dio ha messo dentro di noi, vivendo pienamente in intimità con lo Spirito Santo manifestando pienamente ciò che Lui ci ha dato. Past Gaetano Priolo
Il corpo senza vita di un neonato, di circa un mese, è stato ritrovato questa mattina nella culla termica della chiesa San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco, a Bari. Secondo le prime indiscrezioni, chi lo ha lasciato non avrebbe chiuso la porta della stanza che custodisce la culla e questo non avrebbe fatto scattare l'allarme.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
L'esperienza di intimità vissuta con Gesù, come discepolo amato dal Maestro e come colui che ha avuto il privilegio di posare il suo capo sul petto di lui, svela a Giovanni i segreti del cuore di Gesù che egli comunica con espressioni commoventi. “Siamo figli di Dio... ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato... saremo simili a lui... lo vedremo così come egli è...”. Ci sentiamo pervasi da un fremito di esultanza quando riflettiamo seriamente su queste ineffabili realtà che noi speriamo di raggiungere, perseverando nella fede, purificando la nostra vita, per renderci degni di tanta beata visione. La testimonianza di Giovanni Battista ci conferma nella fede e nella necessità di seguire Gesù: Egli lo indica ai suoi discepoli, ma anche a tutti noi come “Agnello di Dio” simbolo dell'agnello pasquale, ovvero del servo di Jahvè o anche dell'agnello sacrificato quotidianamente nel tempio. E' sempre simbolo di obbedienza e di mansuetudine. Testimonianza confermata dall'esperienza vissuta nel fiume Giordano al momento del suo battesimo: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è colui che battezza in Spirito Santo. ...Io ho visto e ho reso testimonianza che questi è veramente il Figlio di Dio.
Mentre si avvicina il Natale, nella terza domenica di Avvento, il pastore Stefano D'Archino, presidente della Chiesa evangelica riformata nel Ticino (CERT), propone una riflessione biblica sulla figura di Giovanni Battista: il profeta, precursore di Cristo, che finirà in prigione. Da quel luogo di sofferenza, Giovanni fa giungere un messaggio a Gesù, che è una domanda: “Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?”. Gesù non risponde parlando di sé, ma indicando i fatti concreti che accadono per sua mano. Esodo – La grammatica della libertà: in questo libro, edito dalla “Claudiana” di Torino, la pastora e teologa evangelica battista Lidia Maggi ripercorre la storia biblica della liberazione del popolo d'Israele dalla schiavitù in Egitto. “Un racconto che mette sottosopra il mondo – spiega la pastora Maggi: spezza le catene e apre un futuro differente”.
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Ancora un pretesto per misconoscere la venuta del Messia. “Prima deve venire Elia, asserivano gli scribi, fidandosi delle loro fasulle interpretazioni della scrittura. “Elia è già venuto” - dice Gesù. Quanto è difficile leggere e interpretare i segni di Dio! Quanto questi sono diversi dalle nostre aspettative! Chissà quale spettacolo si attendevano gli scribi; certo non potevano immaginare, con le loro frenesie di grandezza, che colui che era l'atteso delle genti, si manifestasse con tanta umiltà e tanta modestia. Tanto meno potevano tollerare che la venuta del Messia, potesse significare lo sgretolamento del loro potere. Per questo prima la voce di Giovanni Battista e poi quella dello stesso Cristo, saranno come una voce nel deserto. Li scandalizza l'austerità del precursore, ancor più li sconvolgerà l'annuncio messianico delle beatitudini e del perdono. Gli stessi apostoli non resistono alla tentazione di ritenere assurdo che il loro maestro e messia, capace di prodigi di ogni genere, dovesse soffrire a causa dei suoi avversari. Ancora oggi è incomprensibile a molti che l'avvento del Regno debba realizzarsi attraverso il martirio e la croce. Quell'evento è ancora motivo di scandalo, uno scandalo che trova le sue migliori giustificazioni proprio dinanzi agli eventi più tragici della storia, quando la violenza e la prepotenza degli uomini sembrano prendere il sopravvento sulla bontà e sulla pazienza di Dio. Allo scandalo della croce qualcuno oggi vorrebbe aggiungere lo scandalo del presepio!
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Il rifiuto gratuito ha in sé dell'assurdo. Allora ecco lo sforzo insane e continuo di cercare pretesti per giustificare il proprio disimpegno. Era l'atteggiamento dei nemici del Signore, sempre a caccia di appigli per denigrare e diffamare. Così hanno fatto con Giovanni Battista, accusato di essere posseduto da un demònio perché rigido ed austero...; così tentano di fare con Cristo che mangia e beve con i peccatori ed è amico dei pubblicani. Per chi non vuole aderire alla fede c'è sempre un pretesto per rifiutarla; per chi vuole giustificare il proprio disimpegno e la propria immoralità c'è sempre una scusa da accampare e cercare costantemente negli altri, in qualcuno che a torto o a ragione agisce come noi o peggio di noi. L'evento messianico è un invito alla gioia, alla danza, gli stessi angeli di Dio alla nascita del Salvatore scenderanno a cantare la gloria di Dio e la pace per gli uomini. Gli uomini però sapranno ancora una volta opporre un rifiuto adducendo la motivazione degli impegni pressanti della vita e le mille distrazioni che distolgono dai veri obiettivi della umana esistenza. È grave restare fuori del banchetto di Dio, dopo aver ricevuto l'invito gratuito a partecipare alle nozze, è grave sentirsi dire “non vi conosco”. È ormai prossimo il Natale: è l'ennesimo invito alla danza, cerchiamo di non mancare alla festa. Che non debba ripetersi l'accusa che l'evangelista Giovanni ci muove: “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta”, e ancora: “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto”. Sarebbe un brutto natale!
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Giovanni Battista- la voce nel deserto14 E Cristo divenne uomo e visse qui sulla terra, fra noi, pieno di grazia e di verità. E alcuni di noi hanno visto la sua gloria, la gloria del Figlio unico del Padre Celeste.LʼAgnello di Dio15 Giovanni lo indicò alla gente, dicendo: «Ecco colui al quale mi riferivo, quando dissi: “Sta arrivando qualcuno, che è molto più grande di me, perché esisteva già molto tempo prima che io nascessi!”» 16 Noi tutti abbiamo avuto benefici dalle ricche benedizioni che Cristo ci ha portato; una benedizione dopo lʼaltra. 17 Infatti Mosè ci diede la legge, mentre Gesù Cristo ci ha portato la verità e un perdono pieno dʼamore. 18 Nessuno ha mai realmente visto Dio, eccetto il suo unico Figlio, perché egli è intimamente unito al Padre, ed è lui che ce lʼha fatto conoscere.19 I capi giudei mandarono da Gerusalemme dei sacerdoti con i loro aiutanti, per chiedere a Giovanni: «Sei tu il Messia?»20 Giovanni disse la verità: «Non sono io il Cristo!»21 «Ebbene, chi sei tu allora?» gli chiesero. «Sei Elia?»«No», rispose Giovanni.«Sei un profeta, allora?»«No».22 «Chi sei, dunque? Diccelo, così possiamo rispondere a quelli che ci hanno mandato. Che dici sul tuo conto?»23 Giovanni rispose: «Come disse il profeta Isaia, io sono “una voce che grida nel deserto: tenetevi pronti per lʼarrivo del Signore!”lascia un commentoSupport the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il Verbo fatto carneLa luce del mondo1 Prima che esistesse qualsiasi altra cosa, cʼera Cristo. 2 Egli era con Dio. Vive da sempre, ed egli stesso è Dio. 3 Egli ha creato tutte le cose; non cʼè nulla che non sia stato fatto da lui. 4 In lui cʼè la vita eterna, e questa vita dà luce a tutta lʼumanità. 5 La sua vita è la luce che splende nelle tenebre, ma le tenebre non lʼhanno ricevuta.6-7 Dio mandò Giovanni Battista per testimoniare che Gesù Cristo era la vera luce. 8 Lo stesso Giovanni non era la luce; era soltanto un testimone, che poteva riconoscerla e parlarne, perché tutti credessero. 9 Veniva nel mondo colui che è la vera luce per illuminare ogni essere umano.10 Benché fosse stato lui a creare il mondo, il mondo non lo riconobbe, quando venne.11-12 Non fu accettato neppure nel proprio paese, fra la sua gente, i Giudei. Soltanto pochi lʼavrebbero accolto e ricevuto. Ma a tutti quelli che lo hanno accolto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio. Tutto ciò che devono fare è credere che Cristo è la loro salvezza. 13 Chi crede in questo, nasce di nuovo. Non si tratta di una rinascita fisica, risultante da un progetto dellʼuomo, o dalla sua passione, ma di una nascita spirituale per volontà di Dio.lascia un commentoSupport the show
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A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù disse loro: "Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare". Gli risposero: "Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qui".E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.Parola del Signore.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Gesu' riprende Simone il fariseo 31 «Che posso dire degli uomini dei nostri tempi?» chiese Gesù. «A che cosa potrei paragonarli? 32 Mi sembrano quei bambini che giocano nella piazza e si lamentano così coi loro amici: “Non vi piace se giochiamo agli sposi e non vi piace se giochiamo al funerale!” 33 Lo stesso fate anche voi: perché, prima è venuto Giovanni Battista, che spesso digiuna e non beve vino, e voi dite: “Deve essere matto!” 34 Poi sono venuto io, che mangio e bevo, e voi dite: “Ma che mangione è quel Gesù! E come beve! E che cattive compagnie frequenta!” 35 Ma la sapienza di Dio si rivela vera dai suoi frutti».36 Un giorno, un fariseo invitò Gesù a pranzo a casa sua ed egli accettò lʼinvito. Mentre si sedevano per mangiare, 37 una donna, una prostituta di quel villaggio seppe che Gesù stava là e venne, portando un vasetto di alabastro, pieno di costoso profumo. 38 Entrò, sʼinginocchiò dietro di lui, ai suoi piedi e, piangendo, glieli bagnava di lacrime e poi li asciugava con i suoi capelli, baciandoli e ribaciandoli, mentre li cospargeva di profumo.39 Quando il fariseo che lo aveva invitato vide ciò che stava accadendo e riconobbe la donna, pensò: «Questa è la prova che Gesù non è un profeta, perché se fosse veramente mandato da Dio, saprebbe di che risma è questa donna!»40 Gesù, allora, si voltò verso di lui e gli disse: «Simone, devo dirti una cosa».«Bene, Maestro», rispose Simone, «Dimmi!»41 Allora Gesù gli raccontò questa storia: «Un tale prestò dei soldi a due persone: 500 denari ad uno e 50 a un altro. 42 Ma nessuno di loro poté restituire i soldi, così egli passò sopra alla cosa e lasciò che si tenessero il denaro. Secondo te, chi dei due gli sarà stato più riconoscente dopo questʼatto generoso?»43 «Senzʼaltro quello che gli doveva di più», rispose Simone. «Giusto», fu dʼaccordo Gesù.44 Poi, voltandosi verso la donna, disse a Simone: «Guarda, vedi questa donna inginocchiata? Quando sono entrato in casa tua, tu non ti sei nemmeno preso il disturbo di darmi un poʼ dʼacqua per lavarmi i piedi, invece lei me li ha lavati con le sue lacrime e me li ha asciugati con i suoi capelli.45 Tu non mi hai dato il tradizionale bacio di saluto, lei invece, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi e ribaciarmi i piedi.46 Tu hai trascurato la rituale cortesia di ungermi il capo con lʼolio dʼoliva, mentre lei mi ha cosparso i piedi di profumo prezioso.47 Dunque, i suoi peccati, anche se sono molti, le sono perdonati, perciò questa donna mi ha dimostrato molto amore. Ma quelli a cui è perdonato poco, dimostrano meno amore».48 Poi, rivolto alla donna, disse: «I tuoi peccati ti sono perdonati».49 Allora glʼinvitati che erano a tavola con lui, dissero fra di loro: «Ma chi crede di essere costui, che se ne va in giro a perdonare i peccati?»50 Ma Gesù disse alla donna: «La tua fede ti ha salvato. Vaʼ in pace!»Support the Show.Support the Show.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Gesu' risuscita il figlio di Nain11 Non molto tempo dopo, Gesù andò con i suoi discepoli nel villaggio di Naim e, come al solito, una gran folla lo seguiva. 12 In prossimità della porta del villaggio, ecco passare un funerale. Il morto era lʼunico figlio di una vedova, e molte persone accompagnavano, piangendo, la povera donna.13 Quando il Signore la vide, ebbe pietà di lei. «Non piangere!» le disse. 14 Poi si avvicinò alla bara e la toccò.I portatori si fermarono. «Ragazzo», disse Gesù, «sono io che te lo dico: àlzati!»15 Il ragazzo si alzò a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo restituì alla madre.16 Tutti furono presi da gran timore e si misero a lodare Dio, esclamando: «Un potente profeta è sorto fra noi!» e ancora: «Oggi abbiamo visto allʼopera la mano di Dio!»17 La notizia di questi fatti corse da un estremo allʼaltro della Giudea, e perfino oltre i suoi confini.Gesù e Giovanni18 Ben presto i discepoli di Giovanni Battista vennero a conoscenza di tutto ciò che Gesù stava facendo. Quando lo riferirono a Giovanni, 19 questi mandò due dei suoi discepoli da Gesù per chiedergli: «Sei davvero tu il Messia che deve venire? O dobbiamo continuare ad aspettarlo?»20-22 I due discepoli trovarono Gesù che stava guarendo molte persone dalle più diverse malattie. Risanava gli zoppi e i ciechi, e cacciava gli spiriti maligni. Quando gli riferirono le parole di Giovanni, Gesù rispose: «Tornate e raccontategli tutto ciò che avete visto e udito qui oggi: i ciechi possono vedere, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi possono udire, i morti risuscitano e i poveri possono udire il Vangelo della salvezza. 23 E ditegli anche: “Beato chi non si sarà scandalizzato di me!”»24 Partiti i discepoli di Giovanni, Gesù cominciò a parlare alla folla di lui. «Chi è costui che siete andati a vedere nel deserto della Giudea?» chiese loro: «Un uomo debole come un filo dʼerba, mosso dal minimo alito di vento? 25 No! E allora che cosa siete andati a vedere? Un uomo drappeggiato in abiti lussuosi? No! Quelli che vivono nel lusso stanno nei palazzi, non nel deserto. 26 Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, questa è la risposta giusta! Anzi, egli è più di un profeta. 27 È quello a cui si riferiscono le Scritture, quando dicono: “Ecco, manderò il mio messaggero davanti a te, per prepararti la strada!”28 Fra tutti gli esseri umani non ce nʼè mai stato uno più grande di Giovanni. Eppure, perfino lʼultimo abitante del Regno di Dio è più grande di lui!29 E tutti quelli che hanno sentito predicare Giovanni, perfino i più malvagi, hanno riconosciuto che ciò che richiedeva era giusto, e si sono fatti battezzare da lui. 30 Tutti. Cioè, tutti tranne i Farisei e i dottori della legge. Essi hanno respinto il progetto che Dio aveva per loro e non hanno voluto farsi battezzare da Giovanni».Support the Show.Support the Show.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Predicazione di Giovanni BattistaGiovanni inizia il suo ministero3 Durante il quindicesimo anno di regno dellʼimperatore Tiberio Cesare, un messaggio di Dio giunse a Giovanni, figlio di Zaccaria, mentre viveva nel deserto. 2 (In quel periodo Pilato era governatore della Giudea, Erode era tetrarca di Galilea, suo fratello Filippo della Iturèa e della Traconìtide, e Lisània di Abilène; sotto i sommi sacerdoti giudei Anna e Caifa). 3 Giovanni si spostava da un posto allʼaltro, lungo le sponde del fiume Giordano, e predicava che tutti dovevano essere battezzati per dimostrare che si erano convertiti a Dio e allontanati dal peccato, e che potevano così essere perdonati. 4 Si realizzava così ciò che aveva scritto il profeta Isaia: Giovanni era «una voce che grida dal deserto: “Preparate la strada al Signore! Allargate il sentiero davanti a Lui! 5 Spianate le montagne! Colmate le valli! Raddrizzate le curve! Rendete lisce le strade scabrose! 6 E allora tutta lʼumanità vedrà il Salvatore mandato da Dio”».7 Molta gente andava da Giovanni per farsi battezzare ed egli diceva loro:«Figli di serpenti! Voi cercate di scampare dallʼinferno, senza convertirvi sinceramente a Dio. Ecco perché volete essere battezzati! 8 Prima date prova coi fatti che siete davvero pentiti. E non pensate di essere al sicuro, perché discendete da Abramo. Non basta. Vi assicuro che Dio può creare figli dʼAbramo anche da queste pietre del deserto!9 La scure del suo giudizio è già alzata sopra di voi, pronta per tagliare le vostre radici e abbattervi: ogni albero che non dà buoni frutti sarà abbattuto e buttato nel fuoco!»10 Qualcuno fra la folla gli chiedeva: «Che vuoi che facciamo?» 11 Giovanni rispondeva:«Se avete due vestiti, datene uno ai poveri. Se avete del cibo in più, datelo agli affamati».12 Perfino gli esattori delle tasse, noti per la loro corruzione, venivano da Giovanni per farsi battezzare, e chiedevano: «Come possiamo provarti che abbiamo cambiato vita?»13 «Con la vostra onestà», rispondeva Giovanni. «Non riscuotete tasse superiori a quanto esiga il governo romano».14 «E noi», chiedevano alcuni soldati, «che dici di noi?»Giovanni rispondeva: «Non estorcete denaro con minacce e violenza, non accusate nessuno con false denunce, e siate soddisfatti della vostra paga!»15 Intanto tutti aspettavano che il Messia arrivasse presto ed erano ansiosi di sapere se fosse Giovanni. Era questo lʼinterrogativo del momento e se ne discuteva ovunque. 16 Ma Giovanni disse a tutti: «Io battezzo soltanto con acqua, ma presto arriverà qualcuno che è tanto più forte di me, al quale non sono nemmeno degno di allacciare i sandali. Egli vi battezzerà col fuoco e con lo Spirito Santo. 17 Separerà la pula dal grano; brucerà la pula col fuoco eterno e raccoglierà il grano nei suoi granai». 18 Giovanni si servì di molti avvertimenti del genere, mentre annunciava la Buona Notizia alla gente.19-20 Ma dopo che Giovanni ebbe pubblicamente criticato Erode, governatore della Galilea, per aver sposato Erodiade, moglie di suo fratello, e per molti altri mali commessi, Erode lo rinchiuse in prigione, aggiungendo così un altro peccato alle sue innumerevoli colpe.Support the Show.Support the Show.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Nascita di Giovanni BattistaNascita di Giovanni Battista57 In quel periodo finiva lʼattesa di Elisabetta, perché era giunto il tempo che il bambino nascesse; ed ella partorì un maschio. 58 Fra i vicini e i parenti si sparse la notizia di quanto generoso fosse stato il Signore verso di lei, e tutti ne furono felici.59 Quando il bambino ebbe otto giorni, i parenti e gli amici vennero per la cerimonia della circoncisione. Tutti pensavano che il nome del bambino sarebbe stato Zaccaria, come suo padre. 60 Ma Elisabetta disse: «No! Deve essere chiamato Giovanni!»61 «Come?» si meravigliarono. «Non cʼè nessuno in tutta la vostra famiglia con quel nome!» 62 A cenni, domandarono al padre del bambino come voleva che fosse chiamato.63 Zaccaria allora chiese qualcosa per scrivere e, con grande sorpresa di tutti, scrisse: «Il suo nome è Giovanni». 64 Immediatamente Zaccaria riacquistò la parola e cominciò a lodare Dio.65 Tutti i vicini furono presi da timore e la notizia di ciò che era accaduto si sparse per le colline della Giudea. 66 E quelli che venivano a sapere della cosa ci pensavano e ripensavano, chiedendosi: «Chi mai diventerà da grande questo bambino? Perché la mano del Signore è sicuramente sopra di lui!Support the Show.Support the Show.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il lievito dei farisei13 Poi risalì in barca e li lasciò per passare sullʼaltra riva del lago. 14 Ma i discepoli avevano dimenticato di fare provvista di cibo prima della partenza, infatti non avevano che una pagnotta.15 Mentre attraversavano il lago, Gesù disse loro molto seriamente: «Badate di star lontani dal lievito di Erode e dei Farisei!» 16 E i discepoli cominciarono a dire fra loro: «Dice così, perché ci siamo dimenticati di portar del pane…»17 Gesù sʼaccorse di quello che dicevano e disse: «Ma no! Il pane non cʼentra! Possibile che non riusciate a capire? È proprio così duro il vostro cuore? 18 Cosa disse Isaia, “I vostri occhi sono fatti per vedere, perché non guardate? Perché non aprite le orecchie per ascoltare? Non ricordate più nulla?”19 Che dite delle cinquemila persone che ho nutrito con quattro pagnotte? Quanti cesti di avanzi raccoglieste dopo?»«Dodici», risposero i discepoli.20 «E quando ho dato da mangiare a quattromila persone con sette pagnotte, quanto ne avanzò?»«Sette cesti», risposero.21 «E ancora pensate che possa preoccuparmi se siamo senza cibo?» 22 Quando giunsero a Betsaida, alcune persone gli portarono un cieco, supplicandolo che lo toccasse e lo guarisse.23 Gesù prese il cieco per una mano e lo condusse fuori dal villaggio, poi gli toccò gli occhi con la saliva, pose le mani su di lui e gli domandò: «Riesci a vedere qualcosa?» 24 Lʼuomo si guardò intorno. «Sì», disse, «vedo degli uomini. Ma non posso distinguerli chiaramente; mi sembrano alberi che camminano!»25 Allora Gesù mise ancora le mani sugli occhi dellʼuomo e, quando questi guardò di nuovo, era guarito e poteva vedere tutto con chiarezza. 26 Gesù lo rimandò a casa direttamente dalla sua famiglia. «Non tornare neppure al villaggio!» gli disse.«Tu sei il Cristo!»27 Poi Gesù e i discepoli partirono dalla Galilea verso i villaggi della regione di Cesarea di Filippo. Cammin facendo, egli chiese loro: «Chi pensano che io sia? Che dice la gente?»28 «Alcuni di loro pensano che tu sia Giovanni Battista», risposero i discepoli. «Altri dicono che sei Elia o qualche altro antico profeta risuscitato».29 Poi Gesù chiese: «E secondo voi: chi sono io?» Rispose Pietro: «Tu sei il Cristo». 30 Allora Gesù ordinò loro severamente di non dirlo a nessuno.Support the Show.
Giovanni Battista Rogeri has often been confused with other makers such as the Rugeri family, because of his name, and Giovanni Paolo Maggini, because of his working style. Trained in the famous workshop of Nicolo Amati in Cremona, Rogeri set out to make a name for himself in Brescia creating a Cremonese Brescian fusion. Learn all about this often mistaken maker in this first episode on the life of Giovanni Battista Rogeri. This is the story of Giovanni Battista Rogeri the Cremonese trained violin maker who made it big in Brescia and has since been confused with other makers throughout history. Florian Leonhard talks about the influences Rogeri pulled on and exactly why his instruments have for so long been attributed to Giovanni Paolo Maggini. Transcript Far, far away in a place called Silene, in what is now modern day Libya, there was a town that was plagued by an evil venom spewing dragon, who skulked in the nearby lake, wreaking havoc on the local population. To prevent this dragon from inflicting its wrath upon the people of Silene, the leaders of the town offered the beast two sheep every day in an attempt to ward off its reptilian mood swings. But when this was not enough, they started feeding the scaly creature a sheep and a man. Finally, they would offer the children and the youths of the town to the insatiable beast, the unlucky victims being chosen by lottery. As you can imagine, this was not a long term sustainable option. But then, one day, the dreaded lot fell to the king's daughter. The king was devastated and offered all his gold and silver, if only they would spare his beloved daughter. The people refused, and so the next morning at dawn, the princess approached the dragon's lair by the lake, dressed as a bride to be sacrificed to the hungry animal. It just so happened that a knight who went by the name of St George was passing by at that very moment and happened upon the lovely princess out for a morning stroll. Or so he thought. But when it was explained to him by the girl that she was in fact about to become someone else's breakfast and could he please move on and mind his own business he was outraged on her behalf and refused to leave her side. Either she was slightly unhinged and shouldn't be swanning about lakes so early in the morning all by herself, or at least with only a sheep for protection, or she was in grave danger and definitely needed saving. No sooner had Saint George and the princess had this conversation than they were interrupted by a terrifying roar as the dragon burst forth from the water, heading straight towards the girl. Being the nimble little thing she was, the princess dodged the sharp claws. As she was zigzagging away from danger, George stopped to make the sign of the cross and charged the gigantic lizard, thrusting Ascalon, that was the name of his sword, yep he named it, into the four legged menace and severely wounded the beast. George called to the princess to throw him her girdle, That's a belt type thing, and put it around the dragon's neck. From then on, wherever the young lady walked, the dragon followed like a meek beast. Back to the city of Silene went George, the princess, and the dragon, where the animal proceeded to terrify the people. George offered to kill the dragon if they consented to becoming Christian. George is sounding a little bit pushy, I know. But the people readily agreed and 15, 000 men were baptized, including the king. St. George killed the dragon, slicing off its head with his trusty sword, Ascalon, and it was carried out of the city on four ox carts. The king built a church to the Blessed Virgin Mary and St. George on the site where the dragon was slain and a spring flowed from its altar with water that it is said would cure all diseases. This is the story of Saint George and the Princess. It is a classic story of good versus evil, and of disease healing miracles that would have spoken to the inhabitants of 17th century Brescia. The scene depicting Saint George and the Princess is painted in stunning artwork by Antonio Cicognata and was mounted on the wall of the Church of San Giorgio. Giovanni Battista Rogeri gazed up at this painting as family and friends, mainly of his bride Laura Testini, crowded into the church of San Giorgio for his wedding. Giovanni was 22 and his soon to be wife, 21, as they spoke their vows in the new city he called home. He hoped to make his career in this town making instruments for the art loving Brescians, evidence of which could be seen in the wonderful artworks in such places as this small church. Rogeri would live for the next 20 years in the parish of San Giorgio. The very same George astride an impressive white stallion in shining armour, his head surrounded by a golden halo. He is spearing the dragon whilst the princess calmly watches on clad in jewels with long red flowing robes in the latest fashion. In the background is the city of Brescia itself, reminding the viewer to remember that here in their city they too must fight evil and pray for healing from disease ever present in the lives of the 17th century Brescians. Hello and welcome to the Violin Chronicles, a podcast in which I, Linda Lespets, will attempt to bring to life the story surrounding famous, infamous, or just not very well known, but interesting violin makers of history. I'm a violin maker and restorer. I graduated from the French Violin Making School some years ago now, and I currently live and work in Sydney with my husband Antoine, who is also a violin maker and graduate of the French school, l'Ecole Nationale de Luthierie in Mircourt. As well as being a luthier, I've always been intrigued with the history of instruments I work with, and in particular, the lives of those who made them. So often when we look back at history, I know that I have a tendency to look at just one aspect, but here my aim is to join up the puzzle pieces and have a look at an altogether fascinating picture. So join me as I wade through tales not only of fame, famine, and war, but also of love. Artistic genius. Revolutionary craftsmanship, determination, cunning and bravery, that all have their part to play in the history of the violin. Welcome to this first episode on the life of Giovanni Battista Rogeri. After having spent the last few episodes looking at the life of the Ruggeri family, we will now dive into the life of that guy who almost has the same name, but whose work and contribution to violin making, you will see, is very different. And we will also look at just why, for so many years, his work has been attributed erroneously to another Brescian maker. The year was 1642, and over the Atlantic, New York was called New Amsterdam. The Dutch and the English were having scuffles over who got what. Was it New England? New Netherlands? In England, things were definitely heating up, and in 1642, a civil war was in the process of breaking out. On one side there were the parliamentarians, including Oliver Cromwell, and on the other side were the Royalists, who were the supporters of King Charles I. This war would rage on for the next 20 years, and not that anyone in England at this time really cared, but the same year that this war broke out, a baby called Giovanni Battista Rogeri was born in Bologna, perhaps, and for the next 20 years he grew up in this city ruled by the Popes of Italy. He too would witness firsthand wars that swept through his hometown. He would avoid dying of the dreaded plague, sidestep any suspicion by the Catholic church in this enthusiastic time of counter reformation by being decidedly non Protestant. And from an early age, he would have been bathed in the works of the Renaissance and now entering churches being constructed in the Baroque style. Bologna was a city flourishing in the arts, music and culture, with one of the oldest universities in the country. But for the young Giovanni Battista Rogeri, to learn the trade of lutai, or violin maker, the place he needed to be was, in fact, 155. 9 km northwest of where he was right now. And if he took the A1, well, today it's called the A1, and it's an ancient Roman road so I'm assuming it's the same one, he could walk it in a few days. Destination Cremona, and more precisely, the workshop of Niccolo Amati. An instrument maker of such renown, it is said that his grandfather, Andrea Amati, made some of the first violins and had royal orders from the French king himself. To be the apprentice of such a man was a grand thing indeed. So we are in the mid 1600s and people are embracing the Baroque aesthetic along with supercharged architecture and paintings full of movement, colour and expression. There is fashion, and how the wealthy clients who would buy instruments in Cremona dressed was also influenced by this movement. Emily Brayshaw. You've got these ideas of exaggeration of forms and you can exaggerate the human body with, you know, things like high heels and wigs and ribbons and laces. And you've got a little bit of gender bending happening, men wearing makeup and styles in the courts. You know, you've got dress and accessories challenging the concept of what's natural, how art can compete with that and even triumph over the natural perhaps. You've got gloves trimmed with lace as well. Again, we've got a lot of lace coming through so cravats beauty spot as well coming through. You've got the powder face, the, the wig. Yeah. The makeup, the high heels. Okay. That's now. I actually found a lovely source, an Italian tailor from Bergamo during the Baroque era. The Italians like really had incredibly little tailors and tailoring techniques. And during this sort of Baroque era. He grumbles that since the French came to Italy not to cut but to ruin cloth in order to make fashionable clothes, it's neither possible to do our work well nor are our good rules respected anymore. We have completely lost the right to practice our craft. Nowadays though who disgracefully ruin our art and practice it worse than us are considered the most valuable and fashionable tailors. So we've got like this real sort of shift. You know, from Italian tailoring to sort of French and English tailoring as well. And they're not happy about it. No, they are not happy about it. And this idea that I was talking about before, we've got a lovely quote from an Italian fashion commentator sort of around the mid 17th century. His name's Lam Pugnani, and he mentions the two main fashions. meaning French and Spanish, the two powers that were ruling the Italian peninsula and gradually building their global colonial empires. And he says, “the two main fashions that we have just recorded when we mentioned Spanish and French fashion, enable me to notice strangeness, if not a madness residing in Italian brains, that without any reason to fall in love so greatly Or better, naturalize themselves with one of these two nations and forget that they are Italian. I often hear of ladies who come from France, where the beauty spot is in use not only for women, but also for men, especially young ones, so much so that their faces often appear with a strange fiction darkened and disturbed, not by beauty spots, but rather by big and ridiculous ones, or so it seems somebody who is not used to watching similar mode art”. So, you know, we've got people commentating and grumbling about these influences of Spain and France on Italian fashion and what it means to be Italian. When we sort of think about working people, like there's this trope in movie costuming of like peasant brown, you know, and sort of ordinary, you know, people, perhaps ordinary workers, you know, they weren't necessarily dressed. In brown, there are so many different shades of blue. You know, you get these really lovely palettes of like blues, and shades of blue, and yellows, and burgundies, and reds, as well as of course browns, and creams, and these sorts of palettes. So yeah, they're quite lovely. And I'm imagining even if you didn't have a lot of money, there's, I know there's a lot of flowers and roots and barks that you can, you can dye yourself. Yeah, definitely. And people did, people did. I can imagine if I was living back there and we, you know, we're like, Oh, I just, I want this blue skirt. And you'd go out and you'd get the blue skirt. The flowers you needed and yeah, definitely. And people would, or, you know, you can sort of, you know, like beetroot dyes and things like that. I mean, and it would fade, but then you can just like, you know, quickly dye it again. Yeah, or you do all sorts of things, you know, and really sort of inject colour and, people were also, you know, people were clean. To, you know, people did the best they could keep themselves clean, keep their homes clean. You know, we were talking about boiling linens to keep things fresh and get rid of things like fleas and lice. And people also used fur a lot in fashion. And you'd often like, you know, of course you'd get the wealthy people using the high end furs, but sometimes people would, you know, use cat fur in Holland, for example, people would trim their fur. Their garments and lined their garments with cat fur. Why not? Because, you know, that's sort of what they could afford. It was there. Yeah, people also would wear numerous layers of clothing as well because the heating wasn't always so great. Yeah. You know, at certain times of the year as well. So the more layers you had, the better. The more, the more warm and snug you could be. As do we in Sydney. Indeed. Indeed. Canadians complain of the biting cold here. I know. And it's like, dude, you've got to lay about us. It's a humid cold. It's awful. It's horrible. It just goes through everything. Anyway. It's awful. Yeah. So at the age of 19, Giovanni Battista Rogeri finds himself living in the lively and somewhat crowded household of Niccolo Amati. The master is in his early 60s and Giovanni Battista Rogeri also finds himself in the workshop alongside Niccolo Amati's son Girolamo II Amati, who is about 13 or 14 at this time. Cremona is a busy place, a city bursting with artisans and merchants. The Amati Workshop is definitely the place to be to learn the craft, but it soon becomes clear as Giovanni Battista Rogeri looks around himself in the streets that, thanks to Nicolo Amati, Cremona does indeed have many violin makers, and although he has had a good few years in the Amati Workshop, Learning and taking the young Girolamo II Amati the second under his wing more and more as his father is occupied with other matters. He feels that his best chances of making a go of it would be better if he moved on and left Cremona and her violin makers. There was Girolamo II Amati who would take over his father's business. There were the Guarneri's around the corner. There was that very ambitious Antonio Stradivari who was definitely going to make a name for himself. And then there were the Rugeri family, Francesco Rugeri and Vincenzo Rugeri whose name was so familiar to his, people were often asking if they were related. No, it was time to move on, and he knew the place he was headed. Emily Brayshaw. So, you've also got, like, a lot of artisans moving to Brescia as well, following the Venetian ban on foreign Fustian sold in the territory. So Fustian is, like, a blend of various things. Stiff cotton that's used in padding. So if you sort of think of, for example someone like Henry VIII, right? I can't guarantee that his shoulder pads back in the Renaissance were from Venetian Fustian, but they are sort of topped up and lined with this really stiff Fustian to give like these really big sort of, Broad shoulders. That's how stiff this is. So, Venice is banning foreign fustians, which means that Cremona can't be sold in these retail outlets. So, Ah, so, and was that sort of That's fabric, but did that mirror the economy that Brescia was doing better than Cremona at this point? Do you, do you think? Because of that? Well, people go where the work is. Yeah. Cause it's interesting because you've got Francesco Ruggeri, this family that lives in Cremona. Yeah. And then you have about 12 to 20 years later, you have another maker, Giovanni Battista Rogeri. Yeah. He is apprenticed to Niccolo Amati. So he learns in Cremona. And then he's in this city full of violin makers, maybe, and there's this economic downturn, and so it was probably a very wise decision. He's like, look, I'm going to Brescia, and he goes to Brescia. He would have definitely been part of this movement of skilled workers and artisans to Brescia at that time, sort of what happening as well. So, you know, there's all sorts of heavy tolls on movements of goods and things like that. And essentially it collapses. And they were, and they were heavily taxed as well. Yeah, definitely. Definitely. It was the fabulous city of Brescia. He had heard stories of the city's wealth, art, music and culture, famous for its musicians and instrument makers. But the plague of 1630 had wiped out almost all the Luthiers and if ever there was a good time and place to set up his workshop, it was then and there. So bidding farewell to the young Girolamo Amati, the older Nicolò Amati and his household, where he had been living for the past few years. The young artisan set out to make a mark in Brescia, a city waiting for a new maker, and this time with the Cremonese touch. Almost halfway between the old cathedral and the castle of Brescia, you will find the small yet lovely Romanesque church of San Giorgio. Amidst paintings and frescoes of Christ, the Virgin and the Saints, there stands a solemn yet nervous young couple, both in their early twenties. Beneath the domed ceiling of the church, the seven angels of the Apocalypse gaze down upon them, a constant reminder that life is fragile, and that plague, famine and war are ever present reminders of their mortality. But today is a happy one. The young Giovanni Battista Rogeri is marrying Laura Testini. And so it was that Giovanni Battista Rogeri moved to Brescia into the artisanal district and finds himself with a young wife, Laura Testini. She is the daughter of a successful leather worker and the couple most probably lived with Laura's family. Her father owned a house with eight rooms and two workshops. This would have been the perfect setup for the young Giovanni to start his own workshop and get down to business making instruments for the people of Brescia. He could show off his skills acquired in Cremona, and that is just what he did. Since the death of Maggini, there had not been any major instrument making workshops in Brescia. Florian Leonhard Here I talk to Florian Leonhard about Giovanni Battista Rogeri's move to Brescia and his style that would soon be influenced by not only his Cremonese training, but the Brescian makers such as Giovanni Paolo Maggini I mean, I would say in 1732. The Brescian violin making or violin making was dead for a bit, so until the arrival of Giovanni Battista Rogeri, who came with a completely harmonised idea, into town and then adopted features of Giovanni Paolo Maggini and Gasparo da Salo. I cannot say who, probably some Giovanni Paolo Maggini violins that would have been more in numbers available to him, have influenced his design of creating an arching. It's interesting that he instantly picked up on that arching because Giovanni Battista Rogeri always much fuller arched. The arching rises much earlier from the purfling up. Right. So he came from the Cremonese tradition, but he adopted the, like, the Brescian arching idea. He, he came from Niccolo Amati and has learned all the finesse of construction, fine making, discipline, and also series production. He had an inside mould, and he had the linings, and he had the, all the blocks, including top and bottom block. And he nailed in the neck, so he did a complete package of Cremonese violin making and brought that into Brescia, but blended it in certain stylistics and sometimes even in copies with the Brescian style. For a long time, we have had Before dendrochronology was established, the Giovanni Paolo Magginis were going around and they were actually Giovanni Battista Rogeris. Brescia at this time was still a centre flourishing in the arts and despite the devastation of the plague almost 30 years ago, it was an important city in Lombardy and was in the process of undergoing much urban development and expansion. When Giovanni Rogeri arrived in the city, There were efforts to improve infrastructure, including the construction of public buildings, fortifications and roads. The rich religious life of the city was evident, and continued to be a centre of religious devotion at this time, with the construction and renovation of churches in the new Baroque style. The elaborate and ornate designs were not only reserved for churches, but any new important building projects underway in the city at this time. If you had yourself the palace in the Mula, you were definitely renovating in the Baroque style. And part of this style would also be to have a collection of lovely instruments to lend to musicians who would come and play in your fancy new pad. Strolling down the colourful streets lined with buildings covered in painted motifs, people were also making a statement in their choice of clothing. Another thing that the very wealthy women were wearing are these shoes called Chopines, which are like two foot tall. And so you've got like this really exaggerated proportions as well. Very tall. I mean. Very tall, very wide. So taking up a lot of space. I'm trying to think of the door, the doorways that would have to accommodate you. Yes. How do you fit through the door? So a lot of the time women would have to stoop. You would need to be escorted by either servants. And then you'd just stand around. I did find some discussions of fashion in the time as well. Commentators saying, well, you know, what do we do in northern France? We either, in northern Italy, sorry, we either dress like the French, we dress like the Spanish, why aren't we dressing like Italians? And kind of these ideas of linking national identity through the expression of dress in fashion. So, we're having this But did you want to, was it fashionable to be to look like the French court or the, to look like the Spanish court. Well, yeah, it was, it was fashionable. And this is part of what people are commenting about as well. It's like, why are we bowing to France? Why are we bowing to Italy? Sorry. Why are we bowing to Spain? Why don't we have our own national Italian identity? And we do see like little variations in dress regionally as well. You know, people don't always. Dress exactly how the aristocracy are dressing. You'll have your own little twists, you'll have your own little trimmings, you'll have your own little ways and styles. And there are theories in dress about trickle down, you know, like people are trying to emulate the aristocracy, but they're not always. Trying to do that. Well, yeah, it's not practical if you're living, you know, if you're and you financially you can't either like some of these Outfits that we're talking about, you know with one of these hugh like the Garde in Fanta worn by Marie Theresa that outfit alone would have cost in today's money like more than a million dollars You can't copy these styles of dress, right? So what you've got to do is, you know, make adjustments. And also like a lot of women, like you, these huge fashion spectacles worn at court. They're not practical for working women either. So we see adaptations of them. So women might have a pared down silhouette and wear like a bum roll underneath their skirts and petticoats and over the top of the stays. And that sort of gives you a little nod to these wider silhouettes, but you can still move, you can still get your work done, you can still, you know, do things like that. So that's sort of what's happening there. Okay, so now we find a young Giovanni Battista Rogeri. He has married a local girl and set up his workshop. Business will be good for this maker, and no doubt thanks to the latest musical craze to sweep the country. I'm talking about opera. In the last episodes on Francesco Ruggeri, I spoke to Stephen Mould, the composer. at the Sydney Conservatorium about the beginnings of opera and the furore in which it swept across Europe. And if you will remember back to the episodes on Gasparo Da Salo at the beginning of the Violin Chronicles, we spoke about how Brescia was part of the Venetian state. This is still the case now with Giovanni Battista Rogeri and this means that the close relationship with Venice is a good thing for his business. Venice equals opera and opera means orchestras and where orchestras are you have musicians and musicians have to have an instrument really, don't they? Here is Stephen Mould explaining the thing that is opera and why it was so important to the music industry at the time and instrument makers such as our very own Giovanni Battista Rogeri. Venice as a place was a kind of Gesamtkunstwerk. Everything was there, and it was a very, it was a very modern type of city, a trading city, and it had a huge emerging, or more than emerging, middle class. People from the middle class like entertainment of all sorts, and in Venice they were particularly interested in rather salacious entertainments, which opera absolutely became. So the great thing of this period was the rise of the castrato. Which they, which, I mean, it was, the idea of it is perverse and it was, and they loved it. And it was to see this, this person that was neither man nor, you know, was in a way sexless on the stage singing and, and often singing far more far more virtuosically than a lot of women, that there was this, there was this strange figure. And that was endlessly fascinating. They were the pop stars of their time. And so people would go to the opera just to hear Farinelli or whoever it was to sing really the way. So this is the rise of public opera. As opposed to the other version. Well, Orfeo, for example, took place in the court at Mantua, probably in the, in the room of a, of a palace or a castle, which wouldn't have been that big, but would have been sort of specially set up for those performances. If I can give you an idea of how. Opera might have risen as it were, or been birthed in Venice. Let's say you've got a feast day, you know, a celebratory weekend or few days. You're in the piazza outside San Marco. It's full of people and they're buying things, they're selling things, they're drinking, they're eating, they're having a good time. And all of a sudden this troupe of strolling players comes into the piazza and they start to put on a show, which is probably a kind of comedia dell'arte spoken drama. But the thing is that often those types of traveling players can also sing a bit and somebody can usually play a lute or some instrument. So they start improvising. Probably folk songs. Yeah. And including that you, so you've kind of already there got a little play happening outside with music. It's sort of like a group of buskers in Martin place. It could be very hot. I mean, I've got a picture somewhere of this. They put a kind of canvas awning with four people at either corner, holding up the canvas awning so that there was some sort of shade for the players. Yeah. That's not what you get in a kid's playground these days. You've almost got the sense. Of the space of a stage, if you then knock on the door of one of the palazzi in, in Venice and say to, to the, the local brew of the, of the aristocracy, look, I don't suppose we could borrow one of your rooms, you know, in your, in your lovely palazzo to, to put on a, a, a show. Yeah, sure. And maybe charged, maybe didn't, you know, and, and so they, the, the very first, it was the San Cassiano, I think it was the theatre, the theatre, this, this room in a, in a palace became a theatre. People went in an impresario would often commission somebody to write the libretto, might write it himself. Commissioner, composer, and they put up some kind of a stage, public came in paid, so it's paying to come and see opera. Look, it's, it's not so different to what had been going on in England in the Globe Theatre. And also the, the similar thing to Shakespeare's time, it was this sort of mixing up of the classes, so everything was kind of mixed together. And that's, that's why you get different musical genres mixed together. For example, an early something like Papaya by Monteverdi, we've just done it, and from what, from what I can gather from the vocal lines, some of the comic roles were probably these street players, who just had a limited vocal range, but could do character roles very well, play old women, play old men, play whatever, you know, caricature type roles. Other people were Probably trained singers. Some of them were probably out of Monteverdi's chorus in San Marco, and on the, on when they weren't singing in church, they were over playing in the opera, living this kind of double life. And That's how opera started to take off. Yeah, so like you were saying, there are different levels. So you had these classical Greek themes, which would be more like, you're an educated person going, yes, yes, I'm seeing this classical Greek play, but then you're someone who'd never heard of Greek music. The classics. They were there for the, you know, the lively entertainment and the sweet performers. Yes. So the, the, the Commedia dell'arte had, had all these traditional folk tales. Then you've got all of the, all of the ancient myths and, and, and so forth. Papaya was particularly notable because it was the first opera that was a historical opera. So it wasn't based on any ancient myths or anything. It was based on the life of Nero and Papaya. And so they were real life a few hundred years before, but they were real. It was a real historical situation that was being enacted on the stage. And it was a craze. That's the thing to remember is. You know, these days people have to get dressed up and they have to figure out how they get inside the opera house and they're not sure whether to clap or not and all of this sort of stuff and there's all these conventions surrounding it. That wasn't what it was about. It was the fact that the public were absolutely thirsty for this kind of entertainment. Yeah. And I was seeing the first, so the first opera house was made in in about 1637, I think it was. And then by the end of Monteverdi's lifetime, they said there were 19 opera houses in Venice. It was, like you were saying, a craze that just really took off. They had a few extra ones because they kept burning down. That's why one of them, the one that, that is, still exists today is called La Fenice. It keeps burning down as well, but rising from the ashes. Oh, wow. Like the, yeah, with the lighting and stuff, I imagine it's So, yeah, because they had candles and they had, you know, Yeah, it must have been a huge fire hazard. Huge fire hazard, and all the set pieces were made out of wood or fabric and all of that. Opera houses burning down is another big theme. Oh yeah, it's a whole thing in itself, yeah. So then you've got These opera troupes, which are maybe a little, something a little bit above these commedia dell'arte strolling players. So, you've got Italy at that time. Venice was something else. Venice wasn't really like the rest of Italy. You've got this country which is largely agrarian, and you've got this country where people are wanting to travel in order to have experiences or to trade to, to make money and so forth. And so, first of all if an opera was successful, it might be taken down to Rome or to Naples for people to hear it. You would get these operas happening, happening in different versions. And then of course, there was this idea that you could travel further through Europe. And I, I think I have on occasion, laughingly. a couple of years ago said that it was like the, the latest pandemic, you know, it was, but it was this craze that caught on and everybody wanted to experience. Yeah. So you didn't, you didn't have to live in Venice to see the opera. They, they moved around. It was, it was touring. Probably more than we think. That, that, that whole period, like a lot of these operas were basically unknown for about 400 years. It's only, the last century or so that people have been gradually trying to unearth under which circumstances the pieces were performed. And we're still learning a lot, but the sense is that there was this sort of network of performers and performance that occurred. And one of the things that Monteverdi did, which was, which was different as well, is that before you would have maybe one or two musicians accompanying, and he came and he went, I'm taking them all. And he created sort of, sort of the first kind of orchestras, like lots of different instruments. They were the prototypes of, of orchestras. And Look, the bad news for your, the violin side of your project, there was certainly violins in it. It was basically a string contingent. That was the main part of the orchestra. There may have been a couple of trumpets, may have been a couple of oboe like instruments. I would have thought that for Venice, they would have had much more exotic instruments. But the, the, the fact is at this time with the public opera, what became very popular were all of the stage elements. And so you have operas that have got storms or floods or fires. They simulated fires. A huge amount of effort went into painting these very elaborate sets and using, I mean, earlier Leonardo da Vinci had been experimenting with a lot of how you create the effect of a storm or an earthquake or a fire or a flood. There was a whole group of experts who did this kind of stuff. For the people at the time, it probably looked like, you know, going to the, the, the first big movie, you know, when movies first came out in the 20s, when the talkies came out and seeing all of these effects and creating the effects. When we look at those films today, we often think, well, that's been updated, you know, it's out of date, but they found them very, very, very compelling. What I'm saying is the money tended to go on the look of the thing on the stage and the orchestra, the sound of the orchestras from what we can gather was a little more monochrome. Of course, the other element of the orchestra is the continuo section. So you've got the so called orchestra, which plays during the aria like parts of the opera, the set musical numbers. And you've got the continuo, which is largely for the rest of the team. And you would have had a theorbo, you would have had maybe a cello, a couple of keyboard instruments, lute. It basically, it was a very flexible, what's available kind of. Yeah, so there was they would use violines, which was the ancestor of the double bass. So a three stringed one and violins as well. And that, and what else I find interesting is with the music, they would just, they would give them for these bass instruments, just the chords and they would improvise sort of on those. Chords. So every time it was a little bit different, they were following a Yes. Improvisation. Yeah. So it was kind of original. You could go back again and again. It wasn't exactly the same. And look, that is the problem with historical recreation. And that is that if you go on IMSLP, you can actually download the earliest manuscript that we have of Papaya. And what you've got is less than chords, you've got a baseline. Just a simple bass line, a little bit of figuration to indicate some of the chords, and you've got a vocal line. That's all we have. We don't actually know, we can surmise a whole lot of things, but we don't actually know anything else about how it was performed. I imagine all the bass instruments were given that bass line, and like, Do what you want with that. So yeah, it would, and it would have really varied depending on musicians. Probably different players every night, depending on, you know, look, if you go into 19th century orchestras, highly unreliable, huge incidents of drunkenness and, you know, different people coming and going because they had other gigs to do. Like this is 19th century Italian theatres at a point where, you know, It should have been, in any other country, it would have, Germany had much better organized you know, orchestral resources and the whole thing. So it had that kind of Italian spontaneity and improvised, the whole idea of opera was this thing that came out of improvisation. Singers also, especially the ones that did comic roles, would probably improvise texts, make them a bit saucier than the original if they wanted for a particular performance. All these things were, were open. And this brings us to an end of this first episode on Giovanni Battista Rogeri. We have seen the young life of this maker setting out to make his fortune in a neighbouring city, alive with culture and its close connections to Venice and the world of opera. I would like to thank my lovely guests Emily Brayshaw, Stephen Mould and Florian Leonhardt for joining me today.
In this second episode on Giovanni Battista Rogeri we look at his family and children. Living in Brescia also meant that Rogeri was in the heart of an Opera loving people close to Venice and an exciting time musically and instrumentally.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il battesimo di Gesù1 Qui comincia la storia meravigliosa di Gesù Cristo, Figlio di Dio.2 Nel libro scritto dal profeta Isaia Dio annunciò che avrebbe mandato sulla terra suo Figlio e che un messaggero speciale lo avrebbe preceduto per preparare il mondo al suo arrivo.3 «Questo messaggero grida nellʼarido deserto», aveva detto Isaia «e dice a tutti di cambiare vita, per essere pronti allʼarrivo del Signore».Giovanni Battista4 Questo messaggero era Giovanni Battista. Egli viveva nel deserto e insegnava che tutti dovevano farsi battezzare per dimostrare pubblicamente di non voler più peccare e poter ottenere così il perdono di Dio.5 Da Gerusalemme e da tutta la Giudea la gente accorreva nel deserto di Giudea per vedere ed ascoltare Giovanni e, quando qualcuno confessava i propri peccati, egli lo battezzava nel fiume Giordano. 6 Giovanni portava un vestito fatto di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai fianchi; locuste e miele selvatico erano il suo cibo. 7 Ecco un esempio della sua predicazione:«Dopo di me, arriverà qualcuno molto più importante di me, tanto più grande che io non sono degno nemmeno di essere il suo schiavo. 8 Io vi battezzo con lʼacqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo di Dio!»9 Proprio in quel periodo, da Nazaret in Galilea arrivò Gesù, e fu battezzato da Giovanni nel fiume Giordano. 10 Nel preciso istante in cui Gesù uscì dallʼacqua, egli vide il cielo aprirsi e lo Spirito Santo sotto forma di colomba scendere su di lui. 11 E una voce dal cielo disse: «Tu sei il mio amato Figlio, tu sei il mio dilettoSupport the showSupport the show
Oggi: Cristo predice la Sua passione9 Mentre scendevano dal monte, egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, finché non fosse risorto.10 Poi i discepoli chiesero a Gesù: «Perché i capi giudei dicono che Elia deve ritornare prima che venga il Messia?» 11 Gesù rispose: «Hanno ragione. Elia deve venire per rimettere ogni cosa in ordine. 12 Per la verità, Elia è già venuto, ma non lʼhanno riconosciuto, anzi, è stato maltrattato da molti. Ed anchʼio, il Messia, dovrò soffrire per loro mano».13 I discepoli allora capirono che stava parlando di Giovanni Battista.Gesù sulla terra14 Quando arrivarono in mezzo alla folla che li aspettava, un uomo si avvicinò, sʼinginocchiò davanti a Gesù e disse: 15 «Signore, abbi pietà di mio figlio! È un malato mentale e soffre molto, perché quando ha una crisi spesso cade nel fuoco o nellʼacqua.16 Lʼho portato ai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».17 Allora Gesù rispose: «Gente malvagia e senza fede! Fino a quanto resterò con voi? Per quanto ancora dovrò sopportarvi? Portatemi qui il ragazzo». 18 Poi rimproverò il demonio che era nel ragazzo e quello lo lasciò. Da quel momento il ragazzo stette bene.19 Più tardi, i discepoli chiesero in privato a Gesù: «Perché non siamo riusciti a cacciare quel demonio?»20 «Per la vostra poca fede», spiegò loro Gesù. «Basterebbe una fede piccola come un granellino di senape, e potreste dire a questa montagna “Spostati!” E si sposterebbe. Niente sarebbe impossibile. 21 Ma questo tipo di demonio non si può scacciare, se non con la preghiera e il digiuno».22-23 Un giorno, mentre erano ancora in Galilea, Gesù disse loro: «Sto per essere tradito e consegnato a quelli che vogliono uccidermi, ma il terzo giorno dopo la mia morte risusciterò». A queste parole i discepoli si rattristarono.24 Quando giunsero a Cafarnao, lʼesattore delle tasse del tempio sʼavvicinò a Pietro e gli chiese: «Non paga le tasse il vostro padrone?»25 «Certo che le paga!» rispose Pietro. Poi entrò in casa per riferire a Gesù lʼaccaduto, ma prima che avesse tempo di parlare, Gesù gli chiese:«Che ne pensi Simone? Da chi devono esigere le tasse i re: dai sudditi o dagli stranieri vinti in guerra?»26-27 «Dagli stranieri», rispose Pietro. «Bene», continuò Gesù, «allora i sudditi ne sono esenti! Nonostante ciò, non dobbiamo urtare le autorità, perciò vai sulla spiaggia e getta lʼamo. Apri la bocca al primo pesce che prenderai, vi troverai dentro una moneta sufficiente a pagare le tasse per me e per te. Prendila e pagaleSupport the show
Oggi: Il Battista dubita il Cristo11 Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.Domanda di Giovanni Battista e testimonianza che gli rende Gesù2 Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: 3 «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». 4 Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: 5 I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, 6 e beato colui che non si scandalizza di me». 7 Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8 Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! 9 E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. 10 Egli è colui, del quale sta scritto:Ecco, io mando davanti a te il mio messaggeroche preparerà la tua via davanti a te.11 In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12 Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13 La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14 E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. 15 Chi ha orecchi intenda.Support the show
13 Partiti i magi, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe. «Àlzati e fuggi in Egitto col bambino e sua madre», disse lʼangelo, «e restaci finché non ti dirò di ritornare, perché il re Erode cercherà di uccidere il bimbo!» 14 Quella notte stessa Giuseppe partì con Maria e il bambino per lʼEgitto, 15 dove rimasero fino alla morte di Erode. Così sʼavverava la predizione del profeta: «Ho chiamato mio figlio dallʼEgitto».La strage degli innocenti16 Erode andò su tutte le furie quando venne a sapere che i magi si erano presi gioco di lui. Mandò i suoi soldati a Betlemme e ordinò loro di uccidere tutti i bambini maschi al di sotto dei due anni, sia in città che nelle campagne circostanti, perché i magi gli avevano detto che la stella era apparsa loro due anni prima. 17 Con questa brutale azione di Erode si avverava la profezia di Geremia: 18 «Grida di dolore si odono da Rama, un pianto irrefrenabile; è Rachele sconsolata che piange per i suoi figli, perché sono morti».19 Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: 20 «Àlzati e riporta il bambino e sua madre in Israele, perché ormai quelli che volevano uccidere il bimbo sono tutti morti».21 E Giuseppe ritornò immediatamente in Israele con Gesù e sua madre. 22 Ma, sulla via del ritorno, apprese con timore che il nuovo re era Archelao, figlio di Erode. Sempre in sogno, fu avvertito di non tornare in Giudea; si stabilirono allora tutti e tre in Galilea, 23 a Nazaret. Si realizzava così la predizione del profeta concernente il Messia: «Egli sarà chiamato Nazareno».Giovanni Battista3 Mentre vivevano a Nazaret, Giovanni Battista cominciò a predicare nel deserto della Giudea. 2 «Finitela coi vostri peccati!», ammoniva continuamente. «Volgetevi a Dio, perché il Regno dei Cieli arriverà presto!» 3 Il profeta Isaia aveva parlato secoli prima del ministero di Giovanni. Di lui aveva scritto: «Sento un grido dal deserto: “preparate la strada per il Signore, raddrizzate il sentiero dove Egli camminerà!”»4 Giovanni portava un vestito fatto di pelo di cammello, trattenuto ai fianchi da una cintura di cuoio; il suo cibo era costituito da locuste e miele selvatico. 5 Gente da Gerusalemme, da tutta la valle del Giordano e da ogni parte della Giudea affluiva nel deserto per sentirlo predicare e 6 coloro che confessavano i loro peccati venivano battezzati da Giovanni nel fiume Giordano.7 Ma, quando vide un gran numero di Farisei e di Sadducei, che venivano per essere battezzati, li apostrofò:«Razza di serpenti, chi vi ha detto che scamperete allʼira di Dio che incombe su di voi? 8 Prima di essere battezzati, dovete provare coi fatti che vi siete allontanati dal peccato; 9 non crediate di farla franca, pensando “Siamo al sicuro, perché siamo Giudei, discendenti di Abramo”! Questo non prova niente. Dio può cambiare questi sassi in altrettanti Giudei! 10 La scure del giudizio di Dio è già alla radice degli alberi e ogni albero che non produce frutti sarà tagliato e bruciato.Support the show
Nel tradizionale discorso per gli auguri di Natale il Papa riflette su tre verbi che devono costituire l'essenza della missione di chi lavora a servizio della Chiesa universale: ascoltare come Maria “in ginocchio”, discernere come Giovanni Battista lasciando spazio a Dio oltre i pregiudizi, camminare come i Magi senza perdersi nei labirinti della rigidità e mediocrità. Francesco alla Curia: solo chi ama non smette di camminare verso la verità - Vatican News --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/esercizi-spirituali/message
This is a special day for Redemptorists around the world. On this day, 291 years ago, our founder, St. Alphonsus Liguori and five companions; Fr. Giovanni Mazzini, Vincencio Mannarini, Fr. Piatro Romano, fifty-year old Giovanni Battista de Donato, and aspirant to the priesthood, Silvestro Tosquez, gathered around a humble altar with Bishop Falcoia presiding and began the Congregation of the Most Holy Savior. It was soon made known that there was another religious congregation with the name, Holy Savior, so the name was changed to the Congregation of the Most Holy Redeemer, commonly known as the Redemptorists. You can imagine the scene when thirty-six-year-old Alphonsus left his family behind in Naples. There were tears, of course, but he was determined to leave his Neapolitan gentleman's life behind. He left on a donkey with two companions by his side. They were headed for the mountain village of Scala on the Amalfi Coast of Italy. They did not stop at the beautiful cathedral of Scala that could hold 2,000 worshippers or more, but continued up the rough mountain pass to where the goats and the shepherds lived. There they stopped at a small monastery of nuns and met their other friends. The nuns gave them shelter and they prepared themselves for the founding of the Congregation on November 9th, intentionally selecting the date of the Dedication of the Church of Rome, the great Lateran Basilica, which was also called the Church of the Holy Savior. Tuesday, November 6th, Wednesday, November 7th, and Thursday, November 8th, were spent in prayer in front of the Blessed Sacrament. On these three successive days they were blessed with a vision in the Sacred Host of a cross that first appeared black, then changed to blood red, and then to white. On the cross was Our Savior, Jesus Christ, with the instruments of his crucifixion by his side; the spear, sponge, and nails. If they had any doubt about the start of this new adventure, this sign from God dismissed all fears. The vision of our Lord in the Host led to the motto of the Redemptorists from Psalm 130: “Copiosa apud eum redemptio” (“With Him there is plentiful redemption”). The Congregation was approved by Pope Benedict XIV on February 25, 1749. From small beginnings, God has blessed the work and vision of St. Alphonsus. Today we number almost 5,000 men in over 80 countries. We are still reaching out to the poor and abandoned people of our world through parish missions, retreats, teaching moral theology, ministering in parishes, and in many other charitable works. The message of plentiful redemption has been enhanced by lay women and men who share their gifts with us and are aptly called, Partners in Mission. Together with the Redemptoristines, the marvelous contemplative order of nuns who share in all that we do, we look forward to future bright with promise. Every member, whether they be Partners in Mission, Redemptoristine nuns, or the religious brothers and priests of our Congregation - we all began our journey with a silent “yes” to the call of our Savior. There is work for you, too. Might God be leading you to a decision today?
The history of music-making in Rome tends to focus on Renaissance polyphony, with an occasional nod to the Baroque thereafter. But thanks to composers like Giovanni Battista Casali (1715–92), choral music continued to flourish in Roman churches and other religious establishments in the eighteenth century, too, until Napoleon's occupation broke many of its traditions. Casali's music, though, is as good as unknown, and this pioneering recording reveals a composer at home in the galant style – with a surprising fondness for the occasional dissonance.Tracks Confitebor tibi, Domine (2:02) Comedetis carnes (2:54) Adiuva nos, Deus (2:18) Improperium expectavit* (2:34) Tantum ergo (3:38) Christum regem adoremus (2:37) Ad te levavi (2:38) Ave Maria a4 (3:38) Exaltabo te (2:50) Hodie nobis de caelo (2:23) Quem vidistis pastores (2:36) Constitues eos (2:13) Ave Maria a8 (4:05) Justus ut palma (2:45) Scapulis suis (3:32) Caro mea, vere est cibus (3:18) Haec dies (2:39) Memoria fecit (Confitebor in D)(2:22) Gloria Patri (Confitebor in D) (3:26) All Except * First RecordingsHelp support our show by purchasing this album at:Downloads (classicalmusicdiscoveries.store) Classical Music Discoveries is sponsored by Uber. @CMDHedgecock#ClassicalMusicDiscoveries #KeepClassicalMusicAlive#CMDGrandOperaCompanyofVenice #CMDParisPhilharmonicinOrléans#CMDGermanOperaCompanyofBerlin#CMDGrandOperaCompanyofBarcelonaSpain#ClassicalMusicLivesOn#Uber#AppleClassical Please consider supporting our show, thank you!Donate (classicalmusicdiscoveries.store) staff@classicalmusicdiscoveries.com This album is broadcast with the permission of Sean Dacy from Rosebrook Media.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Giovanni Battista- la voce nel deserto14 E Cristo divenne uomo e visse qui sulla terra, fra noi, pieno di grazia e di verità. E alcuni di noi hanno visto la sua gloria, la gloria del Figlio unico del Padre Celeste.LʼAgnello di Dio15 Giovanni lo indicò alla gente, dicendo: «Ecco colui al quale mi riferivo, quando dissi: “Sta arrivando qualcuno, che è molto più grande di me, perché esisteva già molto tempo prima che io nascessi!”» 16 Noi tutti abbiamo avuto benefici dalle ricche benedizioni che Cristo ci ha portato; una benedizione dopo lʼaltra. 17 Infatti Mosè ci diede la legge, mentre Gesù Cristo ci ha portato la verità e un perdono pieno dʼamore. 18 Nessuno ha mai realmente visto Dio, eccetto il suo unico Figlio, perché egli è intimamente unito al Padre, ed è lui che ce lʼha fatto conoscere.19 I capi giudei mandarono da Gerusalemme dei sacerdoti con i loro aiutanti, per chiedere a Giovanni: «Sei tu il Messia?»20 Giovanni disse la verità: «Non sono io il Cristo!»21 «Ebbene, chi sei tu allora?» gli chiesero. «Sei Elia?»«No», rispose Giovanni.«Sei un profeta, allora?»«No».22 «Chi sei, dunque? Diccelo, così possiamo rispondere a quelli che ci hanno mandato. Che dici sul tuo conto?»23 Giovanni rispose: «Come disse il profeta Isaia, io sono “una voce che grida nel deserto: tenetevi pronti per lʼarrivo del Signore!”Support the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il Verbo fatto carneLa luce del mondo1 Prima che esistesse qualsiasi altra cosa, cʼera Cristo. 2 Egli era con Dio. Vive da sempre, ed egli stesso è Dio. 3 Egli ha creato tutte le cose; non cʼè nulla che non sia stato fatto da lui. 4 In lui cʼè la vita eterna, e questa vita dà luce a tutta lʼumanità. 5 La sua vita è la luce che splende nelle tenebre, ma le tenebre non lʼhanno ricevuta.6-7 Dio mandò Giovanni Battista per testimoniare che Gesù Cristo era la vera luce. 8 Lo stesso Giovanni non era la luce; era soltanto un testimone, che poteva riconoscerla e parlarne, perché tutti credessero. 9 Veniva nel mondo colui che è la vera luce per illuminare ogni essere umano.10 Benché fosse stato lui a creare il mondo, il mondo non lo riconobbe, quando venne.11-12 Non fu accettato neppure nel proprio paese, fra la sua gente, i Giudei. Soltanto pochi lʼavrebbero accolto e ricevuto. Ma a tutti quelli che lo hanno accolto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio. Tutto ciò che devono fare è credere che Cristo è la loro salvezza. 13 Chi crede in questo, nasce di nuovo. Non si tratta di una rinascita fisica, risultante da un progetto dellʼuomo, o dalla sua passione, ma di una nascita spirituale per volontà di Dio.Support the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Gesu' riprende Simone il fariseo 31 «Che posso dire degli uomini dei nostri tempi?» chiese Gesù. «A che cosa potrei paragonarli? 32 Mi sembrano quei bambini che giocano nella piazza e si lamentano così coi loro amici: “Non vi piace se giochiamo agli sposi e non vi piace se giochiamo al funerale!” 33 Lo stesso fate anche voi: perché, prima è venuto Giovanni Battista, che spesso digiuna e non beve vino, e voi dite: “Deve essere matto!” 34 Poi sono venuto io, che mangio e bevo, e voi dite: “Ma che mangione è quel Gesù! E come beve! E che cattive compagnie frequenta!” 35 Ma la sapienza di Dio si rivela vera dai suoi frutti».36 Un giorno, un fariseo invitò Gesù a pranzo a casa sua ed egli accettò lʼinvito. Mentre si sedevano per mangiare, 37 una donna, una prostituta di quel villaggio seppe che Gesù stava là e venne, portando un vasetto di alabastro, pieno di costoso profumo. 38 Entrò, sʼinginocchiò dietro di lui, ai suoi piedi e, piangendo, glieli bagnava di lacrime e poi li asciugava con i suoi capelli, baciandoli e ribaciandoli, mentre li cospargeva di profumo.39 Quando il fariseo che lo aveva invitato vide ciò che stava accadendo e riconobbe la donna, pensò: «Questa è la prova che Gesù non è un profeta, perché se fosse veramente mandato da Dio, saprebbe di che risma è questa donna!»40 Gesù, allora, si voltò verso di lui e gli disse: «Simone, devo dirti una cosa».«Bene, Maestro», rispose Simone, «Dimmi!»41 Allora Gesù gli raccontò questa storia: «Un tale prestò dei soldi a due persone: 500 denari ad uno e 50 a un altro. 42 Ma nessuno di loro poté restituire i soldi, così egli passò sopra alla cosa e lasciò che si tenessero il denaro. Secondo te, chi dei due gli sarà stato più riconoscente dopo questʼatto generoso?»43 «Senzʼaltro quello che gli doveva di più», rispose Simone. «Giusto», fu dʼaccordo Gesù.44 Poi, voltandosi verso la donna, disse a Simone: «Guarda, vedi questa donna inginocchiata? Quando sono entrato in casa tua, tu non ti sei nemmeno preso il disturbo di darmi un poʼ dʼacqua per lavarmi i piedi, invece lei me li ha lavati con le sue lacrime e me li ha asciugati con i suoi capelli.45 Tu non mi hai dato il tradizionale bacio di saluto, lei invece, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi e ribaciarmi i piedi.46 Tu hai trascurato la rituale cortesia di ungermi il capo con lʼolio dʼoliva, mentre lei mi ha cosparso i piedi di profumo prezioso.47 Dunque, i suoi peccati, anche se sono molti, le sono perdonati, perciò questa donna mi ha dimostrato molto amore. Ma quelli a cui è perdonato poco, dimostrano meno amore».48 Poi, rivolto alla donna, disse: «I tuoi peccati ti sono perdonati».49 Allora glʼinvitati che erano a tavola con lui, dissero fra di loro: «Ma chi crede di essere costui, che se ne va in giro a perdonare i peccati?»50 Ma Gesù disse alla donna: «La tua fede ti ha salvato. Vaʼ in pace!»Support the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Gesu' risuscita il figlio di Nain 11 Non molto tempo dopo, Gesù andò con i suoi discepoli nel villaggio di Naim e, come al solito, una gran folla lo seguiva. 12 In prossimità della porta del villaggio, ecco passare un funerale. Il morto era lʼunico figlio di una vedova, e molte persone accompagnavano, piangendo, la povera donna.13 Quando il Signore la vide, ebbe pietà di lei. «Non piangere!» le disse. 14 Poi si avvicinò alla bara e la toccò.I portatori si fermarono. «Ragazzo», disse Gesù, «sono io che te lo dico: àlzati!»15 Il ragazzo si alzò a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo restituì alla madre.16 Tutti furono presi da gran timore e si misero a lodare Dio, esclamando: «Un potente profeta è sorto fra noi!» e ancora: «Oggi abbiamo visto allʼopera la mano di Dio!»17 La notizia di questi fatti corse da un estremo allʼaltro della Giudea, e perfino oltre i suoi confini.Gesù e Giovanni18 Ben presto i discepoli di Giovanni Battista vennero a conoscenza di tutto ciò che Gesù stava facendo. Quando lo riferirono a Giovanni, 19 questi mandò due dei suoi discepoli da Gesù per chiedergli: «Sei davvero tu il Messia che deve venire? O dobbiamo continuare ad aspettarlo?»20-22 I due discepoli trovarono Gesù che stava guarendo molte persone dalle più diverse malattie. Risanava gli zoppi e i ciechi, e cacciava gli spiriti maligni. Quando gli riferirono le parole di Giovanni, Gesù rispose: «Tornate e raccontategli tutto ciò che avete visto e udito qui oggi: i ciechi possono vedere, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi possono udire, i morti risuscitano e i poveri possono udire il Vangelo della salvezza. 23 E ditegli anche: “Beato chi non si sarà scandalizzato di me!”»24 Partiti i discepoli di Giovanni, Gesù cominciò a parlare alla folla di lui. «Chi è costui che siete andati a vedere nel deserto della Giudea?» chiese loro: «Un uomo debole come un filo dʼerba, mosso dal minimo alito di vento? 25 No! E allora che cosa siete andati a vedere? Un uomo drappeggiato in abiti lussuosi? No! Quelli che vivono nel lusso stanno nei palazzi, non nel deserto. 26 Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, questa è la risposta giusta! Anzi, egli è più di un profeta. 27 È quello a cui si riferiscono le Scritture, quando dicono: “Ecco, manderò il mio messaggero davanti a te, per prepararti la strada!”28 Fra tutti gli esseri umani non ce nʼè mai stato uno più grande di Giovanni. Eppure, perfino lʼultimo abitante del Regno di Dio è più grande di lui!29 E tutti quelli che hanno sentito predicare Giovanni, perfino i più malvagi, hanno riconosciuto che ciò che richiedeva era giusto, e si sono fatti battezzare da lui. 30 Tutti. Cioè, tutti tranne i Farisei e i dottori della legge. Essi hanno respinto il progetto che Dio aveva per loro e non hanno voluto farsi battezzare da Giovanni».Support the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Predicazione di Giovanni Battista Giovanni inizia il suo ministero3 Durante il quindicesimo anno di regno dellʼimperatore Tiberio Cesare, un messaggio di Dio giunse a Giovanni, figlio di Zaccaria, mentre viveva nel deserto. 2 (In quel periodo Pilato era governatore della Giudea, Erode era tetrarca di Galilea, suo fratello Filippo della Iturèa e della Traconìtide, e Lisània di Abilène; sotto i sommi sacerdoti giudei Anna e Caifa). 3 Giovanni si spostava da un posto allʼaltro, lungo le sponde del fiume Giordano, e predicava che tutti dovevano essere battezzati per dimostrare che si erano convertiti a Dio e allontanati dal peccato, e che potevano così essere perdonati. 4 Si realizzava così ciò che aveva scritto il profeta Isaia: Giovanni era «una voce che grida dal deserto: “Preparate la strada al Signore! Allargate il sentiero davanti a Lui! 5 Spianate le montagne! Colmate le valli! Raddrizzate le curve! Rendete lisce le strade scabrose! 6 E allora tutta lʼumanità vedrà il Salvatore mandato da Dio”».7 Molta gente andava da Giovanni per farsi battezzare ed egli diceva loro:«Figli di serpenti! Voi cercate di scampare dallʼinferno, senza convertirvi sinceramente a Dio. Ecco perché volete essere battezzati! 8 Prima date prova coi fatti che siete davvero pentiti. E non pensate di essere al sicuro, perché discendete da Abramo. Non basta. Vi assicuro che Dio può creare figli dʼAbramo anche da queste pietre del deserto!9 La scure del suo giudizio è già alzata sopra di voi, pronta per tagliare le vostre radici e abbattervi: ogni albero che non dà buoni frutti sarà abbattuto e buttato nel fuoco!»10 Qualcuno fra la folla gli chiedeva: «Che vuoi che facciamo?» 11 Giovanni rispondeva:«Se avete due vestiti, datene uno ai poveri. Se avete del cibo in più, datelo agli affamati».12 Perfino gli esattori delle tasse, noti per la loro corruzione, venivano da Giovanni per farsi battezzare, e chiedevano: «Come possiamo provarti che abbiamo cambiato vita?»13 «Con la vostra onestà», rispondeva Giovanni. «Non riscuotete tasse superiori a quanto esiga il governo romano».14 «E noi», chiedevano alcuni soldati, «che dici di noi?»Giovanni rispondeva: «Non estorcete denaro con minacce e violenza, non accusate nessuno con false denunce, e siate soddisfatti della vostra paga!»15 Intanto tutti aspettavano che il Messia arrivasse presto ed erano ansiosi di sapere se fosse Giovanni. Era questo lʼinterrogativo del momento e se ne discuteva ovunque. 16 Ma Giovanni disse a tutti: «Io battezzo soltanto con acqua, ma presto arriverà qualcuno che è tanto più forte di me, al quale non sono nemmeno degno di allacciare i sandali. Egli vi battezzerà col fuoco e con lo Spirito Santo. 17 Separerà la pula dal grano; brucerà la pula col fuoco eterno e raccoglierà il grano nei suoi granai». 18 Giovanni si servì di molti avvertimenti del genere, mentre annunciava la Buona Notizia alla gente.19-20 Ma dopo che Giovanni ebbe pubblicamente criticato Erode, governatore della Galilea, per aver sposato Erodiade, moglie di suo fratello, e per molti altri mali commessi, Erode lo rinchiuse in prigione, aggiungendo così un altro peccato alle sue innumerevoli colpe.Support the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Nascita di Giovanni BattistaNascita di Giovanni Battista57 In quel periodo finiva lʼattesa di Elisabetta, perché era giunto il tempo che il bambino nascesse; ed ella partorì un maschio. 58 Fra i vicini e i parenti si sparse la notizia di quanto generoso fosse stato il Signore verso di lei, e tutti ne furono felici.59 Quando il bambino ebbe otto giorni, i parenti e gli amici vennero per la cerimonia della circoncisione. Tutti pensavano che il nome del bambino sarebbe stato Zaccaria, come suo padre. 60 Ma Elisabetta disse: «No! Deve essere chiamato Giovanni!»61 «Come?» si meravigliarono. «Non cʼè nessuno in tutta la vostra famiglia con quel nome!» 62 A cenni, domandarono al padre del bambino come voleva che fosse chiamato.63 Zaccaria allora chiese qualcosa per scrivere e, con grande sorpresa di tutti, scrisse: «Il suo nome è Giovanni». 64 Immediatamente Zaccaria riacquistò la parola e cominciò a lodare Dio.65 Tutti i vicini furono presi da timore e la notizia di ciò che era accaduto si sparse per le colline della Giudea. 66 E quelli che venivano a sapere della cosa ci pensavano e ripensavano, chiedendosi: «Chi mai diventerà da grande questo bambino? Perché la mano del Signore è sicuramente sopra di lui!Support the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il lievito dei farisei13 Poi risalì in barca e li lasciò per passare sullʼaltra riva del lago. 14 Ma i discepoli avevano dimenticato di fare provvista di cibo prima della partenza, infatti non avevano che una pagnotta.15 Mentre attraversavano il lago, Gesù disse loro molto seriamente: «Badate di star lontani dal lievito di Erode e dei Farisei!» 16 E i discepoli cominciarono a dire fra loro: «Dice così, perché ci siamo dimenticati di portar del pane…»17 Gesù sʼaccorse di quello che dicevano e disse: «Ma no! Il pane non cʼentra! Possibile che non riusciate a capire? È proprio così duro il vostro cuore? 18 Cosa disse Isaia, “I vostri occhi sono fatti per vedere, perché non guardate? Perché non aprite le orecchie per ascoltare? Non ricordate più nulla?”19 Che dite delle cinquemila persone che ho nutrito con quattro pagnotte? Quanti cesti di avanzi raccoglieste dopo?»«Dodici», risposero i discepoli.20 «E quando ho dato da mangiare a quattromila persone con sette pagnotte, quanto ne avanzò?»«Sette cesti», risposero.21 «E ancora pensate che possa preoccuparmi se siamo senza cibo?» 22 Quando giunsero a Betsaida, alcune persone gli portarono un cieco, supplicandolo che lo toccasse e lo guarisse.23 Gesù prese il cieco per una mano e lo condusse fuori dal villaggio, poi gli toccò gli occhi con la saliva, pose le mani su di lui e gli domandò: «Riesci a vedere qualcosa?» 24 Lʼuomo si guardò intorno. «Sì», disse, «vedo degli uomini. Ma non posso distinguerli chiaramente; mi sembrano alberi che camminano!»25 Allora Gesù mise ancora le mani sugli occhi dellʼuomo e, quando questi guardò di nuovo, era guarito e poteva vedere tutto con chiarezza. 26 Gesù lo rimandò a casa direttamente dalla sua famiglia. «Non tornare neppure al villaggio!» gli disse.«Tu sei il Cristo!»27 Poi Gesù e i discepoli partirono dalla Galilea verso i villaggi della regione di Cesarea di Filippo. Cammin facendo, egli chiese loro: «Chi pensano che io sia? Che dice la gente?»28 «Alcuni di loro pensano che tu sia Giovanni Battista», risposero i discepoli. «Altri dicono che sei Elia o qualche altro antico profeta risuscitato».29 Poi Gesù chiese: «E secondo voi: chi sono io?» Rispose Pietro: «Tu sei il Cristo». 30 Allora Gesù ordinò loro severamente di non dirlo a nessuno.Support the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il battesimo di Gesù1 Qui comincia la storia meravigliosa di Gesù Cristo, Figlio di Dio.2 Nel libro scritto dal profeta Isaia Dio annunciò che avrebbe mandato sulla terra suo Figlio e che un messaggero speciale lo avrebbe preceduto per preparare il mondo al suo arrivo.3 «Questo messaggero grida nellʼarido deserto», aveva detto Isaia «e dice a tutti di cambiare vita, per essere pronti allʼarrivo del Signore».Giovanni Battista4 Questo messaggero era Giovanni Battista. Egli viveva nel deserto e insegnava che tutti dovevano farsi battezzare per dimostrare pubblicamente di non voler più peccare e poter ottenere così il perdono di Dio.5 Da Gerusalemme e da tutta la Giudea la gente accorreva nel deserto di Giudea per vedere ed ascoltare Giovanni e, quando qualcuno confessava i propri peccati, egli lo battezzava nel fiume Giordano. 6 Giovanni portava un vestito fatto di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai fianchi; locuste e miele selvatico erano il suo cibo. 7 Ecco un esempio della sua predicazione:«Dopo di me, arriverà qualcuno molto più importante di me, tanto più grande che io non sono degno nemmeno di essere il suo schiavo. 8 Io vi battezzo con lʼacqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo di Dio!»9 Proprio in quel periodo, da Nazaret in Galilea arrivò Gesù, e fu battezzato da Giovanni nel fiume Giordano. 10 Nel preciso istante in cui Gesù uscì dallʼacqua, egli vide il cielo aprirsi e lo Spirito Santo sotto forma di colomba scendere su di lui. 11 E una voce dal cielo disse: «Tu sei il mio amato Figlio, tu sei il mio dilettoSupport the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Cristo predice la Sua passione9 Mentre scendevano dal monte, egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, finché non fosse risorto.10 Poi i discepoli chiesero a Gesù: «Perché i capi giudei dicono che Elia deve ritornare prima che venga il Messia?» 11 Gesù rispose: «Hanno ragione. Elia deve venire per rimettere ogni cosa in ordine. 12 Per la verità, Elia è già venuto, ma non lʼhanno riconosciuto, anzi, è stato maltrattato da molti. Ed anchʼio, il Messia, dovrò soffrire per loro mano».13 I discepoli allora capirono che stava parlando di Giovanni Battista.Gesù sulla terra14 Quando arrivarono in mezzo alla folla che li aspettava, un uomo si avvicinò, sʼinginocchiò davanti a Gesù e disse: 15 «Signore, abbi pietà di mio figlio! È un malato mentale e soffre molto, perché quando ha una crisi spesso cade nel fuoco o nellʼacqua.16 Lʼho portato ai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».17 Allora Gesù rispose: «Gente malvagia e senza fede! Fino a quanto resterò con voi? Per quanto ancora dovrò sopportarvi? Portatemi qui il ragazzo». 18 Poi rimproverò il demonio che era nel ragazzo e quello lo lasciò. Da quel momento il ragazzo stette bene.19 Più tardi, i discepoli chiesero in privato a Gesù: «Perché non siamo riusciti a cacciare quel demonio?»20 «Per la vostra poca fede», spiegò loro Gesù. «Basterebbe una fede piccola come un granellino di senape, e potreste dire a questa montagna “Spostati!” E si sposterebbe. Niente sarebbe impossibile. 21 Ma questo tipo di demonio non si può scacciare, se non con la preghiera e il digiuno».22-23 Un giorno, mentre erano ancora in Galilea, Gesù disse loro: «Sto per essere tradito e consegnato a quelli che vogliono uccidermi, ma il terzo giorno dopo la mia morte risusciterò». A queste parole i discepoli si rattristarono.24 Quando giunsero a Cafarnao, lʼesattore delle tasse del tempio sʼavvicinò a Pietro e gli chiese: «Non paga le tasse il vostro padrone?»25 «Certo che le paga!» rispose Pietro. Poi entrò in casa per riferire a Gesù lʼaccaduto, ma prima che avesse tempo di parlare, Gesù gli chiese:«Che ne pensi Simone? Da chi devono esigere le tasse i re: dai sudditi o dagli stranieri vinti in guerra?»26-27 «Dagli stranieri», rispose Pietro. «Bene», continuò Gesù, «allora i sudditi ne sono esenti! Nonostante ciò, non dobbiamo urtare le autorità, perciò vai sulla spiaggia e getta lʼamo. Apri la bocca al primo pesce che prenderai, vi troverai dentro una moneta sufficiente a pagare le tasse per me e per te. Prendila e pagaleSupport the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: "Tu sei il Cristo" figlio del Dio vivente!16 Un giorno i Farisei e i Sadducei vennero per verificare ciò che Gesù sosteneva, cioè di essere il Messia, chiedendogli di mostrar loro un segno dal cielo.2-3 Gesù rispose: «Voi siete in grado di prevedere il tempo dal cielo. Il cielo rosso stasera indica che domani il tempo sarà buono; se invece è rosso di mattina vuol dire che sarà brutto tempo per tutto il giorno. Ebbene, sapete interpretare lʼaspetto del cielo, eppure non siete capaci di capire i segni ben comprensibili dei tempi! 4 Questo popolo malvagio e incredulo mi sta chiedendo un segno straordinario nel cielo, ma non gli sarà dato nessun altro segno, eccetto il segno di Giona!» E Gesù si allontanò da loro.5 Giunti al di là del lago, i discepoli si accorsero di aver dimenticato di portare del cibo.6 «Fate attenzione!» li mise in guardia Gesù, «diffidate del lievito dei Farisei e dei Sadducei!»7 I discepoli pensavano che stesse riferendosi al fatto che avevano dimenticato di portare il pane.8 Gesù sapeva ciò che stavano pensando e disse loro: «Uomini di poca fede! Perché vi preoccupate tanto di non aver cibo? 9 Ma non capirete mai?! Non vi ricordate più delle cinquemila persone che ho sfamato con cinque pani e dei canestri che ne avanzarono? 10 Avete dimenticato le altre quattromila persone che ho sfamato con sette pani e tutto ciò che ne avanzò? 11 Come avete potuto pensare che stessi parlando di cibo? Ma ripeto: diffidate del lievito dei Farisei e dei Sadducei!»12 Soltanto allora capirono che per «lievito» Gesù intendeva glʼinsegnamenti sbagliati dei Farisei e dei Sadducei.«Chi pensi che io sia?»13 Quando Gesù arrivò nel territorio di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «Chi dicono che io sia?»14 «Beh», risposero, «certi dicono che sei Giovanni Battista, altri Elia, altri ancora Geremia o qualcun altro dei profeti».15 Allora Gesù chiese loro: «E voi, chi pensate che io sia?»16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Messia, il Figlio del Dio vivente!»17 Allora Gesù gli disse: «Dio ti ha benedetto, Simone, figlio di Giona, perché non hai scoperto questa verità con forze umane, ma è stato mio Padre che è in cielo a rivelartela. 18 Tu sei Pietro e su questa pietra costruirò la mia Chiesa; e tutte le potenze dellʼinferno non potranno vincerla mai. 19 Io ti darò le chiavi del Regno dei Cieli; qualsiasi porta chiuderai in terra, sarà chiusa anche in cielo e qualsiasi porta aprirai in terra, sarà aperta in cielo!»20 Poi Gesù proibì ai discepoli di dire ad altri che era lui il Messia.Support the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il Battista dubita il Cristo 11 Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.Domanda di Giovanni Battista e testimonianza che gli rende Gesù2 Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: 3 «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». 4 Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: 5 I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, 6 e beato colui che non si scandalizza di me». 7 Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8 Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! 9 E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. 10 Egli è colui, del quale sta scritto:Ecco, io mando davanti a te il mio messaggeroche preparerà la tua via davanti a te.11 In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12 Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13 La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14 E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. 15 Chi ha orecchi intenda.Support the show