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Condotta da Massimo Alberti 18,35 IL SALARIO MINIMO, IL DIBATTITO POLITICO, IL LAVORO POVERO: PARLA MARTA FANA, Marta Fana, ricercatrice sui temi sociali e del lavoro. 19,00 LA NUOVA ONDATA DI CALORE. LE CONSEGUENZE SUI GHIACCIAI, Claudio Tei, ricercatore e meteorologo del Cnr e del Consorzio Lamma. 19,15 LE ELEZIONI IN ECUADOR E GUATEMALA, Gennaro Carotenuto, professore in Storia Contemporanea presso l'Università di Macerata. 19,45 IL LIBRO DEL GENERALE VANNACCI E LA DESTRA A CACCIA DEI VOTI NEOFASCISTI, Flavia Perina, giornalista, ex deputata. 20,10 MA E' VERO CHE IL LIBRO DI VANNACCI HA FATTO UN BOOM DI VENDITE? GianMichele Laino, direttore di Giornalettismo. 20,30 LE VIOLENZE SESSUALI, Valentina Mira, giornalista e scrittrice. "X", il libro pubblicato per Fandango nel 2021, in cui affronta il tema della violenza sessuale e di genere attraverso il racconto di quella subita da lei stessa.
SALARIO MINIMO, LA DIRETTIVA EUROPEA PUO' DAVVERO CAMBIARE QUALCOSA? Con Massimo Alberti, l'economista Marta Fana, Anna Soru presidente di Acta, associazione lavoratori autonomi e free lance. GUERRA, IL VIAGGIO DI LAVROV IN TURCHIA Con Valeria Talbot ricercatrice Ispi. ULTIMO GIORNO DI SCUOLA, BILANCIO DI UN ANNO DI PASSAGGIO con Georgia Lauzi preside dell'Istituto Torricelli di Milano e Mauro Zeni preside del Liceo Tenca e referente milanese dell'Associazione Nazionale Presidi. LA SITUAZIONE DEI MINORI NON ACCOMPAGNATI A MILANO Servono tutori volontari per minori non accompagnati in tutta la Lombardia! Abbiamo ospitato il garante per l'infanzia e l'adolescenza Riccardo Bettiga e la storia di Tiziana Colasanti e Sayon Camarà. Prisma è condotto da Lorenza Ghidini, Roberto Maggioni e Alessandro Braga. In redazione Massimo Alberti
Il lavoro ci sarebbe ma i giovani lo rifiutano perché è pagato troppo poco. Ma è vero? E perché? Ne parliamo con Paolo Rossi di Federalberghi Lombardia, Gianluigi Alessio Direttore amministrativo dell'Istituto Alberghiero Vespucci di Roma, l'economista Marta Fana e con voi, a microfono aperto. Esempi di buona e cattiva accoglienza dei migranti: un reportage di Luca Parena da Desio. In chiusura l'Italia di Vermicino, davanti alla tv ad aspettare notizie di Alfredino Rampi. I vostri ricordi di 40 anni fa.
Il lavoro ci sarebbe ma i giovani lo rifiutano perché è pagato troppo poco. Ma è vero? E perché? Ne parliamo con Paolo Rossi di Federalberghi Lombardia, Gianluigi Alessio Direttore amministrativo dell'Istituto Alberghiero Vespucci di Roma, l'economista Marta Fana e con voi, a microfono aperto. Esempi di buona e cattiva accoglienza dei migranti: un reportage di Luca Parena da Desio. In chiusura l'Italia di Vermicino, davanti alla tv ad aspettare notizie di Alfredino Rampi. I vostri ricordi di 40 anni fa.
Ospiti di Lilli Gruber: Massimo Cacciari, Gianrico Carofiglio, Marta Fana, Stefano Feltri
Il risveglio di Popolare Network, l'edicola, la rubrica accadde oggi a cura di Elena Mordiglia: la costruzione della città di Pry''jat' per i lavoratori della centrale di Chernobyl, il brano del giorno: Hope, di Arlo Parks. Il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi inizia le consultazioni. Intervista all'economista Marta Fana
Il risveglio di Popolare Network, l'edicola, la rubrica accadde oggi a cura di Elena Mordiglia: la costruzione della città di Pry''jat' per i lavoratori della centrale di Chernobyl, il brano del giorno: Hope, di Arlo Parks. Il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi inizia le consultazioni. Intervista all'economista Marta Fana
Lo Statuto dei lavoratori, e delle lavoratrici, compie 50 anni. Diritti e rispetto della dignità umana per chi lavora e libertà di rappresentanza per i sindacati: sono i cardini su cui sono fondati i 41 articoli del testo votato il 20 maggio del 1970. Da allora lo Statuto ha subito pressioni e tentativi di manomissione (alcuni andati anche in porto, come lo svuotamento dell'articolo 18). Memos ne ha parlato con l'economista Marta Fana (co-autrice di “Basta salari da fame”, scritto con Simone Fana) e con Sergio Cofferati, ex segretario generale della Cgil, è stato sindaco di Bologna, europarlamentare per due legislature fino al 2019.
Lo Statuto dei lavoratori, e delle lavoratrici, compie 50 anni. Diritti e rispetto della dignità umana per chi lavora e libertà di rappresentanza per i sindacati: sono i cardini su cui sono fondati i 41 articoli del testo votato il 20 maggio del 1970. Da allora lo Statuto ha subito pressioni e tentativi di manomissione (alcuni andati anche in porto, come lo svuotamento dell’articolo 18). Memos ne ha parlato con l’economista Marta Fana (co-autrice di “Basta salari da fame”, scritto con Simone Fana) e con Sergio Cofferati, ex segretario generale della Cgil, è stato sindaco di Bologna, europarlamentare per due legislature fino al 2019.
Lo Statuto dei lavoratori, e delle lavoratrici, compie 50 anni. Diritti e rispetto della dignità umana per chi lavora e libertà di rappresentanza per i sindacati: sono i cardini su cui sono fondati i 41 articoli del testo votato il 20 maggio del 1970. Da allora lo Statuto ha subito pressioni e tentativi di manomissione (alcuni andati anche in porto, come lo svuotamento dell’articolo 18). Memos ne ha parlato con l’economista Marta Fana (co-autrice di “Basta salari da fame”, scritto con Simone Fana) e con Sergio Cofferati, ex segretario generale della Cgil, è stato sindaco di Bologna, europarlamentare per due legislature fino al 2019.
Con la ricercatrice in economia Marta Fana abbiamo parlato di smart working, diritto alla disconnessione, rider, braccianti, "Milano non si ferma" e l'attualità dello scontro di classe, ruolo dei sindacati, salari da fame, reddito di quarantena e blocco degli affitti. Foto di Alessio Duranti.
Draghi, il debito pubblico e la “guerra” contro la pandemia Covid_19. L'ex presidente della Bce, in un articolo sul Financial Times (25 marzo), ha esposto la sua dottrina contro la crisi economica da coronavirus: gli stati devono intervenire subito e senza limiti. Per Draghi la risposta alla crisi “deve comportare un significativo aumento del debito pubblico”. E' il crollo di un dogma...“Gli stati – ha aggiunto l'ex capo della Bce - lo hanno sempre fatto di fronte alle emergenze nazionali. Le guerre sono state finanziate da aumenti del debito pubblico”. Per commentare le parole di Mario Draghi, Memos ha ospitato due economisti: Marta Fana, ricercatrice che si occupa di mercato del lavoro; e Giovanni Dosi della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Un interrogativo su tutti, a proposito del Draghi-pensiero: perchè le guerre si possono finanziare con debito pubblico, mentre lo stato sociale no? Dosi e Fana spiegano le ragioni di Draghi, il suo essere un keynesiano riluttante, ma evidenziano allo stesso tempo anche le “omissioni” nel discorso dell'ex presidente della Bce.
Draghi, il debito pubblico e la “guerra” contro la pandemia Covid_19. L’ex presidente della Bce, in un articolo sul Financial Times (25 marzo), ha esposto la sua dottrina contro la crisi economica da coronavirus: gli stati devono intervenire subito e senza limiti. Per Draghi la risposta alla crisi “deve comportare un significativo aumento del debito pubblico”. E’ il crollo di un dogma...“Gli stati – ha aggiunto l’ex capo della Bce - lo hanno sempre fatto di fronte alle emergenze nazionali. Le guerre sono state finanziate da aumenti del debito pubblico”. Per commentare le parole di Mario Draghi, Memos ha ospitato due economisti: Marta Fana, ricercatrice che si occupa di mercato del lavoro; e Giovanni Dosi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Un interrogativo su tutti, a proposito del Draghi-pensiero: perchè le guerre si possono finanziare con debito pubblico, mentre lo stato sociale no? Dosi e Fana spiegano le ragioni di Draghi, il suo essere un keynesiano riluttante, ma evidenziano allo stesso tempo anche le “omissioni” nel discorso dell’ex presidente della Bce.
Draghi, il debito pubblico e la “guerra” contro la pandemia Covid_19. L’ex presidente della Bce, in un articolo sul Financial Times (25 marzo), ha esposto la sua dottrina contro la crisi economica da coronavirus: gli stati devono intervenire subito e senza limiti. Per Draghi la risposta alla crisi “deve comportare un significativo aumento del debito pubblico”. E’ il crollo di un dogma...“Gli stati – ha aggiunto l’ex capo della Bce - lo hanno sempre fatto di fronte alle emergenze nazionali. Le guerre sono state finanziate da aumenti del debito pubblico”. Per commentare le parole di Mario Draghi, Memos ha ospitato due economisti: Marta Fana, ricercatrice che si occupa di mercato del lavoro; e Giovanni Dosi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Un interrogativo su tutti, a proposito del Draghi-pensiero: perchè le guerre si possono finanziare con debito pubblico, mentre lo stato sociale no? Dosi e Fana spiegano le ragioni di Draghi, il suo essere un keynesiano riluttante, ma evidenziano allo stesso tempo anche le “omissioni” nel discorso dell’ex presidente della Bce.
There is perhaps no more depressing situation in Western Europe than that which prevails in Italy: a coalition government between the far-right Lega party and the now subordinate, bizarre, amorphously anti-corruption, internet-fetishist, pseudo-directly democratic Five Star Movement. In other words, Italian politics is dominated by a viciously racist anti-migrant politics; the left, along with most traditional forces, is in utter disarray. Today, Lega, led by Interior Minister Mateo Salvini, runs Italian politics. But the bad news is maybe also the good news: Salvini has not solved Italy's deep rooted economic problems, and so it's quite possible that the very same instability that abetted his rise will ultimately lead to his downfall. Dan interviews David Broder, Lorenzo Zamponi and Marta Fana. Thanks to Verso. Check out their massive left-wing book selection at versobooks.com Support this podcast with your money at Patreon.com/TheDig
There is perhaps no more depressing situation in Western Europe than that which prevails in Italy: a coalition government between the far-right Lega party and the now subordinate, bizarre, amorphously anti-corruption, internet-fetishist, pseudo-directly democratic Five Star Movement. In other words, Italian politics is dominated by a viciously racist anti-migrant politics; the left, along with most traditional forces, is in utter disarray. Today, Lega, led by Interior Minister Mateo Salvini, runs Italian politics. But the bad news is maybe also the good news: Salvini has not solved Italy's deep rooted economic problems, and so it's quite possible that the very same instability that abetted his rise will ultimately lead to his downfall. Dan interviews David Broder, Lorenzo Zamponi and Marta Fana. Thanks to Verso. Check out their massive left-wing book selection at versobooks.com Support this podcast with your money at Patreon.com/TheDig
This week and next, we're bringing you five episodes on European politics. Today, we're starting things off with Chris Bickerton and Jerome Roos for an overview of the European situation and the debate on the European left over how to approach Europe and the EU. Then, an interview on British politics with Grace Blakeley, Maya Goodfellow, and Richard Seymour. After that, a discussion of French politics with Sebastian Budget and Danièle Obono, a member of France's National Assembly with the left-wing La France insoumise. Then, an interview on Spanish politics with Carlos Delclós and Magda Bandera. And finally, an interview with David Broder and Marta Fana on Italy. Thanks to n+1. To get 25% off a one-year subscription, go to nplusonemag.com/thedig and enter THEDIG at checkout Check out Next Left, a new podcast from The Nation magazine: thenation.com/next-left Support this podcast with your money at Patreon.com/TheDig
This week and next, we're bringing you five episodes on European politics. Today, we're starting things off with Chris Bickerton and Jerome Roos for an overview of the European situation and the debate on the European left over how to approach Europe and the EU. Then, an interview on British politics with Grace Blakeley, Maya Goodfellow, and Richard Seymour. After that, a discussion of French politics with Sebastian Budget and Danièle Obono, a member of France's National Assembly with the left-wing La France insoumise. Then, an interview on Spanish politics with Carlos Delclós and Magda Bandera. And finally, an interview with David Broder and Marta Fana on Italy. Thanks to n+1. To get 25% off a one-year subscription, go to nplusonemag.com/thedig and enter THEDIG at checkout Check out Next Left, a new podcast from The Nation magazine: thenation.com/next-left Support this podcast with your money at Patreon.com/TheDig
A cosa davvero serve il famigerato " decreto sicurezza" varato dal governo Lega+M5S? Siete sicuri che si tratti davvero della vostra sicurezza e non di altro? Faremo un'analisi in dettaglio del decreto parlandone con l'ospite Marta Fana, economista e autrice del libro "Non è lavoro, è sfruttamento", e con Davide e Scimmia Semiotica della redazione di Guerriglia Radio. Capitoli: "Tirar via delinquenti dalla strade" Presentazione Davide esamina il decreto dal punto di vista della giurisprudenza e ci parla della opacità di questo decreto Scimmia Semiotica ricostruisce la propaganda della Lega e del M5S chiedendosi a cosa serve questa opacità di cui Davide ha prima parlato. Davide ci fa scoprire nel decreto alcuni articoli ben nascosti dai media del governo. A cosa servono? Scimmia Semiotica sul perché gli articoli presenti nel decreto sono un mezzo per colpire il vero obiettivo del decreto. Marta Fana ci demistifica la bufala dei migranti come "esercito industriale di riserva" portando dati e comparazioni. Scimmia Semiotica sul come si è costruita la parola d'ordine "Migrante=Insicurezza" e cosa vuole nascondere. Davide ci elenca gli elementi di anticostituzionalità del decreto sicurezza. Avere 15 anni e una chiara consapevolezza politica. Modera: questo non è un uovo In Redazione: Ottobre Daniele Trovato Musica: Afrosoviet Editing Audio: AddaVenyBaphox [umanesimo](http://)
Recessione e questione salariale. Che fine faranno con la recessione i già bassi stipendi di chi lavora in Italia? Risolvere la questione salariale è anche un modo per uscire dalla recessione? Perchè il cosiddetto reddito di cittadinanza dovrebbe spiazzare l'occupazione reale? Salari bassi, competitività, produttività: tra credenze consolidate e ideologie di ferro. Di tutto questo parlano oggi a Memos l'economista Marta Fana e il sociologo Simone Fana. Entrambi sono autori di un articolo pubblicato in questi giorni su Jacobin Italia dal titolo “Il problema del Reddito si rivela il salario”. Chiude la trasmissione il messaggio di Davide Mattiello, parlamentare del Pd nella scorsa legislatura, membro della Commissione Antimafia, oggi presidente della Fondazione “Benvenuti in Italia”. Mattiello racconta di un libro appena pubblicato e scritto da otto persone, di cui lui è uno degli autori. Il titolo: “la Repubblica d'Europa” (Add Editore, 2019).
Recessione e questione salariale. Che fine faranno con la recessione i già bassi stipendi di chi lavora in Italia? Risolvere la questione salariale è anche un modo per uscire dalla recessione? Perchè il cosiddetto reddito di cittadinanza dovrebbe spiazzare l’occupazione reale? Salari bassi, competitività, produttività: tra credenze consolidate e ideologie di ferro. Di tutto questo parlano oggi a Memos l’economista Marta Fana e il sociologo Simone Fana. Entrambi sono autori di un articolo pubblicato in questi giorni su Jacobin Italia dal titolo “Il problema del Reddito si rivela il salario”. Chiude la trasmissione il messaggio di Davide Mattiello, parlamentare del Pd nella scorsa legislatura, membro della Commissione Antimafia, oggi presidente della Fondazione “Benvenuti in Italia”. Mattiello racconta di un libro appena pubblicato e scritto da otto persone, di cui lui è uno degli autori. Il titolo: “la Repubblica d’Europa” (Add Editore, 2019).
Recessione e questione salariale. Che fine faranno con la recessione i già bassi stipendi di chi lavora in Italia? Risolvere la questione salariale è anche un modo per uscire dalla recessione? Perchè il cosiddetto reddito di cittadinanza dovrebbe spiazzare l’occupazione reale? Salari bassi, competitività, produttività: tra credenze consolidate e ideologie di ferro. Di tutto questo parlano oggi a Memos l’economista Marta Fana e il sociologo Simone Fana. Entrambi sono autori di un articolo pubblicato in questi giorni su Jacobin Italia dal titolo “Il problema del Reddito si rivela il salario”. Chiude la trasmissione il messaggio di Davide Mattiello, parlamentare del Pd nella scorsa legislatura, membro della Commissione Antimafia, oggi presidente della Fondazione “Benvenuti in Italia”. Mattiello racconta di un libro appena pubblicato e scritto da otto persone, di cui lui è uno degli autori. Il titolo: “la Repubblica d’Europa” (Add Editore, 2019).
Compassionevole, reaganiana. Di destra. E' la politica sociale del governo Di Maio-Salvini, così come emerge dalle anticipazioni sul reddito di cittadinanza: con le formule impositive di inserimento nel mercato del lavoro e le affermazioni di Di Maio sui consumi immorali da bandire. Come si esce dalla povertà? Con il lavoro obbligatorio o con un reddito dignitoso? Chi sono i poveri? Memos ne ha parlato con l'economista Maria Cecilia Guerra e con la sociologa Chiara Saraceno. Ospite della puntata di oggi anche Marta Fana, economista e ricercatrice esperta di mercato del lavoro, che ci ha presentato “Jacobin”, una nuova rivista che uscirà ai primi di novembre in un doppio formato, cartaceo e digitale (jacobinitalia.it).
Compassionevole, reaganiana. Di destra. E’ la politica sociale del governo Di Maio-Salvini, così come emerge dalle anticipazioni sul reddito di cittadinanza: con le formule impositive di inserimento nel mercato del lavoro e le affermazioni di Di Maio sui consumi immorali da bandire. Come si esce dalla povertà? Con il lavoro obbligatorio o con un reddito dignitoso? Chi sono i poveri? Memos ne ha parlato con l’economista Maria Cecilia Guerra e con la sociologa Chiara Saraceno. Ospite della puntata di oggi anche Marta Fana, economista e ricercatrice esperta di mercato del lavoro, che ci ha presentato “Jacobin”, una nuova rivista che uscirà ai primi di novembre in un doppio formato, cartaceo e digitale (jacobinitalia.it).
Compassionevole, reaganiana. Di destra. E’ la politica sociale del governo Di Maio-Salvini, così come emerge dalle anticipazioni sul reddito di cittadinanza: con le formule impositive di inserimento nel mercato del lavoro e le affermazioni di Di Maio sui consumi immorali da bandire. Come si esce dalla povertà? Con il lavoro obbligatorio o con un reddito dignitoso? Chi sono i poveri? Memos ne ha parlato con l’economista Maria Cecilia Guerra e con la sociologa Chiara Saraceno. Ospite della puntata di oggi anche Marta Fana, economista e ricercatrice esperta di mercato del lavoro, che ci ha presentato “Jacobin”, una nuova rivista che uscirà ai primi di novembre in un doppio formato, cartaceo e digitale (jacobinitalia.it).
Dove batte il cuore della sinistra? Anteprima dal mensile Millennium de Il fatto quotidiano con uno dei leader e fondatori dello Stato Sociale Alberto “Bobo“ Guidetti e la sua investitura a leader per Marta Fana ai nostri microfoni. Monica Paes ci svela come i brasiliani al voto chiamano l'innominabile candidato dell'estrema destra in testa nei sondaggi. (seconda parte)
Dove batte il cuore della sinistra? Anteprima dal mensile Millennium de Il fatto quotidiano con uno dei leader e fondatori dello Stato Sociale Alberto “Bobo“ Guidetti e la sua investitura a leader per Marta Fana ai nostri microfoni. Monica Paes ci svela come i brasiliani al voto chiamano l'innominabile candidato dell'estrema destra in testa nei sondaggi. (seconda parte)
Marco Bonometti, presidente confindustria Lombardia; Marta Fana, dottore di ricerca in Economia presso Sciences Po di Parigi; Emmanuele Massagli, presidente ADAPT (associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali).
Europa e sinistre nella crisi. Perchè da quest'ultima stagione di elezioni (dall'Olanda all'Irlanda, dalla Francia alla Gran Bretagna, Germania e Austria) non sono uscite vincitrici? Vedremo cosa accadrà in Italia, ma finora una buona parte dell'Europa è segnata da governi centristi (Francia), conservatori (Gran Bretagna e Spagna) o di una destra autoritaria (dalla Polonia all'Austria passando per l'Ungheria). Solo in Portogallo e Grecia ci sono governi di sinistra. Ospiti a Memos l'economista Marta Fana e lo scrittore e attivista politico Lorenzo Marsili.
Europa e sinistre nella crisi. Perchè da quest’ultima stagione di elezioni (dall’Olanda all’Irlanda, dalla Francia alla Gran Bretagna, Germania e Austria) non sono uscite vincitrici? Vedremo cosa accadrà in Italia, ma finora una buona parte dell’Europa è segnata da governi centristi (Francia), conservatori (Gran Bretagna e Spagna) o di una destra autoritaria (dalla Polonia all’Austria passando per l’Ungheria). Solo in Portogallo e Grecia ci sono governi di sinistra. Ospiti a Memos l’economista Marta Fana e lo scrittore e attivista politico Lorenzo Marsili.
Europa e sinistre nella crisi. Perchè da quest’ultima stagione di elezioni (dall’Olanda all’Irlanda, dalla Francia alla Gran Bretagna, Germania e Austria) non sono uscite vincitrici? Vedremo cosa accadrà in Italia, ma finora una buona parte dell’Europa è segnata da governi centristi (Francia), conservatori (Gran Bretagna e Spagna) o di una destra autoritaria (dalla Polonia all’Austria passando per l’Ungheria). Solo in Portogallo e Grecia ci sono governi di sinistra. Ospiti a Memos l’economista Marta Fana e lo scrittore e attivista politico Lorenzo Marsili.
Tornano i Libri a Colacione, la rubrica dei libri di Tutto Esaurito su Radio 105! Ecco i BookBlister consigli della settimana: Non è lavoro, è sfruttamento di Marta Fana e Tipi non comuni di Tom Hanks.Scopri tutte le recensioni sul blog www.bookblister.com E non perderti tutti i Libri da leggere http://www.bookblister.com/libri/libri-da-leggere Ti sei innamorato di un libro? Condividilo e raccontami perché è speciale e diventerà il prossimo BookBlister consiglio della settimana! Manda una mail a info@bookblister.com
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Giulia Guida, segretario nazionale Filt Cgil; Pietro Ichino, Senatore PD; Marta Fana, ricercatrice di economia presso la facoltà di scienze politiche a Parigi; Avv. Carlo Rienzi, presidente Codacons.
Lavoro impoverito, a cottimo, precario: dai voucher al lavoro a chiamata, al lavoro gratuito. “Non è lavoro, è sfruttamento”, sostiene l'economista Marta Fana nel suo ultimo libro, da oggi in libreria. Fana racconta le forme “moderne” dello sfruttamento, la loro somiglianza a quelle di un passato antico che torna. Non solo, ci sono anche le responsabilità politiche di chi ha attuato – da destra, ma anche da pezzi importanti della sinistra - “un progetto politico – scrive Fana – per consolidare il potere di una parte della società su un'altra”. A Memos oggi ospite anche Cristina Franceschi, della Fondazione “Roberto Franceschi”, che racconta un progetto della fondazione “per il diritto al lavoro”, realizzato con gli studenti di alcune scuole superiori di Milano.
Lavoro impoverito, a cottimo, precario: dai voucher al lavoro a chiamata, al lavoro gratuito. “Non è lavoro, è sfruttamento”, sostiene l’economista Marta Fana nel suo ultimo libro, da oggi in libreria. Fana racconta le forme “moderne” dello sfruttamento, la loro somiglianza a quelle di un passato antico che torna. Non solo, ci sono anche le responsabilità politiche di chi ha attuato – da destra, ma anche da pezzi importanti della sinistra - “un progetto politico – scrive Fana – per consolidare il potere di una parte della società su un’altra”. A Memos oggi ospite anche Cristina Franceschi, della Fondazione “Roberto Franceschi”, che racconta un progetto della fondazione “per il diritto al lavoro”, realizzato con gli studenti di alcune scuole superiori di Milano.
Lavoro impoverito, a cottimo, precario: dai voucher al lavoro a chiamata, al lavoro gratuito. “Non è lavoro, è sfruttamento”, sostiene l’economista Marta Fana nel suo ultimo libro, da oggi in libreria. Fana racconta le forme “moderne” dello sfruttamento, la loro somiglianza a quelle di un passato antico che torna. Non solo, ci sono anche le responsabilità politiche di chi ha attuato – da destra, ma anche da pezzi importanti della sinistra - “un progetto politico – scrive Fana – per consolidare il potere di una parte della società su un’altra”. A Memos oggi ospite anche Cristina Franceschi, della Fondazione “Roberto Franceschi”, che racconta un progetto della fondazione “per il diritto al lavoro”, realizzato con gli studenti di alcune scuole superiori di Milano.
1-Il più difficile comincia adesso. Le sfide che attendono Emmanuel Macron: ..le elezioni politiche di giugno, la frattura sociale evidenziata dal voto. ..Aggiornamenti, analisi, commenti. ..( Francesco Giorgini, Marta Fana, Jean – Yves Dormagen – redazione Esteri )) ..2-Pericolo scampato. La stampa estera mette in risalto la sconfitta di Marine le Pen e lo stop del suo progetto anti Europa. ( Roberto Festa) .. 3-Allarme Onu. In Sud Sudan guerra e violenze stanno scatenando catastrofe. ..Un milione di bambini in fuga. ( Raffaele Masto ) ..4-Le recensioni di Vincenzo Mantovani. Il secolo dei tradimenti. Da Mata Hari a Snowden 1914-2014 di Marcello Flores.
1-Il più difficile comincia adesso. Le sfide che attendono Emmanuel Macron: ..le elezioni politiche di giugno, la frattura sociale evidenziata dal voto. ..Aggiornamenti, analisi, commenti. ..( Francesco Giorgini, Marta Fana, Jean – Yves Dormagen – redazione Esteri )) ..2-Pericolo scampato. La stampa estera mette in risalto la sconfitta di Marine le Pen e lo stop del suo progetto anti Europa. ( Roberto Festa) .. 3-Allarme Onu. In Sud Sudan guerra e violenze stanno scatenando catastrofe. ..Un milione di bambini in fuga. ( Raffaele Masto ) ..4-Le recensioni di Vincenzo Mantovani. Il secolo dei tradimenti. Da Mata Hari a Snowden 1914-2014 di Marcello Flores.
1-Il più difficile comincia adesso. Le sfide che attendono Emmanuel Macron: ..le elezioni politiche di giugno, la frattura sociale evidenziata dal voto. ..Aggiornamenti, analisi, commenti. ..( Francesco Giorgini, Marta Fana, Jean – Yves Dormagen – redazione Esteri )) ..2-Pericolo scampato. La stampa estera mette in risalto la sconfitta di Marine le Pen e lo stop del suo progetto anti Europa. ( Roberto Festa) .. 3-Allarme Onu. In Sud Sudan guerra e violenze stanno scatenando catastrofe. ..Un milione di bambini in fuga. ( Raffaele Masto ) ..4-Le recensioni di Vincenzo Mantovani. Il secolo dei tradimenti. Da Mata Hari a Snowden 1914-2014 di Marcello Flores.
E' in corso una rivoluzione tecnologica che porterà alla distruzione di milioni di posti di lavoro. In Gran Bretagna, ad esempio, nei prossimi vent'anni potrebbero scomparirne 15 milioni a causa dell'automazione (lo sostiene il governatore della Banca d'Inghilterra Mark Carney). La trasformazione tecnologica del lavoro è già in atto: le macchine sostituiscono le persone agli sportelli delle banche o ai caselli autostradali o al bancone del ristorante. E' successo già in passato, si potrebbe obiettare, quando le macchine hanno sostituito per decenni le persone nelle fasi precedenti dell'industrializzazione. Una fase di distruzione a cui, però, ne è seguita un'altra di creazione di nuovi posti di lavoro...Cosa c'è di diverso nella rivoluzione tecnologica di oggi? Per Marta Fana, economista, dottoranda di ricerca in economia all'Istituto di studi politici di Parigi, ospite oggi a Memos, le differenze ci sono. «Secondo le analisi pubblicate fino ad oggi - sostiene Fana - sappiamo che la quarta o la quinta rivoluzione tecnologica toglierà più lavoro di quanto ne produrrà. Fino ad oggi le rivoluzioni industriali hanno aperto spazi a nuovi mestieri, lavori, mentre ciò che sembrerebbe oggi è che quello spazio espansivo potrebbe contrarsi». Marta Fana nel corso della puntata di Memos commenta anche un'altra trasformazione del lavoro, oltre a quella tecnologica. E' la trasformazione demografica, antropologica, del lavoro. In Italia l'età media di chi lavora è passata da 38 a 44 anni nel periodo che va dal 1993 al 2016. I giovani sotto i 35 anni sono passati dal 41% al 22% del totale degli occupati.
E’ in corso una rivoluzione tecnologica che porterà alla distruzione di milioni di posti di lavoro. In Gran Bretagna, ad esempio, nei prossimi vent’anni potrebbero scomparirne 15 milioni a causa dell’automazione (lo sostiene il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney). La trasformazione tecnologica del lavoro è già in atto: le macchine sostituiscono le persone agli sportelli delle banche o ai caselli autostradali o al bancone del ristorante. E’ successo già in passato, si potrebbe obiettare, quando le macchine hanno sostituito per decenni le persone nelle fasi precedenti dell’industrializzazione. Una fase di distruzione a cui, però, ne è seguita un’altra di creazione di nuovi posti di lavoro...Cosa c’è di diverso nella rivoluzione tecnologica di oggi? Per Marta Fana, economista, dottoranda di ricerca in economia all’Istituto di studi politici di Parigi, ospite oggi a Memos, le differenze ci sono. «Secondo le analisi pubblicate fino ad oggi - sostiene Fana - sappiamo che la quarta o la quinta rivoluzione tecnologica toglierà più lavoro di quanto ne produrrà. Fino ad oggi le rivoluzioni industriali hanno aperto spazi a nuovi mestieri, lavori, mentre ciò che sembrerebbe oggi è che quello spazio espansivo potrebbe contrarsi». Marta Fana nel corso della puntata di Memos commenta anche un’altra trasformazione del lavoro, oltre a quella tecnologica. E’ la trasformazione demografica, antropologica, del lavoro. In Italia l’età media di chi lavora è passata da 38 a 44 anni nel periodo che va dal 1993 al 2016. I giovani sotto i 35 anni sono passati dal 41% al 22% del totale degli occupati.
E’ in corso una rivoluzione tecnologica che porterà alla distruzione di milioni di posti di lavoro. In Gran Bretagna, ad esempio, nei prossimi vent’anni potrebbero scomparirne 15 milioni a causa dell’automazione (lo sostiene il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney). La trasformazione tecnologica del lavoro è già in atto: le macchine sostituiscono le persone agli sportelli delle banche o ai caselli autostradali o al bancone del ristorante. E’ successo già in passato, si potrebbe obiettare, quando le macchine hanno sostituito per decenni le persone nelle fasi precedenti dell’industrializzazione. Una fase di distruzione a cui, però, ne è seguita un’altra di creazione di nuovi posti di lavoro...Cosa c’è di diverso nella rivoluzione tecnologica di oggi? Per Marta Fana, economista, dottoranda di ricerca in economia all’Istituto di studi politici di Parigi, ospite oggi a Memos, le differenze ci sono. «Secondo le analisi pubblicate fino ad oggi - sostiene Fana - sappiamo che la quarta o la quinta rivoluzione tecnologica toglierà più lavoro di quanto ne produrrà. Fino ad oggi le rivoluzioni industriali hanno aperto spazi a nuovi mestieri, lavori, mentre ciò che sembrerebbe oggi è che quello spazio espansivo potrebbe contrarsi». Marta Fana nel corso della puntata di Memos commenta anche un’altra trasformazione del lavoro, oltre a quella tecnologica. E’ la trasformazione demografica, antropologica, del lavoro. In Italia l’età media di chi lavora è passata da 38 a 44 anni nel periodo che va dal 1993 al 2016. I giovani sotto i 35 anni sono passati dal 41% al 22% del totale degli occupati.
Il lavoro stabile non cresce in Italia. Gli ultimi dati dell'Inps lo confermano. Voucher, contratti a tempo determinato sono la forma prevalente di lavoro rispetto al contratto a tempo indeterminato. Ospiti di Memos oggi l'economista Marta Fana, dottoranda di ricerca a Sciences Po a Parigi, e il data journalist Davide Mancino.
Il lavoro stabile non cresce in Italia. Gli ultimi dati dell'Inps lo confermano. Voucher, contratti a tempo determinato sono la forma prevalente di lavoro rispetto al contratto a tempo indeterminato. Ospiti di Memos oggi l'economista Marta Fana, dottoranda di ricerca a Sciences Po a Parigi, e il data journalist Davide Mancino.
Il lavoro stabile non cresce in Italia. Gli ultimi dati dell'Inps lo confermano. Voucher, contratti a tempo determinato sono la forma prevalente di lavoro rispetto al contratto a tempo indeterminato. Ospiti di Memos oggi l'economista Marta Fana, dottoranda di ricerca a Sciences Po a Parigi, e il data journalist Davide Mancino.
Una ripresa fragile dell'occupazione. Gli ultimi dati dell'Istat, riferiti al mese di agosto, descrivono un aumento dell'occupazione in Italia. Crescono gli occupati tra luglio e agosto di quest'anno (+69 mila), crescono anche tra il secondo e il terzo trimestre sempre di quest'anno (+91 mila), aumentano anche nell'anno tra agosto 2014 e agosto 2015 (+325 mila). Ma in due casi su tre (i dati riferiti al solo 2015) sono soprattutto i lavori a termine a crescere. «Si tratta di dati che ci dicono che la ripresa del mercato del lavoro è labile», racconta Marta Fana, economista dottoranda a SciencesPo a Parigi ospite oggi a Memos.«E' una fragilità – sostiene Fana - che si vede soprattutto dal tasso di occupazione che in Italia resta al 56%: su 100 persone in età lavorativa ci sono solo 56 occupati». Che cosa ha determinato questo aumento, fragile, degli occupati? Il Jobs Act, la decontribuzione per i nuovi assunti, la timida ripresa di questi mesi? Marta Fana ricorda che – da un punto di vista dell'analisi economica – non è ancora possibile fare uno studio empirico rigoroso. «Occorrerà aspettare la fine degli sgravi sui neoassunti», sostiene Fana che però fa notare come l'aumento maggiore dei contratti a tempo indeterminato nel 2015 si sia avuto nei primi mesi dell'anno, dove la decontribuzione ha pesato più del Jobs Act, entrato in vigore a fine marzo. Ospite oggi a Memos anche l'avvocato, giuslavorista, Domenico Tambasco con il quale abbiamo rifatto il punto sulle novità introdotte dal Jobs Act: «I pilastri della nuova legge sono la flessibilità in uscita (con la liberalizzazione dei licenziamenti) e la flessibilità nella gestione del personale (con il demansionamento)».
Una ripresa fragile dell'occupazione. Gli ultimi dati dell'Istat, riferiti al mese di agosto, descrivono un aumento dell'occupazione in Italia. Crescono gli occupati tra luglio e agosto di quest'anno (+69 mila), crescono anche tra il secondo e il terzo trimestre sempre di quest'anno (+91 mila), aumentano anche nell'anno tra agosto 2014 e agosto 2015 (+325 mila). Ma in due casi su tre (i dati riferiti al solo 2015) sono soprattutto i lavori a termine a crescere. «Si tratta di dati che ci dicono che la ripresa del mercato del lavoro è labile», racconta Marta Fana, economista dottoranda a SciencesPo a Parigi ospite oggi a Memos.«E' una fragilità – sostiene Fana - che si vede soprattutto dal tasso di occupazione che in Italia resta al 56%: su 100 persone in età lavorativa ci sono solo 56 occupati». Che cosa ha determinato questo aumento, fragile, degli occupati? Il Jobs Act, la decontribuzione per i nuovi assunti, la timida ripresa di questi mesi? Marta Fana ricorda che – da un punto di vista dell'analisi economica – non è ancora possibile fare uno studio empirico rigoroso. «Occorrerà aspettare la fine degli sgravi sui neoassunti», sostiene Fana che però fa notare come l'aumento maggiore dei contratti a tempo indeterminato nel 2015 si sia avuto nei primi mesi dell'anno, dove la decontribuzione ha pesato più del Jobs Act, entrato in vigore a fine marzo. Ospite oggi a Memos anche l'avvocato, giuslavorista, Domenico Tambasco con il quale abbiamo rifatto il punto sulle novità introdotte dal Jobs Act: «I pilastri della nuova legge sono la flessibilità in uscita (con la liberalizzazione dei licenziamenti) e la flessibilità nella gestione del personale (con il demansionamento)».
Una ripresa fragile dell'occupazione. Gli ultimi dati dell'Istat, riferiti al mese di agosto, descrivono un aumento dell'occupazione in Italia. Crescono gli occupati tra luglio e agosto di quest'anno (+69 mila), crescono anche tra il secondo e il terzo trimestre sempre di quest'anno (+91 mila), aumentano anche nell'anno tra agosto 2014 e agosto 2015 (+325 mila). Ma in due casi su tre (i dati riferiti al solo 2015) sono soprattutto i lavori a termine a crescere. «Si tratta di dati che ci dicono che la ripresa del mercato del lavoro è labile», racconta Marta Fana, economista dottoranda a SciencesPo a Parigi ospite oggi a Memos.«E' una fragilità – sostiene Fana - che si vede soprattutto dal tasso di occupazione che in Italia resta al 56%: su 100 persone in età lavorativa ci sono solo 56 occupati». Che cosa ha determinato questo aumento, fragile, degli occupati? Il Jobs Act, la decontribuzione per i nuovi assunti, la timida ripresa di questi mesi? Marta Fana ricorda che – da un punto di vista dell'analisi economica – non è ancora possibile fare uno studio empirico rigoroso. «Occorrerà aspettare la fine degli sgravi sui neoassunti», sostiene Fana che però fa notare come l'aumento maggiore dei contratti a tempo indeterminato nel 2015 si sia avuto nei primi mesi dell'anno, dove la decontribuzione ha pesato più del Jobs Act, entrato in vigore a fine marzo. Ospite oggi a Memos anche l'avvocato, giuslavorista, Domenico Tambasco con il quale abbiamo rifatto il punto sulle novità introdotte dal Jobs Act: «I pilastri della nuova legge sono la flessibilità in uscita (con la liberalizzazione dei licenziamenti) e la flessibilità nella gestione del personale (con il demansionamento)».