“Pendente” è l’aggettivo più idoneo per descrivere il modo in cui mi sento nei confronti della vita. Non una sensazione sempre piacevole ma neanche così male, in fondo. Ecco perché ho deciso di chiamare così il mio “taccuino” personale in cui annotare le giornate trascorse a contatto con opere ed esperienze vissute indipendentemente, comprendendo nuove realtà e magari crescendo come persona. O almeno mi piace vederla così.
Storie romantiche e brillanti, personaggi maldestri e fragili, dramma e ironia che si uniscono in un perfetto amalgama e tanti buoni sentimenti. Benvenuti nel cinema dello sceneggiatore Richard Curtis, abile narratorie di vicende tragicomiche e con al centro, sempre e comunque, complicati esseri umani alle prese con le difficoltà della vita. Iniziamo dal principio con l'esordio cinematografico di Curtis come sceneggiatore ed ecco quindi "Due metri di allergia", commedia romantica con protagonista un attore sfortunato alle prese con un collega vanesio e soprattutto con la donna della sua vita. E una tremenda allergia da fieno che potrebbe essere l'inizio di una grande avventura.
CINEMA! E ANCORA CINEMA! Nuovo appuntamento con la mia rubrica "improvvisata" in cui esprimo opinioni su film visti da pochi minuti al Cinema per ricordarvi che il CINEMA è AL CINEMA! Vacanze natalizie finite per tutti ma il Cinema è sempre lì e stavolta è il turno di "Close", intenso racconto di formazione acclamato a Cannes e finalmente giunto nelle sale italiane.
C'era una volta, Un uomo di Donald Virgil Bluth. Un uomo che voleva far parte del mondo creato da Walt Disney per poi allontanarsene e tentare nuove strade, cercando di rendere i cartoni animati quello che dovrebbero essere: opere in cui la fantasia la fa da padrone e dove non bisogna temere i rischi ma anzi sfidarli. Questa è la storia di Don Bluth e del suo cinema. Godetevelo. Tale fu il successo di "Anastasia" che Don Bluth si ritrovò tra le mani un prodotto destinato al mercato delle videocassette e con protagonista uno dei personaggi più amati del film del 1997: Bartok. Non ne sentivamo per davvero la necessità ma, nonostante ciò, "Bartok il Magnifico" risulta onesto nel suo essere un prodotto destinato alla famiglia (specialmente ai bambini) e si fa apprezzare per questo.
"Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film" Benvenuti nel Cinema di Clinton Eastwood Jr. con i suoi film così variegati, così drammatici e comunque sempre interessanti, affascinanti e dal sapore classico. L'Uomo senza nome è morto. Lunga vita a Clint Eastwood! Cosa c'è dopo la Morte? E' possibile comunicare anche solo per poco con un caro che abbiamo perduto? Domande che non hanno risposte sempre esaurienti ma che popolano il film più controverso di Eastwood, "Hereafter". Un dramma umano che affronta di petto uno degli argomenti tabù per eccellenza: ciò che ci attende dopo la morte.
"Il Mondo è diventato una stanza rumorosa, il Silenzio è il luogo magico in cui si realizza il processo creativo" Giunta è l'ora per un Cinema decisamente più...strano. Un Cinema dove il sogno e la realtà sono una cosa sola, l'ignoto qualcosa di davvero inquietante e l'amore un sentimento ricco di sorprese. Nostro demiurgo di turno sarà l'adorabile e bizzarro David Lynch e quindi è arrivato il momento di prendere una bella tazza di caffè e rilassarsi (più o meno) in sua compagnia. Dopo l'oscuro mondo di "Velluto Blu", Lynch rincara la dose con un film altrettanto torbido e sinistro ma con qualcosa in più. Preparatevi a vivere un'assurda avventura nella folle e crudele America di "Cuore Selvaggio".
Addentriamoci in un Cinema realizzato da chi lo conosce e lo ama follemente. Un mondo di violenza estrema, dialoghi taglienti, personaggi sconsiderati e tanto divertimento. Diamo un caloroso benvenuto a Quentin Tarantino e alle sue folli pellicole! Divertitevi! Si possono dire tante cose su Tarantino ma non si può negare che sia un temerario. Solo lui e altri pochi pazzi potevano concepire un progetto assurdo come Grindhouse e sperare nell'apprezzamento del pubblico generalista. "Grindhouse-A Prova di Morte" è un grande omaggio al cinema a basso costo degli anni '70, a Russ Meyer e con qualcosina proveniente persino dalla Nouvelle Vague. Eppure questo conturbante racconto che vede splendide signorine alle prese con uno stuntman serial killer non ha convinto molti spettatori. Me compreso.
"La vita è un grande spettacolo, dice il signor Hulot: basta avere occhi per osservare" Stavolta è il turno di un grande artista che ha voluto esprimere tutto il suo amore per l'arte e il mondo attraverso dei film visionari e poetici. Pellicole in cui l'ordinario spesso diventa straordinario e dove una società ormai votata al consumismo e alla saturazione può salvarsi solo se ritrova la voglia e il bisogno di guardarsi attorno e rendersi conto di quanta bellezza sta ignorando. Questo è il Cinema di Jacques Tati. Un circo. Un pubblico. E un presentatore. A Jacques Tati basta questo per offrirci uno spettacolo genuino, divertente, talvolta poetico e appartenente a un modo di fare intrattenimento che ormai è sparito. Ecco a voi "Parade"!
Dramma e commedia. Neorealismo e satira. Cinismo e tenerezza. Settentrione e Meridione. Tutti elementi apparentemente contraddittori ma che caratterizzano la ricca filmografia del regista e sceneggiatore Pietro Germi. Preparatevi quindi a una rassegna a volte tragica e a volte ironica utile a farv (ri) scoprire la curiosa e affascinante figura di un uomo di Cinema a suo tempo criticato e discusso ma che ha segnato in maniera indelebile il nostro paese. Un capitolo extra per questa rassegna necessario a presentare l'opera postuma di Germi poi diretta da Mario Monicelli ovvero "Amici Miei". Classico del cinema italiano e per molti film che determinò la fine della Commedia all'Italiana, "Amici Miei" è un'opera che parla del grigiore della vita in contrasto con l'entusiasmo fanciullesco di un gruppo di simpatiche canaglie decise a combattere lo squallore della loro esistenza e la morte stessa.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Il viale dei Ricordi Disneyani è finito ed è ora di tornare indietro. Ahimè. Prima di lasciare per sempre questa valle di ricordi e rimpianti, mi è venuto spontaneo ripensare a un Classico Disney recuperato non troppo tempo fa e che mi ha fatto pensare a una semplicità che ormai la Casa di Topolino (se tale si può ancora definire) sembra aver abbandonato. Per sempre? Chi può dirlo ma nel frattempo accontentiamoci di quello che abbiamo visto finora. Nella speranza che l'anno che verrà sia migliore per tutti.
C'era una volta, Un uomo di Donald Virgil Bluth. Un uomo che voleva far parte del mondo creato da Walt Disney per poi allontanarsene e tentare nuove strade, cercando di rendere i cartoni animati quello che dovrebbero essere: opere in cui la fantasia la fa da padrone e dove non bisogna temere i rischi ma anzi sfidarli. Questa è la storia di Don Bluth e del suo cinema. Godetevelo. Quando viene Dicembre...beh, ti conviene scappare. Prepariamoci alla fine di un altro anno e ricordiamo uno dei più grandi successi economici di Don Bluth. Un film che per molti è diventato subito un classico (per gli ignoranti persino un classico Disney, se è per questo) e che ha riportato Bluth alla ribalta. Ma "Anastasia" è davvero un film meritevole di tanta notorietà? Qualunque sia la risposta per ciascuno di noi, ecco a voi una fiaba che stravolge la storia e non solo quella.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Avete presenti quei racconti scritti da un ammiratore di un noto prodotto entrato nell'immaginario collettivo? Ecco provate a immaginare quel genere di storia proposta all'interno di un seguito di "Cenerentola". Qualcuno si è fumato qualcosa di davvero potente? No. E' semplicemente la formula di uno dei seguiti Disney per il mercato dell'Home Video più strani ma anche più interessanti e piacevoli. A voi il piacere di (ri)scoprirlo.
"Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film" Benvenuti nel Cinema di Clinton Eastwood Jr. con i suoi film così variegati, così drammatici e comunque sempre interessanti, affascinanti e dal sapore classico. L'Uomo senza nome è morto. Lunga vita a Clint Eastwood! "Io sono il padrone del mio destino Io sono il capitano della mia anima" Dopo il successo di "Gran Torino", Eastwood dirige uno dei suoi film più leggeri. Basato su una storia vera e incentrato sulla nota figura di Nelson Mandela, "Invictus" è un film che non brilla per ambizione e che spesso soffre di un'inevitabile retorica ma conferma il talento di Eastwood come regista. Un cineasta capace di offrire quasi sempre grande intrattenimento con il suo stile classico e sincero.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Dopo diverse sperimentazioni, sentivo il bisogno di recuperare quella genuinità che caratterizzava le produzioni Disney di un tempo. E quindi perché non ripensare un film animato (manco destinato per il cinema) che rielabora/parodizza un noto classico della letteratura e che vede il ritorno dei sempre amati Topolino, Paperino e Pippo?
"Il Mondo è diventato una stanza rumorosa, il Silenzio è il luogo magico in cui si realizza il processo creativo" Giunta è l'ora per un Cinema decisamente più...strano. Un Cinema dove il sogno e la realtà sono una cosa sola, l'ignoto qualcosa di davvero inquietante e l'amore un sentimento ricco di sorprese. Nostro demiurgo di turno sarà l'adorabile e bizzarro David Lynch e quindi è arrivato il momento di prendere una bella tazza di caffè e rilassarsi (più o meno) in sua compagnia. David Lynch e Dino DeLaurentiis collaborano di nuovo insieme ma stavolta con un film decisamente meno ambizioso di "Dune". "Velluto Blu" non è solamente il film che dà una svolta decisiva alla carriera di Lynch ma è anche uno dei suoi film più completi ed inquietanti. Quello che più di tutti ci dimostra qual è uno dei più grandi meriti del Cinema (nonché principio su cui baso il mio lavoro): scovare lo straordinario nell'ordinario, nel Bene e nel Male.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Gli anni '80 tornano prepotenti per ricordarci uno dei periodi più neri vissuti dalla Disney. Il più grande insuccesso della Casa di Topolino fu proprio uno dei figli di quell'epoca ed eccoci quindi a ricordare lo stramaledetto "Taron e la pentola magica".
CINEMA! E ANCORA CINEMA! Nuovo appuntamento con la mia rubrica "improvvisata" in cui esprimo opinioni su film visti da pochi minuti al Cinema per ricordarvi che il CINEMA è AL CINEMA! Le proiezioni natalizie proseguono e stavolta ci spostiamo nelle montagne, imponente scenario dell'amicizia di Pietro e Bruno. Due uomini divisi dalla provenienza e dalle scelte di vita ma uniti da un legame che potrebbe rappresentare l'unico porto sicuro della loro vita. Ecco a voi "Le otto montagne".
Addentriamoci in un Cinema realizzato da chi lo conosce e lo ama follemente. Un mondo di violenza estrema, dialoghi taglienti, personaggi sconsiderati e tanto divertimento. Diamo un caloroso benvenuto a Quentin Tarantino e alle sue folli pellicole! Divertitevi! Continua la vendetta della Sposa. Il confronto finale con l'odiato/amato Bill è sempre più vicino e stavolta Tarantino decide di omaggiare il Western cinematografico e soprattutto di approfondire i personaggi. Dirigendo così uno dei punti più alti della sua carriera o anche solo semplicemente un film d'intrattenimento con tutti i crismi.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Rimanendo nel territorio dei deliri, perché non ricordare il film decisamente più folle di casa Disney? Dalla mente di Lewis Carroll al Cinema, Alice è protagonista di un'avventura surreale tra monarchi psicopatici, bruchi dediti al fumo, gatti sornioni e due inquietanti gemelli narratori di storie dalla dubbia moralità. Del resto, lo chiameranno Paese delle Meraviglie per un motivo.
"La vita è un grande spettacolo, dice il signor Hulot: basta avere occhi per osservare" Stavolta è il turno di un grande artista che ha voluto esprimere tutto il suo amore per l'arte e il mondo attraverso dei film visionari e poetici. Pellicole in cui l'ordinario spesso diventa straordinario e dove una società ormai votata al consumismo e alla saturazione può salvarsi solo se ritrova la voglia e il bisogno di guardarsi attorno e rendersi conto di quanta bellezza sta ignorando. Questo è il Cinema di Jacques Tati. Destinato alla televisione e poi distribuito nelle sale, "Monsieur Hulot nel caos del traffico" è l'ultimo lungometraggio cinematografico di Tati e l'ultimo appuntamento organizzato tra gli spettatori e il sempre candido Hulot, stavolta integrato nella società che lui stesso faticava a comprendere ma sempre simpatico.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Il Natale si è concluso e quindi ritengo opportuno concludere l'anno con una visione leggera. Magari stupefacente. E quindi ecco "I Tre Caballeros", delirio visivo e cinematografico che porta la politica di buon vicinato tra la Disney e l'America Latina a livelli...strani.
CINEMA! E ANCORA CINEMA! Nuovo appuntamento con la mia rubrica "improvvisata" in cui esprimo opinioni su film visti da pochi minuti al Cinema per ricordarvi che il CINEMA è AL CINEMA! Vacanze di Natale per tutti. Per chi può, almeno. E quindi periodo ideale per andare al Cinema a rilassarsi e viaggiare con la fantasia. E chi meglio di Steven Spielberg per farlo? Ecco a voi "The Fabelmans", racconto emozionante e intimo della gioventù del cineasta e di come è nata la sua passione per il Cinema.
Dramma e commedia. Neorealismo e satira. Cinismo e tenerezza. Settentrione e Meridione. Tutti elementi apparentemente contraddittori ma che caratterizzano la ricca filmografia del regista e sceneggiatore Pietro Germi. Preparatevi quindi a una rassegna a volte tragica e a volte ironica utile a farv (ri) scoprire la curiosa e affascinante figura di un uomo di Cinema a suo tempo criticato e discusso ma che ha segnato in maniera indelebile il nostro paese. Ultimo film da regista di Germi e ultimo tassello (o quasi) di una filmografia molto variegata. "Alfredo Alfredo" è la storia di un uomo alquanto passivo che vuole solo trovare la donna della sua vita. Ma forse tale ricerca non è che l'inizio di un percorso che renderà l'impiegato Alfredo felice e realizzato.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Tra i tanti seguiti dei classici Disney distribuiti per il mercato casalingo, quelli con protagonisti Aladdin e soci hanno saputo conquistare una notevole schiera di spettatori. "Aladdin e il Re dei Ladri" non può certo vantarsi della tecnica del capostipite ma ne conserva il divertimento e riesce persino a raccontare la storia di un ragazzo che ha bisogno di comprendere meglio sé stesso, affrontando di petto il passato. E Buon Natale, suppongo.
Rispolverando l'albo 2405 del settimanale "Topolino", il sottoscritto si è ritrovato a ripercorrere (per l'ennesima volta, questo mese) il viale dei ricordi. Ricordi di un tempo in cui le preoccupazioni erano poche eppure ostinate, il mondo era stato sconvolto da una delle più grandi tragedie della storia contemporanea e "Topolino" era una presenza regolare in casa. Inutile dire che gli albi dedicati al Natale erano quelli più attesi. Ed eccomi qui con un numero speciale a cui sono sempre stato legato tra le mani. In compagnia di Francesco Artibani, Lello Arena, Silvio Camboni, Carlo Panaro, Andrea Ferraris, Marco Bosco, Salvatore Deiana, Stefano Ambrosio, Donald Soffritti, Romano Scarpa e ovviamente la Banda Disney al completo.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Una volpe e un cane da caccia possono essere amici? Ovviamente no ma questo è Cinema (Disneyano, tra l'altro) e quindi rendiamo l'impossibile plausibile! Ecco "Red e Toby nemiciamici".
C'era una volta, Un uomo di Donald Virgil Bluth. Un uomo che voleva far parte del mondo creato da Walt Disney per poi allontanarsene e tentare nuove strade, cercando di rendere i cartoni animati quello che dovrebbero essere: opere in cui la fantasia la fa da padrone e dove non bisogna temere i rischi ma anzi sfidarli. Questa è la storia di Don Bluth e del suo cinema. Godetevelo. Arrivati a questo punto, ci possiamo aspettare di tutto da Don Bluth. E non necessariamente nel senso più positivo del termine. Pinguini decisi a trovare l'anima gemella. Vi basta come eccitante punto di partenza? Qualunque sia la vostra opinione, ecco a voi un classico (?) del Natale per poter apprezzare maggiormente i valori della famiglia e per trovare gli stimoli giusti e vedere qualcosa di buono in questo mondo bieco assai che non chiamiamo casa. Oppure semplicemente rilassatevi e guardate "Hubie all'inseguimento della pietra verde".
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Nulla è eterno. Ma ciò non significa che tutto ciò che progredisce lo fa nel migliore dei modi. E' sicuramente il caso di una sottocategoria di film che hanno reso il Cinema, per tanti anni, una vera e propria Fabbrica dei Sogni: i Classici Disney. Dal 1937 con "Biancaneve e i sette anni" a oggi, la Disney è cambiata. Si è rinnovata sempre adeguandosi ai tempi per poi abbandonare la retta via. E' quindi necessario ricordarci de "La Principessa e il Ranocchio", la deliziosa fiaba targata Disney e ultimo rappresentate di un cinema animato che ancora aveva qualcosa da dire.
"Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film" Benvenuti nel Cinema di Clinton Eastwood Jr. con i suoi film così variegati, così drammatici e comunque sempre interessanti, affascinanti e dal sapore classico. L'Uomo senza nome è morto. Lunga vita a Clint Eastwood! Dopo il drammatico "Changeling", Eastwood prende fiato e incarna la versione stagionata dei suoi personaggi più noti. Il risultato è un film divertente, caloroso, amaro e che soprattutto fa bene al cuore. "Gran Torino" è qui per voi!
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Torniamo in trincea per combattere i famigerati seguiti dei classici Disney. Stavolta si presentano con una bandiera bianca e tante buone intenzioni. E con buona ragione. "Ritorno all'Isola che non c'è" è un seguito dignitoso, piacevole e persino toccante che omaggia il noto Classico Disney, cita più o meno dichiaratamente "Hook" di Steven Spielberg e soprattutto ci ricorda qual è la più grande fregatura della nostra esistenza umana (a parte la soggettività): crescere.
"Il Mondo è diventato una stanza rumorosa, il Silenzio è il luogo magico in cui si realizza il processo creativo" Giunta è l'ora per un Cinema decisamente più...strano. Un Cinema dove il sogno e la realtà sono una cosa sola, l'ignoto qualcosa di davvero inquietante e l'amore un sentimento ricco di sorprese. Nostro demiurgo di turno sarà l'adorabile e bizzarro David Lynch e quindi è arrivato il momento di prendere una bella tazza di caffè e rilassarsi (più o meno) in sua compagnia. Dopo il successo di "The Elephant Man", David Lynch tenta il colpaccio attraverso la proposta di Dino DeLaurentiis: portare sul grande schermo il romanzo di Frank Herbert "Dune". Dopo il progetto fallito di Alejandro Jodorowsky, "Dune" giunge per la prima volta sul grande schermo e il risultato finale non è, ahimè, dei migliori.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Torniamo al 1940 con una delle più grandi opere partorite dagli allora neonati studi di Walt Disney. Un film non adatto a tutti e "per intenditori" che però riesce ad esprimere l'essenza del Cinema come arte visiva, capace di intrattenere ed emozionare il pubblico tramite le immagini e la musica. Anni di pura...Fantasia!
Addentriamoci in un Cinema realizzato da chi lo conosce e lo ama follemente. Un mondo di violenza estrema, dialoghi taglienti, personaggi sconsiderati e tanto divertimento. Diamo un caloroso benvenuto a Quentin Tarantino e alle sue folli pellicole! Divertitevi! Il ventunesimo secolo è iniziato da poco ma Tarantino accetta la sfida e propone al pubblico il suo progetto più ambizioso (per allora). I produttori pretendono una divisione in due parti (anzi, due volumi) è il risultato è "Kill Bill". Cominciamo dal primo volume, il più dinamico e introduttivo che ci trasporta all'interno della storia della Sposa e della sua vendetta.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. La Disney ha vissuto tempi duri. Come tutti noi. Me compreso. Nel 2007 uscì "I Robinson-Una famiglia spaziale" e per molti la Disney era spacciata. Recuperai questo film nel 2008 e, specificatamente, nel dicembre del 2008 durante la settimana più tristemente memorabile della mia vita. Per questo e altri motivi considero questo classico Disney un po' speciale, per quanto non memorabile o davvero degno di nota. Poiché quella di Lewis è una storia che ci ricorda (non sempre senza un po' di goffaggine) come la vita sia una sfida continua e di come dobbiamo andare sempre avanti.
"La vita è un grande spettacolo, dice il signor Hulot: basta avere occhi per osservare" Stavolta è il turno di un grande artista che ha voluto esprimere tutto il suo amore per l'arte e il mondo attraverso dei film visionari e poetici. Pellicole in cui l'ordinario spesso diventa straordinario e dove una società ormai votata al consumismo e alla saturazione può salvarsi solo se ritrova la voglia e il bisogno di guardarsi attorno e rendersi conto di quanta bellezza sta ignorando. Questo è il Cinema di Jacques Tati. Il logorio della vita moderna. Penserete sicuramente a questa frase guardando "Play Time", il film più ambizioso di Tati e tappa essenziale della sua filmografia visionaria e alquanto sfortunata. Stavolta Hulot dovrà sopravvivere a una società ipertecnologica e satura di tutto (e tutti) ma che potrebbe ancora conservare dei pizzicchi di umanità. Basta cercarli.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Dopo tante fiabe, è arrivato il momento di una leggenda che possa intrattenerci e divertirci. E chi meglio del principe dei ladri, difensore degli oppressi d'Inghilterra? Ecco a voi un classico senza tempo che non può certo vantarsi di grandi innovazioni e meriti artistici...ma che ci diverte sempre e comunque!
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Rimaniamo a Londra ma stavolta non alle prese con eterni bambini volanti ma piuttosto con topi detective. Regolare. A metà tra l'omaggio e la parodia delle opere letterarie di Sir Arthur Conan Doyle con protagonista Sherlock Holmes, "Basil l'Investigatopo" rappresentò un punto di svolta per la Disney degli anni '80, decisa a tentare il tutto per tutto e ritornare ad essere la massima autorità in fatto di animazione cinematografica. "Basil l'Investigatopo" non è certamente il più rivoluzionario o memorabile tra i non pochi classici Disney prodotti ma meriterebbe maggiore considerazione anche solo per la notevole dose di divertimento che offre a spettatori grandi e piccini.
Dramma e commedia. Neorealismo e satira. Cinismo e tenerezza. Settentrione e Meridione. Tutti elementi apparentemente contraddittori ma che caratterizzano la ricca filmografia del regista e sceneggiatore Pietro Germi. Preparatevi quindi a una rassegna a volte tragica e a volte ironica utile a farv (ri) scoprire la curiosa e affascinante figura di un uomo di Cinema a suo tempo criticato e discusso ma che ha segnato in maniera indelebile il nostro paese. La carriera di Germi sta per concludersi e il regista si concede un film leggero che vuole mettere a confronto due mondi completamente agli antipodi: quello televisivo e quello reale. Accompagnate Gianni Morandi in questo romantico viaggio che è "Le castagne sono buone". O quantomeno rilassatevi e guardatevelo.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Cielo e Terra li abbiamo visitati più volte. Stavolta è il turno del Mare. Scendendo nelle profondità marine, noi spettatori abbiamo scoperto un grande e maestoso regno fatto di Re, Principesse, streghe e orchestre (?!). Ecco a voi il primo grande titolo del Rinascimento Disneyano: "La Sirenetta".
C'era una volta, Un uomo di Donald Virgil Bluth. Un uomo che voleva far parte del mondo creato da Walt Disney per poi allontanarsene e tentare nuove strade, cercando di rendere i cartoni animati quello che dovrebbero essere: opere in cui la fantasia la fa da padrone e dove non bisogna temere i rischi ma anzi sfidarli. Questa è la storia di Don Bluth e del suo cinema. Godetevelo. Il punto più basso della carriera di Don Bluth è qui! "Le avventure di Stanley". Non ho altro da dire.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. A voi dovrebbe piacer la vita del filibustier. In caso contrario, quale occasione per (ri)scoprire uno dei più noti e amati classici Disney di tutti i tempi? Seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino e poi all'Isola che non c'è, terra di fantasia popolata da pirati, indiani, sirene e un inquietante eterno bambino in calzamaglia.
"Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film" Benvenuti nel Cinema di Clinton Eastwood Jr. con i suoi film così variegati, così drammatici e comunque sempre interessanti, affascinanti e dal sapore classico. L'Uomo senza nome è morto. Lunga vita a Clint Eastwood! Eastwood torna a parlare di famiglie ma stavolta la storia non è affatto piacevole. Perché "Changeling" racconta la tragica e tenebrosa vicenda del rapimento del piccolo Walter Collins e della lotta iniziata dalla madre Christine per trovarlo e contrastare un corpo di polizia corrotto e incompetente. Qui il regista è in splendida forma e dirige uno dei suoi film più drammatici e completi. Nonché l'incarnazione perfetta del concetto di "Grande Cinema". Perché questo è "Changeling".
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. In un luogo buio e sinistro chiamato la Palude del Diavolo, era incagliato un vecchio battello fluviale. Una notte, una piccola figuretta strisciò silenziosamente fino alla ringhiera della ponte della nave. Si guardò intorno con circospezione e poi lasciò cadere nell'acqua fangosa una bottiglia. La figuretta era una bambina triste e sola di nome Penny. E quello fu l'inizio dell'operazione di salvataggio per riportarla a casa. Il resto è storia.
"Il Mondo è diventato una stanza rumorosa, il Silenzio è il luogo magico in cui si realizza il processo creativo" Giunta è l'ora per un Cinema decisamente più...strano. Un Cinema dove il sogno e la realtà sono una cosa sola, l'ignoto qualcosa di davvero inquietante e l'amore un sentimento ricco di sorprese. Nostro demiurgo di turno sarà l'adorabile e bizzarro David Lynch e quindi è arrivato il momento di prendere una bella tazza di caffè e rilassarsi (più o meno) in sua compagnia. Dopo lo scossone cinematografico e, perché no, culturale causato da "Eraserhead", Lynch coglie l'occasione per girare un film decisamente più "normale" ma comunque in linea con la sua visione del mondo e dell'arte. Il risultato è il sofferente ed emozionante "The Elephant Man", cronaca romanzata dell'esistenza di Joseph Merrick ovvero l'Uomo Elefante che impressionò la Londra dell'epoca vittoriana.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Ne abbiamo vedute tante da raccontar, giammai degli elefanti volar. Anche se... 1941. Anno turbolento per l'America e quindi forse scenario ideale per un racconto semplice e universale come quello di Dumbo, l'elefantino volante. Ma forse anche oggi il piccolo pachiderma può insegnarci qualcosa. Che dite?
Addentriamoci in un Cinema realizzato da chi lo conosce e lo ama follemente. Un mondo di violenza estrema, dialoghi taglienti, personaggi sconsiderati e tanto divertimento. Diamo un caloroso benvenuto a Quentin Tarantino e alle sue folli pellicole! Divertitevi! Dopo il successo di "Pulp Fiction", Tarantino poteva giocare facile...e invece prende un romanzo di Elmore Leonard, lo adatta per il grande schermo e dirige il suo film più sottovalutato. Nonché il titolo della sua filmografia che ci fa comprendere una volta per tutte come Tarantino sia un vero regista e non semplicemente "quello di Pulp Fiction". Un po' di letteratura e cinema noir, qualche omaggio al Blaxpoitation ed ecco a voi "Jackie Brown".
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Torniamo alla fonte, all'inizio di tutto. E quindi ecco "Biancaneve e i sette nani", un classico immortale che ha ancora tanto da insegnare ad artisti e spettatori sulla potenza del cinema (animato e non) e ci ricorda quello che un tempo era la Disney. Ahimè.
"La vita è un grande spettacolo, dice il signor Hulot: basta avere occhi per osservare" Stavolta è il turno di un grande artista che ha voluto esprimere tutto il suo amore per l'arte e il mondo attraverso dei film visionari e poetici. Pellicole in cui l'ordinario spesso diventa straordinario e dove una società ormai votata al consumismo e alla saturazione può salvarsi solo se ritrova la voglia e il bisogno di guardarsi attorno e rendersi conto di quanta bellezza sta ignorando. Questo è il Cinema di Jacques Tati. Uno dei film più rappresentativi dell'intera carriera di Tati (e il mio preferito) e uno spaccato tragicomico ma mai del tutto perfido di una società sempre più succube della tecnologia e della fretta ma che può ancora riscoprire tutti i valori che rendono la vita degna di essere vissuta. Specialmente quando avete l'occasione di passare del tempo con il vostro zio Hulot preferito!
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Possibile che per trovare un film adatto agli adolescenti targato Disney abbiamo dovuto aspettare gli anni '90...e Pippo?
Dramma e commedia. Neorealismo e satira. Cinismo e tenerezza. Settentrione e Meridione. Tutti elementi apparentemente contraddittori ma che caratterizzano la ricca filmografia del regista e sceneggiatore Pietro Germi. Preparatevi quindi a una rassegna a volte tragica e a volte ironica utile a farvi (ri) scoprire la curiosa e affascinante figura di un uomo di Cinema a suo tempo criticato e discusso ma che ha segnato in maniera indelebile il nostro paese. Sulle montagne c'è un giovane pastore che vede il suo mondo cambiare. In meglio? A voi scoprirlo. Gli anni '60 stanno per concludersi ma sono ancora molto "musicali" e Germi contribuisce a lanciare Adriano Celentano al cinema. Il risultato è "Serafino", un film simpatico e innocuo ma forse non particolarmente memorabile.
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Per anni questo classico sparì dalla mia memoria per poi essere recuperato e riscoperto dal sottoscritto. E fu l'inizio di una vera e propria rinascita della mia passione per i classici Disney. Perciò state con noi (anzi, con me) e riscopriamo insieme "La Bella e la Bestia".
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Sentivamo il bisogno di un altro film sui personaggi di "Atlantis"? No. Ed effettivamente questo seguito del film del 2001 non era nemmeno un prodotto destinato alle sale cinematografiche ma piuttosto un progetto fallito riciclato come titolo per il mercato home video. E sinceramente da ragazzino mi divertiva discretamente.