ST.E.R.CO. è un programma di Radio Onda d’Urto. La trasmissione, ideata e prodotta dall’Associazione AlterNative e da Edizioni AlterNative, racconta storie ecologiche di resistenza e conflitto. Ascoltalo in diretta sulle frequenze antagoniste di Radio Onda d'Urto tutti i Mercoledì dalle 12:30 all…
“Coal supports the money - mongering capitalists”, il carbone sostiene gli avidi capitalisti. Queste le parole impresse su un manifesto esposto durante il Plug Plot Riot nel 1842. Siamo in Inghilterra e il regno della regina Vittoria è scosso da profonde tensioni sociali che limitano l'espansione economica inglese. In questa puntata approfondiremo i primi movimenti socialisti inglesi, in particolare quello cartista, e alcuni dei legami alla base della svolta fossile del capitalismo in Gran Bretagna.
Grezieu – La – Varenne è una località francese nei pressi di Lione. Un nuovo quartiere residenziale è sorto da una vecchia lavanderia industriale. I nuovi abitanti riceveranno presto una brutta notizia. Infatti, non appena insediati nelle nuove abitazioni, saranno costretti ad abbandonarle a causa dei valori elevatissimi di tetracloroelitene registrati all'interno delle case. Questo caso di in – giustizia ambientale si trasformerà presto nel primo processo penale per ecocidio, una nuova tipologia di reato pensato in Francia per punire quelle azioni che procurano danni di lunga durata a flora, fauna e più in generale ecosistemi.
Puntata dedicata alle cause ecologiche della crisi del '29. Questo aspetto, che non è mai stato affrontato dagli economisti, è per noi in grado di spiegare la più grande crisi finanziaria e la più grande recessione del '900 (tuttora ufficialmente senza una causa o una spiegazione condivisa). Inoltre individuare l'inscindibile nesso tra economia ed ecologia ci aiuterà forse a rintracciare i germi dell'attuale crisi economica e dell'imminente "grande depressione" globale.
In questa puntata ci rechiamo alle Canarie: arcipelago di isole oggi sotto il controllo della Spagna, meta di vacanza per molti europei, un tempo patria della civiltà dei Guanci (nome col quale si è soliti indicare gli antichi abitanti delle Canarie). Infatti la colonizzazione delle Canarie fu attuata attraverso lo sterminio dei popoli che le abitavano, con le stesse "metodologie" e gli stessi tragici "risultati" ottenuti poi dalla Spagna e dalle altre potenze europee nella colonizzazione delle Americhe.
Nel 1982 la piazza antistante il museo di arte contemporanea della cittadina tedesca di Kassel è invasa da 7000 lastre in basalto. Ogni lastra, una volta adottata da un sostenitore del progetto, avrebbe contribuito alla piantumazione di un albero di quercia nella periferia della città. Autore dell'opera è Joseph Beuys (1921-1986), artista, pittore, scultore tedesco contemporaneo, molto sensibile alla tematiche ecologiche. Non nuovo a progetti artistici del genere, l'artista sarà promotore di un'idea di arte come motore di cambiamento sociale e in questa puntata ne ripercorriamo la biografia, legata strettamente anche al territorio italiano.
Breve ritratto biografico e intellettuale dei due massimi teorici della lotta di classe come strumento di progresso ed emancipazione. Alla riscoperta di una parte dei loro scritti che possiamo oggi definire ecologici e di due vite indubbiamente di resistenza e conflitto.
Espinar è una provincia del Perù sul massiccio delle Ande che si snoda a quasi 4000 metri sul livello del mare. Nel 2012 sono scoppiate numerose proteste, represse nel sangue dalle autorità governative, per denunciare l'estrema povertà e le cattive condizioni sanitarie nelle quali sono costretti a vivere gli abitanti del luogo. Da oltre quarant'anni, infatti, è una delle zone del paese maggiormente interessate da miniere e altre attività estrattive. Aperte con la promessa di lavoro e sviluppo per le popolazioni locali, le miniere oggi raccontano ben altra realtà. In particolare la provincia di Espinar risulta essere una delle più povere del paese, l'agricoltura che sosteneva le comunità indigene è stata stravolta, le risorse idriche sono completamente assorbite dai fabbisogni delle attività estrattive, le percentuali di malattie legate all'inquinamento sono altissime.
In questa puntata ripercorreremo la storia della banca Lehman Brothers, dalla sua fondazione al suo fallimento del 2008. Questa ricostruzione sarà utile per capire: alcune radici storiche delle crisi finanziarie del 2008 e del 1929, tra le altre; la storia economica degli States e quindi indirettamente di gran parte del mondo nell'ultimo secolo e mezzo; dove e come siano state prese la maggior parte delle decisioni strategiche del capitalismo mondiale... Alla faccia della pretesa mano invisibile!
Nel 1547 a Rezzato in provincia di Brescia veniva fondata l'Accademia agraria, una delle più antiche d'Europa. Trovò sede nella villa del nobile Giacomo Chizzola e vide tra i suoi illustri docenti il matematico Nicolò Tartaglia e gli agronomi Agostino Gallo e Camillo Tarello. Il sapere agronomico riscoperto e sviluppato dagli ultimi due risulterà poi fondamentale per le sorti dell'agricoltura europea nei secoli successivi. In particolare, nell'Inghilterra di inizio settecento, l'opera di Tarello godrà di eccezionale fortuna tale, ispirando alcune delle innovazioni che determineranno le sorti della rivoluzione industriale inglese.
Mentre aumentano le minacce e i timori di un conflitto globale e/o nucleare e vi sono continui e pericolosissimi scontri militari che riguardano la più grande centrale nucleare d'Europa (Zaporizhzhia), da più voci (tutte interessate) si sente parlare di energia nucleare sicura e pulita, come alternativa credibile per affrontare i problemi ecologici ed economici attuali. In questa puntata vedremo se questa allocuzione possa avere un qualunque senso, specie in un contesto come il presente, fortemente caratterizzato da rischi bellici e dai mutamenti climatici.
Nell'ottobre del 2021 in provincia di Bologna arriva la notizia che il progetto per il nuovo mega polo logistico da 73 ettari tra i paesi di Altedo, Bentivoglio e San Pietro in Casale non si farà. Una vittoria dei comitati che si erano battuti per salvare le ultime risaie presenti in provincia di Bologna. Nel raccontare la vicenda ci siamo fatti accompagnare dal Coro delle Mondine di Bentivoglio, protagoniste di questa lotta, che raccolgono, attraverso le canzoni che ripropongono, il patrimonio di storie, resistenza e lotta delle mondine di questo territorio. Un tempo, infatti, la coltivazione del riso era assai più diffusa in questa porzione di Pianura Padana. Questa vicenda ci offre l'occasione per parlare di paesaggio come elemento complesso frutto delle interazioni tra territorio, comunità umane e mondo non umano.
Vincenzo Rivera è stato un botanico, naturalista e accademico italiano. Antifascista cattolico e membro dell'assemblea costituente del 1946. Durante il ventennio fascista si oppose alla propaganda legata alla “Battaglia del grano”, lanciata dal regime di Mussolini per raggiungere l'autosufficienza alimentare. La critica riguardava il rischio che un eccessivo aumento della superficie coltivata a grano, soprattutto nei territori di collina e montagna, portasse a una rapida erosione della fertilità del suolo, a differenza di forme di pascolo razionale che sarebbero risultate maggiormente conservative. La vicenda di Rivera ci permette di parlare della range ecology, disciplina che, a partire dagli anni 90, riflette sul ruolo positivo che certe forme di pastorizia e allevamento libero possono avere nel rigenerare i suoli e contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Il 9 ottobre 1963 una frana si stacca dal fianco del Monte Toc, finendo nel bacino artificiale formato dalla diga sul torrente Vajont. L'onda, che si innalza dal lago, spazzerà via il paese di Longarone a valle del bacino artificiale, causando quasi duemila vittime. La vicenda è nota ed è stata ricostruita magistralmente nello spettacolo di Marco Paolini sul finire degli anni novanta. In questa puntata ci concentreremo sul dopo, sulla ricostruzione del paese di Longarone, sul cimitero monumentale di Fortogna e sulle narrazioni che hanno provato ad addomesticarne la memoria, cercando di mascherare le ingiustizie legate a questa vicenda.
Il narcotraffico è un grosso problema per molti paesi, sia in termini di violenza e insicurezza che di corruzione e infiltrazione mafiosa nel tessuto sociale. Uno degli aspetti meno studiati di questo fenomeno, e che solo di recente ha ricevuto una certa attenzione, è quello dei suo impatti socio-ambientali. Per darne una panoramica ci muoveremo attraverso alcuni esempi dalla Colombia e dal Messico.
Sulla scorta del grande romanzo di Melville, parliamo della caccia alla balena, dei prodotti, delle ricchezze, delle fortune personali e nazionali legate a questa caccia, di quanto sia stata intensiva nei secoli passati e di come l'uomo sia quasi riuscito a estinguere i cetacei e le balene sul pianeta (overfishing).
In questa puntata parliamo di uno dei pionieri dell'agricoltura biologica italiana. Figura quasi dimenticata e sconosciuta ai più, rappresenta invece un fondamentale punto di riferimento per chi si occupa di alternative al modello agro-industriale imposto dalla Rivoluzione Verde. All'interno della puntata presenteremo il modello di azienda agricola biologica ideato da Alfonso Draghetti, ispirato ai principi ecologici, e sperimentato in campo presso l'azienda sperimentale di S. Prospero sulla Secchia in provincia di Modena.
L'esplosione delle tecnologie informatiche è stato da molti salutata come una opportunità per avviare processi di “de-materializzazione” di molte pratiche (posta, archivi, fotografie etc) e “sostenibilità” dei modelli produttivi. La puntata di oggi vorrebbe evidenziare come anche le tecnologie informatiche abbiano un notevole impatto ambientale, e di come non si possa non pensare ad una discussione socio-politica sul loro uso.
Nel 1918 vinse il premio Nobel per la chimica Fritz Haber, chimico tedesco inventore con brevetto del processo di sintesi col quale divenne possibile, attraverso la combinazione di azoto e idrogeno, la produzione industriale di ammoniaca. Questa invenzione portò poi a quella che oggi chiamiamo "rivoluzione verde" ma, nella prima e nella seconda guerra mondiale, portò anche alla massiccia fabbricazione e all' utilizzo di esplosivi e di armi chimiche, senza le quali la Germania non avrebbe potuto sostenere le due guerre.
11 settembre 1973, con un violento colpo di stato il colonnello Augusto Pinochet prende il potere in Cile, inaugurando la prima dittatura “neoliberista”. Infatti, se sono ormai note le intromissioni della CIA nell'organizzazione del golpe, meno nota è la vicenda dei cosiddetti Chicago boys. Si tratta di un gruppo di giovani intellettuali, discepoli dell'economista americano Milton Friedman, che occuparono posizioni di spicco all'interno del regime cileno e guidarono le riforme in campo economico che fecero rapidamente precipitare in una profonda crisi l'economia più florida del continente sudamericano.
Puntata dedicata al ricordo di Karen Silkwood, sindacalista statunitense morta a soli 28 anni in circostanze misteriose in seguito ad un incidente automobilistico. Si stava recando a Oklahoma city con importanti documenti, mai più ritrovati, che avrebbero inchiodato la potente multinazionale Kerr-McGee, di cui era dipendente. Nello stabilimento del mid-west, dove venivano prodotte barre di plutonio, l'azienda era accusata di smaltire illecitamente rifiuti radioattivi e di non rispettare le norme riguardanti la sicurezza degli operai che lavoravano all'interno dello stesso.
Puntata dedicata alle Ecomafie: cosa sono, qual'è la dimensione del fenomeno in Italia e quanto ci "costano" in termini di denaro, di salute e di biodiversità.
Ottobre 2020: Massa Konè, esponente della Convergenza Maliana Contro l'Accaparramento di Terre, è oggetto di minacce, insieme ai suoi familiari, da parte di uomini armati, a causa del suo attivismo in contrasto alle pratiche di land grabbig nel suo paese. Questo ci dà lo spunto per parlare del fenomeno dell'accaparramento di terre nel continente africano da parte dei grandi capitali, nel quadro di logiche neocoloniali di sfruttamento di popolazioni e territori…
Alexander Von Humboldt, l'uomo più famoso dell'Ottocento (in compagnia di Napoleone), scienziato rivoluzionario per la geografia, la geologia e per innumerevoli altri campi di ricerca scientifica, padre dell'ecologia, è purtroppo oggi quasi sconosciuto. In questa puntata raccontiamo delle sue avventurose esplorazioni, delle sue scoperte, della sua modalità di ricerca e delle sue idee, oggi attualissime.
Puntata dedicata al ricordo di Luigi Mara, scomparso nel 2016 e figura cardine delle lotte per il diritto alla salute in Italia. Sindacalista all'interno dello stabilimento Montecatini - Montedison di Castellanza, fondatore di Medicina Democratica, estromesso dalla CGIL e consulente di molte battaglie ambientali italiane, compresa la vicenda dello stabilimento Caffaro a Brescia.
1545: l'amministrazione coloniale spagnola inaugura la miniera di Cerro Rico, nei pressi di Potosi (Bolivia); questa miniera diverrà famosa come una delle più ricche e del mondo e simbolo della sistematica spoliazione delle ricchezze del Sud America ad opera del colonialismo Europeo. Questa data viene da alcuni indicata come simbolico inizio del fenomeno dell'estrattivismo, ovvero di quel modello di economia capitalista basata essenzialmente sull'estrazione aggressiva, sistematica e via via sempre più globalizzata, di ogni possibile fonte di creazione di valore presente sulla terra...
Cosa lega gli abitanti della città di Love Canal(NY) agli abitanti del Vietnam? A legarli un filo arancio. Arancio come l'agente chimico utilizzato dagli USA, con esiti disastrosi per la popolazione e per il territorio, nella guerra del Vietnam. Lo stesso Arancio dell'agente poi fuoriuscito, con esiti disastrosi per la popolazione e l'ambiente, da una discarica abusiva nello stato di New York. Da questo evento partiamo per riflettere sull'impatto ecologico della guerra e dell'apparato militare mondiale e sul concetto di "sicurezza ecologica".
In questa puntata trattiamo la biografia del famigerato dottor Ure. L'epiteto di ineffabile gli viene affibbiato da Marx stesso che, nelle pagine de “Il Capitale”, lo cita come esempio di quella scienza asservita alle pretese della nuova borghesia inglese. Di lui ne traccia un preciso ritratto anche Giorgio Nebbia, che ci ammonisce riguardo ai numerosi discepoli “che ancora oggi sono pronti a minimizzare i pericoli della fabbrica, gli effetti degli inquinamenti, i danni delle sostanze radioattive.”
Questa puntata è dedicata ai lingiarù (i “lazzaroni”), nome bresciano dato agli appartenenti alla Leggera, cioè quell'insieme di vagabondi, mendicanti, girovaghi, braccianti, malviventi, spiantati, oziosi, operai stagionali (minatori, manovali, cordai, ec.) che costituivano le classi marginali e subalterne nell'Italia centro-settentrionale nella prima metà del Novecento. Nella puntata ci soffermeremo sull'etimologia proprio della parola Leggera. Comunemente associata alle condizioni socio-economiche che caratterizzavano questi gruppi sociali, probabilmente però, l'accostamento più corretto per comprenderne l'origine è da cercare nella voce gergale “essere della legge” (dall'unione della voce furbesca legge più il suffisso -era, diffuso appunto nei gerghi), ossia, letteralmente, appartenere al mondo dei marginali e rispettarne le regole d'appartenenza. Una sorta di codice etico sorretto dall'uso linguistico del gergo, vera e propria lingua di classe, che garantiva il riconoscimento tra i marginali, permettendo pratiche di solidarietà e di mutualismo, ma anche la resistenza alla disciplina del lavoro salariato delle fabbriche. Una sorta di ideologico rifiuto del lavoro che oggi, in forme sicuramente nuove, andrebbe recuperato come spinta per superare quel mito “produttivista” che ancora oggi impregna tanta sinistra, tenendola lontana dalle istanze legate alla giustizia climatica e ambientale espresse da molti movimenti dal basso.
Oggi parliamo della figura di Alexander Langer, ambientalista cattolico altoatesino, europarlamentare e uno dei personaggi principali della nascita della rappresentanza politica "green" in Italia (fu tra gli animatori del processo che portò alla nascita del partito dei Verdi). Ripercorrere la sua storia ci consente di toccare due temi che furono centrali nel pensiero di Langer e che sono oggi di straordinaria attualità: il confronto tra mondo verde e "sinistra" e il dialogo tra istanze ecologiste e mondo cattolico; a detta di alcuni infatti la svolta "ecologista" impressa da Papa Francesco con l'enciclica "laudato sii" riprende molti aspetti del pensiero, per certi aspetti pionieristico, di Langer...
Dicembre 2018: circa 700 manifestanti sfidano temperature di -20 gradi a Chelyabinsk per per richiedere aria più pulita e che si smetta " di avvelenare i nostri figli!" La regione di Chelyabinsk in Russia è probabilmente una delle regioni meno salubri nel mondo: siamo in un importante centro industriale appena a est degli Urali, dove predomina l’industria estrattiva (carbone in primis) e metallifera. La regione ospita anche un importante centro di riprocessamento di combustibile nucleare, il complesso di Mayak che in precedenza è stato uno dei principali impianti per la produzione di uranio arricchito destinato all’industria bellica sovietica durante la Guerra Fredda. Questa zona è stata anche il teatro di uno dei primi incidenti nucleari della storia, noto come l‘incidente di Khystim, e di numerose altre devastazioni ambientali. Questa storia ci dà nuovamente lo spunto per parlare dell’insostenibilità ecologica del modello sovietico russo, e della necessità, quanto mai urgente e mai abbastanza ribadita, di pensare un nuovo modello di eco-socialismo, che superi devastazioni e le contraddizioni di un socialismo reale che ha in gran parte sfidato il capitalismo solo sulla redistribuzione della ricchezza e non sul modo in cui essa veniva e viene prodotta..
In questa puntata raccontiamo una storia non tanto di resistenza e conflitto, ma bensì legata a chi ha tratto vantaggio dalle catastrofi ambientali. La storia di John Seo, ricercatore matematico e poi broker finanziario, è un occasione per noi per parlare di alcuni meccanismi divenuti oggi centrali nei mercati finanziari: i Catastrophe–bond e più in generale il mercato ri–assicurativo, legato a tutelare gli investimenti da possibili catastrofi naturali quali uragani, terremoti e, anche, pandemie. Basato su complessi modelli matematici legati al calcolo delle probabilità, questi mercati sono sempre più centrali, a tal punto da influenzare anche il mondo della politica e ci raccontano, in maniera esemplare, la capacità e lo spirito adattivo del neoliberismo nell'aprire nuovi spazi speculativi. È proprio attraverso questi meccanismi che i concetti di “rischio” e di “limite” sono divenuti centrali nei meccanismi di accumulazione neoliberale.
Nel luglio 2013 oltre 120 richiedenti asilo, detenuti in un centro di espulsione, danno vita da un riot nell'isola di Nauru, i più gravi incidenti nella storia dell'isola pacifica. Nauru, la più piccola repubblica del mondo, da alcuni anni è trasformata dagli australiani in carcere in sub-appalto per la detenzione in condizioni disumane dei migranti che cercano di raggiungere il paese dei canguri. Ma perché la più piccola repubblica del mondo si è dovuta ridurre a vendersi come carcere per conto terzi? Cosa ha ridotto sul lastrico quello che negli anni '80 era uno dei paesi con il più alto reddito pro capite al mondo?
In questa puntata vogliamo raccontarvi e promuovere una campagna lanciata dalla Comune Internazionalista del Rojava, in collaborazione con l’Amministrazione Autonoma in Rojava, chiamata con intelligente ironia “Make Rojava Green Again”. Questa campagna lanciata nel 2018 attraverso l’attuazione di progetti di agricoltura sociale, di agro-ecologia e silvicoltura ha l’obiettivo di sostenere e sviluppare ulteriormente la costruzione di una società ecologica in Siria del nord. La regione del Rojava è infatti funestata da problemi ecologici riguardanti l’agricoltura: caratterizzata da monocolture altamente inquinanti; la produzione e il consumo di energia: totalmente derivante da carbon-fossili e tecnologicamente arretrata; la gestione dei rifiuti: totalmente inappropriata e quasi assente; e la politica ostile dello Stato Turco: caratterizzata da attacchi militari, da un embargo totale, e da grandi opere come la costruzione di dighe nel nord della regione che derubano i curdi di energia rinnovabile e di acqua freatica per l’agricoltura.
Anno 2001, New York nel palazzo della Nazioni Unite è in corso un meeting internazionale sull'abitare globale. Nell'atrio è stata allestita da alcuni attivisti indiani dell'Alliance una mostra con alcuni modelli di abitazione e dei gabinetti autocostruiti che riproducono le forme abitative degli slum di Mumbai. L'allora segretario Kofi Annan, al suo ingresso, viene circondato da un gruppo di donne del Mahila Milan e altre africane provenienti dalle periferie di Durban che intonano canti e balli. Mettono in scena una vera e propria azione di teatro – guerriglia che consente ad alcune delle comunità più povere e marginali delle periferie della megalopoli del sud del mondo. Questa storia è occasione per raccontare alcune delle strategie politiche messe in campo da questi attivisti per il diritto all'abitare della città di Mumbai in India.
Il 3 ottobre 1942, durante la seconda guerra mondiale, i missili V2 furono i primi oggetti nella storia dell’umanità ad abbandonare l’atmosfera terrestre. Altri passi fondamentali di quella che verrà poi chiamata corsa allo spazio sono: il primo oggetto lanciato in orbita intorno alla terra, lo Sputnik (1 4 ottobre 1957). Il 12 aprile 1961 il cosmonauta (marinaio dello spazio), Jurij Gagarin fu il primo essere umano a volare nello spazio esterno. Nel 1969 gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin furono invece i primi ad atterrare sulla luna, ad allunare. Ad ora ogni pianeta del sistema solare è stato in qualche modo raggiunto dalle missioni spaziali e moltissimi stati del mondo sono in un qualche modo partecipi di tali missioni. Fin qui una carrellata per così dire idilliaca e a-problematica dell’evoluzione dei viaggi spaziali, ma gli shuttle e le basi spaziali internazionali non sono gli unici oggetti che abbiamo messo in orbita e non sono certo i più numerosi, in questo momento infatti più di cento tonnellate di detriti di ogni genere inquinano l’orbita terrestre. Milioni di frammenti provenienti da satelliti, macchinari e rifiuti spaziali che orbitano rapidissimamente intorno alla terra e che mettono in discussione l’accessibilità stessa allo spazio, space trash (spazzatura spaziale) che ci permetterà di ragionare da una nuova prospettiva sui processi cumulativi, sui limiti dello sviluppo, sulla società dei consumi e sulle presenti e future guerre economiche “stellari”.
Nella città di Shifang, situata nella regione sud-orientale del Sichuan, i primi giorni del Luglio 2012 esplode una protesta contro un mega-progetto da 1,3 miliardi di euro per l’apertura di una fonderia di rame. Alla protesta partecipa gran parte della popolazione della città, ma viene violentemente repressa dal regime cinese. Nonostante questo, grazie anche all’ondata di sdegno levatasi in tutta la Cina, il progetto viene abbandonato. La realtà dei movimenti per la giustizia ambientale è ancora poco conosciuta, aldilà dei lavori d’indagine svolti da ricercatori legati all’Enviromental Justice. I casi registrati sono migliaia ogni anno e si articolano contro progetti impattanti, inceneritori, industrie inquinanti, attività estrattive, comprese quelle produzioni legate all’economia digitale, alle nuove tecnologie e alla cosiddetta green economy. La capacità d’azione di questi movimenti, composti principalmente dalle fasce più povere della popolazione, è quella di aver aperto degli spazi di negoziazione politica, annoverandosi tra le cause del cambio di strategia del Partito Comunista Cinese in campo ambientale. Il racconto di queste proteste è anche un’occasione per riflettere su queste politiche.
La notte tra il 21 e il 22 Agosto 1986 la zona attorno al Lago Nyos, in Camerun, un rumore molto intenso nella notte sveglia diverse persone che si trovano a molti chilometri di distanza. Le prime persone che si recano nella zona di pascoli attorno al lago, si trovano di fronte a uno spettacolo inquietante: il rumore che hanno sentito non è sicuramente una grossa esplosione, visto che le capanne, i recinti per le bestie e le strutture per l’agricoltura sono ancora tutti in piedi, intatte. Sono ancora accesi anche i fuochi attorno alle capanne. Solo che tutti gli uomini, le donne e i bambini sono morti, distesi davanti alle loro capanne, in mezzo ai sentieri sterrati o ancora nei loro letti. E anche le mucche e le pecore. Anche le mosche e le zanzare. Tutti morti. Muoiono 1532 persone e 3500 capi di bestiame. Nessuno perde tempo a contare mosche, zanzare e uccelli. Un disastro del tutto naturale, che ci permette di parlare di un tema molto importante: la relativizzazione della scienza.
I martiri della terra o dell'ambiente sono le vittime di una guerra silenziosa, che si combatte in diversi angoli del mondo e che solo nel 2017 ha fatto 197 morti, secondo Global Witness, la ong che ogni anno ne traccia il tragico bilancio. Una guerra per lo più ignorata — a venire uccisi sono quasi sempre contadini, indigeni, semplici attivisti oppostisi allo sfruttamento indiscriminato del territorio — ma che riaffiora di tanto in tanto quando viene colpito un personaggio noto come ad esempio Berta Cáceres. Che si tratti di trafficanti, imprese private o governative, gli interessi economici non sembrano ammettere ostacoli, spazzando via chiunque vi si opponga. In questa puntata cercheremo di far maggiore luce su questo fenomeno in preoccupante aumento.
La puntata di oggi parla delle forme di sostenibilità rappresentate dalla "via indigena" all'agricoltura. Soprattutto in epoca precolombiana le popolazioni del centro e sud america avevano sviluppato modalità di agricoltura "nomade" perfettamente equilibrata con le modalità di rigenerazione dell'ambiente circostante. Sfatando i miti sul "nuovo mondo" (ancora ampiamente circolanti) come "giardino paradisiaco" o come "inferno di miseria e barbarie" si possono scorgere le tracce di pratiche di agro-ecologia ante litteram, che sono state (in parte inconsapevolmente) alla base di molti percorsi di resistenza rurale dei popoli originari e dei loro discendenti. Un tema questo quantomai attuale di fronte all'attacco sempre più frontale portato dal neoliberismo ai popoli originari e alla rinnovata centralità, alla luce della sempre più evidente catastrofe climatica, della questione agraria come campo di lotta sociale, politica e culturale.
In questa puntata andremo in Cina per parlare della guerra che Mao Zedong e il governo comunista cinese mossero contro i passeri a partire dalla fine degli anni ‘50. Si tratta di una delle campagne di igiene pubblica volute contro i cosiddetti quattro flagelli (passeri, ratti , mosche e zanzare)che infestavano le campagne, contenuta nel famoso piano quinquennale chiamato “Il Grande Balzo in avanti”. Questi volatili furono accusati da agronomi e scienziati cinesi di nutrirsi di una parte consistente del raccolto di grano: si arrivò addirittura a dire che ad ogni milione di passeri uccisi, si sarebbe risparmiato cibo per 60.000 persone. Nel giro di pochissimi anni i contadini, mobilitati dal regime comunista, sterminarono, fin quasi a farli sparire, i passeri presenti in Cina. Ma i risultati attesi non furono quelli sperati: gli scienziati cinesi non avevano considerato il fatto che la dieta di questi volatili non è totalmente composta da granaglie, bensì comprende una dose consistente di insetti, in particolare cavallette. Avuta strada libera dai loro naturali predatori, gli insetti si moltiplicarono e furono tra i principali fattori della Grande Carestia che colpì la Cina in quegli anni, causando la morte, secondo le stime, di decine di milioni di persone. I passeri furono velocemente reintrodotti dalla Russia, ma ormai il danno era fatto. La vicenda raccontata è emblematica non solo perché ci mostra come l’uomo, intervenendo sugli equilibri degli ecosistemi, possa dar vita a veri e propri disastri umanitari, come ben sappiamo. Ma, questa vicenda, è emblematica del fatto di come i socialismi reali abbiano messo in campo delle riforme agrarie per molti aspetti speculari a quelle del mondo capitalista, nel tentativo di modernizzare l’agricoltura. Una sorta di “peccato originale” che, con tutta probabilità, è tra le cause del fallimento di queste esperienze.
31 Agosto 1935: nel corso di un comizio tenuto a Bolzano, Mussolini dichiara che, in caso di sanzioni economiche contro l'Italia per l'aggressione colonialista all'Etiopia, "l'Italia farà da sé". E' con questa dichiarazione che si potrebbe far iniziare l'esperimento autarchico italiano, dal quale vorremo partire per parlare del tema odierno: l'autarchia appunto. Sebbene l'autarchia italiana fosse mossa da ragioni ideologiche e strategiche ingiustificabili (esaltazione nazionalistica, politica guerrafondaia e imperialista), essa diede origine ad alcune esperienze di sperimentazione ed innovazione particolarmente interessanti. Si trattava di fatto di fare il più possibile con le scarse risorse (perlopiù agricole) che il nostro paese offriva, sviluppando in certi casi tecnologie innovative (come gli studi sul trasporto elettrico, o quelli sulle fibre derivabili dalla ginestra o il raion prodotto dalla canna lacustre) ma anche recuperando ed affinando "scoperte"...
Ultima puntata di un breve ciclo di appuntamenti più teorici e meno legati ad eventi specifici. Ciclo apertosi con la puntata dedicata alla storia del consumismo, alla quale ne ha fatto seguito una dedicata al concetto della crescita e di contro a quello di decrescita. Questa puntata affronterà le strategie messe in atto dagli attori contemporanei del capitalismo al fine di superare l’empasse, il muro rappresentato dai limiti della crescita. Strategie rivoltesi alla smaterializzazione dell’economia attraverso la finanza, l’informatica e la loro interconnessione; al superamento dei limiti fisici della crescita attraverso l’ingegneria genetica o attraverso la mercificazione di tali limiti: brevetti, “scarsita programmata”, ecc…; o attraverso il sempre in voga sfruttamento del fattore umano della produzione: dalla robotizzazione, alla precarietà, fino al caporalato e alle moderne schiavitù.
15 Novembre 2019. Viene ucciso Paulino Guajajara, attivista indigeno e difensore della foresta amazzonica nello Stato del Maranao, nel nord est del Brasile. Paulino è purtroppo solo uno delle centinaia di attivisti ecologisti che ogni anno vengono assassinati per la loro lotta in difesa delle foreste. La deforestazione è da sempre uno dei principali problemi ambientali connessi all'industrializzazione ed al modello eco-distruttivo su cui si basa il capitalismo. Oggi, nonostante i proclami e le campagne internazionali, la distruzione delle foreste viene portata avanti a ritmi forsennati per consentire ai grandi capitali di accaparrarsi legno, risorse minerarie, aree per allevamento e coltivazione intensiva, distruggendo nel contempo intere popolazioni ed ecosistemi.
In questa puntata raccontiamo la vicenda del polo industriale di Porto Marghera. Storia emblematica delle vicissitudini della grande industria italiana, ci concentreremo in particolare sulle lotte dell’Assemblea Autonoma di Porto Marghera che tra il finire degli anni ’60 e gli anni ’70 mise in campo forti e radicali azioni all’interno degli stabilimenti industriali. Le condizioni di lavoro, l’inquinamento del petrolchimico e l’incontro con gli intellettuali di Potere Operaio portarono questo gruppo a formulare originali posizioni contro la nocività della fabbrica e attorno al rifiuto del lavoro. All’interno di queste rivendicazioni si possono scorgere posizioni dalla forte carica “ambientalista”.
Vero mantra e panacea di tutti i mali del nostro tempo, oggetto culturale non meglio definibile o analizzabile, in grado secondo gli economisti mainstream e politici di tutto il mondo di risolvere i molteplici problemi (si badi bene non solo quelli economici) della nostra società; la retorica della crescita economica ha conosciuto nel secondo dopoguerra un grandissimo successo che non cenna ancora a diminuire. Questo malgrado dieci anni di crisi economica globale durante la quale le misure pro crescita non siano riusciti a contrastare in nessun modo la povertà e le diseguaglianze, ma soltanto ad accrescerle. In questa puntata si ripercorrerà la storia di questo concetto ideologico, approfondendone l’inconsistenza teorica e scientifica e affrontando la critica ad esso portata dai movimenti e dagli studiosi della decrescita.
20 Novembre 1820: la baleniera statunitense Essex affonda nel corso di una spedizione di caccia nell'oceano Pacifico. Secondo le testimonianze dell'equipaggio la nave sarebbe stata deliberatamente speronata da un enorme capodoglio maschio di capodoglio. Da questo episodio, che ispirerà Melville per scrivere il suo capolavoro Moby Dick, prenderemo spunto per parlare di episodi di "rivolta animale", ovvero di avvenimenti nei quali gli animali hanno adottato forme di reazione aggressiva contro pratiche di sfruttamento e invasione del loro habitat da parte dell'uomo. Raccontando alcuni episodi simili a quello della Essex (anche se meno noti) cercheremo di evidenziare come eventi come questi siano correlati alle modalità estreme con cui il capitalismo aggredisce territori e forme di vita, portando questi ultimi a pratiche estreme di resistenza, attraverso forme di lotta impari e disperata per la sopravvivenza come quelle dei bisonti che caricavano le prime locomotive...
Potere Operaio fu una formazione della sinistra extraparlamentare tra le più significative e originali nella storia dei movimenti italiani, attiva tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta. Questo gruppo si confrontò con una reinterpretazione del pensiero marxiano alla luce di un movimento di massa che andava costruendosi in Italia e che caratterizzerà la storia di quel periodo. Addirittura qualcuno dei protagonisti, anni dopo, lo definirà il primo movimento post – industriale. In questa puntata proviamo a coglierne alcuni elementi precursori di tematiche oggi care ai movimenti ecologisti, nel tentativo di ricomporre la visione di un movimento operaio ostile e lontano dalle rivendicazioni ambientaliste
La società dei consumi, nata negli U.S.A e diffusasi in tutto l’occidente nel secondo dopoguerra, è attualmente, a seguito del fenomeno della globalizzazione, il modello sociale di gran lunga più diffuso sulla terra. Non solo la sua capillare diffusione ma soprattutto le sua forte spinta omologante e la sua intrinseca necessità di standardizzazione ne hanno fatto un modello percepito come “naturale” o almeno normale. Così non è! La società dei consumi si è instaurata come una vera e propria rivoluzione in termini quantitativi e qualitativi, caratterizzata dalla centralità del consumo di beni secondari e dallo spreco come habitus mentale sconosciuto fino ad allora alle masse di tutto il mondo. Abituati nelle nostre puntate a riflettere delle conseguenze nefaste di tale modello, in questa facciamo un passo indietro a ricostruire la nascita e la diffusione di questa terza rivoluzione industriale.
15 Ottobre 1987: viene assassinato Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso e leader carismatico per tutti i popoli africani. Nel corso della sua breve presidenza (1983-1987) promosse un ampio sistema di riforme sociali ed economiche, costruendo scuole, ospedali e case per la popolazione del paese (tra i più poveri al mondo), eliminando sprechi e privilegi, e rafforzando l'indipendenza economica del paese attraverso una virtuosa politica autarchica. La sua storia, oltre a fornirci un virtuoso esempio di lotta alle nuove forme di colonialismo, ci offre lo spunto per parlare di un aspetto spesso sottovalutato della politica di Sankara, ovvero la sua lungimirante visione della lotta alle forme di sfruttamento capitalista attraverso politiche di tipo ecologista. Sankara aveva compreso con largo anticipo rispetto alla maggior parte dei suoi contemporanei che una delle principali forme di sfruttamento e dipendenza dei paesi africani sarebbe stato il debito di sfruttamento ecologico.
In questa puntata torniamo in Messico per parlare degli zapatisti. In particolare ci soffermeremo sulla giornata del 21 dicembre 2012 e sulla marcia del silenzio, nella quale 40000 persone marciarono in completo silenzio, occupando i cinque municipi autonomi del Chiapas ribelle. La marcia avvenne nel giorno sul quale da mesi erano concentrate le attenzioni dei media occidentali, intenti a decifrare una fantomatica profezia Maya sulla fine del mondo. I loro diretti discendenti, invece, la interpretarono così.
Nel mondo delle scienze così dette dure (geologia, chimica, paleontologia) si parla ormai da più di vent’anni di antropocene per definire l’attuale era geologica. Per una definizione scientifica con il termine antropocene si indica l’epoca geologica nella quale all’essere umano e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche. Da qualche anno però questo concetto è stato affrontato anche dal mondo delle scienze sociali, umane e dai movimenti che l’hanno relativizzato (diverse società e/o diverse persone hanno diversi impatti ambientali), storicizzato (questo impatto è aumentato enormemente nella società capitalistica) e politicizzato (non tutti gli uomini hanno la stessa responsabilità di questo impatto o lo stesso potere di modificarlo), fino all’ipotesi di definire quest’era capitalocene per dare nome e cognome a questo immenso processo di trasformazione del pianeta.