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L'amore porta a fare cose folli: per amore si può tradire la propria famiglia, si può sparire nel nulla per un amore sbagliato, si può collaborare con la giustizia rinnegando il proprio passato. Oppure, si può pagare con la propria vita il prezzo di aver vissuto un amore contrastato dalla propria famiglia: qualcosa che la 'ndrangheta non accetta e non dimentica. Le storie di Giuseppina Pesce, della strage che ha coinvolto Maria Rosa Bellocco e la sua famiglia, degli omicidi di Santo Panzarella e Valentino Galati, uccisi per aver amato la moglie di un boss, sono raccontate in questo podcast dedicato al rapporto tra amore e 'ndrangheta.
Interviste a cura dei beneficiari di Arcipelago Educativo 2023 Rosarno - IC Scopelliti Green
Nel contesto malavitoso calabrese la ricordano ancora come la "marescialla" ma si chiama Aurora Spanò. Lei, donna minuta ma donna di mala, è stata capace di tenere per anni le fila di una delle più note e potenti cosche di 'ndrangheta.Nata a Rosarno il 25 gennaio 1947 diventa infermiera e presta servizio nel piccolo ospedale di Polistena, cittadina di neanche 10 mila anime nell'entroterra calabrese. Poi però scala la vetta della famiglia Bellocco, che a suon di estorsioni, narcotraffico, usura ha imposto il suo controllo non solo nella piana di Gioia Tauro. Ramificazioni se ne sono contate in giro per l'Italia ed anche all'estero – dal Libano alla Grecia - e solo il 13 dicembre 2022 un'altra grande operazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria ha portato il gip a emettere contro la cosca 63 ordinanze: 47 persone sono finite in carcere, 16 ai domiciliari mentre per altre due è stato disposto l'obbligo di dimora. Altre 13 misure cautelari sono state emesse su richiesta della Procura di Brescia che ha coordinato un'indagine collegata a quella calabrese.Ormai settantenne, Aurora Spanò è stata comunque un personaggio di primo piano della cosca. Nel piccolo paese di San Ferdinando nulla si muoveva senza che lei fosse d'accordo. Che si trattasse di aprire un locale o prendere in affitto un appartamento: era Aurora che dava o meno il via libera. Di mano dura anche nella riscossione dei crediti da parte dei debitori, si fece "recapitare" a casa la sorella di alcuni imprenditori taglieggiati e le fece capire, a suo modo, che i fratelli dovevano rientrare altrimenti ci sarebbero stati dei problemi. La Spanò entra nella cosca dei Bellocco unendosi, dopo un primo matrimonio a Giulio Bellocco, al vertice della consorteria. Non lo sposerà mai però e si vendicherà anche di chi proverà a deridere la sua condizione in un contesto sociale dove la "compagna" di un uomo non merita il "rispetto" che si deve solo alle mogli. E comanderà anche dentro il carcere, con la stessa forza e arroganza proprie dei boss costringendo compagne di cella a servirle il pranzo o a pulire i sanitari. Questo e molto altro è raccontato dal Maggiore Diego Berlingieri, a capo del Ros – il Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri – di Reggio Calabria.
Si svolge dal 14 al 16 ottobre la prima edizione del “Rosarno Film Festival – fuori dal ghetto”, nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria.Una rassegna che vuol far riflettere sui temi del diritto al lavoro dignitoso, dello sfruttamento del lavoro, della necessità di condizioni di lavoro giuste e senza sfruttamento, di filiere etiche e pratiche di solidarietà.Il Festival é organizzato dall'ampia rete collaborativa che vede presenti anche Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione Chiese Evangeliche in Italia, ReCoSol, Rete delle comunità solidali, associazione Sos Rosarno e molte altre.La giuria del festival sarà composta da cinque lavoratori braccianti.Ne parliamo con Ibrahim Diabate, operatore e mediatore sociale di Mediterranean Hope
Si svolge dal 14 al 16 ottobre la prima edizione del “Rosarno Film Festival – fuori dal ghetto”, nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria. Una rassegna che vuol far riflettere sui temi del diritto al lavoro dignitoso, dello sfruttamento del lavoro, della necessità di condizioni di lavoro giuste e senza sfruttamento, di filiere etiche e pratiche di solidarietà. Il Festival é organizzato dall'ampia rete collaborativa che vede presenti anche Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione Chiese Evangeliche in Italia, ReCoSol, Rete delle comunità solidali, associazione Sos Rosarno e molte altre. La giuria del festival sarà composta da cinque lavoratori braccianti. Ne parliamo con Giuseppe Pugliese, di Sos Rosarno.
Si svolge dal 14 al 16 ottobre la prima edizione del “Rosarno Film Festival – fuori dal ghetto”, nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria.Una rassegna che vuol far riflettere sui temi del diritto al lavoro dignitoso, dello sfruttamento del lavoro, della necessità di condizioni di lavoro giuste e senza sfruttamento, di filiere etiche e pratiche di solidarietà.Il Festival é organizzato dall'ampia rete collaborativa che vede presenti anche Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione Chiese Evangeliche in Italia, ReCoSol, Rete delle comunità solidali, associazione Sos Rosarno e molte altre.La giuria del festival sarà composta da cinque lavoratori braccianti.Ne parliamo con Chiara Sasso, della ReCoSol, Rete delle comunità solidali
Tornano le arance di Etika, il progetto di Mediterranean Hope in collaborazione con Sos Rosarno.Gli introiti ottenuti dalla vendita dei prodotti coltivati nella piana di Gioia Tauro, in Calabria, permettono infatti di portare avanti iniziative importanti, come "Luci su Rosarno" e "Fuori dal buio".Anche le Valli Valdesi e il pinerolese partecipano: sarà possibile acquistare diversi prodotti, visionalibi sulla pagina messa a disposizione dalla Chiesa Valdese di Torre Pellice. Gli ordini possono essere effettuati entro il 5 dicembre, per una consegna prevista tra il 13 e il 15 dicembre.Per ogni informazioni si può inviare una mail a progetto.rosarnovalli@gmail.com.Ne parliamo con Giovanna Rostagno.
Proseguiamo il discorso sulle condizioni lavorative dei migranti con un focus su Rosarno, la cittadina calabra in cui nel 2010, in seguito a una rivolta dei braccianti, furono rese pubbliche le condizioni di lavoro nelle campagne meridionali.
Le mafie nigeriane, tra l'inizio del processo a Bologna, le assoluzioni a Ferrara e gli arresti contro il clan dei Black Axe. L'operazione contro la 'ndrina Pesce di Rosarno. La villa confiscata alla ‘ndrangheta a Legnano, nel milanese, che diventerà un centro antiviolenza. L'inseguimento, nel Foggiano, con colpi di fucile contro tre migranti. L'arresto per corruzione del gip di Bari e di un avvocato penalista. L'operazione Iceberg che ha disarticolato un'associazione criminale di stampo mafioso radicata nel comune di Pignola, in provincia di Potenza. Le condanne nel processo per corruzione a Lonate Pozzolo, nel Varesotto. Il ripristino del vitalizio a Roberto Formigoni, condannato due anni fa a oltre cinque anni per corruzione. Fresche di stampa, il podcast di Sentiti Libera con le notizie delle ultime due settimane su mafie e criminalità, a cura di Sara Barattini e Marina Mazzilli.
Il progetto SOS Rosarno continua e riprende la rete di collaborazioni per le spedizioni di prodotti coltivati nella piana di Gioia Tauro, in Calabria.In molte zone d'Italia è partita la campagna per le ordinazioni, su spinta delle varie chiese evangeliche e non solo. Anche nel pinerolese è possiible partecipare alla campagna per Natale 2020 per acquistare diversi prodotti del marchio "Etika". I prodotti sono visionalibi sulla pagina messa a disposizione dalla Chiesa Valdese di Torre Pellice. Per ogni informazioni si può inviare una mail a progetto.rosarnovalli@gmail.com Oltre all'ordine sarà possibile aggiungere una piccola quota al costo dei prodotti, per sostenere dei progetti sociali sul territorio e per coprire i costi di spedizione.Potete ascoltare maggiori dettagli nell'intervista con il pastore Michel Charbonnier e Giovanna Rostagno, che si occupano del coordinamento delle ordinazioni alle valli.
Frutti avvelenati. La filiera agricola e i segni dello sfruttamento delle persone e dell'ambiente. Memos ne ha parlato con Sara Manisera, giornalista freelance, laureata in scienze politiche con una tesi sul caporalato e lo sfruttamento dei migranti in agricoltura e la ndrangheta a Rosarno. E' autrice di “Racconti di Schiavitù e lotta nelle campagne”(AUT/AUT, 2019); e con Fabio Ciconte, giornalista, direttore dell'associazione ambientalista Terra!, portavoce della campagna “Filiera Sporca” contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro. E' co-autore del libro “Il Grande Carrello. Chi decide cosa mangiamo” (Laterza, 2019).
Frutti avvelenati. La filiera agricola e i segni dello sfruttamento delle persone e dell’ambiente. Memos ne ha parlato con Sara Manisera, giornalista freelance, laureata in scienze politiche con una tesi sul caporalato e lo sfruttamento dei migranti in agricoltura e la ndrangheta a Rosarno. E’ autrice di “Racconti di Schiavitù e lotta nelle campagne”(AUT/AUT, 2019); e con Fabio Ciconte, giornalista, direttore dell’associazione ambientalista Terra!, portavoce della campagna “Filiera Sporca” contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro. E’ co-autore del libro “Il Grande Carrello. Chi decide cosa mangiamo” (Laterza, 2019).
Frutti avvelenati. La filiera agricola e i segni dello sfruttamento delle persone e dell’ambiente. Memos ne ha parlato con Sara Manisera, giornalista freelance, laureata in scienze politiche con una tesi sul caporalato e lo sfruttamento dei migranti in agricoltura e la ndrangheta a Rosarno. E’ autrice di “Racconti di Schiavitù e lotta nelle campagne”(AUT/AUT, 2019); e con Fabio Ciconte, giornalista, direttore dell’associazione ambientalista Terra!, portavoce della campagna “Filiera Sporca” contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro. E’ co-autore del libro “Il Grande Carrello. Chi decide cosa mangiamo” (Laterza, 2019).
Antonello Mangano"Lo sfruttamento nel piatto"Quello che tutti dovremmo sapere per un consumo consapevoleLaterza Editoriwww.laterza.it«Il viaggio raccontato da Mangano lungo la complessa filiera agroalimentare permette di conoscere ciò che si nasconde nel piatto in cui mangiamo. La conoscenza come strumento per essere liberi e scegliere consapevolmente. Il cibo come elemento con una potenza straordinaria capace al contempo di indebolire o favorire giustizia sociale: nostra la scelta, nostra la responsabilità.»Carlo Petrini, Slow FoodAl supermercato siamo contenti di trovare passate di pomodoro e arance ‘sottocosto'. Spesso le compriamo, soddisfatti del risparmio. Poi capita di indignarci leggendo certe notizie spaventose sui lavoratori delle campagne.C'è un filo comune che lega quelle notizie ai nostri comportamenti d'acquisto. Questo libro indaga la filiera di alcuni prodotti agricoli ad alto rischio, dalle arance ai pomodori, all'uva. Andando a ritroso dal supermarket ai centri di distribuzione, fino alle serre e ai campi, scopriamo che la brutalità del caporalato e la ‘modernità' della globalizzazione convivono senza scontrarsi. E che l'economia globale porta i contadini di Rosarno a competere con quelli brasiliani; i pugliesi con i cinesi; i piemontesi con gli spagnoli. I ghetti sono la parte visibile del problema. Le cause vanno cercate in una filiera dominata dagli intermediari e sovrastata da oligopoli capaci di imporre i prezzi, a ogni costo.Antonello Mangano ci accompagna in un lungo viaggio dagli agrumeti di Rosarno alle industrie di succo d'arancia tra Messina e Catania, dai supermercati del milanese ai campi di pomodori di Foggia e Ragusa, fino alle centrali logistiche padane. Infine, scopriremo i frutteti di Saluzzo e i vigneti del Chianti, perché lo sfruttamento si annida persino nelle aree più ricche.Il libro si chiude con una domanda cruciale: se non voglio essere ‘complice' di un sistema ingiusto, come devo comportarmi? Le alternative, per fortuna, sono numerose.Antonello Mangano, giornalista, si occupa di migrazioni. Fondatore di terrelibere.org, è autore, tra l'altro, di Gli africani salveranno l'Italia (Rizzoli 2010).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it
Ferrini (UniFi) spiega in quali contesti gli alberi in città possono creare un ristagno degli inquinanti; la regista Pigliucci racconta la resistenza ecologista del documentario "Hambachers"; il prof Perrotta spiega perché dopo la rivolta di Rosarno non è stato smantellato il sistema di sfruttamento dei lavoratori agricoli
Con Maurizio Agamennone e il suo libro "Viaggiando, per onde su onde", Mimmo Perrotta con il volume "Rosarno", la band La Maschera e poi Sophie Rose Seymour, regista britannica, autrice del documentario "Teranga" sul fenomeno migratorio, ambientato a N...
‘Luci su Rosarno' è un progetto a cui partecipa anche Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. L'obiettivo è illuminare le strade della piana di Gioia Tauro (Calabria) ed evitare incidenti ai braccianti che si muovono in bici. Il progetto nasce da alcune organizzazioni formali ed informali che sostengono i diritti per tutti i lavoratori e le lavoratrici nel territorio della piana di Gioia Tauro.Ce ne parla Francesco Piobbichi, operatore di Mediterranean Hope.
‘Luci su Rosarno’ è un progetto a cui partecipa anche Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. L'obiettivo è illuminare le strade della piana di Gioia Tauro (Calabria) ed evitare incidenti ai braccianti che si muovono in bici. Il progetto nasce da alcune organizzazioni formali ed informali che sostengono i diritti per tutti i lavoratori e le lavoratrici nel territorio della piana di Gioia Tauro.Ce ne parla Francesco Piobbichi, operatore di Mediterranean Hope.
Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo, con Mimmo Lucano e Giorgio Fontana, presentano "...a casa nostra. Cronaca da Riace", Feltrinelli Comics, Milano 12 settembre 2019. Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, sbarcati dalla nave Aquarius per il reportage a fumetti "Salvezza", hanno camminato lungo il perimetro di un triangolo ideale, che unisce tre esempi di accoglienza: dal modello Riace, noto in tutto il mondo e ormai smantellato, a Gioiosa Ionica, uno dei casi virtuosi ancora funzionanti, passando per la baraccopoli di San Ferdinando, un buco nero dei diritti e dell’integrazione a due passi da Rosarno. "...a casa nostra" è un nuovo, grande esempio di graphic journalism sul campo, che include un’intervista a Mimmo Lucano e le testimonianze di migranti e operatori, oltre a storie di successi e tragedie, di incubi burocratici e orrori quotidiani: una cronaca a fumetti dei destini di coloro che sbarcano nel nostro paese. Qual è il futuro di chi sbarca a casa nostra? Da Riace alla baraccopoli di San Ferdinando, il racconto di cosa succede dopo la “salvezza” nell’Italia di oggi.
Nono incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. Titolo: «Calabria, le inchieste difficili e le querele temerarie come nuova forma di intimidazione mafiosa». La lezione è stata tenuta da Peppe Baldessarro (52 anni, giornalista di Repubblica, ex direttore di Narcomafie, coautore del Dizionario Enciclopedico delle Mafie; fino alla fine del 2014 è stato redattore del “Quotidiano della Calabria”, dove si è occupato di cronaca politica, nera e giudiziaria. ) e Claudio Campesi (26 anni, con la passione per le inchieste sulle organizzazioni mafiose. Abita a Brescia, ma ha vissuto gli ultimi tre anni nella Piana di Gioia Tauro dove ha curato reportage sul caporalato ‘ndranghetista a Rosarno, sulla prostituzione gestita dalle organizzazioni criminali nigeriane). La lezione si è svolta nell'auditorium di Radio Popolare il 5 marzo 2019.
Nono incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. Titolo: «Calabria, le inchieste difficili e le querele temerarie come nuova forma di intimidazione mafiosa». La lezione è stata tenuta da Peppe Baldessarro (52 anni, giornalista di Repubblica, ex direttore di Narcomafie, coautore del Dizionario Enciclopedico delle Mafie; fino alla fine del 2014 è stato redattore del “Quotidiano della Calabria”, dove si è occupato di cronaca politica, nera e giudiziaria. ) e Claudio Campesi (26 anni, con la passione per le inchieste sulle organizzazioni mafiose. Abita a Brescia, ma ha vissuto gli ultimi tre anni nella Piana di Gioia Tauro dove ha curato reportage sul caporalato ‘ndranghetista a Rosarno, sulla prostituzione gestita dalle organizzazioni criminali nigeriane). La lezione si è svolta nell'auditorium di Radio Popolare il 5 marzo 2019.
Nono incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. Titolo: «Calabria, le inchieste difficili e le querele temerarie come nuova forma di intimidazione mafiosa». La lezione è stata tenuta da Peppe Baldessarro (52 anni, giornalista di Repubblica, ex direttore di Narcomafie, coautore del Dizionario Enciclopedico delle Mafie; fino alla fine del 2014 è stato redattore del “Quotidiano della Calabria”, dove si è occupato di cronaca politica, nera e giudiziaria. ) e Claudio Campesi (26 anni, con la passione per le inchieste sulle organizzazioni mafiose. Abita a Brescia, ma ha vissuto gli ultimi tre anni nella Piana di Gioia Tauro dove ha curato reportage sul caporalato ‘ndranghetista a Rosarno, sulla prostituzione gestita dalle organizzazioni criminali nigeriane). La lezione si è svolta nell’auditorium di Radio Popolare il 5 marzo 2019.
Nono incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. Titolo: «Calabria, le inchieste difficili e le querele temerarie come nuova forma di intimidazione mafiosa». La lezione è stata tenuta da Peppe Baldessarro (52 anni, giornalista di Repubblica, ex direttore di Narcomafie, coautore del Dizionario Enciclopedico delle Mafie; fino alla fine del 2014 è stato redattore del “Quotidiano della Calabria”, dove si è occupato di cronaca politica, nera e giudiziaria. ) e Claudio Campesi (26 anni, con la passione per le inchieste sulle organizzazioni mafiose. Abita a Brescia, ma ha vissuto gli ultimi tre anni nella Piana di Gioia Tauro dove ha curato reportage sul caporalato ‘ndranghetista a Rosarno, sulla prostituzione gestita dalle organizzazioni criminali nigeriane). La lezione si è svolta nell’auditorium di Radio Popolare il 5 marzo 2019.
Nono incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. Titolo: «Calabria, le inchieste difficili e le querele temerarie come nuova forma di intimidazione mafiosa». La lezione è stata tenuta da Peppe Baldessarro (52 anni, giornalista di Repubblica, ex direttore di Narcomafie, coautore del Dizionario Enciclopedico delle Mafie; fino alla fine del 2014 è stato redattore del “Quotidiano della Calabria”, dove si è occupato di cronaca politica, nera e giudiziaria. ) e Claudio Campesi (26 anni, con la passione per le inchieste sulle organizzazioni mafiose. Abita a Brescia, ma ha vissuto gli ultimi tre anni nella Piana di Gioia Tauro dove ha curato reportage sul caporalato ‘ndranghetista a Rosarno, sulla prostituzione gestita dalle organizzazioni criminali nigeriane). La lezione si è svolta nell’auditorium di Radio Popolare il 5 marzo 2019.
Nono incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. Titolo: «Calabria, le inchieste difficili e le querele temerarie come nuova forma di intimidazione mafiosa». La lezione è stata tenuta da Peppe Baldessarro (52 anni, giornalista di Repubblica, ex direttore di Narcomafie, coautore del Dizionario Enciclopedico delle Mafie; fino alla fine del 2014 è stato redattore del “Quotidiano della Calabria”, dove si è occupato di cronaca politica, nera e giudiziaria. ) e Claudio Campesi (26 anni, con la passione per le inchieste sulle organizzazioni mafiose. Abita a Brescia, ma ha vissuto gli ultimi tre anni nella Piana di Gioia Tauro dove ha curato reportage sul caporalato ‘ndranghetista a Rosarno, sulla prostituzione gestita dalle organizzazioni criminali nigeriane). La lezione si è svolta nell’auditorium di Radio Popolare il 5 marzo 2019.
Il POIS tour ci porta a Rosarno, nella piana di Gioia Tauro. Qui, un gruppo di determinati sognatori ha riaperto la mediateca cittadina per farne uno spazio pubblico in grado di raccogliere e celebrare i vari “saperi” del territorio, da quello di chi è qui da sempre a quello di chi è appena arrivato anche da molto lontano. A FaRo, la Fabbrica dei Saperi di Rosarno, Angelo, Maria Carmela e Francesco ci hanno raccontato la storia di Kiwi, la deliziosa guida di Rosarno, e dello spazio che hanno restituito alla città. Oggi a POIS: - La lettura e il gioco per raccontare la città: Play, la città è un libro - La cultura e l’unione dei saperi come strumento di integrazione- Spopolamento, immigrazione, e “aree interne emotive” Per seguire l’attività di FaRo: - Facebook https://www.facebook.com/FaroRosarno/- Instagram https://www.instagram.com/faro.fabbricadeisaperi/ Per sapere di più su Kiwi: - Sito web http://www.kiwimemo.it/- Facebook https://www.facebook.com/kiwideliziosaguida/ Grazie dell’ascolto! Grazie di essere stati con noi oggi! Se vi è piaciuta questa puntata, fatelo sapere a tutti: aggiungete una recensione su iTunes. Trovate POIS su Instagram (https://www.instagram.com/poispodcast), su Facebook https://www.facebook.com/poispodcast e ora anche su Linkedin https://www.linkedin.com/company/pois-podcast-innovazione-sociale/. Se volete parlare di POIS sui social, fatelo con l’hashtag #uniamoipuntini. Per ricevere POIS tutti i martedì mattina via email assieme ad articoli interessanti, iscrivetevi alla nostra newsletter su http://poispodcast.com
Contro l'intreccio Mafie&Politici. Una parziale cassetta degli attrezzi per combattere la mafia: rifiutare i voti dei mafiosi, scegliere candidature trasparenti, formare gli amministratori pubblici. A Memos, nella giornata di apertura a Milano degli “Stati Generali della Lotta alle Mafie” ne abbiamo parlato con Davide Mattiello, deputato del Pd e membro della Commissione parlamentare Antimafia, e Pierpaolo Romani, coordinatore di Avviso Pubblico. Memos oggi ha ospitato anche il racconto di Giuseppe Lavorato, 79 anni, ex sindaco di Rosarno, una vita passata a combattere la ‘ndrangheta, che dopodomani sarà a Milano a presentare il suo libro “Rosarno. Conflitti sociali e lotte politiche in un crocevia di popoli, sofferenze e speranze” (Città del Sole Edizioni, 2016).
Contro l’intreccio Mafie&Politici. Una parziale cassetta degli attrezzi per combattere la mafia: rifiutare i voti dei mafiosi, scegliere candidature trasparenti, formare gli amministratori pubblici. A Memos, nella giornata di apertura a Milano degli “Stati Generali della Lotta alle Mafie” ne abbiamo parlato con Davide Mattiello, deputato del Pd e membro della Commissione parlamentare Antimafia, e Pierpaolo Romani, coordinatore di Avviso Pubblico. Memos oggi ha ospitato anche il racconto di Giuseppe Lavorato, 79 anni, ex sindaco di Rosarno, una vita passata a combattere la ‘ndrangheta, che dopodomani sarà a Milano a presentare il suo libro “Rosarno. Conflitti sociali e lotte politiche in un crocevia di popoli, sofferenze e speranze” (Città del Sole Edizioni, 2016).
Contro l’intreccio Mafie&Politici. Una parziale cassetta degli attrezzi per combattere la mafia: rifiutare i voti dei mafiosi, scegliere candidature trasparenti, formare gli amministratori pubblici. A Memos, nella giornata di apertura a Milano degli “Stati Generali della Lotta alle Mafie” ne abbiamo parlato con Davide Mattiello, deputato del Pd e membro della Commissione parlamentare Antimafia, e Pierpaolo Romani, coordinatore di Avviso Pubblico. Memos oggi ha ospitato anche il racconto di Giuseppe Lavorato, 79 anni, ex sindaco di Rosarno, una vita passata a combattere la ‘ndrangheta, che dopodomani sarà a Milano a presentare il suo libro “Rosarno. Conflitti sociali e lotte politiche in un crocevia di popoli, sofferenze e speranze” (Città del Sole Edizioni, 2016).
In occasione della presentazione alla cittadinanza di FaRo – Fabbrica dei Saperi a Rosarno ospitiamo in questo quarto podcast Erica Astolfi e Ettore Guerriero. I due fanno parte del team che ha permesso al progetto di essere tra i 7 vincitori del bando Culturability 2017. L’obiettivo di FaRo è riattivare e trasformare la Mediateca “Foberti” di Rosarno (in provincia di Reggio Calabria) da luogo di semplice consultazione di libri a centro di formazione, produzione e accesso alla cultura e all’informazione, offrendo servizi utili e nuovi per la cittadinanza.Continua a leggere su http://bit.ly/2yAeZqv
In occasione della presentazione alla cittadinanza di FaRo – Fabbrica dei Saperi a Rosarno ospitiamo in questo quarto podcast Erica Astolfi e Ettore Guerriero. I due fanno parte del team che ha permesso al progetto di essere tra i 7 vincitori del bando Culturability 2017. L’obiettivo di FaRo è riattivare e trasformare la Mediateca “Foberti” di Rosarno (in provincia di Reggio Calabria) da luogo di semplice consultazione di libri a centro di formazione, produzione e accesso alla cultura e all’informazione, offrendo servizi utili e nuovi per la cittadinanza.Continua a leggere su http://bit.ly/2yAeZqv
Sebastiano Riga, coordinatore dell'associazione di volontariato Protezione Civile ACSI di Pizzo; Carlo Tansi, Protezione Civile Regione Calabria; Giovanni Mininni, segretario nazionale Flai CGIL; Leonardo Palmisano, etnografo e scrittore; Marco Nicastro, imprenditore agricolo della provincia di Foggia, presidente della Federazione nazionale pomodoro da industria di Confagricoltura; Bruno Giordano, Magistrato della Corte di Cassazione; Raffaele Ferrara, imprenditore agricolo di pomodori del Foggiano.
Sebastiano Riga, coordinatore dell'associazione di volontariato Protezione Civile ACSI di Pizzo; Celeste Logiacco, segretaria CGIL Piana di Gioia Tauro; Carlo Tansi, Protezione Civile Regione Calabria:
Oggi PERIFERIE è a Tijuana, per parlare dello Xolos, una squadra di calcio che non piace a Donald Trump. E' nelle periferie di Amsterdam e Rotterdam con Emilia De Vivo, il nostro architetto di riferimento. E' nella tendopoli di Rosarno per parlare del progetto Arancia.moci
Oggi PERIFERIE è a Tijuana, per parlare dello Xolos, una squadra di calcio che non piace a Donald Trump. E' nelle periferie di Amsterdam e Rotterdam con Emilia De Vivo, il nostro architetto di riferimento. E' nella tendopoli di Rosarno per parlare del progetto Arancia.moci
Vittoria: le donne, le sfide. Ospiti della prima parte: Maria Rosaria Russo, preside anti ndragheta a Rosarno; Claudia Papale, Maresciallo sminatrice dell'Esercito. Conduce Maria Teresa Lamberti.
La storia di Mele. Chiara, mamma del bambino - Barikamà: il progetto nato dalle rivolte di Rosarno. Mauro Ventura, socio della cooperativa.
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«Con “Generazione Rosarno” ho cercato di raccontare quella che può essere in questo momento la nuova frontiera della lotta alle mafie». Serena Uccello, giornalista del Sole 24 Ore, autrice di inchieste sulla criminalità economica parla in questo modo del suo ultimo libro, edito da Melampo. «Rosarno – dice - è una terra straordinaria e di grandi contraddizioni: da un lato c'è un'associazionismo che lavora sui quartieri, con i migranti e che ha una vocazione all'impegno molto forte; dall'altro c'è un'assenza altrettanto forte di qualsiasi percezione dello stato e di ciò che significa lo stato». La “Generazione Rosarno” raccontata da Serena Uccello è quella degli studenti del liceo “Raffaele Piria”. Sono ragazzi e ragazze che si portano sulle spalle il peso di vivere in quella Calabria terra di 'ndrangheta e che allo stesso tempo sono protagonisti di un riscatto possibile. «Il liceo Piria – dice - rappresenta la presenza dello stato. Quella scuola è stata trasformata rispetto alla condizione di abbandono in cui si trovava e questa trasformazione è stata l'esempio più chiaro di cosa può fare lo stato quando decide di agire, di strappare un luogo alla criminalità organizzata».
«Con “Generazione Rosarno” ho cercato di raccontare quella che può essere in questo momento la nuova frontiera della lotta alle mafie». Serena Uccello, giornalista del Sole 24 Ore, autrice di inchieste sulla criminalità economica parla in questo modo del suo ultimo libro, edito da Melampo. «Rosarno – dice - è una terra straordinaria e di grandi contraddizioni: da un lato c'è un'associazionismo che lavora sui quartieri, con i migranti e che ha una vocazione all'impegno molto forte; dall'altro c'è un'assenza altrettanto forte di qualsiasi percezione dello stato e di ciò che significa lo stato». La “Generazione Rosarno” raccontata da Serena Uccello è quella degli studenti del liceo “Raffaele Piria”. Sono ragazzi e ragazze che si portano sulle spalle il peso di vivere in quella Calabria terra di 'ndrangheta e che allo stesso tempo sono protagonisti di un riscatto possibile. «Il liceo Piria – dice - rappresenta la presenza dello stato. Quella scuola è stata trasformata rispetto alla condizione di abbandono in cui si trovava e questa trasformazione è stata l'esempio più chiaro di cosa può fare lo stato quando decide di agire, di strappare un luogo alla criminalità organizzata».
«Con “Generazione Rosarno” ho cercato di raccontare quella che può essere in questo momento la nuova frontiera della lotta alle mafie». Serena Uccello, giornalista del Sole 24 Ore, autrice di inchieste sulla criminalità economica parla in questo modo del suo ultimo libro, edito da Melampo. «Rosarno – dice - è una terra straordinaria e di grandi contraddizioni: da un lato c'è un'associazionismo che lavora sui quartieri, con i migranti e che ha una vocazione all'impegno molto forte; dall'altro c'è un'assenza altrettanto forte di qualsiasi percezione dello stato e di ciò che significa lo stato». La “Generazione Rosarno” raccontata da Serena Uccello è quella degli studenti del liceo “Raffaele Piria”. Sono ragazzi e ragazze che si portano sulle spalle il peso di vivere in quella Calabria terra di 'ndrangheta e che allo stesso tempo sono protagonisti di un riscatto possibile. «Il liceo Piria – dice - rappresenta la presenza dello stato. Quella scuola è stata trasformata rispetto alla condizione di abbandono in cui si trovava e questa trasformazione è stata l'esempio più chiaro di cosa può fare lo stato quando decide di agire, di strappare un luogo alla criminalità organizzata».
Con: Celeste Logiacco (Cgil Gioia Tauro), avv. Graziella De Masi, (Ass. Multiculturale OMNIA), Arturo Lavorato (coord. SOS Rosarno), Andrea Il Grande, agrumicultore (cooperativa biologica "I Frutti del sole"), Lamine Niang (bracciante senegalese), Elisabetta Tripodi (ex sindaco di Rosarno), Alessia Mancuso (coord. Emergency)
Con Celeste Logiacco (Cgil Gioia Tauro), avv. Graziella De Masi, (Ass. Multiculturale OMNIA), Arturo Lavorato (coord. SOS Rosarno), Andrea Il Grande, agrumicultore (cooperativa biologica "I Frutti del sole"), Lamine Niang (bracciante senegalese)
Con: Celeste Logiacco (Cgil Gioia Tauro), avv. Graziella De Masi, (Ass. Multiculturale OMNIA), Arturo Lavorato (coord. SOS Rosarno), Andrea Il Grande, agrumicultore (cooperativa biologica "I Frutti del sole"), Giuseppe Creazzo (Procuratore di Firenze, ma all'epoca della rivolta , Procuratore capo di Palmi), Lamine Niang (bracciante senegalese), Elisabetta Tripodi (ex sindaco di Rosarno), Alessia Mancuso (coord. Emergency)
Rosarno: dove esiste ancora la schiavitù. Milvia Spadi, inviata del GRR, Celeste Lo Giacco, segretario FLAI-CGIL - Viaggio a Detroit, città simbolo della grande crisi. Carmela Giglio, inviata del GRR.
Mauro Valeri, sociologo e responsabile dell'osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio insieme a Josefa Idem olimpionica, parlano del razzismo nello sport. Daniele Fortuna racconta la storia della squadra di calcio di Rosarno mentre Francesco Marino intervista alcuni rappresentanti della Juventus, fra cui il Presidente Agnelli, sul Progetto "Gioca con me".