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Gesù è venuto, ma non solamente per coloro che già credevano in Dio, non solamente per coloro che già operavano il bene, ma per tutti. E' un Dio “misericordioso, lento all'ira e di gran bontà", quello che è realmente disceso. E noi siamo chiamati ad essere suoi testimoni.---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 27 minutiQuesto è il giorno in cui accendiamo l'ultima delle candele della nostra Corona dell'Avvento, quella centrale, che ci rammenta che il Salvatore è venuto. Giovanni ha scritto:“La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. È venuto in casa sua, e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.” (Giovanni 1:9-14)La misericordia di un Dio “compassionevole, lento all'ira e di gran bontà” era stata promessa dai profeti:«Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni. Perciò egli li darà in mano ai loro nemici, fino al tempo in cui colei che deve partorire partorirà; e il resto dei suoi fratelli tornerà a raggiungere i figli d'Israele». Egli starà là e pascolerà il suo gregge con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. E quelli abiteranno in pace, perché allora egli sarà grande fino all'estremità della terra. Sarà lui che porterà la pace. (Michea 5:1-4)“Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.” (Isaia 7:14)Queste parole venivano scritte da Michea e da Isaia attorno al 736 avanti Cristo, circa trenta anni dopo che Giona era stato a Ninive: Dio prometteva misericordia a tutto il popolo. Ed era una misericordia inaspettata; piuttosto che punire la nostra ribellione, Dio decideva di venire in soccorso... esattamente come aveva fatto a Ninive.Giona era stato chiamato a salvare un'intera città e, forse, l'intera nazione di cui Ninive era capitale, a dimostrare una misericordia che Dio avrebbe poi esteso a “tutto il popolo” Questo fece di Giona un "estensore della misericordia".Come ci si comporta, o come ci si dovrebbe comportare dinanzi a un Dio che elargisce gratuitamente il suo perdono? Che manda nelle nostre vite speranza, fede, gioia, pace? Leggiamo Giona 4:5-11 "Poi Giona uscì dalla città e si mise seduto a oriente della città; là si fece una capanna e si riparò alla sua ombra, per poter vedere quello che sarebbe successo alla città. Dio, il Signore, per calmarlo della sua irritazione, fece crescere un ricino che salì al di sopra di Giona per fare ombra sul suo capo. Giona provò una grandissima gioia a causa di quel ricino. L'indomani, allo spuntar dell'alba, Dio mandò un verme a rosicchiare il ricino e questo seccò. Dopo che il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un soffocante vento orientale e il sole picchiò sul capo di Giona così forte da farlo venir meno. Allora egli chiese di morire, dicendo: «È meglio per me morire che vivere». Dio disse a Giona: «Fai bene a irritarti così a causa del ricino?» Egli rispose: «Sì, faccio bene a irritarmi così, fino a desiderare la morte». Il Signore disse: «Tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato, che tu non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito; e io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?»” (Giona 4:5-11)Non c'è speranza, né fede, né gioia, né pace in Giona; invece di essere in città a festeggiare con i Niniviti, Giona se ne va in preda alla frustrazione.Il versetto 5 dice che “Giona uscì dalla città e si mise seduto a oriente della città... per poter vedere quello che sarebbe successo alla città”. Giona voleva vedere la punizione, e invece vede il perdono. Giona voleva vedere il fuoco dal cielo, e invece vede la benedizione che scende dal cielo. Giona era stato mandato per essere un “estensore di grazia”. Anche se riluttante, Giona aveva comunque adempiuto ai piani di salvezza di Dio.Esattamente come aveva anticipato attraverso Isaia e Michea, Dio diceva avrebbe mandato un Salvatore. Il piano di Dio, da sempre, non è stato quello di giudicare, ma di salvare: Giovanni dirà:“Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (Giovanni 3:17)Notate l'ultima parte del versetto: “perché il mondo sia salvato”: gli angeli avevano parlato di una “grande gioia per tutto il popolo”. Il mondo, il popolo; Natale è il compimento dell'opera di un Dio “lento all'ira e di gran bontà” verso tutti, offerta per coloro che avrebbero riconosciuto in quel bimbo, nato da una giovane donna, il Salvatore.E' facile per noi giudicare Giona: dire “Hai sbagliato!” Dovevi subito obbedire al tuo Signore! Non dovevi essere così riluttante!”. Facile, perché abbiamo il Natale, perché abbiamo visto la misericordia, inaspettata ma promessa, di Dio scendere e farsi uomo. Giona conosceva per “sentito dire” le caratteristiche di Dio, noi le abbiamo viste. Dio ha mandato ben più di Giona a recare la “... buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà” (Luca 2:10)” E noi? Quale è il nostro compito a Natale? Noi che abbiamo visto la misericordia in azione? Essere il popolo che riceve, oppure essere un Giona migliore che annuncia? Paolo ha detto:“Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. (Romani 8:28)Paolo dice che che tutte le cose cooperano al bene, ed è come dire che “Dio coopera al bene"; Dio non può e non vuole operare da solo per la salvezza del mondo e del popolo. Dio da sempre ha voluto coinvolgere “quelli che amano Dio” nella sua opera di salvezza per il popolo. Coloro che amano Dio non stanno fermi attendendo che il bene gli piova addosso, ma si muovono verso il bene, lo trasmettono agli altri, sono testimoni, non riluttanti come Giona; è solo allora che Dio aggiunge la sua benedizione.Non limitiamoci a festeggiare il Natale “tra di noi”, tra “quelli che amano Dio” , ma testimoniamolo e operiamo sapendo che la salvezza è davvero discesa sulla Terra. Perché quando non lo facciamo, possiamo diventare un po' come Giona; testimoni riluttanti della misericordia di Dio.E cosa ne sarà di quel missionario riluttante di Giona? Dio punirà il suo atteggiamento di riprovazione perché si dimostra nei fatti “lento all'ira e di gran bontà” con i Niniviti? Incredibilmente Dio, non punisce, ma insegna qualcosa a Giona attraverso una semplice pianta.Una piccola parentesi: nell'originale in ebraico non dice che pianta fosse, e non so perché in Italia i traduttori abbiano deciso per un ricino, che è un albero si, ma che ci mette un bel pò a diventare adulto da dare ombra e che non fa tanta ombra. Era dunque una pianta che aveva foglie larghe da dare molta ombra.Dio fa nascere una pianta per dare ristoro a Giona; lui ne prova piacere e pensa “Dio mi sta benedicendo”. Poi Dio gli toglie la pianta, e Giona è così avvilito che chiede di morire: “ Lo sapevo ; hai fatto quello che non volevo, salvare i Niniviti che odio, ora mi togli anche la pianta e l'ombra. Sei contro di me!” Capita anche a noi, di avere periodi in cui vediamo i frutti della nostra testimonianza, e vediamo che la nostra vita “va bene”: la famiglia, il lavoro, il mondo che ci ruota attorno... tutto vè in sintonia: Ed associamo la benedizione al nostro testimoniare; il che, può essere.Ma poi, quando la situazione si mette male, ed in famiglia, al lavoro, nella nostra vita sorgono problemi, pensiamo “Dio non si cura più di me! Dio è contro di me! Dio mi ha abbandonato!”.Il pericolo, per chi ha creduto in quel primo Natale, è che il nostro impegno a testimoniare agli altri della Luce discesa in terra sia definito dalle circostanze della nostra vita, non dalla nostra relazione con l'Onnipotente.Dio sta aiutando Giona ad acquisire una prospettiva differente, più alta; a smettere di pensare solo a se stesso, a smettere di pensare solo al momento. Ad avere una prospettiva più ampia, una visione per “tutto il popolo”, non solo per una parte del popolo.Gesù è venuto, ma non solamente per coloro che già credevano in Dio, non solamente per coloro che già operano il bene, ma per tutti. Paolo afferma:“Come dicono le Scritture: «Non cʼè nessuno che sia giusto, nemmeno uno....Tutti, senza, distinzione, sono dei peccatori senza la gloria di Dio, ma possono essere resi giusti gratuitamente, per dono di Dio, mediante la redenzione, che troviamo soltanto in Gesù Cristo.” (Romani 3:10, 23-24 PV)Nessun giusto; tutti hanno bisogno del Dio che scende in terra e nasce a Natale.Il Libro di Giona si conclude in modo “anomalo” per un libro della Bibbia: con una domanda che Dio fa a Giona... e a ciascuno di noi:“Dio disse a Giona: «Fai bene a irritarti così a causa del ricino?»... «Tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato, che tu non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito; e io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?»” (Giona 5:9-11)Nel turbine della nostra vita, possiamo tendere a dimenticare il Natale; a dimenticare che Dio è sceso in terra ed è venuto a saldare il conto per l'intera umanità, non solo per coloro che sono “del suo partito”. La salvezza doveva essere accessibile a tutti, non ad una sola casta, ad un solo popolo, ma a “tutto il popolo”. Questa è la natura di un Dio “misericordioso, lento all'ira e di gran bontà”. Questa è la natura del Natale.Non dobbiamo mai dimenticare che siamo tenuti a testimoniare di questa misericordia in qualsiasi modo e in qualsiasi momento della nostra vita, lieto o doloroso. Quando ci sposiamo, promettiamo all'altro di amarlo e essergli a fianco e di supporto “nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza o povertà, in salute o malattia”. Se promettiamo questo ad un altro essere umano, come figli e figlie di Dio, siamo tenuti a una promessa ben più solenne; essere testimoni della nascita di Gesù, indipendentemente da chi siamo, cosa facciamo, come viviamo. Fare quello che fecero i primi testimoni di quella nascita miracolosa:“Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto e che il Signore ci ha fatto sapere». Andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. (Luca 2:15-18)La domanda di Dio a Giona è ancora valida ai giorni nostri: e merita una risposta. Se la risposta è “Si, sappiamo che sei un Dio “lento all'ira e di gran bontà” che hai misericordia di tutto il popolo”, allora quale deve essere il nostro atteggiamento verso i mondo?Il Natale non è solo la gioia di vedere la misericordia inaspettata ma promessa di Dio all'opera, ma anche una sfida per ciascuno che vede, crede, accetta e segue quel bimbo che diverrà un uomo e salirà il Golgota al posto nostro.Nel mezzo di tutte le emozioni che stiamo vivendo, usciti da una pandemia, con una guerra tremenda alle porte di casa, una crisi energetica ed economica che affligge ciascuno di noi, potremmo sentire frustrazione e rabbia; la domanda per Giona vale anche per noi: «Fai bene a irritarti così?».Il Dio “misericordioso, lento all'ira e di gran bontà”, che non vuole che nessuno perisca, ma che tutti giungano al pentimento, è realmente disceso: anche se non il 25 dicembre, ma è disceso. E noi siamo chiamati ad essere suoi testimoni.Buon Natale.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
"Lioneeeel esta copa te la mereces". Il mondiale è finito. L'Argentina ha alzato la coppa, ci siamo divertiti ed abbiamo scoperto che Amrabat è un top player mondiale. Ora può ricominciare la Serie A. Vediamo, ruolo per ruolo, chi parte in pole position e chi può essere il cavallo di rincorsa che ci porterà a gioire nei nostri fanta.Con:@romanrings@lucaramb@piscobombSpecial Guest:Jackman
"La musica Smuove" è il titolo del concerto natalizio a sostegno del Comitato Sclerosi Multipla San Giuseppe onlus delle valli Pellice, Chisone e Germanasca. L'appuntamento sarà venerdì 16 dicembre alle ore 20,45 nel tempio valdese di Torre Pellice, in via Beckwith. Si esibiranno il coretto valdese di Torre Pellice, l'ensemble di canto gregoriano Cantus Ecclesiae di Luserna San Giovanni e Christopher Welch dell'esercito della Salvezza alla marimba.Il concerto raccoglierà fondi per i progetti di sostegno alla mobilità. Ne parliamo con Marinella Pons, volontaria dell'Associazione.
Gesù è disceso a Natale per portare la Gioia a tutti: non solo ai "giusti", ma soprattutto a coloro che non conoscono un Dio "lento all'ira e di gran bontà". Scendiamo in strada, e festeggiamo assieme a loro la Gioia che viene.---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 25 minutiOggi è la terza domenica di Avvento, e quella che ci rammenta la Gioia. L'angelo aveva detto ai pastori:"Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore.” (Luca 2 10:11)Da dove proviene la gioia nella nostra vita? Quali eventi ci recano gioia, e quali ce la tolgono?Parlando di Giona, penso che vedere una intera città di centoventimila persone convertirsi a Dio dovrebbe portare gioia, non è vero? Sotto ogni aspetto si tratta di una campagna evangelistica di successo; tutta la città ha risposto.Se avessi la possibilità di predicare a 120.000 persone e dieci di queste venissero alla fede, proverei gioia. Lo faremmo tutti. Sarà cos' anche per Giona? Vediamo:“Giona ne provò gran dispiacere e ne fu irritato. Allora pregò e disse: «O Signore, non era forse questo che io dicevo, mentre ero ancora nel mio paese? Perciò mi affrettai a fuggire a Tarsis. Sapevo infatti che tu sei un Dio misericordioso, pietoso, lento all'ira e di gran bontà e che ti penti del male minacciato. Perciò, Signore, ti prego, riprenditi la mia vita; poiché per me è meglio morire piuttosto che vivere». Il Signore gli disse: «Fai bene a irritarti così?»” (Giona 4:1-4)Giona non prova gioia, ma rabbia. Che strano profeta è lui! Giona è un profeta che conosce bene come Dio sia incline dal recedere dalle punizioni promesse: basta leggere il libro di 'Esodo e quello di Numeri; Dio è tornato costantemente indietro dalle sue decisioni anche se il popolo si è dimostrato "un popolo dal collo duro" che non è mai stato grato per ciò che Dio stava facendo.Giona sembra dimenticare che, anche verso di lui, Dio ha cambiato idea, altrimenti sarebbe morto in fondo al mare! Dio è coerente con il suo carattere... ma questo non porta gioia a Giona.“Anche quando ero a casa, a Gat-Efer sapevo che sarebbe successo. Sapevo che sarei andato a Ninive a predicare e che la gente si sarebbe pentita e che tu avresti perdonato. Lo sapevo. Tu sei un Dio lento all'ira e e di gran bontà, un Dio che recede dal mandare calamità. È sbagliato che tu sia così. E' sbagliato che tu perdono quella schifezza di gente dei Niniviti! Loro si MERITANO la tua punizione, Dio!””"Lento all'ira e di gran bontà": troverete questa frase 9 volte nella Bibbia; solo che le altre volte era per vantare la bontà di Dio. Questa volta invece e per fare una ramanzina a Dio: “Dio, non si fa! Non puoi e non devi cambiare idea con quelle persone! Anzi, lo sai che c'è? La tua decisione è così sbagliata che, piuttosto di vedere i Niniviti salvi, preferisco morire. Ammazzami e facciamola finita!”Giona ha vinto il premio per l'evangelista di successo più ingrato di sempre. Pensate quando torna a casa dalla moglie: "Com'è andato il viaggio, caro?". "Beh, ho avuto una piccola deviazione, ma quando sono arrivato lì 120.000 persone si sono pentite in meno di tre giorni". "WOW! Stupendo!". "Ma che dici! E' stata la mia peggiore crociata evangelistica da sempre".Persone come Giona ce ne sono a bizzeffe; sono quelli che chiamo gli "estintori della gioia", ovvero quelli che vogliono spegnere la gioia di scoprire un Dio che ha misericordia di noi, nonostante tutto. Quelli che vogliono un Dio clemente con me, che sono bravo e prego, e vado in chiesa, e do la decima, e spietato con l'altro, che bestemmia, ruba e non crede in Dio, figuriamoci andare in chiesa.Vi ricordate la parabola del figliuol prodigo? Il figlio minore prende la sua eredità e la sperpera. Il padre aspetta e, quando il figlio ritorna, corre da lui e lo tratta con il meglio. L'estintore della gioia è il figlio maggiore:"Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici. Ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato”." (Luca 15:29-30)Non c'è gioia per il ritorno del fratello perduto, o per una famiglia riunita. Tutto ciò che prova è la sensazione di essere rimasto “fregato”: “Io sono quello bravo, io sono quello che merita misericordia, non lui!” . La misericordia del padre gli sembra mal riposta, eccessiva, sbagliata. E la gioia, in questo modo, si estingueOppure nella parabola degli operai della vigna. Gli operai che erano riusciti a lavorare alle 6 del mattino, all'inizio della giornata, per tutto il giorno hanno assistito all'arrivo di un numero sempre maggiore di operai; alle 9, a mezzogiorno, alle tre del pomeriggio e un gruppo persino alle cinque del pomeriggio. In pratica all'ultimo gruppo assunto non era rimasto che mettere a posto gli attrezzi e innaffiare le viti. Ma quando arriva l'ora della paga, tutti ricevono la stessa somma: un denaro per un giorno di lavoro, come era stato concordato tra tutti.“Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: “Questi ultimi hanno fatto un'ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo”.” (Matteo 20:11-12)E così, negli operai delle sei di mattina, scatta il giudizio verso Dio e verso gli operai delle cinque di pomeriggio: “Non è giusto che il padrone abbia misericordia e dia a tutti la stessa paga! Noi abbiamo lavorato. Noi abbiamo sudato, noi meritiamo tutti i soldi!” E la gioia di avere una paga abbondante (pensate che con due denari il Buon Samaritano aveva offerto tre giorni di vitto e alloggio gratis al malcapitato picchiato per strada e derubato) se ne va... E non c'è gioia nel vedere che tutti hanno ricevuto un premio, anche se sono arrivati tardi.Mostrare misericordia è sbagliato. La gioia non deve essere per tutti. La gioia deve essere riservata a pochi. La gioia deve essere meritata, sudata , faticata... Dio non deve portare gioia a tutti, ma solo a quelli che sono giusti davanti a lui: quelli che si comportano bene, che vanno nella chiesa giusta, che pregano le preghiere giuste...E invece, scopriamo che la misericordia, inaspettata ma promessa di Dio, ha un piano differente. Ricordate? In quel primo Natale gli angeli avevano detto:“Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà...” (Luca 2:10)In quel primo Natale Dio ha mostrato che egli vuole la gioia per “tutto il popolo”; per tutti quelli che ascolteranno, vedranno, capiranno, e accetteranno il dono del Natale che è in Gesù. Non per i giusti, ma per coloro che possono divenire giusti attraverso l'accettazione del Natale, l'accettazione di un Dio che scende per salvarci. Isaia l'aveva detto:“...per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità.” (Isaia 53:11)Non siate estintori di gioiaSapete, anche senza volerlo, ognuno di noi può divenire un “estintore di gioia”, Sappiamo di aver un Dio “lento all'ira e di gran bontà". Ma poi, quando lo vediamo in azione, e quell'azione non è come ce la aspettiamo, e non è verso chi diciamo noi... diventiamo tutti un po' Giona.“Sapevo che tu sei un Dio benevolo e compassionevole, lento all'ira e ricco d'amore, un Dio che si trattiene dal mandare calamità. Ma quella famiglia che abita in fondo alla via, che lascia sempre la macchina in mezzo alla strada, che alza la voce quando glie lo fai notare, che tiene a tutto volume la TV alle tre di notte... Quelli che non vanno mai in chiesa.. Quelli non meritano nulla! E' bene che nessuno parli loro di Gesù. E' bene che non siano salvati. Non per loro deve arrivare il Natale!”E lo stesso vale per tutte le varie gradazioni di “male”: da chi non rispetta lo stop, a chi scatena una guerra tra nazioni: non per loro deve giungere la gioia! Per loro ci deve essere solo giudizio!Talvolta siamo un po' come Gobbe; Giobbe odiava i Niniviti. Li odiava a ragione. Non conoscevano Dio, il dio vero; si prostravano davanti agli idoli; uccidevano, e stupravano... La loro punizione era giusta, dovuta, richiesta. E invece, Dio li vedeva... ed aveva compassione di loro. Tutto questo ha un solo nome: egoismo, Quando pensiamo a noi stessi come i migliori, quando reputiamo gli altri inferiori di molto a noi, siamo “estintori di gioia”, siamo egoisti. Paolo invece ha detto:“Non fate niente per motivi egoistici, non fate niente per esaltare voi stessi. Siate invece umili, considerando gli altri con riguardo, come se fossero migliori di voi.” (Filippesi 2:3 PV)Dio aveva continuato a vedere; Dio vede ancora quel po' o quel tanto di Ninive nel mondo, in chi governa, in chi agisce contro il prossimo, (che equivale ad agire contro di lui). Dio vede quel po' di Ninive che c'è in ciascuno di noi... e, nonostante tutto, manda la sua soluzione finale... e si pente del male che avrebbe a ragione potuto farci, se lo accettiamo. La manda tra i peccatori, non tra i santi, perché i santi non hanno bisogno della misericordia inaspettata di Dio, ma i peccatori si! E chi più pecca, di più misericordia ha bisogno, affinché possa provare la gioia di essere compreso accettato, salvato. Gesù stesso ha detto:“Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.” (Luca 15:7)Non dobbiamo essere “estintori di gioia”, se vediamo Dio all'opera: Dio è alla ricerca di coloro che vivono a Ninive, perché vuole portarli dalla morte alla vita, dalla tristezza alla gioia. Giona pensava di averne il diritto; Dio gli chiede: "Hai il diritto di esserlo?". Ma Giona che fa?“Poi Giona uscì dalla città e si mise seduto a oriente della città; là si fece una capanna e si riparò alla sua ombra, per poter vedere quello che sarebbe successo alla città.” (Giona 4:5).Giona si siede per controllare cosa sarebbe successo alla città; in cuor suo forse si attendeva scendesse il fuoco dal cielo a bruciare Ninive... E invece...Invece tutti in città festeggiano; la gioia del Signore è la loro forza. Festeggiano il perdono e la meraviglia di conoscere un Dio che manda la salvezza, che cambia idea. Celebrano il Dio Il Dio benevolo e compassionevole, ”lento all'ira e di gran bontà e che si pente del male minacciato.”Questo Dio è venuto a loro nel bel mezzo del loro male e della loro violenza, della discordia, della paura e del dubbio e di tutto ciò che sono stati. Questo Dio è venuto da loro! Giona avrebbe dovuto essere lì, nella città, a festeggiare con loro! Invece è fuori dalla città a spegnere la gioia e la misericordia di Dio, arrabbiandosi sempre di più. E, incredibilmente, Dio non punisce neanche Giona per quella sua durezza di cuore, ma lo fa riflettere: “Hai il diritto di arrabbiarti, Giona? Pensaci su!”Abbiamo il diritto di spegnere la gioia di Dio che deriva dalla sua misericordia? A volte pensiamo che Dio dovrebbe punire, e basta. Punire chi scatena una guerra, chi uccide, chi opprime... chi sta nel buio.Ma è Dio che decide, e talvolta decide di non farlo; non lo ha fatto con Ninive... e ha deciso di non farlo mai più, scendendo una notte di tanto tempo fa.Dio è venuto nel mezzo del male del mondo, nel mezzo della violenza di un mondo che lo negava, della discordia tra uomo e uomo, tra popolo e popolo tra nazione e nazione. La luce è giunta, come afferma Isaia:“Il popolo che camminava nelle tenebre vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell'ombra della morte la luce risplende.” (Isaia 9:1)E' questo che ci rammenta il Natale: della Gioia discesa dal Cielo grazie a un Padre “misericordioso, pietoso, lento all'ira e di gran bontà e che si pente del male minacciato.”Non estinguiamo la gioia di essere perdonati, di avere un Padre così, che vuole mostrare misericordia a tutti, non solo a quelli del “suo partito”. Non sediamoci mai su una collina aspettando di vedere il il giudizio, ma piuttosto scendiamo in città e festeggiamo la misericordia sul mondo.“Il Signore ha revocato la tua condanna e ha disperso i tuoi nemici. Il Signore, re d'Israele, è con te: non devi temere più nulla di male. Viene il momento quando si dirà a Gerusalemme: 'Non aver paura, città di Sion, non ti scoraggiare! Il Signore tuo Dio è con te; è forte e ti salva! Esulta di gioia per te, nel suo amore ti dà nuova vita. Egli si rallegra per te con canti di gioia..” (Sofonia 3:15-17 TILC)Il Natale ci porta la Gioia; scendi in città esulta assieme al resto del mondo per un Padre che si rallegra di te, con canti di Gioia.Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
Il Messaggio di Oggi: “GESÙ È SALVEZZA”• Giovanni 3: 16• Matteo 3: 17• Giovanni 3: 17-18• Apocalisse 20: 12-13• Apocalisse 20: 11• Giovanni 3: 13-14• Numeri 21: 4 (5-9)• 1 Giovanni 1: 9• Giovanni 1: 17• Giovanni 1: 16• Efesini 2: 7• 1 Pietro 2: 24• Apocalisse 7: 14• Apocalisse 20: 15• Apocalisse 20: 14--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
Menù del giorno: - KLAUS - I SEGRETI DEL NATALE - ANDOR (con Matteo Valsecchi) 1' 41'' - TUTTO CHIEDE SALVEZZA (con Matteo Mazza) 14' 19'' - INVINCIBLE (con Max Church) 27' 17'' - LISTA DELL'ATTESA N°47 (Dopo il botto, Nanowar of Steel: The Revenge, Caleidoscopio) 37' 14'' ATTENZIONE: contiene anche serie tv non lineari, Zerocalcare, Mad Max e Dawson's Creek. LINK - Tutto Yugen
Ampio dibattito su "Tutto chiede salvezza", romanzo vincitore del Premio Strega Giovani nel 2020 e serie Netflix di grande successo dell'anno in corso.
Gesù è venuto a cambiare il mondo attraverso una Vergine; non perché Maria ne aveva fatto richiesta, non perché aveva fatto un “casting” per diventare la Madonna... Ma perché aveva fede... anche se non sapeva come sarebbe successo. La fede è la chiave di cosa accadrà nella tua vita... e in quella di chi ti scorre a fianco.---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minutiOggi è la seconda domenica di Avvento, e tradizionalmente accendiamo la seconda delle candele della corona dell'Avvento, quella che ci rammenta la Fede. L'angelo aveva detto a Maria:“«Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» L'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.... Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola».” (Luca 1:34-35, 38)Ci sono alcune cose nella vita verso le quali non è possibile rispondere in maniera razionale, capire prima cosa e come accadrà. Vi ricordate la prima volta che avete provato ad andare in bicicletta? Non avete dovuto capire prima come sareste restati in equilibrio su due ruote, quale legge fisica avrebbe fatto si che non sareste caduti, o cadute , non avete dovuto studiare prima la “tenacia dell'asse giroscopico” (questa è la formula matematica). Semplicemente, siete saliti, siete caduti, siete risaliti... e alla fine ce l'avete fatta... Perché a fianco c'erano persona (probabilmente mamma e papà) che vi dicevano che ce la potevate fare... e voi gli avete creduto... per fede.È quello che succede quando si impara ad andare in bicicletta. Ma è anche quello che succede quando si impara a servire Dio. E' quello che è successo a Maria all'annuncio dell'angelo. Ed è anche quello che accade nel libro di Giona al capitolo 3: “La parola del Signore fu rivolta a Giona, per la seconda volta, in questi termini: «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama loro quello che io ti comando». Giona partì e andò a Ninive, come il Signore aveva ordinato. Ninive era una città grande davanti a Dio; ci volevano tre giorni di cammino per attraversarla. Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino e proclamava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!» I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo. E poiché la notizia era giunta al re di Ninive, questi si alzò dal trono, si tolse il mantello di dosso, si coprì di sacco e si mise seduto sulla cenere. Poi, per decreto del re e dei suoi grandi, fu reso noto in Ninive un ordine di questo tipo: «Uomini e animali, armenti e greggi, non assaggino nulla; non vadano al pascolo e non bevano acqua. Uomini e animali si coprano di sacco e gridino a Dio con forza; ognuno si converta dalla sua malvagità e dalla violenza compiuta dalle sue mani. Forse Dio si ricrederà, si pentirà e spegnerà la sua ira ardente, così che noi non periamo». Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità e si pentì del male che aveva minacciato di fare loro; e non lo fece.” (Giona 3:1-10)Quando Dio aveva messo in sella Giona sulla bicicletta della sua misericordia per Ninive, Giona era caduto rovinosamente... ed era fuggito. La seconda volta Dio aveva rimesso Giona in sella, dandogli l'opportunità di testimoniare nella tempesta, rivolgendosi a lui in preghiera... Ed era caduto una seconda volta, facendosi buttare in mare pur di non adempiere a ciò che Dio gli chiedeva. Ma ora Giona è in piedi sulla spiaggia, dopo essere stato vomitato sulla terraferma. E Dio che fa?Senza menzionare gli errori, senza fargli una ramanzina, senza commenti sarcastici, Dio lo mette di nuovo sulla bici:“La parola del Signore fu rivolta a Giona, per la seconda volta, in questi termini: «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama loro quello che io ti comando»” (Giona 3:1-2)Sono le stesse parole con cui si era aperto il libro“La parola del Signore fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, in questi termini: «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me».” (Giona 1:1-2)È quello che si chiama un déjà vu: Giona ha fallito. Lui lo sa... e Dio lo sa ancora di più.Altri profeti, come Geremia e Aggeo, hanno ricevuto più volte il comando da Dio di andare e parlare; ma per essi era un'aggiunta, di un chiarimento o di un'estensione di una rivelazione precedente.Solo a Giona è data una seconda e una terza possibilità. È il Signore che, nella sua misericordia, manda di nuovo Giona. E Giona si rialza, si lava di dosso il vomito del pesce, e “pedala”:“Giona partì e andò a Ninive, come il Signore aveva ordinato.” (Giona 3:3 a)Giona non sa come, ma ora pedala con successo nella giusta direzione. E' una fede traballante... ma è una fede. E questa è la misericordia inaspettata di Dio, di dare una seconda, una terza, una “n” chance a chi ha fallito. La misericordia imprevista di Dio significa che il fallimento non porta al licenziamento.Si racconta che un responsabile di un progetto dell'IBM che aveva perso 10 milioni di dollari prima di essere abbandonato fu convocato in una riunione presso la sede aziendale. "Suppongo che vogliate le mie dimissioni", chiese. “Senta- rispose il suo capo - Abbiamo appena speso 10 milioni di dollari per insegnarle cosa non fare, e vuole pure che la licenziamo?"Nella Bibbia ci sono persone che scappano da Dio, tentano il suicidio, commettono adulterio, uccidono, creano falsi idoli, disobbediscono a Dio, mentono, rubano, e in generale fanno ogni sorta di male. Eppure Dio si è servito di loro per realizzare i suoi piani del regno, in base ad una sola caratteristica: la fede.AbraamoNonostante Dio gli avesse promesso che avrebbe avuto un figlio da sua moglie Sara, egli seguì comunque un cattivo consiglio e generò un figlio attraverso Agar, la serva di sua moglie. Ma Dio non lo abbandonò. Dopo che Abraamo tornato a Dio, divenne ancora il "Padre di molte nazioni". Di lui Paolo ha detto:“Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia” (Romani 4:3)Abraamo aveva fede in Dio.DavideNonostante Davide abbia commesso omicidi e adulteri, dopo essere tornato a Dio Dio dirà di lui che era è diventato "un uomo secondo il mio cuore" (Atti 13:22 c). Perché un giorno aveva detto queste parole, dinanzi al gigante Golia:“Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del Signore degli eserciti, del Dio delle schiere d'Israele che tu hai insultate.” (1 Samuele 17:45)Davide aveva fede in Dio.PietroNonostante Pietro abbia negato di aver conosciuto Gesù in presenza di molte persone, quando è tornato a Dio è stato utilizzato per essere uno dei più grandi leader della Chiesa primitiva. Anzi, diede la sua vita per Gesù, e scrisse:“Queste prove servono a verificare se la vostra fede è forte e genuina. Essa viene messa alla prova come lʼoro è messo alla prova dal fuoco, che lo rende puro. Per il Signore la vostra fede è ben più preziosa dellʼoro...” (1 Pietro 1:7 a PV)Pietro aveva fede in Dio.Tutti questi giganti della Bibbia, dinanzi ai quali ci sentiamo minuscole formiche e molti altri, hanno fallito... miseramente fallito. Eppure tutti loro furono ancora utilizzati da Dio per gli scopi del suo regno, a motivo della loro fede.E Giona? Giona è il più epico fallimento di successo della Bibbia! Avvenuto attraverso una fede traballante, instabile, che fugge... ma c'è!Pensate: quando Pietro predicò il primo sermone del giorno di Pentecoste, "in quel giorno furono aggiunte a loro (ai discepoli) circa 3.000 persone “ (Atti 2:41 b)" dice Atti: guardiamo a questo dato e ci stupiamo.Ma la predicazione di Giona vide più di 120.000 persone credere in Dio! Dal più grande al più piccolo, tutti credettero in Dio! È il più grande risveglio mai registrato nelle Scritture. Giona, grazie alla misericordia, inaspettata ma promessa, di Dio, continua a essere usato per gli scopi del regno di Dio. Dio, tramite la piccola fede di Giona salva un'intera città. Ninive, la città dannata, dove uno dei re scrisse che aveva fotto questo un suo nemico:"Gli ho trafitto il mento con il pugnale della mia mano affilata. Attraverso la sua mascella... gli feci passare una corda, gli misi una catena da cane e gli feci occupare... una cuccia". Ninive, TUTTA Ninive CREDE in Dio!Giona inizia cadendo dalla bici, Dio lo rimette in sella, e tramite la sua piccola fede condivide lo stesso la Parola di Dio. E non lo farà da distante, da un'altura, ma attraversando in lunghezza la città in mezzo alla loro vita e alle loro attività, dicendo: "«Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!».Giona non aveva tutte le risposte; Maria non aveva tutte le risposte:“Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?” (Luca 1:34 a)Noi non abbiamo tutte le risposte: ma Giona, Maria... e noi non sapevamo neanche perché la bicicletta stava su... Ma ci siamo fidati: abbiamo avuto FEDE! E ciò che Dio aveva stabilito accadesse, è accaduto: Ninive si è convertita, Gesù è nato, la misericordia promessa di Dio è giunta... attraverso persone che talvolta avevano fallito.Nell'economia di Dio il fallimento non è mai un risultato determinante, perché Dio non si arrende mai con nessuno, quindi dobbiamo sempre aspettarci che avvenga il miracolo della trasformazione.Immaginate e Maria avesse detto all'angelo “ No, guarda, io non sono proprio convinta di essere capace di portare in me il figlio di Dio... non penso sia possibile”. Ma Maria aveva fede: non nelle parole dell'angelo, ma nelle promesse di Dio: “Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola” (Luca 1:38)Anche quando pensiamo che l'impresa sia troppo grande per noi, la misericordia di Dio supera il nostro scetticismo in ogni sorta di modo inaspettato. E questo chi insegna tre lezioni.Lezione 1In ogni momento dobbiamo avere compassione per tutti coloro che nella nostra comunità hanno fallito. La vita di Ninive era fatta di violenza domestica, abusi coniugali, bambini sfruttati, pornografia,, stupri, rapine, truffe, scandali corruzione... Proprio come il mondo in cui nascerà Gesù... Proprio come il NOSTRO mondo!Cosa fece la differenza per Ninive? La piccola fede di Giona. Cosa ha fatto la differenza per il mondo? La fede di Maria. Senza sapere come sarebbe accaduto. Cosa può fare la differenza per la tua città, i tuoi amici, la tua famiglia, te stesso? Risponditi! La domanda è facile!Lezione 2Non abbiamo bisogno di vivere una vita perfetta per avere un impatto significativo per Dio. Raccontare il Vangelo è davvero molto simile a un mendicante che dice a un altro mendicante dove trovare il cibo. Se il criterio per testimoniare di Cristo fosse la purezza, allora il cristianesimo sarebbe morto e nel giro di una generazione. Ma non è questo il criterio. Il criterio è comprendere l'incredibile misericordia che ci è stata data attraverso Gesù. Non meritarla, ma riceverla comunque.Ciò significa che non è necessario essere perfetti per essere un o una testimone; basta essere una persona che ha compreso la misericordia inaspettata ma promessa di Dio nella propria vita. Una misericordia che ci permette di continuare a essere efficaci anche dopo aver fallito.Lezione 3Se vogliamo vedere una trasformazione, dobbiamo avere fede. Fede in Dio. Fede che Dio sia in grado di fare una vera differenza nella vita delle persone.Se Giona, per quanto riluttante, può vedere Dio fare cose sorprendenti attraverso un semplice messaggio predicato, allora non c'è motivo per cui non possiamo aspettarci che Dio sia altrettanto misericordioso oggi. Ninive fu messa in ginocchio dal pentimento. Non perché Giona avesse un desiderio ardente e feroce di vederli cambiare. Non perché avesse raccolto un enorme gruppo di guerrieri della preghiera. Non perché avesse preparato un sermone eloquente.Si pentirono... 120.000 persone... perché Giona aveva obbedito a Dio; perché Dio attraverso la sua piccola fede aveva potuto operare.Gesù è venuto a cambiare il mondo attraverso una Vergine; non perché Maria ne aveva fatto richiesta non perché aveva fatto un “casting” per diventare la Madonna... Ma perché aveva fede... anche se non sapeva come sarebbe successo.Camminavamo con il nostro Creatore, ma ci eravamo ribellati a Lui. Il Creatore avrebbe avuto tutto il diritto di punirci, ma, invece, ha voluto mostrarci misericordia. Per mostrarci misericordia ha mandato un bambino attraverso una Vergine:“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace...” (Isaia 9:5)Quel bambino è stato mandato per morire al nostro posto. Se vogliamo evitare la separazione eterna, dobbiamo riporre la nostra fede in Gesù. Senza fede, anche una piccola come quella di Giona, anche una che non sa cosa e come accadrà come quella di Maria, Dio non potrà usarci, e nulla accadrà attraverso di noi.Questo è il messaggio del Vangelo. Questo è il messaggio del Natale. Non c'è motivo per cui l'impatto che il messaggio di quel primo Natale non possa ancora essere efficace; Giona ebbe impatto sui Niniviti, e non aveva ancora l'esempio di Gesù da mostrare. Noi abbiamo il Natale, abbiamo Cristo, abbiamo la Salvezza che è discesa sulla terra!Dobbiamo solo avere fede, e credere che Dio sia disposto a usare persone come noi, con tutti i nostri difetti, con tutte le nostre cadute, ancora ed ancora, per portare il messaggio.Dobbiamo anche avere fede, e credere che Dio sia in grado di cambiare i cuori più duri.Dopotutto, chi di noi aveva davvero previsto quanta misericordia Dio fosse disposto a mostrare a ciascuno di noi prima del primo Natale? Chi avrebbe potuto immaginare che Dio sarebbe sceso sulla terra per mettere le cose apposto?Il Natale viene per mostrare che ciascuno può essere oggetto della misericordia di Dio; quella misericordia deve essere mostrata a chiunque. La nostra parte è avere fede, non capire come avverrà.Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
Meditazione dal Calendario Parole di Vita 2022.Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, ha manifestato la sua giustizia davanti alle nazioni(Salmo 98:2)
CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 24 minutiOggi è la prima domenica in cui per tradizione accendiamo la prima delle candele della Corona dell'Avvento, quella che ci ricorda la Speranza. Paolo ha detto:“Questa speranza poi non ci porta alla delusione, perché, accada quel che accada, sappiamo che Dio ci ama e sentiamo dentro di noi il calore del suo amore che, per mezzo dello Spirito Santo, ci ha riempito il cuore.” (Romani 5:5 PV)E forse avrete notato anche che il titolo della serie di messaggi è cambiato: non è più una misericordia inaspettata,ma una misericordia promessa. Dio aveva promesso che avrebbe mandato qualcuno a riscattarci... ma nessuno si sarebbe aspettato che avrebbe mandato il Figlio a farlo.Ma questa è la natura di Dio: Dio è amore. Se qualcuno ti ama, lui ti ascolta; è per quello che la speranza è indissolubilmente legata alla preghiera: ecco cosa dice Dio nei Salmi, a proposito della preghiera.“...poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai.” (Salmo 50:15)“Benedetto sia Dio, che non ha respinto la mia preghiera e non mi ha negato la sua grazia.” (Salmo 66:20) “Egli ascolterà la preghiera dei desolati e non disprezzerà la loro supplica.” (Salmo 102:17)“Perciò ogni uomo pio t'invochi mentre puoi essere trovato; e qualora straripino le grandi acque, esse, per certo, non giungeranno fino a lui.” (Salmo 32:6)Possiamo rivolgerci a Dio in qualsiasi occasione, in qualsiasi circostanza. Non importa cosa abbiamo fatto. Non importa in quale stato emotivo ci troviamo. Nulla dovrebbe impedirci di rivolgerci a Dio.Eppure... spesso ci fermiamo. E quando lo facciamo, ci troviamo in una lunga fila di persone che hanno fatto lo stesso. Non a caso Giona fa parte di queste. Soprattutto alla luce dell'ultimo versetto.“Perciò ogni uomo pio t'invochi mentre puoi essere trovato; e qualora straripino le grandi acque, esse, per certo, non giungeranno fino a lui.” (Salmo 32:6) Leggiamo la situazione in cui si trova Giona:“Il Signore fece venire un gran pesce per inghiottire Giona. Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore, il suo Dio, e disse: «Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce. Tu mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare; la corrente mi ha circondato, tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti mi hanno travolto. Io dicevo: “Sono cacciato lontano dal tuo sguardo! Come potrei vedere ancora il tuo tempio santo?” Le acque mi hanno sommerso, l'abisso mi ha inghiottito; le alghe si sono attorcigliate alla mia testa. Sono sprofondato fino alle radici dei monti, la terra ha chiuso le sue sbarre su di me per sempre; ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa, o Signore, mio Dio! Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del Signore e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo tempio santo. Quelli che onorano gli idoli vani allontanano da sé la grazia; ma io ti offrirò sacrifici con canti di lode, adempirò i voti che ho fatto. La salvezza viene dal Signore». E il Signore diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma.” (Giona 2:1-11)Ciò che ha pregato Giona nel ventre del pesce,sono le medesime parole (parola più parola meno) che il Signore aveva messo in cuore a Davide, Asaf e agli altri che hanno scritto i Salmi:"Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto." (Giona 2:3).“Nella mia angoscia ho invocato il Signore, ed egli mi ha risposto.” (Salmo 120:1). “...ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa, o Signore, mio Dio!” (Giona 2:7 b).“Benedici, anima mia, il Signore e non dimenticare nessuno dei suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità; salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni...”(Salmo 103:2-4).“Quelli che onorano gli idoli vani allontanano da sé la grazia...” (Giona 2:9)“Detesto quelli che si affidano alle vanità ingannatrici; ma io confido nel Signore.”(Salmo 31:6).La Bibbia è un unico lungo piano, di libro in libro, di generazione in generazione, di evento in evento, che parla di Speranza, di una misericordia promessa, e che ci esorta a parlare con Dio.La scorsa volta avevamo detto che lo Spirito Santo ci aiuta quando non sappiamo cosa pregare. Ma la stessa cosa vale per la Bibbia. Quante volte vi è capitato che in una situazione vi venga in mente una Scrittura che parla proprio di quella situazione? Oppure state valutando cosa fare in una situazione di vita e vi viene in mente una parola della Scrittura e riconoscete che quella è la risposta che cercavate?La Bibbia, la Parola di Dio, è un “serbatoio” da cui potete attingere... ma solo se la leggete, la studiate, la memorizzate.Giona evidentemente lo aveva fatto. Ma che tipo di preghiera è? Potrebbe sembrare una preghiera di pentimento, in cui Giona torna in sé e confessa umilmente al Signore di aver peccato. Giona vede che Dio vuole avere misericordia di Ninive e che ha scelto Giona come suo strumento.Ho detto “potrebbe sembrare”... perché al capitolo 4 leggiamo:“Giona ne provò gran dispiacere e ne fu irritato. Allora pregò e disse: «O Signore, non era forse questo che io dicevo, mentre ero ancora nel mio paese? Perciò mi affrettai a fuggire a Tarsis. Sapevo infatti che tu sei un Dio misericordioso, pietoso, lento all'ira e di gran bontà e che ti penti del male minacciato. 3 Perciò, Signore, ti prego, riprenditi la mia vita; poiché per me è meglio morire piuttosto che vivere».” (Giona 4:1-3)Al capitolo 4 Giona è di nuovo sulla terraferma, è vivo e salvo, e non accetta la misericordia di Dio per Ninive; così, prega con rabbia.Ma al capitolo 2, invece, lui sta pregando quella che si definisce la "preghiera della trincea"; era quella che pregavano i soldati nella 1° Guerra Mondiale, dove gli eserciti si affrontavano l'uno di fronte all'altro e scavavano trincee per conquistare il terreno.Ogni giorno i soldati entravano nella trincea, e non sapevano se ne sarebbero usciti vivi; e così pregavano: "Dio, se mi tiri fuori da questa situazione, farò tutto quello che vuoi".Giona sta recitando una preghiera da trincea. Osservate i tempi della preghiera "Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore..." (Giona 2:2)."Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia..." (Giona 2:3)"Io dicevo: “Sono cacciato lontano dal tuo sguardo!" (Giona 2: 4).“...ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa, o Signore, mio Dio! Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del Signore e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo tempio santo. (Giona 2:7-8)Giona non spera... è semplicemente disperato. Pensava di voler solo essere gettato in mare e farla finita. Ma adesso realizza che è ancora vivo … o forse è morto (non lo sappiamo), ma comunque ancora pensa, riflette... e finalmente prega!. È una preghiera da trincea.Guardate l'atteggiamento di Giona nella preghiera: "Tu mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare..." (Giona 2: 4)Mica è vero! E' stato lui a dire ai marinai di gettarlo come zavorra dalla nave per far placare i venti!E adesso invece dice che è Dio ad averlo buttato a mare! Dio è il colpevole!“Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del Signore” (Giona 2:8).C'è voluto un bel po' per far decidere Giona di parlare con Dio! E adesso, nel ventre del pesce, pensa: “Bisogna che succeda qualcosa prima che parta della digestione del pesce”. E si ricorda solo allora di pregare! Ma non ricorda che forse dovrebbe confessare il suo peccato, e magari chiedere scusa... anzi!“IO ho gridato al Signore... IO mi sono ricordato...la mia preghiera è giunta...” “Io l'ho fatto! La mia pietà. La mia spiritualità. I miei sforzi.”"Quelli che onorano gli idoli vani allontanano da sé la grazia; ma io ti offrirò sacrifici con canti di lode, adempirò i voti che ho fatto. La salvezza viene dal Signore».”. (Giona 2:9-10)"Guardami Dio. Non sono come quei pagani che non ti adorano. Sono molto meglio. Ti seguirò. Sarò fedele!”A dirla tutta, proprio in questo momento in superficie, su un mare calmo, quei cosiddetti marinai senza valore, adoratori di idoli, invocano il nome del Signore. E il loro timore di Dio è diventato timore., stupore, meraviglia, riverenza... per il Signore!Capita, quando ci troviamo nella trincea, di ricordare a Dio perché dovrebbe salvarci... evitando accuratamente di ricordare perché dovrebbe non farlo. Per i nostri peccati, per le nostre mancanze, per i nostri rifiuti... Se fossimo onesti, Dio dovrebbe girarsi dall'altra parte... e non guardare Giona... e nemmeno noi!Ma non lo fa! Giona viene salvato dalla misericordia inaspettata di Dio. Le preghiere di Giona possono essere pronunciate nella più completa disperazione, ma Dio le ascolta comunque. E Dio risponde ancora ad esse. Risponde a Giona... e anche a noi!Non perché ci siamo umiliati. Non perché abbiamo detto le parole giuste. Non perché abbiamo l'atteggiamento giusto. E certamente non perché in qualche modo siamo migliori degli altri. Ma solo perché il suo carattere è la misericordia.Giona non aveva visto la misericordia promessa da Dio all'opera, noi si, in quel primo Natale... senza che avessimo chiesto scusa, senza che ci fossimo pentiti... solo perché Dio aveva promesso che avrebbe avuto misericordia di noi.Per Giona aveva scelto un pesce per portare la Salvezza; per tutti noi ha scelto una Vergine Ha mandato un bambino, attraverso una giovane donna:“Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.” (Isaia 7:14) "...che tradotto vuol dire 'Dio con noi'". (Matteo 1:23 b)È un momento che racchiude pienamente la misericordia inaspettata di Dio che ci da Speranza.Anni dopo, a quel figlio, nato da una Vergine, qualcuno avrebbe chiesto un altro segno:“Allora alcuni scribi e farisei presero a dirgli: «Maestro, noi vorremmo vedere da te un segno». Ma egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera chiede un segno; segno non le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell'uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.” (Matteo 12:38-40)Qual è il segno? Un luogo che dovrebbe essere un luogo di morte definitiva, dopo tre giorni si rivela un luogo di vita. Il ventre di un pesce gigante. E il cuore della terra, che è una tomba.Non si va deliberatamente in questi luoghi e non ci si aspetta di tornare. Ma Giona lo fece. E Gesù dice ai farisei che lo farà anche lui. Sappiamo che è esattamente quello che è successo. È successo perché un Dio misericordioso ha voluto salvare un popolo peccatore che si trovava in una situazione disperata.Dio ha fatto questo in quel primo Natale, ancor prima che coloro che fuggono da Lui si rendessero conto che Egli sta attivamente creando una strada, una via, una salvezza.Gesù viene a Natale per aprirla: dalla morte certa alla vita eterna. Dal ventre della morte, che sia un grande pesce, una tomba, o una vita lontana dal Padre, alla speranza di un altro giorno, di un'altra vita, di una vita nuova in Cristo. Rinati!Il segno di Giona è la Speranza! La speranza per noi peccatori che pregano nella trincea, che affondano disperatamente, che mangiano le alghe, che vivono nella trincea. E' la misericordia inattesa di Dio, ma che Dio aveva promesso... e Dio è fedele! La misericordia che salverà. Il segno di Cristo è la Speranza... quella con la esse maiuscola, giunta sulla terra attraverso una Vergine che partorisce colui che sarà la misericordia inattesa ma promessa, di Dio che ci trae fuori dalla morte del peccato e ci proietta verso una vita vissuta assieme al nostro Padre. Nascerà Emmanuele, Dio con noi! Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
Sicuramente sta pausa mondiale è assimilabile ad una pausa nazionale, ma senza l'Italia in campo..quindi peggio. In più non c'è il fantacalcio. In più qualcuno potrebbe farsi male giocando sto Mondiale. In più però in tanti approfitteranno di questa pausa per tornare in forma ed essere decisivi nella seconda parte di stagione. Di chi parliamo?Con:@piscobomb@lucaramb@romanrings
Catechesi per il tempo di Avvento 2021 di don Luigi Maria Epicoco.
Nella tempesta, come credenti abbiamo due possibilità: tacere, ed essere zavorra inutile, o proclamare Dio, e portare conforto e salvezza. Anche quando la tempesta è dentro di noi.---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: XX minutiLa settimana scorsa abbiamo concluso con Giona nella città di Iafo che pagava il biglietto per salpare verso Tarsis.Abbiamo detto che Giona lo faceva per due ragioni: il timore di andare in una città di omicidi e perché trovava troppo inquietante la misericordia che Dio stava estendendo alla città di Ninive.Un breve riassunto visivo delle azioni di Giona può essere visto guardando una mappa. La città natale di Giona è Gat-Efer. Ninive è il luogo in cui Dio ha chiamato Giona a fare l'annuncio. La città portuale di Iafo (l'attuale Giaffa) è il luogo in cui Giona si reca a prendere la barca. La località dove Giona era diretto è Tarsis, probabilmente in Spagna. Giona sta letteralmente andando nella direzione opposta... il più lontano possibile.Che cosa fa il Signore a questo proposito? Il Signore manda una tempesta. Leggiamo Giona 1:4-16"Il Signore scatenò un gran vento sul mare, e vi fu sul mare una tempesta così forte che la nave era sul punto di sfasciarsi. I marinai ebbero paura e invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono a mare il carico di bordo, per alleggerire la nave. Giona, invece, era sceso in fondo alla nave, si era coricato e dormiva profondamente. Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai qui? Dormi? Àlzati, invoca il tuo dio! Forse egli si darà pensiero di noi e non periremo». Poi si dissero l'un l'altro: «Venite, tiriamo a sorte e sapremo per causa di chi ci capita questa disgrazia». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Allora gli dissero: «Spiegaci dunque per causa di chi ci capita questa disgrazia! Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?»Egli rispose loro: «Sono Ebreo e temo il Signore, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terraferma». Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli domandarono: «Perché hai fatto questo?» Quegli uomini infatti sapevano che egli fuggiva lontano dalla presenza del Signore, perché egli li aveva messi al corrente della cosa. Poi gli dissero: «Che dobbiamo fare di te perché il mare si calmi per noi?» Il mare infatti si faceva sempre più tempestoso. Egli rispose: «Prendetemi e gettatemi in mare, e il mare si calmerà per voi; perché io so che questa gran tempesta vi piomba addosso per causa mia». Tuttavia quegli uomini remavano con forza per raggiungere la riva; ma non riuscivano, perché il mare si faceva sempre più tempestoso e minaccioso. Allora gridarono al Signore e dissero: «Signore, non lasciarci perire per risparmiare la vita di quest'uomo e non accusarci del sangue innocente; poiché tu, Signore, hai fatto come ti è piaciuto». Poi presero Giona, lo gettarono in mare e la furia del mare si calmò. Allora quegli uomini furono presi da un grande timore del Signore; offrirono un sacrificio al Signore e fecero dei voti." (Giona 1:4-17)Quando si scatena la tempesta Giona sa perfettamente perché. Non è la prima tempesta che vediamo nelle Scritture; anzi, la Bibbia ne è piena. Il profeta Geremia ne aveva annunciata una:“Ecco, la tempesta del Signore! Il furore scoppia, la tempesta imperversa, scroscia sul capo degli empi. L'ira del Signore non si placherà, finché non abbia eseguito, compiuto i disegni del suo cuore; negli ultimi giorni lo capirete appieno.” (Geremia 23:19-20)I marinai sono esperti di quel tratto di mare, e subito capiscono che non si tratta di una tempesta “normale”; nessuna nuvola, nessun vento, nessun temporale l'ha preceduta ed annunciata; è scoppiata così, all'improvviso.E' per questo che, invece di remare, di lascare la randa, o di fare altro per governare la nave, si mettono tutti a pregare.Si, ma quale dio pregare? Provenendo probabilmente da più parti del medio oriente ognuno ne aveva uno o più: quale era quello che si era adirato, e perché? “ È il dio del mare che è stato offeso? O il dio dei marinai? O il dio dei venti? Era il tuo dio o il mio?” Alla fine, tanto vale pregarli tutti!Ma una cosa la fanno per governare la nave: gettano il carico in mare: era una mossa disperata, perché in pratica stavano gettando in mare il motivo per cui sarebbero stati pagati una volta a Tarsis. Ma dovevano alleggerire la nave, innalzare la linea di galleggiamento per farla stare un po' più in alto nell'acqua, in modo da avere meno possibilità che le onde la sommergessero.E Giona dove è? Dov'è il profeta che sente la voce di Dio? Quello che sa esattamente qual è il Dio da pregare? Dove si trova? Cosa sta facendo? Semplicemente, dorme beato! Agli occhi del capitano che Giona non ci provi nemmeno. è un atto di assoluto egoismo e di totale disprezzo per tutti gli altri sulla nave Avrebbe dovuto essere sul ponte a pregare assieme a tutti gli altri... pregare il suo dio, non dormire beato!Guardate questi due versetti:“La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, in questi termini: «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me».” ( Giona 1:2)“Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai qui? Dormi? Àlzati, invoca il tuo dio! Forse egli si darà pensiero di noi e non periremo». (Giona 1:6)In cosa si somigliano? Nella frase “ALZATI!” Capiamo che Giona è uno di quelli che preferisce NON fare... evitare, lasciare ad altri... Paolo parla di quelli come lui in Romani:“Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci?” (Romani 10:14)Giona avrebbe potuto salire sul ponte, dire a tutti :”Un attimo, è inutile che preghiate a questi dei inesistenti: ora pregherò io il vero Dio, colui che può placare la tempesta!” Che testimonianza sarebbe stata? Quanti si sarebbero convertiti? Quanti avrebbero rinunciato ai falsi dei? Perché è vero, offrono un sacrificio a Dio... ma quale Dio? Un Dio che non conoscono, perché Giona, ancora una volta, fugge.Due applicazioni per noi. La prima.Quando vediamo altri nel pericolo che invocano altri dei, preghiamo assieme a loro, indicandogli il vero Dio, oppure dormiamo? Attenzione, perché nei momenti di pericolo, noi abbiamo sì Dio... ma spesso anche noi abbiamo una serie infinita di altri piccoli dei accessori... Il danaro, la fama, il sesso, l'amico potente... tutte cose che pensiamo possano “aiutare”, se non sostituire il vero Dio.Come credenti siamo tenuti a salire sul ponte dove tutti ci vedono, e ci guardano, e a dare testimonianza di quale Dio sia in controllo di tutto.La seconda. Ve la spiego con il versetto di Romani che viene prima di quello che abbiamo letto:“...perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato...” (Romani 10:9)Se abbiamo confessato con la bocca, e creduto col cuore, allora abbiamo libero accesso all'aiuto del Padre; si chiama: preghiera. Paolo afferma:“Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.” (Filippesi 4:6)Ed ecco, Giona affronta una situazione che ha bisogno di preghiera. Giona si alza e va sul ponte... Ma mentre gli altri pregano...lui no. Non c'è traccia di Giona che parla a Dio.Non cambia nulla quando non parliamo con Dio. Giona tace. La tempesta continua. Viene quindi attuata una nuova strategia. Opinabile. Tirare a sorte. Ma Dio la usa per puntare il dito su GionaE inizia l'interrogatorio dei marinai per capire perché Dio ce l'ha con Giona: “Che tipo di lavoro fai? Da dove vieni? Qual è il tuo Paese? Di quale popolo sei?". Io me l'immagino come se a Giona piovessero addosso tutte le domande assieme, urlate nella tempesta. E Giona risponde a fatica:“Sono un ebreo. Sono nato nella famiglia dell'alleanza di Dio e godo della speranza di essere adottato come figlio di Dio. Ho la legge, il culto del tempio e promesse che non sono state date a nessun'altra nazione. La mia terra è Israele, la terra promessa da Dio come suo luogo. Adoro l'Eterno, il Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terra.”I marinai erano contenti di prendere i soldi di Giona che stava scappando dal suo Dio... Ma adesso capiscono che Giona stava fuggendo da qualcosa di veramente importante, e anche se non conoscono quel suo Dio, lo temono, e lo incolpano: “Perché hai fatto questo?” gli dicono.E' la stessa frase con cui Dio si rivolge ad Eva: (letteralmente la stessa nell'originale in ebraico):“Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato»” (Genesi 3:13 CEI)Eva credeva forse che Dio non avrebbe vista? Giona credeva forse che Dio non lo avrebbe seguito? Assurdo! Irrealizzabile! Ma anche noi, talvolta... spesso... facciamo lo stesso!Se vi è di conforto (per me lo è) sappiate che siamo in buona compagnia... il grande re Davide è un nostro sodale:“Davanti a te ho ammesso il mio peccato, non ho taciuto la mia iniquità. Ho detto: «Confesserò le mie trasgressioni al SIGNORE», e tu hai perdonato l'iniquità del mio peccato.” (Salmo 32:5)Basterebbe che Giona si pentisse, ammettesse la colpa, pregasse chiedesse perdono, e tornasse al Signore... ma non lo fa... Nel capitolo 4 leggeremo queste parole: "O SIGNORE, non era forse questo che io dicevo, mentre ero ancora nel mio paese? Perciò mi affrettai a fuggire a Tarsis. Sapevo infatti che tu sei un Dio misericordioso, pietoso, lento all'ira e di gran bontà e che ti penti del male minacciato.".(Giona 4:2)Giona aveva capito il piano di Dio; salvare Ninive... e non gli piaceva! trovava troppo inquietante il pensiero della misericordia inattesa di Dio verso i Niniviti; non la voleva, non la accettava. quindi fugge, quindi rimane in silenzio.E Giona, da credente, da figlio di Dio ribellandosi tacendo, diventa “altro”.“I marinai ebbero paura e invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono a mare il carico di bordo, per alleggerire la nave. Giona, invece, era sceso in fondo alla nave, si era coricato e dormiva profondamente.” (Giona 1:5)."«Prendetemi e gettatemi in mare, e il mare si calmerà per voi; perché io so che questa gran tempesta vi piomba addosso per causa mia».". (Giona 1:12)“Poi presero Giona, lo gettarono in mare e la furia del mare si calmò.” (Giona 1:15).I marinai avevano gettato la merce che ormai era zavorra per alleggerire la nave; Giona in questo momento non è più un figlio di Dio... è “zavorra”, un peso inutile, un peso di cui ci si può disfare...Mi chiedo quante volte sono stato solo zavorra perché non ho parlato con Dio, perché non ho parlato di Dio e perché ho disobbedito a Dio, e perché mi sono ostinato a non ammettere il mio errore.Credere in Cristo, si va bene, ma seduto al posto di pilotaggio, vivendo a modo mio, facendo le mie scelte, seguendo i miei desideri e non cercando il Signore in queste decisioni. Sono un cittadino del cielo. Ma mi affido al mio denaro, alla mia carriera, al mio status, al mio lavoro, alla mia conoscenza, alla mia abilità e alla mia attenzione molto mondana. Non ho parlato con Dio di tutto questo.Se faccio così, posso diventare “zavorra”. Zavorra che appesantisce la nave mia e degli altri, piuttosto che salvarla dalle onde.E questo spesso succede perché non accettiamo che la misericordia imprevista di Dio è anche per noi, quando capisco di aver smesso di parlare con Dio e di affidarmi a lui.E sarebbe bastato un “Perdonami! Ho sbagliato, avevi ragione tu, ritorno ad ascoltare e a parlare con te” e non sarei più stato zavorra.Qual è la nostra identità? Non è quella di essere un peso; anche quando attraversiamo momenti di ribellione, di interrogativi irrisolti, di dubbio.Forse è una crisi di fede. Forse siamo sopraffatti dagli eventi. Forse ci sentiamo come se le nostre parole rimbalzassero sul soffitto, e Dio ci avesse dimenticato.E non riusciamo ad accettare che la misericordia inaspettata di Dio sia anche per noi, nei dubbi, nella ribellione, nel fuggire lontano...Se, anzi, quando ci troviamo lì, continuiamo a parlare con Dio. Forse non sappiamo nemmeno cosa dobbiamo dire. Anche lì Dio, nella sua misericordia, ha coperto quella situazione.“Nello stesso modo, anche lo Spirito Santo ci aiuta giorno per giorno nei nostri problemi e nelle nostre preghiere. Perché, in realtà, noi non sappiamo neppure per che cosa pregare, né pregare nel modo giusto, ma lo Spirito Santo prega per noi con tale sentimento, che non si può esprimere a parole.” (Romani 8:26 PV)“Dio, eccomi... vorrei parlare... ma non ho le parole.” Lo Spirito di Dio dentro di noi dice: "Stai tranquillo, ci penso io".Questa è la misericordia inattesa di Dio. Questa è l'identità di essere figli... amati, ricercati, compresi, aiutati, perdonati.Giona non riuscì ad accettarla... ma noi non siamo Giona... e non vogliamo essere zavorra.E non dobbiamo fare nulla di più che parlare al nostro Dio.Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
Cosa può far sì che persone di nazionalità, religione, professione e status sociale diversi, provenienti da tutto il mondo, si uniscano volontariamente su un'unica piattaforma? Cosa può spingere i rappresentanti di 180 Paesi a lavorare ogni giorno come volontari per preparare un evento complesso? Crisi globale: guerre, epidemie, minacce di fame e di estinzione di massa. Vi sembra un motivo importante? E questa è solo la punta “dell'iceberg” mortale che si sta profilando. L'ultima guerra dell'umanità è una guerra contro il clima che sta uccidendo sia i poveri che i ricchi in tutto il mondo. È già in corso, sta togliendo la vita a milioni di persone, distruggendo tutto ciò che incontra sul suo cammino... Per i partecipanti al Forum internazionale online aperto “Crisi globale. La nostra salvezza è l'unione” queste ragioni sono state sufficienti per mettere da parte le contraddizioni e unirsi per informare l'intera popolazione della Terra! Senza sponsor, senza pubblicità, senza programmi nascoste. Siamo artificialmente divisi e costretti a combatterci l'un l'altro. La vita di un'umanità frammentata è sottoposta a un'imminente minaccia di annientamento. I partecipanti al Forum ne sono consapevoli, gli esperti del Forum lo confermeranno con fatti scientifici e i testimoni oculari condivideranno la loro esperienza. Daranno voce a tutti i fatti durante la trasmissione in diretta, il 12 novembre 2022, con interpretazione simultanea in 150 lingue! Se vi è rimasto ancora un po' di buon senso, partecipate al Forum! Se siete pronti a riprendervi la responsabilità della vostra vita che avete vanamente scaricato sui politici, abbiate il coraggio di imparare la verità! Dopo tutto, i nostri compiti principali oggi sono evitare una catastrofe climatica, comprendere la reale portata e le cause della crisi mondiale e infine considerare soluzioni pratiche e vie d'uscita dalla situazione. Sito ufficiale del progetto Società Creativa: https://creativesociety.com/it E-mail: info@creativesociety.com Guarda il forum internazionale online “Crisi globale. La nostra salvezza è l'unione” in 150 lingue il 12 novembre 2022: https://creativesociety.com/it/global... Crisi globale. Siamo esseri umani. Vogliamo vivere | Forum internazionale online, 7 maggio 2022 https://creativesociety.com/it/global... #SocietàCreativa #CrisiGlobale #SurvivalinUnity
Acculturation di e con Federica Carbonin questo mercoledì 9 novembre torna con un appuntamento super speciale!Infatti, al centro dell'episodio c'è una serie televisiva che ha riscosso un certo successo, "Tutto chiede salvezza", tratta dall'omonimo libro di Daniele Mencarelli. Di questo e di tanto altro, Federica ne parla con un graditissimo ospite, Gabriele Attadia, storica voce di Radio 32 e attivista per i diritti delle persone disabili e nella salute mentale, in un dialogo ricco di tante suggestioni. Regia di Sonia Gioia.
La misericordia da parte di Dio è talvolta inattesa; invece di punire chi non opera per il bene altrui, li cerca affinché cambino vita. Troviamo inquietante la grazia inattesa di Dio verso chi non sembra meritarlo? E quanta misericordia ha verso noi, quando ci chiama, imperfetti, ad agire per Lui? ---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 27 minutiLa storia di Giona è ben nota a tutti, credenti e non credenti, tanto da ispirare scrittori come Collodi che fa fare a Pinocchio la stessa fine di Giona, inghiottito da una balena.Ma quale è l'obiettivo principale di Dio attraverso il libro di Giona, oltre quello di raccontarci una storia bizzarra di un uomo che vive dentro la pancia di un pesce? Vedremo che l'obiettivo principale del libro è mostrare che Dio ha misericordia di tutti... anche quando non ce lo aspettiamo. Leggiamo Giona 1:“La parola del Signore fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, in questi termini: «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me». Ma Giona si mise in viaggio per fuggire a Tarsis, lontano dalla presenza del Signore. Scese a Iafo, dove trovò una nave diretta a Tarsis e, pagato il prezzo del suo viaggio, si imbarcò per andare con loro a Tarsis, lontano dalla presenza del Signore.” (Giona 1:1-3)Al di fuori di questo libro, l'unica altra volta che Giona viene menzionato nelle Scritture è in 2 Re 14:23-25:“Nel quindicesimo anno di Amasia, figlio di Ioas, re di Giuda, cominciò a regnare a Samaria Geroboamo, figlio di Ioas, re d'Israele, e regnò quarantun anni. Egli fece quello che è male agli occhi del Signore; non si allontanò da nessuno dei peccati con i quali Geroboamo, figlio di Nebat, aveva fatto peccare Israele. Egli ristabilì i confini d'Israele dall'ingresso di Camat al mare della pianura, come il Signore, Dio d'Israele, aveva detto per mezzo del suo servitore il profeta Giona, figlio di Amittai, che era di Gat-Efer.” (2 Re 14:23-25)Prima del governo di Geroboamo, Israele era un piccolo territorio che pagava pesanti tributi alle nazioni circostanti. Ma poi, dal 780 al 740 a.C. circa, pur essendo malvagio, Geroboamo riuscì a raggiungere la prosperità, l'influenza e l'espansione e a riportare i confini a quelli che erano ai tempi del re Davide.E la Bibbia afferma che tutto ciò avvenne grazie a qualcuno che stava scappando verso Tarsis pur di non obbedire alla chiamata di Dio! Attraverso un profeta riluttante. Si, proprio Giona! Ninive è una città importante dell'Assiria: Genesi 10 descrive le nazioni che si stabilirono dopo il diluvio:“Cus generò Nimrod, che cominciò a essere potente sulla terra. Egli fu un potente cacciatore davanti al Signore; perciò si dice: «Come Nimrod, potente cacciatore davanti al Signore».Il principio del suo regno fu Babel, Erec, Accad e Calne nel paese di Scinear. Da quel paese andò in Assiria e costruì Ninive, Recobot-Ir e Cala; e tra Ninive e Cala, Resen, la grande città.” (Genesi 10:88-12)Ninive fu una delle città fondatrici dell'Assiria. Alla fine divenne la capitale nel 700 a.C., un po' dopo il tempo di Giona. È una città con una lunga storia.È anche una città con una reputazione... e non era affatto buona! Nimrod era un potente cacciatore e guerriero. La città di Ninive rifletteva il suo carattere. Parlando di Ninive, Naum dice: “Oracolo su Ninive; libro della visione di Naum l'Elcosita....Guai alla città sanguinaria, piena di menzogna e di violenza, che non cessa di depredare! Si ode rumore di fruste, frastuono di ruote, galoppo di cavalli, sobbalzare di carri. I cavalieri danno la carica, fiammeggiano le spade, sfolgorano le lance, abbondano i feriti, si ammucchiano i cadaveri, sono infiniti i morti, si inciampa nei cadaveri.” (Naum 1:1, 3:1-3)La città di Ninive amava la caccia... si, delle persone! Un esercito potente e crudele era la loro arma. Ai tempi di Giona il loro potere era in aumento.Un giorno Giona se ne stava tranquillo nella sua città natale, Gat-Efer, ed ecco che Dio gli dice: "«Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me». Ma Giona si mise in viaggio per fuggire a Tarsis, lontano dalla presenza del Signore” (Giona 1:2-3)Non c'è accordo tra gli studiosi su dove si trovi Tarsis. Ma se leggiamo 2 Cronache ci facciamo un'idea. Il tempo è quello del regno di re Salomone.“Infatti il re aveva delle navi che andavano a Tarsis con la gente di Curam; e una volta ogni tre anni venivano le navi da Tarsis, portando oro, argento, avorio, scimmie e pavoni.” (2 Cronache 9:21)Una nave mercantile impiegava due anni per fare un viaggio di andata e ritorno a Tarsis, più uno per caricare le merci. Quindi l'ipotesi che Tarsis sia nella Spagna moderna, è probabilmente la più accurata. Il piano di Giona era di andare il più lontano possibile... e probabilmente restare là... magari in attesa che Dio trovasse qualcun altro da mandare a Ninive... e si dimenticasse di Giona.E per fare questo va a Iafo (l'attuale Giaffa) aspetta una barca per Tarsis (e non erano frequenti come i treni della metro a Roma) e ci sale; egli sta quasi letteralmente andando il più lontano possibile nella direzione opposta.So cosa state pensando: “Che credente da nulla è Giona!" Ma Giona aveva le sue ragioni.Vedete, altri profeti sono stati chiamati a parlare contro le nazioni. Abdia predica contro Edom. Naum predica contro l'Assiria. Isaia contro Babilonia, Assiria ed Egitto, Geremia fa lo stesso.Sapete quale è la differenza tra tutti questi profeti e Giona? Che quelli predicavano contro altre nazioni o da Israele o da altri posti dove erano stati deportati a forza. A Giona Dio chiede di lasciare deliberatamente Israele e di andare di sua volontà in una città pagana dove si fanno sacrifici umani. Vedete che la situazione è differente?Riusciamo ad essere un minimo empatici con questo profeta riluttante, e a comprendere la sua fuga? Che cosa avrei fatto io nella sua stessa situazione?E Giona reagisce. Reagisce per due motivi: il primo è la preoccupazione per se stesso. Il secondo è più grave: l'indignazione per un Dio che mostra misericordia verso un popolo pagano, peccatore e omicida (lo vedremo più avanti nel libro).La visione che Giona ha di Dio non prevede la misericordia per il popolo di Ninive; trova questa misericordia inattesa troppo inquietante e decide di andare nella direzione opposta.Ecco quindi la domanda di applicazione per oggi: troviamo la misericordia inattesa di Dio troppo inquietante?È troppo inquietante pensare che Dio abbia pietà di un uomo che tradisce la moglie o ha una vita sessuale promiscua?Abbiamo difficoltà a pensare che Dio avrebbe pietà di coloro che trovano nei soldi, o nella fama il loro idolo da venerare?È troppo sconvolgente per noi riconoscere che verso uomini e donne che praticano l'omosessualità, o lottano con l'identità di genere, o promuovono il matrimonio tra persone dello stesso sesso, Dio sia disposto ad essere misericordioso?Possiamo immaginare che Dio abbia misericordia di chi è entrato in casa nostra e ha rubato i nostri telefoni, i nostri i-pad, i nostri gioielli e la nostra TV e se ne è andato con la nostra auto usando le chiavi che erano sul tavolo?Abbiamo difficoltà a pensare che i truffatori, o i padroni che schiavizzano i lavoratori sottopagandoli trovino un Dio che è disposto ad avere misericordia per loro?Abbiamo previsto che l'alcolizzato, o il drogato, che ha rovinato la vita della sua famiglia, che ha perso tutti i suoi soldi e che guida sulle strade con alcool e droga nel sangue e uccide un passante perché non lo ha visto, potrà trovare un Dio che abbia misericordia di lui?Troviamo inquietante che per coloro che negano Dio, che si scagliano contro il cristianesimo e fanno del tutto per opprimere chi crede Dio abbia un progetto di misericordia?E, attenzione, non ho usato esempi a caso, ma li ho tratti dalla Scrittura:“Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete: né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio..” (1 Corinzi 6:9-11)Paolo usa tre verbi al passato, pesanti come pietre; qualcosa è accaduto... ed è irreversibile.LavatiIn greco è ἀπολούω apolouō; che è composto da λούω louō , ovvero "lavato" più il prefisso ἀπο apo, "via". Il sangue di Gesù ha lavato via i peccati: tutti.Santificati In greco è ἁγιάζω hagiazō; che significa “purificati per un'offerta”. Gesù ci ha resi degni di essere presentati al Padre, ci ha collocati in una situazione spirituale di santità davanti a Dio. GiustificatiIn grco è δικαιόω dikaioō; che significa “far ritornare diritti” Gesù ci ha raddrizzati, come se non avessimo mai peccato e non fossimo mai stati un peccatori. Chi è che ha ricevuto tutto ciò da Gesù? Tutti nell'elenco di Paolo. Non gli integri, non quelli che vanno ogni giorno al tempio, non chi fa elemosina abbondante...Ma ogni categoria di peccatori. Nessuno escluso. Questo ci disturba? Ci fa arrabbiare una misericordia così inaspettata? C'è forse un po' di Giona in tutti noi?A Giona Dio aveva detto “Alzati e vai a parlare alla città di Ninive perché il suo male ha la mia attenzione.”; a ciascuno di noi Gesù ha detto questo:"E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo...". (Matteo 28:18-19)"Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».". (Atti 1:8) Lo faccio io ? Sono disposto ad andare? E se non vado è perché non credo che Dio possa portare alla trasformazione e al pentimento? Oppure sono effettivamente turbato dal fatto che sia possibile una misericordia così inattesa e non mi sta bene, perché non la ritengo giusta e vorrei vedere friggere i nemici miei e di Gesù?La misericordia inattesa di Dio ci costringe a fermarci e a riflettere. Perché vediamo le opere di Dio da una prospettiva diversa, una prospettiva che ci mette alla prova; mette alla prova na nostra logica causa-effetto: tu pecchi, per cui vieni punito. E' giusto, è dovuto.Ma invece Dio è paziente e misericordioso; manda una barca a soccorrere i peggiori peccatoti dal naufragio delle loro vite, da loro una seconda, una terza, una ennesima chance per salvarsi...Ma Dio è paziente e misericordioso anche con noi; lo dimostra da come ha trattato Giona.Ci vogliono almeno quattro giorni per camminare da Gat-Efer a Iafo. E non è che a Iafo parta una barca per Tarsis ogni giorno. Forse Giona avrà atteso una settimana, anche due.La disobbedienza di Giona non è andare a Iafo. Non c'è nemmeno bisogno di uscire dalla porta di casa per disobbedire a Dio; avrebbe potuto, semplicemente, dire “NO!”. Quante volte lo faccio io all'anno... o al mese... o alla settimana... o al giorno?Giona lo sa, che Dio governa la sua vita, tanto che dopo dirà:"Sono Ebreo e temo il Signore, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terraferma.". (Giona 1:9)Il Dio che ha creato il mare è dove si trova il mare. Giona sa che non può scappare da Dio; e non è questo che Giona sta facendo. La strategia di Giona consiste nel cercare di andare in un posto dove possa evitare la chiamata di Dio sulla sua vita: “Se sono abbastanza distante da Ninive, allora Dio non lo chiederà più a me.”Giona cerca di fuggire dalla sua identità. L'identità di essere un agente, un predicatore, un testimone della Misericordia imprevista di Dio. Ma Dio mostra pazienza, in modo che Giona possa riscoprire cosa Lui fa, chi Lui è.Così, anche Giona è il destinatario della Grazia inattesa di Dio; non c'è punizione per la disobbedienza, ma misericordia, e attesa di un cuore che cambi.Al momento è una grazia che Giona trova inquietante. E forse anche noi.Davanti a tanta misericordia da parte di Dio ciò che devo chiedermi e che suggerisco anche a te di chiederti, è: "Trovo inquietante la grazia inattesa di Dio?". E, ancora: “Trovo inquietante che un Dio misericordioso chiami me ad agire per lui?".Preghiamo. 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Omelia della XXXI domenica del Tempo Ordinario C.Zaccheo, Zaccheo perché sei tu Zaccheo? Perché ti sei convertito? Perché hai accettato di accogliere Gesù in casa tua? Per me sarebbe stato più facile che tu avessi continuato ad essere un truffatore, un ladro e un rapinatore, un imbroglione e una persona incapace di amare o di essere generosa o di cambiare vita… Se avessi mantenuto il tuo status quo, per me sarebbe stato più semplice mantenere il mio… Ma ora tu mi costringi a ripensare Dio, perché mi hai mostrato che esiste una possibilità di trasformarsi… E io questo Dio che ci trasforma e rende migliori anche i farabutti, proprio non lo digerisco…
Puntata numero 113 della guida ai tesori nascosti dello streaming.
Il momento tanto atteso è arrivato: finalmente possiamo dire cosa ne pensiamo della rosa dei nostri colleghi di microfono - e non solo!Analizziamo le rose del nostro Fantacalcio Classic storico, a gamba tesa, come sempre..Con:@piscobomb@lucaramb@romanrings
Con i due posticipi del lunedi, va in archivio anche l'undicesima giornata di Serie A. Due posticipi, Sassuolo a parte, dedicati alla lotta salvezza.
Il 14 ottobre è uscita su Netflix la serie tv “Tutto chiede salvezza”, tratta dall'omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, vincitore del premio Strega Giovani 2020. Il protagonista è Daniele, un ragazzo poco più che ventenne che, dopo un episodio psicotico, viene ricoverato in TSO per una settimana. La serie getta una luce su un tema troppo a lungo tenuto taciuto: la salute mentale, soprattutto di noi ragazzi. Parliamone con l'autore del romanzo: Daniele Mencarelli
A fianco di chi siede Gesù? A fianco di coloro che sono accettati dalla società... o a fianco di coloro che sono visti come reietti? A fianco di chi non ha pensieri per la testa, o di chi soffre? E per cosa gioisce Gesù? Per le sue novantanove pecore nell'ovile, o per quella ritrovata?---Predicatore: Michele CarlsonCLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di ascolto audio/visione video: 30 minuti"Ma i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova? E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle; e giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento. " (Luca 15:2-7)GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD A BREVE
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7187MORTO IL GESUITA TEDESCO CHE HA SMONTATO PER SEMPRE LA LEGGENDA NERA SU PAPA PIO XII di Ermes DovicoIl 12 ottobre è morto padre Peter Gumpel, gesuita tedesco di 98 anni (ne avrebbe compiuti 99 il 15 novembre). Gumpel è noto in particolare per aver potuto accedere, fin dal 1965, alla documentazione sul pontificato di Pio XII contenuta nell'Archivio Segreto Vaticano (l'odierno Archivio Apostolico) e aver così contribuito a smontare, insieme ad altri storici, le leggende nere che circolavano su papa Pacelli.Leggende che avevano raggiunto il culmine nel ‘63, attraverso la rappresentazione teatrale Il Vicario del drammaturgo Rolf Hochhuth, che accusava il Pastore Angelico di essere rimasto passivo e indifferente di fronte al genocidio compiuto dai nazisti. Una "tesi teatrale" che fa a pugni con la realtà di un pontefice, quale Pio XII, che mise in piedi un'opera capillare per offrire rifugio, nutrimento e salvezza a migliaia di ebrei. Eppure, la suddetta tesi non è mai scomparsa dalla propaganda anticattolica, di cui lo stesso padre Gumpel, come testimoniava, faceva esperienza nel suo lavoro di storico.La Nuova Bussola ha intervistato don Nicola Bux, che ha conosciuto personalmente il gesuita tedesco.Don Bux, ci può tratteggiare innanzitutto la figura di padre Gumpel?Apparteneva a una famiglia nobile tedesca, che fu perseguitata sotto il governo nazista a causa delle sue origini ebraiche e costretta a emigrare. Il suo ruolo di storico ha avuto risalto, essenzialmente, per i suoi lavori di ricerca e di acclaramento della verità sulla figura di Pio XII. Era già noto ai tempi di Paolo VI, perché fu allora che si approfondirono le ricerche su Pacelli. Papa Montini stimava molto Pio XII (con il quale aveva lavorato quando era Sostituto alla Segreteria di Stato) e perciò volle che si pubblicassero documenti per attestare l'opera di Pacelli durante la guerra. Al Concilio Vaticano II lo stesso Paolo VI chiese che fosse avviata contemporaneamente la causa di beatificazione sia di Giovanni XXIII che di Pio XII. Poi, sotto Benedetto XVI, la postulazione della causa di Pacelli è stata affidata ai gesuiti, anche perché i gesuiti sono stati consiglieri di Pio XII, che si avvaleva molto del loro aiuto. Faccio notare che già due mesi dopo la sua morte era stata pubblicata la prima preghiera per chiedere la sua beatificazione: Pio XII morì infatti il 9 ottobre 1958 e già l'8 dicembre di quell'anno veniva dato l'imprimatur a un suo santino.Che ruolo ha avuto padre Gumpel nella causa?Padre Gumpel, in particolare, è stato il relatore della causa di beatificazione di Pio XII per trent'anni, dal 1983 al 2013. In quell'arco temporale, nel 2009, la Chiesa ha riconosciuto le virtù eroiche di papa Pacelli, che è quindi stato proclamato venerabile da Benedetto XVI. Papa Ratzinger si è servito fino alla fine della collaborazione di padre Gumpel, per fugare l'ultimo dubbio che pesava sul processo di beatificazione, e cioè se Pio XII avesse fatto tutto il possibile per aiutare e salvare gli ebrei. Gumpel, appunto, fugò con grande perizia gli ultimi dubbi in merito. Tra l'altro, incontrò il leader di un gruppo di circa 800 rabbini ebrei ortodossi nordamericani che gli diede una dichiarazione scritta in cui spiegava che gli ebrei ortodossi non erano d'accordo con quei fratelli nella fede che si intromettono nelle questioni interne della Chiesa. È noto che sulla vicenda di Pio XII hanno pesato condizionamenti politici di parte, che hanno rallentato l'iter per la beatificazione, ma che padre Gumpel riuscì bene a "dribblare" con la forza della documentazione storica, che attesta il comportamento esemplare del Santo Padre.Padre Gumpel si rammaricava per il fatto che ci fossero personaggi noti, anche in ambienti cattolici, che non sostenevano la beatificazione di Pio XII.Sì, io ho avuto modo di conoscerlo e di parlare con lui, quando era ancora in forze. Poi negli ultimi anni è stato ricoverato in infermeria e quindi non ha più seguito la postulazione, anche perché la causa - raggiunto il grado della venerabilità - attende solo il riconoscimento di un miracolo per la beatificazione e poi di un altro per la canonizzazione.Lui supervisionò la positio sulle virtù di Pio XII, un lavoro di tremila pagine.Certamente è un lavoro in cui ha avuto un grande ruolo, e si è avvalso di tanti collaboratori. Padre Gumpel era convintissimo della santità di papa Pacelli. Un'altra grande figura nella causa è stato il postulatore padre Paolo Molinari (†2014). Dopo la morte di Molinari, che faceva seguito a quella dello storico gesuita Pierre Blet (†2009) - uno dei quattro autori della monumentale opera in francese "Atti e documenti della Santa Sede relativi al periodo della Seconda Guerra Mondiale" - padre Gumpel era diventato una sorta di ultima memoria storica di Pio XII e dell'epoca in cui l'Archivio Vaticano sul suo pontificato (aperto dal 2020) era inaccessibile ai più. Come dicevo, fu Paolo VI che fece pubblicare quella documentazione sul periodo della guerra, per chiarire ulteriormente il ruolo di Pio XII.Ci può fare qualche esempio di ritrovamento storico illustrato da padre Gumpel?Lui ha fatto parecchie scoperte. Ma una che vorrei indicare, visto anche il 60° anniversario dal suo inizio, è quella sulla convocazione del Concilio ecumenico. Molti non sanno che Pio XII avrebbe voluto riprendere il Concilio Vaticano I che era stato interrotto a seguito della Presa di Roma. Con Pio XI non fu possibile concretizzare la cosa, per le contingenze storiche. Pio XII aveva ripreso il piano di convocazione del Concilio; a volte è stato detto che egli non l'abbia convocato perché si sentiva anziano: nel 1951 aveva 75 anni, con alle spalle le fatiche dell'Anno Santo (1950). Poi iniziarono a manifestarsi nel Santo Padre i prodromi della grave malattia che lo afflisse, come scriveva lo stesso Gumpel, e che nel ‘54 fecero seriamente temere per la sua vita. Ma questi non erano gli unici fattori, ce ne furono altri, che fanno capire perché Pio XII non abbia, per prudenza, convocato il Concilio: Pacelli sapeva bene che un eventuale Concilio - per le materie gravi da trattare, per i tempi e le divergenze di allora - si sarebbe protratto per un po' di anni. E quindi lui era convinto che in quell'epoca - siamo all'inizio degli anni Cinquanta, con la Cortina di ferro e l'impedimento per molti vescovi dell'Europa orientale - non ci fossero le condizioni per una convocazione conciliare. Comunque, come sappiamo, e questo Gumpel lo mette bene in evidenza, il magistero di Pio XII ha avuto un'influenza considerevole sul Vaticano II, al punto che è la fonte più citata nei documenti conciliari. A proposito vorrei fare una riflessione.Quale?Se ci sarà la beatificazione di Pio XII si ricomporrà forse quella "rottura" tra Chiesa preconciliare e postconciliare, menzionata da Benedetto XVI nel celebre discorso del 2005 sulla necessità di un'ermeneutica della continuità. Il fatto che Benedetto XVI abbia contribuito a rilanciare la causa di Pio XII con la dichiarazione sull'eroicità delle virtù, e quindi la venerabilità, dimostra che l'ermeneutica della continuità ha bisogno di un segnale. Pio XII ha collaborato tanto con i gesuiti e spero che ora che c'è un Papa gesuita possa arrivare questo segnale.Dagli studi di Gumpel è emersa anche la vicenda della religiosa addetta al governo dell'appartamento di Pio XII, la tedesca suor Pascalina Lehnert, che durante il conflitto coordinò - su incarico del Santo Padre - l'accoglienza degli ebrei in diversi monasteri e lei stessa andava in giro per Roma alla guida di un furgone, distribuendo cibo e vestiti.Sì, oltre che nelle ricerche di padre Gumpel, questo è un aspetto ben documentato da Dominiek Oversteyns, della Famiglia spirituale "L'Opera", che a Boccea (Roma) ha creato un piccolo museo, allestito grazie al contributo della stessa suor Pascalina. La cosa che impressiona quando si visita quel museo sono le scarpe - bucate nella suola - di Pio XII, che lui non faceva riparare per devolvere il più possibile ai bisognosi. Durante la guerra non faceva accendere i caloriferi in Vaticano, per solidarietà con le tante famiglie che stavano al freddo. La carità di quest'uomo, papa Pacelli, è stata grande, ma mai sbandierata. Sempre Oversteyns ha fatto una mole imponente di ricerche sulle famiglie ebraiche, raccolte su un sito Internet, in cui censisce tutti gli interventi fatti da Pio XII in favore degli ebrei a Roma.Nel 2021 è stato anche pubblicato il libro di Johan Ickx (Pio XII e gli ebrei), che da decenni lavora negli archivi della Santa Sede. Non so in che modo abbiano collaborato Gumpel e Ickx, ma quest'ultimo, nel volume, inserisce nei ringraziamenti il gesuita tedesco. In questo libro si descrive tra l'altro la storia del bureau, l'apposito ufficio creato da Pio XII per aiutare gli ebrei.Ickx ha contato - nell'archivio della Seconda Sezione della Segreteria di Stato - 2800 richieste di aiuto, relative a circa cinquemila persone. E spiega che si tratta di cifre che potrebbero un giorno essere riviste al rialzo...Esatto. Perciò risultano avvilenti i tentativi da parte di certa pubblicistica anticattolica di dipingere Pacelli come "il Papa di Hitler", quando invece i nazisti, come spiegava padre Gumpel sulla base dei documenti dell'epoca, odiavano Pio XII. E tra i fedeli la devozione è molto viva. L'attuale postulatore generale dei gesuiti, padre Pascual Cebollada, mi ha detto che ogni giorno giungono alla postulazione richieste da tutto il mondo di santini di Pio XII (con le preghiere per impetrarne la beatificazione), a conferma della sua fama di santità.
Efesini 2:1-10 - Siamo salvati per compiere il piano di Dio per la nostra vita. Infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.
La chiesa è chiamata ad andare oltre il riunirsi in un luogo la domenica. La chiesa non è mai un qualcosa di statico, ma cambia nel tempo, con lo scopo di adempiere al Grande Mandato di Gesù. Ed ogni cambiamento non è una "malattia" da curare, ma una opportunità da cogliere... per essere più efficaci nel testimoniare di Cristo al mondo.---Predicatrice: Jean GuestCLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 30 minutiNel romanzo “1984” di George Orwell, la stanza delle torture è denominata Stanza 101 e nel Regno Unito l'abbiamo trasformata in un programma televisivo umoristico in cui personaggi famosi dicono le tre cose che li torturano e che meritano di entrare in una immaginaria Stanza 101. Due cose che io metterei hanno a che fare con l'uso che alcuni cristiani fanno della nostra fede: la prima è quella delle canzoni d'azione (non ho bisogno di fare questo per sapere che il mio Dio è grande, forte e potente) e la seconda è quella di trasformare le Scritture in simpatici poster.Non voglio offendere nessuno se queste due cose sono di vostro gusto, a ciascuno il suo, ma se volete sapere perché ne sono contro, è perché rendono banale e sentimentale proprio ciò che amo del mio Dio e della mia fede: nessuno dei due si sottrae dal vedere le cose come sono realmente ed entrambi sono felici di sporcarsi le mani. La vita è disordinata, le persone sono disordinate e noi abbiamo un Dio che ha lasciato il Cielo per camminare in mezzo al disordine, affinché un giorno potessimo avere a pieno la sua nuova creazione. Forse ricorderete che qualche settimana fa ho detto che la chiesa dovrebbe essere il luogo più sicuro sulla Terra; ma dovrebbe anche essere il luogo più convincente sulla Terra dove si vive il Vangelo. Dove si affronta la confusione. Ne abbiamo un esempio in Filemone:“...ti prego per mio figlio che ho generato mentre ero in catene, per Onesimo, un tempo inutile a te, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui, che amo come il mio cuore. Avrei voluto tenerlo con me, perché in vece tua mi servisse nelle catene che porto a motivo del vangelo; ma non ho voluto fare nulla senza il tuo consenso, perché la tua buona azione non fosse forzata, ma volontaria. Forse proprio per questo egli è stato lontano da te per un po' di tempo, perché tu lo riavessi per sempre; non più come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello caro specialmente a me, ma ora molto più a te, sia sul piano umano sia nel Signore! Se dunque tu mi consideri in comunione con te, accoglilo come me stesso. Se ti ha fatto qualche torto o ti deve qualcosa, addebitalo a me. IO PAOLO, LO SCRIVO DI MIA PROPRIA MANO: PAGHERO' IO.” (Filemone:10-19 a)Ecco i retroscena: Onesimo (che significa Utile) era uno schiavo di Filemone. La nuova chiesa di Colosse si riuniva nella casa di Filemone dove, come abbiamo visto la volta scorsa, si dedicava all'insegnamento e all'apprendimento, al culto, alla preghiera e alla Cena del Signore. È molto probabile che Onesimo abbia ascoltato tutto questo e che sia diventato un credente. Quello che sappiamo per certo è che fa qualcosa di molto sbagliato e scappa ( scappa da Paolo che è in prigione a Efeso). Il significato è che Onesimo sta rubando qualche cosa a Filemone, perché Paolo dice che ripagherà Filemone per intero. È qui a Efeso che Onesimo diventa sicuramente un credente e, all'altezza del suo nome, si rende utile a Paolo che lo vede come un figlio. Qui il discorso si fa interessante: Onesimo, in quanto schiavo fuggito, avrà una taglia sulla testa e Colosse sarebbe un posto pericoloso dove essere rimandato. Ma Paolo fa questo: lo rimanda da Filemone come portatore della sua lettera in cui chiede a Filemone di fare l'impensabile e di riaccettare Onesimo nella sua famiglia. E non solo, ma di accettarlo come fratello; Paolo non gli dice di liberarlo, ma di riconciliarsi con lui. Come dice NT Wright, "...è il nuovo ordine mondiale del Vangelo, come sperimentato dalla Chiesa". Quando ci riuniamo come Chiesa, siamo la casa della riconciliazione. Riconciliazione tra le persone, ma soprattutto tra Dio e le persone. “...e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così. Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, [tutte le cose] sono diventate nuove. E tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé per mezzo di [Gesù] Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.” (2 Corinzi 5:16b-18)È per questo che siamo stati salvati, per far conoscere il messaggio della riconciliazione. Lo ha detto il grande arcivescovo Desmond Tutu:“L'atto di riconciliazione è la grazia con cui permettiamo all'altra persona di rialzarsi, e di rialzarsi con dignità, per ricominciare. Nell'atto di perdono dichiariamo la nostra fede nel futuro di una relazione e nella capacità del malfattore di cambiare.” Desmond Tutu - Arcivescovo città del Capo - Sud AfricaIl nostro messaggio è che puoi essere perdonato, redento, restaurato e riconciliato, indipendentemente da ciò che hai fatto o pensi di essere, e noi, la Chiesa, siamo qui per accoglierti nella famiglia, proprio come Filemone e Onesimo. Ma non possiamo farlo seduti qui, lo facciamo là fuori.La missione di Dio comporta sempre il mandare e il servire. Prima il mandare. Lo conosciamo come il Grande Mandato, con l'enfasi di solito sulla parola “Andate!”, punto esclamativo. Ma mi piace il modo in cui la traduzione The Message in inglese della Bibbia lo traduce. Mi piace perché troppo spesso interpretiamo l "Andate" come un andare il più lontano possibile, ma qui è “Uscite!” e tutti noi ne siamo capaci. “Gesù, imperterrito, andò avanti e diede il suo incarico: "Dio mi ha dato autorità e comandato di mandarvi: uscite dunque e ammaestrate tutti quelli che incontrate, lontani e vicini, su questo modo di vivere, segnandoli con il battesimo nel triplice nome: Padre, Figlio e Spirito Santo. Poi istruiteli nel praticare tutto ciò che vi ho comandato. Sarò con voi mentre fate questo, giorno dopo giorno, sino alla fine dei tempi". (Matteo 28,18-20 - trad. The Message)Mi piace anche perché, messa in questi termini, la chiesa sembra più un movimento che una religione, e questo è esattamente ciò che la chiesa primitiva era: un catalizzatore per il cambiamento sociale e per la salvezza. Nel suo libro Dominion, lo storico Tom Holland parla così dell'effetto del cristianesimo:“Un Dio sofferente su una croce è stata la bomba che ha fatto esplodere l'ordine mondiale Greco-Romano. Il cristianesimo come storia del potere speso volontariamente a favore dei vulnerabili; della forza impiegata per proteggere i deboli. La storia del forte che sceglie di fare la vittima per conto degli oppressi, per risparmiare loro l'ignominia e la vergogna... è la storia di come il dominio sacrificale di Cristo, mediato attraverso il dominio sacrificale della Chiesa, ha liberato e sta liberando il mondo occidentale.” (Tom Holland – Dominion: come il cristianesimo ha modellato l'Occidente)Come dice il pastore americano Rich Villodas, "...a molti non importa nulla della nostra buona notizia se non è anche una buona notizia che porta a un mondo migliore e più giusto". I movimenti cambiano il mondo, le funzioni religiose complessivamente no. Quindi forse è arrivato il momento di pensare a come ci organizziamo, a come ci incontriamo e a dove ci incontriamo. Il nostro "andare" ha forse bisogno di essere rivitalizzato.Ma da chi andiamo? In due parole: dagli smarriti. Mi è stato recentemente ricordato (anche se ho predicato su questo tema solo poche settimane fa) che questo è il linguaggio di Gesù ed è pieno di compassione; gli smarriti non sono persone in difetto, ma coloro che cercano di tornare a casa. E come possiamo andare? Quando a Gesù è stato chiesto quale fosse il comandamento più grande, ha dato la risposta attesa di "amare Dio con tutto il cuore, la mente, l'anima e la forza", ma poi ha aggiunto un altro "e ama il tuo prossimo". L'amore per Dio si accompagna a un mandato missionario: andiamo a servire con amore e, per Gesù, non si può fare l'uno senza l'altro.Questo mi riporta a ciò che abbiamo analizzato qualche settimana fa, ovvero a come la Chiesa primitiva rispondesse ai bisogni che la circondavano e a ricordarvi che viviamo nel bel mezzo di un'epidemia di solitudine. Se mettiamo insieme queste due cose, forse vediamo dove si trova la nostra opportunità di amare, servire e condividere. Come possiamo essere ansiosi di andare avanti mentre ignoriamo il campo di missione alle porte?Vi fornisco alcuni esempi da considerare. Negli Stati Uniti esiste un movimento di chiese chiamato Dinner Church: “Chiesa della Cena”. È nato a Seattle, quando un pastore, sconcertato per la diminuzione della sua congregazione, ha fatto una passeggiata di preghiera intorno alla sua chiesa ed è rimasto sorpreso nel sentire Dio dirgli di abbandonare l'edificio della chiesa e di iniziare a dare da mangiare ai senzatetto e ai bisognosi. Dieci anni dopo ci sono Chiese della Cena in tutti gli Stati dove le persone vengono per un pasto gratuito, fanno amicizia, possono chiedere preghiera e ascoltare un brevissimo messaggio su Gesù. Non è che Dio voleva che la chiesa chiudesse, ma voleva immaginarla in un modo diverso e riaprirla.La chiesa da cui provengo nel Regno Unito fa qualcosa di simile ogni primo giovedì del mese: offre un pranzo leggero a base di zuppa e pane e, dato che sono inglesi, una tazza di tè; inoltre c'è un breve messaggio e la possibilità di chiedere una preghiera. Quando vivevo a Londra, facevo parte di un gruppo di diverse chiese e denominazioni che offrivano colazioni per le persone che stavano andando al lavoro; era un'occasione per iniziare bene la giornata e sapere che qualcuno pensava a te e pregava per te mentre andavi a una riunione difficile o affrontavi un capo difficile. Tutti e tre questi esempi riguardano la fornitura di un servizio, e la rottura della solitudine e la condivisione della vita e dell'amore di Gesù.Non so cosa si adatterebbe a un contesto italiano, non so con certezza se questo è ciò che Dio sta chiamando a fare questo gruppo di credenti, ma credo che ci siano una serie di cose che la nostra chiesa deve considerare alla luce delle nostre circostanze e di questo insegnamento. Vorrei suggerire umilmente che il cambiamento non significa che Dio ci abbia abbandonato o che ciò che è stato in passato debba essere considerato un fallimento; c'è una stagione per ogni cosa e dobbiamo accettarlo, come ci dice l'Ecclesiaste 3:1.In secondo luogo, la chiesa, qualsiasi chiesa, può essere ugualmente potente ed efficace indipendentemente dal luogo in cui si riunisce, perché è il dedicarsi all'adorazione, alla preghiera e all'apprendimento che ci rende efficaci, e i numeri non contano. "Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro." (Matteo 18:20)Essere chiesa riguarda il modo in cui viviamo, il modo in cui preghiamo e il modo in cui condividiamo la nostra vita usando i doni che Dio ci ha dato.“La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera. Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l'amore copre una gran quantità di peccati. Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare. Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri. Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.” (1 Pietro 4:7-11)Amen. 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Il primo episodio di "Tutto chiede Salvezza", la nuovissima serie di Netflix, commentata da uno psichiatra (anzi, probabilmente da più psichiatri se riuscirò ad organizzare la presenza di uno o più colleghi....).Mi pareva indispensabile farmi trovare in "prima linea" in presenza di una nuova serie di Netflix che parla esplicitamente di psichiatria e di salute mentale, in particolar modo quando la storia deriva da un bellissimo libro autobiografico di Daniele Mencarelli, un poeta alle prese con un romanzo davvero coraggioso ed autentico.Si parla di gioventù, di trauma, di consapevolezza, di ricerca di salvezza, certamente; il tutto nel contesto di un TSO ("Trattamento Sanitario Obbligatorio") che viene eseguito su Daniele dopo uno scoppio di rabbia verso i genitori....Che cosa è accaduto a questo giovane uomo? Da dove deriva la disperazione? Che cosa ha catalizzato il suo stato d'animo? Cosa ha fatto per lui la psichiatria? Quale significato ha avuto il ricovero in SPDC ("Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura")?Spero vi farà piacere ascoltare che cosa pensa uno psichiatra, un operatore della Salute Mentale, di questo film che, sono sicuro, vi appassionerà molto.....#netflix #psichiatriaIl Dr. Valerio Rosso, su questo canale YouTube, si dedica a produrre delle brevi lezioni di psichiatria rivolte ai pazienti, agli operatori della salute mentale, ai famigliari dei pazienti, agli studenti di medicina, agli specializzandi in psichiatria e a chiunque sia interessato alla salute mentale, alla psichiatria ed alle neuroscienze.ISCRIVETEVI AL MIO CANALE ► https://bit.ly/2zGIJorVi interessano la Psichiatria e le Neuroscienze? Bene, allora iscrivetevi a questo podcast, al mio canale YouTube e seguitemi sul web tramite il mio blog https://www.valeriorosso.comScoprite tutti i miei libri: https://bit.ly/2JdjocYScoprite la mia Musica: https://bit.ly/2JMqNjZVisitate anche il mio blog: https://www.valeriorosso.comAvete mai sentito parlare del progetto psiq? Andate subito ad informarvi su https://psiq.it ed iscrivetevi alla newsletter.
Meditazione dal Calendario Parole di Vita 2022.E uno de' malfattori appesi lo ingiuriava, dicendo: Non se' tu il Cristo? Salva te stesso e noi!(Luca 23:39)
Per le letture quotidiane e il testo https://italianoconletteratura.substack.com Il crescente disagio giovanile in una storia in sette episoditra humour e drammaticità Leggi l'articolo su:https://www.corriere.it/digital-edition/CS_ND/2022/10/12/11585896.shtml
La chiesa, che sia grande o piccola, è il luogo dove si impara a correre assieme, a supportarsi, ad ammonirsi ed incoraggiarsi. Gesù non ha mai mandato i suoi discepoli da soli in una missione; se vuoi essere efficace nella tua vita di credente, devi avere una chiesa reale, fatta di uomini e donne come te.---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minutiVi ricordate cosa è successo dal 15 marzo 2020 al 31 maggio 2020? Era il periodo più difficile della pandemia, e in tutto il paese sono state sospese qualsiasi tipo di riunione... anche quelle di chiesa... vi ricordare? Nonostante tutto abbiamo in qualche modo trovato maniere alternative di riunione, attraverso Zoom, attraverso le dirette su Facebook e su Youtube, attraverso i messaggi su Whatsapp.Non era ideale, ma ciascuno di noi proprio in quella situazione di estremo disagio sentiva la necessità di essere più stretto all'altro; cercava il sostegno e sentiva la necessità di una comunità.Forse sbaglio, ma penso che la chiesa è stata più unita in quel periodo che in quelli dove questa sala era piena di persone che dovevamo mettere giù tutte le sedie disponibili.E' stato quello uno dei momenti in cui come pastore, sono stati più fiero dell'opera che il Signore aveva piantato e che mi aveva chiamato, non so neppure io perché, a condurre.Ho visto in quel periodo gran parte degli insegnamenti domenicali cadere nel posto giusto: l'incoraggiamento, la compassione, la preghiera per gli altri.Ma, soprattutto, ho visto nella mia chiesa la consapevolezza che non si può nutrire la propria fede, non si può crescere al di fuori del “corpo di Cristo”, la chiesa. UNA chiesa specifica, con persone reali, mani, piedi, occhi, sorrisi e braccia.Paolo dice:“Così, sotto ogni aspetto ci avvicineremo sempre più a Cristo, che è il capo [del suo corpo, la chiesa]. Sotto la sua guida, tutto il corpo, ben collegato e tenuto unito dalle giunture, grazie al contributo di ogni singola parte, riceverà da lui quella forza che lo fa crescere nell'amore.” (Efesini 4:11-16)La chiesa è un “corpo”, il corpo di Cristo, e la sua forza è proporzionale a quanto ciascuna delle sue parti è collegata all'altra.La chiesa è anche una “famiglia”. Da gennaio saremo chiamati ad essere forse un po' meno ordinati, un po' meno “strutturati” e a prendere le cose così come vengono, con qualche problema di audio delle basi dei canti magari meno “serie di messaggi” magari più brevi, o forse solo lettura e commento assieme di brani la Bibbia.Ma la chiesa è una famiglia, e in una famiglia non c''è sempre uno che parla; dovremo riscoprire cosa significhi essere “famiglia in Cristo” anche la domenica a guardarci negli occhi, a parlare assieme incrociando le opinioni... proprio come si fa in una famiglia sana.Nei miei trenta anno di servizio al Signore, ho incontrato spessissimo persone che magari venivano in chiesa per una o due mesi, poi sparivano... inspiegabilmente, senza un motivo apparente.E quando magari le incontravi per caso, ti raccontavano o che avevano scelto un'altra chiesa perché quella era una chiesa “giusta”, ovvero una chiesa online...Per molti anni il podcast legato alla nostra chiesa è stato stabilmente tra i primi dieci podcast cristiani in in Italia; perché eravamo una delle pochissime chiese evangeliche in Italia ad utilizzare i podcast come mezzo per diffondere l'evangelo. Poi la pandemia ha spinto quasi tutti sul web... e ci sono chiese molto più efficaci della nostra e con molti più mezzi.Tramite essi noi come atri riusciamo a nutrire persone al di là della nostra collocazione geografica. Ma mai nessun podcast, mai nessuno streaming on-line, mai nessun programma satellitare potrà mai sostituire la chiesa “fisica”, reale, fatta di uomini e donne che si incontrano assieme.Non ci sono chiese “perfette”; le chiese sono fatte d