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Come vivere la Fede in modo tale da raggiungere la sua meta, che è il Paradiso. Ascolta il podcast di Radioromalibera.org dedicato alla spiritualità. Ogni martedì e sabato alle ore 15 una nuova puntata. ENTRA NEL CANALE TELEGRAM DI RRL > http://telegram.me/radioromalibera VISITA IL SITO WEB DEL PRO…

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    • Jan 28, 2024 LATEST EPISODE
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    297 - La Presentazione

    Play Episode Listen Later Jan 28, 2024 6:08


    Dice Tertulliano che subito quando la Verità è entrata nel mondo, fu attaccata. Ciò viene espresso dalle Feste che immediatamente seguono la Festa del santo Natale. Il giorno dopo celebriamo la Festa del primo martire santo Stefano; poi quella di san Giovanni evangelista, venerato pure come martire in virtù della prova subita nell'oleo bollente che senza un miracolo gli avrebbe tolto la vita; poi il massacro dei santi Innocenti, seguito dal martirio di san Tommaso à Becket.

    296 - L'IMITAZIONE DEL BAMBINO GESÙ

    Play Episode Listen Later Jan 13, 2024 8:31


    bambino gesu bambino ges
    295 - LA MORTE DEL SANTO E DEL PECCATORE PENTITO

    Play Episode Listen Later Nov 5, 2023 5:14


    b) La Gioia dei Santi alla morte"Chi", chiedeva l'Apostolo (Rom 7,24), "mi libererà da questo corpo di morte?" Se, dice Sant'Ambrogio, vivessi in una casa in cui i muri, i tetti e i pavimenti fossero prossimi al crollo, con quanto ardente desiderio non cercheresti di fuggire da essa? In questa vita, tutto minaccia la rovina dell'anima: il mondo, l'inferno, le passioni, i sensi ribelli: tutti ci spingono verso il peccato e verso la morte eterna.Quanta grande consolazione, allora, nel sentire queste parole: "Vieni, mia sposa, lascia la terra delle lagrime, la tana dei leoni che cerca di divorarti" (Cant 4,8). Quanta grande gioia avrà l'anima nell'andare incontro al suo ben Amato.

    294 - LA MORTE DEL SANTO  E DEL PECCATORE PENTITO

    Play Episode Listen Later Oct 21, 2023 5:14


    a) La fiducia necessaria alla morteDio, che per sua natura è Infinita Bontà, come dice Sant'Agostino, ha un desiderio infinito di comunicarci la Sua stessa felicità e pertanto non desidera punirci, ma avere misericordia di noi. "Torna a me", dice il Signore, "e ti riceverò" (Ger 3,1); "Tornate a me... e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti" (Zc 1,3).

    293 - . LA MORTE DEL PECCATORE

    Play Episode Listen Later Oct 7, 2023 7:27


    a) La Morte del Peccatore"La mia vita è stata recisa come dal tessitore; mentre stavo appena iniziando, egli mi ha reciso" (Is 38,12). Quanti sono stati sorpresi e recisi dalla morte mentre stavano pianificando progetti mondani elaborati con tanto lavoro. Altri hanno un periodo di tempo per prepararsi, attraverso una malattia più breve o più lunga.Immaginati accanto al letto di un cristiano negligente, sopraffatto da una malattia e con poche ore di vita rimaste. Osservalo oppresso dal dolore, dagli svenimenti e dalla soffocazione; privato del respiro, con sudorazioni fredde; la sua ragione così compromessa che percepisca poco, capisca poco e non parli più che poco. Sappiamo di esperienza che tali persone pensano solo alla malattia, ai medici da chiamare per prendersi cura di loro e ai rimedi che potrebbero eventualmente ripristinare la salute.

    292 - IL VALORE DEL TEMPO

    Play Episode Listen Later Sep 30, 2023 6:16


    291 - Sulla morte vigilanza - Parte II

    Play Episode Listen Later Sep 23, 2023 4:31


    Il tempo di questa vita è il tempo della preparazione. “La morte non è il tempo per prepararsi, ma per trovarsi preparati”, dice Sant'Alfonso. E S. Teresa d'Avila dice: “la vera vita consiste nel vivere in modo da non aver motivo di temere la morte. Come le disse una consorella di santa Faustina, quando la santa andò a trovarla sul letto di morte: «È tutta la vita che mi preparo a questo momento». Dice san Gregorio che per il nostro bene Dio ci nasconde l'ora della morte, affinché siamo sempre pronti a morire. «Poiché dunque, dice S. Bernardo, la morte può togliere la vita in ogni tempo e in ogni luogo, dobbiamo, se vogliamo morire bene e salvare le nostre anime, vivere sempre in attesa della morte». «Cammina finché hai la luce», dice il Signore (Gv 12). Dobbiamo dunque camminare nella via del Signore durante la vita, ora che abbiamo la luce; poiché nell'ora della morte questa luce viene tolta.

    290- Meditazioni sull' Apparecchio alla Morte di Sant'Alfonso Maria de' Liguori Introduzione

    Play Episode Listen Later Sep 9, 2023 7:31


    E quel giovane allegro ed attraente, anima della compagnia, tanto ricercato per il suo spirito e il suo umorismo, per l'eleganza delle sue maniere e la vivacità delle sue conversazioni -ora dov'è? Se entri nella sua camera, non c'è . Il suo letto è stato preso da un altro. Se guardi nell'armadio vedrai che le sue armi e i suoi vestiti sono passati in mano d'altri.Appena ventiquattro ore sono trascorse dalla sua morte e già il suo volto, tanto amato dalla famiglia, dagli amici, e da tutti per il fascino e il bell' aspetto giovane, è divenuto del colore delle ceneri, gonfio e sfigurato; il suo corpo, una volta così viziato ed accontentato in ogni suo desiderio e capriccio, emana allora un odore offensivo. Le finestra e' stata spalancata ed una quantità di gigli e procurata, il cui profumo malaticcio pende pesantemente nell'aria. Tra poco la bara sarà chiusa, portata via attraverso la chiesa fino alla tomba, e gettato nella terra per divenire preda dei vermi e poi dei topi; in modo che alla fine tutto ciò che rimarrà di lui saranno ossa secche, putrefazione e un po' di polvere.

    289 - L'ORA DELLA MORTE

    Play Episode Listen Later Sep 2, 2023 8:24


    E' stabilito che gli uomini muoiano una sola volta dopo di che viene il giudizio (Ebrei 9.27)a) La Certezza della MorteNulla è più certo della morte", dice l'Idiota, "ma nulla è più incerto del suo momento.Tra centocinquant'anni, tutti coloro che attualmente sono vivi avranno lasciato questo mondo. Tutti coloro che ora riempiono le strade affollate delle nostre città, che riempiono le nostre case, che abitano nelle campagne, che navigano per mare, che volano e viaggiano, che vegliano e dormono: tutti loro se ne saranno andati. "Dies formabuntur et nemo in illis: I giorni saranno formati, e nessuno in essi." (Salmo 139,16). Allo stesso modo, di tutti coloro che vivevano centocinquant'anni fa, nessuno è ancora vivo. "Mihi heri et tibi hodie : Ieri a me e oggi a te" (Sir 38,23).Quanto è folle, quindi, vivere su questa terra come se fosse la nostra dimora eterna - quanto è folle per un viaggiatore che attraversa un paese affidato con una missione importante spendere tutto ciò che possiede per una casa che dovrà presto abbandonare, o per un uomo che attraversa un deserto stabilirsi ad un'oasi e non andarne oltre. Quanta eminente saggezza, invece, vivere come se ogni giorno, ogni azione fosse l'ultima; riempire ogni giorno e ogni azione con un amore sempre più perfetto verso Dio: prepararci per il nostro passaggio nell'Eternità.

    288- I DOGMI MARIANI  IV  L'assunzione 

    Play Episode Listen Later Aug 28, 2023 4:31


    287 - I DOGMI MARIANI  IV  L'assunzione  La Sacra Scrittura 

    Play Episode Listen Later Aug 12, 2023 5:04


    Prima ricordiamo che la Fede è contenuta non solo nella sacra Scrittura, ma anche nella Tradizione orale: fu uno delle eresie fondamentali dell'Eresiarca Martin Lutero di asseverare che la Fede si contenesse nella sola Scrittura. Nel caso sotto considerazione, la dottrina dell'Assunzione è contenuta principalmente nella Tradizione, costituendo un avvenimento dei tempi apostolici sempre insegnato dalla Santa Madre Chiesa. La Festa dell'Assunzione fu conosciuta già nell'ottavo secolo e deriva da quella orientale della Dormizione nel sesto secolo. La dottrina fu definita come dogma da papa Pio XII nelle parole sopraccitate. Se la dottrina non viene insegnata esplicitamente nella sacra Scrittura, viene comunque accennata in essa, cioè in tre immagini. La prima immagine è quella di una donna nel Cielo: L'Apocalisse dice (12. 1): ‘Un gran segno apparve in cielo: una donna vestita del sole, con la luna sotto i suoi piedi, e sulla testa una corona di dodici stelle.' La teologia interpreta questa donna come l'Assunta, glorificata nel corpo e nell'anima.

    286- I DOGMI MARIANI  IV  L'Assunzione 

    Play Episode Listen Later Aug 5, 2023 3:47


    Il dogma dell'Assunzione fu dichiarato da papa Pio XII30 con le parole: ‘L' Immacolata Madre di Dio, Maria sempre Vergine, quando il corso della sua vita terrena fu compiuto, fu assunta corpo ed anima nella gloria del Cielo.' Vediamo innanzitutto i motivi teologici di questo dogma, e poi il suo fondamento nella Sacra Scrittura. Motivi teologici

    285 - I DOGMI MARIANI  III -  L'Immacolata Concezione - parte 2 

    Play Episode Listen Later Jul 29, 2023 6:28


    Procediamo citando dei passi dall'enciclica Inef abilis, in cui Beato Pio IX ha proclamato questo dogma, che esprimono la sublime dignità della Beatissima Vergine Maria, fondamento dell'Immacolata Concezione, come di tutti i Suoi eccelsi privilegi. Il Papa parla di certe immagini bibliche che i Padri della Chiesa applicano a Lei: ‘Giglio tra la spine; Terra assolutamente inviolata, verginale, illibata, immacolata, sempre benedetta e libera da ogni contagio di peccato, dalla quale è stato formato il Nuovo Adamo; Giardino delle delizie piantato da Dio Stesso, senza difetto, splendido, abbondantamente ornato d'innocenza e di immortalità, e protetto da tutte le insidie del velenoso serpente… Fonte sempre limpida e segnata dalla potenza dello Spirito Santo; Tempio esclusivo di Dio; Tesoro d'immortalità; unica e sola Figlia non della morte ma della vita…'

    284 - I dogmi mariani - L'Immacolata Concezione

    Play Episode Listen Later Jul 22, 2023 5:44


    Il dogma dell'Immacolata Concezione fu dichiarato nell'anno 185427 per bocca del Beato Pio IX nei termini seguenti: ‘…dichiariamo, affermiamo edefiniamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di Peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli'28.

    283 - La Madonna

    Play Episode Listen Later Jun 25, 2023 4:16


    282 - La divina maternità di Maria - Parte II

    Play Episode Listen Later Jun 3, 2023 7:18


    281 - La maternità di Maria

    Play Episode Listen Later May 13, 2023 3:29


    280- Dio castiga il mondo? Le sconsiderate affermazioni di un francescano

    Play Episode Listen Later May 6, 2023 8:02


    Il padre Francescano Stefano Cecchin, presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, in una intervista pubblicata il 30 aprile da "Alfa&Omega" ha fatto una sconsiderata affermazione, che non può essere tenuta sotto silenzio (https://alfayomega.es/stefano-cecchin-las-apariciones-se-examinan-con-lupa/).Dopo aver rivendicato l'autorità e la competenza dell'organismo che presiede, padre Cecchin ha testualmente dichiarato che un criterio per discernere la autenticità delle apparizioni mariane è questo: "le apparizioni che parlano di castighi di Dio sono assolutamente false".C'è da augurarsi che padre Cecchin corregga al più presto questa dich

    279 - L'umiltà della Madonna - Parte III

    Play Episode Listen Later Mar 25, 2023 4:37


    Gli umili se ne stanno ritirati e si eleggono il peggior luogo; e perciò Maria, riflette S. Bernardo che allorché il Figlio stava sermoneggiando in quella casa, come narra S. Matteo al cap. 12, voleva ella parlargli, ma non volle da per sé entrare nella casa: "Stava fuori", dice S. Bernardo. Perciò anche, stando ella nel cenacolo cogli Apostoli, volle porsi all'ultimo luogo: che per tanto S. Luca scrisse: Tutti questi erano perseveranti unanimamente nella preghiera con le donne e con Maria Madre di Gesù (Atti I). Non che S. Luca non conoscesse il merito della divina Madre, per cui avrebbe egli dovuto nominarla in primo luogo; ma perché si era ella posta all'ultimo luogo nel cenacolo, dopo gli Apostoli e le altre donne, perciò S. Luca descrisse tutti, come riflette un autore, secondo stavano collocati di luogo. Quindi disse S. Bernardo: la prima si è fatta l'ultima...

    278 - lL'umiltà di Maria - Parte II

    Play Episode Listen Later Mar 11, 2023 4:28


    In oltre è atto di umiltà occultare i doni celesti. La Madonna volle celare a S. Giuseppe la grazia d'essere stata fatta Madre di Dio, ancorché il manifestarcelo pareva allora necessità, per liberare almeno il povero sposo ... vedendola gravida... almeno dalla confusione, come già in effetto S. Giuseppe, non sapendo da una parte dubitare della castità di Maria, e dall'altra ignorando il mistero. E se l'angelo non gli avesse fatto intendere che la sposa era gravida per opera dello Spirito Santo, già egli l'avrebbe lasciata.Di più l'umile rifiuta le lodi per sé e tutte le riferisce a Dio. Ecco Maria che si turba in sentirsi lodare da S. Gabriele. Ed allora che S. Elisabetta le disse: Benedicta tu inter mulieres, etc.: Et unde hoc mihi, ut veniat Mater Domini mei ad me?... Et beata quae credidisti, etc. (Luc. I); Maria, attribuendo tutte quelle lodi a Dio, rispose con quell'umile cantico: Magnificat anima mea Dominum. Come dicesse: Elisabetta, tu lodi me, ma io lodo il Signore a cui solo si deve l'onore. Tu ti ammiri ch'io venga a te, ed io ammiro la divina bontà, in cui solamente giubila lo spirito mio: Et exsultavit spiritus meus in Deo salutari meo. Tu mi lodi perché ho creduto; io lodo il mio Dio che ha voluto esaltare il mio niente: Quia respexit humilitatem ancillae suae.

    277 -L'umiltà della Madonna

    Play Episode Listen Later Mar 4, 2023 4:54


    Fu rivelato a S. Mechtilde che la prima virtù in cui singolarmente si esercitò la Beatissima Madre dalla fanciullezza fu l'umiltà. Il primo atto dell'umiltà di cuore è l'aver basso concetto di sé; e Maria sentì sempre così bassamente di se stessa, come fu rivelato alla medesima S. Mechtilde, ch'ella sebbene si vedesse così arricchita di grazie più degli altri, a nessuno mai si preferì. Ruperto abbate spiegando quel passo: Vulnerasti cor meum, soror mea sponsa... in uno crine colli tui (Cantico IV), dice che questo crine del collo della sposa fu appunto l'umile concetto che Maria ebbe di sé, con cui ferì il cuore di Dio. Non già che la S. Vergine si stimasse peccatrice, perché l'umiltà è verità, come dice S. Teresa; e Maria conosceva di non aver mai offeso Dio; né che ella non confessasse d'aver ricevute grazie maggiori da Dio di tutte l'altre creature, perché un cuore umile ben riconosce i favori speciali del Signore per più umiliarsi; ma la divina Madre, alla luce maggiore ch'ella aveva per conoscere l'infinita grandezza e bontà del suo Dio, maggiormente conosceva la sua piccolezza; e perciò più di tutti si umiliava...

    276 - L'umiltà dei beati

    Play Episode Listen Later Feb 18, 2023 4:30


    Abbiamo visto che la vera umiltà comporta la conoscenza del proprio nulla. Se questa conoscenza è un ideale per gli abitanti della terra, è una condizione necessaria per gli abitanti del cielo: per poter godere della visione beatifica, della visione perfetta, fin quanto è possibile per ogni individuo e nel modo di cui è capace, del Sommo Bene. Padre Cornelio a Lapide parla come segue di questa conoscenza nel suo commentario su capitolo 4 della prima lettera di san Giovanni: "Così l'amore ha unito Dio all'uomo, non solo nell'affetto e nella cura, ma anche effettivamente e sostanzialmente, mediante, in verità, un'unione ipostatica. Unisce l'uomo a Dio, così che, uscendo totalmente da se stesso, passa in Dio, e per così dire si perde, non pensando più ad altro, non comprendendo né sentendo altro che Dio, non cercando né desiderando altra cosa, non provando gioia in nient'altro che nelle cose buone di Dio. Colui che si unisce così a Dio diviene un solo spirito con Lui, perché si spoglia di se stesso e si riveste di Dio. Perciò, come se fosse tutto trasformato nella natura divina, è nel pensiero e nell'affetto tutto in Dio. Così tutti i santi in cielo saranno uno con Dio (ciò che il Signore prega per loro, Gv. xvii.), perché tutti riconoscono il proprio nulla, come sono in se stessi, e non si stimano a nulla, se non nella misura in cui appartengono a Dio e sono per Lui. E in questo modo cessano del tutto da se stessi. E poiché non dovrebbero dimorare in nulla, dall'intelletto e dalla volontà gli saranno portati potentissimamente e saranno tutti in lui.

    04.02 L'UMILTA' E LA SUPERBIA

    Play Episode Listen Later Feb 18, 2023 6:53


    Abbiamo visto che la vera umiltà comporta la conoscenza del proprio nulla. Se questa conoscenza è un ideale per gli abitanti della terra, è una condizione necessaria per gli abitanti del cielo: per poter godere della visione beatifica, della visione perfetta, fin quanto è possibile per ogni individuo e nel modo di cui è capace, del Sommo Bene. Padre Cornelio a Lapide parla come segue di questa conoscenza nel suo commentario su capitolo 4 della prima lettera di san Giovanni: "Così l'amore ha unito Dio all'uomo, non solo nell'affetto e nella cura, ma anche effettivamente e sostanzialmente, mediante, in verità, un'unione ipostatica. Unisce l'uomo a Dio, così che, uscendo totalmente da se stesso, passa in Dio, e per così dire si perde, non pensando più ad altro, non comprendendo né sentendo altro che Dio, non cercando né desiderando altra cosa, non provando gioia in nient'altro che nelle cose buone di Dio. Colui che si unisce così a Dio diviene un solo spirito con Lui, perché si spoglia di se stesso e si riveste di Dio. Perciò, come se fosse tutto trasformato nella natura divina, è nel pensiero e nell'affetto tutto in Dio. Così tutti i santi in cielo saranno uno con Dio (ciò che il Signore prega per loro, Gv. xvii.), perché tutti riconoscono il proprio nulla, come sono in se stessi, e non si stimano a nulla, se non nella misura in cui appartengono a Dio e sono per Lui. E in questo modo cessano del tutto da se stessi. E poiché non dovrebbero dimorare in nulla, dall'intelletto e dalla volontà gli saranno portati potentissimamente e saranno tutti in lui.

    275 - L'UMILTA' DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO - Parte III

    Play Episode Listen Later Feb 11, 2023 6:53


    Oggi facciamo una seconda meditazione sull'umiltà del Signore, più precisamente sulla Sua umiliazione.Da tutta l'eternità gode il Figlio Divino la perfetta beatitudine nel seno del Padre Divino: Lui conosce ed ama il Padre, il Padre conosce ed ama Lui nello Spirito Santo, nelle relazioni interne alla Santissima Trinità, a Dio Trascendente Che possiede Gloria e di Maestà infinite, ed è la pienezza dell'Essere e la somma di tutte le perfezioni. Il Figlio viene inteso come la Sapienza descritta nel libro della Sapienza (7) come: 'Soffio della potenza di Dio, ed una certa emanazione della gloria dell' Onnipotente... lo splendore, chiaro come il sole, della luce eterna, specchio senza macchia della Maestà di Dio, immagine della sua bontà... più bella del sole, al di sopra di ogni ordine delle stelle, e, paragonata alla luce, ne è superiore.'

    273 L'UMILTA' E LA SUPERBIA - PARTE II

    Play Episode Listen Later Feb 4, 2023 6:30


    L'UMILTA' DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTOMeditiamo adesso sull'umiltà del Signore guardando tre elementi del passo della lettera di san Paolo ai Filippesi che abbiamo citato in precedenza. Il primo elemento è la spogliazione di sé.Se exinanivit: 'Spogliò se stesso'. Questa frase significa che Lui si spogliò della Sua Gloria Divina, che appartiene a Lui come Dio. Anche noi ci dobbiamo spogliare, ma spogliare in un altro senso, il senso che ci dobbiamo spogliare della vana gloria, la gloria che non ci appartiene. Possiamo dire infatti che l'umiltà è il rinuncio della gloria: nel caso del Signore il rinuncio della gloria che a Lui appartiene; nel nostro caso il rinuncio della gloria che non ci appartiene.Lo scopo del rinuncio in tutti e due casi è lo stesso: scendere giù sull'infimo grado della scala dell'umiltà per ascendere poi in Paradiso: Qui se humiliat, exaltabitur.

    272 - L'umiltà e la superbia – L'UMILTA' DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO - Parte II

    Play Episode Listen Later Jan 21, 2023 6:31


    Meditiamo adesso sull'umiltà del Signore guardando tre elementi del passo della lettera di san Paolo ai Filippesi che abbiamo citato in precedenza. Il primo elemento è la spogliazione di sé.Se exinanivit: 'Spogliò se stesso'. Questa frase significa che Lui si spogliò della Sua Gloria Divina, che appartiene a Lui come Dio. Anche noi ci dobbiamo spogliare, ma spogliare in un altro senso, il senso che ci dobbiamo spogliare della vana gloria, la gloria che non ci appartiene.

    271 - L'UMILTA' E LA SUPERBIA L'UMILTA' DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO

    Play Episode Listen Later Jan 7, 2023 4:49


    Il fine di tutte le cose è di glorificare Dio. Poiché Dio è la somma di ogni perfezione, Lo possono glorificare tutte le cose fino al grado al quale riflettono ed imitano la Sua propria perfezione, le Sue infinite perfezioni.Ciò significa rispetto all'uomo ed a Dio SantisimaTrinità, che l'uomo Lo può glorificare conoscendoLo ed amandoLo, inquanto imita così le infinite perfezioni della conoscenza e della Carità che Dio ha per Sé Stesso dentro la Santissima Trinità: la conoscenza e la Carità che esistono internamente ed eternamente tra le Tre Persone Divine.Rispetto all'uomo ed alla Seconda Persona della Santissima Trinità invece, ossia Nostro Signore, l'uomo può glorificare Dio imitando le perfezioni infinite di Dio come vengono manifestate nelle sublimi virtù del Dio-Uomo. Ora tra tutte le virtù che Lui manifesta al mondo, viene proposto a noi da imita

    cristo lui rispetto carit gesu superbia santissima trinit nostro signore
    270- Il Santo Natale

    Play Episode Listen Later Dec 24, 2022 11:28


    La Beata Vergine, nell'episodio della Natività, “meditava tutte queste cose nel suo cuore”. La parola latina “conferens” suggerisce di fare dei paragoni, tra l'umano e il Divino: l'umano nella nascita di un bambino umano da una madre umana, nelle più povere e meschine condizioni; il Divino nella nascita di un Dio annunziata da un Arcangelo, predetta dalla concezione e dall'esultanza in grembo di San Giovanni Battista, dalle profezie di S. Elisabetta e S. Zaccaria, dalla moltitudine degli angeli e dalla stella.E tra i segni dell'azione divina possiamo includere anche il carattere del parto in se stesso, e la presenza di angeli ministri.Il parto non violò l'integrità verginale della Madre, così come non lo fece la Concezione, in quanto la Madre di Dio è perpetuamente Vergine: prima, dopo, e durante il parto; né il parto fu in modo veruno doloroso, perocchè i dolori delle nostre doglie non furono ereditati dalla Nostra Madre Santissima, in quanto ella era immune da ogni macchia del Peccato Originale. Perché laddove Eva, la madre di morte, partorì nel dolore come pena per il Peccato, la Beata Vergine, la Madre della Vita, partorì nella gioia, esente da ogni peccato.

    269 - La profezia di san Giovanni Battista

    Play Episode Listen Later Dec 10, 2022 6:05


    Giovanni Battista, una figura centrale nei testi della liturgia d'Avvento,preparando la strada per il Signore ed indicandoLo quando appare, viene nominatodal Signore Stesso "profeta e più di un profeta", e viene visto dalla santa MadreChiesa come l'ultimo il più grande dei profeti dell'Antica Alleanza. E' più di unprofeta, si può dire, inquanto non solo con le Sue parole, colla sua vita e col suomartirio prenunzia il Signore, ma inquanto prende il ruolo di testimone,indicandoLo col suo sussulto nel gembo materno, e 30 anni dopo col suo dito,come già presente in mezzo a noi.E' dunque non solo un profeta ma anche un testimone, mandato da Dio, comeleggiamo nel Prologo del vangelo di san Giovanni, per rendere testimonianza allaLuce, la Luce Che è Cristo. In questo senso si rassomiglia a Cristo Stesso, Che allostesso tempo è profeta e testimone anche Lui: Che venne per testimoniare SéStesso, per testimoniare la Verità che Lui è di propria Persona.La testimonianza di san Giovanni Battista consiste principalmente dunquenell'indicare il Signore, ossia nell'indicarLo come Agnello di Dio: "Ecco l'Agnellodi Dio che toglie il peccato del mondo." Come spiega padre Cornelius a Lapide, ilSignore è agnello in primo luogo come prefigurato dall'agnello pasquale e dagliagnelli sacrificati nel Tempio a Dio, mattina e sera ed a qualsiasi altra occasione,

    268 - IL GIUDIZIO UNIVERSALE

    Play Episode Listen Later Dec 3, 2022 5:58


    Tutte le genti della terra... vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria, e manderà i Suoi angeli con la tromba e con gran voce per radunare i Suoi eletti dai quattro venti da un'estremità all'altra dei cieli.' Così Nostro Signore Gesù Cristo ci parla del supremo giudizio, un dogma di fede espresso nel Credo con le parole: 'Di là ha da venire a giudicare i vivi ed i morti.'  Sappiate, carissimi fedeli, che ci son due giudizi, un particolare ed un generale. Il giudizio particolare avviene subito dopo la morte quando ognuno di noi si farà, nella parola del concilio di Trento 'giustissimo esame davanti a Dio di quanto ha operato, detto, o pensato.' Il giudizio generale, invece, o supremo, avviene alla fine del mondo, davanti a tutte le persone che hanno mai vissuto o vivranno su questa terra.

    267 - l'Umiltà di sant'Agostino

    Play Episode Listen Later Nov 12, 2022 4:56


    Avendo meditato le parole di sant'Agostino sull'umiltà come fondamento dell'edificio spirituale, guardiamo adesso l'umiltà del santo stesso. Forse più potente di ogni sua riflessione a riguardo, è la testimonianza delle “Confessioni.” Considerato come santo già quando era in vita, scrisse quell'opera sicuramente in parte per palesare le profondità della propria malvagità prima della sua rinomata conversione. La santa sincerità e l'umiliante precisione con le quali enumera i peccati presentano il santo al lettore proprio come lui si presenta davanti a Dio: spogliato da ogni pretesa: un'anima peccatrice davanti alla Santità Stessa, un niente davanti all'Essere stesso, Somma di ogni Perfezione.Questa visione di Dio e di sé stesso che si manifesta in ogni pagina del libro sembra come la risposta di Dio alla sua preghiera di conoscere sia l'uomo che Dio, di “conoscere me e conoscere Te”: “Domine Jesu, noverim me, noverim Te... oderim me, et amem Te... humiliem me, exaltem Te...: Signore Gesù, che io mi conosca, che io Ti conosca... che io mi odii, e Ti ami... che io mi umilii e Ti esalti...”Citiamo il commentario della prima frase di padre Gihr nell'opera ‘Il santo sacrificio della Messa': O Dio, concedete che io Vi conosca: Noverim Te! Datemi una conoscenza intima delle Vostre adorabili perfezioni che sono senza misura né numero – della Vostra infinita grandezza e gloria; dei Vostri inconcepibili potere, saggezza, e bontà; della Vostra inesprimibile bellezza, dolcezza, ed amabilità; penetratemi di una profonda conoscenza delle “cose pro

    266 - L'UMILTÁ L'Umiltà in Genere

    Play Episode Listen Later Nov 5, 2022 8:39


    Chi si esalta sarà umiliato; chi si umilia sarà esaltato. Queste parole le “grida la divina scrittura” dice san Benedetto,  le grida così forte e chiaro si può dire, che non si può dubitare che, seguendole fedelmente si raggiungerà con sicurezza alle vette della santità.  Modificando il detto di Demostene, dichiara sant'Agostino: “Se mi chiedi qual è la virtù la più importante, rispondo l'umiltà; se mi chiedi qual è la seconda più importante, rispondo l'umiltà; se mi chiedi la terza, rispondo l'umiltà, e così via.” Lo stesso santo insegna che se vogliamo che l'edificio spirituale sia alto, si deve basare su fondamenta profonde; e più alto lo vogliamo, più profonde devono essere le fondamenta; e queste fondamenta sono l'umiltà. Tuttavia l'umiltà non è fine a sé stessa, bensì mezzo per un fine, che è la carità, la Regina di tutte le virtù. L'umiltà opera in questo modo: removens prohibens, togliendo gli ostacoli, ossia gli ostacoli alla carità.Si può definire la superbia come guardare un dono di Dio come se fosse qualcosa di proprio. I doni si distinguono in naturali come l'intelligenza, i talenti, la bellezza, una natura amichevole, e sovrannaturali: la virtù della speranza per esempio. Perché mi vanto dunque della mia natura amichevole ad esempio? “Cos'hai che non hai ricevuto? chiede san Paolo, “e se l'hai ricevuto, perche ti vanti come se non lo avessi ricevuto?” Sul livello più profondo, la superbia consiste nel dirigere la volontà via da Dio verso sé stessi: per compiacersi non di Dio, Bene Infinito, donatore di tutti i doni, bensì di sé stessi, beni finiti. Questo era il dramma di Lucifero, il dramma di Adamo e di Eva, ed è il dramma pure di ognuno di noi.

    265 - La Lotta contro il peccato 2. Brani patristici 

    Play Episode Listen Later Oct 29, 2022 5:07


    Se diciamo che non abbiamo peccato, ci inganniamo, dice san Giovanni (Ep. 1.80). San Gregorio scrive: “Se sei esaltato per le tue conoscenze, richezze ecc., sai forse chi sei? Sei un peccatore. Sai cos'è il peccato? È ciò che è il più vile, il più misero, il male più grande del mondo, perché si oppone nella misura più alta al bene più grande. É proprio l'odio più grande di Dio, l'ingratitudine più grande, l'offesa più grande contro di Lui: è uccidere Cristo, è uccidere Dio, poiché se Dio potesse essere assassinato, l'arma sarebbe il peccato.'La santa Chiesa di Dio chiama l'uomo nel tempo della vita terrena un viator, un viaggiatore, perché sta sulla via che lo conduce al cielo. Ma questo viaggio non è solo un viaggio temporale, bensì in primo luogo un viaggio morale nel quale dobbiamo sempre avanzare nelle virtù.Sant'Agostino scrive: Vedi che siamo viaggiatori. Cos'è dunque il viaggiare? In una parola è un progredire, affinché tu non lo disconosca e cammini troppo lentamente. Sii sempre scontento con ciò che sei, se vuoi arrivare a ciò che non sei ancora. Perché si rimane nello stesso posto dove si è contenti di essere. Se dici che basta così, sei perso. Sempre aggiungere, sempre viaggiare, sempre progredire. Mai soffermarti sulla via, mai tornare indietro. Si sofferma chi non va avanti; si torna in dietro chi torna al punto di partenza; chi apostata si svia dalla strada. Uno zoppo che cammina sulla strada è meglio di uno che corre velocemente, ma che si svia dalla strada.'

    264 La Lotta contro il peccato 1

    Play Episode Listen Later Oct 22, 2022 5:21


    Innanzi tutto, se siamo consapevoli di essere in peccato mortale o soggetti a tentazioni verso il peccato mortale, tutte le forze dell'anima dobbiamo concentrare nella lotta contro di esso, chiedendo l'aiuto di Dio senza tregua. Non basta dire: mi confesso dopo.Ma se non ci siamo soggetti, dobbiamo lottare contro il peccato veniale. ‘Se non siamo affogati nel mare', avverte sant' Agostino, ‘ stiamo attenti di non essere sommersi nella sabbia.' Perché i nostri peccati veniali possono essere tanti quanti i granelli di sabbia sul littore del mare ed essi ci spingono verso il peccato mortale, ossia verso la morte eterna.Se ci vogliamo santificare, oppure se possiamo solo essere meno incerti della nostra salvezza, è essenziale confessarci spesso e fare un esame di coscienza ogni giorno. Quell' impazienza, quel tono di voce duro, quel pensiero cattico; quella parola cattiva, quella parola in più, quella parola aggiunta alle pettegolezze di altrui; quel piccolo atto di disonestà, quella menzogna “al fine del bene” - come se i fini pottessero giustificare i mezzi - , quel tacere di un consiglio morale per rispetto umano; preghiere mancate, fatte male, raccorciate; autoindulgenza, divertimenti eccessivi, parole inutili; spreco di tempo, spreco di soldi, spreco di cibo; antipatie coltivate nel cuore, sensualità disordinate coltivate, offese (vere o immaginate) coltivate nel cuore, ingigantite, raccontate ad altri – tutti granelli di sabbia accumulandosi attorno all'anima, immobilizzandola, soffocandola.

    263   La Generosità secondo san Francesco di Sales

    Play Episode Listen Later Sep 24, 2022 3:27


    San Francesco di Sales, nel suo Trattenimento parla mirabilmente della generosità nelle sue relazioni con l'umiltà, che deve sempre accompagnarla: «L'umiltà - egli dice - crede di non poter nulla, avuto riguardo alla cognizione della nostra povertà, della nostra fragilità... e, all'opposto, la generosità ci fa dire con San Paolo: Posso tutto in Colui che mi conforta. L'umiltà ci fa diffidare di noi stessi e la generosità ci fa confidare in Dio... Vi sono alcuni che si compiacciono in un'umiltà falsa e sciocca, che impedisce loro di rimirare in loro stessi quello che Dio vi ha messo di buono. Hanno torto su tutta la linea, poiché i beni che Dio ha messi in noi vogliono essere riconosciuti... a gloria della divina bontà che ce li ha dati... L'umiltà che non produce la generosità è senza dubbio falsa...

    262 - La Magnanimità secondo San Giovanni della Croce

    Play Episode Listen Later Sep 17, 2022 3:54


    San Giovanni della Croce si esprime allo stesso modo di santa Teresa d'Avila nel suo Prologo della Salita al Carmelo e nella Viva fiamma d'amore. Citeremo un passo della seconda opera da paragrafo 7 sulla strofa II, che descrive la virtù in questione. La intende cioè come l'amore che ricambia l'amore. La descrive come un cauterio, commentando che la piaga prodotta dal cauterio d'amore non si può curare con altra medicina, poiché lo stesso cauterio che la produce la cura: lo stesso che la cura, curante la produce; quindi ogni volta che il cauterio d'amore tocca la piaga d'amore, provoca una piaga d'amore ancor più grande, e così cura e risana quanto più piaga... La piaga è tanto grande che tutta l'anima è piaga d'amore. E così già tutta cauterizzata e fatta una piaga d'amore, è resa tutta sana nell'amore, poiché è trasformata in amore.

    261 - La Magnanimita' secondo santa Teresa d'Avila

    Play Episode Listen Later Sep 10, 2022 3:42


         Santa Teresa (Cammino di perfezione, c. XIX), riportando queste stesse parole del Salvatore: «Se qualcuno ha sete venga a me e beva», così esprime: «Pensate che il Signore invita tutti. Egli è la stessa verità, dunque la cosa è fuori dubbio. Se il festino non fosse generale, non ci chiamerebbe tutti, oppure, chiamandoci, non direbbe: "Vi darò da bere", ma direbbe invece: Venite tutti, non ci perderete nulla, ed io darò da bere a chi mi piacerà. Ma poiché egli dice senza restrizioni: "Venite tutti", ritengo come cosa certa che tutti quelli che non resteranno per istrada riceveranno quest'acqua viva. Si degni Colui che ce la promise farci la grazia di cercarla come si deve: La chiedo nel Suo nome stesso!».     Nello stesso capitolo (XIX) la Santa dice: «Quando Dio vuole che beviamo di quest'acqua viva (l'unione divina, essendo assolutamente soprannaturale, non dipende da noi) è per purificare l'anima nostra... Tutto ad un tratto l'avvicina a sé, ed in un momento le insegna più verità, le dà più lume sul nulla di tutte le cose di quel che non avrebbe potuto acquistare in molti anni». Poi soggiunge (c. XXI): «Ritorniamo a quelli che sono risoluti di camminare per questa via e di non arrestarsi prima d'aver raggiunto la mèta, vale a dire prima di essersi abbeverati a questa acqua viva. E in primo luogo, come si deve principiare? Ciò che è di maggiore importanza, anzi di massima importanza, è di prendere una ferma risoluzione, una determinazione assoluta, irremovibile, di non fermarsi finché non abbiamo raggiunto la sorgente, accada quel che può accadere, costi quel che può costare; per quanto possiamo essere oggetto di critica o morire per via, oppressi sotto il peso di mille ostacoli, per quanto infine il mondo intero dovesse andare in rovina».In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen. 

    260 - La Magnanimità secondo Santa Caterina e San Tommaso

    Play Episode Listen Later Sep 3, 2022 5:36


     La cosa che qui più importa notare è la generosità, necessaria sino dal principio se vogliono arrivare all'unione intima con Dio e alla contemplazione penetrante e gustosa delle cose divine.    Nel «Dialogo» di Santa Caterina da Siena (c.LIII) si legge a tal riguardo: «Voi siete stati tutti invitati generalmente e particolarmente dalla mia Verità, quando, nell'ardore del Suo desiderio, gridava nel tempio: "Chi ha sete venga a me e beva... Sì che voi siete invitati alla fonte dell'acqua viva della grazia. Convienvi dunque passare per lui, che vi fa da ponte, e perseverare in modo che nessuna spina, né vento contrario, né prosperità, né avversità, né altra pena che poteste sostenere vi debba fare volgere il capo a dietro. Dovete perseverare infino che troviate me che vi dò acqua viva e ve la dò per mezzo di questo dolce e amoroso Verbo Unigenito mio Figliuolo».

    27.08 La Magnanimità - PARTE II

    Play Episode Listen Later Aug 27, 2022 3:42


    Per questa lettura ci appoggiamo sul libro "Le tre vie della vita interiore" parte 2a, di padre Reginald Garrigou-Lagrange OP.Nello stato dei principianti, v'è un amor di Dio proporzionato: i principianti veramente generosi amano il Signore con un santo timore del peccato che fa loro fuggire il peccato mortale, ed anche il peccato veniale deliberato, con la mortificazione dei sensi e delle passioni disordinate, o delle concupiscenze della carne, di quella degli occhi e dell'orgoglio. A questo segno può riconoscersi che v'è in essi il principio di un amore profondo di volontà.    Molti, tuttavia, trascurano praticamente la mortificazione, che sarebbe assai necessaria, e sono simili ad un individuo che pretendesse incominciare l'ascensione di una montagna a mezza costa e non già dai piedi della montagna stessa. Salgono allora con l'immaginazione, ma non in realtà; saltano a pie' pari ogni tappa; ma il loro primo entusiasmo si estinguerà ben presto come un fuoco di paglia. Crederanno di conoscere le cose spirituali e se ne distaccheranno dopo averle appena sfiorate. È quello che accade purtroppo assai spesso!

    258 La magnanimità

    Play Episode Listen Later Aug 20, 2022 4:37


                           In queste serie di letture considereremo la virtù della Magnanimità, prima di tutto nella sua natura, e poi nel suo ruolo nel cammino verso la perfezione.NaturaAppoggiandoci sull'analisi di padre Tanquerey nel suo Compendio di teologia ascetica e mistica e più precisamente sull'insegnamento di san Tommaso d'Aquino, intendiamo questa virtù come una delle quattro virtù integranti ed annesse della fortezza; la fortezza costituendo con la prudenza, la giustizia, e la temperanza le quattro virtù cardinali.Le altre virtù integranti della fortezza sono la magnificenza, la pazienza e la costanza. Mentre la magnanimità e la magnificenza ci aiutano a fare le cose difficili; la pazienza e la costanza ci aiutano a ben soffrire.Ebbene, la magnanimità, che si dice pure grandezza d'animo o nobiltà di carattere, è una nobile e generosa disposizione a intraprendere grandi cose per Dio e per il prossimo. Differisce dall'ambizione che è essenzialmente egoista e cerca di innalzarsi sopra gli altri con l'autorità e con gli onori; carattere distintivo della magnanimità è invece il disinteresse: è virtù che vuol prestare servizio ad altrui.

    257 - La spiritualità del Nuovo Testamento - Parte IX

    Play Episode Listen Later Jul 30, 2022 3:39


    In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.La Spiritualita' del Nuovo Testamento Parte IXLA SPIRITUALITÀ DI S. GIOVANNIAvendo meditato sull'idea della vita spirituale come tale, la guardiamo adesso come unione a Dio.B. La Vita Spirituale come Unione a DioDa Dio fluirà la nostra vita interiore, consistente in un'intima e affettuosa unionecon Lui e per Lui con Dio; perchè Egli è la via che conduce al Padre. a) Unione che si inizia nel battesimo, in cui riceviamo una seconda nascita, nascita tutta spirituale, che c'incorpora a Gesù come il tralcio è incorporato alla vite, facendoci produrre frutti di salute. b) Si accresce con la Santa Eucaristia, che spiritualmente ci alimenta col corpo ecol Sangue di Gesù Cristo e quindi pure coll'anima Sua, colla Sua Divinità, collintiera Sua Persona, per guisa che noi viviamo della Sua vita e viviamo per Lui com'Egli vive per il Padre. c) Si continua con una specie di comunione spirituale, onde Gesù dimora in noi e noi in Lui; unione così stretta che Nostro Signore la paragona a quella che unisce Lui al Padre: "Ego in eis et tu in me" A1-72. Questa Unione a Dio ci fa partecipare alle virtù del divino Maestro e specialmente all'amor Suo per Dio e pel prossimo spinto sino all'immolazione disè. Dio ci ama come figli, noi L'amiamo come Padre, e perchè L'amiamo ne osserviamo i comandamenti . Onde le tre Divine Persone vengono ad abitare nell'anima nostra in modo permanente: "Ad eum veniemus et mansionem apud eum faciemus" Dobbiamo amar Dio perchè è amore, Deus caritas est, e perchè ci amò per il primo, sacrificando per noi lo stesso Suo Figlio. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.​In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

    256 - La spiritualità del Nuovo Testamento - Parte VIII

    Play Episode Listen Later Jul 23, 2022 3:31


    In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.La Spiritualita' del Nuovo TestamentoParte VIIILA SPIRITUALITÀ DI S. GIOVANNI. Negli scritti di S. Giovanni non domina più l'idea del regno nè quella del disegno santificatore di Dio sull'uomo; domina l'idea della vita spirituale, e dell'amore che ne segue.A. La Vita A) Dio è vita, vale a dire luce ed amore. È Padre e da tutta l'eternità genera un Figlio che è il Suo Verbo è con lui la fonte onde procede lo Spirito Santo, Spirito di verità e d'amore, che verrà a dar compimento alla missione del Verbo Incarnato trasmessa agli Apostoli, coi quali rimarrà sino alla consumazione dei secoli a istruirli e fortificarli. B) Questa vita Dio vuol comunicare agli uomini; onde manda sulla terra il Figlio, che incarnandosi si fa uomo e, comunicandoci la sua vita, ci rende figli addottivi di Dio. Uguale al Padre per la natura Divina, altamente proclama la Sua inferiorità come uomo e l'assoluta sua dipendenza dal Padre: non giudica, non parla, no opera da sè, ma i giudizi, le parole, le opere conforma al beneplacito di Dio, mostrandogli così il Suo amore A1-60; e si fa ubbidiente fino a dar la vita per glorificar Dio e salvare gli uomini.Rispetto a noi il Verbo Incarnato è: 1) la luce che ci illumina e ci guida alla vita; 2) il Buon Pastore che pasce le pecorelle, le difende contro il lupo rapace e dà lavita per loro; 3) il Mediatore necessario senza cui non si può andare al Padre; 4) la vite di cui noi siamo i tralci che ne ricevono la linfa o la vita soprannaturale.​In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

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