Una trasmissione per raccontare la quotidianità di chi, per una ragione o per un'altra, si è trovato a essere senza pelle e ha trovato la forza di combattere per avere un posto nella società. Storie di lotta, di amicizia e di riscatto, raccontate attraverso i gesti del quotidiano. Una cronaca che co…
Si chiama Nature è una mostra di arte contemporanea che racchiude 200 opere di artisti con disabilità cognitiva. Quadri realizzati durante il lockdown, ispirati alla natura. Una mostra collettiva capace di dare uno sguardo diverso alla realtà che ognuno di noi vive ogni giorno.
Immaginare la normalità come espressione di tante diversità. E' questo il progetto che per un anno ha coinvolto i ragazzi di un liceo milanese sul tema della disabilità
Storie di chi vive e lavora nelle nostre città senza diritti e sempre più ai margini.
A Verona, nel carcere, i detenuti hanno aperto una pensione per cani. I cittadini si sono fidati (non potevano entrare a vedere). Io sono andata. È un posto dove l'amore dei cani genera cambiamenti inaspettati e meravigliosi
Lo hanno chiamato Scintilla, è un progetto pensato per contrastare la dispersione scolastica e sostenere il percorso delle famiglie in difficoltà. Un progetto pensato per i più piccoli ma che aggancia e quindi sostiene gli adulti travolti dalla crisi.
Arianna è la mamma di Marco 22 anni. Il ragazzo ha una malattia rara e nel tempo si manifestano stati psicotici gravi. La donna è sottoposta a uno stress altissimo, da un lato costretta a garantire supporto al figlio dall'altro a subirne la violenza verbale e fisica. Chiede aiuto. Le risposte arrivano anche con un anno di distanza e sono poca roba. Arianna allora decide di denunciare il figlio. E' l'unico modo per velocizzare la pratica. Parliamo di salute mentale, di progetti territoriali che mancano e di famiglie che hanno bisogno di aiuto.
Alla periferia di Milano in un ex birrificio ristrutturato sono ospitate oltre trenta donne e bambini ucraini. Per caso la metà di questi è musicista, ne è nata un'orchestra. Siamo andati a conoscerli
Si chiama dance well è un progetto di danza pensato per chi vive con la malattia del parkinson. Un progetto che ha come ambizione quella di svolgersi sempre in posti belli circondati dall'arte.
Si chiama "In stato di grazia" E' uno spettacolo teatrale attorno al personaggio di Pinocchio, ma in realtà è un modo per parlare di disabilità e di inclusione. E' la messa in scena di un lungo lavoro di studio all'interno di una scuola di teatrale dove recitano ragazzi con e senza disabilità.
Si chiama centro di accoglienza straordinario ma in realtà è un posto dove coltivare la speranza. Di tornare a casa in Ucraina, di abbracciare i propri cari, di tornare ad essere ciò che la guerra ha stravolto. Cose che fino ieri erano un peso oggi diventano il sogno più delicato e struggente: "Sogno di entrare nella stalla e dare da mangiare ai miei animali" mi dice Olga. Puntata dedicata a 20 mamme con bambini ospitate a Milano in Cas. Buon ascolto!
"Bea ha imparato a girare il polso per dare il biscotto a Wiva". Wiva è un golden, un cane con il quale Bea, una bambina con disabilità complessa, ha fatto pet therapy per anni. Il loro amore era così forte che Bea ha imparato a fare cose fino ad allora insperate. Un esempio che serve a spiegare bene che: la cura diventa più efficace quando è avvolta dall'amore.
Esiste davvero una giustizia riparativa? Quale ricaduta ha sull'intera società? Per rispondere siamo andati a Cerignola, in un terreno confiscato alla mafia e oggi luogo dove i detenuti lavorano la terra, imparando che "La fatica è parte della felicità". Come ci racconta Silvio, che ha ancora qualche anno da scontare. Al suo fianco c'è Vincenzo un vecchio contadino, che ha iniziato a lavorare quando aveva sei anni e non ha mai rubato o fatto un torto a qualcuno. "All'inizio avevo dei pregiudizi, non mi fidavo potesse cambiare" dice guardando Silvio. Il legame tra i due ha creato cambiamenti profondi in entrambi e nella società in cui vivono.
Sono 190mila le persone sordo cieche in Italia. Molti sono bambini e la loro storia è collegata a una malattia rara, ma tanti sono gli anziani ai quli bisogna dare strumenti per vivere serenemante questo nuovo tratto di vita. Siamo andati a Osimo in provincia di Ancona per vedere come funziona il più grande centro dedicato alle persone sordo cieche. Un luogo gestito dalla lega del Filo d'Oro.
C'è un mondo del sociale che da quasi un mese sta continuando a dare aiuto alla popolazione ucraina in fuga dalla guerra. Volontari di ogni età al fianco di medici e operatori per portare sostegno alle migliaia di donne con bambini che entrano in Europa. Tante le storie che si incrociano in questo luogo di frontiera come quella di Jana, di sua mamma e di sua nonna. Tre generazioni di donne che portano con loro i ricordi di una vita e la speranza di poter tornare nella propria città.
Quella di oggi è una puntata che racconta la costruzione di un sè individuale all'interno di un sè sociale. Siamo a quarto oggiaro, all'interno di una vecchia casa di ringhiera, ristrutturata e colorata, composta da tanti piccoli appartamenti. In ogni appartamento vive una donna con i suoi figli, donne che sono sfuggite alla violenza, sopravvissute a forme di dipendenza, donne in transito verso l'autonomia. Alcuni degli appartamenti sono invece abitati da coppie, giovani coppie che hanno deciso di vivere in questo particolare condominio per un anno, mettendo a disposizione il loro tempo a sostegno di queste donne.
Quella di oggi è la storia di una rete di associazioni nata per insegnare l'italiano agli stranieri, spesso persone fuggite da conflitti o estrema povertà. Un'organizzazione che ha permesso a migliaia di persone di integrarsi completamente. Le loro storie sono raccolte in questo podcast.
Tir pieni, magazzini stracolmi di merce. E' quanto sta accadendo in ogni città d'Italia. E' la risposta alla guerra in Ucraina, il bisogno di qpartecipare in ogni modo che spinge tantissimi italiani a portare qualcosa nei punti raccolta allestiti per l'occasione. Abbiamo intervistato diverse associazioni attive in tutta Italia (dalle comunità ucraine in Italia, ad altre associazioni piccole a realtà come Croce Rossa), raccolto la voce di chi è in viaggio e di chi è operativo a Kiev.
Si chiama Accademia scherma Milano, è una palestra che allena futuri campioni olimpici e paralimpici, con un metodo innovativo che permette ai bambini e ai ragazzi di crescere assieme nella pratica sportiva.
A Milano, in Via Padova, c'è un Poliambulatorio gestito da medici volontari che garantisce l'accesso alle cure mediche a tutti coloro che altrimenti sarebbero esclusi. Un servizio di aiuto, cura e anche ascolto per contrastare prima di tutta l'indifferenza.
Si chiama "mamme a scuola" il progetto pensato per integrare le mamme straniere, permettendo loro di creare a loro volta un'idea nuova di società, fatta di colori, parole e culture che si mescolano con maestria e dolcezza. Un progetto che riguarda tutti noi, capace di anticipare e risolvere problemi sociali, talvolta anche gravi.
Stanno per strada ogni sera, il loro furgone è parcheggiato nel piazzale davanti alla stazione centrale di Milano, sono i "Medici volontari italiani" hanno gestito la pandemia, i vaccini, i tamponi. Soprattutto hanno visitato centinaia di persone emarginate, convinte di non meritarsi neppure di essere curate.
"Per me è stato incredibile immaginare che le persone non facessero nulla nel vedere i treni partire pieni di uomini, donne e bambini. Mi ha sconvolto sapere che accadeva nella mia città e che potrebbe riaccadere" dice così Beatrice, una ragazza di 18 anni che al memoriale della Shoà partecipa a un progetto di alternanza scuola lavoro nel giorno della memoria.
Si chiama Ecostello Locride ed è un luogo super innovativo, totalmente green che accoglie turisti e studenti. Frutto dell'alleanza di diverse associazioni che negli anni hanno resistito ad attacchi e attentati da parte della 'ndrangheta. Nell'ecostello lavorano persone in difficoltà, dando vita a un circolo virtuoso che dimostra che la legalità può essere un modello vincente e remunerativo.
"Quando scio io non sono altro che velocità e energia" racconta Vittorio che da qualche anno scia, nonostante la sua disabilità. "Ci sono stati tempi in cui la disabilità era un tabù, quasi fosse una vergogna. Oggi grazie allo sport stiamo creando una nuova società, dove ognuno può avere un suo spazio".
I milanesi il quartiere Gallaratese lo chiamano "Il Galla". Gli abitanti, giocando anche con le parole, ti raccontano che qui, in questo quartiere si sta a Galla. Per sostenere le numerose famigli in difficoltà, fiaccate dalla crisi collegata alla pandemia, il comune ha realizzato un hub. un centro che riunisce diverse associazioni e servizi. C'è il market solidale, dove si fa la spesa senza pagare, il servizio legale, psicologico. Un luogo dove si incrociano tante storie, tante possibilità.
Si chiama Forte è il progetto di "Terapia dello sport" che un ex bambino malato oncologico ha immaginato per tutti i bambini che stavano vivendo la sua stessa esperienza. un protocollo scientifico applicato a Monza nel centro "Maria Letizia Verga". Per dimostrare quanto lo sport sia centrale anche durante la degenza in ospedale.
Si chiama Recup è un progetto nato da un gruppo di studenti, consiste nel recuperare frutta e verdura dai mercati rionali e dagli ortomercati. Una pratica di sostenibilità che ha permesso di creare una vera comunità solidale, dove chi è aiutato contribuisce a recuperare il cibo e a creare rete.
C'è un gruppo di volontari della Lilt che da qualche anno si preoccupa di insegnare l'italiano alle mamme di bambini stranieri ricoverati in oncologia pediatrica. Sembra un granellino minuscolo nel mare di difficoltà che queste famiglie attraversano, ma non è così.
Una fila lunghissima ogni giorno scorre davanti ai volontari di pane quotidiano che a Milano distribuiscono cibo, sostenendo una media di 1500/2000 persone. Storie di uomini e donne che stanno cercando di uscire da una situazione di fragilità.
A Milano è stata inaugurata la prima parete per l'arrampicata, adattata con sensori destinata a bambini con disabilità. E' un prototipo che ha tutti i numeri per essere replicato in ogni angolo del mondo in cui ci sia un bambino colpito da ictus neonatale che abbia bisogno di fare terapia divertendosi.
"Qualche volta ho saltato il pasto per fare mangiare le mie bambine"."Dopo la malattia ho perso il lavoro, mi sono trovato senza cibo, luce e gas".Sono alcune delle storie raccolta davanti a questo social market nell'hinterland milanese (Cinisello Balsamo). Storie di donne e uomini che stanno provando a risalire, aiutati dai volontari che assieme al cibo consegnano loro un angolo di umanità e bellezza, vitale quanto il cibo stesso.
Alla periferia di Milano, nel quartiere Baggio, c'è una bellissima cascina completamente ristrutturata nella quale vivono ex homeless con i loro cani. Nel loro passato la vita di strada, la fatica e l'amore generoso verso i propri cani che in molti casi è stata l'unica ancora di salvezza.
Alcune erano senza lavoro da anni, altre lo hanno perso durante la pandemia. Storie di giovani donne che hanno costruito un nuovo percorso lavorativo uscendo dalla fascia dolorosa dei neet, coloro che non studiano, non lavorano e hanno smesso anche di cercare un impiego.
Joahanna ha 24 anni, arrivata dalla Nigeria senza documenti, immessa nel giro della prostituzione con la forza, dopo aver vissuto l'inferno dei centri di detenzione in Libia. La sua storia è una delle tante accolte dal progetto di Lule. Un cammino di riscatto che ha portato Johanna a fuggire dalla strada, denunciare i suoi aguzzini, studiare e trovare un lavoro. Dietro la storia di Johanna (come dietro quella di altre centinaia di uomini e donne) ci sono quasi sempre le organizzazioni criminali. Ma davanti e nel futuro ci sono anche i progetti per provare a sperare Di questo parliamo in questa puntata
C'è una bottega alla periferia di Milano che vende solo prodotti bio e i soci sono 16 ragazzi con disabilità intellettiva. E' il loro negozio, è lì che lavorano . Puntata di storie di lotta e integrazione che ci porta anche a Civitavecchia dove da un terreno incolto e abbandonato è nata una cooperativa agricola nella quale lavorano 20 persone con disturbi psichici
La storia di oggi ci porta all'interno della facoltà di scienze dell'educazione dell'università statale bicocca di Milano, dove un gruppo di ricercatori ha lavorato sul tema della giustizia sociale coinvolgendo studenti di istituti tecnici, licei, scuole professionali e studenti universitari. il lavoro inizialmente teorico si è trasformato in qualcosa di molto pratico. ascolta la puntata.
La solidarietà tra donne italiane e afghane, la lotta di un gruppo di famiglie per ottenere una scuola davvero inclusiva, la denuncia degli studenti non vedenti che non hanno potuto accedere ai test universitari. Ascolta la puntata
Cosa fanno i ragazzi che partecipano ai Dynamo camp? Un viaggio tra musica, arte e sport per parlare di inclusione. Lo stesso bisogno che ha spinto i musicisti dell'orchestra italiana del cinema a creare la tournè "Che fantastica storia è la vita" . La musica come veicolo per curare e migliorare la vita di chi è più fragile è il progetto della world youth orchestra a Sarajevo e Fez.
Il debutto della prima fiera del libro accessibile Lettori alla pari, l'alzheimer fest e lo spettacolo teatrale "Senza parlare" della fondazione Benedetta d'Intino che porta a teatro le storie dei ragazzi con difficoltà comunicative con lo spettacolo "Senza parlare". Tutte storie di chi continua, giorno per giorno a scrivere una nuova società fondata sull'inclusione
La scuola di teatro per abbattere barriere architettoniche e pregiudizi attorno alla disabilità
Una casa che accoglie le donne fuggite dalla morsa del racket e costrette a prostituirsi. Un luogo dove queste donne ricominciano a vivere, lasciandosi alle spalle un passato segnato da abusi e violenza.
Si chiama Pizzaut, è la pizzeria gestita da persone con spettro autistico. Aperta da poco è già diventata un luogo amato da tante persone. Un posto, come dice l'insegna all'ingresso nato per nutrire l'inclusione.
Fatima ha vent'anni, da cinque porta il velo. E' musulmana. Racconta di come tutto è cambiato attorno da quando ha compiuto questa scelta. "All'inizio sono sguardi, poi frasi e offese" dice "la cosa che mi ha ferito di più è stato quando hanno avuto paura di me."
La casa che accoglie i ragazzi e le ragazze cacciati di casa, allontanati dalla famiglia, spesso vittime di violenza solo per aver dichiarato il proprio orientamento sessuale.
La danza come cura per il disagio psichico e che abbatte pregiudizi
Esiste una scuola pensata per le mamme straniere. Una scuola nata come gesto quasi spontaneo di un gruppo di donne italiane e diventata negli anni uno strumento indispensabile per la vita delle donne immigrate in Italia. Esiste un mondo di madri che si parlano, si incontrano, si conoscono e fanno rete, abbattendo pregiudizi, rinforzando le fragilità, sostenendo processi di inclusione. Un progetto che fa bene all'intera società.
Le terapie per le malattie neurodegenerative durano l'intera vita dei pazienti e spesso riguardano più ambiti. Spesso i tagli alla sanità hanno condizionato i percorsi terapeutici. la storia di oggi parte proprio da qui.
Son significa figlio in inglese ma è anche l'acronimo di speranza oltre noi. E' il nome del progetto che un gruppo di famiglie con figli disabili ha voluto dare al villaggio che stanno costruendo al posto di una vecchia cascina milanese e che ospiterà loro e altre famiglie.
Il tema dell'integrazione in una scuola elementare della periferia milanese passa dal cinema. Un progetto che anno dopo anno sta dando risultati molto incoraggianti, dove la creatività diventa un potente strumento di apprendimento
Gaia ha 15 anni, Irene 17, sono solo alcuni dei giovanissimi volontari che incontro nell'associazione mutuo soccorso nata sull'onda del primo lockdown e che continua ancora oggi a sostenere centinaia di famiglie con i pacchi alimentari. qui i ragazzi fanno tutto da soli: dalla raccolta cibo davanti ai supermercati, alla distribuzione. Un servizio che non ha mai smesso di funzionare, popolato da centinaia giovanissimi.
Una vita ordinata, rispettosa delle scadenze, sempre nella regola quella di Maurizio. Un uomo discreto, ben educato che ci tiene a ribadire che non ha mai pagato in ritardo le spese condominiali. lo dice ad inizio dell'intervista come a stabilire un prima e un dopo. Prima, quando era parte della classe media, ora che vive con gli aiuti della Caritas e del fondo san Giuseppe. Il suono del silenzio lo ha sentito anche Myriam che si è vista mangiare la terra da sotto i piedi. La sua impresa che funzionava benissimo è andata in fumo. E quella che raccontiamo oggi in Diario è la quotidianità che sta vivendo questa classe media alle prese con la crisi.