Nel podcast "Il Ricatto di Putin" La Ragione racconterà il conflitto tra Russia e Ucraina, perché le conseguenze riguardano tutto il nostro mondo.
Un'amicizia speciale, d'accordo, quella fra il presidente cinese Xi Jinping e il russo Vladimir Putin. A Pechino, onde evitare equivoci in questi giorni di disgelo fra gli Usa di Donald Trump e la Russia di zar Vlad, preferiscono comunque essere chiari, restando fra amici.
Nei meandri di vaneggiamenti di cui l'amministrazione Trump sembra essere preda, uno si staglia con nitidezza. La pace in Ucraina – o, per meglio dire, la resa ignominiosa alle condizioni umilianti imposte da Putin all'Occidente – sarebbe necessaria perché l'America deve focalizzarsi sulla minaccia esistenziale rappresentata dalla Cina.
La saggezza giapponese, in questi tempi di continui strappi sulla situazione dell'Ucraina che arrivano dal nuovo presidente americano Donald Trump, risulta quanto mai preziosa. A proposito del G7 – e il messaggio è ovviamente rivolto a tutti i sette Paesi, a cominciare dagli Usa – Tokyo invita infatti a mantenere l'unità.
Mosca – Stepan ha ventun anni e da uno e mezzo solca ogni giorno i corridoi della Facoltà di Scienze politiche di Mosca. «Tre anni fa – mi dice – me ne andai dalla Russia perché avevo paura di essere arruolato e questa guerra non mi ha mai convinto». Poi però è tornato, per disperazione: «In Germania non sapevo come mantenermi e non ho potuto trovare un lavoro».
Un folto capannello di persone s'è riunito ieri mattina di fronte all'Ambasciata degli Stati Uniti d'America a Kyiv. Per il secondo giorno di fila la risposta solidale alle nuove invettive di Donald Trump contro Volodymyr Zelenskyj ha visto il popolo, la gente comune, scendere nelle strade per sostenere la comunanza valoriale che dovrebbe affratellare i Paesi liberi e democratici nella lotta per non soccombere alle tirannie.
Mosca – L'Italia ha una grande tradizione nel mercato internazionale per la qualità dei suoi prodotti e dei macchinari che ne ha fatto, nel secondo Dopoguerra, la seconda fornitrice (dopo la Germania) dell'Urss prima e della Russia poi. Motivo di giusto orgoglio per i nostri imprenditori e lavoratori. C'è in particolare un'azienda che vanta una lunga tradizione come acciaieria: la Cividale spa. Nel 2012 ha aperto una filiale in Russia chiamata Bvk, una fonderia che fa parte della conglomerata Stankomash nella regione di Chelyabinsk, per un investimento di 4,5 milioni di euro. La collaborazione non si è interrotta quando la Russia ha invaso l'Ucraina.
Mosca – Mentre a quanto pare Donald Trump e Vladimir Putin inizieranno fra non molto a trattare il destino degli ucraini (sulle loro teste), la Russia sembra voler accelerare sul piano militare per conquistare più territori possibili del Donbas ancora sotto il controllo dell'esercito di Kiev.
Viaggio in un centro di riabilitazione per i soldati di Mosca amputati.
Il petrolio è la principale fonte di entrate della Federazione Russa, la risorsa più importante di qualsiasi altra materia prima del Paese (compreso il gas), senza la quale Mosca non potrebbe sostenere il resto dell'economia né tantomeno l'invasione dell'Ucraina iniziata quasi tre anni fa.
Mosca – Molti osservatori hanno ritenuto che le aperture di Trump a un colloquio diretto con Putin sulla guerra in Ucraina condurranno rapidamente a un accordo di pace. E che ‘l'età dell'oro' americana porterà – come fosse l'incontro di Pinocchio con il gatto e la volpe – a una stagione di sviluppo per l'economia russa, finalmente libera dai lacciuoli delle sanzioni, così come per quella ucraina grazie a una messe di investimenti occidentali. Tuttavia gli analisti delle testate online russe anti-Putin hanno alcune serie perplessità a riguardo.
Accerchiare Vladimir Putin. Dopo aver parlato con Xi Jinping e fatto sapere a Pechino che Cina e Stati Uniti possono andar d'accordo, Donald Trump ha lanciato messaggi distensivi pure al presidente della Corea del Nord, Kim Jong-un. «Vado d'accordo col leader nordcoreano. È un ragazzo intelligente, lo contatterò». L'obiettivo del presidente americano appare chiaro: far sentire il fiato sul collo a Putin.
Dall'evocativa cornice di Piazza Sofia, col proprio smartphone il presidente Volodymyr Zelenskyj ha registrato a braccio all'alba dell'altro ieri un toccante messaggio alla nazione, ricco di sentimento e votato a commemorare una giornata storicamente molto importante non solo per l'Ucraina: quella dell'unità.
La Royal Navy ha infatti individuato il passaggio di una nave spia russa nelle acque britanniche, come annunciato dal ministro della Difesa di Londra, John Healey, alla Camera dei comuni. «Voglio essere chiaro, si tratta di una nave spia russa usata per la raccolta d'informazioni e la mappatura d'infrastrutture sottomarine sensibili» ha spiegato, aggiungendo che trattasi della seconda nave spia individuata negli ultimi mesi.
Donald Trump è tornato ieri a parlare della guerra in Ucraina e del suo impegno per metterle fine al più presto. L'ha fatto a modo suo, mandando un messaggio chiaro al presidente Vladimir Putin, che il tycoon dovrebbe incontrare molto presto.
La somma dell'impantanamento russo in Ucraina (nonostante l'aggressione a freddo mossa da Mosca a Kiev) e della sconfitta in Siria dà come risultato una realtà assai amara per il Cremlino: la Russia di oggi non ha la forza per essere imperialista, anche se Putin vorrebbe tanto che lo fosse.
Una miscellanea, che nulla cambia se non – forse – per l'unico messaggio rivolto al nuovo presidente Usa Donald Trump: «Siamo pronti a tutto per evitare una sconfitta strategica». Dell'intervista del giornalista americano Tucker Carlson (ex Fox e vicino a Trump) al ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è questa la frase che resta.
Mosca – La scorsa settimana il rublo è tornato sulle montagne russe sfiorando al cambio ufficiale quota 115 contro l'euro e quota 108 contro il dollaro. La stessa divisa cinese si è messa a correre ed è stata scambiata quasi a 1 a 15. Si tratta di livelli molto simili a quelli che erano stati raggiunti all'inizio dell'invasione in Ucraina nel 2022, quando il dollaro raggiunse quota 126,50 contro il rublo.
Circa 2mila soldati russi al giorno vengono uccisi o feriti in maniera tanto grave da non poter tornare più a combattere al fronte. Prima dell'arrivo del gelido inverno, che potrebbe ghiacciare il terreno e precluderle l'avanzata in profondità nel territorio ucraino nonostante la netta superiorità numerica, Mosca ha deciso di intensificare la spinta contro le unità nemiche.
Ribaltiamo le paure occidentali. Nessuno si è allarmato più di tanto nel nostro benestante mondo quando Putin ha annunciato l'ingaggio di truppe nordcoreane per combattere sul fronte ucraino allo scopo di vincere la guerra. Al contrario di quanto accaduto dopo il via libera dato da Biden all'uso di Kiev dei missili Atacms per colpire in territorio russo.
Una volta che gli ucraini avranno esaurito i missili “Atacms” già in loro possesso, con Donald Trump alla Casa Bianca gli Usa continueranno a consegnarli a Kiev? Questo punto interrogativo non è l'incertezza di Scholz ma il vero dilemma che riguarda l'Occidente tutto, da Washington all'Unione europea.
«Sostieni il ritorno dell'Ucraina allo status di potenza nucleare?». Poche ore dopo la velata allusione del presidente Zelenskyj al ripristino dello scudo nucleare ucraino come unica deterrenza alternativa all'ingresso nella Nato, il noto media locale “Unian” ha posto qualche settimana fa questa domanda agli utenti del proprio canale Telegram, riscuotendo una valanga di consensi.
Nelle ore immediatamente successive al voto statunitense abbiamo assistito a un altro evento politico degno di nota: il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato la crisi di governo.
È la democrazia, bellezze. In Germania, dove il governo guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz è entrato in crisi dopo la rottura coi liberali (le elezioni decideranno la nuova maggioranza politica), il ministro dell'Economia Robert Habeck ha chiesto al Parlamento di approvare il nuovo fondo speciale per la difesa prima del voto anticito
Mosca – La girandola di voci degli ultimi giorni (alimentate da alcuni media americani) su possibili accordi di pace redatti da Trump e sulle ipotetiche telefonate tra i principali attori coinvolti nella crisi ucraina, ha fatto perdere di vista il reale approccio russo alla questione.
Se telefonando? Stando a una indiscrezione data dal quotidiano americano “The Washington Post”, il non ancora presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin si sarebbero sentiti nei giorni scorsi al telefono sulla situazione in Ucraina.
Mosca – L'iniziale distacco del Cremlino per la vittoria di Donald Trump si sta in queste ore trasformando in aperto entusiasmo. La dimensione del consenso ottenuto dal tycoon induce a pensare che si andrà quasi inevitabilmente al miglioramento delle relazioni fra Washington e Mosca e che il sostegno all'Ucraina si raffredderà fino a spegnersi.
Le elezioni americane hanno risvegliato, seppure lievemente, l'interesse per la politica nell'opinione pubblica russa, cloroformizzata dalla propaganda di regime
Mosca – Forse non è così vero che la storia non si ripete. Per esempio, l'imminente partecipazione di decine di migliaia di soldati nordcoreani a fianco di quelli russi sul fronte di Kursk fa tornare alla memoria lo scontro che si ebbe nel 1950 sul 38esimo parallelo tra alleati occidentali e regimi comunisti e che condusse poi tre anni dopo alla formazione delle due Coree.
Quanto anticipato sabato dal presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskyj – e cioè che, a causa della mancanza di decisioni forti da parte dei partner occidentali che ha incoraggiato Putin a investire nel terrorismo, il suo Paese si sarebbe presto trovato costretto a combattere effettivamente controla Corea del Nord in Europa – s'è alla fine verificato.
Nella riunione di venerdì scorso la Banca centrale russa ha alzato il tasso di riferimento dal 19 al 21%. Si tratta di un aumento atteso ma di gran lunga superiore alle aspettative, che porta il costo del denaro al livello più alto della storia moderna della Russia
È arrivato il tempo di cambiare il G20. Trattasi di riflessione che i Paesi occidentali, le grandi democrazie dagli Stati Uniti a quelle europee, dovrebbero cominciare a porsi visto che quest'anno, ancor prima che si tenga il vertice in Brasile fra i leader, è già arrivata una comunicazione sconfortante che evidenzia quanto sia ormai depotenziato questo tipo di vertice.
Ci mancava la Canossa a casa di Vladimir Putin durante il vertice Brics, di cui si è reso protagonista il segretario generale dell'Onu António Guterres recandosi a Kazan.
Molti soldati coreani stanno scegliendo di disertare il fronte perchè non hanno alcuna intenzione di morire per la Russia. Non senza rischi e conseguenze. Del resto quali ragioni hanno per combattere contro l'Ucraina?
Sono giorni intensi a Seul: mentre le voci sul coinvolgimento di truppe nordcoreane nel conflitto in Ucraina si facevano sempre più insistenti, l'intelligence sudcoreana ha deciso di diffondere immagini che documentano l'invio di uomini in Russia da parte di Pyongyang.
Comincia oggi a Kazan, in Russia, il vertice dei Brics con Vladimir Putin che riceverà il presidente cinese Xi Jinping, il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente turco Recep Erdoğan
Le ultime due principali banche occidentali presenti in Russia stanno incontrando difficoltà a cedere le loro attività e a lasciare il Paese, come richiesto dalla Banca centrale europea, dopo che Mosca ha chiarito che impedirà la vendita delle loro unità locali a qualsiasi acquirente potenzialmente soggetto alle sanzioni occidentali
Absit inuria verbis, sono esattamente i sentimenti che deve aver provato la vice presidente del Parlamento europeo Pina Picierno quando si è accorta che appunto il suo compagno di partito stava sponsorizzando un evento filo-Putin che poteva caratterizzarsi addirittura come apologia di genocidio.
Kyiv – Nel corso del briefing coi giornalisti successivo alla riunione del Consiglio europeo, il presidente Zelenskyj ha spiegato a chiare lettere ciò che il ‘piano per la pace' (descritto ieri su queste pagine) lasciava intendere fra le righe: «O l'Ucraina riceverà le garanzie di sicurezza che solo un'alleanza come la Nato può darle, oppure saprà dotarsi in breve tempo del deterrente nucleare di cui s'è spogliata per onorare le reclamate garanzie di pace altrui».
Mosca – Secondo quanto è trapelato da una fonte riservata che spesso si è rivelata credibile, la scorsa settimana l'assistente del presidente della Federazione Russa Nikolaj Patrušev, già direttore dell'Fsb, avrebbe comunicato a Vladimir Putin i nuovi dati delle perdite militari dell'esercito russo dall'inizio del conflitto con l'Ucraina.
Ci mancava lo XiPut, la sinergia sempre più salda fra Russia e Cina, con l'ambizione di scompigliare gli equilibri globali. Sì, perché l'asse fra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo russo Vladimir Putin, a dispetto delle relazioni storiche mai tenere fra Pechino e Mosca, assomiglia sempre di più a una sfida sincronizzata contro l'Occidente.
Dopo la sfortunata controffensiva ucraina del 2023 gli oligarchi russi si sono convinti che la penisola crimeana resterà definitivamente nelle loro mani e hanno messo a punto i piani per spartirsela sotto l'immancabile supervisione del capo del Cremlino.
Mosca – Il 7 ottobre il Comitato investigativo di Saratov, città della Russia meridionale bagnata dal Volga, ha arrestato un uomo di 35 anni accusato di aver ucciso una donna di 27. Sarebbe un ‘normale' caso di cronaca nera, come se ne sentono purtroppo tanti in giro per il mondo, se non fosse che Azamat Iskaliev, il presunto assassino, era un reduce della guerra in Ucraina che si era accomiatato solo qualche settimana fa dall'esercito.
Per tutta la settimana seguente alla caduta di Vuhledar, le Forze armate russe hanno continuato a registrare progressi lenti ma costanti. Questo conferma la volontà russa di riprendere il controllo del Donbas ucraino, anche a costo di enormi perdite umane.
L'industria russa del carbone è entrata in una crisi profonda: il settore sta pagando duramente la perdita dei mercati occidentali, il crollo dei prezzi globali e il calo della domanda dei “Paesi amichevoli”.
Dopo oltre dieci anni di guerra russa in Ucraina – di cui ormai quasi tre su vasta scala – e d'assedio alle democrazie, l'approccio italiano all'aggressione lanciata da Mosca appare tuttavia ancora fumoso e lacunoso, tanto da spingere i Radicali Italiani a presentare un esposto all'Agcom (depositato lo scorso 30 settembre) per chiedere l'immediata rimozione d'oltre 180 documentari prodotti da “Russia Today”, liberamente circolanti in Rete nonostante la sospensione – a norma dei regolamenti dell'Unione europea – di quello e d'altri canali come “Sputnik”.
Mosca – Dopo che qualche settimana fa centinaia di medici russi hanno denunciato con coraggio che Alexei Navalny è stato ucciso in carcere, nuove rivelazioni vanno a corroborare questa tesi.
Le ideologie anti liberali a servizio di Putin. L'ultimo caso di Natalia Melentyeva
Il nuovo segretario della Nato ha subito definito le sfide più urgenti per l'alleanza
La tensione fra Russia e Giappone è in aumento: Tokyo ha presentato una protesta formale a Mosca dopo che un suo velivolo militare ne ha varcato tre volte lo spazio aereo il 23 settembre – al largo dell'isola di Hokkaido.
Per capire quali siano le intenzione di Putin per i prossimi anni in Ucraina, basta dare un'occhiata alla bozza di legge di bilancio della Federazione Russa per il 2025, in cui si prevede un aumento vertiginoso delle spese militari
"Non sono persone": quest'espressione è senza dubbio la più ricorrente in Ucraina per descrivere i russi. Difficile descrivere diversamente chi spara bombe aeree plananti contro civili fermi immobili nel centro di Zaporizhzhia