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Comunicazione Non Violenta con Davide - Episodio s4-e07 TLDR In questa puntata Davide ci introduce alla Comunicazione Non Violenta (CNV), il metodo sviluppato da Marshall Rosenberg per costruire connessioni autentiche con noi stessi e con gli altri. Il cuore della CNV sono quattro passi: Osservare i fatti senza interpretazioni Riconoscere i propri sentimenti Identificare i bisogni sottostanti Formulare richieste concrete Emanuele e Francesco hanno lavorato su esempi concreti delle loro vite, e devo dire che è stato più difficile del previsto. Hanno scoperto che dietro la rabbia c’erano delusione e solitudine, e che bisogni di riconoscimento, supporto e complicità non venivano soddisfatti. Davide ci ha lasciato con un’immagine potente: la CNV è una zattera per attraversare il fiume del nostro retaggio culturale. Non è il punto di arrivo, ma lo strumento per raggiungere l’incontro vero con l’altro. In Sintesi Davide fa parte del gruppo Realmen dell’Emilia-Romagna e negli ultimi anni si è appassionato profondamente alla Comunicazione Non Violenta. Tutto è iniziato nel 2020 con un libro trovato sulla scrivania del fratello: Preferisci avere ragione o essere felice? di Marshall Rosenberg. Colpito dalla frase ogni azione umana nasce dal desiderio di soddisfare un bisogno, ha iniziato a studiare, fare corsi, leggere, e ora condivide questo strumento con altri. La struttura della CNV La Comunicazione Non Violenta si sviluppa su tre ambiti che formano un triangolo: Autoconnessione: la capacità di ascoltarsi e comprendere cosa accade dentro di sé Espressione onesta: condividere con l’altro quello che si sta vivendo Ascolto empatico: aiutare l’altro a rivelare cosa sta vivendo Per muoversi in questi tre ambiti Rosenberg ha identificato quattro passi: Osservazione, Sentimenti, Bisogni e Richieste. I quattro passi applicati Davide ci ha chiesto di condividere esempi concreti per lavorarci sopra. Manu ha raccontato di una dinamica tipica di casa sua: a fine pranzo quando si alza per fare il caffè non dice nulla, ma puntualmente la madre chiede “qualcuno mette sul caffè”? - è una cosa che lo infastidisce perché sente che il suo contributo e la sua iniziativa non vengono visti. Ho condiviso un episodio recente: ero fuori con degli amici, e uno di loro ha detto a mia moglie “tuo marito non conosce proprio il limite, esagera sempre”. E lei ha risposto “è proprio così, non conosce il limite”. Questo mi ha dato molto fastidio. Osservazione: distinguere i fatti dalle interpretazioni Il primo passo è descrivere quello che è successo oggettivamente, come se lo registrasse una videocamera. Nel mio caso: “Il mio amico ha detto a mia moglie ’tuo marito non conosce il limite, esagera’ e lei ha risposto ‘è proprio così, non conosce il limite’”. Davide è stato molto chiaro su questo: se avessi aggiunto “sbottando” o “con tono negativo” sarei già entrato nelle mie interpretazioni. L’osservazione deve rimanere pulita dai giudizi. Sentimenti: riconoscere le emozioni vere Qui è emersa una distinzione fondamentale. Quando ho detto che mi sentivo “offeso, sminuito, non compreso, calunniato”, Davide mi ha fermato. Questi non sono sentimenti veri, sono pseudo-sentimenti. Perché quando dico “mi sento offeso” sto implicitamente dicendo che qualcuno mi sta offendendo - sto dando la responsabilità all’altro. I sentimenti veri parlano di me, non dell’altro. Manu ha detto “infastidito, irritato” - quelli sì sono sentimenti. Io, andando più a fondo, ho riconosciuto che sotto c’erano delusione, rabbia, ma anche solitudine. Bisogni: identificare cosa manca I bisogni sono universali, presenti in ogni essere umano. Rosenberg li chiamava “la scintilla del divino” in noi. E qui viene il punto cruciale: i bisogni sono tutti ugualmente importanti. Non esistono bisogni di Serie A e bisogni di Serie B. Nel caso di Manu, i bisogni erano: fiducia, riconoscimento, essere visto nel suo contribuire. Nel mio caso, Davide ha identificato: bisogno di supporto, di complicità, di essere visto per chi sono davvero. E questo mi ha colpito, perché è vero. In quel momento mi sono sentito solo, volevo che mia moglie fosse dalla mia parte. Davide ha fatto anche un’osservazione importante: probabilmente mia moglie in quel momento aveva lo stesso bisogno - voleva supporto, voleva che io capissi le sue paure quando faccio cose che lei considera spericolate. Stesso bisogno, strategie completamente diverse. Richieste: il passo più difficile La richiesta deve essere concreta, misurabile, nel presente, e soprattutto aperta al “no”. Altrimenti non è una richiesta, è una pretesa. Manu avrebbe potuto chiedere a se stesso di comunicare prima (“metto su il caffè, chi lo vuole?”), oppure chiedere a sua madre: “Sei disposta la prossima volta ad aspettare qualche minuto prima di chiederlo?” Nel mio caso, la richiesta istintiva sarebbe stata “ma la smetti di rompere?” - che ovviamente non funziona perché chiedo all’altro di NON fare qualcosa. Le richieste devono essere positive, chiedere di fare qualcosa. Davide mi ha suggerito: “Tesoro, quello che hai detto mi ha toccato. Possiamo parlarne dopo? Voglio farti capire come mi sono sentito. Come ti senti quando ti dico questo?” La resistenza Devo essere onesto: in quel momento della conversazione ho realizzato che non ero disponibile a fare quella richiesta. Nella dinamica che ho con mia moglie, quella frase sarebbe stata un assist per aprire un altro conflitto. Lei mi avrebbe risposto che non accetto le critiche, che voglio essere perfetto ecc. Me ne sono uscito da questa conversazione sentendomi sconfitto. Non perché la CNV non sia valida, ma perché ho capito che quella montagna per me oggi è troppo ripida. Ho bisogno di gradualità, di partire da cose più semplici. La zattera e il fiume Davide ci ha lasciato con un’immagine bellissima. Immaginate un luogo sacro dall’altra parte di un fiume. Per arrivarci dovete attraversare il fiume, e per farlo usate una zattera. Ma una volta arrivati dall’altra parte, non ha senso continuare a portarvi la zattera sulle spalle. La CNV è quella zattera. Il fiume sono le acque del nostro retaggio culturale, del modo in cui siamo abituati a comunicare e che ci impedisce di arrivare all’incontro vero con l’altro e con Dio. La CNV non è il fine, è lo strumento. E come ogni strumento serio - lo studio, l’agricoltura, qualsiasi mestiere - richiede tempo, dedizione, pratica. Non si può improvvisare. Ma Davide ci ha convinti di una cosa: vale la pena provarci. Esercizio pratico Davide ci ha lasciato con un esercizio semplice ma potente: appena sveglio, quando pensi “oggi DEVO fare questa cosa”, fermati e sostituiscilo con “scelgo di fare questa cosa perché…”. La risposta a quel “perché” è un bisogno. E scoprirai che è sempre così - c’è sempre un bisogno dietro. O scoprirai che quella cosa proprio non la devi fare, e allora devi cambiare qualcosa nella tua vita. Buon lavoro! Fra Frasi più significative “Ogni azione che noi compiamo è mossa dal desiderio di soddisfare un bisogno, anche le più tragiche azioni che l’umanità compie.” - Davide citando Rosenberg “Il sentimento è quella spia che mi dice quando qualcosa funziona o non funziona, è il modo in cui il mio corpo mi comunica se a livello dei bisogni sono soddisfatto o non soddisfatto.” - Davide “C’è una differenza abissale tra dire ‘mi sento offeso’ e dire ‘sono deluso’. Dentro c’è questa delusione e questo parla di te, parla di Francesco in questo momento.” - Davide “In definitiva il bisogno profondo io lo riassumo nell’amare e nell’essere amato. E questa cosa del maschile è molto legata all’essere all’altezza.” - Manu Risorse aggiuntive Organizzazione ufficiale A chi piace andare dritto alla fonte, ad oggi nel mondo la CNV è portata avanti ufficialmente dal Center for Nonviolent Communication, l’organizzazione fondata da Marshall Rosenberg. Libri I libri sulla CNV li trovi su Centro Esserci. Il “manuale” di riferimento è “Le parole sono finestre oppure muri” di Marshall Rosenberg. Corsi e formazione in Italia Centro Esserci - Libri, corsi in presenza e online Connecting2Life - Corsi e percorsi di CNV Comunicazione Non Violenta Italia - Associazione italiana per la CNV Strumenti pratici Elenco di sentimenti e bisogni - Un elenco (tra i tanti) che aiuta a costruire un vocabolario per identificare sentimenti e bisogni nella pratica della CNV.
Voglio condividere oggi la storia più inquietante della mia giovinezza. Una storia che ha ridisegnato i miei confini tra il sacro e il profano, tra il potere e la dannazione. Una storia che spiega perché non scherzo mai con il vero lavoro interiore.https://www.spazioazzurro.net/20251016/documenti/in-quel-momento-compresi-che-non-era-uno-scherzoDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-spa-dell-anima--4291391/support.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8331LA BAMBINA CHE SALVO' LA MADRE DA UNA VITA DI PECCATO di Marco e Caterina Vinciguerra Laura del Carmen Vicuña Pino nacque a Santiago del Cile il 5 aprile del 1891 da José Domingo, un militare in carriera di nobile famiglia, e da Mercedes Pino, una sarta di umili origini.Nell'anno della sua nascita, in Cile scoppiò una guerra civile e, a causa delle differenti idee politiche, la famiglia Vicuña fu costretta a fuggire verso il sud del paese stabilendosi nel piccolo borgo di Temuco e qui, tra tantissime difficoltà, nacque la sorellina di Laura, Giulia Amanda.Tre anni dopo il papà di Laura morì e la moglie, per le gravi difficoltà economiche, come era usanza comune a quei tempi, decise di andare in Argentina "a cercare fortuna" con le due figlie di 8 e 3 anni.Donna Mercedes aveva un solo desiderio: lavorare per mantenere e dare un futuro alle sue figlie. Per avere un buon tenore di vita e garantire gli studi alle figlie, accettò di convivere con il ricco imprenditore agricolo Manuel Mora. Per questo la famiglia Vicuña andò a vivere in uno dei possedimenti di Mora a Quilquihuè. Nel 1900 Donna Mercedes iscrisse le figlie a Junìn de los Andes in una missione-scuola aperta da poco delle Figlie di Maria Ausiliatrice, il ramo femminile dei Salesiani fondato da San Giovanni Bosco.In collegio Laura, stando con le suore e grazie anche al suo confessore, don Augusto Crestanello, imparò come vivere con Gesù. Da subito si distinse per la volenterosa applicazione nello studio, per la bontà e la generosità nell'aiutare gli altri e per l'intensità della sua vita interiore.L'UNICO SCOPO DELLA SUA VITAUn giorno, ascoltando una lezione di catechismo sul sacramento del Matrimonio, Laura comprese la situazione di peccato nella quale viveva la mamma, capì anche perché durante le vacanze alla fattoria la madre non si accostava ai sacramenti e perché la facesse pregare di nascosto. Da questo momento la salvezza della mamma diventò per Laura l'unico scopo della sua vita: intensificò la preghiera, cercò tutte le occasioni per fare sacrifici a tal punto che per la mamma offrì la sua vita a Dio.Non potendo essere ammessa ufficialmente come postulante delle Figlie di Maria Ausiliatrice a causa della condotta della madre, Laura, nel 1902, a soli 12 anni, fece in forma privata i voti di povertà, castità e obbedienza impegnandosi a ricevere tutti i giorni Gesù nella santa Comunione e a confessarsi frequentemente.Durante le vacanze scolastiche le due sorelle tornavano a casa e Mora, invaghitosi di Laura, più volte cercò di corromperla, ma la ragazza lo respinse sempre. Per vendicarsi, Mora decise di non pagare più la retta del collegio alle due sorelle. Ciò nonostante le due ragazze, per via della loro difficile situazione familiare, furono accolte lo stesso dalla scuola, però non più come semplici scolare ma come interne addette alla casa delle suore con dei compiti da svolgere.In seguito, per aver aiutato le suore a mettere in salvo le compagne di scuola in seguito a una grande inondazione, Laura si ammalò gravemente.UNA VITA OFFERTASolo sul letto di morte Laura confessò alla madre di aver offerto la propria vita in cambio del suo ritorno alla fede cristiana e le fece promettere di tornare a vivere in grazia di Dio. Laura morì giovanissima il 22 gennaio 1904, non aveva ancora compiuto 13 anni! La mamma mantenne la parola data alla figlia morente: lasciò Mora, dopo essersi confessata.Laura fu beatificata da Giovanni Paolo II il 3 settembre 1988 e la sua salma è venerata nella cappella delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Bahìa Blanca in Argentina.Questa ragazza soltanto in apparenza può sembrare come tante altre ragazze: la sua vita è un esempio di fede incrollabile. È determinata nel suo proposito: «O mio Dio, voglio amarti e servirti per tutta la vita; perciò ti dono la mia anima, il mio cuore, tutto il mio essere. Voglio morire piuttosto che offenderti col peccato».Durante le attività ordinarie Laura diceva: «Per me pregare o lavorare è la medesima cosa; è lo stesso pregare o giocare, pregare o dormire. Facendo quello che mi viene chiesto di fare, compio quello che Dio vuole che io faccia, ed è questo che io voglio fare; questa è la mia migliore preghiera».La sua testimonianza di amore e speranza mostra come la preghiera possa trasformare le difficoltà in opportunità di grazia e insegna a non arrenderci mai. La sua vita ci ricorda che ogni difficoltà può essere affrontata con la fede e che possiamo diventare strumenti di amore e di consolazione per chi ci circonda.
Il nuovo rapporto di Foodrise indica l'enorme impatto di poche aziende di allevamenti di carne e latticini a livello globale, e la loro capacità di rimanere nell'ombra. Con l'aiuto di Giulia Innocenzi, raccontiamo il funzionamento della lobby della carne e le soluzioni che si possono attuare per ridurre l'impatto del settore. Mancano 5 anni al 2030 ma l'Agenda 2030 non sta benissimo: nel nuovo rapporto di Asvis, solo il 18% degli obiettivi sarà realizzabile entro il 2030. Anche l'Italia ha pochi obiettivi che migliorano dal 2015 ed è più indietro rispetto alla media dei paesi europei.In Alto Adige, è stato ritrovato un coleottoro che si credeva scomparso da tempo: il coloratissimo carambice alpino. Nelle foreste di Caldaro, infatti, la biodiversità e la conservazione hanno fatto sì che fosse possibile ripristinare l'ecosistema alpino. L'iniziativa di legge popolare “Voglio votare fuorisede” Rassegna stampa: Roasting the Planet: Big Meat and Dairy's Big Emissions Agenda 2030, obiettivi fuori fuoco: Ue e Italia adesso arretrano, Simone Santi
Edoardo Leo e Giacomino si incontrano per parlare di cinema, ma finiscono per parlare di vita. Dai 31 anni di gavetta ai set con Woody Allen e Liliana Cavani, Edoardo racconta la sua storia con la naturalezza di chi non ha mai smesso di osservare il mondo con curiosità. C'è l'eredità di Gigi Proietti, l'amore per il teatro, il coraggio di mettersi in gioco e la consapevolezza che ridere — anche di sé stessi — è la forma più alta di saggezza. Tra aneddoti irresistibili e riflessioni sincere, Edoardo condivide l'anima dietro i ruoli, la memoria come atto d'amore e la forza di restare umani anche nel successo. Un episodio che celebra la commedia come linguaggio dell'anima. Produced by Corax Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Oggi… non voglio raccontarvi una storia. Voglio ricordare.Ricordare uomini, padri, figli, fratelli. Uomini che hanno lasciato la loro terra con una valigia di cartone e un sogno nel cuore. Uomini partiti dalle montagne dell'Appennino modenese, dalle valli dove il pane era poco e la speranza ancora meno. Sono partiti inseguendo un'illusione: quella di un lavoro, di una casa, di una vita migliore.E invece hanno trovato il buio. Un buio profondo, fatto di carbone, sudore e silenzio.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/ventunesima-regione--4532453/support.
"Non sono portato per il flamenco" è una frase che gli insegnanti di flamenco, che insegnino musica, canto o danza, hanno sentito molte volte. Tutti gli insegnanti anche di altre materie hanno sentito più volte questa frase. E' un pensiero autosabotante, o quanto meno un sistema per non predersi la responsabilità di imparare qualcosa. Imparare non significa riuscire benissimo, ma significa confrontarsi con qualcosa di nuovo, sperimentare.Il nostro cervello è molto plastico, e resta tale per tutta la vita, non solo quandi è giovani, come si credeva fino a qualche tempo fa. Questa plasticità ci rende possibile modificare delle autoconvinzioni autosabotanti che abbiamo. Molte persone dicono "Se non lo faccio bene, allora non lo faccio!" ma se viviamo così e ogni cosa diventa un impegno e un dovere, anziché una scelta, e la vita perde il suo lato gioioso per convertirsi in una infinita somma di doveri. Una domanda che mi viene in mente è sempre "Ma perché dovrei essere portato per fare una cosa per divertimento?". Quindi se vado al cinema non posso vedere un film che parla di un argomento che non conosco... Perché per le cose artistiche bisogna subito dire "non sono dotato o sono dotato"? Dotato per che cosa? In base a quali canoni? Qual è l'obiettivo, quando mi iscrivo ad un corso? Voglio distrarmi, voglio divertirmi, esplorare qualcosa che mi piace, voglio tenermi in forma, voglio diventare il primo della classe...E qui occorre parlare della identificazione: ci identifichiamo così tanto con i nostri pensieri da farli diventare delle verità assolute. La psicologia cognitiva ci dice che i pensieri sono mometni in cui la mente interpreta la realtà e le dà un valore personale. Quando esprimo un giudizio sulla realtà il mio pensiero facilmente diventa un dogma. E tutti mettiamo dogmi invalidanti nella nostra vità, soprattutto quell del tipo "non sono in grado". "Non sono dotato" è un pensiero e come tale dovrebbe essere suscettibile di modifica. Ma quando ho un pensiero giudicante non riesco a separare i fatti dall'interpretazione che ne ho. Se penso che non sono capace, troverò tutte le scuse perconfermare questo pensiero invalidante. La nostra mente fa questo, pur di dimostrare di avere ragione. Saremo capaci di modificare il nostro sentire, la nostra capacità di stare nel corpo, la nostra intera vita, pur di darci ragione. Il nostro sistema neurocognitivo dovrebbe coniugare ciò che so con ciò che sento e con l'esperienza, facendolo diventare un'idea, ma spesso i pensieri sono frutto di paure, di giudizi, magari di altre persone. E spesso i pensieri sono autosabotanti. Che spesso sono alibi: mi possono sottrare a qualcosa che mi avrebbe potuto mettere in discussione, non facendomi correre il rischio di... avere successo, di riuscire a fare ciò che sto facendo con soddisfazione. Torniamo al flamenco. Per definire se sono portato o meno per il flamenco, devo prima stabilire degli obiettivi. Le persone che normalmente affrintano un corso amatoriale, come i miei allievi, non hanno l'obiettivo di essere dei professionisti, il primo giorno, o i primi tempi. Il fatto di non essere i primi della classe all'inizio è quasi obbligatorio. Se il mio obiettivo resta imparare, allora sono molto portata per il flamenco, ma se il mio obiettivo è di essere subito brava, non riuscirò ad imparare: solo attraverso tentativi ed errori posso imparare. Se mi concdentro sul non sbagliare mi sto autosabotando. Non rusciamo far stare zitta la mente, che vuole sempre dare una specie di recensione a ciò che stiamo facendo. E' una cosa culturale! Ogni errore è una occasione per imparare delle cose. Se cerco di non sbagliare salto delle lezioniCiò che muove le persone a fare flamenco da sempre è l'esigenza di avere cose da raccontare e condividere. L'aspetto egoico nel flamenco è un fenomeno moderno, che ha a che fare con il mondo dello spettacolo, il desiderio di diventare ricchi, ma questo non ha a che fare con la tradizione. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985 e insegno baile flamenco dal 1990 a Milano, al Mosaico Danza, e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance. Sono appassionatissima di pedagogia, di psicologia, di neurologia e di neuroscienze in generale. E quando insegno tengo sempre presenti tutti questi aspetti. Ciò che è importante è considerare tutti gli aspetti del vantaggio che posso avere nello studio del flamenco. Il percorso di studi nell'ambito del flamenco diventa un aspetto collaterale di un fenomeno molto più largo, nel quale pensare se sono o non sono portato è molto marginale. Mi viene in mente una frase di Karl Popper: “Whenever a theory appears to you as the only possible one, take this as a sign that you have neither understood the theory nor the problem which it was intended to solve.” Ogni volta che una teoria sembra l'unica verità possibile, tieni presente che questo è un segnale che non hai capito la teoria stessa o non hai capito il problema che la teoria avrebbe cercato di risolvere.Ogni volta che sono un assolutista e che la mia teoria diventa un dogma innegabile e non, come la vita, qualcosa di mutabile, mi devo rendere conto che i miei stessi pensieri devono essere un prodotto dinamico e non un dogma.Come la vita, i nostri pensieri devono essere confutabili e provvisori. Questa è proprio la loro essenza, ed è l'essenza stessa della vita!
Koni De Winter, difensore del Milan, ha rilasciato alcunedichiarazioni a Nieuwsbald Sport, parlando del suo approdo inrossonero.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/radio-rossonera--2355694/support.
Giulia ha 32 anni ed è originaria di Cesena, dove è cresciuta in una famiglia benestante, con il mantra di andare bene a scuola perché «un buon titolo uguale a un buon stipendio, uguale a una sicurezza», le dicevano i suoi. Finito il liceo, Giulia vorrebbe studiare Medicina. Quando però non riesce a superare il test di ammissione, sceglie una facoltà che le sembra affine, Farmacia, e si trasferisce a Bologna. Ma già dal secondo anno si accorge che quel percorso non ha nulla a che fare - lavorativamente parlando - con Medicina. Potrebbe continuare, protetta dalla sicurezza dei genitori che le pagano retta e affitto. Ma è proprio quella sicurezza che inizia a pesarle, così decide di rinunciare agli studi e comincia a lavorare full time in un bar. Per la prima volta, riesce a mantenersi da sola. Però, non si sente realizzata. «Avevo 22 anni, ma mi sentivo come se avessi sbagliato strada, senza alcun modo per cambiare o capire davvero cosa volessi fare».Proprio allora fa un incontro destinato a cambiare la sua vita. Conosce un uomo più grande di lei, che diventerà il suo compagno, e che, dopo essere nato in una famiglia umile e aver lavorato in fabbrica, all'età di trent'anni ha iniziato a seguire il suo sogno di lavorare nel cinema. «Lui mi ha mostrato che non esistono tappe prestabilite e che le strade possono essere ripercorse a ritroso». Da quel momento, Giulia inizia a guardare ogni aspetto della sua vita da una prospettiva diversa: parte per esperienze di volontariato all'estero e si concede finalmente la libertà di seguire una strada che sente sua. Si iscrive alla Facoltà di Cooperazione Internazionale a Bologna, e nel frattempo trova lavoro in un centro di accoglienza. Finita la Triennale, nasce il loro primo figlio e Giulia decide di proseguire gli studi in Gestione dei fenomeni migratori. Dopo la nascita del secondo figlio, il contratto al centro di accoglienza non viene rinnovato e Giulia decide di rimettersi in gioco iscrivendosi a un Master in Fundraising. Per ora, Giulia dal Master ha ottenuto solo uno stage extra-curricolare in un'organizzazione no-profit. Gratuito. Da una parte sente che è legittimo prendersi dei «periodi in cui si mette in pausa l'idea di ricevere uno stipendio, perché poi magari questo porterà a qualcosa di più bello, più soddisfacente e anche forse più redditizio». Ma fa fatica a staccarsi dallo schema culturale che ha assorbito da bambina, per cui al primo posto c'è lo stipendio e la stabilità che ne deriva. Giulia in questo momento è in viaggio. Giulia in questo momento è in viaggio. Sta cercando di arrivare alla sua sintesi - unica e personale - di tutti i condizionamenti ricevuti nel percorso. È un viaggio affascinante, ma scandito da paure e sensi di colpa.
“Non so cosa voglio davvero”. Come gestire una crisi di identitàHai presente quel momento in cui ti chiedono “che cosa vuoi davvero?” e tu… non lo sai più? In questo episodio apro la mia crisi d'identità (quasi 40, tre figli, due aziende, un trasloco importante) e condivido il percorso in 4 passi che mi sta aiutando a rimettere ordine senza tradire me stessa:Svuota-mente concreto: dal cervello alla carta (e perché serve un quaderno “fisico”).Produttività ≠ Valore: come passare dal “fare tanto” al fare ciò che dà significato (settimana ideale).Stagioni della vita: scegliere poche cose giuste per adesso, non per sempre.Decisioni e pace: se non hai la risposta, lavora sul come (apertura, gratitudine, presenza) e lascia arrivare il quando.Parliamo di controllo, perfezionismo, villaggio (quello vero e quello “pagato”), casa-lavoro-bambini, e della libertà di semplificare, delegare o eliminare senza colpa. Non è un episodio di ricette facili: è un invito a trattarti con più realtà, meno narrativa, e tanta gentilezza.Non devi scegliere chi sarai per sempre. Devi scegliere cosa ha valore in questa stagione — e dare a quella scelta spazio, aiuto e rispetto.Se questa puntata ti è stata utile, condividila con chi sta attraversando un passaggio simile.Lascia una recensione sulla piattaforma in cui ascolti: aiuta tantissimo il podcast a crescere.
“Non so cosa voglio davvero”. Come gestire una crisi di identitàHai presente quel momento in cui ti chiedono “che cosa vuoi davvero?” e tu… non lo sai più? In questo episodio apro la mia crisi d'identità (quasi 40, tre figli, due aziende, un trasloco importante) e condivido il percorso in 4 passi che mi sta aiutando a rimettere ordine senza tradire me stessa:Svuota-mente concreto: dal cervello alla carta (e perché serve un quaderno “fisico”).Produttività ≠ Valore: come passare dal “fare tanto” al fare ciò che dà significato (settimana ideale).Stagioni della vita: scegliere poche cose giuste per adesso, non per sempre.Decisioni e pace: se non hai la risposta, lavora sul come (apertura, gratitudine, presenza) e lascia arrivare il quando.Parliamo di controllo, perfezionismo, villaggio (quello vero e quello “pagato”), casa-lavoro-bambini, e della libertà di semplificare, delegare o eliminare senza colpa. Non è un episodio di ricette facili: è un invito a trattarti con più realtà, meno narrativa, e tanta gentilezza.Non devi scegliere chi sarai per sempre. Devi scegliere cosa ha valore in questa stagione — e dare a quella scelta spazio, aiuto e rispetto.Se questa puntata ti è stata utile, condividila con chi sta attraversando un passaggio simile.Lascia una recensione sulla piattaforma in cui ascolti: aiuta tantissimo il podcast a crescere.
Protagonista della puntata numero 116 di Mondo Triathlon, la rubrica di Dario Daddo Nardone in onda su Bike Channel, èALICE BETTOOgni lunedì dalle 19.00 il nuovo episodio sul canale youtube @DaddoSport, tutte le puntate di Mondo Triathlon:https://www.mondotriathlon.it/mondoGuarda Mondo Triathlon anche sui canali di Bike Channel:- SKY Canale 222- DTT Canale 259- DTT Canale 60 tasto rosso SI- www.bikechannel.it#daddocè #mondotriathlon #ioTRIamo ❤️#triathlon #trilife #fczstyle #passionetriathlon
Ospite della puntata è il cantautore nonché mio amico Fabio Poli con cui collaboro spesso e volentieri da ormai un bel pò di anni! Voglio lasciarvi una frase contenuta nel primo brano che abbiamo fatto assieme "Canzone di quell'estate lì " (dopo ci siamo specializzati sul Natale...) "A 15 anni volevo soltanto fare un gruppo rock...che assomigliasse un pò agli stones.." Perché in epoca pre-internet pre-social e pre-tutto se nascevi in un paese di provincia con più fossi che bar suonare in una band era d'obbligo! Nonché l'inizio di un "tutto"... Buon "play"....
Il Messaggio di Oggi: “MA VOGLIO CHE SAPPIATE CHE IL CAPO DI OGNI UOMO È CRISTO” • 1 Corinzi 11:3 • 2 Corinzi 11:2 • Giovanni 5:20 • Giovanni 14:31 • Giovanni 14:30 • Giovanni 14:28 • Giovanni 17:4 • Genesi 2:24 • Matteo 18:19 • Giovanni 14:9 • Giovanni 14:11 • Giovanni 8:54 • Giovanni 8:29 • Luca 6:31 • Giovanni 4:34 • Filippesi 2:3 • Filippesi 2:5-6 • Filippesi 2:8 • Genesi 3:16 • 1 Timoteo 2:8-10 • Efesini 5:24 • 1 Timoteo 2:11-13 • Genesi 2:18 • 1 Timoteo 2:14-15 • Colossesi 1:18 • Efesini 5:23--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
Obiettivo Leader - Il podcast italiano interamente dedicato alla leadership
Ogni contesto ha le sue criticità.Ogni squadra ha dei meccanismi, visibili e invisibili, per gestire le criticità (molto spesso è il leader che li trasmette).Voglio parlarti di questo argomento prendendo spunto dal comportamento della Nazionale Italiana di Pallavolo che si è appena laureata campione del mondo.Buon ascolto e buona leadership!----------------------ACQUISTA IL MIO LIBRO SU AMAZONUn'impresa sportiva - 19 lezioni di leadership e management riprese dallo sport per gestire con successo il team in azienda.----------------------SEGUI IL CANALE INSTAGRAM https://www.instagram.com/obiettivo_leader/ ----------------------CONTATTI E NEWSLETTERSe vuoi metterti in contatto con me aggiungimi su Linkedin.Se invece vuoi ricevere riflessioni e approfondimenti legati ai temi della leadership e avere l'estratto del mio libro, iscriviti alla mia NEWSLETTER GRATUITA ----------------------CHI SONOSono Roberto De Angelis e mi occupo di formazione e coaching per manager, aziende e tutte quelle persone o contesti che hanno bisogno di migliorare le competenze legate allo sviluppo della leadership e alla gestione del team. Guarda la mia storia cliccando qui: https://roberto-deangelis.com/chi-sono/----------------------
....ci sono notti in cui vorrei credere in dio, nell'universo o in qualsiasi altra "entità " per poter esprimere un desiderio...o meglio...una preghiera.
Healthy Busy Life - Cambia la tua vita, un'abitudine alla volta
Quante volte hai detto o pensato: “Non sono felice, ma non so nemmeno cosa voglio davvero”? È la frase che ascolto ogni giorno parlando con decine di donne proprio come te: impegnate, brillanti, con vite piene, che però si sentono sospese in uno stato di stallo e impotenza. In questo episodio del podcast voglio farti vedere che non è una condanna: quella sensazione può diventare il punto di partenza più potente della tua vita. Ti parlo non solo da coach, ma da donna che ci è passata. In questo episodio scoprirai:
I fantasmi non esistono? Ma se invece esistessero, come sarebbero davvero...
I 30 film italiani che bisogna aver visto (pt1) - vi consiglio i titoli di 30 film italiani! Spendieren Sie einen Cafè (1€)? Donate a coffee (1€)? https://ko-fi.com/italiano Livello B2, C1#language #Movies #italiano #vhs #Film #OscarsBuongiorno cari amici e amanti dell'italiano e benvenuti al nuovo episodio di Tulip. Questa settimana saranno particolarmente contenti i cinefili, cioè le persone amanti del cinema perché voglio parlarvi di cinema italiano e darvi qualche consiglio qualche film che è entrato nella storia del cinema italiano.Vi ricordo che già abbiamo parlato di cinema tempo fa e, se volete avere delle informazioni sulla storia del cinema italiano, potete andare all'episodio numero 62.Oggi invece vediamo alcuni film che hanno vinto premi, altri che sono entrati nella storia della cinematografia perché hanno descritto l'Italia in un particolare periodo storico e hanno fatto una fotografia della società, dei costumi e delle tradizioni italiani. Voglio anche darvi il titolo di film che sono piaciuti a me e che potreste guardare anche voi. I generi dei film possono essere tanti, vediamoli insieme:...- The full transcript of this Episode (and excercises for many of the grammar episodes) is available via "Luisa's learn Italian Premium", Premium is no subscription and does not incur any recurring fees. You can just shop for the materials you need or want and shop per piece. Prices start at 0.20 Cent (i. e. Eurocent). - das komplette Transcript / die Show-Notes zu allen Episoden (und Übungen zu vielen der Grammatik Episoden) sind über Luisa's Podcast Premium verfügbar. Den Shop mit allen Materialien zum Podcast finden Sie unterhttps://premium.il-tedesco.itLuisa's Podcast Premium ist kein Abo - sie erhalten das jeweilige Transscript/die Shownotes sowie zu den Grammatik Episoden Übungen die Sie "pro Stück" bezahlen (ab 20ct). https://premium.il-tedesco.itMehr info unter www.il-tedesco.it bzw. https://www.il-tedesco.it/premiumMore information on www.il-tedesco.it or via my shop https://www.il-tedesco.it/premium
Discorso di Donald Trump dallo Studio Ovale. “La guerra in Ucraina è una vergogna, voglio che finisca”, ha detto il tycoon, mostrandosi fiducioso sulla possibilità di raggiungere un accordo per porre fine al conflitto.
In questo articolo parleremo di una domanda che riceviamo spessissimo: "Come devo cominciare a studiare l'italiano? Ci sono dei passaggi da seguire?" Se state leggendo questo articolo, probabilmente vi trovate proprio in questa situazione. Magari avete sempre sognato di parlare italiano, o forse dovete impararlo per lavoro, per amore (ah, l'amore italiano!), o semplicemente perché vi piace la nostra bellissima lingua. Ebbene, siete nel posto giusto! Come Cominciare a Studiare Italiano Passo 1: Valuta il Tuo Livello di Partenza Anche se siete principianti assoluti, potreste già conoscere più italiano di quanto pensiate! La lingua italiana è presente in molti contesti internazionali, dalla musica al cinema, dalla gastronomia all'arte. Piccolo test veloce: Provate a capire queste frasi: "Ciao, come stai?" (Saluto informale e domanda sullo stato di salute) "Pizza margherita, per favore" (Ordinazione al ristorante) "Grazie mille!" (Ringraziamento enfatico) "Dove è il bagno?" (Domanda pratica essenziale) Se avete capito almeno una di queste frasi, congratulazioni! Non siete completamente a zero. E se non avete capito niente... beh, tra pochi minuti capirete tutto! Consiglio pratico: Se avete già studiato altre lingue romanze (spagnolo, francese, portoghese), avrete un vantaggio enorme. Molte parole condividono radici latine simili! Ad esempio: "importante" è quasi identico in tutte queste lingue, così come "famiglia", "musica", "università". Passo 2: Scegli il Tuo "Perché" Questa è la parte più importante! Dovete avere un motivo forte e personale per imparare l'italiano. La motivazione sarà il carburante che vi sosterrà nei momenti di difficoltà. Esempi di motivazioni forti e specifiche: Relazioni personali: "Voglio comunicare con la famiglia italiana del mio partner" Opportunità professionali: "Voglio lavorare nel settore moda/design in Italia" Passioni culturali: "Voglio godermi i film di Fellini e Rossellini in originale" Obiettivi accademici: "Voglio studiare arte rinascimentale nelle università italiane" Trasferimento: "Voglio trasferirmi in Italia e integrarmi completamente" Suggerimento motivazionale: Scrivete il vostro "perché" su un foglietto e attaccatelo vicino al vostro spazio di studio. Quando la coniugazione del congiuntivo imperfetto vi sembrerà impossibile, rileggetelo! Passo 3: Definisci i Tuoi Obiettivi (Sii Realistico!) Stabilire obiettivi chiari e raggiungibili è fondamentale per mantenere alta la motivazione e misurare i progressi in modo concreto. Obiettivi a Breve Termine (1-3 mesi) Sopravvivenza linguistica: Imparare le espressioni essenziali per situazioni quotidiane Presentazioni personali: Saper dire nome, età, provenienza, lavoro e interessi base Interazioni pratiche: Ordinare al ristorante, chiedere informazioni, fare acquisti semplici Numeri e tempo: Utilizzare correttamente numeri, orari e date Obiettivi a Medio Termine (6-12 mesi) Conversazioni strutturate: Sostenere dialoghi di 10-15 minuti su argomenti familiari Comprensione mediatica: Capire i punti principali di telegiornali e programmi semplici Comunicazione scritta: Scrivere email formali e informali, messaggi di testo Espressione di opinioni: Dire cosa piace e non piace, esprimere preferenze Obiettivi a Lungo Termine (1-2 anni) Livello intermedio superiore: Raggiungere il livello B2 del Quadro Comune Europeo Lettura autonoma: Leggere romanzi, articoli di giornale e testi specialistici Discussioni complesse: Argomentare su temi astratti, esprimere ipotesi e dubbi Fluidità comunicativa: Parlare spontaneamente senza troppe pause per cercare parole Consiglio importante: Non abbiate fretta! L'italiano ha delle complessità grammaticali (come i 21 tempi verbali e i vari usi del congiuntivo) che richiedono tempo per essere assimilate. È meglio costruire basi solide piuttosto che correre e confondersi. ...
Voglio che non finiscano
Il Bar Leni è la puntata di Vengo Anch'io Podcast in cui rispondo alle domande che mi fare su Instagram senza censure. Prenota la tua consulenza con me: https://lenipsicologasessuologa.com/prenota/ Acquista il mio libro: https://amzn.eu/d/6o81Bxm Associazione Internazionale Salute Sessuale Femminile e Anorgasmie https://aissfa.com/ Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Pasquale Allegro"Se ritieni che sia giusto"Arkadia Editorewww.arkadiaeditore.itNel dialogo tra un figlio, Marco, e un padre che non c'è più, Alberto, riemergono i ricordi dell'infanzia perduta, delle estati passate al mare a divertirsi spensierati, dei dubbi adolescenziali… Pagina dopo pagina emergono stralci di persone, di momenti, di eventi che hanno segnato una vita e ogni suo singolo frammento.«Pasquale Allegro sintetizza un cammino esistenziale.» - Simone Innocenti, La LetturaC'è sua madre, Luisa, e la zia paterna, Erminia, e poi gli amici più cari di Alberto, Carlo e Salvo, ognuno con un bagaglio sulle spalle a volte pesante, a volte leggero, ma sempre condiviso. È un fragile mosaico umano, in cui i tasselli cercano di rimanere a galla in un mondo costruito attorno alla paurosa immobilità esistenziale che permea le vite di ciascuno. E tutte le tessere, che sembravano spezzate con la fuga dal paese natale, Marco le ricolloca come i fili sopra un telaio, imbastendo una nuova trama. Il rapporto conflittuale con il genitore, la sua morte improvvisa, il ripescare la memoria dei tempi andati con chi ha sempre abitato da quelle parti, fino a far riaffiorare segreti inconfessabili ma anche la possibilità di una redenzione finale.«Almeno vienimi a trovare qualche volta», mi hai detto l'ultima volta al telefono, ho sentito la tua voce appesantita da una vita, ho avuto voglia di dirti che non mi interessava per niente venirti a confortare, che lo avrei fatto a malincuore, eppure mamma ne era certa, quando andavi a letto pronunciavi il mio nome, anche se te ne stavi nel tuo spazio clandestino da tempo ormai, lei ne era certa che non dormivi affatto e pensavi a me.E ricordo ancora, come se fosse adesso, l'ultima volta che sei venuto a casa e mi hai guardato negli occhi qui in mezzo a tutti gli altri e mi hai detto «Se hai bisogno di me sai dove trovarmi», poi tante cose ancora mi hai detto senza una parola, con gli occhi. “Comprendimi”, per esempio, è stata una di quelle parole, poi le ho inventate io tutte le altre per decifrare quelle sensazioni. «E allora vado», poi lo dicevi veramente e ogni volta faceva male dentro al buio della casa.«Innanzitutto dille che le voglio bene», mi hai detto quell'ultima volta, con le tue vocali sparse e indecise. «Dille che sono qui, lontano, perché ho bisogno di stare da solo e di lavorare», ma la verità è che quando chiudevi gli occhi vedevi ancora l'altro uomo con mamma, la nostra casa con quell'estraneo dentro, nel posto in cui siamo stati famiglia, e cosa credi, che per me sia stato semplice? D'altro canto, non ne avevi alcun diritto, avevi già dimenticato tutte le volte che l'hai tradita, che non le hai accarezzato i capelli mentre rimaneva distesa tra le tue braccia, che non le hai detto «Voglio essere tuo per sempre»? Ci sono tante vite in me, anche se tu non ci sei più. Eppure, se dovessi scegliere un posto per morire, sceglierei un angolo in fondo al mare, proprio come hai fatto tu.Pasquale Allegro ènato a Lamezia Terme, laureato in Filosofia, insegnante, ha lavorato per anni nell'editoria ed è autore di articoli per giornali e webzine. Ha pubblicato la raccolta di poesie Baco da sera (Controluna, 2018) e i romanzi La portata dei sogni (Il seme bianco, 2019) e Seconda persona singolare (Ensemble, 2022). Ha preso parte alle antologie Readaction Magazine n. 1 (Readaction, 2022) e Pasti caldi giù all'ospizio. Antologia degli opposti (Transeuropa, 2023). Per Arkadia Editore ha pubblicato Se ritieni che sia giusto (2025).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l'aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell'esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Immagina di amare il mare ai piedi delle montagne vicentine.Immagina di iniziare a frequentarle in punta di piedi e poi, su quelle punte, trovare l'equilibrio per salirle.Immagina di voler restituire qualcosa alla passione verticale scrivendo di storia dell'alpinismo, indagando l'origine che ha generato la voglia di spingersi verso l'alto.Immagina infine di promuovere il territorio e tutto quel sottobosco che è parte fondamentale dell'ecosistema ma che rimane all'ombra degli alberi. Martina Guglielmi fa proprio questo su avevolevertigini.comQuella che stai per ascoltare è la sua testimonianza.Se volessi contribuire a questo progetto, questo è il linkwww.storiedimontagna.comContatti: andataeritorno.podcast@gmail.com La nostra pagina Instagram
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l'aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell'esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l'aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell'esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.Parola del Signore.
A grande richiesta inauguriamo una mini serie nella serie tutta dedicata ai disagi delle cerimonie. Già in altre puntate avevamo sfiorato e circumnavigato le varie criticità di sposalizi, battesimi, gender reveal party ecc, in questa serie ci entriamo con tutte le scarpe scomode. E con quale cerimonia potevamo inizare in piena estate se non il matrimonio? Diamo il via alle danze.Seguici su IG : Il Podcast del Disagio e sul Tubo del Disagio Il podcast del disagio è condotto e ideato da Vee Tridente Co-host e editing Francesca Faralli Sigla di Mattia Ceci
Il produttore simbolo della scena hip hop e urban italiana Big Fish fa il suo grande ritorno da solista con “Lato B”, un'imperdibile collaborazione con Mecna e Guè, due dei nomi più riconoscibili del panorama rap italiano. Il singolo, edito per Warner Music Italy, sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio a partire da venerdì 22 agosto e in pre-save dal 10 agosto. L'annuncio segue la comparsa, negli ultimi giorni, di alcune audiocassette speciali ispirate alla cover del singolo, contenenti un'anteprima esclusiva del brano. Un omaggio all'estetica analogica, in perfetta sintonia con il concept del brano, intitolato “Lato B”. Il “Lato B” a cui fa riferimento il singolo è quel lato nascosto delle persone che va oltre la superficie e che va scoperto poco a poco con il tempo, proprio come la seconda metà della tracklist di un album. Il brano unisce tre veterani del genere hip-hop: il rap indie e sperimentale di Mecna si fonde a quello più classico e diretto di Guè, e i due stili vengono sapientemente miscelati dall'orecchio esperto di Big Fish, regalando un prodotto finale musicalmente raffinato e dai richiami old-school. “Lato B” è un brano che fonde passato e presente: nasce come rielaborazione del classico di Big Fish “Resta ancora”, di cui parte della base è stata reinterpretata con un sound più fresco, unendo le sonorità del rap contemporaneo all'anima autentica dell'hip-hop della vecchia scuola. Il pezzo omaggia apertamente l'estetica G-Funk e richiama l'atmosfera di “California Love” di 2Pac, evocandone tutta l'energia. Una traccia che si rivela insieme manifesto musicale e dichiarazione d'amore per la cultura hip hop. Con una carriera iniziata nel 1994 nel gruppo hip-hop Sottotono, Massimiliano Dagani, in arte Big Fish, ha continuato a farsi conoscere nell'industria musicale come solista e come produttore, contribuendo alla realizzazione di alcune delle canzoni e degli album più importanti della scena rap. Tra le sue collaborazioni più note spiccano opere storiche all'interno del panorama hip-hop del nostro Paese, fra cui “Tradimento” di Fabri Fibra, “Supereroe” di Emis Killa e “Nesliving, Vol. 3 – Voglio di +” di Nesli. In seguito a una reunion dei Sottotono nel 2021, Big Fish torna nel 2025 in questo nuovo capitolo della sua carriera, che inizia proprio affiancato da Guè Pequeno e Mecna. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
2 agosto - Italiano in Podcast. Con un giorno di ritardo diamo il benvenuto ad Agosto, che inizia bene con un'estate finalmente più normale. Freschi di notte e caldi al mare di giorno. Un saluto al mio amico Roberto che oggi compie gli anni e un po' di riassunto degli ultimi due giorni. Qualche notizia e una frase celebre per chiudere la puntata. Ce la metto tutta ma 15 minuti restano un miraggio per gli ascoltatori di Italiano in Podcast. Un grande ciao a tutti e a presto con il prossimo episodio.“Invecchiando non voglio sembrare più giovane. Voglio sembrare più felice.”- Anna Magnani -Il link del canale di iSpeakItaliano su Twitchhttps://www.twitch.tv/ispeakitalianoAbbonati per dare un contributo e ascoltare gli episodi speciali di Italiano in Podcast https://anchor.fm/ispeakitaliano/subscribe
Valentina Salamone fu trovata impiccata nel 2010 a Catania.Support this podcast at — https://redcircle.com/storia/donationsAdvertising Inquiries: https://redcircle.com/brandsPrivacy & Opt-Out: https://redcircle.com/privacy
La bellezza della lingua italiana risiede anche nella sua musicalità, nella sua pronuncia chiara e melodiosa che da secoli affascina gli stranieri. Tuttavia, alcune caratteristiche fonetiche dell'italiano rappresentano vere e proprie sfide per chi non è madrelingua. Padroneggiare questi aspetti vi permetterà di distinguervi dalla massa degli studenti di italiano e di comunicare con una naturalezza sorprendente. Pronuncia l'Italiano come un Vero Madrelingua Le Consonanti Doppie: La Sfida Suprema della Pronuncia Italiana Le consonanti doppie o geminate sono forse l'aspetto più difficile della pronuncia italiana per quasi tutti gli stranieri. La differenza tra queste coppie di parole è fondamentale per la comprensione, ma spesso risulta quasi impercettibile per orecchie non allenate: "pala" (shovel) e "palla" (ball) "caro" (dear) e "carro" (cart) "casa" (house) e "cassa" (box) "nono" (ninth) e "nonno" (grandfather) "eco" (echo) e "ecco" (here is) Il segreto delle consonanti doppie risiede nella durata del suono: la consonante doppia va tenuta circa il doppio del tempo rispetto alla singola, creando una leggera pausa interna alla parola. Per esempio, pronunciate "palla" come se fosse "pal-la", facendo una piccola interruzione tra le due sillabe senza però staccare completamente il suono. Esercizio pratico avanzato: Recitate questo scioglilingua prima lentamente, poi gradualmente più velocemente: "Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando". Concentratevi sulle doppie consonanti "tt" e "tr" per allenare la muscolatura della lingua. Il Gruppo "SC" Seguito da "I" o "E": Il Suono che Non Esiste Il suono "sc" seguito da "i" o "e" (come in "scienza", "scelta", "sciare", "pesce") crea un fonema /ʃ/ che non esiste in molte lingue del mondo. Questo rappresenta una sfida particolare per parlanti di lingue come lo spagnolo, il tedesco o l'inglese. Molti stranieri commettono l'errore di pronunciarlo separatamente come s+c, mentre in realtà è un suono unico e fluido, simile alla "sh" inglese ma più "morbido" e meno sibilante. La lingua deve toccare leggermente il palato, non i denti. Tecnica di apprendimento: Iniziate pronunciando il suono "sh" inglese, poi ammorbidite gradualmente il suono fino a renderlo più musicale. Provate con questa frase: "Sciascia lascia scivolare il pesce fresco nella scialuppa scivolosa". La "GL" di "Aglio" e "Famiglia": Il Suono Palatale Complesso Il suono "gl" seguito da "i" produce un fonema palatale laterale /ʎ/ che rappresenta una delle maggiori difficoltà per gli stranieri. Parole come "aglio", "foglio", "famiglia", "voglio" richiedono una tecnica specifica di articolazione. Per pronunciarlo correttamente, dovete posizionare la lingua appiattita contro il palato, non contro i denti come fareste per una normale "l". Il suono risultante dovrebbe essere simile a quello di "million" in inglese, ma molto più morbido e fluido. Esercizio progressivo: Iniziate con parole semplici come "agli" e "egli", poi passate a frasi più complesse: "Voglio una foglia d'aglio e un coniglio bianco in famiglia". Ripetete concentrandovi sulla posizione della lingua. La "GN" di "Gnocchi": Il Suono Nasale Palatale La combinazione "gn" (come in "gnocchi", "agnello", "bagno", "montagna") produce un suono palatale nasale /ɲ/ che è particolarmente impegnativo per molti stranieri. Questo suono esiste in spagnolo (ñ) e portoghese (nh), ma è completamente assente in inglese, tedesco e molte altre lingue. La tecnica corretta prevede di pronunciare una "n" con la lingua contro il palato, creando una risonanza nasale peculiare. Il segreto è non separare mai il suono in g+n, ma mantenerlo come fonema unico. Frase di allenamento intensivo: "Ogni gnocco nel bagno ha bisogno del compagno che sogna la montagna". Praticate lentamente, poi accelerate mantenendo la fluidità del suono. La "R" Italiana: Tra Vibrante e Tap,
Ingrid Leka ha 45 anni e vive a Milano. La sua storia, però, comincia dall'altra parte dell'Adriatico, in Albania, dove ha trascorso i primi tredici anni di vita. Nel 1993, insieme alla madre e al fratello, raggiunge il padre in Italia, sbarcato a Bari due anni prima.Cresciuta in un paese comunista, dove ogni aspetto della vita era controllato dallo Stato, Ingrid ricorda una gestione familiare del denaro estremamente attenta: «Durante la mia infanzia non ho mai percepito ansia legata al denaro. Quello che ho sentito, invece, è stata la mancanza di beni materiali. Ma era una mancanza che prescindeva dai soldi: anche se li avevi, non era detto che potessi comprare ciò che volevi». Anche dopo l'arrivo in un Paese dove il consumo è non solo libero ma incentivato, in casa Leka rimane un approccio sobrio e misurato: «Siamo sempre stati abituati a guardare prima il prezzo, e questa abitudine mi è rimasta. Ancora oggi non provo un vestito se prima non so quanto costa».Le sue scelte scolastiche rispondono allo stesso principio: assicurarsi un futuro indipendente, con una stabilità economica. Per questo sceglie Economia, e dopo la laurea in Bocconi entra subito nel mondo del lavoro. Dopo alcune esperienze in Italia, JP Morgan la chiama a Londra per un ruolo ad alta specializzazione. È l'ingresso in un mondo di opportunità, responsabilità e — per la prima volta — benessere economico tangibile.Dopo cinque anni in Inghilterra, Ingrid sceglie di tornare in Italia, dove vive il suo compagno, per costruire una famiglia. È il primo cambio di rotta per la sua carriera: si mette in proprio e l'attività di consulenza finanziaria le permette di diventare madre di tre figli. Ma il lavoro da libera professionista non si rivela soddisfacente — né dal punto di vista economico, né da quello personale. Ed è proprio in quell'inquietudine che germoglia una nuova possibilità: dare spazio alla creatività ed esplorare il mondo dell'arte. Con i soldi messi da parte negli anni a JP Morgan, prende in affitto uno spazio e apre il suo laboratorio. Intanto cerca di farsi conoscere, tra social e piccole esposizioni.Questo passaggio è reso possibile sia dalla sicurezza economica costruita in vent'anni di carriera, sia dalla sensazione di aver in qualche modo adempiuto al proprio “dovere” sociale. «Oggi mi sento libera: mi sono sposata, ho avuto i figli, ho messo da parte un po' di soldi. E adesso posso permettermi di fare ciò che desidero. Voglio fare l'artista, e così faccio».Una scelta che Ingrid considera educativa anche per i suoi figli. «Sono felice che crescano esposti alle mie difficoltà economiche — perché, al momento, vendo pochi pezzi - ma anche alla mia realizzazione. Paradossalmente, oggi mi riconosco più valore come artista di quanto me ne riconoscessi come consulente finanziaria».
In questo episodio di Educare con calma torno a parlare di sessualità, e approfondisco il tema della diminuzione del desiderio, delle fatiche che spesso ne derivano per la connessione di coppia, e di come possiamo agire per gestirle e superarle.Per farlo, ho invitato Sara Cavalieri, una professionista che nel suo lavoro si dedica proprio al tema del desiderio femminile, aiutando le donne a ritrovarlo e a scoprire come nutrirlo all'interno della coppia.Sara ci mostra quanto sia comune la dinamica in cui, soprattutto dopo la nascita dei figli, uno dei due partner (spesso la donna) inizia ad avvertire un calo del desiderio, e come questo porti con sé una catena di risvolti negativi sulla coppia (sensazione di rifiuto, senso di colpa, nervosismo...) che possono andare ad erodere la relazione.Ma esiste un'alternativa alla narrazione comune (soprattutto in Italia) sul calo del desiderio femminile, che spesso ci porta a sentirci sbagliate: nel corso della nostra chiacchierata, Sara ci offre alcuni degli strumenti per avviare un cambiamento di mentalità e iniziare a ricontattare «da dentro» il proprio desiderio.:: Le domande che ho fatto a Sara:00:00 Introduzione e benvenuto.02:48 Raccontaci chi sei e parlaci del tuo lavoro.07:01 La paura dell'intimità: che cos'è e come si affronta?14:37 Come possiamo «allenare» il desiderio sessuale?16:21 Ci parli del punto di vista del partner che disidera di più?33:14 Desiderio e attrazione sono la stessa cosa?37:34 Parlaci del tuo percorso «Riaccendi il desiderio».39:20 Conclusione e saluti.:: Trovate Sara:Su InstagramSu FacebookSul suo sito:: Nell'episodio menziono: Le altre professioniste sulla sessualità che seguo (in inglese): Esther Perel, Vanessa Marin, Emily Nagoski.Visitate la latela.com/podcast e cercate questo episodio per trovare risorse aggiuntive e unirvi alla conversazione :: Come appoggiare il podcastIo non faccio pubblicità e non accetto sponsor: fa parte della mia etica dal giorno in cui ho creato La Tela. Se ti piace il mio podcast, aiutami così:Invia i tuoi episodi preferiti ad amici e familiari;Lascia una recensione sulla piattaforma dove lo ascolti;Supporta La Tela, facendo o regalando il percorso per Educare a Lungo termine, comprando il mio libro «Cosa sarò da grande», regalando una carta regalo da utilizzare sullo shop de La Tela.In ogni caso, grazie di
Easy Italian: Learn Italian with real conversations | Imparare l'italiano con conversazioni reali
Oggi con Matteo e Raffaele facciamo un po' il giro, non tanto dell'Italia, ma delle notizie. Una di queste potrebbe far arrabbiare molto gli studenti al rientro dalla pausa estiva. Trascrizione interattiva e Vocab Helper Support Easy Italian and get interactive transcripts, live vocabulary and bonus content: easyitalian.fm/membership Come scaricare la trascrizione Apri l'episodio in Transcript Player (https://play.easyitalian.fm/episodes/e7e34c2tz24rx7674cub0) Scarica come HTML (https://www.dropbox.com/scl/fi/e7e34c2tz24rx7674cub0/easyitalianpodcast174_transcript.html?rlkey=jnedhmeocmf9bbhxddar19bjd&st=0vyu2d0o&dl=1) Scarica come PDF (https://www.dropbox.com/scl/fi/ygd5waux20l48e42woccj/easyitalianpodcast174_transcript.pdf?rlkey=m54d4pn3d9ev81m4n74rj78da&st=ct3uqpdi&dl=1) Vocabolario Scarica come text file (https://www.dropbox.com/scl/fi/o2eys39fwx9et526k44dp/easyitalianpodcast174_vocab.txt?rlkey=2af4qp3h4n3o5sosqhbhh6j1m&st=is741sm7&dl=1) Scarica come text file with semicolons (https://www.dropbox.com/scl/fi/brz1xeg8ro058kitfbw3p/easyitalianpodcast174_vocab-semicolon.txt?rlkey=215zpcfpiz8u0areqtxphqu51&st=1jwdqp5g&dl=1) (per app che utilizzano flashcard) Iscriviti usando il tuo feed RSS privatoper vedere la trascrizione e il vocab helper subito sulla tua applicazione per ascoltare i podcast sul tuo cellulare. Note dell'episodio What Italians Really Think About Their Politics - https://www.youtube.com/watch?v=BT7IvwSEUHE&t=7s Oggi si inizia dai banchi di scuola. Ma attenzione! Vietati i cellulari! Cosa ne pensate? Matteo e Raffaele ne parlano, e cercano di capire come funzionera'. Ma abbiamo proprio bisogno di avere sempre con noi il cellulare, e soprattutto, serve agli studenti? Il turista anonimo continua a colpire. Questa volta si sono seduti su una sedia. Quindi? Poveri turisti non possono nemmeno riposarsi un attimo tra un monumento ed un altro? Beh certo, possono riposarsi, ma non su una sedia di... Finiamo tutti a mare! Quest'anno le coste italiane sono apparentemente molto pulite, e c'e' una regione che ha vinto per essere la regione con il mare piu' pulito! Curiosi? Vi possiamo dare un indizio: Confina con Campania e Calabria. Indovinato? Trascrizione Raffaele: [0:23] Buongiorno Matteo. Matteo: [0:25] Buongiorno, come va? Raffaele: [0:28] Settimana scorsa avevo il fiatone perché avevo fatto le scale a piedi, attività fisica. Questa settimana ho il fiatone stando fermo. Matteo: [0:39] No, è arrivato il caldo. Raffaele: [0:42] 31 gradi, sopra il 60 per cento di umidità: si suda da fermi, si soffre maledettamente. Matteo: [0:54] Mannaggia. Speriamo che questa cosa non continui. Raffaele: [0:57] Sei andato via giusto in tempo. Il problema che mi pongo io, Matteo, è che se a giugno, a metà giugno, fa così caldo e si soffre così tanto, cosa succede a luglio e agosto? Cioè dove andiamo a finire? Matteo: [1:16] E dove andiamo a finire? Raffaele: [1:18] E pensa che ci sta ancora chi è sui banchi di scuola a studiare con questo caldo. Matteo: [1:29] La vita in Italia in questo momento è calda. Raffaele: [1:32] È molto molto calda. Tu, Matteo, ricordi quando hai fatto l'esame di maturità? La data. Matteo: [1:41] Era giugno, le prime due settimane di giugno. Raffaele: [1:45] Grosso modo di questi tempi. (Sì sì.) Io invece ebbi la sfortuna... il mio cognome inizia con la T, quando si selezionò la lettera per decidere da dove iniziare per fare gli esami orali, giustamente uscì proprio la A. Estratta a sorte la A, e quindi io ero l'ultimo di tutta la classe a fare l'esame. L'ho fatto, se non ricordo male, il 4 luglio. E sono andato a fare l'esame di maturità, non so se te l'ho mai raccontato, col costumino. Cioè il costume e sopra il pantalone: finito l'esame, la prova orale dell'esame di maturità, siamo andati direttamente al mare a festeggiare. Ma si può studiare con questo caldo? Si può stare sui libri a scuola con questo caldo? Matteo: [2:35] No, sicuramente no. Fortunatamente tutte le scuole, a parte gli esami, sono chiuse e riapriranno a settembre. Raffaele: [2:47] Sì, generalmente chiudono intorno al 10 giugno, ma già molto prima ci sono tanti studenti che, finite le interrogazioni, finiti i test, i compiti in classe, come si chiamano, lasciano la scuola generalmente verso la fine di maggio. E ha senso proprio per questo discorso del caldo, considera che non siamo neanche ancora in estate ma già fa così caldo. Quando rientreranno a scuola gli studenti, probabilmente troveranno una novità. Bello o brutta? Non lo so, bisogna chiederlo a loro. Matteo: [3:26] Ah, e che novità troveranno? Poveri studenti, poveri studenti. Raffaele: [3:31] Poveri. A partire da settembre 2025 il cellulare in classe sarà vietato anche agli studenti delle scuole superiori. Matteo: [3:42] E questa è una cosa interessante, è un approccio molto... non dittatoriale, mi sembra un po'... dittatoriale mi sembra troppo, però non me lo aspettavo. Raffaele: [3:55] È un approccio forte, no? È stato fatto l'esperimento con le scuole inferiori, chiamiamole così, quindi le scuole elementari, le scuole medie, e poi adesso si è deciso di espandere questo divieto alle scuole superiori. Alle scuole elementari è stato facilissimo: forse nessun bambino alle scuole elementari ha il cellulare. Anzi mi correggo: io conosco tanti bambini che hanno il cellulare in quarta o quinta elementare ma non lo portano proprio a scuola. Alle medie già comincia ad essere complicato perché un po' tutti hanno il cellulare. Al liceo, alle scuole superiori sarà complicato far rispettare questo divieto. Matteo: [4:44] È una cosa interessante anche perché sto cercando di pensare, cercando di empatizzare il più possibile con i ragazzi e i genitori, per quanto posso ovviamente, e non trovo un motivo per andare contro questa decisione: è giusto che tu non puoi usare il cellulare in classe. Raffaele: [5:12] Eh, siamo sempre nel discorso del libero arbitrio, no? In teoria gli studenti dovrebbero capire che non è il caso di utilizzare il cellulare durante la lezione. Spieghiamo un attimo bene come funziona a partire da settembre: praticamente all'ingresso in classe ci sarà una cassettina oppure si utilizzerà semplicemente il cassetto della cattedra dell'insegnante. E ogni studente che entra in classe, oppure quando entra il professore, i ragazzi devono consegnare il cellulare, mettere il cellulare in questa cassettina o nel cassetto, in modalità non disturbare, di modo che vibrazioni e suonerie non diano fastidio. E recuperare il cellulare in teoria alla fine della giornata ma in pratica quando il professore uscirà di classe, i ragazzi andranno a controllarsi le notifiche, salvo poi rimettere il cellulare a posto quando entra il professore dell'ora successiva. Ha senso così? Cioè alla fine è solo un togliere il cellulare agli alunni durante la lezione? Matteo: [6:27] Allora la questione è che abbiamo a che fare con ragazzi giovani che per una questione anche fisica hanno dei seri problemi a comportarsi in maniera logica. Perché si stanno ancora sviluppando e quindi hanno bisogno di avere a che fare con delle regole e con dei divieti, secondo me. Cioè non puoi basarti sempre e solo sulla logicità, e il ragionamento che dovrebbero fare gli studenti, che sono giovani. Raffaele: [7:14] Eh lo so, ma dirgli proprio "lasciate il cellulare qua, spegnete il cellulare, consegnatelo"... Potresti anche dire "spegnetelo però tenetelo voi, ci fidiamo." Perché poi alla fine è quello un po' il discorso. Tu dici: " Non mi fido." Matteo: [7:28] No, il discorso è proprio quello, il discorso è: si può arrivare a quello dopo una... è un po' come nelle disintossicazioni forti, tu mi insegni... No anche tu, se tu vuoi prendere meno caffè, sei arrivato in una situazione in cui ne stai prendendo tanto, non è che inizi a prenderne di meno. Vai un po' drastico i primi periodi. Raffaele: [7:55] Eh non lo so, non lo so, ci sono diversi approcci, per questo non è così semplice la questione, perché tu dici: il cellulare in classe è un male, quindi la soluzione è togliamo il cellulare. Matteo: [8:11] Ma in realtà il cellulare in classe è un male. Raffaele: [8:14] Dipende da cosa ci fai. Matteo: [8:16] Ma in questo momento lasciando stare il "vorrei che fosse", però se eliminiamo il "come vorrei che fosse la classe ideale oggi", il cellulare e l'uso del cellulare in classe distrae solamente. Raffaele: [8:40] Allora voglio chiarire un po' la mia posizione: io fondamentalmente sono d'accordo con te, nel senso che sono d'accordo che dire ad un tredicenne "tieni il cellulare acceso sul banco durante la lezione" è un invito a nozze per lui. E invece di sentirsi il professore di storia e filosofia, aprirà TikTok e si guarderà i video silenziosamente facendo finta di seguire. Quindi diciamo che è un modo per togliere questa distrazione. Idealmente non sarebbe necessario. Idealmente la lezione dovrebbe essere coinvolgente, e ti dirò di più, dovrebbe trovare un modo per coinvolgere i ragazzi attivamente. E perché non coinvolgere anche con l'uso del cellulare? Cioè per me la scuola dovrebbe andare verso una digitalizzazione massiccia, forte, soprattutto in Italia dove invece su questo siamo un po' indietro. Non ci sono abbastanza computer per tutti gli allievi, non ci sono i tablet per tutti e consentire l'utilizzo del cellulare, in maniera coordinata con l'insegnante eh, attenzione... può essere invece un modo per sopperire a questa mancanza. Idealmente, eh... Matteo: [10:03] Sono d'accordo con te. Idealmente. Ma poi basta che... ricordo le mie lezioni di informatica, e non so se tu hai mai fatto lezioni in aula computer in cui c'erano questi grandi computer, dietro i quali... erano così grandi che ti potevi nascondere dietro il monitor. E lo studente, il suo primo obiettivo quando... non il suo primo obiettivo nel senso che si sveglia e pensa che vuole fare questo.... Ma il cervello ha costanti, dà costanti impulsi per distrarti, sempre. E al primo momento noi, anche senza cellulari, perché entrambi abbiamo fatto i nostri studi durante un periodo in cui non c'era proprio il cellulare... Raffaele: [10:58] Usciva, ti dico la verità, si mandavano gli sms. Matteo: [11:01] Sì, vabbè, però, insomma, era così, non... oltretutto era vietato, non potevi metterti col cellulare sul banco. Raffaele: [11:15] Però mi ricordo che già all'ultimo anno di liceo noi avevamo quasi tutti il cellulare e ci mandavamo i messaggini, quindi già si presentava il problema. Non potevi, chiaro che non potevi, però nessuno ti sequestrava nulla. Matteo: [11:28] Eh no, però la questione è che adesso non solo puoi mandare messaggini ma per esempio puoi compromettere un compito in classe, certo probabilmente ci saranno delle metodologie per i quali se c'è il compito in classe il cellulare viene tolto o comunque viene spento o non lo so. Però già la maggior parte degli studenti è ignorante... Ma buttiamoli proprio i cellulari... Cioè secondo me il cellulare genericamente dovrebbe essere iniziato ad usare a 20 anni, perché crea una serie di problemi. A meno che non si inizi a scuola a fare educazione digitale, che può essere anche fatta con carta e penna, però ti iniziano ad educare a come usare i social, come comportarsi, cosa fare, cosa non fare, cosa evitare. Raffaele: [12:31] E qui convergiamo, Matteo: hai detto una cosa bellissima, esattamente quello che proporrei di fare io, perché il problema secondo me non è la distrazione del cellulare sul banco. Certo le elimini, non hai più la distrazione. Ma non educhi a gestire il cellulare, e secondo me il problema di tanti ragazzi di oggi è proprio quello. Pensa che la proposta successiva di questo governo è: niente social media sotto i 15 anni. E di questo poi ne riparliamo magari in un'altra puntata. Però è per dire che secondo me anche questo divieto non è per non far distrarre gli studenti, è per evitare che magari anche gli episodi di bullismo in classe vengano ripresi con i cellulari, poi questi video girino nelle chat, sui social media e creino problemi poi giganteschi. Il problema è proprio quello. Il problema è cosa ci fanno i ragazzi col cellulare. E quindi dovrebbero essere educati all'utilizzo consapevole del cellulare. Secondo me a partire dalla scuola, quindi non sequestrando i cellulari, ma insegnando come usare i cellulari in maniera utile e non fare danni con i cellulari. E poi chiaramente c'è l'altra faccia della medaglia, ovvero una volta usciti da scuola non è che "cellulare libero per tutti, tutta la giornata". Perché attualmente è così, no? La scuola dice "vi vieto il cellulare a scuola, a casa decideranno i genitori, fate quello che volete." Il problema è poi che in questa altra metà della giornata, anche i genitori, anche la famiglia deve continuare con questa educazione all'utilizzo della tecnologia. Matteo: [14:19] Sì sì sì sì, purtroppo l'educazione è un grande problema. Raffaele: [14:33] Dove eravamo rimasti? Ma inteso settimana scorsa? A Roma con i turisti che si rubavano le statue e le basi delle colonne: è successo di nuovo? Non dirmi che è successo di nuovo... Matteo: [14:49] È successo, più o meno. Niente monopattini, niente basi di colonne, ma a quanto pare dei turisti hanno fatto un guaio. Raffaele: [14:59] Un guaio bello grosso e bello caro, molto caro. Parliamo ancora di comportamenti sbagliati nei musei. Questa volta siamo a Verona, un museo che si chiama Palazzo Maffei, che ospita delle opere d'arte. In particolare un'opera d'arte di un artista contemporaneo italiano che si chiama Nicola Bolla, che ha riprodotto una sedia ispirata a uno dei quadri più famosi di Van Gogh. E l'ha riprodotta totalmente fatta di cristallo e Swarovski, quindi uno degli oggetti più fragili per definizione. Raffaele: [15:48] Ebbene, durante una visita a questo museo, una coppia quasi anziana, adesso non sappiamo molti dati, vediamo soltanto le immagini dei video di sorveglianza. Questa coppia di signori anziani, aspetta l'uscita della guardia poi si avvicina furtivamente alla sedia, che si chiama proprio "la sedia di Van Gogh". Fin lì tutto bene, puoi avvicinarti, puoi fare le tue foto. Solo che a un certo punto lui si china e si siede, si appoggia sull'opera d'arte. Adesso, secondo te: è fatta di cristallo, come può andare a finire? (Malissimo. In frantumi.) Esatto. La sedia si è immediatamente spaccata. E, tu dirai: i due mortificati avranno informato la guardia che stava poco distante in qualche altra sala. "Guardate, è successo questo, non volevo, l'ho urtata e si è rotta." Invece i furbastri sono scappati via, hanno fatto finta di nulla, hanno lasciato il museo e si sono dileguati. Le guardie del museo si sono accorte del danno troppo tardi, perché sono uscite dal museo per provare a rintracciare i colpevoli ma non li hanno potuti trovare. E quindi il museo ha fatto una denuncia contro ignoti, si dice in questo caso: è una cosa che è possibile fare quando non sai chi ha fatto il danno, il furto, fai una denuncia contro ignoti. E i carabinieri in questo caso si sono attivati, hanno preso la situazione molto seriamente, dal video sono riconoscibili in volto i due, si vede per bene l'abbigliamento, gli oggetti che portano con sé. E quindi per adesso non l'hanno trovati, ma chissà che non li troveranno a breve. Matteo: [17:55] Beh, ci sono spera... speriamo, ma non tanto per una questione di, come dire: "Voglio punirli". Però non vorrei che iniziasse questo nuovo sport di "fa il danno e poi scappa". Raffaele: [18:15] Sì, no, non va bene. Il danno, tra l'altro, la sedia vale tra i 15.000 e i 50.000 euro, quindi non parliamo di milioni di euro, però comunque è un danno non da poco. E hanno contattato l'artista: fortunatamente l'artista, dopo aver constatato i danni ha detto "ok, sì, la possiamo sistemare." Tra l'altro l'artista è stato intervistato dai giornali e l'ha presa sul filosofico, diciamo così. Ha detto "No, non ci sono rimasto male anzi ci ho visto qualcosa di ironico e positivo, mi è sembrata quasi una performance di arte moderna". Matteo: [19:00] Vabbè certo, è stata registrata, l'ha vista forse. Raffaele: [19:04] Eh, si sarà fatto una risata e ha detto "Mi ha dato persino lo spunto per la prossima opera da realizzare". Matteo: [19:11] Ah, incredibile. Raffaele: [19:13] "Sedia spezzata con turista immortalato accovacciato", chissà. Secondo me questo è il calore. Troppo caldo sta dando alla testa. Hai un antidoto per tutto questo caldo? Matteo: [19:26] Eh certo: andate a mare! Raffaele: [19:35] Eh vabbè ma il mare in Italia... Cioè l'Italia è tutta mare, è una penisola, c'è talmente tanto di quel mare che non sai dove andare. Dove andare a mare? Matteo: [19:48] Possiamo chiederlo ai mitici della bandiera blu. Raffaele: [19:55] La bandiera blu è uno degli strumenti che si utilizza in Italia per identificare le condizioni del mare delle spiagge italiane. Dare una bandiera blu ad una spiaggia vuol dire che lì l'acqua è pulita e bella, è l'idea di massima. Quest'anno in Italia, nel 2025, abbiamo 246 bandiere blu, quindi abbiamo almeno 246 posti da scegliere per avere l'acqua eccellente e addirittura recentemente c'è stato uno studio dei laboratori delle agenzie ambientali che hanno fatto una statistica e hanno visto che la regione con l'acqua più pulita, inteso meno inquinata in tutta Italia, è la Puglia. Il 99,7% delle acque è eccellente, ha una qualità eccellente, quindi l'acqua meno inquinata, praticamente 99,7% vuol dire che è perfetta. (Non male.) Più nello specifico, Matteo, tra l'altro le bandiere blu confermano questo trend e anche il maggior numero di bandiere blu in tutta Italia ce l'hanno Liguria, Puglia e Calabria, quindi si conferma la Puglia tra le migliori destinazioni. Tu sei stato in Puglia, sei stato al mare, ricordi qualche spiaggia, ti va di consigliarmi quella che secondo te è la spiaggia più bella d'Italia o la spiaggia più bella in cui sei stato in Italia? Matteo: [21:40] Allora, io sono stato in Puglia sì. Sono stato nel Gargano. Quindi la parte vicino al tallone dello stivale. E poi sono stato al confine con la Puglia, nel Molise, più verso nord. Siamo andati ogni tanto, siamo sconfinati in Puglia, spiagge un po' più sabbiose. Non sono andato ma dicono che un posto meraviglioso sono le isole Tremiti. Raffaele: [22:18] Eh sì. Matteo: [22:20] Che sono di fronte la Puglia e il Molise. Raffaele: [22:23] Esatto, sono un po' bistrattate, vuol dire maltrattate, spesso dimenticate quando si parla di isole italiane perché pensano tutti quanti alle isole della Sicilia. Mentre invece le Tremiti in Puglia sono una destinazione turistica bella, bella, bella. Matteo: [22:45] Sì. Raffaele: [22:46] Io sono stato in Puglia, non sono stato a mare in Puglia, perché sono stato in inverno, anche nei luoghi insomma che poi d'estate sono belli affollati. Però non ho avuto la possibilità di godere della spiaggia quando sono stato in Puglia. Quindi la mia selezione varia un po' tra Lazio e Campania soprattutto. Ed in particolare ti voglio raccomandare in Campania Marina d'Ascea, anche qui Bandiera Blu, una bella spiaggia ampia, mare molto pulito. Ma non solo, ce ne sono tante. C'è Palinuro. C'è un posto adesso non mi ricordo neanche più come... insomma, in quale zona specificamente si trova. Quando eravamo più ragazzini con la famiglia andavamo in un posto che si chiama "lo scoglio della tartaruga". E si trova a Vico Equense, in provincia di Napoli, non troppo lontano da Sorrento. Ed era un posto fantastico perché tu arrivavi, poi dovevi prendere la barchetta e la barchetta ti portava in questa spiaggia. Si chiama scoglio della tartaruga perché ci sono dei sassi poco distante dalla spiaggia che hanno proprio la forma di una tartaruga. E c'era l'abitudine, adesso non penso sia più consentito, di arrampicarsi su questa tartaruga e tuffarsi dalla testa o dal guscio della tartaruga. Non ci sei mai stato? Non ne hai mai sentito parlare? Matteo: [24:27] No, ricordo vagamente. A Vico Equense ci sono stato spesso quando ero piccolo e tutta quella parte lì è fantastica, ci sono delle spiagge e dei panorami e dei profumi bellissimi. Pino, mi ricordo sempre questo profumo di pino, l'albero e il mare che assieme creano un... Guarda, mi sento a mare adesso solo a pensarci. Raffaele: [25:01] Eh, ma io... infatti questo è un esercizio psicologico. Se penso alla spiaggia e al mare, automaticamente mi rinfresco. Nel Lazio ti consiglio una spiaggia che si chiama Serapo. Tecnicamente la zona, la cittadina a cui appartiene si chiama Gaeta, quindi siamo tra Napoli e Roma, non troppo lontano da Terracina che menziono sempre. Ed è insomma una bella bella spiaggia. Occhio al traffico, non facilissima da raggiungere, bisogna parcheggiare, poi fare delle scalinate... però insomma merita. Secondo alcuni la spiaggia più bella in Italia invece è la spiaggia dei conigli a Lampedusa. Matteo: [25:46] Non ci sono mai stato, è molto famosa tant'è vero che ne ho sentito già parlare. Raffaele: [25:52] Eh sì, effettivamente guardare le foto... sembra di guardare i Caraibi o addirittura le Maldive o la Polinesia. Matteo: [26:02] Ce ne sono tantissime che ricordo in Sardegna. Raffaele: [26:06] Esatto, volevo dire questo. Cioè che ognuno può avere la sua preferita, io non sono mai stato in Sardegna, però secondo tanti le spiagge più belle in Italia sono proprio in Sardegna. Secondo posto forse per la Sicilia e poi Puglia ed altre. Però grosso modo l'idea collettiva è questa: le spiagge più belle in Italia sono in Sardegna. Sei mai stato a mare in Sardegna? Matteo: [26:36] Sì, sono stato a mare in Sardegna per un paio d'anni da giovane, liceale, sono andato con gli amici, ed è stato, penso, il mare più bello che abbia mai visto in vita mia: bellissimo. Limpidissimo. Raffaele: [26:59] Facciamo così: me ne parli un poco nel nostro after show, ci spostiamo di là e approfondiamo questo argomento, e anche qua parliamo di qualche altra cosa. Matteo: [27:12] È vero perché ho fatto qualcosa. Raffaele: [27:15] Cosa hai fatto? Matteo: [27:16] Mistero? Raffaele: [27:17] Mistero: se volete sapere cosa ha combinato Matteo dovete seguirci nel nostro after show. Ricordate che è uno dei nostri bonus per i sostenitori, i membri della nostra comunità. Quindi non perdete tempo, cliccate sul link nelle show notes, diventate sostenitori di Easy Italian, riceverete l'after show, la trascrizione integrale interattiva della puntata, la traduzione multilingue, ed il Vocab Helper che mostra a schermo fino a 10 tra le parole più importanti o più difficili minuto per minuto. E che vuoi di più dalla vita? Matteo: [27:55] Una spiaggia e del mare. Raffaele: [27:59] Io stavo per dire un Lucano... Matteo: [28:01] Ciao. Ciao.
Arrivata quasi alla residenza australiana, Elena Scomazzon ha visto i suoi sogni infrangersi dall'arrivo del Covid-19. Sei anni dopo, insieme al suo partner e alla neo arrivata figlia, riesce a raggiungere l'agognata residenza permanente.
TANIA MOLINARIprotagonista della nuova puntata di Passione Triathlon.Segui l'intervista condotta da Dario Daddo Nardone,PASSIONE TRIATHLON, in prima visione la nuova puntata ogni mercoledì alle 19.00!#daddocè #mondotriathlon #ioTRIamo ❤️________Video puntate Passione Triathlon: https://www.mondotriathlon.it/passioneSegui il Podcast di Passione Triathlon suSpotify: https://open.spotify.com/show/7FgsIqHtPVSMWmvDk3ygM1Spreaker: https://www.spreaker.com/show/triathlonAmazon Music: https://music.amazon.com/podcasts/f7e2e6f0-3473-4b18-b2d9-f6499078b9e0/mondo-triathlon-daddo-podcastApple Podcast: https://podcasts.apple.com/it/podcast/mondo-triathlon-daddo-podcast/id1226932686Trinews: Mondotriathlon.itFacebook: @mondotriathlonInstagram: @mondotriathlon________#triathlon #trilife #fczstyle#passionetriathlon
Marco Gobetti"La tragedia della libertà"testo, recitazione, direzione Marco Gobettirecitazione, co-direzione Diego Coscia, Chiara Galliano, Marta Maltese, Rui Albert Padulvoce registrata Giovanni Moretticura tecnica Alessandro Bigattimaschere dipinte Arianna, Giulia AbbondatiLo stagno di Goethe – ets in collaborazione con Unione Culturale Franco AntonicelliOgni sera dal 20 al 25 maggio 2025, ore 21.Tingel Tangel San Salvario, Via Antonio Rosmini, 1g - TorinoDi come lo Stato impose la chiusura delle scuole; e, per fare eseguire l'ordinanza, ufficiali dell'esercito furono nominati presidi; e in una scuola, nel giorno del commiato, accadde un imprevisto: di come, quando e perché quattro studenti, avendo sbranato un preside, cambiarono vita e nome…ovvero: per la creazione di un nuovo mito.Quattro studenti provano di nascosto, davanti a un gruppo di amici fidati, le dichiarazioni che renderanno il giorno in cui verranno arrestati. Dalle loro parole si scopre perché stanno scappando, perché hanno mutato i loro nomi in Antigone, Ecuba, Edipo e Dioniso e quale segreto celano le loro maschere. La riunione clandestina inizia con l'ascolto di una registrazione che i quattro hanno portato con sé. È l'ultima lezione del loro insegnante di Greco e di Latino, in cui il professor Federico si scaglia contro la monarchia imprenditoriale, il mercato schiavistico del lavoro, la deformante statalizzazione della cultura e la futura formazione scolastica sul web, senza maestri; auspica un'era dionisiaca e inneggia alla clandestinità di vita e di studio. Il preside irrompe in classe pistola in pugno e lo dichiara in arresto. Un testo da leggersi per sé o da dirsi ovunque (in treno, al tavolo di un bar, sulle panchine di un parco…), scritto in una lingua tesa a creare nuove oralità e aperta a contaminazioni musicali; una riflessione sul diritto allo studio, la violenza e la libertà, alla luce di un inedito mito contemporaneo.Marco Gobetti. Drammaturgo, attore e regista attivo dagli anni Novanta, coniuga da sempre l'attività di prosa su strada a quella nei teatri. A partire dal 2000 inventa il Teatro Stabile di Strada®, con cui tenta di contaminare il sistema teatrale, e fonda la Compagnia Marco Gobetti. Tra i principali lavori del suo repertorio: Lo Stagno; La memoria non è mai cimitero; Voglio un pappagallo; In-ec-cesso; Cristo muore in fabbrica: è solo un altro incidente ; L'anciové sota sal ; Bestiame etimologico; 1863-1992 Di Giovanni in oltre ; L'epigono. Il testo Un carnevale per Sole e Baleno vince l'edizione 2014 del premio NdN (Network drammaturgia nuova) e sarà edito rivisto e ampliato in questa stessa collana nel 2015. Negli ultimi anni un'intensa collaborazione con lo storico Leonardo Casalino, tesa a sviluppare metodi per raccontare la Storia oralmente, ha portato alla realizzazione di progetti come Lezioni recitate e dei volumi Lezioni recitabili (2012) e Raccontare la Repubblica (2014), entrambi pubblicati da Edizioni SEB27.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Fluent Fiction - Italian: Capturing Love: A Photographer's Journey through Roma's Heart Find the full episode transcript, vocabulary words, and more:fluentfiction.com/it/episode/2025-05-12-22-34-02-it Story Transcript:It: Era una giornata luminosa di primavera a Roma.En: It was a bright spring day in Roma.It: Piazza Navona era piena di vita.En: Piazza Navona was full of life.It: I colori dei pittori di strada si mescolavano con le risate dei bambini che giocavano vicino alle fontane.En: The colors of the street painters blended with the laughter of children playing near the fountains.It: Un profumo dolce di fiori e caffè riempiva l'aria.En: A sweet scent of flowers and coffee filled the air.It: Luca, una guida turistica appassionata, aspettava con impazienza l'arrivo di Giulia, la sua amata fotografa di Milano.En: Luca, a passionate tour guide, was eagerly awaiting the arrival of Giulia, his beloved photographer from Milano.It: Quando Giulia arrivò, il sole accarezzava le facciate barocche che circondavano la piazza.En: When Giulia arrived, the sun caressed the baroque facades surrounding the square.It: Aveva una macchina fotografica appesa al collo e un sorriso sul viso.En: She had a camera hanging around her neck and a smile on her face.It: Luca la salutò con calore.En: Luca warmly greeted her.It: "Oggi ti mostrerò una Roma che pochi conoscono", disse con entusiasmo.En: "Today I will show you a Roma that few people know," he said enthusiastically.It: Iniziarono il loro giro nella parte più tranquilla di Trastevere, dove le vie strette erano ricche di edera e segreti.En: They started their tour in the quieter part of Trastevere, where the narrow streets were rich with ivy and secrets.It: La bellezza semplice e autentica di Roma si svelava passo dopo passo.En: The simple and authentic beauty of Roma revealed itself step by step.It: Luca parlava con passione di ogni angolo, di ogni storia nascosta, e Giulia catturava tutto con la sua macchina fotografica.En: Luca spoke passionately about every corner, every hidden story, and Giulia captured everything with her camera.It: Mentre camminavano, Luca pensava a quanto fosse importante quella giornata.En: As they walked, Luca thought about how important that day was.It: Voleva che Giulia vedesse Roma non solo come una città, ma come un posto dove il loro amore potesse crescere.En: He wanted Giulia to see Roma not just as a city but as a place where their love could grow.It: Sapeva che Giulia amava il suo lavoro a Milano, ma sperava che potesse vedere la possibilità di un futuro insieme a Roma.En: He knew that Giulia loved her work in Milano, but he hoped she could see the possibility of a future together in Roma.It: Quando arrivarono a una piccola piazza, il sole cominciava a tramontare.En: When they arrived at a small square, the sun was beginning to set.It: Giulia alzò la macchina fotografica e scattò una foto di loro due insieme, avvolti dai colori caldi della sera e dalle ombre delle viuzze.En: Giulia raised her camera and took a photo of the two of them together, wrapped in the warm colors of the evening and the shadows of the little streets.It: Guardando l'immagine sullo schermo, Giulia si rese conto di quanto quei momenti con Luca fossero preziosi.En: Looking at the image on the screen, Giulia realized how precious those moments with Luca were.It: Si sedettero su una panchina e parlarono a cuore aperto.En: They sat on a bench and spoke openly.It: Luca espresse le sue paure, temendo di perdere Giulia.En: Luca expressed his fears, fearing he might lose Giulia.It: Lei ascoltava, il cuore diviso tra l'amore per Roma e le sue ambizioni.En: She listened, her heart divided between a love for Roma and her ambitions.It: Dopo una lunga riflessione, Giulia guardò Luca e, con occhi brillanti, disse: "Voglio provare a fare funzionare tutto qui, con te."En: After a long reflection, Giulia looked at Luca, and with shining eyes said, "I want to try to make everything work here, with you."It: Quella decisione segnò un nuovo inizio.En: That decision marked a new beginning.It: Giulia trovò modi per combinare i suoi progetti fotografici con la bellezza di Roma, mantenendo vivi i legami con Milano.En: Giulia found ways to combine her photography projects with the beauty of Roma, while maintaining her ties with Milano.It: Luca promise di essere più flessibile e aperto alle esigenze di Giulia.En: Luca promised to be more flexible and open to Giulia's needs.It: La primavera a Roma sembrava più dolce ora.En: Spring in Roma seemed sweeter now.It: Piazza Navona continuava a brulicare di vita, ma per Luca e Giulia aveva un nuovo significato.En: Piazza Navona continued to buzz with life, but for Luca and Giulia, it had a new meaning.It: Insieme, avevano trovato un equilibrio e un luogo che potevano chiamare casa.En: Together, they had found a balance and a place they could call home. Vocabulary Words:the guide: la guidaeagerly: con impazienzabeloved: amatacaressed: accarezzavafacades: facciatesurrounding: circondavanoauthentic: autenticaivy: ederahidden: nascostathe corner: l'angolothe street painter: il pittore di stradablended: si mescolavanopassionately: con passionenarrow: stretterevealed: si svelavacapture: catturavaprecious: preziosievening: serawrapped: avvoltithe shadow: l'ombradecision: decisionebeginning: iniziothe bench: la panchinareflected: riflessionethe sunset: il tramontofear: pauraambitions: ambizionishine: brillantibalance: equilibriobuzz: brulicare
Fabiola Valtolina esordisce sui palchi del Sydney Comedy Festival con il suo spettacolo "Emotionally Intense".
Fluent Fiction - Italian: Springtime in Roma: Love, Closure, and New Beginnings Find the full episode transcript, vocabulary words, and more:fluentfiction.com/it/episode/2025-03-30-22-34-02-it Story Transcript:It: La primavera inondava Roma di un dolce profumo di fiori e una leggera brezza accarezzava Piazza di Spagna.En: Spring flooded Roma with a sweet scent of flowers, and a light breeze caressed Piazza di Spagna.It: Le scale spagnole erano coperte di fiori di stagione; rose, tulipani e margherite splendevano sotto il sole di Pasqua.En: The Spanish Steps were covered with seasonal flowers; roses, tulips, and daisies shone under the Easter sun.It: La piazza era piena di turisti, chi scattava foto, chi si godeva un gelato sotto il sole romano.En: The square was full of tourists, some taking photos, others enjoying a gelato under the Roman sun.It: Tra tutte quelle persone, Giulia si fermò ai piedi delle scale.En: Among all these people, Giulia stopped at the foot of the steps.It: Giulia era un'artista dell'arte, una curatrice di mostre, in città per un importante convegno.En: Giulia was an art artist, an exhibition curator, in the city for an important conference.It: Roma la chiamava ogni primavera, ma quella volta aveva un altro motivo per tornare.En: Roma called her every spring, but this time she had another reason to return.It: Stringeva tra le mani una borsa di pelle, il ricordo di anni trascorsi a cercare risposte.En: She held a leather bag in her hands, the memory of years spent searching for answers.It: Dario era lì, a pochi passi da lei.En: Dario was there, a few steps away from her.It: Un sorriso gli illuminò il viso quando la vide.En: A smile lit up his face when he saw her.It: Un riconoscimento immediato dopo quasi un decennio.En: An immediate recognition after almost a decade.It: Lui, adesso una guida turistica, raccontava Roma con passione.En: He, now a tour guide, told stories of Roma with passion.It: Giulia lo ricordava bene, quel suo amore per la città, e non poté non sorridere, seppur con esitazione.En: Giulia remembered well, that love he had for the city, and couldn't help but smile, albeit hesitantly.It: “Giulia,” disse lui, avvicinandosi.En: "Giulia," he said, approaching her.It: “Da quanto tempo…”En: "It's been a long time..."It: “Sì, tanto tempo,” rispose Giulia, guardando intensamente le scalinate.En: "Yes, a long time," Giulia replied, intently looking at the steps.It: La loro ultima volta lì, insieme, risaliva a molti anni fa.En: Their last time there together was many years ago.It: Allora, il loro amore era giovane e ardente.En: Back then, their love was young and passionate.It: Si sedettero su una panchina vicino, le persone intorno a loro formavano appena un rumore di sottofondo.En: They sat on a nearby bench, the people around them forming just a background noise.It: Dario parlò del passato, di quanto aveva voluto rivederla, di come ancora pensava a lei.En: Dario talked about the past, how he had wanted to see her again, how he still thought of her.It: Giulia lo ascoltava, il cuore combattuto tra il voler ricominciare da capo e il desiderio di chiudere con il passato.En: Giulia listened, her heart torn between wanting to start over and the desire to close the chapter on the past.It: “Non sono più quella di una volta,” disse Giulia, guardando il cielo azzurro per trovare forza.En: "I'm not the same as before," said Giulia, looking at the blue sky for strength.It: “Lo so,” rispose Dario.En: "I know," Dario replied.It: “Neanche io. Ho imparato dai miei errori. Voglio dimostrarti… merito un'altra chance.”En: "Neither am I. I've learned from my mistakes. I want to show you... I deserve another chance."It: Giulia pensava a quanto si fosse arrabbiata in passato, a quante lacrime aveva versato.En: Giulia thought about how angry she had been in the past, about how many tears she had shed.It: Non era sicura di poter rivivere tutto quello.En: She wasn't sure she could relive all of that.It: Ma sentiva anche che parole sepolte per anni cercavano di uscire.En: But she also felt that words buried for years were trying to come out.It: “Perché è stato così difficile?” chiese, la voce tremante.En: "Why was it so difficult?" she asked, her voice trembling.It: Dario abbassò lo sguardo.En: Dario lowered his gaze.It: “Ero giovane, egoista. Non capivo quanto fossi importante. È stato un errore.”En: "I was young, selfish. I didn't understand how important you were. It was a mistake."It: Quelle parole pesarono meno del previsto.En: Those words weighed less than expected.It: Giulia si guardò intorno, le scale, le persone felici in vacanza.En: Giulia looked around, the steps, the happy people on vacation.It: Trovò una pace che non si aspettava.En: She found a peace she didn't expect.It: Consapevole di aver finalmente ricevuto la risposta che cercava da tempo.En: Aware that she finally received the answer she had been searching for a long time.It: “Sai, penso che entrambi abbiamo bisogno di un nuovo inizio, anche se separati,” disse Giulia con un accenno di sorriso.En: "You know, I think we both need a fresh start, even if separately," said Giulia with a hint of a smile.It: “Non ti rancoro più, Dario.”En: "I don't hold a grudge against you anymore, Dario."It: Lui annuì lentamente, accettando.En: He nodded slowly, accepting.It: “Va bene. Mi auguro il meglio per te, Giulia.”En: "Alright. I wish you the best, Giulia."It: Si alzarono, camminando fianco a fianco verso il centro delle scalinate.En: They got up, walking side by side towards the center of the steps.It: L'addio fu dolce, senza rimpianti.En: The farewell was sweet, without regrets.It: Giulia si sentì finalmente in grado di voltare pagina, di iniziare un nuovo capitolo.En: Giulia finally felt able to turn the page, to start a new chapter.It: La piazza era ancora piena di vita, e mentre Giulia si allontanava, una dolce sensazione di libertà l'accompagnava.En: The square was still full of life, and as Giulia walked away, a sweet sensation of freedom accompanied her.It: Dario rimase in silenzio, osservando il suo amore del passato, realizzando che poteva guardare avanti, finalmente in pace.En: Dario remained silent, watching his love from the past, realizing that he could look forward, finally at peace.It: La primavera a Roma era sempre un nuovo inizio.En: Spring in Roma was always a new beginning.It: Per tutti.En: For everyone. Vocabulary Words:breeze: la brezzacurator: la curatriceleather: la pellerecognition: il riconoscimentotour guide: la guida turisticapassion: la passionehesitantly: con esitazioneconference: il convegnoexhibition: la mostraforget: dimenticareangry: arrabbiataregret: il rimpiantoyoung: giovaneselfish: egoistapeace: la pacechance: la chancemistake: l'errorebackground noise: il rumore di sottofondostrength: la forzaanswer: la rispostafresh start: il nuovo iniziogrudge: il rancorecompanion: il compagnotear: la lacrimasweet: dolceforeground: il primo pianofreedom: la libertàchapter: il capitoloreckon: calcolarerealize: realizzare
Il carnevale (in italia) - Spendieren Sie einen Cafè (1€)? Donate a coffee (1€)? https://ko-fi.com/italiano Livello A2 #carnevale #storia #italy #vhs #festeStoria e curiosità sul carnevaleOggi parliamo del carnevale. Voglio raccontarvi la storia e le origini della festa più pazza del mondo e parlarvi anche delle diverse maschere e delle parole utili per descrivere il carnevale.Cominciamo appunto dai vocaboli utili:Coriandoli: sono piccoli pezzi di carta colorati che si buttano per strada per fare allegria. (Konfetti).Stelle filanti: sono delle piccole strisce di carta colorata, arrotolata sulle quali bisogna soffiare per farle volare come stelle comete. (Luftschlangen)Carro allegorico: è un carro con delle figure di carta pesta che girano per il carnevale. (Carro allegorico = Umzugswagen. – Carta pesta = Pappmaché) ...The full transcript of this Episode is available via "Luisa's learn Italian Premium", Premium is no subscription and does not incur any recurring fees. You can just shop for the materials you need or want and shop per piece. Prices start at 0.20 Cent (i. e. Eurocent). - das komplette Transcript / die Show-Notes zu allen Episoden sind über Luisa's Podcast Premium verfügbar. Den Shop mit allen Materialien zum Podcast finden Sie unterhttps://premium.il-tedesco.itLuisa's Podcast Premium ist kein Abo - sie erhalten das jeweilige Transscript/die Shownotes sowie zu den Grammatik Episoden Übungen die Sie "pro Stück" bezahlen (ab 20ct). https://premium.il-tedesco.itMehr info unter www.il-tedesco.it bzw. https://www.il-tedesco.it/premiumMore information on www.il-tedesco.it or via my shop https://www.il-tedesco.it/premium
Per scaricare il contratto del cellulare che abbiamo firmato come famiglia, clicca qui: https://www.lucamazzucchelli.com/primo-cellulare-figlio-contratto/ "Sei il primo ad aver resistito fino in fondo" (00:00:00)Questa è la frase che ho detto a mio figlio quando una sera mi disse con il cuore pesante: “Papà, sono l'ultimo della classe a non avere il cellulare…”. Non è stato sicuramente facile mantenere questa posizione, ma ad oggi ci riteniamo soddisfatti come genitori di averlo fatto.Le preoccupazioni di un genitore (00:01:58)Quando ne parlo con altri genitori, spesso mi confessano di aver ceduto allo smartphone prima del previsto per paura che il figlio venga escluso dal gruppo, o magari per l'ansia di non sapere dove sia o di non potersi contattare in caso di bisogno.Non ti nego che anche io e mia moglie abbiamo dovuto fare i conti con questi timori.Trovare un compromesso (00:03:15)Quanto al bisogno di comunicare per emergenza: a metà prima media gli abbiamo dato un vecchio Nokia senza internet. Se c'era davvero urgenza di sentirci, poteva chiamare o mandare un SMS, un po' come abbiamo fatto noi quando i social e whatsapp non esisteva.Se sei l'ultimo non vuol dire che sei in ritardo (00:04:35)Quando ho letto il libro di Alberto Pellai “Vietato ai minori di 14 anni”, ho trovato molte conferme scientifiche a quella che era stata principalmente un'intuizione genitoriale. Nel suo testo spiega perché i ragazzi non dovrebbero avere il cellulare prima dei 14 anni. Eppure non ci spieghiamo come mai, nel mondo di oggi, mantenere questa regola sia diventato veramente complesso.Il primo smartphone di mio figlio (00:05:30)Questo Natale il nostro primogenito ha ricevuto il suo primo smartphone.Non è stato facile resistere così a lungo, ma credo davvero ne sia valsa la pena.Come creare il tuo contratto per l'uso del cellulare (00:07:05)Voglio condividere con te un'idea che potrebbe esserti utile quando arriverà il momento: il contratto del cellulare. Perché ricorda: "Le regole non limitano la libertà, la proteggono".E tu, creerai un tuo contratto per l'uso del cellulare? Fammi sapere nei commenti ;-)A presto,LucaP.S. Se non sei ancora iscritto/a alla mia newsletter, ti consiglio di farlo per non perderti le mie riflessioni e i miei spunti per la tua crescita personale: https://www.psicologo-milano.it/newsletter/