Il marchio Edagricole, nato nel 1937 per contraddistinguere la produzione della prima casa editrice italiana interamente dedicata al settore agricolo, è oggi marchio leader nell’informazione del settore agroalimentare, di proprietà della società New Business Media del Gruppo Tecniche Nuove di Milano. Alle riviste, diffuse a pagamento sia in abbonamento postale sia in versione digitale, si affianca un catalogo libri di oltre 300 titoli, nel quale si possono trovare sia volumi che approfondiscono le tematiche agronomiche, veterinarie, agroalimentari e paesaggistiche dal punto di vista tecnico e legislativo per un target di studiosi e universitari, sia libri di taglio tecnico-pratico rivolti a chiunque operi, a qualsiasi livello, anche hobbistico, nell’ambito dell’agricoltura e di tematiche affini (giardinaggio, food). Ogni rivista è anche un sito web costantemente aggiornato con news e approfondimenti verticali e una porta di accesso ai servizi messi a disposizione gratuitamente per gli utenti abbonati. Da anni Edagricole è inoltre fortemente impegnata nell’ambito della formazione agli imprenditori agricoli e ai tecnici mediante il progetto Nova Agricoltura, che valorizza dell’innovazione sostenibile in agricoltura, e una intensa attività di convegnistica in tutti i settori dell’agricoltura moderna.
New Business Media - Gruppo Tecniche Nuove
In occasione della relazione annuale 2021 della Fondazione Enpaia, il presidente fa il punto sul ruolo attivo svolto dall'Ente durante le fasi più acute dell'emergenza sanitaria e sui risultati ottenuti grazie a mirati investimenti in economia reale, soffermandosi sulle principali sfide che attendono il comparto agricolo. Il monito lanciato da Piazza: «Correggere strutture che penalizzano enti di previdenza privati»
Nel corso della 101^ Assemblea di Confagricoltura il presidente Giansanti esorta coraggio e visione comune per valorizzare la produzione agricola e la competitività delle imprese. «Abbiamo espresso e motivato le nostre riserve sull'accordo Pac che è stato raggiunto. Ora c'è molto lavoro da fare e in tempi stretti, in considerazione anche del fatto che la Pac dovrà essere integrata con i progetti di investimento del Recovery Plan, senza dimenticare l'urgenza della riforma della pubblica amministrazione, della semplificazione e degli investimenti in infrastrutture e logistica». Lo ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in apertura della 101^ Assemblea della Confederazione svoltasi a Roma, presso il Palazzo Della Valle, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, e della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
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In questi giorni si chiudono le pre-iscrizioni per le scuole secondarie e alle migliaia di ragazzini incerti su cosa fare nei prossimi cinque anni – e di conseguenza su che strada far prendere alla propria vita – vorremmo dare un consiglio: avete mai pensato di fare il meccanico? Anzi meglio dire il meccatronico, come ormai richiedono gli stessi addetti ai lavori.Vai al sito https://macchinemotoriagricoli.edagricole.it/
Dopo aver ascoltato i vari rappresentanti dei marchi di trattori, sintetizziamo le loro risposte in materia di full line, vendita diretta, coabitazione con altri marchi, numero di concessionarie e altro ancora. Tutti assieme, ci danno un quadro della direzione che prenderà il settore
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Il 20 ottobre sarà pubblicato il bando Bonus Lazio Km0 da 10 milioni per sostenere agricoltura e ristorazione del territorio laziale.
Il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello, al Forum Enpaia "Economia e società, tendenze nel dopo Covid-19”, spiega come intervenire per utilizzare le risorse disponibili per il settore
Il Sottosegretario Ministero Economia e Finanze, Pier Paolo Baretta, intervenendo al Forum Enpaia 2020 “Economia e società, tendenze nel dopo Covid-19”, ha spiegato le criticità che interessano il nostro Paese sui quali incentrare i progetti per il Recovery fund. Su tutti: digitale, green applicato, formazione del personale, sostenibilità ambientale e dissesto idrogeologico.
Il presidente dell'Ente di previdenza del settore agricolo, nel corso del Forum “Economia e società, tendenze nel dopo Covid-19”, ha tracciato le direttrici per la ripartenza del Paese focalizzando l'attenzione sulle nano-tecnologie e l'intelligenza artificiale: «Sono innovazioni che possono aiutarci a sviluppare un'agricoltura a basso impatto ambientale».
La sindaca di Roma Virgina Raggi, durante il suo intervento alle celebrazioni del centenario di Confagricoltura, ha sottolineato che il Piano strategico agroalimentare di Roma mira a valorizzare le filiere di settore.
L'intesa durerà un anno e avrà l'obiettivo di facilitale, attraverso la piattaforma web del colosso cinese, l'ingresso nei mercati esteri delle piccole e medie imprese agricole.
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In arrivo una misura straordinaria destinata a sostenere le aziende agricole lombarde in crisi per il lockdown legato all'emergenza coronavirus grazie ai fondi per lo sviluppo rurale. Regione Lombardia ha approvato e inviato a Bruxelles una proposta di modifica del Psr 2014-2020 per il 2020.
Il senatore Mino Taricco risponde alla richiesta di Anabio di sbloccare il disegno di legge sul biologico in discussione in Comagri Senato e spiega tempi e cause di tale stallo.
Green Deal, il direttore di Anabio Antonio Sposicchi affronta le tematiche relative all'adeguamento delle politiche del settore biologico per realizzare gli obiettivi di sostenibilità 2030. «L'equilibrio tra domanda e offerta - ha specificato Sposicchi - è essenziale per proteggere gli investimenti agricoli nel settore e per evitare la riduzione dei prezzi dei prodotti bio». Fondamentale, secondo Sposicchi, sbloccare il disegno di legge sul biologico in discussione in Comagri Senato.
Green Deal, approvazione del disegno di legge sul biologico in discussione in Comagri Senato, semplificazione burocratica e garanzia di elevati standard di produzione. Sono le proposte di Anabio, l'associazione per il biologico di Cia-Agricoltori Italiani, per permettere all'Italia di giocare un ruolo da protagonista della svolta sostenibile in campo agricolo.
La filiera agroalimentare si è dimostrata sicura e solida durante l'emergenza, ora servono più programmazione e innovazione. È il monito lanciato durante il primo appuntamento con i talk di Cibo per la mente, il manifesto per l'innovazione in agricoltura sottoscritto da sedici associazioni del mondo agricolo e zootecnico.«La pandemia ha evidenziato che l'agricoltura non ha mai smesso di portare il cibo sulle tavole degli italiani. Siamo però ancora carenti nella capacità di provvedere alla nostra sussistenza e nel 2019 il grado di auto-approvvigionamento dei prodotti agricoli dell'Italia è calato del 6% - ha dichiarato il vicepresidente di Confagricoltura Matteo Lasagna -. Non possiamo pensare di essere competitivi sui mercati esteri se non riusciamo a essere autosufficienti dal punto di vista produttivo».Lasagna ha poi rimarcato l'urgenza di mettere in campo la scienza: «Dopo 20 anni, tutto il settore riconosce finalmente il valore delle New Breeding Techniques e il ruolo che possono giocare a favore di sicurezza alimentare, biodiversità e produttività: non capiamo il motivo per cui non riusciamo ancora utilizzarle».
L'emergenza Covid-19 ha dimostrato che la sicurezza alimentare non può prescindere dalla garanzia degli approvvigionamenti delle produzioni agricole. Favorire l'accesso all'innovazione per permettere alla filiera agroalimentare di aumentare le rese è la prima lezione che questa crisi dovrebbe averci insegnato. Questo, il monito lanciato nel corso del webinar “Filiera agroalimentare italiana e pandemia: limiti e opportunità”, primo appuntamento con i talk di Cibo per la mente, il manifesto per l'innovazione in agricoltura sottoscritto da sedici associazioni del settore agricolo e zootecnico. «Aumentare il grado di approvvigionamento di materie prime nazionali è la prima soluzione per fare fronte all'emergenza, basti pensare che oggi siamo costretti a importare oltre il 50% di una coltura fondamentale per la mangimistica come il mais. Nelle scorse settimane Assalzoo si è mossa insieme ad altre dieci associazioni per attivare un accordo di filiera sul mais – ha spiegato il segretario generale di Assalzoo Lea Pallaroni - con l'obiettivo di premiare la scelta del prodotto italiano. Già oggi gli agricoltori avrebbero a disposizione gli strumenti per selezionare varietà migliori, eppure non possono avere accesso all'innovazione».
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Il vero asso nella manica è la doppia trasmissione Vario DriveVai alla prova completa https://macchinemotoriagricoli.edagricole.it/prove-in-campo-trattori-e-macchine-agricole/fendt-942-vario-il-trattore-doppio/
Il presidente Zefferino Monini, in occasione della celebrazione del centenario dell'azienda olivicola umbra, presenta il “Piano di Sostenibilità 2020 – 2030”, strumento che mette a fuoco le principali sfide del settore - agricola, ambientale, alimentare, produttiva, qualitativa, economica, culturale - con l'obiettivo di contribuire a costruire un futuro più sostenibile e consapevole.«La nostra è una olivicoltura super-intensiva efficiente e sostenibile. I nostri uliveti saranno prevalentemente biologici».
«Fra emergenza coronavirus e ricerca di soluzioni per una nuova ripartenza sostenibile, le biotecnologie, giocando sulla strategicità della filiera corta e dell'economia circolare, offrono una potente spinta innovativa per il nostro Paese». Lo afferma il presidente di Assobiotec Federchimica Riccardo Palmisano in occasione della presentazione del rapporto Assobiotec-Enea su “Le imprese di biotecnologia in Italia”.Durante la presentazione del rapporto, si è evidenziato come il biotech si stia affermando come tecnologia chiave per una ripartenza “sostenibile” del Paese, anche nella fase post emergenza coronavirus. Le biotecnologie, se applicate all'agricoltura, per esempio, offrono una risposta concreta per gestire la ridotta disponibilità di suolo e di acqua, per preservare la biodiversità e rendere le produzioni più resistenti ai cambiamenti climatici o ai patogeni, o per sviluppare prodotti biologici ed ecocompatibili per la difesa di piante e animali dall'attacco di questi ultimi. Il comparto biotech italiano si conferma un settore in crescita. A fine 2019 sono 696 le imprese biotech attive sul territorio nazionale, con 13 mila addetti (di cui il 34% impiegato in attività di R&S) per oltre 12 miliardi di fatturato. Secondo il rapporto le imprese biotech che operano nell'area agricoltura e zootecnia in Italia si presenta molto diversificato. Sono 60 le imprese censite (9% del totale). Il fatturato dell'area supera gli 850 milioni di euro.
Il responsabile lavoro della Cia-Agricoltori Italiani Danilo De Lellis afferma che per risolvere la carenza di manodopera bisogna «Rivedere la regolamentazione dei flussi migratori. Faccio un esempio. Normalmente il decreto flussi, che dovrebbe essere pubblicato tra gennaio e febbraio, lo scorso anno, senza emergenza coronavirus, è stato pubblicato il 24 aprile. Dalla pubblicazione del decreto al benestare della prefettura che consente a quel lavoratore di entrare, trascorrono altri mesi. Di conseguenza, quell'imprenditore agricolo non ha più bisogno di quella risorsa. Ci sono aziende in Veneto che già a marzo iniziano la raccolta delle fragole e fanno affidamento anche su queste misure per organizzare il proprio lavoro. Serve un adeguato sistema che permetta alle aziende agricole di gestire al meglio le proprie attività aziendali».
«La Pasqua e la prima parte della primavera con i weekend del 25 aprile e primo maggio sono andati del tutto persi, quindi per noi il danno economico in questo periodo è del 100% e le consegne dei pasti a domicilio sono un'attività che non porta reddito». Questa l'analisi sul settore agrituristico veneto di Nunzio Giorio, presidente di Agriturist Padova e titolare dell'agriturismo Alba a Baone. La speranza è che presto possa riprendere un turismo di prossimità e che le persone abbiano voglia di trascorrere qualche giorno in campagna dopo le lunghe settimane di lockdown in casa.
Simone Arnoldi, titolare con il fratello Mauro di un'azienda che produce latte e suini, spiega come sta affrontando l'emergenza Coronavirus. "Per nostra fortuna tre anni fa abbiamo automatizzato la stalla, aspetto che riduce la necessità di contatti ravvicinati tra il personale. Inoltre nel ramo suinicolo l'uso delle mascherine era già prassi da tempo, per cui i disagi sono sicuramente più contenuti rispetto ad altre realtà".
Agricoltura e virus.L'epidemia da Covid 19 ha messo in seria difficoltà l'assistenza, blindando le concessionarie e riducendo quasi a zero le uscite per riparazione. In una situazione di emergenza si è vista l'utilità della telemetria e dell'assistenza a distanza, per chi già ha attivato questo tipo di servizi
Cemos è il nuovissimo software per l'impostazione guidata degli attrezzi che promette di aumentare la produttività riducendo i consumi
MMA diventa Podcast. Fedele alla sua impronta di attenzione alle nuove tecnologie, Macchine e Motori Agricoli fa un ulteriore passo nella direzione della fruibilità multimediale. Oltre ad aver aderito al progetto di Solidarietà Digitale, da questo numero lanciamo infatti il nostro servizio Podcast: qui potete trovare una sintesi del numero disponibile per l'ascolto sul cellulare. Restare informati, in auto o sul trattore, non è mai stato così facile
La gravità della situazione per la suinicoltura italiana è evidenziata innanzitutto dai numeri. Le riassume efficacemente Elio Martinelli, presidente di Assosuini: «In questa fase di emergenza da coronavirus i macelli stanno operando a ritmi inferiori del 25% rispetto a una situazione normale. Il prezzo dei capi grassi da macello è sceso da 1,808 euro al chilogrammo di metà dicembre a 1,402 di inizio aprile. In più, ad aggravare il quadro già di per sé pesante per la suinicoltura italiana, ci sono i rinvii nei ritiri del bestiame, col rischio che gli animali vadano fuori peso per rimanere all'interno del circuito delle cosce Dop da prosciutto».La situazione complessiva, incalza Martinelli, «genera ansia, incertezza e irrazionalità. Servirebbe un tavolo di filiera che coinvolga i rappresentanti del mondo agricolo, industriale, dei consorzi di tutela dei prosciutti Dop di Parma e San Daniele. Inoltre possiamo utilizzare le cosce fresche Dop per fare bistecche, in un frangente in cui il mercato riconosce ai lombi maggiore remuneratività. Mentre per le cosce Dop stagionate pronte per il consumo si potrebbe autorizzare, in deroga momentanea all'attuale disciplinare, la preparazione delle vaschette alla Gdo, visto che i canali taglio al banco e Horeca sono fermi».
Gianluca Vertuani, imprenditore agricolo e presidente di Confagricoltura Ferrara racconta come le imprese della sua zona stanno cercando di risolvere il problema della mancanza di lavoratori stagionali. Le lavorazioni sono rallentate ma far arrivare personale dall'estero è possibile, a patto che siano rispettate una serie di regole
Da Piacenza a Ferrara, fino ai terreni prossimi al mare, sono cominciati i trapianti delle piantine di pomodoro da industria nel bacino del Nord Italia. La soluzione trovata per evitare i contagi di Covid-19 è stata dotare gli operai di guanti e mascherine, oltre a installare pannelli di plexiglas sulle macchine trapiantatrici. Ecco il racconto di Filippo Arata, imprenditore agricolo che coltiva 220 ettari di pomacea nel piacentino e presidente dell'Op Ainpo. Ma a preoccupare è anche la siccità.
Davide Ederle, presidente dell'Associazione nazionale biotecnologi italiani, prende le distanze dal servizio di Report tramesso il 13 aprile 2020 su Rai 3. «Prima i dati scientifici, poi le ipotesi sul rapporto, tra allevamenti, inquinamento e coronavirus».
L'assessore all'agricoltura della Lombardia, Fabio Rolfi, parla del suo intervento al servizio di Report del 13 aprile 2020, un'intervista di 40 minuti ricca di dati e di informazioni sui progressi in tema di sostenibilità, ossia di rispetto dell'ambiente, registrati negli allevamenti. Un'intervista ridotta a poche battute per creare una fakenews: una falsa correlazione tra allevamenti. Inquinamento e coronavirus solo per creare sensazionalismo e far salire l'audience. Rolfi ha chiesto alla ministra Bellanova di intervenire.
L'azienda Rago di Battipaglia (SA) produce e commercializza, completando la filiera, verdure a foglia, principalmente baby leaf di I e IV gamma. Dallo scattare dell'emergenza Coronavirus l'azienda ha dovuto far fronte a diverse criticità: ordini altalenanti dalla Gdo, mancanza di manodopera, calo di esportazioni verso l'estero. Difficoltà che hanno generato un calo di fatturato rispetto allo scorso anno di circa il 20%. Il giovane Gaetano Rago spiega che per non interrompere la produzione, in azienda hanno adottato diverse misure di sicurezza per contrastare il Covid-19. «Abbiamo rafforzando i già presenti protocolli interni di sicurezza e l'uso di Dispositivi di Protezione Individuale, installato erogatori di gel igienizzanti, ridotto al minimo l'ingresso in azienda di soggetti esterni, eliminato le possibilità di assembramenti e dove non è stato possibile abbiamo installato dei distanziatori in plexiglass per creare maggiore sicurezza. Per quanto riguarda gli impiegati abbiamo previsto lo smart working per oltre il 70% del personale. Infine, augurandoci che non servirà mai, abbiamo stipulato per ciascuno dei nostri 270 dipendenti una polizza assicurativa contro il Coronavirus». «Stiamo resistendo - afferma Rago - uniti e rispettosi delle misure di sicurezza».
Claudio Previatello, titolare dell'azienda Al Capiteo (Grignano Polesine), responsabile nazionale del settore florovivaismo dei Giovani di Confagricoltura e presidente dei Giovani di Confagricoltura Rovigo, si esprime sull'ultima ordinanza del governatore del Veneto Luca Zaia. «Abbiamo migliaia di ordini disdetti, milioni di fiori che stiamo mandando al macero. Lasciare aperti gli angoli verdi dei supermercati e impedire a noi florovivaisti di vendere i prodotti è una contraddizione e una follia. Così ci costringeranno a chiudere». Tra le misure di contrasto alla pandemia Covid-19 c'è, infatti, il divieto di commercio di prodotti florovivaistici in punti vendita autonomi, che fa restare aperti i cosiddetti “angoli verdi” nei supermercati, ma lascia agli operatori del settore soltanto la possibilità della consegna a domicilio.La situazione è molto critica per le circa 1.500 aziende florovivaistiche del Veneto, che traggono il 70-80% dei guadagni nei mesi primaverili. «Mi stanno chiamando i giovani colleghi da tutto il Veneto, da Padova, Verona e Venezia. C'è chi ha ricevuto disdetta perfino degli ordini dei crisantemi - spiega Previatelo - tanto è il timore del settore di non ripartire neppure in autunno».
«Per fortuna riusciamo a vendere il vino e le nocciole che produciamo nell'azienda agricola, altrimenti saremmo messi molto male - spiega Paolo Gatti - titolare dell'agriturismo Gatti di Camino (Al) - per noi l'attività di ristorazione era una parte molto importante dell'attività, avevamo prenotazioni fino all'estate. Ora siamo chiusi e non sappiamo quando riapriremo».
Elisa Zorzi, 33 anni, di Villafranca di Verona, ha preso in mano l'azienda del padre e ha deciso di coltivare “l'oro rosso" su una superficie di 0,2 ettari. Segue personalmente la coltura, raccogliendo a mano gli stimmi e lavorando il prodotto nel laboratorio aziendale. Ha creato un marchio, Zorzaff, e perfino il packaging. Si è creata un mercato tra privati e ristoranti della zona. Ma con l'emergenza coronavirus la ristorazione è ferma e la gente nella lista della spesa pensa a generi di prima necessità. «Però lo zafferano è un ottimo tonico naturale per l'umore - avverte Elisa - e può aiutare ad affrontare meglio questo periodo difficile».
Con l'emergenza coronavirus va in crisi anche la pioppicoltura della pianura padana, punta di diamante della produzione legnosa a uso industriale in Italia, sia per compensati, imballaggi, carta e pannelli che per mobili e arredamenti in genere. Con la sospensione delle attività industriali e commerciali, tra cui le fabbriche del compensato e del legno, si fermano anche nel Basso Veronese gli abbattimenti di pioppi, mandando all'aria tutta la programmazione annuale. Ecco la testimonianza del pioppicoltore Roberto Trevisani
È un po' frastornato dalla rapida evoluzione del mercato del latte nell'ultimo mese, a causa dell'effetto coronavirus, ma Filippo Boffelli non si tira indietro: lavora da una vita, dal 1978, nell'azienda di famiglia a Triulza (MI) con 300 capi in stalla, di cui 150 vacche in lattazione, e consegna la materia prima alla Cooperativa Laudense di Lodi, a sua volta socia di un caseificio del bresciano che produce per il Grana Padano e altre Dop. Ecco come si sta destreggiando tra notizie che indicano volumi di latte in cerca di collocazione e notizie contrastanti, che indicano invece, come sul mercato ci sia poco latte “libero”.
«Il problema principale è che le industrie di trasformazione non sanno più dove mettere il siero di latte - spiega Giuseppe Elias, conduttore di un allevamento con oltre 200 bovine in provincia di Lodi - i due stabilimenti italiani che lo raccolgono (entrambi ubicati in Lombardia) sono chiusi perché il personale è contagiato dal coronavirus o in quarantena.L'Italia che non è un Paese polverizzatore rischia di pagare il prezzo più alto. Forse bisognerebbe pensarci per il futuro - conclude - investire per realizzare stabilimenti di polverizzazione del latte per poter accumulare materia prima nei momenti di grande tensione di mercato come questo».