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Le prime pagine dei principali quotidiani nazionali commentate in rassegna stampa da Davide Giacalone. La forma fiscale, l'inchiesta Consip, i dossier e i controlli ai PM. Il commento sull'attualità, del vicedirettore de La Verità, Claudio Antonelli. Molise, dopo un divorzio durato 60 anni, il 9 marzo è partita una raccolta firme per un referendum che mira a portare la provincia di Isernia dentro l'Abruzzo e successivamente tutta la regione. Ne abbiamo parlato con Gian Carlo Pozzo, ex questore e tra i promotori dell'iniziativa (con il Comitato Filippo Salvatore). Don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, regala ogni giorno un pensiero, un suggerimento, una frase agli ascoltatori di RTL 102.5. Con noi la giornalista, divulgatrice scientifica, saggista Eliana Liotta (neodirettrice del mensile Benessere). Ieri è stato pubblicato il 19esimo Rapporto sulla comunicazione del Censis. Ci ha raccontato tutto Giorgio De Rita, segretario generale del Censis. Per l'attualità politica, è tornato a trovarci Carlo Calenda, leader di Azione. All'interno di Non Stop News, con Massimo Lo Nigro, Enrico Galletti e Giusi Legrenzi.
L'assoluzione del padre di Matteo Renzi e di Luca Lotti con le conseguenti polemiche sulla giustizia, analizzate da Fiorenza Sarzanini. Leonard Berberi racconta il giallo della morte del dipendente del colosso dell'aeronautica (e dei velivoli che non passano i test di sicurezza). Massimo Gaggi spiega perché gli Stati Uniti vogliono costringere la società cinese ByteDance a vendere il social network.I link di corriere.it:Inchiesta Consip, assoluzione per Tiziano Renzi e per l'ex ministro Luca LottiBoeing, i 97 problemi trovati dagli ispettori nel 737 Max (quello del portellone staccato)Trump difende TikTok, Biden lo usa ma appoggia il Congresso: “I cinesi devono venderlo”
Oneri e onori. Onori: Matteo Renzi giornalista può togliersi la soddisfazione ogni giorno di usare un quotidiano (il Riformista) per martellare i suoi avversari e perfino i suoi amici (chiedere a Carlo Calenda). Oneri: l'editore di Matteo Renzi politico, quell'Alfredo Romeo coimputato con il padre di Matteo in un filone romano della mega inchiesta nata dagli appalti Consip, ha licenziato in modi più che discutibili quella che doveva essere vicedirettrice di Piero Sansonetti a l'Unità. #LaSveglia per La Notizia
In the 2 years as CIO of ISTAT (Italian National Institute of Statistics) Massimo Fedeli has led a transformation program which enabled fully digitalized census of about 1.4M Italian citizens - annually instead of every 10 years. The New Digital Census has eliminated over 125,000 tons of paper and saved the ISTAT tens of millions of Euro. During his career, Massimo Fedeli has been in charge of developing the information system of the Treasury Department and the State Accounting Department at Consip, and previously Head of the Office in charge of developing the tools to support the production cycle at SOGEI. He was a senior consultant in the area of strategic planning and consultancy for Tecsiel, on whose behalf he carried out projects at many large Public Administrations and Banks. In this episode of Leadership Deep Dive, he talks with Hendrik Deckers about leading such a large scale project, the digital transformation at this traditional, yet data-driven public institution and about bridging the digital divide.
Nella quarantasettesima puntata del podcast Appalti al volo parliamo della complessità della digitalizzazione delle gare d'appalto a partire dall'esperienza della preabilitazione al nuovo portale di Acquisti in rete PA.Il nostro ospite è Sacha Emiliani, tender manager e ideatore della community #vitadagara.Per suggerirci nuovi temi e possibili ospiti per le prossime puntate scriveteci a appaltialvolo@legal-team.it. Il presente materiale è per fini informativi e non costituisce consulenza legale.
Primo aggiornamento dopo l'estensione a tutta l'Italia delle misure di contenimento del Coronavirus.RKO www.rkonair.comDopo l'estensione a tutta Italia delle misure di contenimento del Coronavirus previste dal Decreto dell'8 marzo inizialmente previste solo per la zona rossa, dopo la morte del consigliere comunale di Piacenza Nello Pavesi a causa di alcune complicanze legate al Covid-19, arriva questa mattina la richiesta da parte del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di un incontro con il Governo per imporre misure ancora più stringenti, al fine di rallentare la diffusione dell'epidemia. Le eventuali decisioni derivanti dall'incontro, con ogni probabilità, saranno applicate a tutto il territorio nazionale. Le nuove misure potrebbero prevedere la chiusura dei negozi, lo stop dei trasporti e delle attività produttive.Questo avviene mentre si sta tenendo il vertice tra Governo ed opposizioni. I dati riportati sono forniti dal Ministero della Salute e sono fermi a ieri sera alle 18:00:Dei 9172 i casi totali le persone attualmente positive sono 7985, 463 deceduti e 724 guariti.In Puglia intanto si è registrato oggi un altro decesso. La paziente di 88 anni era ricoverata dal 4 febbraio nel reparto di Malattie infettive dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce. Originaria di Copertino, aveva altre patologie ed era cardiopatica. Secondo una prima ricostruzione della catena del contagio, l'ottantottenne potrebbe aver contratto il virus dal medico anestesista di Copertino, risultato positivo al Covid-19.L'ultimo bollettino regionale registra una crescita dei casi positivi al Coronavirus. Dai 44 di domenica si passa a 56 contagiati, con 12 casi in più. Quattro di questi sono in provincia di Foggia, due in provincia di Brindisi e sei in provincia di Bari.La Regione Puglia ha aumentato il numero di posti letto in terapia intensiva e rianimazione, in attesa del picco stimato per la fine di questo mese, portandoli da 60 a 209. Il piano per la gestione dei posti letto è coordinato dal capo del dipartimento regionale Salute, Vito Montanaro, e supervisionato da Pietro Luigi Lopalco, l'esperto internazionale di epidemiologia chiamato dal governatore Emiliano per rafforzare la task force. Il piano di emergenza non impatterà sulla normale operatività della rete di emergenza- urgenza. In più, al netto delle terapie intensive, l'assistenza ai pazienti affetti da Coronavirus potrà contare su 680 posti letto disponibili nel nuovo Dea di Lecce, nell'ospedale di Copertino e nella struttura ecclesiastica Miulli ad Acquaviva delle Fonti.Aumentare i posti letto è una misura utile e non sufficiente poiché ogni posto letto per essere efficiente dovrà possedere tutte le dotazioni necessarie. Prima esigenza è quella di reperire i ventilatori, indispensabili al superamento delle crisi respiratorie. CONSIP, Centrale Acquisti della Pubblica Amministrazione ha giudicato la prima procedura d'urgenza per la fornitura di ventilatori, dispositivi medici per la terapia intensiva e sub-intensiva, di dispositivi e servizi connessi. La gara è stata pubblicata e giudicata in 5 giorni e permetterà di dotare 5mla posti letto di terapia intensiva.Altra notizia di oggi è che un'azienda italiana ha messo a punto un nuovo test rapido di Coronavirus che consentirà di avere il responso in un'ora contro le 5-7 ore previste attualmente. Sarà reso disponibile allo Spallanzani di Roma ed al San Matteo di Pavia. Nelle carceri sembra essersi tranquillizzata la situazione, ma si registrano altri 3 decessi a Rieti dopo le rivolte di ieri. Il Penitenziario parla di overdose dopo il saccheggio dell'infermeria. Per quanto concerne le misure di sostegno economico il Governo, con il Ministro Patuanelli si prepara a varare un documento che preveda la sospensione di tasse e bollette.
«Sto leggendo, come tutti, le intercettazioni telefoniche e vengono i brividi. Quando queste vicende toccano i politici, ci arrabbiamo ma ormai non ci meravigliamo più. Quando invece si vengono a sapere certe dinamiche interne al Csm, c’è da rabbrividire». Così il vicepremier 5Stelle Luigi Di Maio sullo scandalo Csm, intervistato da La Verità. «Chi scende in politica deve sapere che i poteri dello Stato sono divisi. Sentire di intercettazioni in cui insieme ad alcuni esponenti della magistratura qualcuno sembra provare a scegliere il capo della procura che lo indaga su Consip è raccapricciante,» ha aggiunto Di Maio. Il leader 5Stelle ha anche detto che «bisogna agire sui tempi della giustizia. L’obiettivo è dimezzarli. E su questo siamo pronti perché il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ci sta lavorando».
Riflessioni sulle modalità di pubblicazione dei bandi sul Mercato Elettronico di Consip.Per vedere il video qui https://www.youtube.com/watch?v=sH7y5JGdFPM&t=4s.
Andrea Romano, On. PD e direttore di Democratica; Annalisa Chirico, giornalista de Il Foglio; Antonello Ardituro, menbro del CSM per la corrente di sinistra di Area.
Marco Lillo, vicedirettore del Fatto Quotidiano; Carlo Bonini, inviato Repubblica.
Ultimi sviluppi sul caso Consip. Web Tax. Come funziona? I pro e i contro. Violenza contro le donne, prevenzione e contrasto. Fiuggi, Berlusconi e candidature di centro-destra. Fragile Italia. In studio Duilio Giammaria.
Attentato alla metro di Londra. Migranti e Chiesa, la linea di Papa Francesco. Nuovi sviluppi del caso Consip. Il jobs act del presidente francese Emmanuel Macron scatena le proteste. Scuola e disabilità.
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La tenuta del governo italiano, il governo guidato da Paolo Gentiloni, è nelle mani di un privato cittadino. L'affermazione di per sé ha dell'incredibile. Ed è probabile che sia così...Eppure sembra credervi il privato cittadino Federico Ghizzoni, nato a Piacenza il 14 ottobre del 1955, banchiere italiano, ex amministratore delegato di Unicredit, una delle principali banche europee. Il banchiere ha parlato, pur dicendo di voler restare in silenzio. Repubblica, 15 maggio: «Adesso non parlo», dice Ghizzoni al cronista che lo ha raggiunto sotto la sua casa di campagna nel piacentino. «Non parlo – aggiunge - perché non si può mettere in mano ad un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo...E' un caso della politica, sarebbe dovere e responsabilità della politica risolverlo». L'antefatto delle parole di Ghizzoni è noto. Tutto comincia il 9 maggio con le anticipazioni dell'ultimo libro (Poteri forti, o quasi) di Ferruccio De Bortoli, l'ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24-Ore. «Nel 2015 – scrive De Bortoli - l'allora ministra delle Riforme non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all'amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all'amministratore delegato di una banca quotata». A fronte di queste affermazioni, la ministra Boschi – figlia dell'allora vicepresidente di Banca Etruria Pierluigi Boschi – smentisce tutto, anche per respingere le indirette accuse di un plateale conflitto di interessi: «non ho mai chiesto all'ex Ad di Unicredit, Ghizzoni, né ad altri, di acquistare Banca Etruria», scrive Boschi il 9 maggio sul suo profilo Facebook. De Bortoli, invece, conferma le sue affermazioni: “sono sicuro delle mie fonti”. Ecco quindi che le parole dell'ex ad di Unicredit Ghizzoni (“non si può mettere in mano ad un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo”) diventano molto importanti. Sembra voler dire: se parlo e dico quanto so, cade il governo. Quindi se Ghizzoni parlasse non sarebbe per smentire De Bortoli. E il banchiere immagina addirittura che la tenuta del governo Gentiloni dipenda proprio dai suoi silenzi. Questa è solo una delle vicende di questi ultimi giorni che fanno pensare a quanto possa essere instabile la poltrona di Gentiloni a Palazzo Chigi. L'altra vicenda che può indebolire l'esecutivo è quella delle intercettazioni tra Renzi e suo padre Tiziano, pubblicate ieri dal Fatto Quotidiano e contenute nel libro di Marco Lillo “Di padre in figlio”. Le intercettazioni risalgono al 3 marzo scorso. Da quelle conversazioni pubblicate emerge che Matteo Renzi, nel pieno della sua campagna per le primarie, vive con particolare apprensione le vicende giudiziarie di suo padre sul caso Consip. E anche di alcuni suoi compagni di partito, come il ministro Luca Lotti. “Babbo devi dire tutta la verità ai magistrati”, dice Renzi a suo padre Tiziano. ”Non voglio essere preso in giro e tu devi dire la verità in quanto in passato la verità non l'hai detta a Luca (Lotti, ndr)”. Renzi è preoccupato di cosa deve dire suo padre ai magistrati e anche di cosa può tralasciare. Nella conversazione Tiziano Renzi parla di un incontro al Four Season con un gruppo di imprenditori ai tempi delle primarie del 2012 in cui era accompagnato da sua moglie Laura Bovoli. E Matteo Renzi dice: “Non dire che c'era mamma, altrimenti interrogano anche lei”. Renzi è preoccupato ancora oggi, e il suo post su Facebook ieri tradisce un nervosismo dannoso per chi è il leader del principale partito di governo. “Chi ha sbagliato – ha scritto ieri Renzi - pagherà fino all'ultimo centesimo, comunque si chiami. Spero che valga anche per chi – tra i giornalisti – ha scambiato la ricerca della verità con una caccia all'uomo”. In mezzo tra il caso Boschi-Ghizzoni-De Bortoli, da un lato, e le intercettazioni tra i Renzi, dall'altro, c'è un puntello sicuro per il governo Gentiloni: l'assenza di una nuova legge elettorale. In parlamento un accordo non riesce a formarsi e ciò di fatto allunga la vita dell'esecutivo. Memos oggi ha ospitato Carlo Galli, deputato di Mdp, politologo all'università di Bologna; e Alberto Vannucci, politologo dell'università di Pisa, ex presidente di Libertà e Giustizia.
Parliamo prima con l’Assessore all’Istruzione del Comune di Trieste Angela Brandi dei vaccini nelle scuole, con la nuova proposta diretta anche agli insegnanti, poi di Turismo e di Estate 2017 con l’Assessore Maurizio Bucci e per finire parliamo di Renzi e il caso CONSIP con una nuova intercettazione fata dai Carabinieri del NOE in Marzo di una telefonata tra lui e suo padre. In studio Marco Vitrotti e Paolo Agostinelli.In onda ogni LUNEDì MERCOLEDì E VENERDì dalle 16:30!
La tenuta del governo italiano, il governo guidato da Paolo Gentiloni, è nelle mani di un privato cittadino. L’affermazione di per sé ha dell’incredibile. Ed è probabile che sia così...Eppure sembra credervi il privato cittadino Federico Ghizzoni, nato a Piacenza il 14 ottobre del 1955, banchiere italiano, ex amministratore delegato di Unicredit, una delle principali banche europee. Il banchiere ha parlato, pur dicendo di voler restare in silenzio. Repubblica, 15 maggio: «Adesso non parlo», dice Ghizzoni al cronista che lo ha raggiunto sotto la sua casa di campagna nel piacentino. «Non parlo – aggiunge - perché non si può mettere in mano ad un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo...E’ un caso della politica, sarebbe dovere e responsabilità della politica risolverlo». L’antefatto delle parole di Ghizzoni è noto. Tutto comincia il 9 maggio con le anticipazioni dell’ultimo libro (Poteri forti, o quasi) di Ferruccio De Bortoli, l’ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24-Ore. «Nel 2015 – scrive De Bortoli - l’allora ministra delle Riforme non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata». A fronte di queste affermazioni, la ministra Boschi – figlia dell’allora vicepresidente di Banca Etruria Pierluigi Boschi – smentisce tutto, anche per respingere le indirette accuse di un plateale conflitto di interessi: «non ho mai chiesto all'ex Ad di Unicredit, Ghizzoni, né ad altri, di acquistare Banca Etruria», scrive Boschi il 9 maggio sul suo profilo Facebook. De Bortoli, invece, conferma le sue affermazioni: “sono sicuro delle mie fonti”. Ecco quindi che le parole dell’ex ad di Unicredit Ghizzoni (“non si può mettere in mano ad un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo”) diventano molto importanti. Sembra voler dire: se parlo e dico quanto so, cade il governo. Quindi se Ghizzoni parlasse non sarebbe per smentire De Bortoli. E il banchiere immagina addirittura che la tenuta del governo Gentiloni dipenda proprio dai suoi silenzi. Questa è solo una delle vicende di questi ultimi giorni che fanno pensare a quanto possa essere instabile la poltrona di Gentiloni a Palazzo Chigi. L’altra vicenda che può indebolire l’esecutivo è quella delle intercettazioni tra Renzi e suo padre Tiziano, pubblicate ieri dal Fatto Quotidiano e contenute nel libro di Marco Lillo “Di padre in figlio”. Le intercettazioni risalgono al 3 marzo scorso. Da quelle conversazioni pubblicate emerge che Matteo Renzi, nel pieno della sua campagna per le primarie, vive con particolare apprensione le vicende giudiziarie di suo padre sul caso Consip. E anche di alcuni suoi compagni di partito, come il ministro Luca Lotti. “Babbo devi dire tutta la verità ai magistrati”, dice Renzi a suo padre Tiziano. ”Non voglio essere preso in giro e tu devi dire la verità in quanto in passato la verità non l’hai detta a Luca (Lotti, ndr)”. Renzi è preoccupato di cosa deve dire suo padre ai magistrati e anche di cosa può tralasciare. Nella conversazione Tiziano Renzi parla di un incontro al Four Season con un gruppo di imprenditori ai tempi delle primarie del 2012 in cui era accompagnato da sua moglie Laura Bovoli. E Matteo Renzi dice: “Non dire che c’era mamma, altrimenti interrogano anche lei”. Renzi è preoccupato ancora oggi, e il suo post su Facebook ieri tradisce un nervosismo dannoso per chi è il leader del principale partito di governo. “Chi ha sbagliato – ha scritto ieri Renzi - pagherà fino all’ultimo centesimo, comunque si chiami. Spero che valga anche per chi – tra i giornalisti – ha scambiato la ricerca della verità con una caccia all’uomo”. In mezzo tra il caso Boschi-Ghizzoni-De Bortoli, da un lato, e le intercettazioni tra i Renzi, dall’altro, c'è un puntello sicuro per il governo Gentiloni: l’assenza di una nuova legge elettorale. In parlamento un accordo non riesce a formarsi e ciò di fatto allunga la vita dell’esecutivo. Memos oggi ha ospitato Carlo Galli, deputato di Mdp, politologo all’università di Bologna; e Alberto Vannucci, politologo dell’università di Pisa, ex presidente di Libertà e Giustizia.
La tenuta del governo italiano, il governo guidato da Paolo Gentiloni, è nelle mani di un privato cittadino. L’affermazione di per sé ha dell’incredibile. Ed è probabile che sia così...Eppure sembra credervi il privato cittadino Federico Ghizzoni, nato a Piacenza il 14 ottobre del 1955, banchiere italiano, ex amministratore delegato di Unicredit, una delle principali banche europee. Il banchiere ha parlato, pur dicendo di voler restare in silenzio. Repubblica, 15 maggio: «Adesso non parlo», dice Ghizzoni al cronista che lo ha raggiunto sotto la sua casa di campagna nel piacentino. «Non parlo – aggiunge - perché non si può mettere in mano ad un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo...E’ un caso della politica, sarebbe dovere e responsabilità della politica risolverlo». L’antefatto delle parole di Ghizzoni è noto. Tutto comincia il 9 maggio con le anticipazioni dell’ultimo libro (Poteri forti, o quasi) di Ferruccio De Bortoli, l’ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24-Ore. «Nel 2015 – scrive De Bortoli - l’allora ministra delle Riforme non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata». A fronte di queste affermazioni, la ministra Boschi – figlia dell’allora vicepresidente di Banca Etruria Pierluigi Boschi – smentisce tutto, anche per respingere le indirette accuse di un plateale conflitto di interessi: «non ho mai chiesto all'ex Ad di Unicredit, Ghizzoni, né ad altri, di acquistare Banca Etruria», scrive Boschi il 9 maggio sul suo profilo Facebook. De Bortoli, invece, conferma le sue affermazioni: “sono sicuro delle mie fonti”. Ecco quindi che le parole dell’ex ad di Unicredit Ghizzoni (“non si può mettere in mano ad un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo”) diventano molto importanti. Sembra voler dire: se parlo e dico quanto so, cade il governo. Quindi se Ghizzoni parlasse non sarebbe per smentire De Bortoli. E il banchiere immagina addirittura che la tenuta del governo Gentiloni dipenda proprio dai suoi silenzi. Questa è solo una delle vicende di questi ultimi giorni che fanno pensare a quanto possa essere instabile la poltrona di Gentiloni a Palazzo Chigi. L’altra vicenda che può indebolire l’esecutivo è quella delle intercettazioni tra Renzi e suo padre Tiziano, pubblicate ieri dal Fatto Quotidiano e contenute nel libro di Marco Lillo “Di padre in figlio”. Le intercettazioni risalgono al 3 marzo scorso. Da quelle conversazioni pubblicate emerge che Matteo Renzi, nel pieno della sua campagna per le primarie, vive con particolare apprensione le vicende giudiziarie di suo padre sul caso Consip. E anche di alcuni suoi compagni di partito, come il ministro Luca Lotti. “Babbo devi dire tutta la verità ai magistrati”, dice Renzi a suo padre Tiziano. ”Non voglio essere preso in giro e tu devi dire la verità in quanto in passato la verità non l’hai detta a Luca (Lotti, ndr)”. Renzi è preoccupato di cosa deve dire suo padre ai magistrati e anche di cosa può tralasciare. Nella conversazione Tiziano Renzi parla di un incontro al Four Season con un gruppo di imprenditori ai tempi delle primarie del 2012 in cui era accompagnato da sua moglie Laura Bovoli. E Matteo Renzi dice: “Non dire che c’era mamma, altrimenti interrogano anche lei”. Renzi è preoccupato ancora oggi, e il suo post su Facebook ieri tradisce un nervosismo dannoso per chi è il leader del principale partito di governo. “Chi ha sbagliato – ha scritto ieri Renzi - pagherà fino all’ultimo centesimo, comunque si chiami. Spero che valga anche per chi – tra i giornalisti – ha scambiato la ricerca della verità con una caccia all’uomo”. In mezzo tra il caso Boschi-Ghizzoni-De Bortoli, da un lato, e le intercettazioni tra i Renzi, dall’altro, c'è un puntello sicuro per il governo Gentiloni: l’assenza di una nuova legge elettorale. In parlamento un accordo non riesce a formarsi e ciò di fatto allunga la vita dell’esecutivo. Memos oggi ha ospitato Carlo Galli, deputato di Mdp, politologo all’università di Bologna; e Alberto Vannucci, politologo dell’università di Pisa, ex presidente di Libertà e Giustizia.
con: FEDERICO BAGATTINI (legale Renzi), DAVIDE ERMINI (Pd), EMILIANO FITTIPALDI (L'Espresso)
cosa cambia nel processo Consip? ce lo spiegano BAGATTINI (legale Renzi), FITTIPALDI (L'Espresso) e ERMINI (Pd)
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Fiorenza Sarzanini inviata del Corriere della Sera, Beniamino Migliucci Penalista Presidente Unione Camere Penali.
Il giudice e l'imprenditore. Gaspare Sturzo e Alfredo Romeo. Sono due dei protagonisti, su fronti opposti, dell'inchiesta Consip delle procure di Napoli e Roma. L'ipotesi di reato principale è la corruzione negli appalti pubblici della centrale degli acquisti per la pubblica amministrazione. Gaspare Sturzo è il gip del Tribunale di Roma che ha scritto l'ordinanza di convalida dell'arresto di Alfredo Romeo. Il Romeo, invece, è l'imprenditore napoletano accusato di aver corrotto il dirigente Consip Marco Gasparri per essere favorito nell'aggiudicazione degli appalti. ..Da alcuni stralci dell'ordinanza di Sturzo e dalla memoria difensiva di Romeo emerge un quadro della particolare della corruzione di oggi. Il gip Gaspare Sturzo – in un passaggio delle 60 pagine dell'ordinanza – ha scritto che l'imprenditore Alfredo Romeo «giustifica l'infiltrazione criminale in Consip come legittima difesa criminale rispetto alle condotte di altri (imprenditori e politici, ndr) volte alla sua esclusione». Secondo questa ricostruzione Alfredo Romeo avrebbe tentato di infiltrarsi alla Consip (secondo l'accusa commettendo il reato di corruzione) per ottenere appalti. Un'infiltrazione criminale che sarebbe stata rivendicata dall'imprenditore napoletano come una “legittima difesa” rispetto ai tentativi di escluderlo dagli appalti. Gaspare Sturzo, il giudice, e Alfredo Romeo, l'imprenditore, ieri si sono incontrati nel carcere di Regina Coeli per l'interrogatorio. Silenzio dell'imprenditore. Romeo ha parlato attraverso un documento dei suoi legali: “altro che privilegiato – sostiene l'impenditore – in Consip ero emarginato. Sono stato fregato più volte”. Sembra di essere ritornati al concetto di “dazione ambientale”, coniato da Antonio di Pietro all'inizio degli anni ‘90, prima che scoppiasse Mani Pulite. Dazione ambientale e legittima difesa criminale, dunque. Quali differenze ci sono tra la corruzione dell'inizio degli anni ‘90 e quella di oggi? ..Da questo interrogativo comincia la puntata di oggi di Memos. Ospite Elena Pulcini, dell'Università di Firenze dove insegna filosofia sociale. Pulcini è studiosa di antropologia politica. L'altro ospite è Alberto Vannucci che insegna scienza politica all'Università di Pisa. Tra i suoi filoni principali di ricerca ci sono le organizzazioni criminali e la corruzione politico-amministrativa. Vannucci dal 2010 coordina il Master universitario in “Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione”.
con: NELLO TROCCHIA (L'Espresso), FEDERICO BAGATTINI (legale T.Renzi), GIOVANNI BATTISTA VIGNOLA (avvocato A.Romeo)
con: NELLO TROCCHIA (L'Espresso), GIANDOMENICO LEPORE (ex procura Napoli), ALESSANDRO SALLUSTI (Il Giornale), FEDERICO BAGATTINI (legale T.Renzi)
con: NELLO TROCCHIA (L'Espresso), ERNESTO CARBONE (Pd), DANILO TONINELLI (M5s), ANGELA MAURO (The Huffington Post)
Parliamo con il Sindaco di Monfalcone Anna Cisint dell’uscita dalle UTI, della negata revisione dell’AIA da parte della Regione dopo la richiesta del Comune di Trieste con Alda Sancin di No Smog, di indagine CONSIP e dei missili lanciati dalla Nord Corea nel Mar di Giappone. In studio Marco Vitrotti e Paolo Agostinelli.In onda ogni LUNEDì MERCOLEDì E VENERDì dalle 16:30!
Il giudice e l’imprenditore. Gaspare Sturzo e Alfredo Romeo. Sono due dei protagonisti, su fronti opposti, dell’inchiesta Consip delle procure di Napoli e Roma. L’ipotesi di reato principale è la corruzione negli appalti pubblici della centrale degli acquisti per la pubblica amministrazione. Gaspare Sturzo è il gip del Tribunale di Roma che ha scritto l’ordinanza di convalida dell’arresto di Alfredo Romeo. Il Romeo, invece, è l’imprenditore napoletano accusato di aver corrotto il dirigente Consip Marco Gasparri per essere favorito nell’aggiudicazione degli appalti. ..Da alcuni stralci dell’ordinanza di Sturzo e dalla memoria difensiva di Romeo emerge un quadro della particolare della corruzione di oggi. Il gip Gaspare Sturzo – in un passaggio delle 60 pagine dell’ordinanza – ha scritto che l’imprenditore Alfredo Romeo «giustifica l’infiltrazione criminale in Consip come legittima difesa criminale rispetto alle condotte di altri (imprenditori e politici, ndr) volte alla sua esclusione». Secondo questa ricostruzione Alfredo Romeo avrebbe tentato di infiltrarsi alla Consip (secondo l’accusa commettendo il reato di corruzione) per ottenere appalti. Un’infiltrazione criminale che sarebbe stata rivendicata dall’imprenditore napoletano come una “legittima difesa” rispetto ai tentativi di escluderlo dagli appalti. Gaspare Sturzo, il giudice, e Alfredo Romeo, l’imprenditore, ieri si sono incontrati nel carcere di Regina Coeli per l’interrogatorio. Silenzio dell’imprenditore. Romeo ha parlato attraverso un documento dei suoi legali: “altro che privilegiato – sostiene l’impenditore – in Consip ero emarginato. Sono stato fregato più volte”. Sembra di essere ritornati al concetto di “dazione ambientale”, coniato da Antonio di Pietro all’inizio degli anni ‘90, prima che scoppiasse Mani Pulite. Dazione ambientale e legittima difesa criminale, dunque. Quali differenze ci sono tra la corruzione dell’inizio degli anni ‘90 e quella di oggi? ..Da questo interrogativo comincia la puntata di oggi di Memos. Ospite Elena Pulcini, dell’Università di Firenze dove insegna filosofia sociale. Pulcini è studiosa di antropologia politica. L’altro ospite è Alberto Vannucci che insegna scienza politica all’Università di Pisa. Tra i suoi filoni principali di ricerca ci sono le organizzazioni criminali e la corruzione politico-amministrativa. Vannucci dal 2010 coordina il Master universitario in “Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione”.
Il giudice e l’imprenditore. Gaspare Sturzo e Alfredo Romeo. Sono due dei protagonisti, su fronti opposti, dell’inchiesta Consip delle procure di Napoli e Roma. L’ipotesi di reato principale è la corruzione negli appalti pubblici della centrale degli acquisti per la pubblica amministrazione. Gaspare Sturzo è il gip del Tribunale di Roma che ha scritto l’ordinanza di convalida dell’arresto di Alfredo Romeo. Il Romeo, invece, è l’imprenditore napoletano accusato di aver corrotto il dirigente Consip Marco Gasparri per essere favorito nell’aggiudicazione degli appalti. ..Da alcuni stralci dell’ordinanza di Sturzo e dalla memoria difensiva di Romeo emerge un quadro della particolare della corruzione di oggi. Il gip Gaspare Sturzo – in un passaggio delle 60 pagine dell’ordinanza – ha scritto che l’imprenditore Alfredo Romeo «giustifica l’infiltrazione criminale in Consip come legittima difesa criminale rispetto alle condotte di altri (imprenditori e politici, ndr) volte alla sua esclusione». Secondo questa ricostruzione Alfredo Romeo avrebbe tentato di infiltrarsi alla Consip (secondo l’accusa commettendo il reato di corruzione) per ottenere appalti. Un’infiltrazione criminale che sarebbe stata rivendicata dall’imprenditore napoletano come una “legittima difesa” rispetto ai tentativi di escluderlo dagli appalti. Gaspare Sturzo, il giudice, e Alfredo Romeo, l’imprenditore, ieri si sono incontrati nel carcere di Regina Coeli per l’interrogatorio. Silenzio dell’imprenditore. Romeo ha parlato attraverso un documento dei suoi legali: “altro che privilegiato – sostiene l’impenditore – in Consip ero emarginato. Sono stato fregato più volte”. Sembra di essere ritornati al concetto di “dazione ambientale”, coniato da Antonio di Pietro all’inizio degli anni ‘90, prima che scoppiasse Mani Pulite. Dazione ambientale e legittima difesa criminale, dunque. Quali differenze ci sono tra la corruzione dell’inizio degli anni ‘90 e quella di oggi? ..Da questo interrogativo comincia la puntata di oggi di Memos. Ospite Elena Pulcini, dell’Università di Firenze dove insegna filosofia sociale. Pulcini è studiosa di antropologia politica. L’altro ospite è Alberto Vannucci che insegna scienza politica all’Università di Pisa. Tra i suoi filoni principali di ricerca ci sono le organizzazioni criminali e la corruzione politico-amministrativa. Vannucci dal 2010 coordina il Master universitario in “Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione”.
Parliamo con l’Assessore al Personale Comune di Trieste Michele Lobianco, poi dell’indagine in corso CONSIP e per finire degli scioperi dell’otto marzo dei trasporti. In studio Marco Vitrotti e Mattia Assandri.In onda ogni LUNEDì MERCOLEDì E VENERDì dalle 16:30!
con: MICHELE CORRADINO (Anac), DAVID ERMINI (Pd), PAOLO POMBENI (storico e politologo)
con: MICHELE CORRADINO (Anac), DAVID ERMINI (Pd), FEDERICO BAGATTINI (legale di Tiziano Renzi), NUNZIA DE GIROLAMO (ForzaItalia), ANDREA COLLETTI (M5s)
con: MICHELE CORRADINO (Anac), CONCHITA SANNINO (la Repubblica), LUIGI DE MAGISTRIS (sindaco di Napoli), ALESSANDRO DIDDI (avvocato di Marco Gasparri)
Emiliano Fittipaldi giornalista del settimanale L'Espresso, Rinaldo Romanelli avvocato penalista componente della Giunta dell'Unione delle Camere Penali, Marco Gasperetti giornalista del quotidiano Corriere della Sera.
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Parliamo dell’indagine CONSIP, di lavori pubblici in particolare il progetto di Piazza Libertà con l’Assessore Lodi, poi di tavola regionale autismo con il Presidente della Consulta Regionale dei Disabili Vincenzo Zoccano, di reddito medio a Trieste e Provincia e per finire di Trump con il primo discorso al congresso. In studio Marco Vitrotti, Mattia Assandri e Paolo Agostinelli.In onda ogni LUNEDì MERCOLEDì E VENERDì dalle 16:30!