Italian political corruption scandal in the 1990s
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Il caso del Mostro di Firenze è uno dei più intricati, inquietanti e oscuri della cronaca nera italiana. In questa puntata ne parlo con Roberto Taddei, scrittore, autore del libro "Il labirinto del Mostro di Firenze" edito da Mimes. Un viaggio di oltre tre ore per ricostruire, passo dopo passo, la storia dei delitti, le indagini, i depistaggi, i personaggi principali e le mille teorie che ancora oggi avvolgono il caso in un alone di mistero. Dai guardoni ai "compagni di merende", dalla figura controversa di Pietro Pacciani fino all'enigmatica morte di Francesco Narducci, passando per la psicosi collettiva, l'oggi inspiegabile supporto dei media a Pacciani durante il processo, il contesto politico (era l'epoca di Mani Pulite) e il ruolo dei processi come costruzioni narrative. Quello di Roberto è un racconto denso e documentatissimo che prova a mettere ordine nel caos e a rispondere alla domanda più difficile di tutte: chi era davvero il Mostro di Firenze? I libri di tutti gli ospiti di PDR e qualche consiglio di lettura sono qui: https://www.amazon.it/shop/danielerielli La mia newsletter gratuita: https://danielerielli.substack.com/ Instagram - https://www.instagram.com/danielerielli/ Twitter - https://twitter.com/danielerielli Facebook - https://www.facebook.com/quitthedoner/ Il mio ultimo libro é "IL FUOCO INVISIBILE" (Rizzoli), e lo trovi qui: https://amzn.to/40VFsLB Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
l gratuito patrocinio è un istituto previsto dalla legge italiana che, dal 2001, consente alle persone con un reddito basso di essere assistite da un avvocato senza dover pagare le sue parcelle, poiché queste sono a carico dello Stato. Dal 2011, questa legge è stata estesa a tutte le donne vittime di violenza, senza alcuna distinzione di reddito. Dietro questa legge, però, ci sono avvocati e avvocatesse che, non solo rinunciano a stipendi stellari, ma a volte aspettano anni per essere pagati dallo stato. Alessia Sorgato è una di loro.Ha 57 anni e abita a Milano. Figlia di un notaio e di una casalinga, viene spinta verso gli studi in Legge, che odia, fino all'incontro col diritto penale. È amore a prima vista e, non appena laureata, inizia subito a lavorare in uno studio molto importante, dove fa una gavetta incredibile. Per dieci anni, si occupa di maxi processi: omicidi, Mani Pulite... A 30 anni è capo del dipartimento e ha una solida esperienza come difensora dei criminali. Quando cambia studio di avvocati, le cose non vanno come sperato. Conscia delle sue possibilità economiche e di uno stipendio fisso, aveva appena acquistato la sua prima casa, quando, dopo un anno, viene licenziata. Indebitata fino al collo e con la pressione di un mutuo da pagare, Alessia prende in affitto un soppalco sopra uno studio di architettura e inizia a esercitare la libera professione. Qui comincia il secondo tempo della sua vita. Per fare cassa inizia a scrivere per alcune riviste del Sole 24Ore: pian piano gli articoli si trasformano in libri. E un giorno, durante la presentazione di un suo libro sullo stalking, la psicologa fondatrice di “Soccorso Rosa”, un centro antiviolenza intraospedaliero di Milano, le chiede di collaborare con lei. Alessia accetta e per la prima volta, si ritrova a difendere le vittime. In dieci anni, assistono più di 400 donne. Alessia si prende l'impegno di informare le donne del loro diritto a essere difese in gratuito patrocinio. «Non tutte le mie colleghe fanno lo stesso. Recentemente, mi hanno raccontato di avvocate che difendono le vittime, ma sconsigliano loro di chiedere il gratuito patrocinio, dicendo che il giudice potrebbe vederle di cattivo occhio.». Eppure, nonostante la grande dedizione e impegno verso la causa, i tempi per ricevere il pagamento dallo Stato sono lunghissimi, con l'attesa che può protrarsi per anni prima che venga riconosciuta una retribuzione per ogni singolo processo. Ma che cosa spinge Alessia ad andare avanti nonostante tutto? «La soddisfazione più grande che ho è che molte donne le salviamo fisicamente, anche se non lo faccio da sola, perché il percorso di presa in carico di una vittima di violenza coinvolge sempre almeno tre o quattro persone: la penalista, la civilista che la fa separare, la psicologa e le volontarie. In alcuni casi, le ho letteralmente afferrate per i capelli e le abbiamo fatte uscire da situazioni pericolosissime, con uomini che le tenevano con le mani al collo. Questo tipo di risultati mi ripaga enormemente».
XVI ciclo di Dottorato della Scuola Superiore di Studi StoriciUniversità deglli Studi della Repubblica di San MarinoESILIO, AUTOESILIO, EMIGRAZIONE POLITICAMani pulite (1992-1994) e il caso CraxiMassimo MastrogregoriPodcast a cura di Giuseppe GiardiUna produzione Usmaradio - Centro di Ricerca per la Radiofonia
Perché “il fatto non sussiste” L'assoluzione perché il fatto non sussiste di Matteo Salvini segue a ruota quella appena pronunciata anche in favore dell'altro Matteo della politica italiana: quel Renzi che è stato prosciolto dalle accuse mossegli relativamente al caso “Open”, dopo un calvario che, nei suoi cinque anni di durata, non ha risparmiato nemmeno i suoi genitori. Naturalmente, tutto è bene quello che finisce bene, anche se non vi possiamo nascondere che queste vicende – come alcune altre che le hanno precedute – finiscono sempre per suscitare in noi un certo rammarico: non è, infatti, per nulla confortante osservare come la pervicacia (tutta nostrana) dell'idea che la via giudiziaria al potere sia, tutto sommato, quella più rapida ed efficace, rimanga - a oltre trentanni dal suo inizio con l'esperienza talvolta tragica di “Mani Pulite” - ancora fortemente radicata in ambiti tutt'altro che irrilevanti della politica italiana. E' vero che, probabilmente reso più smaliziato da una serie infinita (e sempre meno credibile) di processi avviati sulla base di scarsi elementi di colpevolezza - ma, comunque, assolutamente distruttivi sul piano mediatico – l'elettore medio, come del resto dimostra il risultato delle recenti elezioni in Liguria, è diventato un tantino più difficile da suggestionare... tuttavia i casi Renzi e Salvini sono oggi a testimoniare - se mai ce ne fosse ancora stato bisogno – della pericolosità che è insita nel consentire ad un qualunque PM di assurgere al ruolo di protagonista unico ed assoluto di un'indagine penale, potendola egli condurre con discrezionalità sostanzialmente illimitate Ecco perché ci pare che la separazione delle carriere, prevista dalla riforma Nordio, possa rappresentare una valida forma di tutela democratica e liberale dinanzi a certe derive pericolosamente autoreferenziali. Ed a questo proposito, nella nostra letterina a Babbo Natale, vogliamo esprimere il forte auspicio che pure le forze politiche che attualmente sono all'opposizione, comincino a riconsiderare certi loro atteggiamenti di totale chiusura nei confronti di alcune proposte legislative che sono ispirate ad un più chiaro e ragionevole garantismo. In fondo, se è vero che – almeno sino ad oggi – le indagini delle varie procure italiane sono parse orientate prevalentemente verso un particolare indirizzo politico, non sono comunque neanche mancati, in passato, esempi nei quali a finire nel vortice della mala giustizia – per chi non la ricordasse, segnaliamo la “via crucis” di Ottaviano Del Turco - sono stati proprio anche esponenti di quei partiti che oggi alzano, forse senza adeguatamente riflettere, le loro barricate contro ogni ipotesi di riforma della giustizia. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Perché “il fatto non sussiste” L'assoluzione perché il fatto non sussiste di Matteo Salvini segue a ruota quella appena pronunciata anche in favore dell'altro Matteo della politica italiana: quel Renzi che è stato prosciolto dalle accuse mossegli relativamente al caso “Open”, dopo un calvario che, nei suoi cinque anni di durata, non ha risparmiato nemmeno i suoi genitori. Naturalmente, tutto è bene quello che finisce bene, anche se non vi possiamo nascondere che queste vicende – come alcune altre che le hanno precedute – finiscono sempre per suscitare in noi un certo rammarico: non è, infatti, per nulla confortante osservare come la pervicacia (tutta nostrana) dell'idea che la via giudiziaria al potere sia, tutto sommato, quella più rapida ed efficace, rimanga - a oltre trentanni dal suo inizio con l'esperienza talvolta tragica di “Mani Pulite” - ancora fortemente radicata in ambiti tutt'altro che irrilevanti della politica italiana. E' vero che, probabilmente reso più smaliziato da una serie infinita (e sempre meno credibile) di processi avviati sulla base di scarsi elementi di colpevolezza - ma, comunque, assolutamente distruttivi sul piano mediatico – l'elettore medio, come del resto dimostra il risultato delle recenti elezioni in Liguria, è diventato un tantino più difficile da suggestionare... tuttavia i casi Renzi e Salvini sono oggi a testimoniare - se mai ce ne fosse ancora stato bisogno – della pericolosità che è insita nel consentire ad un qualunque PM di assurgere al ruolo di protagonista unico ed assoluto di un'indagine penale, potendola egli condurre con discrezionalità sostanzialmente illimitate Ecco perché ci pare che la separazione delle carriere, prevista dalla riforma Nordio, possa rappresentare una valida forma di tutela democratica e liberale dinanzi a certe derive pericolosamente autoreferenziali. Ed a questo proposito, nella nostra letterina a Babbo Natale, vogliamo esprimere il forte auspicio che pure le forze politiche che attualmente sono all'opposizione, comincino a riconsiderare certi loro atteggiamenti di totale chiusura nei confronti di alcune proposte legislative che sono ispirate ad un più chiaro e ragionevole garantismo. In fondo, se è vero che – almeno sino ad oggi – le indagini delle varie procure italiane sono parse orientate prevalentemente verso un particolare indirizzo politico, non sono comunque neanche mancati, in passato, esempi nei quali a finire nel vortice della mala giustizia – per chi non la ricordasse, segnaliamo la “via crucis” di Ottaviano Del Turco - sono stati proprio anche esponenti di quei partiti che oggi alzano, forse senza adeguatamente riflettere, le loro barricate contro ogni ipotesi di riforma della giustizia. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Tra il 1992 e il 1994 uno scandalo di corruzione porta l'Italia a cambiare quasi completamente la classe politica. Cade la Prima Repubblica, che aveva governato l'Italia dal secondo dopoguerra. Vi raccontiamo la storia di Tangentopoli e del pool di Mani Pulite. L'episodio è consigliato per un livello intermedio
durée : 00:03:30 - Le Regard culturel - par : Lucile Commeaux - Arte met à disposition une série italienne commencée en 2015, qui s'ancre dans un moment politique particulier et notamment dans l'opération anti-corruption "Mani Pulite". Une expérience de visionnage singulière aujourd'hui depuis la France.
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Pierfrancesco Favino è Bettino Craxi in questo film di Gianni Amelio. A cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90, l'ex Presidente del Consiglio dei Ministri e segretario del Partito Socialista Italiano inizia a perdere potere e consenso. In seguito alle inchieste di Mani Pulite, per sfuggire alla giustizia italiana, Craxi si ritira ad Hammamet, in Tunisia, dove, latitante, si ritrova a fare i conti con la malattia, ma anche con il proprio passato. Completano il cast Claudia Gerini, Giuseppe Cederna e Omero Antonutti.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Piercamillo Davigo, ex magistrato di fama internazionale, nonché ex Presidente della sezione penale presso la Corte Suprema di Cassazione ed ex veste togata nel Consiglio Superiore della Magistratura. È noto per aver dato vita al pool di "Mani Pulite" insieme a Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro OFFICIAL MERCHANDISING: https://muschioselvaggio.eu
Il primo ministro portoghese António Costa si è dimesso: è invischiato – insieme al suo sistema di potere – nelle pressioni per alcuni progetti minerari di Litio. Dopo perquisizioni e arresti tra i Socialisti (sembra Mani Pulite, lo so), lo scenario più probabile sono le elezioni anticipate. Costa governava dal 2015 ed era considerato uno dei papabili per una nomina di peso, forse addirittura al Consiglio europeo, dopo le elezioni del prossimo anno. Qui il pezzo sul Corriere della Sera.
Giorgio Vitari"Il procuratore, la caccia e la preda"Neos Edizioniwww.neosedizioni.itAprile 1977. Una rapina in una banca a Settimo Torinese. Un commando di terroristi di Prima Linea. Una guardia giurata assassinata. Una pistola rubata.Novembre 1993. Un omicidio a Moncalieri. Un commercialista dal passato opaco assassinato con un colpo di pistola. Una pistola che torna a sparare dopo 16 anni. Nell'Italia di “Mani Pulite”, con un'opinione pubblica sempre più critica verso l'eccesso di protagonismo dei pubblici ministeri, il sostituto procuratore Francesco Ròtari si trova a indagare a Torino su un delitto dai risvolti inquietanti e pericolosi, tra bische e debiti di gioco, investimenti azzardati e riciclaggio di denaro, mafie e ricatti. In più, la coincidenza che vede il magistrato e la vittima accomunati dall'essere ex allievi di un prestigioso liceo torinese (il “Cavour”).Per arrivare alla verità il magistrato decide di ricorrere a metodi di indagine non del tutto ortodossi. Conta più la caccia o catturare la preda? Fino a dove si possono forzare le procedure con azzardi investigativi per consentire alla giustizia di fare il suo corso? Con scrittura chiara e aderente alla realtà, il romanzo sprofonda via via ineluttabilmente nell'oscurità del dramma storico; il protagonista e il suo accusato, su piani diversi e in tempi e ambiti distanti, si dibattono entrambi nell'umanissimo e angosciante travaglio di giustificare le proprie scelte.Torinese, Giorgio Vìtari (1948) si è laureato in Giurisprudenza dopo gli studi classici al liceo “Cavour” di Torino. Nel 1977 è entrato in magistratura dove ha lavorato per oltre quarant'anni, come sostituto procuratore a Torino e poi procuratore della Repubblica a Ivrea, Vercelli e Asti, infine è stato avvocato generale presso la Procura generale di Torino. Sposato, una figlia, è in pensione dal giugno 2018. Con Neos edizioni ha pubblicato i gialli che vedono protagonista il procuratore Francesco Ròtari: “Il vestito nuovo del procuratore”, 2019, in parte ispirato alle vicende del cosiddetto “caso Zampini” che precorse Tangentopoli, “Il procuratore e la bella dormiente”, 2020, ambientato a Ivrea durante il carnevale, e “Il procuratore e il diavolo di Lucedio”, 2022, che vede Ròtari indagare nel Vercellese. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
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Il 23 luglio del 1993, nella sua stanza di Palazzo Belgioioso a Milano, veniva ritrovato il corpo senza vita di uno dei più importanti imprenditori italiani. Quel giorno doveva andare a parlare con i pubblici ministeri dell'inchiesta di Mani Pulite sulle tangenti Enimont, in cui era pesantemente coinvolto. Andrea Pasqualetto, giornalista delle Cronache italiane del Corriere della Sera e autore del libro su Gardini "Di vento e di Terra", racconta il suicidio, non privo di ombre, che sconvolse l'Italia.Per altri approfondimenti:Le lettere di fuoco, i Ferruzzi, l'amico marinaio: Raul Gardini e quel suicidio che scosse l'ItaliaPaul Cayard: «Raul Gardini? Un padre. Ero con lui prima del suicidio»Fabrizio Bentivoglio: «Il mio Raul Gardini visionario e sognatore. Giocava per vincere»
Nel febbraio del 1990, a Padova, davanti ai dirigenti Enimont, Raul Gardini tiene il suo discorso più famoso. È il momento in cui pronuncia (o meglio, i giornalisti le sintetizzano così) le parole “La chimica sono io”, quelle che meglio rappresenteranno l'ultima fase della sua vita imprenditoriale. Da quel momento tutto sembra prendere velocità e scivolare lungo un piano sempre più inclinato: il rapporto impossibile con la politica per il controllo di Enimont, la turbolenta chiusura dell'avventura della joint venture, l'inizio della stagione di Mani Pulite, la tempesta che spazzerà via un'intera classe politica, il cerchio che si stringe intorno alla Ferruzzi.Con l'aiuto delle testimonianze dei protagonisti di quel triennio 1990-1993 - dal giudice Piercamillo Davigo all'amministratore delegato di Montedison Carlo Sama - in questo episodio raccontiamo l'inizio e la fine dell'affare Enimont, il sorgere di Tangentopoli, il sistema di pagamento delle tangenti, ma anche l'inizio della fine dell'impero Gardini e il mistero del tesoro estero di Serafino Ferruzzi che venne dilapidato.
Se tutti commettono lo stesso reato, allora non vale? La logica dietro Mani Pulite sembrava proprio questa: appalti, incarichi e bustarelle "perché la politica ha costi altissimi". Scopriamo insieme le luci e le ombre della storia italiana di quegli anni.
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VIDEO: Craxi interrogato da Di Pietro ➜ https://www.youtube.com/watch?v=9pcwbm2gL6k&list=PLolpIV2TSebURQLIBppY4bAc0bO7DbkRTTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7374TANGENTOPOLI FU UN COLPO DI STATO DELLA SINISTRA di Ruben RazzanteDopo più di trent'anni dallo scoppio di Tangentopoli, che ha segnato il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, si continua ancora a parlare della sua genesi. Gli interrogativi insoluti riguardano tanti aspetti dell'inchiesta di Mani Pulite, a cominciare dall'effettiva imparzialità di chi l'ha condotta. Fu davvero una libera iniziativa della Procura di Milano, senza pressioni dall'estero o dalla politica nazionale? I giudici del pool milanese erano animati da sincero senso del dovere o cavalcarono l'onda giustizialista per manie di protagonismo e ambizioni personali?Forse è ancora presto per attendersi risposte. Ci vorranno magari ancora alcuni decenni prima che la verità possa emergere. La storia si incarica nel tempo di sciogliere nodi insoluti e chiarire aspetti controversi, ma quando ci sono di mezzo i burrascosi rapporti tra giustizia, politica e informazione diventa ancora più difficile smascherare le possibili trame occulte tra poteri.A proposito di Tangentopoli, però, qualcosa sembra muoversi. Nei giorni scorsi uno dei giornali più garantisti del panorama editoriale italiano, Il Riformista, ha aperto con un titolo a effetto: "Nel '92 fu colpo di Stato. Le clamorose rivelazioni dell'ex pm Colombo". Occhiello: "La Procura propose la resa alla classe politica (alla Dc?) offrendo impunità in cambio di dimissioni".Lo spunto per quel titolo arriva dal libro L'ultima Repubblica, opera postuma di memorie di Enzo Carra, l'ex portavoce del dc Arnaldo Forlani morto il 2 febbraio scorso, e divenuto noto ai più per l'immagine che lo ritrae con gli schiavettoni ai polsi durante il suo arresto a Milano nel febbraio del 1993. Quella foto è una delle immagini simbolo di Tangentopoli, l'emblema della gogna giustizialista ai danni di politici che in moltissimi casi erano colpevoli di aver intascato tangenti in cambio di favori, ma in tante altre situazioni venivano coperti di fango mediatico solo perché ricoprivano dei ruoli di responsabilità nei partiti della Prima Repubblica.MANI PULITEMa la notizia eclatante non è tanto il libro di Carra, di cui si sapeva. A fare molto rumore sono le parole di una delle figure di punta di Mani Pulite, Gherardo Colombo, autore dell'introduzione a quel volume. Colombo è stato l'unico degli appartenenti al pool di magistrati milanesi di quella stagione ad aver rivisto le sue posizioni. «Eppure - scrive Colombo - non una persona sarebbe andata in carcere se, come suggerito nel luglio 1992, ben prima (data la rapidità dell'evolversi di quegli eventi) della nomina di Martinazzoli, la politica avesse scelto di seguire la strada dello scambio tra ricostruzione dei fatti ed estromissione dal processo. Chi avesse raccontato, restituito e temporaneamente abdicato alla vita pubblica non avrebbe più avuto a che fare con la giustizia penale».In altri termini, quelle inchieste si alimentarono sulla base di un ricatto bello e buono: ai politici che accettavano di confessare i propri delitti e che promettevano di sparire dalla circolazione veniva garantita l'impunità. Una sorta di trattativa segreta Stato-Tangentopoli, «ovviamente del tutto illegale», precisa l'ormai ex direttore del Riformista, Piero Sansonetti. Che fosse quello il modus operandi della Procura di Milano non v'erano, in realtà, dubbi, neppure all'epoca. Che la custodia cautelare venisse utilizzata sistematicamente come strumento per estorcere confessioni era noto: chi non parlava restava in carcere. I magistrati con queste forzature erano i primi a non rispettare la legge, ma la gente in piazza li incoraggiava ad andare avanti nel perseguimento dei reati della classe politica. Un moto di ribellione popolare che si traduceva in striscioni come quello con sopra scritto: "Di Pietro arrestali tutti".Gli avvisi di garanzia venivano comunicati in anticipo ai giornalisti, che li sparavano in prima pagina a caratteri cubitali. Gli indagati a tarda sera facevano la fila alle edicole per comprare una copia del quotidiano del giorno dopo e verificare che non fossero in arrivo altri avvisi di garanzia. Un paradosso tutto italiano che servì a qualificare la nostra Repubblica come giustizialista.IL RAPPORTO PERVERSO TRA GIUSTIZIA, POLITICA E INFORMAZIONEI clamorosi retroscena raccontati dall'ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo nel libro di Carra sono la riprova di quanto fosse perverso il rapporto tra giustizia, politica e informazione in quegli anni. Che ci fosse un meccanismo collaudato di finanziamenti occulti alla politica non v'è dubbio, ma è altrettanto innegabile che ci furono molti abusi nella gestione delle inchieste e che la sinistra fu in molti casi graziata, mentre la persecuzione giudiziaria riguardò soprattutto Democrazia cristiana e Partito socialista. Ma la questione della trattativa andata a monte la dice lunga sulle ragioni ispiratrici delle inchieste. Se i politici del vecchio pentapartito si fossero fatti da parte dopo le prime accuse del pool, non ci sarebbero state manette, processi, condanne e si sarebbe realizzato un ricambio politico con l'avvento della sinistra al potere. La trattativa fallì solo perché i politici non cedettero e resistettero asserragliati nei Palazzi, fino a quando comunque capitolarono perché gran parte di essi finirono nel tritacarne mediatico-giudiziario. Tornano alla mente le parole scritte da Sergio Moroni all'allora presidente della Camera, Giorgio Napolitano, prima di spararsi: "Non mi è estranea la convinzione che forze oscure coltivino disegni che nulla hanno a che fare con il rinnovamento e la pulizia".Dunque la furia giacobina di quelle toghe ha distrutto la Prima Repubblica con l'intento di costruirne un'altra governata da altre forze politiche. Un golpe mediatico-giudiziario che avrebbe meritato ben altro esito e che, in ogni caso, non è riuscito ad abbattere chi, come Silvio Berlusconi, si oppose fin da subito a quelle logiche. Se però a dire queste cose oggi è addirittura uno dei carnefici dell'epoca significa davvero che la verità su Tangentopoli non era quella raccontata in quegli anni dai media.
Siamo nei primi anni '90, alle soglie di "Mani Pulite", e nella mia libreria di GDR arrivano Il Richiamo di Cthulhu e Cyberpunk!
Un episodio speciale e diverso dal solito, che ci riporta nel presente per discutere come la politica italiana, in particolare in occasione delle elezioni politiche del settembre 2022, si sia trasformata progressivamente in una sottospecie del calcio. PER APPROFONDIRE: MOGGIA Valerio, Bernard Tapie, scesa e declino del re di Marsiglia, Pallonate in Faccia MOGGIA Valerio, Il Monza è l'arma elettorale di Silvio Berlusconi, Pallonate in Faccia MOGGIA Valerio, Il Torino e Mani Pulite, Pallonate in Faccia MOGGIA Valerio, La campagna elettorale si è fatta calciomercato, Pallonate in Faccia MOGGIA Valerio, La footballizzazione della politica, Pallonate in Faccia La musica è "Inspired" di Kevin MacLeod [incompetech.com] Licenza C.C. by 4.0 POTETE SEGUIRE PALLONATE IN FACCIA QUI: sito internet > https://pallonateinfaccia.com pagina Facebook > https://www.facebook.com/pallonateinfacciablog profilo Twitter > https://twitter.com/pallonatefaccia profilo Instagram > https://www.instagram.com/pallonateinfaccia Per contattarmi: pallonateinfaccia@gmail.com SOSTIENI PALLONATE IN FACCIA!
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7137LA MOSSA DI LETTA PER RIPORTARE IL PD AL GOVERNO di Rino CammilleriIl Vernacoliere è un giornale che si stampa a Livorno ed è noto per la sboccataggine del suo linguaggio, che è appunto vernacolo toscano coniugato in livornese stretto. Non ha alcun rispetto per nessuno, nemmeno per la sua area politica di riferimento, quella comunista. Proprio a Livorno, infatti, nacque il Pci per scissione. E fino a qualche tempo fa la tifoseria calcistica era self-nomata «Brigate Stalin». Una sola cosa superava ogni altra: la rivalità campanilistica con la vicina Pisa. Le battute che vertevano sul tema «i pisani sono tutti brutti, sporchi & cattivi» e le innumerevoli varianti il cui limite era solo la fantasia, su quel foglio hanno infallibilmente trovato spazio e risalto.Ho diramato richiesta circolare ad amici locali per sapere come la redazione ha preso l'avvento proprio di un pisano alla direzione del Pd, ma non ho ancora avuto risposta. Ho avuto, tanti anni fa, la ventura di partecipare a un dibattito al quale era invitato anche Enrico Letta, prima che questi intraprendesse la carriera politica. Ne ricavai un'impressione neutra, né buona né cattiva. Niente, insomma. Il passare del tempo mi ha confermato. Come diceva Oscar Wilde, solo i superficiali non giudicano dalle apparenze. Ebbene, oggi, al cospetto di una tornata elettorale che si preannuncia epocale, l'uomo, diventato capo della sinistra, presenta un programma apparentemente suicida, data la situazione disperata, economicamente ed energeticamente parlando, del Paese: Ius scholae, matrimonio same-sex, legge Zan, legge sul fine-vita. Vuol perderle, queste elezioni? Sembrerebbe di sì, dato il non-programma.In realtà nel Pd le teste pensanti sono altre. Sanno che perderanno, ma mirano a ben altro. Cioè, a lanciare un segnale di fedeltà alla sinistra americana, in base al principio: perdiamo oggi, ma vinciamo domani, così come abbiamo fatto a suo tempo a Roma lasciando la patata bollente alla Raggi. Poi, guerra spietata, anche nelle piazze, per far sì che il prossimo Presidente della Repubblica sia ancora una volta nostro. E continueremo a comandare noi anche senza voti. La sinistra americana, se ci fate caso, sta assumendo sempre più un volto "italiano", Mani Pulite docet. Il mitico Fbi, infatti, sta facendo di tutto per togliere di mezzo la concorrenza di destra ai dem per via giudiziaria, amministrativa e poliziesca.Il mitico Fbi dei telefilm e dei film, infatti, non si è nemmeno accorto che in sala a sentire Salman Rushdie c'era un estremista islamico. Eggià: il deep state è troppo concentrato su Trump, perché sa che il popolo è con lui. Così da noi. Ed ecco la strategia: è ineluttabile che vinca la destra; lasciamola fare, anzi, agevoliamola. Gli anni che ci aspettano sono una patata ben più bollente che la Roma della monnezza, dei cinghiali e degli autobus autocomburenti. Quasi sicuramente la destra al governo fallirà creando scontenti pari alle aspettative. Così, l'Italia tornerà in bocca al Pd o quel che sarà allora (magari avrà assunto come simbolo l'asinello americano, tanto per essere chiari ed espliciti), il quale nel frattempo avrà lavorato dietro le quinte per blindare il deep state anche in Italia. Questa si chiama lungimiranza politica. Farina del sacco di Letta? Seeeeh...Nota di BastaBugie: Ruben Razzante nell'articolo seguente dal titolo "La disperazione della sinistra orfana di Draghi" racconta come Enrico Letta in un mese sia passato dal campo largo al campo vago, nel quale non si sa bene chi ci sia e con quale seguito elettorale.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 settembre 2022:Alla vigilia del black-out di 15 giorni nella diffusione di sondaggi e intenzioni di voto, il centrodestra conserva e, secondo alcuni analisti, incrementa il suo vantaggio sugli avversari. La forbice tra le due principali coalizioni rimane superiore ai 20 punti percentuali, anche perché i voti a sinistra si disperdono tra Pd, cespugli post-comunisti, Terzo Polo (Calenda-Renzi) e Movimento Cinque Stelle.Ma va detto che, al di là dei sondaggi, la sinistra ci sta mettendo molto del suo per rendere la sua probabile sconfitta ancora più cocente. Enrico Letta in un mese è passato dal campo largo al campo vago, nel quale non si sa bene chi ci sia e con quale seguito elettorale. Le contraddizioni nei proclami della sinistra continuano ad essere stridenti e l'elettorato è sempre più confuso.Anzitutto sulla famosa Agenda Draghi si sta consumando una delle peggiori ipocrisie di questo periodo. L'Agenda Draghi non è più difesa neppure dallo stesso Draghi e dal suo attuale esecutivo, visto che lo scioglimento delle Camere ha rivoluzionato il calendario delle scadenze e dei progetti, come si è visto anche due giorni fa nelle votazioni sul nuovo decreto aiuti, che è stato boicottato per ragioni elettorali da alcune forze che formalmente fanno ancora parte del Governo, come il Movimento Cinque Stelle. Inoltre il premier se ne guarda bene dal parteggiare per una forza politica e ha deciso di mantenere un basso profilo proprio perché, con ogni probabilità, non ha piacere che Letta, Calenda e altri candidati rivendichino il copyright dell'agenda Draghi e usino il suo nome per finalità propagandistiche.E poi, sempre secondo le ultime rilevazioni degli istituti di sondaggi, tutti i partiti anti-Draghi stanno un po' crescendo. Basti pensare a Fratelli d'Italia, ormai saldamente primo partito nel Paese, ma anche al Movimento Cinque Stelle, che un mese fa sembrava avviato al declino irreversibile e ora appare ringalluzzito e addirittura in sorpasso sulla Lega. Questo significa che il draghismo si è dissolto e ormai le forze politiche giocano tutte in proprio la loro battaglia per la sopravvivenza elettorale. Ma, come detto, le contraddizioni all'interno della coalizione guidata dal Pd sono davvero stridenti e riguardano una serie di temi cruciali per la campagna elettorale.Anzitutto la questione del presidenzialismo. Enrico Letta continua a sbraitare sostenendo che il centro-destra vorrebbe disarcionare Sergio Mattarella subito dopo il voto per eleggere un nuovo Presidente della Repubblica. In realtà ci sono settori del centro-sinistra e ambienti filo-americani che premono affinché al Quirinale salga Mario Draghi come ideale "tutore" di Giorgia Meloni, sempre più proiettata verso Palazzo Chigi. L'attuale premier, salendo al Colle, potrebbe vigilare sulla dialettica politica e impedire la temuta deriva sovranista che allontanerebbe l'Italia dall'influenza atlantica e della Nato e raffredderebbe, sempre secondo i detrattori del centro-destra, lo spirito europeista del nostro Paese. Seconda contraddizione riguarda la legge elettorale.Letta definisce anti-democratico il Rosatellum e accusa Renzi di averlo fatto approvare, ma omette un particolare: Renzi all'epoca era il segretario del Pd, il suo stesso partito. E poi è troppo comodo criticare il sistema di voto solo ora che Letta è sicuro di perdere, non essendo riuscito a creare quel fatidico "Fronte di liberazione nazionale contro l'avanzata delle destre". Il sistema elettorale delle elezioni amministrative invece gli va benissimo, perché al secondo turno la sinistra riesce sempre a prevalere, nonostante l'astensione sia elevatissima. Il valore di quelle elezioni è scarso, a causa della ridotta rappresentatività, ma alla sinistra interessa sempre e solo l'occupazione del potere, come conferma il fatto che da dieci anni a questa parte, pur non avendo mai vinto le elezioni politiche, riesce sempre ad andare al Governo. Singolare e surreale anche l'ultima l'uscita di Luigi Di Maio, il cui nuovo partito Impegno civico non si schioda da un risicato 1%, che non gli consentirà di prendere alcun parlamentare.L'attuale Ministro degli Esteri spera di essere eletto deputato nel collegio uninominale di Napoli Pomigliano, sua terra d'origine, grazie ai voti degli elettori del Pd che lui detestava e che l'hanno sempre odiato. Dopo aver promosso la scissione all'interno del Movimento 5 stelle, portandosi dietro oltre 60 parlamentari, Giggino sperava di raccogliere i frutti nelle urne ma la verità è che chi lo ha seguito si prepara a non rientrare in Parlamento, mentre il Movimento 5 stelle, da quando lui è uscito, ha guadagnato consensi. Il Ministro degli Esteri, sprezzante del ridicolo, ha sostenuto che soltanto il fronte progressista, al quale lui ha aderito frettolosamente, goffamente e per disperazione, "difende gli interessi dell'Italia, mentre il centro-destra pensa solo a litigare".Probabilmente ha sbagliato discorso, perché avrebbe dovuto dire l'esatto contrario e cioè che nella sinistra si litiga furiosamente, tanto che le divisioni sono sfociate nella nascita del Terzo Polo e nel muro contro muro tra Letta, Calenda e Conte, mentre il centro-destra, sia pure con diverse sfumature su temi importanti, rimane unito e nei collegi uninominali farà votare compattamente i suoi candidati, che dunque hanno concrete possibilità di prevalere un po' ovunque. Dopo il 25 settembre a sinistra, invece, i nodi verranno al pettine e ci sarà una vera e propria resa dei conti. L'appello al "voto utile" si sta rivelando un boomerang per Letta, che nell'ultima settimana ha perso quasi 2 punti nei sondaggi. Segno che nessuno a sinistra crede più nella rimonta e che si sta già pensando al dopo-Letta.
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Da lunedì 6 a venerdì 10 giugno 2022Fine dell'Unione sovietica e del Patto di Varsavia; guerre in Iraq, nella ex-Jugoslavia e, più o meno in altre cinquantasette aree del pianeta; genocidio in Rwanda; pandemia dell'HIV ossia dell'AIDS; le stragi organizzate dalla mafia; il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica in Italia per gli effetti dell'inchiesta giudiziaria “Mani Pulite”; l'anomalo ruolo politico di Silvio Berlusconi, Internet e il WEB: sono queste le tematiche da percorrere per comprendere sia gli Anni Novanta del Novecento sia il presente.Tutti questi avvenimenti rappresentano infatti delle vere e proprie fratture con il passato, anche quello allora più recente e che, per buona parte, confermano la tesi dello storico Eric Hobsbawm secondo il quale il Novecento termina con il 1989, anno del cosiddetto “crollo del Muro di Berlino” (da qui, il titolo del suo famoso saggio storico “Il secolo breve”).Gli anni Novanta sarebbero quindi, conseguentemente, da interpretare come il primo decennio del XXI secolo.Indipendentemente da questa tesi, gli anni Novanta sembrano effettivamente il laboratorio nel quale sono state poste, più o meno consapevolmente, le basi per tutto quanto è avvenuto, almeno sinora, in questi primi due decenni degli anni Duemila.Romano Giuffrida, per ricostruire, questi avvenimenti, ha incontrato: l'americanista Bruno Cartosio; Gian Piero Piretto, già docente di cultura russa; Pina Lalli, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell'arte; Franco Berardi, filosofo; Roberto Escobar, critico cinematografico; Bruno Maran, fotografo e saggista; Daniele Scaglione, già presidente Amnesty International; Giorgio Lavagna, editor e sceneggiatore di comics; i giornalisti Corrado Stajano, Gianni Barbacetto, Luca Mastrantonio e Attilio Bolzoni.
Da lunedì 6 a venerdì 10 giugno 2022Fine dell'Unione sovietica e del Patto di Varsavia; guerre in Iraq, nella ex-Jugoslavia e, più o meno in altre cinquantasette aree del pianeta; genocidio in Rwanda; pandemia dell'HIV ossia dell'AIDS; le stragi organizzate dalla mafia; il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica in Italia per gli effetti dell'inchiesta giudiziaria “Mani Pulite”; l'anomalo ruolo politico di Silvio Berlusconi, Internet e il WEB: sono queste le tematiche da percorrere per comprendere sia gli Anni Novanta del Novecento sia il presente.Tutti questi avvenimenti rappresentano infatti delle vere e proprie fratture con il passato, anche quello allora più recente e che, per buona parte, confermano la tesi dello storico Eric Hobsbawm secondo il quale il Novecento termina con il 1989, anno del cosiddetto “crollo del Muro di Berlino” (da qui, il titolo del suo famoso saggio storico “Il secolo breve”).Gli anni Novanta sarebbero quindi, conseguentemente, da interpretare come il primo decennio del XXI secolo.Indipendentemente da questa tesi, gli anni Novanta sembrano effettivamente il laboratorio nel quale sono state poste, più o meno consapevolmente, le basi per tutto quanto è avvenuto, almeno sinora, in questi primi due decenni degli anni Duemila.Romano Giuffrida, per ricostruire, questi avvenimenti, ha incontrato: l'americanista Bruno Cartosio; Gian Piero Piretto, già docente di cultura russa; Pina Lalli, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell'arte; Franco Berardi, filosofo; Roberto Escobar, critico cinematografico; Bruno Maran, fotografo e saggista; Daniele Scaglione, già presidente Amnesty International; Giorgio Lavagna, editor e sceneggiatore di comics; i giornalisti Corrado Stajano, Gianni Barbacetto, Luca Mastrantonio e Attilio Bolzoni.
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Donatella Gnetti"PassePartout Festival"http://www.passepartoutfestival.it/2022/1922-2022 FRAGILE OCCIDENTE si intitola il diciannovesimo Passepartout, il festival culturale di Asti: geopolitica, storia, economia, società, ambiente, fotografia, arte, letteratura. Si svolgerà da venerdì 3 a domenica 12 giugno, organizzato dalla Biblioteca Astense Giorgio Faletti con la Città di Asti e la Regione Piemonte. Direttore scientifico Alberto Sinigaglia. “A cent'anni dalla pubblicazione del Tramonto dell'Occidente di Oswald Spengler - spiega Sinigaglia - ci proponevamo un bilancio delle sue profezie. L'invasione russa dell'Ucraina ne fa un tema di drammatica attualità, offrendo le più dure e crudeli verifiche di quanto avevamo sognato, realizzato, conquistato, come i 77 anni di pace in Europa, che credevamo sicura per sempre”. L'Occidente è in affanno e per mettere a confronto l'anno in corso con la storia, secondo la sua formula sperimentata, il Festival Passepartout ha colto il centenario di un libro famoso, "Il tramonto dell'Occidente" di Oswald Spengler. Il titolo 1922-2022 FRAGILE OCCIDENTE nasce dalle analisi, dalle profezie del filosofo e storico tedesco e dalle diffuse insoddisfazioni e inquietudini che oggi pervadono gli Stati Uniti e l'Europa.L'invasione russa dell'Ucraina dà al tema una drammatica attualità, pericolosa perché ci trova impreparati dopo 77 anni di pace che credevamo assicurata per sempre. La geopolitica occupa più del solito il programma: su quanto è accaduto e accade ragioniamo con diplomatici e giornalisti (tra loro un'inviata americana) che meglio conoscono i paesi in guerra. Un filosofo, un uomo di fede e un'esperta di opinione pubblica ci aiutano ad analizzare le complesse reazioni del nostro turbamento. Quattro giganti verranno a consolarci: Paolo Conte, il grande musicista-poeta, tra gli italiani più famosi e universalmente amati, che ci porterà nei suoi cari Anni 20 con l'esplosione delle invenzioni e delle avanguardie artistiche e musicali; Tutankhamon la cui tomba scoperta un secolo fa avviò la marcia trionfale dei faraoni d'Egitto nella nostra cultura; i due Bronzi di Riace che cinquant'anni fa riemersero dagli abissi stupefacendo il mondoIl 1922 vide anche la legge firmata Benedetto Croce che decise la protezione del paesaggio e l'istituzione dei parchi naturali. Una ragione per analizzare insieme gli ultimi risultati del satellite che osserva la Terra, controlla l'ambiente e la sua salute. Per vedere a che punto i progressi tecnologici e la necessaria sostenibilità trasformino le città. E per riconsiderare la vasta indagine sul paesaggio operata dal fotografo Luigi Ghirri d'intesa con lo scrittore Gianni Celati. La letteratura è presente a Passepartout con due protagonisti: Beppe Fenoglio nel centenario della nascita e James Joyce nel centenario di "Ulysses", il romanzo scandaloso che lo rese celebre.I cent'anni della Marcia su Roma ci inducono a vedere che cosa sia stato il fascismo e se ve ne siano tracce nelle correnti illiberali cresciute in Europa e in America. Una ragione in più, nei cent'anni della "Rivoluzione liberale", la rivista di Piero Gobetti, per interrogarci se quell'idea abbia un futuro.Una serata è dedicata alla giustizia: dall'anniversario di Mani Pulite alla riforma di Marta Cartabia. Due serate affrontano i problemi di economia internazionale e locale aggravati dalla pandemia e ora dalla guerra. Relatori in vari incontri sul "Fragile Occidente" tra storia e attualità: il filosofo Maurizio Ferraris, gli ambasciatori Stefano Pontecorvo e Gianpaolo Scarante, padre Enzo Bianchi, il cantautore Paolo Conte con l'autrice Manuela Furnari, i giornalisti e scrittori Amy Kellogg, Paolo Garimberti, Claudio Pagliara, Domenico Quirico e Aldo Cazzullo, che si occuperà in particolare della condizione femminile, fragile, ma punteggiata di donne forti e straordinarie, alle quali è dedicata l'anteprima del 3 giugno "La forza delle italiane".Cent'anni fa la scoperta della tomba di Tutankhamon diede una scossa agli studi dell'egittologia riaccendendo il suo fascino e l'interesse per la storia dei faraoni. Ne parlerà Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, secondo al mondo per importanza, ma diventato il primo per notorietà e numero di visitatori. Cinquant'anni fa un'altra scoperta archeologica suscitò un interesse mondiale: i Bronzi di Riace, come da allora sono chiamate le due statue di bronzo, capolavori dell'arte greca, salvati intatti dal mare di Riace Marina non lontano da Reggio Calabria. Ricostruirà quella storia affascinante lo scrittore, attore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco.Compie un secolo anche "Rivoluzione liberale", la rivista fondata da Piero Gobetti. Quanto ha contato l'idea liberale nel '900? Che cosa ne è oggi? Che ne sarà? Ne parlerà il professor Fulvio Cammarano, storico dell'Italia liberale. La serata sarà dedicata alla memoria dell'ex ministro Antonio Martino, che a sua volta aveva accettato l'invito a Passepartout per testimoniare la propria esperienza.Sempre un secolo fa in Europa si affermarono le dittature: dalla Germania alla Russia, all'Italia, poi alla Francia e alla Spagna. Ne parlerà la storica Alessandra Tarquini. C'è qualcosa del fascismo che sopravvive oggi nelle potenze autoritarie o nei movimenti illiberali che in America e in Europa rinnegano i valori dell'Occidente?Risale al 1922 "L'opinione pubblica", fondamentale studio del grande giornalista Walter Lippmann. Alessandra Ghisleri, tra i più famosi e autorevoli sondaggisti italiani, spiegherà come ha visto e come vede cambiare l'opinione pubblica nell'era dei social media, della comunicazione incessante e manovrata.Un elemento fondamentale della democrazia è la giustizia. A trent'anni dalla stagione di Mani pulite e mentre si avvia una riforma della giustizia in Italia, ne parlano in un dialogo l'ex magistrato Gherardo Colombo e l'ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky.La fragilità dell'Occidente dipende anche dalla fragilità del pianeta, cioè dell'ambiente che dovremmo salvare. Già nel 1922 se ne occupava Benedetto Croce, firmando la prima legge sui parchi naturali, come racconterà lo storico dell'arte Salvatore Settis, spiegando lo stretto legame tra natura, bellezza e cultura.Roberto Ragazzoni, direttore dell'Osservatorio astronomico di Asiago e costruttore del telescopio del satellite "Cheops", dialogherà con Giovanni Caprara, presidente dell'UGIS - Unione Giornalisti Italiani Scientifici, su come dallo spazio sia possibile conoscere meglio la vita sulla Terra e decifrare il futuro del pianeta e il nostro.Il giornalista Michele Smargiassi, a trent'anni dalla morte di Luigi Ghirri, uno dei più influenti fotografi italiani del '900, illustrerà il vasto lavoro che svolse sul paesaggio anche d'intesa con Gianni Celati, lo scrittore scomparso in gennaio.L'ecologia si riverbera sulla vita delle città e sulle loro trasformazioni, come spiegherà l'architetto astigiano Carlo Ratti, ormai tra le archistar al lavoro nel mondo. La fragilità dell'Occidente si riverbera sull'economia internazionale, tra crisi energetica e sanzioni, e sulle difficoltà delle amministrazioni pubbliche, delle imprese, delle famiglie. Se ne parlerà in due incontri: uno con l'imprenditore e politico Guido Crosetto, l'altro con il presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia, il presidente della Fondazione CRAT Mario Sacco, l'economista Giuseppe Tardivo e il giornalista Luca Ubaldeschi, direttore del "Secolo XIX" di Genova.Il 2022 celebrerà un gran numero di centenari di scrittori e personaggi famosi per il quale l'intero Festival non basterebbe. Passepartout non poteva che scegliere Beppe Fenoglio. L'antropologo Piercarlo Grimaldi, che lo conobbe, parlerà dell'amore dello scrittore per la sua terra, le sue storie, per quel piccolo mondo dalle radici troppo profonde per non essere universali. Cent'anni fa James Joyce pubblicava "Ulysses". Masolino D'Amico, anglista e critico teatrale, affronterà quel romanzo rivoluzionario che ha condizionato la letteratura del Novecento, sebbene in molti non siano riusciti a leggerlo fino in fondo.Asti ha nel 2022 un importante anniversario cittadino perché trent'anni fa vi nacque Ethica, un'organizzazione internazionale che ha avuto tra i suoi fondatori, accanto all'ingegner Giovanni Periale, il filosofo Remo Bodei, il diplomatico e giornalista Vittorio Dan Segre, l'ambasciatore Sergio Romano, il fisico Carlo Brumat e padre Enzo Bianchi. L'incontro che lo vedrà protagonista nasce in collaborazione con Ethica ed è dedicato all'istituzione che nel suo decennale meritò la visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.Inoltre sabato 4 giugno alle 10 nella Sala delle Colonne della Biblioteca Astense Passepartout organizza “Passepartout: memoria e progetto”, un evento speciale aperto alla stampa e alla cittadinanza per approfondire alcuni dei temi e dei personaggi del festival, con la presenza di tre ospiti: l'Ing. Giovanni Periale parlerà dei trent'anni dell'associazione Ethica, ai quali è dedicato l'incontro di sabato 11 giugno con Enzo Bianchi; il Prof. Marco De Vecchi traccerà un ricordo dell'Ing. Giuseppe Ratti, padre dell'architetto Carlo Ratti, che sarà ospite del festival venerdì 10 giugno; infine la Dott.ssa Rita Barbieri ricorderà l'ex ministro Antonio Martino, al quale è dedicato l'incontro di sabato 11 giugno "L'eresia liberale".Sarà il modo di ripercorrere straordinarie esperienze intellettuali di personalità che hanno messo il proprio sapere tecnico e culturale al servizio della società, progettando futuro. Un ambizioso progetto per il futuro è quello di Asti, che si candida a essere la Capitale italiana della Cultura 2025.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Le piazze e la domanda di cambiamento. Antonio Di Pietro, pm del pool di Mani Pulite, diventa l'uomo più popolare d'Italia. Le piazze si riempiono e sono in rivolta contro la classe politica. Emerge una forte domanda di cambiamento che non troverà risposte. I carri dei momentanei vincitori si ingrossano.
Inizia l'inchiesta detta “Mani Pulite” e Bettino Craxi, segretario del PSI, interviene alla Camera dei Deputati e, come strategia difensiva, sceglie l'attacco: ammette le responsabilità e chiama in causa tutti i partiti. Ma una soluzione politica e autoassolutoria non è più possibile.
February 1992, Mani Pulite, a huge investigation, generated a scandal of bribes and corruption that dismantled 40 years of Italian politics.Here is the link to my website, where you'll find the transcript in Italian:Go to https://italianstorieswithdavide.com/....Support the podcasthttps://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=HJF6KQ4BY27Y2.Hope you enjoy and...Ci vediamo presto!Music by Andrea Danuzzo: https://soundcloud.com/andrea-sven-danuzzo...Sources:RAI - Il tempo e la storia:https://www.raiplay.it/raiplay/video/2015/12/Il-tempo-e-la-Storia-Mani-pulite---Fine-della-I-Repubblica-del-11122015-ee56074b-0c62-430f-916e-c3214f362267.html.RAI - BluNotte:https://www.raiplay.it/video/2011/09/Tangentopoli---Blu-notte-a87963a9-9d30-4146-bf9e-9cee12b79197.html.RAI - Mani pulite: cronache da un'inchiesta:https://www.raiplay.it/programmi/manipulitecronachedauninchiesta.La Repubblica - Tangentopoli 30 anni dopo:https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/02/17/news/tangentopoli_30_anni_dopo_la_parabola_del_pool_di_mani_pulite-338034917/.FanPage - Mani Pulite, 30 anni fa il primo arresto:https://www.fanpage.it/milano/mani-pulite-30-anni-fa-il-primo-arresto-gherardo-colombo-la-corruzione-non-si-ferma-con-i-processi/
21/02/2022 - 27/02/2022. In questa puntata: la crisi in Ucraina vista da destra, i 30 anni di Mani Pulite, Von Der Leyen impomatata, il ritorno di Melissa P., Nichi V. e Roberto F., Silvio si (ri-)sposa, e molto, molto altro...
Mani pulite. La vera storia. Per chi non c'era, per chi ha dimenticato, per chi continua a rubare e a mentire, Marco Travaglio, Peter Gomez, Gianni Barbacetto https://www.amazon.it/pulite-storia-dimenticato-continua-mentire/dp/8832964945/
Trent'anni da Mani Pulite, la Consulta approva solo i referendum sulla Giustizia, Matteo Renzi attacca la magistratura dopo il rinvio a giudizio per l'inchiesta Open. Una settimana importante per la giustizia e il suo rapporto con la politica. A Va pensiero ne abbiamo parlato con la politologa Nadia Urbinati e con il giornalista Emanuele Fittipaldi.
Nuova puntata dell'Indignato speciale su RTL 102.5. Ricorrono i trent'anni da Mani pulite, nei giorni in cui si discute dei referendum sulla giustizia analizzati dalla Corte costituzionale. Protagonisti della trasmissione i Very Normal People a telefoni aperti e la voce di Goffredo Buccini. L'Indignato speciale è con Davide Giacalone, Andrea Pamparana, Barbara Sala, Enrico Galletti e Luigi Santarelli
"Uno strumento di tortura". Prima di togliersi la vita soffocandosi con un sacchetto nel 1993, Gabriele Cagliari, presidente dell'Eni finito in carcere con le accuse di corruzione e falso in bilancio, descrive il carcere in questo modo. Lui, Raul Gardini , Sergio Moroni , Renato Amorese sono solo alcuni degli indagati o imputati di Mani Pulite che si sono tolti la vita.
Nella Milano degli anni 90, Giuliano Pisapia è un giovane avvocato con idee politiche ben precise. È di sinistra, ma questo non gli impedisce di avere uno sguardo aperto ad altre posizioni. L'incontro con Don Giussani e i testi di Don Milani hanno formato il suo pensiero critico. Quando scoppia Mani Pulite, lui è l'avvocato di due imputati eccellenti in un'indagine che ha segnato la fine della Prima Repubblica.
“Un'occasione persa”, un articolo di Francesco Bei su La Repubblica. La sentenza con cui la Corte Costituzionale ha cancellato alcuni referendum, proprio quelli che avevano acceso la speranza di un avanzamento dell'Italia sul piano dei diritti, lascia l'amaro in bocca ai promotori e ai tantissimi cittadini, particolarmente i giovani, che erano accorsi a firmarli in massa ai banchetti anche “virtuali”. […] Su Il Corriere della Sera leggiamo l'articolo di Goffredo Buccini - “La crisi infinita dopo Mani pulite”. L'intero sistema, diventando instabile, ha contagiato persino parte della magistratura, che ha introiettato i vizi della peggiore politica, dal correntismo spregiudicato al vacuo protagonismo. E ha nutrito forme di infantilismo populista.[…] ____________________________________ Ascolta “Punti di Vista” a cura di Lapo De Carlo. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
Il Fatto di domani. Speciale trent'anni di Mani pulite (con Travaglio, Gomez, Barbacetto, Colombo e Davigo): cosa resta dell'inchiesta che ha cambiato l'Italia. Balneari, accordo raggiunto ma restano scogli in parlamento
Qualcuno, come Antonio Di Pietro, ha scelto la politica. Altri, come Francesco Greco e Piercamillo Davigo, sono rimasti nella magistratura fino alla fine. C'è uno degli uomini del pool Mani Pulite che ha fatto la scelta più radicale: Gherardo Colombo, dopo anni di riflessioni sull'efficacia della pena, ha lasciato la toga nel 2007, impegnandosi da allora nell'educazione alla legalità. A chi suggerisce che quella operazione fu un disegno politico per scardinare la prima Repubblica replica: "Ci portino le prove. Sono trent'anni che le aspetto"
Gianluca Barbera"L'ultima notte di Raul Gardini"Il giallo di TangentopoliChiareletterehttps://www.chiarelettere.it/Se l'avessi fatto arrestare quella stessa notte sarebbe ancora qui con noi. È stato questo il mio errore” disse Antonio Di Pietro.“Detto così, suona strano. Se ne rende conto?” rispose Marco Rocca.“Perché? Io so solo che quella doveva essere una giornata decisiva per Mani Pulite. Purtroppo non è mai cominciata.” Una grande storia italiana raccontata come un giallo pieno di colpi di scena.Una potente saga famigliare che narra l'ascesa, il successo e la caduta dei Ferruzzi.La morte mai del tutto chiarita di un corsaro della finanza, ma soprattutto della vita 23 luglio 1993. Raul Gardini, a capo di un impero finanziario con ramificazioni in tutto il mondo, personaggio discusso e carismatico, grande velista, viene trovato in un lago di sangue nella sua camera da letto a Palazzo Belgioioso, nel cuore della Milano degli affari. Un colpo alla tempia, sparato da distanza ravvicinata. Omicidio o suicidio? Da tempo aveva il fiato sul collo dei magistrati, forse stava per essere arrestato. Molte cose però non tornano. In troppi hanno tratto beneficio dalla sua improvvisa uscita di scena. Tanto più che quella stessa mattina Gardini avrebbe dovuto recarsi in procura per essere ascoltato dal pm Antonio Di Pietro riguardo alla madre di tutte le tangenti, la maxitangente Enimont, autentica spada di Damocle sospesa sull'intera classe politica italiana.Mentre il paese trema travolto dagli scandali, la magistratura sembra intenzionata a chiudere il caso velocemente, con un verdetto – suicidio – che lascia troppi dettagli senza spiegazione. Una soluzione che non può accontentare il giornalista d'inchiesta Marco Rocca, protagonista di questo romanzo che attraversa gli anni di Tangentopoli e della Prima repubblica consegnando per la prima volta al lettore la parabola di una dinastia, quella dei Ferruzzi, a lungo seconda solo agli Agnelli per ricchezza e prestigio internazionale.Per conto di un importante quotidiano, Rocca segue da vicino l'affaire Enimont. L'inchiesta lo condurrà lungo un sentiero pericoloso, tra le ambiguità e le omertà dei vari protagonisti, minacce anonime, attentati alla sua vita e troppi fantasmi del passato che a poco a poco riaffiorano alimentando nuovi sospetti e misteri. Un'indagine labirintica per giungere a una verità inaspettata e clamorosa.Un giallo i cui protagonisti sono stati per anni al centro della cronaca, da Enrico Cuccia ad Antonio Di Pietro, e ancora Bettino Craxi, Giulio Andreotti, Carlo Sama, Sergio Cusani, Luigi Bisignani, Gabriele Cagliari e moltissimi altri. Uno snodo decisivo e indimenticabile della storia italiana raccontato come nessuno aveva fatto prima. Gianluca Barbera è nato a Reggio Emilia nel 1965 e vive tra Siena e Venezia. Collabora con le pagine culturali de “il Giornale”. Ha lavorato per anni in campo editoriale e ha pubblicato racconti su riviste e in antologie, oltre a diversi romanzi, tra cui ricordiamo Magellano (2018) e Marco Polo (2019), entrambi editi da Castelvecchi e vincitori di numerosi premi. Per Solferino ha scritto Il viaggio dei viaggi (2020) e Mediterraneo (2021). I suoi libri sono tradotti in varie lingue. L'ultima notte di Raul Gardini è stato opzionato dalla casa di produzione Mompracem (Manetti Bros., Carlo Macchitella, Beta Film) per la trasposizione in una serie televisiva.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
"Una rivoluzione necessaria, un disegno politico, un golpe giudiziario. A trent'anni da Mani Pulite non abbiamo ancora fatto i conti con questa storia. Le biografie di cinque protagonisti di quel momento, le loro riflessioni per comporre un racconto dell'Italia di allora e di quella di oggi".
Racconto di FEDERICO BETTUZZI e UMBERTO BERTONELLI (Economia Italia)Una delle figure piu' controverse e divisive della politica italiana tra gli anni 70 ed 80, primo socialista a diventare Presidente del Consiglio, colonna portante del cosidetto Pentapartito, famoso per il patto con Andreotti e Forlani, chiamato CAF. Storica la sua resistenza al Presidente USA Reagan durante la Notte Di Sigonella. Amato ed odiato dai suoi avversarsi e compagni di partito, Bettino Craxi e' stato l'indiscusso protagonista della politica italiana negli anni 80, fino alla caduta nel 1992 a seguito dell'inchiesta Mani Pulite del pool di Milano, che porto' Craxi ad abbandonare l'Italia e passare il resto della propria vita nell'amata Tunisia.Guarda Il Video Su Youtube: https://youtu.be/K5MxqT9l_VIIl Blog di Federico Bettuzzi: https://raccontidistoria.blogspot.com/Sostieni Noir Italiano su Patreon: https://www.patreon.com/noiritalianoDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/racconti-di-storia-podcast--5561307/support.
#AGENDAAVVOCATI - Sabato 11 dicembrecon Pino Gallo e Pierluigi Serra C. C. Sez. Un. 36596/21: Nulla la sentenza emessa prima della scadenza del termine per conclusionali e repliche - MASI CNF: le risorse non investite problema per la Giustizia - Il CASO MICCOLIi: i murati vivi - COMPENSI: se il quantum è contestato (C. C. 37788/21) - I Parametri come Tariffe - EMOTRASFUSIONI: La CEDU condanna l'Italia - CNF: al completo proclamati i 9 subentranti - MANTENIMENTO FIGLI ADULTI: No se c'è il Reddito di Cittadinanza (C. C. 38366/21) - ESONERO CONTRIBUTIVO: terminate le verifiche, ammesse 25.135 domande - MANI PULITE: il GIP G. Salvini racconta la storia del fascicolo 8655/92 - CARTABIA: Occorre la stabilizzazione della M. O. - FATTURAZIONE ELETTRONICA: estesa anche ai Forfettari - RIFORMA PROCESSO CIVILE: Pubblicata in G.U. Legge DelegaRegia: Ornella Sala
Dal 1990 al 1992: legge Mammì, miliardi a Craxi e giudici corrotti. Il Fatto Quotidiano ha lanciato la petizione sul sito del Fatto e su change.org: "Berlusconi al Quirinale? No, grazie". La campagna andrà avanti fino alla votazione per eleggere il presidente della Repubblica. Restate con noi. Per firmare la petizione vai su change.org: https://change.org/b-no-quirinale
Maggio 1992. L'inchiesta di Mani Pulite punta in alto: punta ai vertici del sistema politico. Mentre la prima Repubblica si sgretola sotto una valanga di avvisi di garanzia, un parlamento di inquisiti si prepara a eleggere il nuovo capo dello Stato. La battaglia per il Quirinale dilania la Democrazia cristiana, lacerata da un furibondo scontro interno. Passano i giorni e i grandi elettori non trovano un accordo. Intanto, misteriose centrali lanciano messaggi obliqui, evocano lo spettro di una soluzione violenta per superare lo stallo. La soluzione è il boato del tritolo: il botto della strage di Capaci. Due giorni dopo Oscar Luigi Scalfaro viene eletto presidente della Repubblica.Episodio 2 online il 18 novembre!
Giustizia, lenta. Contro la durata eccessiva dei processi in Italia bisogna depenalizzare, sostiene Gherardo Colombo ospite oggi a Memos. L'ex pm di Mani Pulite, il giurista che ha seguito alcune delle inchieste più importanti degli ultimi quarant'anni (assassinio Ambrosoli, P2, Imi-Sir/Lodo Mondadori), sostiene che dietro lo scontro di queste settimane sulla prescrizione «c'è una forte contesa tra chi pensa che la pena come retribuzione sia un imperativo categorico (i cosiddetti retribuzionisti sostengono che chi ha fatto del male deve essere ripagato con del male) e chi, invece, pensa che chi ha fatto del male debba essere recuperato. Tra i retribuzionisti puri c'era Immanuel Kant – conclude Gherardo Colombo - tra gli altri che vedono come essenziale la riconciliazione c'era Gandhi». La puntata di oggi si chiude con il messaggio di Loredana Taddei tra le fondatrici di “Se non ora quando”, ex responsabile nazionale politiche femminili della Cgil.
00:00 La morte di Francesco Saverio Borrelli, il capo del pool di Mani Pulite responsabile della fine della prima repubblica 03:30 Borrelli è stato il padre involontario di Berlusconi e […]
25 anni fa nasceva la Seconda Repubblica italiana. Le elezioni del 27 marzo 1994, la vittoria di Berlusconi, con Fini e Bossi, e la sconfitta di Occhetto. La Prima Repubblica viene archiviata con l'inchiesta Mani Pulite e un biennio di stragi dal bilancio drammatico. A Capaci, via d'Amelio, via dei Georgofili, via Palestro vengono assassinati dalla mafia Falcone e sua moglie, il giudice Borsellino, gli agenti delle scorte, comuni cittadini a Firenze e a Milano. Che cosa hanno rappresentato le elezioni del 27 marzo ‘94? Cosa ci portiamo ancora dietro in eredità di quella svolta, o rivoluzione? A Memos ospite la giornalista e saggista Ida Dominijanni (autrice di «Il trucco. Sessualità e biopolitica nella fine di Berlusconi», Ediesse 2014) e la politologa Nadia Urbinati («La seconda vera Repubblica», Raffaello Cortina, 2016). Chiude la puntata il messaggio nella bottiglia, oggi a cura di Bruno Simili, vicedirettore della rivista Il Mulino.
Quarta lezione del ciclo di incontri sui 70 anni della Costituzione organizzato da Radio Popolare e Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, insieme all'Anpi di Milano. “Costituzione, spartiacque della nostra storia” è stato il titolo della lezione tenuta da Gherardo Colombo, ex magistrato, scrittore, presidente della casa editrice Garzanti. In oltre 30 anni passati in magistratura, Colombo ha seguito alcune delle principali inchieste della storia giudiziaria italiana: dai fondi neri dell'Iri a Mani Pulite, dall'omicidio Ambrosoli ai processi Imi-Sir/Lodo Mondadori, alla scoperta della P2. Dal 2007, da quando ha lasciato la magistratura, Colombo ha intensificato la sua attività di “educatore” alla cittadinanza attraverso centinaia di incontri nelle scuole con gli studenti di tutta Italia. E' autore di diversi saggi dedicati alla cultura della legalità, alla Costituzione, alla sua esperienza di giudice. “Democrazia” (Bollati Boringhieri, 2018) è il titolo del suo ultimo libro.