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Continua a essere sempre più critica la situazione dei migranti sull'isola, ieri numeri record con 110 approdi per un totale di 5.112 persone.
Un peschereccio carico di centinaia di migranti è naufragato a sud-ovest della penisola del Peloponneso, in acque internazionali, a 47 miglia nautiche da Pylos. Il bilancio delle vittime è di almeno 79 persone, mentre continuano le ricerche dei dispersi. A pochi giorni dal nuovo Patto Ue per la migrazione e l'asilo, riflettiamo sulla politica migratoria e i passi che ancora devono essere fatti per evitare tragedie di questo tipo. Lo facciamo con Matteo Villa di Ispi, Alessandro Bertani, vicedirettore di Emergency, e con gli europarlamentari Susanna Ceccardi e Brando Benifei.
Il punto con Benedetto Della Vedova deputato di +Europa.
Alcuni migranti fuggiti dopo esser sbarcati in Francia, pare siano schedati come soggetti pericolosi, voi cosa ne pensate?
Dopo la strage di Cutro il governo ha presentato un nuovo decreto sui migranti. Vi spieghiamo punto per punto tutte le novità
Il dramma dei migranti. Il punto con la parlamentare di FdI Sara Kelany.
La visita del presidente Mattarella alle vittime del naufragio di Crotone ha ricordato a tutti i nostri doveri di solidarietà e rispetto della dignità umana.
Partire con i barconi non è una scelta, ma l'unica opzione: ecco perché. Russia - Ucraina, ecco cosa prevede il “Piano di Pace cinese”. Quali sono le posizioni di Elly Schlein su Ucraina, immigrazione, lavoro, ecc.? Cosa vuole realizzare?Ecco le sue idee in 10 punti.Per scriverci: dailyfive@cncmedia.itSeguici su Instagram:@emiliomola1@cnc_mediaDaily Five, ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 17:00 con Emilio Mola.Una produzione CNC MediaDirezione creativa e post produzione Likeabee Creative CompanyMusica Giovanni Ursoleo
Dramma senza fine di libanesi e siriani in fuga dalla guerra e dal collasso economico.
Dal 2018 al 2020 in Europa sono spariti almeno 18.292 minori stranieri non accompagnati, ovvero bambini migranti che dopo essere stati registrati e inseriti in centri per minori, spariscono senza più essere rintracciati. I numeri sono stati raccolti dal collettivo di giornalisti di Lost in Europe (lostineurope.org) che da due anni lavora per raccontare le loro storie. Come quella di Moussa che è partito dal Mali a 12 anni e finito a dormire alla stazione Termini a 17, o Leo che ha venduto una mucca e un trattore per venire in Italia e aiutare la sua famiglia. La Garante per l’infanzia Carla Garlatti spiega “Quando si allontanano nella migliore delle ipotesi, scompaiono perché sono riusciti a raggiungere dei parenti che stanno in un'altro paese, nella peggiore delle ipotesi, che spero sia residuale ma temo non sia così , sono finiti nelle maglie della criminalità o dello sfruttamento”. Rudy Mescaroli di Civico Zero ci racconta di come spesso i minori quando spariscono fanno vita da strada sfruttati per spaccio o prostituzione da ex minori stranieri non accompagnati come loro. “A volte dopo aver fatto un viaggio che li fa sentire eroici, attraverso la Libia, le torture, il mare, qui di fronte alle più piccole difficoltà dell’integrazione sembra loro di sbattere contro un ‘muro di vetro’ che non hanno visto, ma che fa male”. Il podcast è realizzato in collaborazione con il progetto Lost in Europe da Cecilia Ferrara e Angela Gennaro.
Il fenomeno dei migranti è discusso, dibattuto, ma ci sono vite in gioco. Non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo parlarne e capire. È il primo passo per fare qualcosa.
Come è finita con la guerra civile in Libia? Ora è un porto sicuro?[Social]https://www.facebook.com/StarterPackDavideFerrara/https://t.me/StarterPackDavideFerrara[Fonti]https://medium.com/@CDFerrara/perch%C3%A9-si-parte-per-leuropa-2ba2f8df634chttps://medium.com/@CDFerrara/limpero-ottomano-colpisce-ancora-95dc8dbc27dfhttps://medium.com/@CDFerrara/libia-memorandum-2-0-9c8b9fba182bhttps://www.ilpost.it/2021/02/05/abdul-hamid-mohammed-dbeibah-primo-ministro-libia/https://espresso.repubblica.it/attualita/2020/07/06/news/memorandum-italia-libia-l-accordo-della-vergogna-che-continua-a-condannare-a-morte-1.350743https://www.avvenire.it/attualita/pagine/libia-nuovo-governo-e-vecchi-ricatti-centinaia-di-persone-in-mare-mentre-l-onu-denuncia-gli-abusi-sui-migrantihttps://www.agi.it/estero/news/2021-02-07/libia-nuovo-governo-transizione-elezioni-11308919/https://www.avvenire.it/attualita/pagine/la-libia-e-un-paese-in-guerra-situazione-grave-cosi-i-militari-italiani-confermano-che-i-respingimenti-sono-ilecitihttps://www.analisidifesa.it/2018/11/quale-protezione-per-la-pesca-italiana-in-acque-libiche/https://europa.today.it/attualita/libia-bufala-porto-sicuro.htmlhttps://www.repubblica.it/cronaca/2019/03/29/news/salvini_libia_porto_sicuro_aggiornata_direttiva-222772993/https://www.avvenire.it/attualita/pagine/lettera-di-malta-riconoscere-libia-porto-sicurohttps://it.wikipedia.org/wiki/Naufragio_della_Kat%C3%ABr_i_Rad%C3%ABshttps://it.wikipedia.org/wiki/Missione_Albahttps://www.ilpost.it/2015/04/22/blocco-navale-albania-1997/https://www.bufale.net/immigrazione-il-blocco-navale-lo-fecero-prodi-e-napolitano-nel-1997/https://it.insideover.com/schede/migrazioni/il-blocco-navale-in-albania-del-1997-spiegato.htmlhttps://www.agi.it/politica/news/2020-12-17/svolta-pescatori-presi-in-ostaggio-in-libia-conte-di-maio-bengasi-10713620/https://www.avvenire.it/attualita/pagine/torture-libiahttps://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2019/06/05/news/grandi_unhcr_quelli_libici_sono_campi_di_concentramento_-228020408/https://ilmanifesto.it/libia-campi-come-lager-ma-italia-cieca/https://www.ilpost.it/2019/11/18/ong-pull-factor-migranti-studio/https://cadmus.eui.eu/handle/1814/65024https://www.avvenire.it/attualita/pagine/rinnovato-memorandum-italia-libiahttps://www.ilpost.it/2020/02/10/accordo-libia-migranti-addendum/http://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/Venti_anni_fa_la_missione_Alba.aspxhttp://www.esercito.difesa.it/operazioni/operazioni_oltremare/Pagine/Alba-Albania.aspxEpisodio 33 citato nel podcast: https://mega.nz/file/UtgBxKiK#18l4uv5hbfX8PyU7X3ohjueyjO_McYMWklcxvbJDezY
Elena Stancanelli“Venne alla spiaggia un assassino”La nave di Teseolanavediteseo.euIl mare Mediterraneo si sta riempiendo di morti. Barche inadeguate e stipate all'inverosimile navigano a vista, provando a raggiungere le nostre coste. Alcune ci riescono, altre vengono riacciuffate e riportate indietro, in Libia. Altre ancora, moltissime, affondano. Ho deciso di andare a vedere. Angosciata dall'irrazionalità e dalla ferocia che spinge ministri e politicia considerare i morti un buon esempio, un deterrente per gli altri migranti pronti a partire, mi sono imbarcata con chi invece vuole salvarli. Venne alla spiaggia un assassino è il racconto del tempo trascorso sulle barche delle famigerate ONG, trasformate in pochi mesi da alleate della guardia costiera italiana in colpevoli di ogni nefandezza. Donne e uomini che dedicano la propria vita al soccorso in mare e meriterebbero il Nobel per la pace e invece vengono insultati. Ma è anche una specie di romanzo d'avventura, la cui protagonista è convinta di fare la cosa sbagliata per lei, ma decisa a farla fino in fondo. Ci sono libri che si raccontano al ritorno, dopo essersi allontanati molto da se stessi, facendo i conti con un po' di nostalgia, i ricordi e molta incredulità: abbiamo ceduto la nostra misericordia, la pietà, in cambio di niente. Stiamo facendo una terribile confusione tra colpevoli e innocenti. A volte è difficile capire da che parte stare, altre è facilissimo.Elena StancanelliElena Stancanelli (Firenze, 1965) ha scritto romanzi e racconti, tra questi Benzina (1998; Premio Giuseppe Berto), Firenze da piccola (2006), A immaginare una vita ce ne vuole un'altra (2007), Mamma o non Mamma con Carola Susani (2009) e Un uomo giusto (2011). Collabora con “la Repubblica”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensareilpostodelleparole.it
Maurizio Crozza in uno dei suoi monologhi durante una puntata di Fratelli di Crozza. Guarda Fratelli di Crozza su Dplay Plus senza pubblicità > https://it.dplay.com/passa-a-plus/?utm_source=podcast&utm_medium=crozza Support the show.
Maurizio Crozza veste i panni del politico De Luca, durante una puntata di Fratelli di Crozza. Guarda Fratelli di Crozza su Dplay Plus senza pubblicità > https://bit.ly/2SUsXix Support the show.
L'integrazione: l'unica via per il riscatto economico, la prevenzione del crimine e la lotta al terrorismo.Nel 1978 mio padre, avendo vinto una cattedra come docente di scuola superiore, si trasferì al nord in un piccolo paesino abbandonato tra Milano e Busto Arsizio. Non "immigrammo" a Milano nell'accezione propria del termine. Provenivamo da Gragnano, in provincia di Napoli e la Campania è in Italia. Ma "emigrando" dal sud verso il nord, i miei genitori vissero ugualmente la sofferenza dello sradicamento e la distanza da parenti e genitori. Clima, cibo e tradizioni diverse. Le condizioni economiche erano semplici. C'era da ripartire da zero. Cercare casa, arredarla, comprare una 127 per recarsi al lavoro: cose così insomma. Ai quei tempi non esistevano i social e le telefonate interurbane costavano parecchi gettoni. Ma il telefono per un emigrato è tutto, è l'essenza del nutrimento dei sentimenti, un cordone ombelicale da non scindere pena altra solitudine e smarrimenti. I bar erano divisi e frequentati per provenienza geografica. C'era il bar dei "terun" e il bar dove andavano i lombardi. Dopo qualche anno le cose lentamente migliorarono. Tutti assieme in un'unico bar, ma ugualmente divisi per zone! Terroni da una parte e polentoni dall'altra. Poi cadde il muro di Berlino e crollò la Cortina di Ferro. Ricordo che fummo "invasi" da polacchi "straccioni" e "lavavetri" e dalle loro "lascive mogli". Poi venne il turno dell'Albania. Barconi debordanti di "pregiudicati dalle teste enormi" ci "invasero". Venne il turno dei romeni (che quelli sono zingari) e degli zingari (che quelli sono zingari sempre). Poi l'Iraq, l'Afghanistan, ancora l'Iraq, l'11 settembre, Parmalat, la crisi dei mutui, il glutine, Al Qaeda, l'Isis etc. Cambiavano i nomi, gli indirizzi, gli scenari ma le paure erano sempre le medesime, solo declinate in maniera leggermente diversa.Oggi ci troviamo ad affrontare una "invasione" di immigrati "clandestini". Allora ritorno alla mia infanzia. Riparto proprio da quei giorni per capire questi tempi. Col senno di poi posso affermare che la mia famiglia fu brava e tenace, dopo i primi anni di ostracismo dimostrato dagli "indigeni" ci integrammo bene. Ora io, mia sorella e mio fratello siamo tutti e tre laureati e ben inseriti nel tessuto sociale.Sono stato amato e ringrazio i miei genitori. Da piccolo ero irrequieto ed avevo voglia di emergere e di riscatto. Per me, la mia famiglia e quelli come me. Fossi stato introdotto in un ambiente che non mi accettava sono sicuro: avrei usato i miei talenti per delinquere. Troppa era la smania di farcela.Ho scelto lo studio, mi è andata bene. Ma altri non sono stati e non sono fortunati come me. Per questo non mi meraviglio che le terze generazioni nate in europa si radicalizzino nonostante il tempo passato in Francia, in Belgio o in Germania. E l'Islam non c'entra nulla. L'Islam è solo una copertina di seconda mano ad un quaderno tutto scarabocchiato. Morire prima dei 30 anni combattendo contro una vita infelice è l'unico scopo di molti giovani. Dal kamikaze siriano pronto a farsi esplodere sino ai giovani della periferia di Rozzano, Scampia o Brindisi. Giovani (non tutti sia chiaro) pronti a delinquere e vivere da ricercati in una botola di pochi metri quadrati. Giovani e giovanissimi italiani che da nord a sud pensano che se a 30 anni "non hai sfondato con il grano", se sei ancora vivo e fuori dal carcere hai sprecato la vita. Perché fare lo schiavo come i padri proprio non lo concepiscono. Loro vogliono tutto e subito. E non sono mostri o protagonisti di fiction lontane da noi. Sono ragazzi normali, figli di questa società liquida, atomica, polverizzata come un sasso di cocaina da farsi in apnea il sabato sera.Quando approccio la questioni migranti e la piaga del terrorismo ricordo sempre da dove provengo, chi sono e come lo sono diventato. E questo corto circuito emozionale mi ricorda sempre di coniugare un cuore caldo ad una testa fredda.
L'integrazione: l'unica via per il riscatto economico, la prevenzione del crimine e la lotta al terrorismo.Nel 1978 mio padre, avendo vinto una cattedra come docente di scuola superiore, si trasferì al nord in un piccolo paesino abbandonato tra Milano e Busto Arsizio. Non "immigrammo" a Milano nell'accezione propria del termine. Provenivamo da Gragnano, in provincia di Napoli e la Campania è in Italia. Ma "emigrando" dal sud verso il nord, i miei genitori vissero ugualmente la sofferenza dello sradicamento e la distanza da parenti e genitori. Clima, cibo e tradizioni diverse. Le condizioni economiche erano semplici. C'era da ripartire da zero. Cercare casa, arredarla, comprare una 127 per recarsi al lavoro: cose così insomma. Ai quei tempi non esistevano i social e le telefonate interurbane costavano parecchi gettoni. Ma il telefono per un emigrato è tutto, è l'essenza del nutrimento dei sentimenti, un cordone ombelicale da non scindere pena altra solitudine e smarrimenti. I bar erano divisi e frequentati per provenienza geografica. C'era il bar dei "terun" e il bar dove andavano i lombardi. Dopo qualche anno le cose lentamente migliorarono. Tutti assieme in un'unico bar, ma ugualmente divisi per zone! Terroni da una parte e polentoni dall'altra. Poi cadde il muro di Berlino e crollò la Cortina di Ferro. Ricordo che fummo "invasi" da polacchi "straccioni" e "lavavetri" e dalle loro "lascive mogli". Poi venne il turno dell'Albania. Barconi debordanti di "pregiudicati dalle teste enormi" ci "invasero". Venne il turno dei romeni (che quelli sono zingari) e degli zingari (che quelli sono zingari sempre). Poi l'Iraq, l'Afghanistan, ancora l'Iraq, l'11 settembre, Parmalat, la crisi dei mutui, il glutine, Al Qaeda, l'Isis etc. Cambiavano i nomi, gli indirizzi, gli scenari ma le paure erano sempre le medesime, solo declinate in maniera leggermente diversa.Oggi ci troviamo ad affrontare una "invasione" di immigrati "clandestini". Allora ritorno alla mia infanzia. Riparto proprio da quei giorni per capire questi tempi. Col senno di poi posso affermare che la mia famiglia fu brava e tenace, dopo i primi anni di ostracismo dimostrato dagli "indigeni" ci integrammo bene. Ora io, mia sorella e mio fratello siamo tutti e tre laureati e ben inseriti nel tessuto sociale.Sono stato amato e ringrazio i miei genitori. Da piccolo ero irrequieto ed avevo voglia di emergere e di riscatto. Per me, la mia famiglia e quelli come me. Fossi stato introdotto in un ambiente che non mi accettava sono sicuro: avrei usato i miei talenti per delinquere. Troppa era la smania di farcela.Ho scelto lo studio, mi è andata bene. Ma altri non sono stati e non sono fortunati come me. Per questo non mi meraviglio che le terze generazioni nate in europa si radicalizzino nonostante il tempo passato in Francia, in Belgio o in Germania. E l'Islam non c'entra nulla. L'Islam è solo una copertina di seconda mano ad un quaderno tutto scarabocchiato. Morire prima dei 30 anni combattendo contro una vita infelice è l'unico scopo di molti giovani. Dal kamikaze siriano pronto a farsi esplodere sino ai giovani della periferia di Rozzano, Scampia o Brindisi. Giovani (non tutti sia chiaro) pronti a delinquere e vivere da ricercati in una botola di pochi metri quadrati. Giovani e giovanissimi italiani che da nord a sud pensano che se a 30 anni "non hai sfondato con il grano", se sei ancora vivo e fuori dal carcere hai sprecato la vita. Perché fare lo schiavo come i padri proprio non lo concepiscono. Loro vogliono tutto e subito. E non sono mostri o protagonisti di fiction lontane da noi. Sono ragazzi normali, figli di questa società liquida, atomica, polverizzata come un sasso di cocaina da farsi in apnea il sabato sera.Quando approccio la questioni migranti e la piaga del terrorismo ricordo sempre da dove provengo, chi sono e come lo sono diventato. E questo corto circuito emozionale mi ricorda sempre di coniugare un cuore caldo ad una testa fredda.
«Ciò che l'Italia vuole è una riforma del sistema disfunzionale di Dublino. E devo ammettere che mi chiedo come possa essere stato firmato un accordo così sbagliato. Posso comprendere che i Paesi del confine esterno non vogliano essere lasciati soli nella gestione della sfida migratoria. Meritano la nostra solidarietà». Così la neoeletta Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, in un'intervista a un gruppo di quotidiani internazionali, rispondendo ad una domanda sull'atteggiamento del ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini sull'immigrazione. «È un obbligo umano salvare le persone che stanno affogando», ha rimarcato Von der Leyen, aggiungendo però che «il nostro approccio politico dovrebbe concentrarsi, in primo luogo nel prevenire che le persone salgano sui barconi».
«Il mio comportamento sull'immigrazione è inaccettabile? Il governo francese la smetta di insultare e apra i suoi porti, gli italiani hanno già accolto (e speso) anche troppo. Prossimi barconi? Destinazione Marsiglia». Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Salvini rispondendo alle critiche della portavoce del governo francese, Sibeth Ndiyaye, la quale in un'intervista sul caso Sea Watch ha detto che l'Italia «non è un Paese indegno», ma il comportamento di Matteo Salvini, sulla questione dei migranti «non è accettabile».
I mostri degli abissi: chi sono? Da dove vengono? Chi li ha creati? E quante vittime devono ancora fare prima che ci accorgiamo di loro?Scritto da Fabio GhelliProdotto da Federico Bogazzi e Fabio GhelliMusiche: Hobocombo (www.hobocombo.bandcamp.com)Himmelsrandt (www.himelsrandt.bandcamp.com)
Secondo Gilles de Kerchove d’Ousselghem, coordinatore dell’antiterrorismo nell’Unione Europea, attualmente sul territorio europeo sarebbero presenti almeno 50.000 individui legati all’islam radicale.
1-“La Libia era un inferno, molto meglio rischiare la vita su un barcone”...A Esteri il viaggio verso l'Europa di un ragazzo siriano scappato da Homs...Questo fine settimana il primo anniversario dell'accordo sui migranti tra Europa e Turchia. Ora Bruxelles vuole faro lo stesso con la Libia (Eyad Alshikh).2-Amici e nemici di Erdogan, la contrapposizione vale anche per le comunità turche all'estero. Il caso della Germania (Walter Rahue).3-Siria, anche Israele dice la sua. Per la prima volta il governo israeliano ammette un'operazione militare contro Damasco.4-L'Europa ha troppi nemici, e molti sono interni. Un profilo del vecchio continente nel momento più difficile dalla seconda guerra mondiale (Alfredo Somoza).5-L'Arabia Saudita cerca azionisti per la petrolifera Aramco. La Cina non si tira indietro. Primi colloqui esplorativi tra Ryad e Pechino (Gabriele Battaglia)
1-“La Libia era un inferno, molto meglio rischiare la vita su un barcone”...A Esteri il viaggio verso l'Europa di un ragazzo siriano scappato da Homs...Questo fine settimana il primo anniversario dell'accordo sui migranti tra Europa e Turchia. Ora Bruxelles vuole faro lo stesso con la Libia (Eyad Alshikh).2-Amici e nemici di Erdogan, la contrapposizione vale anche per le comunità turche all'estero. Il caso della Germania (Walter Rahue).3-Siria, anche Israele dice la sua. Per la prima volta il governo israeliano ammette un'operazione militare contro Damasco.4-L'Europa ha troppi nemici, e molti sono interni. Un profilo del vecchio continente nel momento più difficile dalla seconda guerra mondiale (Alfredo Somoza).5-L'Arabia Saudita cerca azionisti per la petrolifera Aramco. La Cina non si tira indietro. Primi colloqui esplorativi tra Ryad e Pechino (Gabriele Battaglia)