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TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6446LA PREDICA AI PESCI SERVI' A SANT'ANTONIO PER COMBATTERE L'ERESIALa prima città in cui sant'Antonio da Padova cominciò a predicare fu Rimini, ma gli eretici non volevano essere disturbati...di Padre Stefano ManelliLa prima città in cui sant'Antonio cominciò a predicare fu Rimini. E fin dall'inizio il successo della sua predicazione mise in allarme gli eretici della città. C'era colà, infatti, e fioriva la setta eretica dei patarini. Erano accesi e ostinati contro parecchie verità della fede cattolica, e vegliavano perché non ci fosse chi li disturbasse nei loro errori.Quando gli eretici si accorsero che sant'Antonio smantellava a colpi decisi i loro errori, anziché aprire gli occhi alla verità, si coalizzarono nella difesa dell'errore e nell'assalto a colui che voleva illuminarli. Si radunarono i capi della setta eretica e decisero di eliminare sant'Antonio con il mezzo più semplice e concreto: il veleno.Lo invitarono a un pranzo, quindi, per discutere insieme delle cose di fede. Antonio accettò ignaro di ogni trama. Ma il Signore era con lui. A tavola, infatti, sant'Antonio prima di mangiare benedisse tutto il cibo, e poi mangiò tranquillamente, continuando a parlare della vera fede.Gli eretici lo guardavano, aspettandosi da un momento all'altro gli effetti del veleno. E invece! Evidentemente avevano dimenticato la promessa di Gesù ai suoi veri apostoli: "Se berranno qualche veleno non recherà loro danno" (Marco 16,18).Fallito il tentativo dell'attacco a sant'Antonio con il veleno, gli eretici tentarono di impedire la predicazione del Santo con l'allontanamento delle persone. Si servirono di ogni mezzo, infatti, per tenere lontana da sant'Antonio tutta la gente. Allettamenti o minacce, accuse e calunnie contro sant'Antonio, tutto era utile per arrivare allo scopo di impedire quella predicazione che martellava contro l'eresia.Ma sant'Antonio aveva anch'egli mezzi eccezionali per battere gli intrighi degli eretici. Dalla sua intensa preghiera e penitenza egli traeva il potere dei miracoli che fa smuovere le folle in ogni parte della terra.E uno dei suoi più celebri e pittoreschi miracoli fu certamente quello della predicazione ai pesci. Quando sant'Antonio si accorse che la gente di Rimini lo guardava con sospetto e si teneva lontana da lui, moltiplicò le sue preghiere e poi si mosse per andare a predicare ai pesci sulla spiaggia del mare."Fratelli pesci - disse il Santo - venite voi ad ascoltare."A tale richiamo una massa di pesci si fece avanti sulla riva del mare e si raccolse davanti al Santo in ascolto della sua parola. Erano tutti in ordine, tenevano la testina di fuori e, a volte, davano anche segni di assenso alle parole di sant'Antonio. Il prodigio produsse un'impressione enorme, naturalmente. La folla accorse numerosissima e gli stessi eretici rimasero sconvolti da un fatto così strepitoso e così significato. Doveva essere davvero importante e prodigiosa la parola di sant'Antonio, se anche creature irragionevoli correvano ad ascoltarlo! La lezione fu davvero salutare per tutti. E da quel giorno sant'Antonio poté predicare, con tutta la sapienza e con tutto l'ardore di cui era ricco per illuminare e convertire, richiamare e santificare le anime. Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente Ermes Dovico racconta la vita di Sant'Antonio di Padova. San Francesco lo chiamava "mio vescovo". Papa Gregorio IX rimase così colpito dalla sapienza del giovane predicatore da proclamarlo santo al termine del processo del canonizzazione più veloce della storia (conclusosi 352 giorni dopo la morte) grazie anche ai 53 miracoli attribuiti all'intercessione di Antonio.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 13 giugno 2020:Nel 1228, Gregorio IX ebbe modo di conoscere sant'Antonio di Padova (1195-1231), che era giunto a Roma per salvaguardare l'unità dell'Ordine francescano, a rischio dopo la morte di san Francesco (1181-1226). Il papa rimase così colpito dal giovane predicatore da chiamarlo "Arca della Testimonianza" e "Scrigno delle Scritture".Il santo era nato a Lisbona il 15 agosto 1195 da una famiglia benestante, che l'aveva battezzato con il nome di Fernando. A quindici anni entrò tra i Canonici regolari della Santa Croce e due anni più tardi chiese di potersi trasferire da Lisbona a Coimbra, perché desiderava un maggiore raccoglimento con Dio. Al monastero di Coimbra, dotato di una grande biblioteca, poté approfondire lo studio della Bibbia e dei Padri della Chiesa. Nel 1220, mentre il suo Ordine subiva le ingerenze del re portoghese, avvenne un fatto decisivo nella vita di Fernando, intanto divenuto sacerdote: vide passare a Coimbra le salme dei cinque protomartiri francescani (Berardo, Pietro, Ottone, Adiuto e Accursio), decapitati in Marocco, dove erano stati inviati da san Francesco per convertire i musulmani a Cristo.Per don Fernando fu una chiamata alla missione. Ottenuto il permesso, lasciò i canonici agostiniani e si unì a un romitorio di francescani. Segnò il suo nuovo inizio religioso con un cambio di nome: decise di chiamarsi Antonio, in onore di sant'Antonio Abate. Desiderando la grazia del martirio, ottenne di andare con un confratello in Marocco, ma qui una malattia gli impedì di predicare. Si convinse a tornare in patria, ma una tempesta spinse la nave fino alle coste siciliane. In Sicilia il santo venne a contatto con i frati di Messina, dai quali apprese la notizia del Capitolo Generale convocato da san Francesco per la Pentecoste del 1221. Antonio risalì a piedi l'Italia insieme ai confratelli e dopo diverse settimane giunse ad Assisi: qui, dal 30 maggio all'8 giugno, si tenne quello che passò alla storia come il "Capitolo delle Stuoie", così chiamato perché il piccolo 'esercito' di francescani (erano circa 3.000) si accampò in capanne fatte di stuoie.Il frate portoghese, sconosciuto ai più, trascorse quei giorni in umile ascolto delle decisioni che venivano prese nel suo nuovo Ordine. Alla fine venne indirizzato a un eremo vicino a Forlì, dove visse per un anno dedicandosi ai lavori più modesti, tra digiuni e orazioni. Nel settembre 1222 fu chiamato improvvisamente dal superiore a tenere un discorso esortativo per i chierici che stavano per ricevere l'ordinazione sacerdotale: l'uditorio, al sentire con quale trasporto per Dio parlava Antonio, ne rimase ammirato. Informati del suo straordinario talento, i superiori di Assisi lo indirizzarono alla predicazione nell'Italia settentrionale. Qui la fede di Antonio operò tra l'altro il miracolo eucaristico di Rimini, detto anche "della mula", perché l'animale, su comando del santo, si inginocchiò davanti all'Ostia consacrata, causando la conversione di un eretico di nome Bonovillo che dubitava della Presenza reale di Gesù nell'Eucaristia.Univa il fermo annuncio della verità alla dolcezza d'animo, e venne chiamato "il martello degli eretici". Fece presente ai superiori che il contrasto alle eresie richiedeva una solida conoscenza della dottrina cattolica. San Francesco gli diede il benestare per la fondazione a Bologna del primo studio teologico francescano, un passo fondamentale nella storia dell'Ordine: "A frate Antonio, mio vescovo, frate Francesco augura salute. Mi piace che tu insegni teologia ai nostri fratelli, a condizione però che, a causa di tale studio, non si spenga in esso lo spirito di santa orazione e devozione, com'è prescritto nella Regola". Lo stesso Francesco, nel 1224, lo inviò come missionario in Francia per continuare nella sua opera di conversione degli eretici catari. Ritornò in Italia dopo la morte del santo d'Assisi e nel 1227 venne nominato ministro provinciale per l'Italia settentrionale. Fu allora che, pur continuando a viaggiare, stabilì la sua dimora abituale nel convento di Padova. In quegli anni le sue prediche, che spaziavano dalle verità di fede alla purezza di vita, erano ormai seguite da enormi folle di fedeli. Inoltre, stava lunghe ore in confessionale.A Padova terminò la stesura del secondo volume dei Sermoni, nei quali è centrale la riflessione sul mistero di Cristo. Un mistero in cui il fedele si può addentrare con la preghiera e l'amore per Maria, che Antonio definì "Capolavoro dell'Altissimo". Si disse certo della sua Assunzione in anima e corpo, più di sette secoli prima della solenne proclamazione del dogma da parte di Pio XII, che infatti citò il santo nella Munificentissimus Deus del 1950. Quattro anni prima, sempre papa Pacelli aveva onorato sant'Antonio come Doctor Evangelicus, dichiarandolo ufficialmente dottore della Chiesa. Va detto comunque che già Gregorio IX lo aveva invocato come tale il 30 maggio 1232 - al termine del processo di canonizzazione più veloce della storia, grazie anche ai 53 miracoli attribuiti all'intercessione di Antonio - quando lo proclamò santo: "O dottore della Chiesa, beato Antonio, amatore della divina parola, prega per noi il Figlio di Dio".Gesù e Maria furono le sue stelle polari fino agli ultimi giorni terreni. Fu in quei giorni che il conte Tiso, un amico presso il quale si era ritirato in preghiera nel giugno 1231, avvicinandosi alla stanzetta del santo, con la porta socchiusa, vide una luce intensissima: era Gesù Bambino, in braccio ad Antonio. Il 13 giugno, capendo che gli rimaneva poco da vivere, chiese di essere riportato a Padova perché lì desiderava morire. Spirò in un ospizio vicino al monastero delle clarisse e poco distante dalle mura cittadine. I confratelli gli intonarono il suo inno mariano preferito, O gloriosa Domina. Tornò al Padre dopo aver detto: "Vedo il mio Signore". Titolo originale: Sant'Antonio da Padova… se si combatte l'errore, si fanno miracoliFonte: I Tre Sentieri, 12 giugno 2020Pubblicato su BastaBugie n. 701
ogni anno il 16 gennaio in numerosi centri della Sardegna la notte è illuminata dai falò che vengono accesi in onore di Sant'Antonio Abate. Il filmato, ambientato ad Orgosolo, paese della Barbagia, documenta la processione che si svolge per le vie del piccolo centro, quando il corteo dei fedeli si snoda attorno al fuoco recitando preghiere in lingua sarda.
A Sant'Antonio, sul Lago Maggiore, viveva una donnina tanto brava a fare la marmellata, così brava che i suoi servigi erano richiesti in Valcuvia, in Valtravaglia, in Val Dumentina e in Val Poverina. La gente, quand'era la stagione, arrivava da tutte le valli, si sedeva sul muricciolo a guardare il panorama del lago, coglieva qualche lampone dai cespugli, poi chiamava la donnina della marmellata: Apollonia! - Che c'è? Me la fareste una marmellata di mirtilli? Eccomi. [...] Continue reading
A Sant'Antonio, sul Lago Maggiore, viveva una donnina tanto brava a fare la marmellata, così brava che i suoi servigi erano richiesti in Valcuvia, in Valtravaglia, in Val Dumentina e in Val Poverina. La gente, quand'era la stagione, arrivava da tutte le valli, si sedeva sul muricciolo a guardare il panorama del lago, coglieva qualche lampone dai cespugli, poi chiamava la donnina della marmellata: Apollonia! - Che c'è? Me la fareste una marmellata di mirtilli? Eccomi. [...] Continue reading
Non c'è dono più grande dell'Eucaristia, per la quale mai abbastanza è l'amore e l'adorazione che possiamo mostrare. La fede e la potenza della predicazione di sant'Antonio da Padova. Omelia Sabato 13 Giugno 2020, viglia del Corpus Domini e festa di sant'Antonio da Padova
Tenuta Sant'Antonio - cantina dedita alla produzione dei vini della Valpolicella e di Soave - conquista con il suo pregiato Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2015 i cinque diamanti DiWineTaste e il titolo di migliore vino di Marzo 2020. Un magnifico Amarone prodotto con Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta e Croatina, un vino di straordinaria classe ed eleganza.
Tenuta Sant'Antonio - winery committed to the production of Valpolicella and Soave wines - with its stunning Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2015 conquers DiWIneTaste five diamonds and the title of best wine for March 2020. A magnificent Amarone made from Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta and Croatina grapes, a wine of extraordinary class and elegance.
Morbegno (SO), 21 febbraio 2020 Francesco Samorè interviene all'Assemblea Territoriale di Confcooperative "COSTRUTTORI DI BENE COMUNE Cooperare nel Territorio generando valore nelle Reti" Auditorium di Sant'Antonio, Morbegno (SO) La sintesi e il commento dell'evento, i video e le foto si trovano nel sito della Fondazione: Cooperazione e competizione: è ora di riavvolgere il nastro? https://www.fondazionebassetti.org/it/focus/2020/04/cooperazione_e_competizione_e_.html
Omelia della S. Messa di 17 gennaio 2020, memoria di Sant'Antonio Abate, tenuta da P. Francesco Maria Budani.
+ Dal Vangelo secondo MarcoGesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Catene di Sant'Antonio, Fringe Festival, Cabine Telefoniche, Scuola, Professori di Sinistra (terza parte)
Catene di Sant'Antonio, Fringe Festival, Cabine Telefoniche, Scuola, Professori di Sinistra (seconda parte)
Catene di Sant'Antonio, Fringe Festival, Cabine Telefoniche, Scuola, Professori di Sinistra (prima parte)
In this episode Monty Waldin interviews Armando Castagnedi, whose family owns Tenuta Sant’Antonio in the Illasi valley between the Valpolicella and Soave region in Veneto. Tenuta Sant’Antonio produces Soave, Valpolicella Superiore, and Amarone (among other local wines). Armando talks about local viticultural techniques such as pergola veronese and the winery’s rediscovery of two indigenous grapes: Oseleta and Croatina. Armando also tells Monty about Tenuta Sant’Antonio’s style of Amarone and presents some typical food matches also with their Recioto sweet wine! Tune in for a journey in the heart of Veneto wines and local grape varieties.
Marina compone un'accurata analisi sulla nazionale femminile italiana di calcio svelando una sua nuova (insospettabile?) passione , ma non è l'unico miracolo del momento :l'intercessione portentosa di Sant'Antonio di Padova potrà farvi trovare l'anima gemella , cosa aspettate? . A star is born : il film diventa realtà? Questo e altro insieme a Marina Potassa, Francesca Cutrone, Daniela Celentano e Lucia Cimini. Come ogni giovedì alle 16:00 vi aspettano su www.radiostatale.it. Seguiteci su Instagram @ozium_radiostatale Pagina Faceook Ozium-Radio Statale
Omelia della S. Messa di 13 giugno 2019, Festa di Sant'Antonio da Padova, tenuta da P. Gabriele Maria Pellettieri.
E se un pregiudizio ti impedisse di vivere una vita più piena e gratificante?"La libertà deriva dalla consapevolezza, la consapevolezza deriva dalla conoscenza, la conoscenza deriva (anche) dall'informazione, dallo studio e dalla lettura senza pregiudizi.” S.Nasetti
Omelia della S. Messa di 17 gennaio 2019, memoria di sant'Antonio Abbate, tenuta da P. Donato Maria Donadello.
Da pochi mesi Casa Sant'Antonio, comunità per minori della coop San Luigi di Varese si è completamente rinnovata. Nuova sede, più posti per i ragazzi, una equipe educativa con più personale. Servizio andato in onda a marzo 2018 su Radio Marconi. A cura di Marta Zanella.
Da pochi mesi Casa Sant'Antonio, comunità per minori della coop San Luigi di Varese si è completamente rinnovata. Nuova sede, più posti per i ragazzi, una equipe educativa con più personale. Servizio andato in onda a marzo 2018 su Radio Marconi. A cura di Marta Zanella.
Da pochi mesi Casa Sant'Antonio, comunità per minori della coop San Luigi di Varese si è completamente rinnovata. Nuova sede, più posti per i ragazzi, una equipe educativa con più personale. Servizio andato in onda a marzo 2018 su Radio Marconi. A cura di Marta Zanella.
Often times makers of wines from classic, old world regions create wine in a style that demands aging in order for it to not only appreciate full potential, but in many cases to be even remotely drinkable. Because of advancements in both farming and wine making, today, creating making a wine that is both age-worthy yet approachable and enjoyable to drink at a young age is a possibility. Staunch traditionalists sometimes decry these modern styles as varying too far from the style of wine that a specific region is known for. But thank goodness for forward thinking producers like the brothers Castagnedi of Tenuta Sant'Antonio. These four siblings come from generations of grape growers, yet, have only been making wine for the past few decades. Today, they are making some delicious wines from Valpolicella. Like may producers of the region they produce Valpolicella, Ripasso, and Amarone. Their Amarones are made in the modern style which drink well now, yet will age and improve for decades to come. I sat down with Armando Castagnedi to talk about the complex nature of wine making in Valpolicella, and what makes their modern approach to Amarone so special.
Omelia della S. Messa di 13 giugno 2018, Festa di Sant'Antonio di Padova, tenuta da P. Donato Maria Donadello
La nobile famiglia dei Conti Bossi Fedrigotti vive in Trentino da quasi 600 anni e da oltre 300 coltiva la vite con amore e professionalità.La prima vendemmia risale al 1697.La più grande innovazione è del 1961, anno in cui Federico Bossi Fedrigotti crea il primo uvaggio bordolese in Italia: il vigneto cru di Fojaneghe.Gli attuali proprietari, Isabella, Maria Josè e Gian Paolo Bossi Fedrigotti, continuano a lavorare con la stessa passione e a produrre i vini nelle antiche tenute.Dal 2007 la storica casa vinicola è affiancata da Masi Agricola, grazie alla cui collaborazione i vini Bossi Fedrigotti sono stati attualizzati, sottolineando le caratteristiche uniche della grande enologia trentina.Le storiche tenute consistono in 40 ettari di vigneti tra i più pregiati della regione, ripartiti in tre principali siti sui due lati dell'Adige: Maso San Giorgio a Rovereto, Fojaneghe nei comuni di Isera e Mori e Sant'Antonio a Pomarolo.I terreni rappresentano una gamma di caratteristiche davvero unica: basaltico di origine vulcanica, morenico calcareo e alluvionale di fondovalle.
Dove si continua a parlare con GIUSEPPE MONTESANTO, ricercatore del Dipartimento di Biologia, Università di Pisa, di Armalillo Officinalis, di Porcellini di terra, di Porcellini di Sant'Antonio, di Bioacustica, di Biooscillogia, di Biotremologia, del professor Domenico Caruso dell'Università di Catania, di Sofia Cividini, di Biostatistica, di Marco Zuffi, di Lucertole e scopriamo che Giuseppe avrebbe voluto essere un Isopode (seconda parte)
Dove si parla con GIUSEPPE MONTESANTO, ricercatore del Dipartimento di Biologia, Università di Pisa, di Armalillo Officinalis, di Porcellini di terra, di Porcellini di Sant'Antonio, di crostacei di terra, di Isopodi, ricordiamo l'uccisione di Esmond Bradley Martin in Kenia, di Darwin Day 2018 a Milano, di Herminia, Vacca fuggita dal mattatoio in Olanda (prima parte)
Ascolta gli altri audio: http://www.tizianalombardo.it/audio Libro Tiziana - Amore che genera Amore: http://tizianalombardo.it/libro Voce di Antonio Libertino Testo da una catena di sant'Antonio ricevuta tanti anni fa, autore a me sconosciuto
di quando parliamo di sant'Antonio e della fecondazione eterologa (seconda parte)
Parleremo oggi dei “viaggi dei networker “, Sono utili quei seminari formativi, giornate di inizio attività, o sono solo dei “viaggi della speranza“ ? Perché l’up-line fa tanto, anzi, di tutto, per portarci, per noi è davvero utile ? oppure NO ?. È una catena di Sant'Antonio solo per venderci dei biglietti, o c'è altro dietro. Capiamo insieme, se sono solo quattro sfigati che hanno bisogno del tuo biglietto per per riuscire a chiudere un viaggio… oppure è la scintilla per far emergere manager di successo .
La 38° puntata del ciclo "Dalla vita alla Parola viva" - "La fede esige una risposta da parte di chi è libero". XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)Mt 16,21-27Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso. In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Correte Come Matti (M. Brusati, M. Labellarte, M. Versaci) Voce Massimo Versaci Era giovane era ricco sai, Ma questo non bastavaAlla sua vita.Nel Vangelo che leggeva luiIl senso ritrovavaAlla sua vita.E poi un giorno con sua madreLui parlòCon lei compreseChe esser perfettoe stare dietro Gesù Cristo fin lassùSulla sua croceDietro una voceLa sua voce.A Cremona e a Milano poi A tutti raccontavaIl Suo vangeloE ogni cuore tiepido con luiDi fuoco diventavaLa fede cresceva.E poi un giorno lui san PaoloIncontròCosi compreseChe esser perfettoè diventare un solo Spirito conDio Con la sua croceQui nel cuore mio.SI CORRETE COME MATTIE ANDATE VERSO DIOE VERSO GLI ALTRICOME MEE SIATE VERI E GRANDI SANTI ANDANDO VERSO DIOVERSO GLI ALTRISIATE SANTIINSIEME A MESono giovane e anche ricco saiMa questo non mi bastaPer la mia vita.E nel Vangelo che leggeva luiVoglio ritrovareSenso alla vitaCosi un giorno con gli amiciProveròAnche a capireChe essere perfettoè diventare un solo Spirito con Dio Con la sua croceQui nel cuore mio.
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
Sulla vita di Altichiero da Zevio si sa poco, e poche sono anche le opere che di lui ci sono rimaste, ma quello che è certo è che Altichiero è stato uno dei grandi innovatori dell'arte del Trecento. Riflettendo su Giotto e sui pittori giotteschi, propose un linguaggio fortemente innovativo, votato alla drammaticità, con innesti cortesi e graditi ai ricchi committenti, ma anche con modalità che sapevano parlare al popolo. La sua Crocifissione nella Basilica di Sant'Antonio da Padova, un dipinto che rompe con la tradizione spostando quasi l'attenzione dalla scena principale ai particolari, è una delle opere più importanti della storia dell'arte italiana proprio in virtù della sua elevata carica innovatrice. Un pittore che inoltre sembrava intuire in anticipo alcune delle innovazioni rinascimentali. Con questa puntata compiamo un viaggio nel Veneto con Ilaria e Federico per scoprire le opere di un artista moderno, davvero unico!
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
Grande personalità dell'arte del Trecento, sebbene non conosciutissimo dal grande pubblico, Giusto de' Menabuoi fu un artista di origini fiorentine ma il suo nome è strettamente legato alla città di Padova, dove ha lasciato i suoi più grandi capolavori. Non si sa molto della sua vita: non si hanno documenti sui suoi primi trent'anni di vita, non si sa bene con chi abbia compiuto i suoi studi ma rimangono i grandi capolavori che ci ha lasciato. Uno su tutti: il ciclo di affreschi del Battistero di Padova, una delle realizzazioni più spettacolari e incredibili del Trecento in particolare e della storia dell'arte italiana in generale. Con la puntata di oggi, Ilaria e Federico cercano di ripercorrere la carriera di questo importante pittore parlando dei suoi maggiori capolavori, molti dei quali si trovano proprio a Padova. Un grande artista, tutto da scoprire!
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
L'artista che ha dato il via al Rinascimento in scultura: così si potrebbe definire Donatello, uno dei più grandi scultori di tutti i tempi. Fiorentino, formatosi presso la bottega di Lorenzo Ghiberti, amico di Filippo Brunelleschi e grande appassionato di arte classica, propose opere d'arte rivoluzionarie, dotate di una espressività senza precedenti, sempre originali e sempre diverse, tanto che è molto difficile riassumere in poco spazio tutti gli esiti della sua arte. Donatello ha saputo studiare l'uomo sia nel suo aspetto fisico che nel suo aspetto interiore, cogliendo in pieno l'essenza del Rinascimento. Ilaria e Federico ripercorrono le fasi salienti della carriera di Donatello attraverso un'analisi di alcune tra le più famose delle sue opere.