Insieme a Oscar Giannino un professore aziendalista, un blogger gestore di portafogli, un imprenditore. Con Carlo Alberto Carnevale Maffé, Mario Seminerio e Renato Cifarelli ogni sabato dalle 8 alle 10 su Radio Capital torna la squadra delle Belve. Due ore di irriverente rilettura dell’economia pubb…
Per l’attualità della settimana: l’aumento del tasso di risparmio pur in presenza di riduzione di reddito fornisce la misura della preoccupazione delle famiglie, e la fallacia di quanti pensano che basti invitarle a spendere di più per risollevare il paese. Lo stesso vale per improbabili riduzioni temporanee dell’Iva. Il caso Atm di Milano, che pare mostrare l’assenza di rigorosi controlli interni. Inutile poi esibire sdegno e dare in pasto all’opinione pubblica la promessa di punizioni esemplari con immagini truculente. Quale futuro per le reti di telecomunicazione italiane, col dualismo tra due operatori di banda larga e suggestioni politiche di grande unificazione sotto controllo pubblico? Ne parliamo con Stefano Quintarelli, imprenditore e informatico. Smartisti o baristi? Rientrate tutti al lavoro, altrimenti gli esercizi commerciali (e lo sviluppo immobiliare) saltano, oppure restate a casa e guardate fuori dalla finestra, tra una videocall e l’altra? Con l’avvocato lavorista Giampiero Falasca parliamo della terza via di buonsenso, quella in cui lo smart working diventa davvero “lavoro agile” e si fa dove e quando serve tra casa, ufficio ed altri luoghi. Piccolo ripasso delle follie del fisco italiano e delle corvées imposte ai cittadini, per salutare anche il nostro tributarista di fiducia, Alessio Argiolas. Grazie a tutti voi, che ci avete ascoltato dall’inizio o vi siete aggiunti durante il cammino. Ci vediamo/sentiamo/leggiamo in giro! E non scordate, per l’ultima volta, la playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, “bene lo smart working ma ora si torni a lavorare”: la singolare frase del sindaco di Milano e i timori per un grande cambiamento che tuttavia va governato e non esorcizzato o contrastato. Il moto perpetuo all’italiana: lo Stato garantisce, i contribuenti pagano. Il contrasto in Ue sul Recovery Fund e i termini del negoziato. Da tempo una persistente narrazione sostiene che alla radice del dissesto Alitalia ci sarebbero soprattutto gli sconti che i gestori aeroportuali concedono alle compagnie low cost. Ma come tutelare il mercato e la trasparenza, nell’ambito di quello che resta un contratto in regime privatistico ma che coinvolge soldi pubblici? Ed esistono stime del “moltiplicatore” che lo sviluppo dello low cost esercita sui territori? Di questo ed altro parliamo con Paolo Beria, professore associato di Economia dei Trasporti al Politecnico di Milano. I presidenti di Inps e Anpal sono al centro di polemiche, per affermazioni metodologicamente errate o criticità legate alle compatibilità con l’incarico. Lontani sono i tempi in cui Mario Nava veniva costretto a dimettersi da Consob dopo una martellante campagna politica in cui veniva dipinto praticamente come un agente straniero infiltrato in Italia, o quelli in cui Tito Boeri veniva accusato di “fare politica” ed essere l’uomo solo al comando. Ne parliamo con Luciano Capone, giornalista de Il Foglio e da sempre puntiglioso osservatore di vicende e contraddizioni del genere. In Italia c’è un clima di crescente ostilità verso l’impresa privata? Nei giorni degli Stati Generali e della “pioggia di miliardi”, veri ed immaginari, favoleggiata dal presidente del consiglio, ne discutiamo con chi guida uno dei settori trainanti del Made in Italy e dell’eccellenza produttiva, quello delle trasformazioni alimentari, spesso ingiustamente accusato di non voler dare più spazio a materie prime italiane che semplicemente non sono sufficienti allo scopo: Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana: le sinergie verticali ed orizzontali dello Stato imprenditore, col contribuente in attesa del conto, in fondo alla catena; gli Stati Generali e la robustissima autostima di alcuni esponenti di governo; Boris Johnson non lascia ma raddoppia, e dopo il disastro Covid si dirige a passo di carica verso la Hard Brexit. I risultati dell’indagine DESI 2020, l’indice di digitalizzazione di economia e società, mostrano un’Italia in grave affanno, non solo sulle infrastrutture ma sulle competenze digitali della popolazione. Pessima notizia, visto che parliamo dell’elemento che deve innestarsi sulla produzione per avere il salto di qualità e produttività richiesto dall’evoluzione tecnologica. Ne parliamo con Marco Gay, vicepresidente vicario di Confindustria Digitale. A Taranto è il caos, con Arcelor Mittal che pare diretta a passi spediti verso l’abbandono della ex Ilva, mentre a Piombino cresce l’ipotesi di ingresso pubblico nella siderurgia per sostenere Jindal, o forse il suo parziale disimpegno. Ma quanto tempo si è sinora perso in chiacchiere e costruendo improbabili obiettivi di produzione a partire da obiettivi di occupazione? Ne parliamo con Marco Bentivogli, Segretario Generale FIM-Cisl. Prendere i soldi del MES “leggero” per una riforma epocale del modello sanitario italiano? E in che direzione? Ne parliamo con Fabio Pammolli, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Gestionale presso il Politecnico di Milano e co-autore di uno studio che identifica cinque linee prioritarie di intervento nel settore. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana: l’epifania del nostro ministro degli Esteri, da sovranismo a sovranità; le strane idee italiane per utilizzare il Recovery Fund, rottamazione auto inclusa; il forte calo della disoccupazione italiana come crudele illusione ottica; le “novità” del trasporto, tra treni che fingono di unire un paese ferocemente duale e tentativi di desertificare gli aeroporti italiani, affondando il nostro turismo nel disperato tentativo di tenere in vita Alitalia. Creato presso il MISE un “fondo per il trasferimento tecnologico” da 500 milioni a beneficio delle startup e dell’innovazione. Ma siamo certi che sia questa la strada corretta e non piuttosto l’ennesimo caso di spesa pubblica centralizzata, a beneficio del ministro pro tempore? Ne parliamo con Marco Cantamessa, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino. Depenalizzare l’abuso d’ufficio: questo è l’ultimo proiettile d’argento della politica italiana, quella stessa che ha partorito il codice dei contratti, responsabile della paralisi dei grandi e meno grandi cantieri nazionali. Ma il problema non è tanto il burocrate frenatore quanto la ridondanza barocca di norme, spesso eccedenti quelle prescritte dalle direttive europee. Ne parliamo con Luigi Oliveri, dirigente pubblico e giurista. Mentre da noi si discute di improbabili “Stati generali”, la Germania lancia un pacchetto di stimoli mirati, con un occhio alla transizione tecnologica e ambientale, oltre a misure di buonsenso centrate sui flussi di cassa per privati e imprese. Ne parliamo con Udo Gümpel, corrispondente dall’Italia di RTL N-TV. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana: l’assurda suggestione di usare il Recovery Fund per tagliare le tasse; le fantasiosa trovata di alcuni nostri sovranisti, chiedere al FMI di “stampare moneta” mediante emissione straordinaria di diritti speciali di prelievo; la telenovela avvelenata di Autostrade, dove l’opacità delle concessioni trova contrappasso in quella della erogazione di garanzie pubbliche sui prestiti. L’ecobonus al 110% servirà a promuovere una vera riconversione energetica del patrimonio immobiliare o sarà l’ennesimo intervento a pioggia, oltre a prestare il fianco a collusioni tra consumatore e prestatore d’opera? Ne parliamo con Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. Come sono evoluti i consumi degli italiani durante il lockdown e come evolveranno alla riapertura, anche riguardo ai canali distributivi utilizzati? Ne parliamo con Mauro Salerno di Nielsen. La Recovery and Resilience Facility (RFF), più nota come Recovery Fund, segna almeno due eventi storici: l’Italia passa da contributore netto a beneficiario netto dei fondi europei, e nasce il nucleo di quelli che si possono a tutti gli effetti considerare degli eurobond. Saprà l’Italia spendere questi fondi o vedremo la riproposizione delle disfunzioni ed inefficienze nell’utilizzo di quelli regionali e sociali comunitari? Ne parliamo con Silvia Merler, economista. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana: il grande successo patriottico del nuovo Btp Italia, emesso a rendimenti reali all’incirca doppi rispetto al tasso di crescita del Pil potenziale; la crisi fiscale italiana che ha fatto fallire le politiche attive del lavoro, riportando all’ancor più fallimentare difesa di posti di lavoro ormai morti; la proposta franco-tedesca per il Recovery Fund e l' ”equivoco” tutto italiano che si tratti di denaro “regalato”. Il trasporto aereo italiano ricostruito attorno ad Alitalia ed alle sue fragilità e vulnerabilità, cioè in chiave anticompetitiva per tornare indietro di alcuni decenni, quando volare era un lusso per pochi? Ne parliamo con Andrea Giuricin, economista dei trasporti e consulente. Il turismo italiano, che anche nel passato non brillava per capacità di fare sistema, procede in ordine sparso verso un futuro che si prospetta comunque difficile. Anche qui, abbattere l’offerta turistica alternativa e complementare per difendere i propri orticelli rischia di causare danni gravi e persistenti. Ne parliamo con Giuliano Noci, pro-rettore del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano e co-autore di uno studio-proposta su una piattaforma integrata italiana di offerta turistica. Come e cosa fanno in Germania per l’aiuto statale alle imprese, in questa fase molto delicata in cui la spesa pubblica esplode e si rischia di danneggiare la competitività futura del sistema-paese? Ne parliamo con Tobias Piller, corrispondente dall’Italia del quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana: la “nuova vita” post lockdown potrebbe essere persistente, ad esempio col lavoro da remoto. Ma una simile evoluzione avrà impatti pesantissimi sul sistema dei trasporti pubblici, col crollo del tasso di occupazione dei posti. FCA chiede la garanzia dello Stato italiano su una linea di credito: aspettate a indignarvi. Si fa ma non si dice: sospeso il Decreto dignità per l’obbligo di causale nel rinnovo del tempo determinato, sino a fine agosto. Peccato che servirà a poco. Come si riorganizza per la Fase 2-Bis una forma di ristorazione quale il fast food? Protocolli di igiene e distanziamento, pagamenti ed altro spiegati da Tommaso Valle, direttore Corporate Communications di McDonald’s Italia. C’è qualcuno che per l’Italia vorrebbe il MES ma con la Troika, per porre fine a decenni di deficit e disfunzioni del sistema-paese. Ma quanto è realistico pensare che il vincolo esterno prevalga sul modello culturale dominante di un paese? E possiamo ambire ad essere federalisti come gli svizzeri, che votano nei referendum per aumentare le tasse? Ne parliamo con Giancarlo Pagliarini, già ministro del Bilancio ed esponente della Lega che fu, in altra era geologica. Quanto rischiano gli imprenditori in caso di contagio di un dipendente, anche se hanno adottato scrupolosamente i protocolli di igiene e sicurezza contro la pandemia? Ne parliamo con l’avvocato Alessandro De Nicola.
Per l’attualità della settimana: la grande distruzione di occupazione e gli indici di disoccupazione che non riflettono la realtà, perché non considerano l’enorme aumento di inattivi da lockdown; le proposte di riduzione dell’orario di lavoro, per fare una misteriosa “formazione” o redistribuire una torta sempre più piccola; lo stato imprenditore che insedia nei consigli di amministrazione amici degli amici e trombati della politica? Come supportare le aziende in un momento di grave tensione di liquidità, senza fare erogazioni a pioggia e privilegiando quelle che prima della pandemia pagavano le tasse ed erano vive e vitali? Ricorrendo alla leva fiscale, magari restituendo parte delle tasse pagate purché quegli importi siano vincolati a ricapitalizzazione. Le idee di Carlo Calenda, eurodeputato e leader di Azione. Il miraggio ritorna: lavorare meno, lavorare tutti? Nel paese che ha elevato a totem il modello superfisso, continua a non essere compreso che la riduzione degli orari è frutto della redistribuzione degli aumenti di produttività. Ne parliamo con Maurizio Del Conte, già presidente Anpal e ordinario di diritto del lavoro all’Università Bocconi. Dal MES senza condizioni se non la destinazione delle risorse a spese sanitarie, dirette ed indirette, alla sentenza della Corte costituzionale federale tedesca, che rischia di mettere una bomba ad alto potenziale sotto le fondamenta della Ue, ed il “caso italiano” con la Bce che puntella il nostro accesso ai mercati ma in modo sempre più difficoltoso e problematico. Ne parliamo con Silvia Merler, economista. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, il dato di disoccupazione italiana, abbattuto dal forte aumento di inattivi causa lockdown; la ripresa della tensione tra Trump e la Cina, con minacce di richiesta risarcimenti a Pechino che qualcuno in Lombardia rilancia, con grande sprezzo del ridicolo; l’allentamento dei divieti di aiuti di stato nella Ue, che rischia di creare problemi ai paesi meno dotati di risorse fiscali, come il nostro. Il trasporto pubblico locale, le città e i tempi di vita al tempo della progressiva riapertura: il rischio crack per le aziende di trasporto, col crollo del tasso di riempimento dei posti, il prevedibile forte aumento di utilizzo dei mezzi privati e i limiti di accesso alle aree urbane. Ne parliamo con Carlo Scarpa, ordinario di Economia Politica all’Università di Brescia. La grande distribuzione ieri, oggi e domani. Come (e se) ha guadagnato dal lockdown, cosa e come potrebbe cambiare nei modelli distributivi: ne parliamo con Luca Pellegrini, ordinario di Marketing allo IULM. Per concludere, Michele Boldrin commenta la replicabilità del “modello veneto” ai fini della riapertura delle attività produttive e le suggestioni della “Nuova era” di organizzazione sociale che molti politici e sindacalisti paiono vagheggiare per il “dopo” confinamento. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana: cosa ci aspetta nella fase 2, tra distanziamento sociale e impatti sulla produttività; l’universo alternativo dei politici italiani, tra banche centrali che non sarebbero pubbliche e debito perpetuo a tasso zero; l’economia della pandemia negli Stati Uniti, come gigantesca ipotesi di cartolarizzazione di flussi futuri di ricavi delle aziende; le terapie antivirus del Dottor Stranamore Trump, e molto altro. Che futuro aspetta i trasporti pubblici, dalla dimensione locale alle lunghe percorrenze? E che ruolo avranno le aziende negli spostamenti lavorativi dei propri dipendenti? Diverranno una sorta di mobility provider? Ne parliamo con Andrea Giuricin, economista dei trasporti e consulente. Dopo il Consiglio europeo, verso i Recovery Bond. Quello che non esisteva solo due mesi fa, quello che la Ue ha nel frattempo creato, quello che verrà creato. Il bilancio pluriennale Ue e quali risorse aggiuntive acquisire per finanziarne l’espansione, il ruolo della Bce, che potrebbe doversi ulteriormente espandere, attendendo i tempi della politica, l’Italia da contributore a beneficiario netto dei fondi europei? Ne parliamo con David Carretta, giornalista corrispondente dalle istituzioni europee. Quale futuro per le relazioni internazionali ed il modello “capitalista liberale”, durante e dopo la pandemia? Collaborazione o accentuazione del conflitto tra stati ed aree d’influenza geopolitica? Fine dell’internazionalismo liberale e rinascita dei nazionalismi? Lo Stato sempre più presente nell’economia, come necessità e risposta alla domanda di “protezione” da parte dei cittadini: sicuri che andrà meglio? Ne parliamo con Vittorio Emanuele Parsi, ordinario di Relazioni internazionali all’Università Cattolica di Milano ed autore dell’instant ebook “Vulnerabili: come la pandemia cambierà il mondo: Tre scenari per la politica internazionale“. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, la proposta del presidente francese Emmanuel Macron sui Recovery Bond, a pochi giorni da un consiglio europeo che potrebbe essere decisivo, in un senso o nell’altro, per il futuro di Ue ed eurozona; senza suonare il “liberi tutti”, riflettiamo sul fatto che, ovunque in Europa, si è verificata un’ecatombe nelle RSA. In quanto, come e dove la gestione italiana della pandemia è stata differente da quella di altri paesi? Arriva la fase 2? Nel frastuono italiano di annunci e smentite a tutti i livelli istituzionali e locali, aperture a scacchiera e minacce di serrate regionali, tutti i paesi si attrezzano per la riapertura, ed alcuni l’hanno già avviata. Ma come valutare il tipo di lockdown scelto dal nostro paese? Ne parliamo con Gilberto Corbellini, professore ordinario di storia della medicina e alla Sapienza Università di Roma. Le imprese necessitano disperatamente di liquidità ma i tempi di erogazione da parte dello stato sono lenti. Il fintech può porsi tra imprenditori richiedenti credito e investitori istituzionali, rendendo più veloce l’iter, anche sfruttando le garanzie pubbliche. Ne parliamo con Ignazio Rocco di Torrepadula, imprenditore fintech. Ma cosa vuole esattamente l’Italia in Europa? Sovvenzioni, cioè soldi a fondo perduto? Oppure è tutto parte di un disegno di lunga data (il piano B) per uscire dalla Ue e dall’euro, alimentando il vittimismo prevalente dei nostri connazionali? Ne parliamo con Lorenzo Bini Smaghi, economista, già nel board della Bce. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, l’esito dell’Eurogruppo, la posizione italiana e il rinvio alla sede naturale del Consiglio europeo per gli “strumenti finanziari innovativi”; la nuova azione della Fed a sostegno delle aziende statunitensi; la proposta Pd di una addizionale sui redditi, bizzarramente da molti definita “patrimoniale”, peraltro con gettito risibile. Come invertire il paradigma e passare dalla ospedalizzazione al territorio? Attraverso i dipartimenti di prevenzione, mediante i quali la sanità pubblica può esercita il proprio ruolo e funzione in modo molto potente. Ne parliamo con la dottoressa Stefania Santalmaso, epidemiologa, già a capo del Centro nazionale epidemiologia e sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità. Possiamo estendere il “protocollo Ferrari” per la riapertura delle attività produttive e contemperare sicurezza e lavoro, come accade in altri paesi europei che hanno tassi di attività superiori al nostro, ed evitare che molte nostre aziende vengano definitivamente espulse dalle rispettive catene internazionali di fornitura? Ne parliamo con Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza. Eppur si muove? Dopo i maxi acquisti della Bce, con deroga rispetto alle quote spettanti ai singoli paesi, e dopo quanto deciso dall’Eurogruppo ed in attesa dei misteriosi Recovery Bond, che accadrà quando la crisi sarà alle spalle ed i paesi europei avranno un fardello aggiuntivo di debito che si prospetta asimmetrico a nostro svantaggio? E quale via per una futura mutualizzazione senza mettere a rischio il debito nazionale esistente? Ne parliamo con Ferdinando Giugliano, giornalista di Bloomberg. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, il crollo verticale di attività economica a livello globale, che rende questa crisi diversa e assai più grave rispetto a quella del 2008; la disfatta del sito Inps e di un sistema basato su istanze che coesistono con una mole di informazioni personali in possesso delle amministrazioni pubbliche che giustificherebbe l’inversione dei processi di erogazione. I messaggi contraddittori di autorità e scienziati, e l’aumento di sanzioni per violazioni delle norme di quarantena. Il fermo delle attività produttive in base agli assai inadeguati codici Ateco ha congelato settori che risulteranno vitali per la nostra economia, oltre ad aver messo fuori gioco le imprese italiane presenti in catene globali di fornitura, col rischio di essere sostituite e non poter rientrare quando l’emergenza sarà alle spalle. Ne parliamo con Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, Federazione nazionale costruttori macchine per agricoltura. Lo Stato mette a disposizione delle imprese garanzie per liquidità, da veicolare attraverso il sistema bancario. Ma non è così semplice: col crollo dei fatturati entra in azione il diritto fallimentare ed il rischio è quello di bloccare le “tubazioni” idrauliche dell’economia. Ne parliamo con Fabio Bolognini, imprenditore fintech e consulente specialista di credito e ristrutturazioni di piccole e medie imprese. È arrivato per l’Eurozona il “momento Hamilton”, cioè la messa in comune di debito? E cosa vuole esattamente il governo italiano dal MES e riguardo al MES? Ne parliamo con Michele Boldrin, che coglie l’occasione per lanciare una “provocazione” su come recuperare risorse pubbliche in questo momento di inattività collettiva mentre nel paese si moltiplicano le suggestioni per la solita patrimoniale salvifica. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, l’emergenza sanitaria e quella economica, con le tensioni europee e l’intervento di Mario Draghi, che ha chiesto che il mancato reddito di famiglie ed imprese divenga debito pubblico, per evitare distruzioni di risorse economiche su vasta scala che pregiudicherebbero la ripresa. Ma oltre alle risorse serve rapidità di esborso: ritardi e burocrazia rischiano di essere fatali all’economia, non solo da noi. Ancora sul tracciamento dei contatti per piegare la curva dei contagi: il caso della Corea del Sud, che di fatto non ha attuato alcun lockdown. L’importanza dei microdati e del campionamento stratificato in luogo di dati aggregati la cui utilità è prossima a zero. Ne parliamo con Fabio Sabatini, professore associato di Politica economica presso il Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza Università di Roma. Si moltiplicano le stime sul colpo che la pandemia infliggerà all’economia. Con Nicola Nobile, economista di Oxford Economics, parliamo di numeri ma anche dei motivi per cui l’economia italiana si presenta più vulnerabile di altre, in ragione anche dell’incidenza del settore turistico e ristorazione (HoReCA) e del debito pubblico nazionale nel portafoglio delle nostre banche. Come unire le forze europee davanti alla pandemia lasciando sullo sfondo le polemiche sui debiti nazionali? Con la creazione di una autorità sanitaria europea che integri i sistemi sanitari dei singoli paesi per contrastare la scarsità di risorse ed attenuare le criticità di coordinamento, e che si finanzierebbe con emissione di titoli a lunga scadenza, cartolarizzati. Ne parliamo con chi ha proposto l’idea: Gianluca Codagnone, managing director del broker Fidentiis, e Thomas Manfredi, statistico dell’Ocse. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, gli effetti sull’economia reale del crollo dei mercati finanziari, e perché questa crisi è molto diversa (e peggiore) da quella del 2008. Le iniziative delle Bce e delle altre banche centrali, oltre alla forte espansione fiscale di emergenza che si prospetta, e che in Eurozona potrebbe portare alla nascita di un debito comune. Catene di fornitura e catene di liquidità: con Ivano Vacondio, presidente di Federalimentari, parliamo delle industrie “non interrompibili”, prima fra tutte quella della trasformazione alimentare, e delle criticità che si trovano a gestire: sicurezza sul luogo di lavoro, trasporto transfrontaliero di materie prime, pagamenti a fornitori e da clienti. Il dramma degli agenti di commercio, la cui attività si basa sul movimento e sulle relazioni interpersonali, e che rischiano di essere esclusi anche dall’erogazione di 600 euro perché appartenenti a professione ordinistica: ne parliamo con Luca Gaburro, segretario generale di Federagenti. La pandemia in Ue ha portato alla sospensione del patto di stabilità, come previsto dai trattati per circostanze eccezionali. Ci sarà anche la nascita di un eurobond basato sui fondi del MES, sia pure con finalità circoscritte all’emergenza salute? E servirebbe assegnare alla Ue competenze e fondi di bilancio in ambito sanitario, di cui è priva? Di questi temi, e della situazione negli Stati Uniti, parliamo con Michele Boldrin. Con Alessio Argiolas parliamo delle criticità del decreto Cura Italia, dove a fronte di limitati benefici per i contribuenti, come la sospensione per due mesi di versamenti ed adempimenti, ci sono anche “contropartite” previste da leggi precedenti, come la proroga di due anni degli accertamenti. Ad esempio, portando al 2022 quelle relative all’anno 2015. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l'attualità della settimana: le giravolte di politica sanitaria di Boris Johnson, mentre l’Europa con ritardo segue la via italiana; il crollo dei mercati finanziari da vette di prezzo che molti consideravano eccessive, per raffronto storico, e quello che potrebbe attendere fondi e gestioni patrimoniali; la disastrosa comunicazione di Christine Lagarde, che ha prodotto una frenetica azione di contenimento del danno da parte della Bce. La crisi sta spingendo gli stati ad intervenire a sostegno del proprio settore privato, nei limiti della propria capacità fiscale. Vista la criticità della situazione economica, avrebbe senso per l’Italia, colpita da evidente shock esogeno, richiedere alla Ue un prestito precauzionale a lungo termine e bassa condizionalità, oppure è preferibile mobilitare il risparmio privato interno con emissioni pubbliche esentasse, magari di tipo perpetuo? Ne parliamo com Giampaolo Galli, economista, vice direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica. L’esperienza di contrasto alla propagazione del virus da parte di Corea del Sud, Singapore e Taiwan, basata sul cosiddetto tracciamento dei contatti con utilizzo di Big Data può essere di esempio anche per noi? Di questo e dei timori relativi alla sfera della privacy parliamo con Alfonso Fuggetta, professore ordinario al Politecnico di Milano ed amministratore delegato del Cefriel. Il decreto fiscale che blocca i pagamenti previsti per il 16 marzo non era ancora emanato nella mattinata del 14. Il comunicato del Mef che preannuncia la sospensiva, ad esempio, nulla dice riguardo ai contributi, che sono di competenza Inps. Di questo ed altre criticità per contribuenti e commercialisti parliamo con Alessio Argiolas. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, la situazione economica del paese nell’emergenza coronavirus ed in quello che ne seguirà; cosa c’è dietro al rapporto deficit-Pil per il 2019, migliore delle attese; perché la congiuntura italiana era realmente debole nel quarto trimestre dello scorso anno. Il filo conduttore della puntata è su come cambia il lavoro al tempo dell’epidemia. Con Luigi Oliveri, docente di diritto amministrativo e dirigente pubblico, commentiamo la nuova direttiva sul lavoro da remoto nella PA. Che, come spesso accade, fissa delle disposizioni più o meno cogenti ma fa poco per attuarle concretamente. Con Ivo Ferrario, capo delle relazioni esterne di Centromarca, parliamo di come sta reagendo l’industria dei prodotti di marca per salvaguardare produzione e lavoratori e poter rispondere alle forti sollecitazioni da parte dei consumatori, e quale comunicazione è necessario fornire, a tutela della reputazione delle imprese. A quest’ultimo proposito, con Riccardo Dal Ferro, filosofo, scrittore ed esperto di comunicazione e divulgazione, cerchiamo di valutare che tipo di comunicazione è stata prodotta dall’inizio dell’emergenza e come è mutata, tra istituzioni e pubblico. Il rischio, come sempre, è quello del pregiudizio e dell’assenza di prudenza, che alimenta polarizzazioni. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, il violento impatto dell’epidemia sui mercati finanziari, che avrà impatti sull’economia reale e viceversa; lo sciocco mantra politico della “terapia shock per l’Italia”, che da lustri scandisce invece gli shock che il paese subisce; i preparativi per la Brexit, con l’esercito di agenti doganali che le imprese britanniche dovranno assumere; lo spezzatino Alitalia, piatto avariato cucinato con anni di ritardo e conto “stellato” a carico dei contribuenti. Il governo ha preso le prime decisioni a sostegno dell’economia, per ora necessariamente blande e circoscritte, oltre ad aver nominato due “superconsulenti ideologici” esteri, tra stato imprenditore ed economia circolare in autoconsumo. Presto chiederemo nuova flessibilità alla Ue, ma per farne cosa? Nuovi sussidi a pioggia o una improbabile “riforma” dell’economia? Ne parliamo con Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni. Si fa presto a dire smart working, ma che vuol dire in concreto? E siamo sicuri che la politica ascolti l’economia e la produzione, imprenditori e lavoratori, oppure stiamo sempre più scivolando e perdendo terreno, minati da tic populisti? Ne parliamo con Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl. Ma è vero che la Germania sta per sospendere il vincolo costituzionale al deficit, come chiesto dal ministro delle Finanze, Olaf Scholz? E basta fare deficit per crescere, come (non) dimostra il caso italiano? Di questo e del lungo crepuscolo di Angela Merkel parliamo con Tobias Piller, corrispondente dall’Italia della Frankfurter Allgemeine Zeitung. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, la prossima nazionalizzazione di Ilva, che infinite perdite addurrà agli italici, senza risolvere alcunché; il caso del Giappone, che aumenta l’Iva con lo zuccherino del cashback e fa crollare il Pil; il boom di cassa integrazione italiana, che ormai sostiene le statistiche di occupazione e il “negoziato” sul salario minimo orario, che a 9 euro potrebbe spingere nel sommerso molte imprese, anziché alzare la produttività, come invece qualcuno vaneggia; i miracolosi dati Anpal sui percettori del reddito di cittadinanza che hanno trovato lavoro. Quale futuro per i vettori aerei italiani, dopo il collasso di Air Italy e l’eterna crisi sussidiata di Alitalia? Ne parliamo con Carlo Scarpa, ordinario di Economia politica presso l’Università di Brescia, con una considerazione su cosa è la continuità territoriale e perché viene a volte usata come pretesto politico. Si fa presto a dire digitalizzazione: finiti gli slogan, restano molte criticità. Ad esempio quella della formazione permanente, che fornisca al lavoratore competenze, non solo di base, per combattere l’obsolescenza professionale e favorire la ricollocazione. Ma come promuovere il cambiamento se prevale la “cultura del sussidio” ed una normazione barocca che ostacola l’innovazione per eccesso di dettaglio e scarsa comprensibilità? Ne parliamo con Lorenzo Greco, amministratore delegato di DXC Italia, e con Andrea Arrigo Panato, commercialista, autore del libro “Restartup. Le scelte imprenditoriali non più rimandabili“ Chiusura tra il serio e il faceto con “processo” a Carlo Alberto, grande sostenitore dell’operazione Ubi-Intesa. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, l’eclatante contraddizione tra il boom del trasporto aereo passeggeri e le disastrate condizioni dei vettori italiani; le previsioni d’inverno della Commissione Ue, con la crescita dell’Italia che resta ultima con distacco ma con la soddisfazione dei politici di maggioranza per il reddito di cittadinanza che “puntella” consumi e Pil assai meno di quanto costi ai contribuenti. Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, pare intenzionato ad aumentare la gabella dei compensi per copia privata, applicata su ogni device dotato di memoria di massa (inclusi smartwatch e activity tracker!), da girare agli autori tramite la Siae, malgrado nell’era dello streaming la “copia privata” non la faccia più nessuno. Di questa gabella persistente parliamo con Stefano Quintarelli, imprenditore del settore telecomunicazioni, saggista, già parlamentare. La metà dei pensionati italiani percepisce assegni di natura assistenziale, cioè trasferimenti pubblici erogati in assenza di contribuzione. Malgrado questa spesa ormai fuori controllo, l’Italia continua ad essere priva di una banca dati delle prestazioni assistenziali. Nel frattempo, i tassi di attività non migliorano e gli indici di povertà neppure. Di questa dipendenza dall’assistenza parliamo con Alberto Brambilla, presidente del centro studi di welfare Itinerari previdenziali. L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che le spese sostenute per istruzione all’estero non sono detraibili o deducibili ai fini Irpef. Con buona pace di chi per i propri figli vorrebbe il meglio, anche indebitandosi. Nel frattempo, da noi prosegue lo smantellamento dei test Invalsi. Ne parliamo con Alessio Argiolas. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, i nuovi exploit della capitale italiana nel trasporto pubblico locale; l’ipotizzata riforma Irpef a mezzo di aumenti Iva, senza saper far di conto; la “proposta” americana di acquisire il controllo delle europee Nokia ed Ericsson per contrastare Huawei sul 5G: e l’Europa, che fa? La scuola assediata e soffocata dalla burocrazia o produttrice della medesima? L’alternanza scuola-lavoro come strumento di acritico assoggettamento dei giovani al capitalismo (sic) oppure come contaminazione tra due mondi? Ne parliamo con Alessandro Barbero, docente universitario, scrittore, medievista e superstar della divulgazione storica. Dal vinile allo streaming (e ritorno), passando per YouTube e TikTok ed i nuovi modelli di fruizione, consumo e produzione musicale: ne parliamo con Enzo Mazza, consigliere delegato di FIMI (Federazione italiana industrie musicali). Un cammeo della neo-presidente della commissione parlamentare d’indagine sulle banche, quando guidava la crociata contro una Autorità di vigilanza che, a suo dire, si pronunciava “a favore di popoli diversi da quello italiano” (sic), e che ora si ripromette di contrastare “la propaganda” di una commissione che, date le premesse ed i precedenti, nasce proprio per fare propaganda. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per lattualit della settimana, i nuovi exploit della capitale italiana nel trasporto pubblico locale; lipotizzata riforma Irpef a mezzo di aumenti Iva, senza saper far di conto; la proposta americana di acquisire il controllo delle europee Nokia ed Ericsson per contrastare Huawei sul 5G: e lEuropa, che fa? La scuola assediata e soffocata dalla burocrazia o produttrice della medesima?Lalternanza scuola-lavoro come strumento di acritico assoggettamento dei giovani al capitalismo (sic) oppure come contaminazione tra due mondi? Ne parliamo conAlessandro Barbero, docente universitario, scrittore, medievista e superstar della divulgazione storica. Dal vinile allo streaming (e ritorno), passando per YouTube e TikTok ed i nuovi modelli di fruizione, consumo e produzione musicale: ne parliamo conEnzo Mazza, consigliere delegato di FIMI (Federazione italiana industrie musicali). Un cammeo della neo-presidente della commissione parlamentare dindagine sulle banche, quando guidava la crociata contro una Autorit di vigilanza che, a suo dire, si pronunciava a favore di popoli diversi da quello italiano (sic), e che ora si ripromette di contrastare la propaganda di una commissione che, date le premesse ed i precedenti, nasce proprio per fare propaganda. Buon ascolto, anche dellaplaylistdelle Belve.
Per l’attualità della settimana, i negativi dati di occupazione italiana a dicembre, con debolezza evidente sull’intero quarto trimestre 2019, riflesso di una pesante decrescita nello stesso periodo, causata con alta probabilità dalla nuova frenata della produzione manifatturiera; la formale uscita del Regno Unito dalla Ue ed il difficile percorso verso un nuovo trattato commerciale. Quanto potrebbe impattare il coronavirus sulla crescita globale, e soprattutto, sulle catene di fornitura? Stime molto difficili, per definizione, e non è d’aiuto la stima per analogia dell’episodio della Sars, nel 2002-2003, date le condizioni assai diverse dell’economia globale a quel tempo. Ne parliamo con Emilio Rossi, economista e senior partner di Oxford Economics. La repubblica dei bonus: il barocco fiscale italiano dagli 80 euro di Renzi ai cento del governo giallorosso. La crisi dell’Irpef, svuotata a colpi di imposte sostitutive ed eccezioni, aliquote marginali effettive che distorcono pesantemente l’offerta di lavoro e clausole di salvaguardia che incombono ormai in permanenza, nel paese che prende a prestito un futuro sempre più gramo. Ne parliamo con Luigi Marattin, economista e deputato di Italia viva, e Veronica De Romanis, economista. A proposito di Irpef, tassazione familiare e rimborsi: ma come fanno in Germania? Preparatevi a mangiarvi il fegato, ve lo spiega Udo Gümpel, corrispondente dall’Italia dell’emittente tedesca Rtl N-Tv. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, il balzo della cassa integrazione nel 2019, che si chiude con un’impennata della ordinaria, segno di affaticamento crescente della congiuntura. Forse anche questo spiega il fantomatico “boom” di occupazione. Le stime di Bankitalia su Quota 100 che non causa aumenti bensì riduzione di occupazione; il gran baccanale della fiscalità generale, a cui attingere per pensioni che saranno sempre più misere e miserabili, sino al collasso del paese. Ci siamo: dal primo febbraio il Regno Unito sarà fuori dalla Ue. Ma la vera deadline è il prossimo 31 dicembre, data entro cui negoziare il trattato di libero scambio con la Ue. Sarà Hard Brexit, cioè assenza di allineamento nella regolazione, ad esempio su ambiente e lavoro, e di conseguenza dazi e quote? Ne parliamo con Alberto Gallo, macro portfolio manager di Algebris. Demografia, causa ed effetto dei mali italiani. Che fare, visto che i ricorrenti bonus bebè, pannolini e quant’altro non cambiano il trend di fondo, e la pressione ad anticipare l’età pensionabile sta scavando la fossa alle giovani generazioni? Ne parliamo con Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano. Il bonus 80 euro diventa 100 euro a platea allargata, da luglio. Servirà a sollevare il paese tirandolo per le stringhe oppure sarà la definitiva pietra tombale sull’eterna promessa della riforma Irpef, contrariamente a quanto sostiene il governo? E quali coperture per il 2021, anno di applicazione piena della misura? Ne parliamo con Alessio Argiolas, nostro tributarista di fiducia. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, la riforma costituzionale russa annunciata da Vladimir Putin, che lo porrà al vertice dello stato ancora per lungo tempo e gli consentirà di controllare i suoi aspiranti eredi; l’accordo sino-americano sul commercio, primo piccolo passo di un lungo ed accidentato percorso: le teorie sovraniste-cospirazionistiche sulla caduta di Bettino Craxi per mano di non troppo oscuri poteri stranieri e la realtà, fatta di persistente incapacità italiana di adeguarsi al contesto esterno. Con Alessio Argiolas discutiamo della proposta del Forum Diseguaglianze Diversità di assegnare 15 mila euro ad ogni diciottenne, su base universale e incondizionata, finanziata da una “tassa sui vantaggi ricevuti”, cioè da un forte inasprimento dell’imposta di successione. Con Udo Gümpel, corrispondente dall’Italia dell’emittente tedesca Rtl N-Tv, parliamo della transizione ambientale della Germania, con la fuoriuscita dal carbone e l’elettrificazione dell’industria automobilistica e le sfide che attendono le catene di fornitura, inclusa la parte italiana. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana: abbiamo evitato l’aumento Iva, ora possiamo pensare ad aumentare l’Iva; la purezza etnica dei consigli di amministrazione delle banche italiane del territorio; il boom immaginario del mercato italiano del lavoro e quello vero della Cig in deroga; l’inesistenza della politica estera italiana, che però è ormai tradizione. La seconda guerra fredda vede dittature e regimi assediare i paesi democratici: l’epicentro dello scontro è l’Europa, le armi preferite sono ingerenze politiche e ricatti strategici, i duelli più duri avvengono nel cyberspazio, e l’Italia è uno dei più vivaci campi di battaglia. Con Maurizio Molinari, direttore de la Stampa, parliamo del suo ultimo libro, Assedio all’Occidente. Che fare, con le concessioni autostradali ed i loro scandalosi segreti di Stato? Attendere il loro -remoto- naturale termine per riportarle in gestione pubblica o cambiare le regole del gioco in corsa, con la sostanziale certezza di un contenzioso infinito? Ne parliamo con Giorgio Ragazzi, già economista accademico ed oggi consulente, che da sempre segue le vicende del settore. Con Andrea Giuricin, economista dei trasporti, commentiamo la decisione della Regione Lombardia di prorogare per altri nove anni senza gara la fallimentare concessione a Trenord. Perché non pensare invece a gare europee? Gli esempi di sostanziali risparmi e migliore qualità del servizio non mancano. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, aggiornamenti sui dissesti infiniti di Alitalia ed Ilva: la prima perde due milioni al giorno e non al mese, come invece dichiarato dal ministro Patuanelli in audizione alla Camera; la seconda va verso la creazione di un centauro pubblico-privato che scaverà un cratere di miliardi nelle tasche dei contribuenti italiani. L’ultima sceneggiata italiana, il dissesto della Banca Popolare di Bari, che tra le altre cose mette sul banco degli imputati l’antica prassi di Bankitalia di aggregare banche deboli. Con Salvatore Gaziano, amministratore delegato di SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, parliamo delle persistenti manipolazioni dei profili di investimento dei clienti delle banche ma anche delle reti di distribuzione, come dimostrato da recenti sanzioni Consob. Finirà mai, questo raggiro? Delle prospettive industriali, strategiche e tecnologiche dell’aggregazione tra FCA e PSA parliamo con Luca Ciferri, direttore di Automotive News Europe. Con Marco Cantamessa, professore ordinario al Politecnico di Torino, commentiamo la Strategia per l’innovazione tecnologica e l’innovazione, con obiettivo 2025, presentata dal ministero per l’Innovazione: un mix di buoni propositi e presunzione di onnipotenza dirigistica statale, annaffiati dall’immancabile spruzzata green. Ci risentiamo nel 2020: buone feste e buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana, il debutto di Christine Lagarde in conferenza stampa al timone della Bce, con uno stile comunicativo piuttosto inusuale per un banchiere centrale. Gli esiti del Consiglio europeo sulla carbon neutrality al 2050 e gli imponenti investimenti che ciò implicherà, incluse frizioni con singoli stati. Il piano sovietico del governo italiano per Taranto. Il trionfo elettorale di Boris Johnson e gli undici mesi per negoziare un trattato commerciale con la Ue. Con Carlo Bastasin, Senior Fellow della Luiss School of European Political Economy (Roma) e di Brookings Institution (Washington), parliamo del suo ultimo libro, “Viaggio al termine dell’Occidente – La divergenza secolare e l’ascesa del nazionalismo“. Da quando tecnologia, finanza e capitale umano si concentrano in singole professioni, settori o aree geografiche, la dinamica che segna gli individui è quella della divergenza, che alimenta contrapposizioni identitarie ed una retorica nazionalista fatta di rabbia e recriminazioni. Con Fausto Panunzi, professore ordinario di Economia politica all’Università Bocconi, commentiamo il libro “The Great Reversal: How America Gave Up on Free Markets“, dell’economista Thomas Philippon, che tratta della riduzione della concorrenza negli Stati Uniti, causata sia dalla innovazione tecnologica che dalla pervasiva attività di lobbying aziendale sul potere politico. Il risultato sono minori investimenti, salari e crescita, e prezzi e diseguaglianze in aumento. Con Alessio Argiolas parliamo della raccolta ed utilizzo dei dati personali da parte delle amministrazioni dello Stato, ignorando le indicazioni del Garante della Privacy. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Per l’attualità della settimana: i nuovi dazi di Trump su acciaio e alluminio argentini e brasiliani, motivati con il deprezzamento del cambio di quei paesi. In pratica, cambi fissi a mezzo di dazi, a prescindere dai fondamentali economici. Il demenziale sovranismo alimentare italiano. La trasformazione dell’industria globale dell’auto, che inizia con forti riduzioni di manodopera. In Italia, il magico mondo delle garanzie pubbliche anche per lavarsi i denti e l’invidia per i salvataggi bancari pubblici altrui. Con l’ambasciatore Giovanni Castellaneta parliamo delle prospettive dell’integrazione europea e del ruolo italiano, oggi che il presidente francese Emmanuel Macron mostra attivismo ed assertività che sembrano destabilizzare l’antico asse franco-tedesco, e dell’uso del commercio come arma di politica estera. Con Riccardo Gallo, economista e veterano dei processi di risanamento industriale, pubblico e privato, parliamo delle ipotesi di rilancio di Ilva e del negoziato tra Arcelor Mittal e governo italiano. Ma anche delle “idee” di partnership pubblico-privato guidate dall’immancabile CDP. Con Alessio Argiolas parliamo delle ultime aberrazioni fiscali italiane. La riproposizione della Robin Tax per i concessionari pubblici, cioè una maggiorazione Ires già dichiarata incostituzionale anni addietro. Nuovi primati italiani nella disciplina olimpionica del calcio alla lattina: arrivano clausole di salvaguardia per le accise, dal 2021, che si sommano a quelle Iva, che resteranno con noi.
Per l’attualità della settimana, un veloce ripasso su cosa è realmente il tasso di disoccupazione e perché serve evitare di festeggiare pavlovianamente se scende, e l’attesa infinita di una soluzione ai casi Alitalia ed Ilva che non sia solo distruzione di denaro dei contribuenti in nome della “rinascita dell’Iri”, che in realtà sarebbe rinascita della Gepi, se solo i nostri attuali politici avessero studiato meglio la storia patria. Con Alessio Argiolas parliamo del rapporto Banca Mondiale-PWC Paying Taxes e della posizione del nostro paese, che sta lentamente ma inesorabilmente soffocando tra pressione tributaria, contributiva e burocratica, e dell’illusione che decontribuzioni temporanee possano servire a farci stare meglio. Con l’avvocato Alessandro De Nicola parliamo delle conseguenze per economia e impresa della cosiddetta riforma della prescrizione, i cui termini dal prossimo primo gennaio verranno sospesi dopo la sentenza di primo grado, promettendo tempi biblici per i successivi gradi di giudizio ed ovvi ricorsi alla Consulta per violazione del principio costituzionale della ragionevole durata del processo. Col professor Paolo Manasse, docente di macroeconomia e politica economica internazionale all’Università di Bologna, cerchiamo di far luce sulla decrescita infelice della produttività italiana, la maggior minaccia al tenore di vita futuro degli italiani, e confutare la distorta percezione che vede nel concetto di produttività il sinonimo di sfruttamento.
Si parte al solito con l’attualità settimanale: i fantasiosi emendamenti alla legge di bilancio, l’ennesimo cambio in corsa all’identità digitale dei cittadini che promette nuovi disastri e paralisi (ma con un po’ di fortuna non accadrà), e le storie infinite di un paese chiamato Dissesto. Sin dove deve spingersi lo spoils system nella pubblica amministrazione? Anche ruoli strettamente tecnici devono essere ricoperti da soggetti “fiduciari” del politico di turno? In attesa della pronuncia della Consulta sul caso del direttore dell’Agenzia delle Dogane, ne parliamo con Luigi Oliveri, dirigente pubblico ed autore di un blog specializzato sui temi della PA. Chi ha paura del MES cattivo? Complotto europeo contro la povera Italia o polemica strumentale di una politica nazionale ormai in bancarotta? Che accadrà in caso di mancata adesione italiana alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità? Che rischi effettivi di destabilizzazione del nostro debito pubblico, in caso di ratifica nella forma attualmente prevista? Ne parliamo con Giampaolo Galli, economista, attualmente vice direttore dell’Osservatorio dei conti pubblici italiani dell’Università Cattolica.
Il caso Ilva, col faro della procura di Milano e le solenni promesse governative di punizione esemplare (come per le concessioni autostradali, ricordate?), le mirabolanti strategie sinergiche di TreniAlitalia, i robot come nuovi evasori fiscali e contributivi (state seri!), sono tra le spigolature dell’attualità settimanale. Milano vampira d’Italia, succhia linfa vitale al resto del paese e non restituisce nulla? Ne parliamo con Carlo Altomonte, docente di economia dell’integrazione europea all’Università Bocconi. Mifid 2, questa sconosciuta. Quanto ci costano i servizi finanziari di gestione del risparmio e quanto è comprensibile la comunicazione (obbligatoria) di tali costi? Una ricerca, curata da Giancarlo Giudici, professore associato della School of Management del Politecnico di Milano, ha esaminato la qualità delle informative a consuntivo dell’anno 2018, inviate dai principali intermediari finanziari a milioni di investitori retail italiani. Risultato? Piuttosto deprimente ma la radice del problema resta l’alfabetizzazione finanziaria dei risparmiatori. L’unica certezza è l’incertezza normativa. Con Alessio Argiolas parliamo dell’ennesimo cambiamento fiscale per Industria 4.0, con la proroga degli incentivi che per volere del Mise potrebbe essere trasformato in credito d’imposta. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
Nel giorno che la Storia ha scelto per fare accadere di tutto, iniziamo con l’attualità economica a politica della settimana: le nuove previsioni economiche della Commissione Ue, che vedono un paese (sempre quello) in grave affanno malgrado una manovra di bilancio “espansiva”, ed i riflessi del “caso Ilva”, che in realtà è al solito una delle proteiformi manifestazioni del “caso Italia”. Con Luca Ricolfi, sociologo, parliamo del suo ultimo libro “La società signorile di massa“, analisi del paese che lavora sempre meno ed in modo sempre meno produttivo, accede a consumi opulenti ed è organizzato in quella che l’autore definisce una infrastruttura (sociale) di stampo para-schiavistico. Più semplicemente, del paese che sta divorando se stesso. Trent’anni dopo la caduta del Muro di Berlino, a che punto è la convergenza tra Est ed Ovest del paese, anche per aiutare gli italiani a capire come si contrasta un dualismo territoriale? Senza tacere delle criticità sociali, ne parliamo con Tobias Piller, corrispondente dall’Italia della Frankfurter Allgemeine Zeitung. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
L’attualità della settimana, con la storia infinita della Brexit ed un sondaggio sconvolgente tra i cittadini del Regno. Il caso cileno, che dimostra che un sistema pensionistico può fallire anche se a capitalizzazione. Lo scandalo senza fine di Alitalia. Quest’ultimo tema ci introduce al fil rouge della puntata: cosa è la cosiddetta politica industriale italiana, oltre che un’espressione oltraggiosa, visto il modo in cui è costantemente declinata? Con Marco Bentivogli, segretario generale FIM-Cisl, parliamo infatti della crisi infinita dell’Ilva. Dove una parte politica, alle prese con una robusta guerra per bande interne, sta tentando con ogni modo di far saltare tutto, per perseguire le proprie fantasie di “riconversione”. Nel frattempo, per i più distratti, la crisi dell’acciaio europeo si sta aggravando. Torna con noi Carlo Calenda, per spiegare e spiegarci la sua evoluzione politica “antiliberista”. Dal livello macro, con il lontano ingresso della Cina nella WTO e col presunto dumping salariale dell’Est Europa rispetto a paesi come il nostro, a quello micro, con i tavoli di crisi al Mise, l’impressione è che il claim sia “fermate il mondo, gli italiani vogliono scendere”. Per Calenda non è così ma se guardiamo al modo in cui i governi italiani, senza distinzione, gestiscono le crisi aziendali, si giunge a questa conclusione. La prognosi resta infausta, con e senza bocconiani. Con Alessio Argiolas parliamo della febbre forcaiola giunta al tributario, con l’eventualità del carcere non solo per frode ma anche per dichiarazione infedele, che può anche derivare da errori. Parliamo anche della proposta di estendere le confische antimafia ai reati tributari: cosa viene restituito al termine dell’iter processuale all’ex reo prosciolto, nel paese che ha il record di indennizzi a carico dello Stato per violazione del principio di ragionevole durata del processo? Macerie da smaltire in discarica, come la propria esistenza. Nel frattempo, per confermare che questo è un paese dove la terzietà è diventata un reato d’opinione da perseguire con la massima durezza, ecco la Corte dei conti che si autocandida a gestire la giustizia tributaria, per salvaguardare “l’entrata pubblica come premessa logico-economica e giuridica essenziale della spesa”. E i contribuenti diventano carne da macello, molto più di oggi. Buon ascolto, anche della playlist delle Belve.
L’attualità politica ed economica, interna ed internazionale, della settimana: la rivolta dei paesi del Nord contro la “dottrina Draghi” inizia a fare pressione su Christine Lagarde, mentre la Ue dibatte su allargamento e bilancio finanziario pluriennale senza il Regno Unito, e su chi ne porterà maggiormente il peso. Sette scomode verità (che nessuno vuole guardare in faccia) sull’economia italiana: tutti i luoghi comuni ed i proiettili d’argento su e dal paese che si sta inesorabilmente inabissando nelle sabbie mobili che si è creato. Ne parliamo con Stefano Feltri, autore del libro, edito da Utet, in cui si analizzano molte delle geniali soluzioni proposte negli anni da una classe politica di illusionisti. Una legge di bilancio con una gragnuola di microtasse ed alcune macrobufale come i prodigiosi cashback da tre miliardi annui, che al grido “scarica anche tu, come gli americani!”, causeranno un bel buco di bilancio aggiuntivo: ne parliamo con Alessio Argiolas. Della “verde” plastic tax che servirà solo all’erario per fare cassa parliamo con Antonello Ciotti, presidente del Corepla, consorzio nazionale per raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi in plastica. Perché forse non ve ne siete accorti ma in Italia un meccanismo di eccellenza nell’economia circolare esiste già. Tutto, come sempre, scandito dalla colonna sonora delle Belve. Buon ascolto.
Iniziamo come sempre con i temi economici e politici della settimana: sarà vera svolta per la guerra commerciale tra Cina e Usa e per una Brexit concordata tra Londra e Bruxelles? Lecito dubitarne ma vedremo. Consueto aggiornamento su Alitalia, la tassa degli italiani. Sapevate che l’Asia produce più emissioni di CO2 di Europa e Stati Uniti sommati? Ecco qualcosa su cui riflettere. Con Alessio Argiolas parliamo delle misure di cosiddetta “lotta all’evasione”, che rischiano (anzi no, è una certezza) di trasformarsi in prestito forzoso dei contribuenti allo Stato, con la stretta sulle compensazioni, e che con l’evasione c’entrano assai poco. Arrivano anche in Italia i tassi negativi sui grandi depositi e conti correnti bancari. Quali prospettive per i risparmiatori e quale riflesso sul sistema delle banche europee? Ne parliamo con Carlo Murolo, partner di Deloitte. L’alleanza tra Pd e M5S è davvero un laboratorio strategico destinato a durare e cementarsi o è solo la risultante di due marcate debolezze politiche e dell’esigenza vitale di evitare un nuovo passaggio dalle urne? Ne parliamo con Carlo Calenda. Tutto, come sempre, scandito dalla colonna sonora delle Belve. Buon ascolto.
Iniziamo come sempre con i temi economici italiani e globali della settimana. Sui due lati dell’Atlantico la manifattura continua ad indebolirsi, ma quel che è peggio è che ora sembra cedere anche il settore dei servizi. Parliamo poi della disputa sulla “rimodulazione” (i.e. “aumento”) dell’Iva, che qualcuno nel governo aveva già messo in conto e che è stata stoppata da Renzi. Al telefono con noi Luigi Marattin, deputato di Italia Viva. Nuovi dazi americani per 7,5 miliardi contro l’Europa ma questa volta autorizzati dalla WTO, che ha riconosciuto l’illegittimità degli aiuti al consorzio Airbus. Gli italiani scoprono che le tariffe fanno male, dopo una demenziale stagione in cui parte della politica li presentava come misura salvifica per il Made in Italy. Ne parliamo con Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, organizzazione che riunisce le imprese di trasformazione alimentare. I commercialisti, sempre più funzionari pubblici pagati dai clienti privati, ora sono fatti oggetto di una forma di populismo fiscale. Col nostro tributarista di fiducia, Alessio Argiolas, parliamo della proposta di “Daspo” (cioè interdizione dalla professione) a carico dei professionisti che autorizzino la compensazione di crediti inesistenti. Ma i commercialisti già oggi sono soggetti a sanzioni amministrative e responsabilità penali nel caso in cui rilascino attestazioni per crediti inesistenti. Tutto, come sempre, scandito dalla colonna sonora delle Belve. Buon ascolto.
Iniziamo come sempre con l’attualità economica e politica, interna ed internazionale, con la revisione (al rialzo, ça va sans dire) del rapporto debito-Pil italiano e le grandi opere bloccate per mancata nomina dei supereoi-supercommissari e i primi 9 chilometri di tratta Tav dal versante francese, quella che per qualcuno non è mai esistita. Con Andrea Giuricin parliamo dello scandalo infinito chiamato Alitalia e della “operazione di mercato” che non lo era, che consente a Delta di bloccare l’arrivo di Lufthansa, tra una proroga e l’altra a spese dei contribuenti italiani. Mentre la legge sui riders prosegue nella sua gestazione laboriosa tra molti proclami della politica, alcune centinaia di ciclofattorini rompono l’apparente unanimismo della categoria firmando una lettera che contesta quello che diverrebbe un tetto alla loro possibilità di guadagnare gestendo i propri tempi. Ne discutiamo con uno dei firmatari. Infuria, nella miglior tradizione italiana, un dibattito con punte di ossessione sull’uso della plastic money: facciamo il punto sulla situazione dei pagamenti digitali nel nostro paese con Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano.Tutto, come sempre, scandito dalla colonna sonora delle Belve. Buon ascolto.