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Attilio Bolzoni"Controvento"Racconti di frontieraZolfo Editorewww.zolfoeditore.itÈ un viaggio che dura da quasi mezzo secolo.Da Palermo a Kabul, dalla polvere dei paesi siciliani alle paure di Bagdad, dalle mafie alle guerre. Poi i grandi misteri e i grandi delitti italiani.E il Sud con le sue inquietudini e i suoi incarognimenti, terre assetate, tribù, rapacità e patti indicibili. Confini oltrepassati su quello che era una volta «il corpo del reato più lungo del mondo», i 443 chilometri dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, percorso ingannevole che precipita verso un Ponte che ancora non c'è.Fra le pagine di questo libro la Sicilia di Totò Riina e di Matteo Messina Denaro, l'inferno di Capaci, le origini e le evoluzioni di una mafia che ci ha resi ovunque famosi. Ma anche la Sicilia di Leonardo Sciascia, di Danilo Dolci, di Giovanni Falcone, di Letizia Battaglia.Con i suoi racconti e le sue inchieste Attilio Bolzoni ci accompagna di qua e al di là del mare, fino alle prime dune di quel deserto attraversato dal popolo nero in fuga. E, andando ancora più lontano, ci fa conoscere personaggi e vicende che non sono poi così distanti da casa nostra.Anno dopo anno, di luogo in luogo, cronache controvento.Attilio Bolzoni, giornalista, ha iniziato la sua attività al quotidiano «L'Ora» di Palermo. Per quarant'anni inviato speciale a «Repubblica», oggi scrive per «Domani».Con Giuseppe D'Avanzo ha firmato Il Capo dei Capi (Mondadori, 1993), La Giustizia è Cosa Nostra (Mondadori, 1995), Rostagno, un delitto fra amici (Mondadori, 1997) e con Saverio Lodato C'era una volta la lotta alla mafia (Garzanti, 1998).Fra le altre sue pubblicazioni: Parole d'onore (Bur Rizzoli, 2008), Faq Mafia (Bompiani, 2010), Uomini Soli (Melampo, 2012; nuova edizione Zolfo, 2022) e Il Padrino dell'Antimafia (Zolfo, 2019). Alcuni suoi libri sono stati tradotti in inglese, tedesco e francese.Autore di testi teatrali (Words of Honour, 2009), sceneggiatore di serie televisive, regista di cortometraggi (Silencio, 2015), nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nel 1991 «Il Premiolino»; nel 2009 il «Premio Luchetta» e il premio «È Giornalismo» creato da Giorgio Bocca, Enzo Biagi e Indro Montanelli; nel 2013 il «Premio Giuseppe Fava».IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
ATTILIO BOLZONI - CONTROVENTO - presentato da Raffaele Liguori
Oggi a Cult: al Teatro Elfo Puccini la personale di Maniaci D'Amore con tre spettacoli; il libro "Controvento" (Zolfo ed.) di Attilio Bolzoni; Giulia Corsalini sul romanzo "La condizione della memoria" (Guanda ed.); il nuovo direttore dell'Orchestra Sinfonica di Milano, Emmanuel Tjeknavorian...
Ci sono novità sull'inchiesta sull'agenda rossa di Paolo Borsellino. Sparita dopo la strage di via D'Amelio, l'agenda è ritenuta un documento fondamentale per capire i reali motivi dell'uccisione del magistrato palermitano. Nei giorni scorsi ci sono state perquisizioni nell'abitazione di Arnaldo La Barbera, il poliziotto morto nel 2002 e protagonista del depistaggio delle indagine sulla strage in cui morì Borsellino e gli uomini della sua scorta. Inoltre, alcuni poliziotti si sarebbero detti pronti a rivelare tra chi e come avvenne il passaggio della borsa che conteneva quell'agenda. Queste novità ci avvicina no o ci allontanano dalla verità? Sono rivelazioni o c'è ancora odore di depistaggio nell'aria. Ne abbiamo parlato con i giornalisti Attilio Bolzoni, Enrico Deaglio, Marco Lillo e Aaron Pettinari e con Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso.
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Nel giorno della morte di Giovanni Falcone ci prepariamo alla Commissione antimafia che ha tutti i difetti, tutti i nodi politici, tutto l'interesse per essere la peggiore Commissione antimafia mai vista. “L'antimafia potrebbe saltare un giro” diceva su queste pagine qualche giorno fa Attilio Bolzoni. Qualcuno la lesse come un provocazione, in realtà è un auspicio. #LaSveglia per La Notizia
A proposito della mia intervista a Attilio Bolzoni, storico corrispondente da Palermo e esperto di cose di mafia. #LaSveglia per La Notizia
Gaetano Savatteri"L'isola nuova"Trent'anni di scritture di SiciliaSellerio Editorehttps:sellerio.itA cura di Gaetano SavatteriNota di Salvatore Silvano NigroUn'antologia d'autore della recente narrativa siciliana. Più di cinquanta voci, scelte da Gaetano Savatteri che, con le sue note introduttive, accompagna il lettore in un viaggio lungo trent'anni.Questa antologia, a cura di Gaetano Savatteri, ripercorre i fili del racconto della Sicilia (ma meglio dire: il racconto dell'Italia espresso alla latitudine siciliana) negli ultimi trent'anni con la sua capacità di innovazione e di rielaborazione di una tradizione illustre e determinante. Un'antologia che documenta i cambiamenti, rivelando le nuove voci che hanno saputo parlare a molti, con lingue moderne e insieme antiche. Il paesaggio della narrazione siciliana ha subito fortissime torsioni, ma questa abilità di adattamento è forse la ragione del suo successo.L'anno spartiacque è il 1992, quando le stragi segnano la stagione più cupa della storia recente di Sicilia: Cosa Nostra uccide a Palermo i magistrati Falcone e Borsellino con due attentati che scuotono l'assetto civile dell'Italia. Da allora, la Sicilia ha provato a ridisegnare la propria identità narrativa e letteraria, assumendo un ruolo di reazione e di contrasto rispetto allo stigma di terra «irredimibile».«L'isola nuova», scrive Salvatore Silvano Nigro nella sua Nota, «non è un ritratto della Sicilia ma la storia di un rivolgimento culturale»: dal giornalismo alla graphic novel, dal cinema al teatro, mentre narrativa e letteratura hanno aggiornato i canoni delineati dagli autori che della Sicilia hanno fatto metafora.Il racconto di un'isola nuova, tuttora capace di allestire un potentissimo teatro di suggestioni sul palcoscenico che dalla Sicilia si apre sul resto del mondo.Fulvio Abbate, Simonetta Agnello Hornby, Roberto Alajmo, Stefano Amato, Roberto Andò, Maria Attanasio, Stefania Auci, Pietro Bartolo e Lidia Tilotta, Attilio Bolzoni, Pietrangelo Buttafuoco, Domenico Cacopardo, Antonio Calabrò, Giosuè Calaciura, Davide Camarrone, Andrea Camilleri, Ottavio Cappellani, Cristina Cassar Scalia, Daniele Ciprì e Franco Maresco (con Emiliano Morreale), Gian Mauro Costa, Giuseppe Culicchia, Emma Dante, Alessandro D'Avenia, Nino De Vita, Piergiorgio Di Cara, Giacomo Di Girolamo, Viola Di Grado, Giuseppe Di Lello, Paolo Di Stefano, Davide Enia, Giovanni Falcone (con Marcelle Padovani), Salvo Ficarra e Valentino Picone, Fumettibrutti, Alessia Gazzola, Alfonso Giordano, Silvana Grasso, Silvana La Spina, Dario Levantino, Luigi Lo Cascio, Mario Lombardo, Dacia Maraini, Piero Melati, Melissa Panarello, Michele Perriera, Santo Piazzese, Pif, Evelina Santangelo, Gaetano Savatteri, Franco Scaldati, Elvira Seminara, Domenico Seminerio, Marcello Sorgi, Bianca Stancanelli, Fabio Stassi, Nadia Terranova, Giuseppe Tornatore, Roberta Torre, Giuseppina Torregrossa, Giorgio Vasta, Nino VetriIL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Da lunedì 6 a venerdì 10 giugno 2022Fine dell'Unione sovietica e del Patto di Varsavia; guerre in Iraq, nella ex-Jugoslavia e, più o meno in altre cinquantasette aree del pianeta; genocidio in Rwanda; pandemia dell'HIV ossia dell'AIDS; le stragi organizzate dalla mafia; il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica in Italia per gli effetti dell'inchiesta giudiziaria “Mani Pulite”; l'anomalo ruolo politico di Silvio Berlusconi, Internet e il WEB: sono queste le tematiche da percorrere per comprendere sia gli Anni Novanta del Novecento sia il presente.Tutti questi avvenimenti rappresentano infatti delle vere e proprie fratture con il passato, anche quello allora più recente e che, per buona parte, confermano la tesi dello storico Eric Hobsbawm secondo il quale il Novecento termina con il 1989, anno del cosiddetto “crollo del Muro di Berlino” (da qui, il titolo del suo famoso saggio storico “Il secolo breve”).Gli anni Novanta sarebbero quindi, conseguentemente, da interpretare come il primo decennio del XXI secolo.Indipendentemente da questa tesi, gli anni Novanta sembrano effettivamente il laboratorio nel quale sono state poste, più o meno consapevolmente, le basi per tutto quanto è avvenuto, almeno sinora, in questi primi due decenni degli anni Duemila.Romano Giuffrida, per ricostruire, questi avvenimenti, ha incontrato: l'americanista Bruno Cartosio; Gian Piero Piretto, già docente di cultura russa; Pina Lalli, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell'arte; Franco Berardi, filosofo; Roberto Escobar, critico cinematografico; Bruno Maran, fotografo e saggista; Daniele Scaglione, già presidente Amnesty International; Giorgio Lavagna, editor e sceneggiatore di comics; i giornalisti Corrado Stajano, Gianni Barbacetto, Luca Mastrantonio e Attilio Bolzoni.
Da lunedì 6 a venerdì 10 giugno 2022Fine dell'Unione sovietica e del Patto di Varsavia; guerre in Iraq, nella ex-Jugoslavia e, più o meno in altre cinquantasette aree del pianeta; genocidio in Rwanda; pandemia dell'HIV ossia dell'AIDS; le stragi organizzate dalla mafia; il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica in Italia per gli effetti dell'inchiesta giudiziaria “Mani Pulite”; l'anomalo ruolo politico di Silvio Berlusconi, Internet e il WEB: sono queste le tematiche da percorrere per comprendere sia gli Anni Novanta del Novecento sia il presente.Tutti questi avvenimenti rappresentano infatti delle vere e proprie fratture con il passato, anche quello allora più recente e che, per buona parte, confermano la tesi dello storico Eric Hobsbawm secondo il quale il Novecento termina con il 1989, anno del cosiddetto “crollo del Muro di Berlino” (da qui, il titolo del suo famoso saggio storico “Il secolo breve”).Gli anni Novanta sarebbero quindi, conseguentemente, da interpretare come il primo decennio del XXI secolo.Indipendentemente da questa tesi, gli anni Novanta sembrano effettivamente il laboratorio nel quale sono state poste, più o meno consapevolmente, le basi per tutto quanto è avvenuto, almeno sinora, in questi primi due decenni degli anni Duemila.Romano Giuffrida, per ricostruire, questi avvenimenti, ha incontrato: l'americanista Bruno Cartosio; Gian Piero Piretto, già docente di cultura russa; Pina Lalli, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell'arte; Franco Berardi, filosofo; Roberto Escobar, critico cinematografico; Bruno Maran, fotografo e saggista; Daniele Scaglione, già presidente Amnesty International; Giorgio Lavagna, editor e sceneggiatore di comics; i giornalisti Corrado Stajano, Gianni Barbacetto, Luca Mastrantonio e Attilio Bolzoni.
Da lunedì 6 a venerdì 10 giugno 2022Fine dell'Unione sovietica e del Patto di Varsavia; guerre in Iraq, nella ex-Jugoslavia e, più o meno in altre cinquantasette aree del pianeta; genocidio in Rwanda; pandemia dell'HIV ossia dell'AIDS; le stragi organizzate dalla mafia; il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica in Italia per gli effetti dell'inchiesta giudiziaria “Mani Pulite”; l'anomalo ruolo politico di Silvio Berlusconi, Internet e il WEB: sono queste le tematiche da percorrere per comprendere sia gli Anni Novanta del Novecento sia il presente.Tutti questi avvenimenti rappresentano infatti delle vere e proprie fratture con il passato, anche quello allora più recente e che, per buona parte, confermano la tesi dello storico Eric Hobsbawm secondo il quale il Novecento termina con il 1989, anno del cosiddetto “crollo del Muro di Berlino” (da qui, il titolo del suo famoso saggio storico “Il secolo breve”).Gli anni Novanta sarebbero quindi, conseguentemente, da interpretare come il primo decennio del XXI secolo.Indipendentemente da questa tesi, gli anni Novanta sembrano effettivamente il laboratorio nel quale sono state poste, più o meno consapevolmente, le basi per tutto quanto è avvenuto, almeno sinora, in questi primi due decenni degli anni Duemila.Romano Giuffrida, per ricostruire, questi avvenimenti, ha incontrato: l'americanista Bruno Cartosio; Gian Piero Piretto, già docente di cultura russa; Pina Lalli, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell'arte; Franco Berardi, filosofo; Roberto Escobar, critico cinematografico; Bruno Maran, fotografo e saggista; Daniele Scaglione, già presidente Amnesty International; Giorgio Lavagna, editor e sceneggiatore di comics; i giornalisti Corrado Stajano, Gianni Barbacetto, Luca Mastrantonio e Attilio Bolzoni.
Da lunedì 6 a venerdì 10 giugno 2022Fine dell'Unione sovietica e del Patto di Varsavia; guerre in Iraq, nella ex-Jugoslavia e, più o meno in altre cinquantasette aree del pianeta; genocidio in Rwanda; pandemia dell'HIV ossia dell'AIDS; le stragi organizzate dalla mafia; il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica in Italia per gli effetti dell'inchiesta giudiziaria “Mani Pulite”; l'anomalo ruolo politico di Silvio Berlusconi, Internet e il WEB: sono queste le tematiche da percorrere per comprendere sia gli Anni Novanta del Novecento sia il presente.Tutti questi avvenimenti rappresentano infatti delle vere e proprie fratture con il passato, anche quello allora più recente e che, per buona parte, confermano la tesi dello storico Eric Hobsbawm secondo il quale il Novecento termina con il 1989, anno del cosiddetto “crollo del Muro di Berlino” (da qui, il titolo del suo famoso saggio storico “Il secolo breve”).Gli anni Novanta sarebbero quindi, conseguentemente, da interpretare come il primo decennio del XXI secolo.Indipendentemente da questa tesi, gli anni Novanta sembrano effettivamente il laboratorio nel quale sono state poste, più o meno consapevolmente, le basi per tutto quanto è avvenuto, almeno sinora, in questi primi due decenni degli anni Duemila.Romano Giuffrida, per ricostruire, questi avvenimenti, ha incontrato: l'americanista Bruno Cartosio; Gian Piero Piretto, già docente di cultura russa; Pina Lalli, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell'arte; Franco Berardi, filosofo; Roberto Escobar, critico cinematografico; Bruno Maran, fotografo e saggista; Daniele Scaglione, già presidente Amnesty International; Giorgio Lavagna, editor e sceneggiatore di comics; i giornalisti Corrado Stajano, Gianni Barbacetto, Luca Mastrantonio e Attilio Bolzoni.
Da lunedì 6 a venerdì 10 giugno 2022Fine dell'Unione sovietica e del Patto di Varsavia; guerre in Iraq, nella ex-Jugoslavia e, più o meno in altre cinquantasette aree del pianeta; genocidio in Rwanda; pandemia dell'HIV ossia dell'AIDS; le stragi organizzate dalla mafia; il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica in Italia per gli effetti dell'inchiesta giudiziaria “Mani Pulite”; l'anomalo ruolo politico di Silvio Berlusconi, Internet e il WEB: sono queste le tematiche da percorrere per comprendere sia gli Anni Novanta del Novecento sia il presente.Tutti questi avvenimenti rappresentano infatti delle vere e proprie fratture con il passato, anche quello allora più recente e che, per buona parte, confermano la tesi dello storico Eric Hobsbawm secondo il quale il Novecento termina con il 1989, anno del cosiddetto “crollo del Muro di Berlino” (da qui, il titolo del suo famoso saggio storico “Il secolo breve”).Gli anni Novanta sarebbero quindi, conseguentemente, da interpretare come il primo decennio del XXI secolo.Indipendentemente da questa tesi, gli anni Novanta sembrano effettivamente il laboratorio nel quale sono state poste, più o meno consapevolmente, le basi per tutto quanto è avvenuto, almeno sinora, in questi primi due decenni degli anni Duemila.Romano Giuffrida, per ricostruire, questi avvenimenti, ha incontrato: l'americanista Bruno Cartosio; Gian Piero Piretto, già docente di cultura russa; Pina Lalli, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell'arte; Franco Berardi, filosofo; Roberto Escobar, critico cinematografico; Bruno Maran, fotografo e saggista; Daniele Scaglione, già presidente Amnesty International; Giorgio Lavagna, editor e sceneggiatore di comics; i giornalisti Corrado Stajano, Gianni Barbacetto, Luca Mastrantonio e Attilio Bolzoni.
A Palermo i delitti di mafia non sono mai soltanto di mafia, e spesso non sono neppure davvero di mafia: hanno dietro storie complesse, nazionali o addirittura internazionali. Il 30 aprile 1982 moriva Pio La Torre, già deputato comunista, pochi mesi dopo tocca al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Dieci anni e a morire sono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la mafia manda i killer, ma le ragioni per cui si muore sono complicate. La certezza è che tocca sempre a "uomini soli", abbandonati e condannati: Attilio Bolzoni, grande giornalista di mafia e firma di Domani, ne ha ricostruito le storie nel libro Uomini soli (Zolfo) e ne discute con Stefano Feltri, direttore di Domani
Giovanni Legnini, commissario ricostruzione Centro Italia ; Attilio Bolzoni, Domani ; Giuseppe Ayala, magistrato ; Diana Ligorio, autrice film "DIA 1991, parlare poco apparire mai" .
Giovanni Legnini, commissario ricostruzione Centro Italia ; Attilio Bolzoni, Domani ; Giuseppe Ayala, magistrato ; Diana Ligorio, autrice film "DIA 1991, parlare poco apparire mai" .
Ferruccio De Bortoli, Corriere della Sera ; Attilio Bolzoni, Domani ; Tiziana Maiolo, giornalista ; Marisol Brandolini, giornalista .
Ferruccio De Bortoli, Corriere della Sera ; Attilio Bolzoni, Domani ; Tiziana Maiolo, giornalista ; Stevan Forti, storico .
Emanuele Giordana, giornalista ; Attilio Bolzoni, Domani .
Emanuele Giordana, giornalista ; Attilio Bolzoni, Domani .
Pier Carlo Padoan, Unicredit ; Attilio Bolzoni, La Repubblica ; Giovanni Maria Flick, giurista ; Piergiorgio Morosini, magistrato .
Pier Carlo Padoan, Unicredit ; Attilio Bolzoni, La Repubblica ; Giovanni Maria Flick, giurista ; Piergiorgio Morosini, magistrato .
Attilio Bolzoni, La Repubblica ; Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia ; Tina Montinaro, vedova di Antonio .
Attilio Bolzoni, La Repubblica ; Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia ; Tina Montinaro, vedova di Antonio .
Inchiesta sul marciatore italiano Alex Schwazer e sul complotto che lo ha distrutto per aver infranto l’omertà dell’atletica dei record e dei signori del doping. Di Carlo Bonini (coordinamento editoriale e testo), Attilio Bolzoni e Fabio Tonacci, Francesco Giovannetti (video). Coordinamento multimediale Laura Peertici. Grafiche e video di GEDI VISUAL
Fu davvero mafia? Inchiesta sul misterioso attentato senza esecutori, senza mandanti e senza verità nella Sicilia di Crocetta e Montante. Di Carlo Bonini (coordinamento editoriale), Attilio Bolzoni, Giorgio Ruta. Coordinamento multimediale Laura Pertici. Grafiche e video GEDIVISUAL
Omicidio di mafia senza killer. A 40 anni dall'assassinio di Piersanti Mattarella, allora presidente della Regione Sicilia, ancora non si conoscono i nomi di chi lo ha ucciso. I mandanti, invece, sono già stati condannati in via definitiva e si chiamano Riina, Brusca, Greco, Provenzano. L'incerta pista nera sui killer recentemente ha trovato qualche robusta conferma, ma non siamo ancora alla svolta. A Memos ne abbiamo parlato con Attilio Bolzoni, giornalista e saggista, editorialista di Repubblica. Nella puntata di oggi è stato presentato il nuovo ciclo, il quarto, di “Lezioni di antimafia” con Nando dalla Chiesa, presidente della Scuola di formazione Antonino Caponnetto. Il nuovo ciclo di incontri si intitola: “In nome di...Storie e ritratti di donne e uomini contro mafia e corruzione”. Chiude la puntata di oggi il messaggio di Loredana Taddei, tra le fondatrici di “Se non ora quando”, ex responsabile nazionale politiche femminili della Cgil.
Omicidio di mafia senza killer. A 40 anni dall’assassinio di Piersanti Mattarella, allora presidente della Regione Sicilia, ancora non si conoscono i nomi di chi lo ha ucciso. I mandanti, invece, sono già stati condannati in via definitiva e si chiamano Riina, Brusca, Greco, Provenzano. L’incerta pista nera sui killer recentemente ha trovato qualche robusta conferma, ma non siamo ancora alla svolta. A Memos ne abbiamo parlato con Attilio Bolzoni, giornalista e saggista, editorialista di Repubblica. Nella puntata di oggi è stato presentato il nuovo ciclo, il quarto, di “Lezioni di antimafia” con Nando dalla Chiesa, presidente della Scuola di formazione Antonino Caponnetto. Il nuovo ciclo di incontri si intitola: “In nome di...Storie e ritratti di donne e uomini contro mafia e corruzione”. Chiude la puntata di oggi il messaggio di Loredana Taddei, tra le fondatrici di “Se non ora quando”, ex responsabile nazionale politiche femminili della Cgil.
Omicidio di mafia senza killer. A 40 anni dall’assassinio di Piersanti Mattarella, allora presidente della Regione Sicilia, ancora non si conoscono i nomi di chi lo ha ucciso. I mandanti, invece, sono già stati condannati in via definitiva e si chiamano Riina, Brusca, Greco, Provenzano. L’incerta pista nera sui killer recentemente ha trovato qualche robusta conferma, ma non siamo ancora alla svolta. A Memos ne abbiamo parlato con Attilio Bolzoni, giornalista e saggista, editorialista di Repubblica. Nella puntata di oggi è stato presentato il nuovo ciclo, il quarto, di “Lezioni di antimafia” con Nando dalla Chiesa, presidente della Scuola di formazione Antonino Caponnetto. Il nuovo ciclo di incontri si intitola: “In nome di...Storie e ritratti di donne e uomini contro mafia e corruzione”. Chiude la puntata di oggi il messaggio di Loredana Taddei, tra le fondatrici di “Se non ora quando”, ex responsabile nazionale politiche femminili della Cgil.
descrizione Silvio Berlusconi mollla Marcello dell'Utri. Il fondadore di Fininvest non vuole testimoniare al processo sulla Trattativa Stato Mafia e così facendo mette nei guai il suo ex braccio destro. Ne abbiamo parlato con Attilio Bolzoni, giornalista de La Repubblica.I parlamentari del M5s non vogliono lo scudo penale per Arcelor Mittal neppure se lo propone il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Intervista con il deputato grillino Giuseppe Vianello. Milano non Odia. Manifestazione di solidarietà con Liliana Segre minacciata via social. Collegamento con l'inviata Martina Pagani. interviste sul Caso Segre a Marcello Pezzetti, direttore del Museo della Shoah di Roma e a Eric Salerno, giornalista e scrittore.
descrizione Silvio Berlusconi mollla Marcello dell'Utri. Il fondadore di Fininvest non vuole testimoniare al processo sulla Trattativa Stato Mafia e così facendo mette nei guai il suo ex braccio destro. Ne abbiamo parlato con Attilio Bolzoni, giornalista de La Repubblica.I parlamentari del M5s non vogliono lo scudo penale per Arcelor Mittal neppure se lo propone il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Intervista con il deputato grillino Giuseppe Vianello. Milano non Odia. Manifestazione di solidarietà con Liliana Segre minacciata via social. Collegamento con l'inviata Martina Pagani. interviste sul Caso Segre a Marcello Pezzetti, direttore del Museo della Shoah di Roma e a Eric Salerno, giornalista e scrittore.
L'indagato Berlusconi. A Firenze il leader di Forza Italia, l'ex capo del governo, torna ad essere formalmente indagato come mandante esterno delle stragi di mafia del 1993-94. Capi d'accusa pesantissimi. Memos ha ospitato Marco Lillo, giornalista del Fatto Quotidiano, che ha ricostruito le ultime vicende giudiziarie; e Attilio Bolzoni, editorialista di Repubblica e grande esperto di mafia. Con oggi Memos riprende l'appuntamento con il “messaggio quotidiano”, il libero corsivo che chiude le puntate della trasmissione. L'autrice di oggi è Loredana Taddei, tra le fondatrici di “Se non ora quando”, ex responsabile nazionale delle politiche femminili della Cgil.
L’indagato Berlusconi. A Firenze il leader di Forza Italia, l’ex capo del governo, torna ad essere formalmente indagato come mandante esterno delle stragi di mafia del 1993-94. Capi d’accusa pesantissimi. Memos ha ospitato Marco Lillo, giornalista del Fatto Quotidiano, che ha ricostruito le ultime vicende giudiziarie; e Attilio Bolzoni, editorialista di Repubblica e grande esperto di mafia. Con oggi Memos riprende l’appuntamento con il “messaggio quotidiano”, il libero corsivo che chiude le puntate della trasmissione. L’autrice di oggi è Loredana Taddei, tra le fondatrici di “Se non ora quando”, ex responsabile nazionale delle politiche femminili della Cgil.
L’indagato Berlusconi. A Firenze il leader di Forza Italia, l’ex capo del governo, torna ad essere formalmente indagato come mandante esterno delle stragi di mafia del 1993-94. Capi d’accusa pesantissimi. Memos ha ospitato Marco Lillo, giornalista del Fatto Quotidiano, che ha ricostruito le ultime vicende giudiziarie; e Attilio Bolzoni, editorialista di Repubblica e grande esperto di mafia. Con oggi Memos riprende l’appuntamento con il “messaggio quotidiano”, il libero corsivo che chiude le puntate della trasmissione. L’autrice di oggi è Loredana Taddei, tra le fondatrici di “Se non ora quando”, ex responsabile nazionale delle politiche femminili della Cgil.
Il boss mafioso Frank Calì ucciso a Ny: intervista ad Attilio Bolzoni, giornalista e scrittore, Una chiazza di petrolio preoccupa la Francia, con Francesco Giorgini, Le famiglie italiane tagliano le spese, anche per la salute: la ricerca di Altroconsumo (prima parte)
Il boss mafioso Frank Calì ucciso a Ny: intervista ad Attilio Bolzoni, giornalista e scrittore, Una chiazza di petrolio preoccupa la Francia, con Francesco Giorgini, Le famiglie italiane tagliano le spese, anche per la salute: la ricerca di Altroconsumo (prima parte)
Ottavo incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. La lezione è stata tenuta da Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica. Si è svolta nell'auditorium di Radio Popolare l'1 marzo 2019. Titolo: «Il caso Montante».
Ottavo incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. La lezione è stata tenuta da Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica. Si è svolta nell'auditorium di Radio Popolare il 22 febbraio 2019. Titolo: «Il caso Montante».
Ottavo incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. La lezione è stata tenuta da Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica. Si è svolta nell’auditorium di Radio Popolare l’1 marzo 2019. Titolo: «Il caso Montante».
Ottavo incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. La lezione è stata tenuta da Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica. Si è svolta nell’auditorium di Radio Popolare il 22 febbraio 2019. Titolo: «Il caso Montante».
Ottavo incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. La lezione è stata tenuta da Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica. Si è svolta nell’auditorium di Radio Popolare l’1 marzo 2019. Titolo: «Il caso Montante».
Ottavo incontro del nuovo ciclo di “Lezioni di antimafia” ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Raffaele Liguori. La lezione è stata tenuta da Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica. Si è svolta nell’auditorium di Radio Popolare il 22 febbraio 2019. Titolo: «Il caso Montante».
Gen. Giuseppe Governale, DIA ; Attilio Bolzoni, La Repubblica ; Salvatore Lupo, Univ. Palermo .
Processo Aemilia, una sentenza storica. Il Tribunale di Reggio Emilia - con gli oltre 1200 anni di carcere decisi con la sentenza di due giorni fa - ha certificato ciò che studiosi e cronisti attenti hanno raccontato per anni: la presenza colonizzatrice della ‘ndrangheta al nord si è estesa all'Emilia Romagna. «Fra i condannati – ha scritto Attilio Bolzoni, cronista di mafia - troviamo figure di favoreggiatori e complici. Commercialisti, costruttori, rappresentanti degli apparati dello stato, anche giornalisti. Appalti, slot machine, droga, trasporti. I “servizi”, la ‘ndrangheta in Emilia ha fornito in questi anni i beni che richiedeva il mercato». Memos ne ha parlato con Enzo Ciconte, scrittore, docente universitario, insegna all'università di Pavia “Storia delle mafie italiane”; e con ..Rossella Canadè, giornalista alla Gazzetta di Mantova, autrice di “Fuoco Criminale”, un libro inchiesta sulla presenza ‘ndranghetista a Mantova. Chiude la trasmissione di oggi con il suo “messaggio nella bottiglia” Paola Natalicchio, giornalista e scrittrice.
Processo Aemilia, una sentenza storica. Il Tribunale di Reggio Emilia - con gli oltre 1200 anni di carcere decisi con la sentenza di due giorni fa - ha certificato ciò che studiosi e cronisti attenti hanno raccontato per anni: la presenza colonizzatrice della ‘ndrangheta al nord si è estesa all’Emilia Romagna. «Fra i condannati – ha scritto Attilio Bolzoni, cronista di mafia - troviamo figure di favoreggiatori e complici. Commercialisti, costruttori, rappresentanti degli apparati dello stato, anche giornalisti. Appalti, slot machine, droga, trasporti. I “servizi”, la ‘ndrangheta in Emilia ha fornito in questi anni i beni che richiedeva il mercato». Memos ne ha parlato con Enzo Ciconte, scrittore, docente universitario, insegna all’università di Pavia “Storia delle mafie italiane”; e con ..Rossella Canadè, giornalista alla Gazzetta di Mantova, autrice di “Fuoco Criminale”, un libro inchiesta sulla presenza ‘ndranghetista a Mantova. Chiude la trasmissione di oggi con il suo “messaggio nella bottiglia” Paola Natalicchio, giornalista e scrittrice.
Processo Aemilia, una sentenza storica. Il Tribunale di Reggio Emilia - con gli oltre 1200 anni di carcere decisi con la sentenza di due giorni fa - ha certificato ciò che studiosi e cronisti attenti hanno raccontato per anni: la presenza colonizzatrice della ‘ndrangheta al nord si è estesa all’Emilia Romagna. «Fra i condannati – ha scritto Attilio Bolzoni, cronista di mafia - troviamo figure di favoreggiatori e complici. Commercialisti, costruttori, rappresentanti degli apparati dello stato, anche giornalisti. Appalti, slot machine, droga, trasporti. I “servizi”, la ‘ndrangheta in Emilia ha fornito in questi anni i beni che richiedeva il mercato». Memos ne ha parlato con Enzo Ciconte, scrittore, docente universitario, insegna all’università di Pavia “Storia delle mafie italiane”; e con ..Rossella Canadè, giornalista alla Gazzetta di Mantova, autrice di “Fuoco Criminale”, un libro inchiesta sulla presenza ‘ndranghetista a Mantova. Chiude la trasmissione di oggi con il suo “messaggio nella bottiglia” Paola Natalicchio, giornalista e scrittrice.
Gen. Giuseppe Governale, direttore DIA ; Attilio Bolzoni, La Repubblica.
Rosy Bindi, presidente Commissione antimafia ; Attilio Bolzoni, giornalista d'inchiesta de La Repubblica.
Salvatore Lupo, professore ordinario di storia contemporanea all'Università di Palermo ; Attilio Bolzoni, giornalista d'inchiesta di Repubblica ; Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia.
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E' morto Bernardo Provenzano. carla Manzocchi, Francesco Vitale, inviato del TG2, Attilio Bolzoni, "La Repubblica".
con: Attilio Bolzoni de laRepubblica, Leonardo Agueci sostituto procuratore di Palermo
Le inchieste anti corruzione di Giuseppe Pignatone. Attilio Bolzoni, "La Repubblica" - la rotta dei profughi siriani. Maria Magarik, redazione esteri del GRR.
Falcone e Borsellino arrivanop in teatro. Attilio Bolzoni, giornalista de "La Repubblica" - Venezuelani manifestano a Roma contro il presidente Maduro. Marinellys Tremamunno, corrispondente in Italia di "Cadena Tres" TV messicana, Vanessa Ledezma, figlia del Sindaco di Caracas arrestato da Maduro.
All'Auditorium di Roma, l'anteprima di "Silencio", il documentario di Attilio Bolzoni e Massimo Cappello sulle strade del narcotraffico. Attilio Bolzoni, giornalista de "La Repubblica".
Le minacce al procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato sono un copione già visto. Falcone parlava di "menti raffinatissime". "Ogni volta che i magistrati di Palermo indagano sulle complicità delle aristocrazie mafiose - dice Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica - entrano in azione i soliti personaggi rimasti nell'ombra (complici dei mafiosi) che lasciano la loro firma provando ad intimidire i magistrati". Dietro le stragi del '92-'93 non c'è solo Cosa Nostra. Lo storico Nicola Tranfaglia commenta le parole di Ciampi, pronunciate qualche anno fa: "in quei giorni del luglio '93 - diceva l'ex presidente - pensavo fossimo ad un passo da un colpo di stato".
Le minacce al procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato sono un copione già visto. Falcone parlava di "menti raffinatissime". "Ogni volta che i magistrati di Palermo indagano sulle complicità delle aristocrazie mafiose - dice Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica - entrano in azione i soliti personaggi rimasti nell'ombra (complici dei mafiosi) che lasciano la loro firma provando ad intimidire i magistrati". Dietro le stragi del '92-'93 non c'è solo Cosa Nostra. Lo storico Nicola Tranfaglia commenta le parole di Ciampi, pronunciate qualche anno fa: "in quei giorni del luglio '93 - diceva l'ex presidente - pensavo fossimo ad un passo da un colpo di stato".
Le minacce al procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato sono un copione già visto. Falcone parlava di "menti raffinatissime". "Ogni volta che i magistrati di Palermo indagano sulle complicità delle aristocrazie mafiose - dice Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica - entrano in azione i soliti personaggi rimasti nell'ombra (complici dei mafiosi) che lasciano la loro firma provando ad intimidire i magistrati". Dietro le stragi del '92-'93 non c'è solo Cosa Nostra. Lo storico Nicola Tranfaglia commenta le parole di Ciampi, pronunciate qualche anno fa: "in quei giorni del luglio '93 - diceva l'ex presidente - pensavo fossimo ad un passo da un colpo di stato".
Don Marcello Cozzi, vicepresidente nazionale di "Libera", Fabio Amendolara, giornalista de "La Gazzetta del Mezzogiorno" - Attilio Bolzoni, giornalista de "La Repubblica".
Il video messo in rete da Repubblica.it sul barcone affondato lo scorso ottobre. ATTILIO BOLZONI, GIORNALISTA DE "LA REPUBBLICA", MONS. DOMENICO MOGAVERO, VESCOVO DI MAZARA DEL VALLO, NOUFOU YABRE', ARRIVATO CON UNA CARRETTA DEL MARE E ORA DIPLOMATO IN ITALIA.