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Maurizio Vanadia, Vita Privata: Chi È Il Marito Di Marina Berlusconi!Chi è Maurizio Vanadia, marito di Marina Berlusconi? Scopri la sua affascinante storia. Ecco di chi si tratta!#breakingnews #ultimenotizie #notiziedelgiorno #notizie #cronaca #capitale #carlafracci #fininvest #italia #marinaberlusconi #marito #mauriziovanadia #moglie #patrimonio #spettacolo #storia #teatroallascala #tv #vitaprivata
Eredità Silvio Berlusconi: Quanto Percepiscono In Totale I Figli!Dividendi milionari e un patrimonio altrettanto cospicuo: scopri come i figli di Berlusconi gestiscono l'eredità del leader di Fininvest. Ecco quanto percepiscono gli eredi!#breakingnews #ultimenotizie #notiziedelgiorno #notizie #cronaca #aziende #barbara #dividendi #eleonora #eredita #fininvest #luigi #marcellodellutri #marina #martaascina #piersilvio #quanto #silvioberlusconi #societa #soldi #stipendio
ROMA (ITALPRESS) - “Il mio giudizio su questo governo è assolutamente positivo, non bisogna dimenticare le difficoltà che da due anni a questa parte la coalizione di centro-destra si è ritrovata ad affrontare”. Queste le parole di Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e del gruppo Mondadori intervenuta a margine dell'inaugurazione della nuova libreria all'interno della galleria Alberto Sordi, nel pieno centro di Roma. “Inaugurare una nuova libreria non è solo un fatto commerciale, ma significa qualcosa di più. Le librerie non sono solo dei punti vendita, ma hanno un ruolo sociale, in ragione della generale promozione della cultura, della lettura, dell'intrattenimento e della musica. Il giudizio sul governo? È assolutamente positivo - ha poi discusso la Berlusconi - . La stabilità che sicuramente rappresenta un fattore di vantaggio importante e il governo Meloni è uno dei più stabili d'Europa". xi6/pc/
Puntata a cura di Jacopo Bulgarini d'Elci e Livio Pacella.Docu-miniserie italo-tedesca (B&B Film, 2024) scritta da Matteo Billi e Piergiorgio Curzi, Il giovane Berlusconi è diretta da Simone Manetti. In Italia è distribuita da Netflix. I tre episodi di questo documentario, attraverso testimonianze di colleghi e amici, ripercorrono la vita imprenditoriale di Silvio Berlusconi. Dalla nascita del gruppo Fininvest, nel 1976, fino alla famosissima "discesa in campo" del 1994.Curiosità: il progetto è stato sviluppato, e di fatto interamente girato, prima della morte del suo protagonista. Ma distribuito un anno dopo."Documentari" è il format del podcast di Mondoserie dedicato all'approfondimento delle produzioni non di fiction.Parte del progetto: https://www.mondoserie.it/Iscriviti al podcast sulla tua piattaforma preferita o su: https://www.spreaker.com/show/mondoserie-podcast Collegati a MONDOSERIE sui social: https://www.facebook.com/mondoseriehttps://www.instagram.com/mondoserie.it/ https://twitter.com/mondoserie_it https://www.youtube.com/channel/UCwXpMjWOcPbFwdit0QJNnXQ https://www.linkedin.com/in/mondoserie/
Il cartello “in vendita” potrebbe ben presto essere apposto sugli ingressi delle residenze di Silvio Berlusconi. A poco più di sei mesi dalla scomparsa del Cavaliere e dopo aver risolto la questione legata a Marta Fascina con il pagamento della prima tranche di 100 milioni di euro ereditati, i figli stanno attualmente cercando di districare l'ingarbugliato scenario dell'impero costruito dal fondatore di Forza Italia. Con la chiara affermazione che il controllo della Fininvest è saldamente nelle mani dei due fratelli maggiori, Marina e Pier Silvio, è giunto il momento di aprire il capitolo immobiliare.Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/4869332/advertisement
Il problema dei taxi in Italia è l'emblema del cattivo funzionamento della nostra democrazia.Via libera del Parlamento Ue alla “legge sulla natura”. Di cosa si tratta?Omicidio Willy Duarte. Sconto di pena per i fratelli Bianchi.La Social Card del governo che discrimina anziani e single poveri.Per scriverci: dailyfive@cncmedia.itSeguici su Instagram:@emiliomola1@cnc_mediaDaily Five, ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 17:00 con Emilio Mola.Una produzione CNC MediaDirezione creativa e post produzione Likeabee Creative CompanyMusica Giovanni Ursoleo
Oggi parliamo della storia dell'avviso di garanzia a Santanchè, del testamento di Berlusconi e il controllo di Fininvest e di come funziona Threads, il nuovo social di Meta che sfida Twitter. ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://linktr.ee/podclasseditori Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Emergono i dettagli del testamento di Berlusconi: il controllo di Fininvest va di fatto ai figli maggiori Marina e Piersilvio. Meloni a Varsavia ribadisce l'intesa a destra con il premier Morawiecki. Dopo decenni di servizio, va in “pensione” il razzo Ariane5. Sono le tre storie della puntata del 7 luglio di Start, il podcast del Sole 24 Ore
Tanto rumore per nulla. Chi si aspettava grandi riassetti azionari sarà rimasto deluso dal testamento di Silvio Berlusconi.
Marina e Piersilvio Berlusconi avranno la maggioranza di Fininvest: nel testamento dell'ex premier anche i lasciti al fratello, a Marta Fascina e a Marcello Dell'Utri. Ne parliamo con Marigia Mangano de Il Sole 24 Ore. Il segretario al tesoro americano Yellen è arrivata a Pechino per una visita di 4 giorni, obiettivo: allentare le tensioni con Washington. Ci colleghiamo con la Prof.ssa Alessia Amighini Analista ISPI, docente dell'Università del Piemonte Orientale. A poche ora dal lancio sono già 10 milioni gli utenti di Threads, la app anti Twitter lanciata da Meta. Ci aggiorna il nostro Enrico Pagliarini.
Ieri è stato aperto il testamento di Silvio Berlusconi morto lo scorso 12 giugno. Le sue ultime volontà sono state lette in presenza di due testimoni gli avvocati Luca Fossati e Carlo Rimini, in "rappresentanza" dei figli, collegati da remoto.
A cura di Ferruccio Bovio La villa San Martino di Arcore, nota soprattutto per essere stata la residenza principale di Silvio Berlusconi, diventerà il luogo della memoria dedicato ai tanti successi imprenditoriali, politici e sportivi di quello che, non a caso, fu anche definito come “il Cavaliere di Arcore”. Tuttavia, almeno a chi ha qualche annetto in più, la sontuosa magione non dovrebbe ricordare solamente la stagione frenetica del “Patto con gli Italiani”, delle prime TV commerciali o delle Coppe vinte dal Milan, ma anche qualche titolo di cronaca nera risalente al 1970. E stiamo parlando della tragica vicenda che coinvolse la nobile famiglia dei Casati - Stampa (allora proprietari della villa) in un triplice omicidio/suicidio, che vide il marchese Camillo assassinare la moglie Anna Fallarino e il di lei amante, per poi togliere la vita anche a se stesso sparandosi con un fucile da caccia. Non staremo qui a soffermarci sulle morbosità che infiammarono quell'Italia di oltre cinquant'anni fa, così assetata di conoscere tutti i dettagli erotici (che, tra l'altro, il marchese annotava scrupolosamente in un suo diario segreto) di una coppia che per funzionare aveva sistematicamente bisogno di un partner occasionale esterno. Ci pare, invece, più interessante orientare il nostro sguardo sul singolare destino che toccò a Villa San Martino che, comunque, non fu il palcoscenico sul quale si consumò il delitto che avvenne, invece, a Roma. Dopo lo sciagurato episodio, la settecentesca casa di Arcore rientra nel ricchissimo patrimonio che la minorenne Annamaria Casati Stampa eredita dai suoi genitori e la cui amministrazione è affidata all'amico di famiglia, Avv. Giorgio Bergamasco, titolare di un importante studio legale in cui sta emergendo la figura di un collaboratore votato ad una rapida e brillante carriera professionale: e stiamo parlando di Cesare Previti. La giovane ereditiera, sconvolta dagli eventi, nel 1972 decide di trasferirsi in Brasile, lasciando carta bianca ai suoi avvocati nella gestione del suo ragguardevolissimo patrimonio. È il momento in cui Previti, nella sua qualità di vice tutore, riceve l'incarico di vendere Villa San Martino ed è anche quello nel quale la dimora di Arcore – grazie alla mediazione dello stesso Previti - viene acquistata da un rampante imprenditore milanese che si sta già facendo conoscere come leader di Edilnord e di Fininvest. L' immobile ha un valore allora stimato circa 1 miliardo e 300 milioni di lire, ma viene venduto per soli 500 milioni di lire, pagati però non in denaro, bensì in titoli azionari non quotati in borsa e, quindi, difficilmente ricollocabili. Di conseguenza, non riuscendo Annamaria a monetizzarli, si vede ben presto costretta ad accettare, sempre tramite l'intervento di Previti, una proposta di Berlusconi che riacquista, in tal modo, i titoli per la quasi irriverente cifra di 250 milioni... Non c'è che dire, un vero affare per un immobile che, all'inizio degli Anni 80, sarà stimato 7,3 miliardi dal sistema bancario… Nel 1994, ritroveremo Cesare Previti come ministro nel primo governo Berlusconi.
A cura di Ferruccio Bovio La villa San Martino di Arcore, nota soprattutto per essere stata la residenza principale di Silvio Berlusconi, diventerà il luogo della memoria dedicato ai tanti successi imprenditoriali, politici e sportivi di quello che, non a caso, fu anche definito come “il Cavaliere di Arcore”. Tuttavia, almeno a chi ha qualche annetto in più, la sontuosa magione non dovrebbe ricordare solamente la stagione frenetica del “Patto con gli Italiani”, delle prime TV commerciali o delle Coppe vinte dal Milan, ma anche qualche titolo di cronaca nera risalente al 1970. E stiamo parlando della tragica vicenda che coinvolse la nobile famiglia dei Casati - Stampa (allora proprietari della villa) in un triplice omicidio/suicidio, che vide il marchese Camillo assassinare la moglie Anna Fallarino e il di lei amante, per poi togliere la vita anche a se stesso sparandosi con un fucile da caccia. Non staremo qui a soffermarci sulle morbosità che infiammarono quell'Italia di oltre cinquant'anni fa, così assetata di conoscere tutti i dettagli erotici (che, tra l'altro, il marchese annotava scrupolosamente in un suo diario segreto) di una coppia che per funzionare aveva sistematicamente bisogno di un partner occasionale esterno. Ci pare, invece, più interessante orientare il nostro sguardo sul singolare destino che toccò a Villa San Martino che, comunque, non fu il palcoscenico sul quale si consumò il delitto che avvenne, invece, a Roma. Dopo lo sciagurato episodio, la settecentesca casa di Arcore rientra nel ricchissimo patrimonio che la minorenne Annamaria Casati Stampa eredita dai suoi genitori e la cui amministrazione è affidata all'amico di famiglia, Avv. Giorgio Bergamasco, titolare di un importante studio legale in cui sta emergendo la figura di un collaboratore votato ad una rapida e brillante carriera professionale: e stiamo parlando di Cesare Previti. La giovane ereditiera, sconvolta dagli eventi, nel 1972 decide di trasferirsi in Brasile, lasciando carta bianca ai suoi avvocati nella gestione del suo ragguardevolissimo patrimonio. È il momento in cui Previti, nella sua qualità di vice tutore, riceve l'incarico di vendere Villa San Martino ed è anche quello nel quale la dimora di Arcore – grazie alla mediazione dello stesso Previti - viene acquistata da un rampante imprenditore milanese che si sta già facendo conoscere come leader di Edilnord e di Fininvest. L' immobile ha un valore allora stimato circa 1 miliardo e 300 milioni di lire, ma viene venduto per soli 500 milioni di lire, pagati però non in denaro, bensì in titoli azionari non quotati in borsa e, quindi, difficilmente ricollocabili. Di conseguenza, non riuscendo Annamaria a monetizzarli, si vede ben presto costretta ad accettare, sempre tramite l'intervento di Previti, una proposta di Berlusconi che riacquista, in tal modo, i titoli per la quasi irriverente cifra di 250 milioni... Non c'è che dire, un vero affare per un immobile che, all'inizio degli Anni 80, sarà stimato 7,3 miliardi dal sistema bancario… Nel 1994, ritroveremo Cesare Previti come ministro nel primo governo Berlusconi.
Ultima seduta del semestre; Test inflazione dall'Eurozona agli Usa; Consiglio europeo in corso; Da Fininvest a Prosiebensat; 150 ceo europei contro AI Act. Puntata a cura di Elisa Piazza - Class CNBC Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Stress test, banche Usa promossa; Apple, nuovo record; Via al Consiglio europeo; Assemblea in casa Fininvest; Eurovita, salvataggio imminente. Puntata a cura di Elisa Piazza - Class CNBC Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
L'apertura dell'attesissimo testamento di Berlusconi avverrà a breve e cresce la curiosità sul modo in cui il Cavaliere ha suddiviso l'impero Fininvest tra i figli. Inganniamo l'attesa ascoltando le storie di liti e faide di famiglia che si sono scatenate dopo l'apertura di un testamento.
Nuova puntata dell'appuntamento domenicale di «Corriere Daily»: le repliche dell'editorialista alle domande e osservazioni che avete mandato via WhatsApp al 345 6125226.Per altri approfondimenti:- Il ministro Nordio: «Sulle tasse norme contraddittorie, anche all'imprenditore onesto si contestano violazioni»- Berlusconi, commemorazione alla Camera: partiti divisi, salta la diretta tv- Mediaset, Mondadori e Mediolanum: il futuro della galassia Fininvest dopo Berlusconi
Il 12 giugno 2023 si è spento Silvio Berlusconi, ex Presidente del Consiglio italiano. Nato a Milano il 29 settembre 1936, inizia la sua carriera imprenditoriale nel mondo dell'edilizia, con la costruzione di Milano 2, ma i risultati più importanti arriveranno solo in seguito alla fondazione di Fininvest, società finanziaria creata nel 1975. Nel 1993 poi in parallelo alla nascita di Mediaset, gruppo di produzione multimediale che annovera anche Mondadori, Berlusconi decide di scendere in politica, fondando Forza Italia e arrivando a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio per ben quattro volte, non senza le critiche di una cospicua parte del Paese. Ma chi è stato davvero Silvio Berlusconi? E in che modo ha cambiato l'Italia? Ne parliamo insieme a Diego Regina, direttore commerciale di una nota azienda pugliese, nonché esperto di growth hacking e di business, di cui parla nel suo podcast. Iscriviti al gruppo Telegram per interagire con noi e per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle puntate: https://t.me/LucePodcast
Mediolanum è nata dal matrimonio imprenditoriale tra Ennio Doris e Silvio Berlusconi. Oggi è la più importante partecipazione della galassia Fininvest. Massimo Doris ha raccontato a Ceo Talks gli aspetti inediti del rapporto tra i due dalle origini agli ultimi giorni. E la sintonia tra le nuove generazioni sui piani per il futuro, suggellata in una cena segreta ad Arcore.
Dopo lo stop dei pretori alle reti Fininvest i telespettatori scendono in Piazza e Berlusconi, grazie all'amicizia con il presidente del Consiglio Craxi, ottiene un decreto che riporta tutto allo status quo ante. Intanto l'impero cresce. Anche all'estero.
Ukraina ir sākusi savu pretuzbrukumu. Cerības uz to ir liktas ļoti lielas. Tikmēr Krievija, cenšoties aizturēt ukraiņu virzīšanos, faktiski nodarbojas ar ekocīdu, nodarot neatgriezenisku postu apkārtējai videi un dzīvajai dabai. Pārējā pasaule uz to var tikai noraudzīties. Lielbritānijā galvenā ziņa nedēļas nogalē bija Skotijas bijušās premjerministres Nikolas Stērdženas aizturēšana un nopratināšana. Viņa gan atbrīvota, bet izmeklēšana turpinās. Itālijā šodien, 14. jūnijā, notiek valsts mēroga bēres. Pēdējā gaitā izvada vairākkārtējo premjeru un politiķi, multimiljardieri, par oligarhu dēvētais Silvio Berluskoni. Aktualitātes analizē Latvijas Ārpolitikas institūta direktors, Rīgas Stradiņa universitātes asociētais profesors Kārlis Bukovskis. Ierakstā uzklausām Vācijas valsts ministri Eiropas un klimata jautājumos Annu Līrmani. Kārtējā Krievijas lielkalibra neģēlība Krievijas noziedzīgā agresija pret Ukrainu ieguva jaunu dimensiju 6. jūnija pirmajās stundās, kad tika uzspridzināts Novokahovkas hidroelektrostacijas aizsprosts, paverot ceļu lielai daļai no 18 miljardiem tonnu ūdens, kas satilpst stacijas ūdenskrātuvē. Šāda hidrauliskas būves iznīcināšana nepārprotami pārkāpj Ženēvas konvenciju 1977. gada 1. papildprotokolu, kas aizliedz iznīcināt būves, kuras kontrolē cilvēkam bīstamus spēkus. Krievijas apgalvojumi, ka vainojama esot Ukrainas puse, neiztur kritiku, jo aizsprosta būve atradās okupantu kontrolē un šādā veidā to iznīcināt varēja, vienīgi ievietojot sprāgstvielas būves iekšienē. Tiek lēsts, ka postošie plūdi ietekmēs apmēram 5000 kvadrātkilometru lielu teritoriju. Jau vairāki desmiti tūkstošu iedzīvotāju bijuši spiesti pamest savus mājokļus. Citi, nepaspējot laikā aizbēgt, palikuši iesprostoti savu māju augšējos stāvos un uz jumtiem. Papildu bažas rada tas, ka lielākais vairums no viņiem ir okupantu kontrolētajās teritorijās, ciktāl Krievijas rokās esošais Dņepras kreisais krasts ir lēzenāks. Ir ziņas, ka okupācijas vara nesteidzas glābt šos cilvēkus un vietām pat kavējot to darīt brīvprātīgajiem. Vairākos gadījumos Krievijas militāristi apšaudījuši glābēju laivas. Pagaidām ir ziņas vien par dažiem bojāgājušajiem, taču ir ļoti iespējams, ka upuru skaits varētu pieaugt. Nav zināms, kad un vai vispār Novokahovka un vairākas citas mazākas apdzīvotas vietas atkal būs piemērotas dzīvošanai. Bojāeja draud arī milzīgam skaitam savvaļas dzīvnieku un augu, kurus apdraud gan plūdi lejpus aizsprostam, gan straujā ūdens līmeņa krišanās augšpus tam. Mediji jau publicējuši kadrus, kuros redzamas neskaitāmas sausumā palikušas mirstošas zivis. Var prognozēt, ka notikušais izjauks ekoloģisko līdzsvaru visā Dņepras lejteces reģionā. Apdraudēta ir lauksaimnieciskā ražošana, kurai Novokahovkas ūdenskrātuve nodrošināja irigāciju. Ja Krievijas okupantu mērķis, uzspridzinot aizsprostu, bija aizkavēt Ukrainas armijas ofensīvu, tad šai ziņā tam varētu būt vien lokāls efekts. Kā norādījuši vairāki militārie eksperti, Novokahovkas rajons, jādomā, nav izšķiroši svarīgs Ukrainas uzbrukuma virziens. Un notikušais liek uzdot jautājumu – uz kādām neģēlībām Krievija vēl ir spējīga? Svētdien, 11. Jūnijā, Ukrainas izlūkdienests izplatīja informāciju, ka Krievija mīnējusi ķīmisko rūpnīcu Armjanskas pilsētā, kas atrodas uz robežas starp Krimas pussalu un Ukrainas cietzemi. In memoriam Silvio Berluskoni 12. jūnijā pasauli aplidoja ziņa, ka savas šīs zemes gaitas 87. mūža gadā noslēdzis Itālijas Senāta deputāts, ekspremjers Silvio Berluskoni. Viņš tiek minēts kā pirmais un līdz šim vienīgais itālietis, kuram izdevies izveidot savu raidošo mediju impēriju. Kā pirmais multimiljardieris kādas Eiropas demokrātijas valdības priekšgalā. Kā visilgāk pie varas sabijušā kabineta vadītājs Itālijas Republikas vēsturē. Kā vienīgais valdības vadītājs, kurš bijis namatēvs veselos trīs G7 valstu samitos. Bet, jāteic, arī rekordists starp pirmā lieluma Eiropas Savienības politiķiem skandālu, uzrādītu apsūdzību un notiesājošu spriedumu ziņā. Jaunību un brieduma gadus Silvio Berluskoni pavadīja biznesa pasaulē, sākot ar samērā pieticīgu kapitālu, kuru prata vairot vispirms nekustamo īpašumu, pēc tam komerctelevīzijas jomā, kurā viņš ielauzās, apmēram desmitgadi juridiski cīnoties pret valsts raidsabiedrības RAI monopoltiesībām. No raidošo mediju sfēras Berluskoni ģimenes holdingkompānijas „Fininvest” intereses tālāk izpletās arī drukātās preses, izklaides industrijas, mazumtirdzniecības, banku, investīciju un pensiju fondu, aviopārvadājumu u.c. jomās. Itālijas politikas skatuvē Berluskoni uznāca, viņa mūža sestajai desmitgadei jau esot pāri pusei. Tie bija deviņdesmitie, kad skaļi korupcijas skandāli nogrāva līdz tam desmitgades pastāvējušo partiju spektru ar kristīgajiem demokrātiem, sociālistiem un komunistiem kā dominējošajiem spēkiem. 1994. gadā Berluskoni nodibināja savu partiju „Forza, Italia!”, kuras platformā apvienojās ekonomiskā liberālisma, sociālās vienlīdzības un populisma motīvi, ieguva lielāko mandātu skaitu vēlēšanās un koalīcijā ar galēji labējām neofašistu partijām kļuva par premjeru. Šīs valdības mūžs gan aprāvās jau pēc astoņiem mēnešiem, kad pret premjerministru Berluskoni tika ierosināta krimināllieta par kukuļošanu nolūkā izvairīties no nodokļiem. Demisionējis, politiķis nogāja ēnā, nākamos sešus gadus pavadīdams Eiroparlamentā. Berluskoni slavas laiks bija mūsu gadsimta pirmā desmitgade, kad viņš vadīja labēji centriskas koalīcijas valdības vispirms no 2001. līdz 2005., pēc tam no 2008. līdz 2011. gadam. Šim spožajam posmam punktu pielika pasaules ekonomiskā krīze, kura atklāja Berluskoni valdīšanas bēdīgo mantojumu – stagnējošu ekonomiku, smagu valsts parāda slogu, uzblīdušu birokrātiju un ekonomiski ievainojamu vidusšķiru. Faktiski sinhroni ar spilgtā līdera demisiju pret viņu sākās vairāki tiesvedības procesi, un ja lietā par seksuāliem sakariem ar nepilngadīgu prostitūtu un mēģinājumu izmantot dienesta stāvokli tā slēpšanai viņu galu galā attaisnoja, tad spriedums par izvairīšanos no nodokļu nomaksas palika spēkā un no reāla cietumsoda ekspremjeru glāba tikai cienījamais vecums, kas ļāva to aizstāt ar piespiedu darbu un liegumu ieņemt valsts amatus. Pēc reabilitācijas 2018. gadā Berluskoni gan atgriezās politiskajā apritē, bet, kaut arī pēdējos gados „Forza, Italia!” atkal ir valdības koalīcijā, valdības sastāvā vecišķajam līderim vieta tā arī neatradās. Īpaša tēma ir Berluskoni personiskās draudzības attiecības ar Kremļa saimnieku Vladimiru Putinu, taču bažas par to, ka tās varētu ietekmēt Džordžijas Meloni valdības nostāju, ir izrādījušās pārspīlētas. Skotijas ekspremjere juridiskās sprukās 11. jūnijā kļuva zināms, ka policija aizturējusi bijušo Skotijas pirmo ministri Nikolu Stērdženu. Pirms nopratināšanas viņa gan atbrīvota, pagaidām neizvirzot apsūdzību. Stērdžena bija īsta politikas ilgdzīvotāja, paliekot Skotijas autonomijas varas virsotnē no 2014. gada novembra līdz šī gada martam, kamēr Lielbritānijā šai laikā nomainījās četri premjerministri un divi lielākā opozīcijas spēka līderi. 2016. gadā izdevums „Forbes” viņu pasludināja par otru ietekmīgāko sievieti Apvienotajā Karalistē pēc karalienes Elizabetes II. 2012. gadā viņas vadītā Skotijas Nacionālā partija panāca neatkarības referenduma sarīkošanu, kurā 55% skotu gan lēma par labu palikšanai karalistes sastāvā. Tas gan bija pirms „Breksita”, tāpēc pēdējos gados Stērdžena un viņas partija centās panākt atkārtota referenduma sarīkošanu, kam nepiekrita valdība Londonā. Šī gada sākumā Stērdžena paziņoja par lēmumu atkāpties no partijas vadītājas un pirmās ministres amatiem, viņas vietā stājoties Hamzam Harūnam Jusufam. Apmēram pusotru mēnesi pēc šīs atkāpšanās policija arestēja Stērdženas dzīvesbiedru un Skotijas Nacionālās partijas administrācijas vadītāju Pīteru Mjurrelu, ģimenes mājās tika veikta kratīšana. Vēlāk tika arestēts arī partijas finanšu pārzinis Kolins Bītijs. Kriminālizmeklēšanas iemesls ir aizdomas par 600 000 mārciņu neatkarības kampaņai ziedotas naudas neadekvātu izlietojumu. Šī izmeklēšana iedragājusi Skotijas Neatkarības partijas reitingus, un tie tagad ir tikai nedaudz augstāki kā tuvākajiem konkurentiem – Skotijas leiboristiem. Līdz ar to apšaubāma sāk izskatīties Neatkarības partijas aprindās cirkulējošā ideja sarīkot ārkārtas vēlēšanas kā de facto referendumu par Skotijas neatkarību. Sagatavoja Eduards Liniņš. Eiropas Parlamenta granta projekta „Jaunā Eiropas nākotne” programma.* * Šī publikācija atspoguļo tikai materiāla veidošanā iesaistīto pušu viedokli. Eiropas Parlaments nav atbildīgs par tajā ietvertās informācijas jebkādu izmantošanu.
Dopo lo stop dei pretori alle reti Fininvest i telespettatori scendono in Piazza e Berlusconi, grazie all'amicizia con il presidente del Consiglio Craxi, ottiene un decreto che riporta tutto allo status quo ante. Intanto l'impero cresce. Anche all'estero.
Bonjour à tous, et bienvenue dans un nouvel épisode du podcast l'État Financier ! Nous parlerons dans deux Place au Débat cette semaine des deux sujets suivants: - Nous ferons un retour avec le décès de l'ancien premier ministre (président du conseil) italien Silvio Berlusconi sur l'histoire du "cavaliere" et de son empire médiatique - LIV Golf et PGA Tour comptent fusionner afin de mettre fin à la querelle entre les deux organisations du golf majeur depuis deux ans. Bonne semaine et bonne écoute ! #podcast #finance #golf #pga #livgolf #berlusconi #mediaset --------- Contact: - Commentaires sur YouTube - Email : contact@etatfinancier.info ---------
Dopo la morte di Silvio Berlusconi, cosa ne sarà della galassia Fininvest? Cerchiamo di capirne di più con la nostra Livia Zancaner. Il punto sulla controffensiva ucraina e sugli attacchi russi delle ultime ore con Alessandro Marrone, responsabile del programma "Difesa" dello IAI. Con lui commentiamo anche l'allarme dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), secondo cui ci sarebbe il rischio di un'escalation nucleare.
La morte del Cavaliere porterà a un ridimensionamento di Fininvest nel capitale di Mfe (ex Mediaset) a favore di Vivendi? Parliamo poi degli effetti dell'inflazione sugli stipendi dei neolaureati e della rivolta degli agricoltori che scuote l'Olanda
A 86 anni è morto il fondatore di Fininvest e il presidente più vincente della storia del calcio italiano: comunque la pensiate, un gigante che ha cambiato le regole del gioco, del mercato e della comunicazione.
Da mamma Rosa alla figlia Marina, da Lario a Marta Fascina
Con la morte di Silvio Berlusconi scompare anche uno dei più importanti imprenditori italiani. Dagli esordi con l'edilizia fino al mondo dei media, dalla grande distribizione al calcio. Cosa succede ora? Sarà una successione industriale o finanziaria quella che coinvolgerà la famiglia Berlusconi? In futuro i cinque figli, Marina, Piersilvio, nati dal primo matrimonio, e Barbara, Eleonora e Luigi, figli della storia con Veronica Lario, si divideranno le aziende o il patrimonio? Ne parliamo conPaolo Bricco del Sole 24 Ore. Mediaset, quale futuro? Intanto la Borsa specula su un disimpegno «C'è la compattezza più assoluta della mia famiglia su un punto molto preciso: non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori». Qualche anno fa Silvio Berlusconi, subito dopo l'ingresso e la successiva ascesa del finanziere bretone Vincent Bolloré in Mediaset, chiarì un punto assai delicato: ad Arcore non c'erano spaccature. Nell'impero, del resto, ha sempre comandato il Cavaliere. Ne aveva il controllo con oltre il 60% di Fininvest a lui intestato, e prendeva le decisioni più importanti in piena autonomia. Facciamo il punto con Andrea Biondi del Sole 24 Ore.
La morte del Cavaliere porterà a un ridimensionamento di Fininvest nel capitale di Mfe (ex Mediaset) a favore di Vivendi? Parliamo poi degli effetti dell'inflazione sugli stipendi dei neolaureati e della rivolta degli agricoltori che scuote l'Olanda
Fondatore di FI, imprenditore di successo, 4 volte premier, vicende giudiziarie, la vita ‘al massimo' del Cavaliere.
Da Mediaset (oggi MfE) a Mediolanum, quanto vale l'impero Fininvest e i grandi nodi della successione
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Cosa c'entra è un podcast del Post condotto da Chiara Alessi. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Ambra Angiolini dopo più di vent'anni è tornata sul palco per cantare T'appartengo, un cult degli anni '90. Da dove viene la storia di questa canzone e cosa ha significato il programma Non è la Rai per centinaia di migliaia di ragazzini italiani?
Bisogna fare rock per essere rock? Molti diranno di sì, ma questi molti di sicuro non conoscono la storia, la vita e le opere dell'Augustone Martellone nazionale.
Anno 1993. I boati del tritolo proiettano l'Italia in un incubo. Da maggio a luglio, un'impressionante serie di attentati riporta il Paese agli anni più bui della notte della Repubblica. Mentre gli esplosivi di Cosa nostra accompagnano come una terribile colonna sonora la caduta della prima Repubblica, l'imprenditore milanese Silvio Berlusconi va alle grandi manovre e decide di lanciare un nuovo soggetto politico con l'obiettivo di occupare il campo moderato e difendere l'impero economico della Fininvest minacciato dalle inchieste del pool di Milano. È tempo dell'Operazione Botticelli, che prende il nome dalla sala del Jolly Hotel di Milano due in cui, nel novembre del 1993, si tenne la prima riunione del partito-azienda di Berlusconi.
Conoscete la leggenda che si nasconde dietro "il biscione" simbolo di Milano? Oggi ve la racconto. Si dice che un tempo molto lontano, nella zona tra Bergamo, Lodi, Cremona e Milano esistesse un enorme lago. E qui viveva uno spaventoso mostro alato chiamato Tarantasio...~.~.~Voce e testo: Lucia L. FerrariMusiche: Kingsley Elliot Kaye
ENTREVISTA COM O EX-PRESIDENTE DO GRUPO FININVEST OSWALDO ANTUNES MACIEL - Podcast
1993: il partito Fininvest, i giudici alle calcagna e i conti in rosso. Il Fatto Quotidiano ha lanciato la petizione sul sito del Fatto e su change.org: "Berlusconi al Quirinale? No, grazie". La campagna andrà avanti fino alla votazione per eleggere il presidente della Repubblica. Restate con noi. Per firmare la petizione vai su change.org: https://change.org/b-no-quirinale
Dal 1981 al 1984: lo shopping dell'etere, gli affari spericolati in Sardegna, inquirenti alle calcagna. Il Fatto Quotidiano ha lanciato la petizione sul sito del Fatto e su change.org: "Berlusconi al Quirinale? No, grazie". La campagna andrà avanti fino alla votazione per eleggere il presidente della Repubblica. Restate con noi. Per firmare la petizione vai su change.org: https://change.org/b-no-quirinale.
Dal 1984 al 1986: le trasmissioni illegali, il regalo del governo e la guerra con De benedetti. Il Fatto Quotidiano ha lanciato la petizione sul sito del Fatto e su change.org: "Berlusconi al Quirinale? No, grazie". La campagna andrà avanti fino alla votazione per eleggere il presidente della Repubblica. Restate con noi. Per firmare la petizione vai su change.org: https://change.org/b-no-quirinale.
Dal 1990 al 1992: legge Mammì, miliardi a Craxi e giudici corrotti. Il Fatto Quotidiano ha lanciato la petizione sul sito del Fatto e su change.org: "Berlusconi al Quirinale? No, grazie". La campagna andrà avanti fino alla votazione per eleggere il presidente della Repubblica. Restate con noi. Per firmare la petizione vai su change.org: https://change.org/b-no-quirinale
Dal 1976 al 1977: l'ombra di Cosa Nostra e i finanziatori senza nome. Il Fatto Quotidiano ha lanciato la petizione sul sito del Fatto e su change.org: "Berlusconi al Quirinale? No, grazie". La campagna andrà avanti fino alla votazione per eleggere il presidente della Repubblica. Restate con noi. Per firmare la petizione vai su change.org: https://change.org/b-no-quirinale
I legami tra Fininvest e Cosa nostra. L'operazione Mala Pigna e il traffico di rifiuti gestito dalla 'ndrangheta. L'omicidio di mafia a Buccinasco. La prima condanna per caporalato sui rider. L'omicidio, a Bari, del fratello di un collaboratore di giustizia. Il piano della 'ndrangheta per vendicare i boss, tra bazooka e armi da guerra. La confisca di beni per 4 milioni di euro ai Corleonesi. Il riacquisto di un complesso turistico confiscato in Veneto per conto di un boss di Cosa Nostra. I ghiri confiscati alla 'ndrangheta.Sono le notizie della nuova puntata di Fresche di stampa, il podcast di Sentiti Libera, il progetto a cura di Libera Bologna e Q Code Mag. L'episodio a cura di Sara Barattini, Giovanni Soini, Sofia Nardacchione, Bianca Franco, Marta Maistrello, Marta Mezzadri, Camilla Furci e Silva Almacolle, con i commenti di Francesco Donnici, giornalista del Corriere della Calabria, e di Antonio Monachetti, responsabile del settore beni confiscati di Libera Bologna ed Emilia-Romagna.
Patrícia tem Formação em Ciências Contábeis - Ugf e Pós graduação em Marketing - IAVM, além de Cursos de Administração de negócio - FIA/USP e de gerenciamento de pessoas - Wisnet. Patrícia está lançando o livro Mulheres Poetas pela editora Mente Aberta. Com passagem pela Ernst&Young e Price Waterhouse, foi sócia de várias lojas de comércio - Hallmark (Barrashopping e Norteshopping), Inovatore, Salão de Beleza (Barrashopping e Parque das Rosas) e Hoshi Culinária Japonesa (Freguesia - Jacarepaguá). Patrícia também trabalhou como gerente em instituições financeiras como Fininvest, Unibanco e Itaú e atualmente trabalha como síndica profissional. Venha se conectar conosco! Também disponível no YouTube.
Torniamo a parlare degli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori, percorsi biennali post diploma. Ce ne sono 109 in Italia e sono l'alternativa all'università per studenti che vogliano formarsi sul piano tecnico e digitale. Ma purtroppo un'esperienza formativa che pochi conoscono. E allora dal 5 al 7 maggio, si svolgono gli ITS POP DAYS, la prima fiera virtuale degli Istituti Tecnici Superiori, organizzata da Confindustria, Umana e Indire. Mediaset-Vivendi: la guerra è finita. Chi ha vinto? Fininvest, Mediaset e Vivendi hanno firmato la pace, ponendo fine a cinque anni di guerra tra società e nei Tribunali. L'accordo è globale e "mette fine alle loro controversie rinunciando reciprocamente a tutte le cause e denunce pendenti", con Vivendi che uscirà progressivamente dall'azionariato del Biscione, dando a Fininvest una possibile prelazione. Lo spiega un comunicato congiunto emesso al termine di giorni di trattative serrate. Sui vaccini le Regioni viaggiano in ordine sparso La corsa alle vaccinazioni rischia di proseguire non in maniera uniforme tra tutte le regioni, con qualcuna in affanno sulla copertura «prioritaria» degli over 80, i più a rischio per la letalità Covid, mentre si avviano le prenotazioni fino ai 55 anni in alcune regioni come il Lazio. Nell'ultima settimana oltre 2,77 milioni di punture, un dato che testimonia una velocità appena superiore alle ambizioni delle 500 mila inoculazioni quotidiane. Se le aspettative sono state soddisfatte c'è da fare uno scatto in più soprattutto in Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna che sono in ritardo rispetto alla media nazionale sull immunizzazione dei più fragili. L'avvertenza secondo il commissario non è di poco conto: mettere in sicurezza gli anziani anche la fascia 70-79 anni è la madre di tutte le battaglie prima di aprire alle prenotazioni agli under 60. Ospiti: Francesco Seghezzi, direttore Fondazione Adapt, Antonella Olivieri, Il Sole 24 Ore, Alessandro Arona, Radio24
No podcast #31 batemos um papo com Augusto Lins, ele que é o atual presidente da Stone Pagamentos.Antes de ingressar na Stone, Augusto ocupou cargos sênior como chefe de vendas na Redecard, diretor do Banco Itaú-Unibank e foi membro da equipe executiva da Hipercard e Fininvest.Depois de iniciar sua carreira como empreendedor, mudou-se para o setor de bancos e investimentos corporativos no início de 1990. Ao longo dos anos, Augusto ocupou vários cargos no exterior nas áreas de negócios e desenvolvimento de negócios para NM Rothschild, ING Bank e Barings.Enxergou uma oportunidade quando percebeu que o mercado financeiro era concentrado e verticalizado: pequeno e médios empreendedores e varejistas eram mal atendidos. A percepção geral era que pagavam caro, recebiam um serviço ruim, com baixa inovação e não viam transparência na relação com os grandes players.Por isso, resolveram montar um negócio diferente, focado no cliente. Assim surgiu a Stone.
Claudio Brachino"Avere o non avere"Il miraggio dell'uguaglianza nella nostra democraziaRubbettino Editorehttps://store.rubbettinoeditore.it/Soldi, lavoro, diritti, futuro: la forbice tra ricchi e poveri si sta allargando sempre più. In Italia, in Europa, nel mondo. La democrazia rischia di diventare una maschera ormai incapace di celare il vero volto delle disuguaglianze sociali. Disparità di genere, divario profondo e apparentemente incolmabile tra i Nord e i Sud del pianeta, diverse possibilità di accesso all'educazione, alla sanità, perfino ai sogni. E la rivoluzione tecnologica, accompagnata ai suoi albori dalla promessa di ridurre le distanze e promuovere una maggiore uguaglianza, che sembra essere diventata solo uno strumento di potere in mano a una nuova e ristretta schiera di oligarchi globali. È su questo terreno in perenne smottamento, per di più travolto dalla pandemia di Covid-19 come da un terremoto epocale che ne ha allargato ancora di più le crepe, che Claudio Brachino prova a muoversi per analizzare, osservare, capire. Non con l'occhio dell'economista di professione ma con quello del giornalista abituato a sporcarsi le mani con la realtà in cui vive, e a raccontarla.Claudio Brachino (Viterbo, 1959) è un giornalista televisivo, un editorialista e un saggista. Si laurea in Lettere all'Università la Sapienza di Roma, dove incontra Eduardo De Filippo in veste di professore di drammaturgia. A quattro mani con il maestro scrive e pubblica nel 1982 per Einaudi Mettiti al passo!, commedia che poi De Filippo mette anche in scena con Paolo Graziosi e Lina Sastri. Nel 1988 pubblica per il Teatro di Roma, in collaborazione con Maurizio Scaparro, La macchina da presa teatrale, taccuino delle prove dello spettacolo realizzato dal grande regista russo Michalkov con Mastroianni. Dal 1988 fino al marzo del 2020 lavora prima per la Fininvest e poi per Mediaset. E' stato per lunghi anni Vicedirettore e anchorman storico del tg di Italia1, Studio aperto, poi è stato nominato Direttore di Videonews, che con lui è diventata la fabbrica dei programmi giornalistici dell'azienda. Ha diretto anche Sport Mediaset e per una sola stagione Rmc news. Ha condotto per tre edizioni Mattino5, per una Domenica5, tutte le inchieste del suo Top secret, e vari speciali nonché edizioni straordinarie sui fatti più importanti degli ultimi 30 anni. E' stato editorialista del Tempo e lo è tutt'ora del Giornale. Ha pubblicato, oltre ai due testi sul teatro, due saggi sull'amore , Non c'è due senza te e Ricomincio da te , Mondadori, e sempre per la casa di Segrate ha trasformato in libri le sue indagini sul mistero, Top secret, Chi ha ucciso Lady D? (con Paolo Filo Della Torre) e Alla ricerca del Graal, su Dan Brown. Con Cairo ha pubblicato I delitti del condominio (con Barbara Benedettelli), mentre il comune di Cervo, vent'anni dopo la la laurea, ha pubblicato la sua tesi sperimentale su Ambrogio Viale nel bicentenario della morte del poeta ligure. L'ultimo saggio, Avere o non avere, il miraggio dell'uguaglianza nella nostra democrazia, è uscito per Rubbettino. Da settembre 2020 è anche editorialista politico e consulente multimediale per Italpress, agenzia per cui realizza Primo piano, rubrica di interviste ai protagonisti dell'attualità politica ed economica.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Perché viviamo la morte di Solange come una cosa malinconica?
Kate Moss e John Galliano, con una delle amicizie più longeve e più intense della storia della moda, sono i protagonisti del nuovo podcast della serie "Of Love and Style". “Permettendomi di disegnare quel vestito (l'abito da sposa per il matrimonio con Jamie Hince, n.d.r.) Kate mi ha salvato la vita. È stata il mio rehab creativo. Le devo tutto” dirà lo stilista riguardo quel meraviglioso abito che tutti ricordiamo. Proprio dall'abito di nozze di Kate Moss prende il via la narrazione di Raffaele Panizza nel raccontare la storia del couturier nato a Gibilterra e dell'iconica modella. Di Raffaele Panizza. A cura di Elisa Pervinca Bellini. - - - - Crediti:Kate Moss: It’s all in the details, videointervista per Vogue.com. 17 gennaio 2012.John Galliano: The first interview, intervista per il programma Charlie Rose, in onda sul network PBS e Bloomberg Television. Produttore e conduttore: Charlie Rose per PBS. 6 dicembre 2013.The South Bank Show, prodotto da London Weekend Television per ITV network. 8 marzo 1996BBC News, prodotto da British Broadcasting Corporation. 28 ottobre 2008Looking for Kate, prodotto da Emason Production e Electron Libre. Regista: Dominique Miceli. 12 gennaio 2014A conversation with David Baron, prodotto da Phoebe Bradford per WWD. 16 dicembre 2019Obsession, commercial per fragranza Calvin Klein. Regista: Mario Sorrenti. 1993Kate! Creating an icon, prodotto da Loanmedia. Regista: Nicola Graef. 3 marzo 2011Masters of style: John Galliano, scritto e condotto da Tim Blanks, prodotto e diretto da Madeleine Czigler. 2003Matrix, condotto da Enrico Mentana, prodotto per Canale 5 da Fininvest e Videonews. 12 settembre 2005.CNN, rullo di notizie, condotto da Hala Gorani. 1 marzo 2011John Galliano: The master of couture, intervista di Alexandra Shulman per The Vogue Festival. 27 aprile 2015
descrizione Silvio Berlusconi mollla Marcello dell'Utri. Il fondadore di Fininvest non vuole testimoniare al processo sulla Trattativa Stato Mafia e così facendo mette nei guai il suo ex braccio destro. Ne abbiamo parlato con Attilio Bolzoni, giornalista de La Repubblica.I parlamentari del M5s non vogliono lo scudo penale per Arcelor Mittal neppure se lo propone il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Intervista con il deputato grillino Giuseppe Vianello. Milano non Odia. Manifestazione di solidarietà con Liliana Segre minacciata via social. Collegamento con l'inviata Martina Pagani. interviste sul Caso Segre a Marcello Pezzetti, direttore del Museo della Shoah di Roma e a Eric Salerno, giornalista e scrittore.
descrizione Silvio Berlusconi mollla Marcello dell'Utri. Il fondadore di Fininvest non vuole testimoniare al processo sulla Trattativa Stato Mafia e così facendo mette nei guai il suo ex braccio destro. Ne abbiamo parlato con Attilio Bolzoni, giornalista de La Repubblica.I parlamentari del M5s non vogliono lo scudo penale per Arcelor Mittal neppure se lo propone il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Intervista con il deputato grillino Giuseppe Vianello. Milano non Odia. Manifestazione di solidarietà con Liliana Segre minacciata via social. Collegamento con l'inviata Martina Pagani. interviste sul Caso Segre a Marcello Pezzetti, direttore del Museo della Shoah di Roma e a Eric Salerno, giornalista e scrittore.
N esta conversa com Henrique Szklo, Righi fala de sua carreira de sucesso na publicidade, de sua saída das agências para enfrentar um novo desafio como sócio de uma produtora de cinema, a adaptação à nova realidade de mercado, dos ídolos e mestres que se transformaram em amigos, das difíceis relações com os clientes, dos filhos gêmeos e algum saudosismo ao lembrar da época em que estava na faculdade, onde, a propósito, conheceu Henrique, a quem chama de Carneiro. Quem é o Righi? Formado em Publicidade e Propaganda pela FAAP. Começou como redator na MPM Propaganda em 1983 onde trabalhou por 11 anos, saindo como supervisor de criação na então MPM Lintas. Redator JWT, na Young & Rubicam e depois na DPZ por 5 anos. Diretor de Criação da Carillo Pastore Euro RSCG, da QG Comunicação (Grupo Talent) e da Giacometti. Entre outros clientes, já criou campanhas para Fiat, Walita, Lever, J&J, Hering, Knorr, AT&T, Varig, Bosch, Itaú, Coca-Cola, Credicard, Avon, Kaiser, Brahma, Embratel, Philips, Fininvest, Arapuã, e Marisa. Ganhou prêmios em todos os festivais brasileiros e nos principais festivais internacionais. Foi jurado em diversos festivais, incluindo CCSP, Fiap (Argentina), El Sol (Espanha), Sinos (Portugal), Achap (Chile), Caracol de Plata (México), Tocororo (Cuba) e Profissionais do Ano (Rede Globo). Já fez palestras em Portugal, Peru e Cuba. Ex-Presidente do Clube de Criação de São Paulo, eleito em 2001 e reeleito em 2003. É membro do board do New York Festival Film & Vídeo Awards, faz parte da diretoria e do conselho da APRO e da APP. Em 2004 tornou-se sócio da Fulano Filmes, uma das principais produtoras do Brasil, de onde saiu em 2014 para se associar a Rodolfo Vanni e Maria João Calheiros na Cia de Cinema. Ganhou o Prêmio Contribuição Profissional 2015 da APP, Associação dos Profissionais de Propaganda. Atualmente é sócio da Damasco Filmes, onde é produtor executivo.
Former Italian Prime Minister Silvio Berlusconi says he has sold football club AC Milan to a Chinese consortium.Berlusconi, who owns the Serie A team, made the remarks to local newspapers on Tuesday.He said they will be paying at least €400m (£220m) over the next two years, which may value the club at up to €750m including debt."Milan has now embarked on this path towards China," he said without disclosing the identity of the buyers.However other media outlets, citing their own sources, said the terms of the deal are still being finalised.Berlusconi, 79, has served as prime minister four times but was convicted of tax fraud and bribery.His family holding company Fininvest reportedly entered into exclusive talks with the Chinese investor group in May.The consortium is looking to buy 80% of the club immediately before eventually taking over the remainder.The deal could even result in the club being listed in China, according to Reuters news agency.From: BBC NewsAvailable from: http://www.bbc.co.uk/news/business-36721010
Silvio Berlusconi tra meno di una settimana, il 9 marzo, finirà di scontare la pena per la condanna definitiva per frode fiscale. L'ex capo del governo si libera così di un peso, ma altri ne restano: l'incandidabilità fino al novembre del 2019 e poi un partito, Forza Italia, logorato da uno scontro, oramai lungo, tra i vari gruppi e cerchie di potere. Nella paralisi del partito l'unica cosa che si muove, in quella che era la galassia della destra berlusconiana in senso stretto, sono le aziende del leader di Forza Italia: tra cessioni di partecipazioni per far cassa (quasi l'8% di Mediaset) e gli annunci di campagne acquisti (Rcs Libri e RaiWay), Fininvest e Mediaset stanno cercando in queste ultime settimane nuove posizioni di potere e di influenza, non solo economica e finanziaria. L'altro polo in movimento nella destra italiana è quello leghista, con un Matteo Salvini che non si capisce ancora se brilli di luce propria o di quella riflessa dalla debolezza politica di Berlusconi. Il lessico profondo, viscerale, della destra salviniana – al di là delle incipriature mediatiche - resta quello ruvido del ceppo originario del Carroccio: un lessico fascistoide o fascista dove impera la cultura del capro espiatorio da individuare e colpire (“gli immigrati, terroristi o portatori di malattie”) e del popolo da discriminare su base etnica (“i rom ladri”). Di tutto questo Memos ha parlato oggi con Eric Jozsef, giornalista, corrispondente da Roma del quotidiano francese Liberation, autore di un libro uscito di recente che si intitola: “Il vero Berlusconi. L'uomo, l'imprenditore, il politico”(Cavinato). E' un libro-intervista a Dario Rivolta, dirigente di Forza Italia della prima ora, capo dello staff di Berlusconi per una decina d'anni, fino al '94, tra i fondatori di Forzitalia.
Silvio Berlusconi tra meno di una settimana, il 9 marzo, finirà di scontare la pena per la condanna definitiva per frode fiscale. L'ex capo del governo si libera così di un peso, ma altri ne restano: l'incandidabilità fino al novembre del 2019 e poi un partito, Forza Italia, logorato da uno scontro, oramai lungo, tra i vari gruppi e cerchie di potere. Nella paralisi del partito l'unica cosa che si muove, in quella che era la galassia della destra berlusconiana in senso stretto, sono le aziende del leader di Forza Italia: tra cessioni di partecipazioni per far cassa (quasi l'8% di Mediaset) e gli annunci di campagne acquisti (Rcs Libri e RaiWay), Fininvest e Mediaset stanno cercando in queste ultime settimane nuove posizioni di potere e di influenza, non solo economica e finanziaria. L'altro polo in movimento nella destra italiana è quello leghista, con un Matteo Salvini che non si capisce ancora se brilli di luce propria o di quella riflessa dalla debolezza politica di Berlusconi. Il lessico profondo, viscerale, della destra salviniana – al di là delle incipriature mediatiche - resta quello ruvido del ceppo originario del Carroccio: un lessico fascistoide o fascista dove impera la cultura del capro espiatorio da individuare e colpire (“gli immigrati, terroristi o portatori di malattie”) e del popolo da discriminare su base etnica (“i rom ladri”). Di tutto questo Memos ha parlato oggi con Eric Jozsef, giornalista, corrispondente da Roma del quotidiano francese Liberation, autore di un libro uscito di recente che si intitola: “Il vero Berlusconi. L'uomo, l'imprenditore, il politico”(Cavinato). E' un libro-intervista a Dario Rivolta, dirigente di Forza Italia della prima ora, capo dello staff di Berlusconi per una decina d'anni, fino al '94, tra i fondatori di Forzitalia.
Silvio Berlusconi tra meno di una settimana, il 9 marzo, finirà di scontare la pena per la condanna definitiva per frode fiscale. L'ex capo del governo si libera così di un peso, ma altri ne restano: l'incandidabilità fino al novembre del 2019 e poi un partito, Forza Italia, logorato da uno scontro, oramai lungo, tra i vari gruppi e cerchie di potere. Nella paralisi del partito l'unica cosa che si muove, in quella che era la galassia della destra berlusconiana in senso stretto, sono le aziende del leader di Forza Italia: tra cessioni di partecipazioni per far cassa (quasi l'8% di Mediaset) e gli annunci di campagne acquisti (Rcs Libri e RaiWay), Fininvest e Mediaset stanno cercando in queste ultime settimane nuove posizioni di potere e di influenza, non solo economica e finanziaria. L'altro polo in movimento nella destra italiana è quello leghista, con un Matteo Salvini che non si capisce ancora se brilli di luce propria o di quella riflessa dalla debolezza politica di Berlusconi. Il lessico profondo, viscerale, della destra salviniana – al di là delle incipriature mediatiche - resta quello ruvido del ceppo originario del Carroccio: un lessico fascistoide o fascista dove impera la cultura del capro espiatorio da individuare e colpire (“gli immigrati, terroristi o portatori di malattie”) e del popolo da discriminare su base etnica (“i rom ladri”). Di tutto questo Memos ha parlato oggi con Eric Jozsef, giornalista, corrispondente da Roma del quotidiano francese Liberation, autore di un libro uscito di recente che si intitola: “Il vero Berlusconi. L'uomo, l'imprenditore, il politico”(Cavinato). E' un libro-intervista a Dario Rivolta, dirigente di Forza Italia della prima ora, capo dello staff di Berlusconi per una decina d'anni, fino al '94, tra i fondatori di Forzitalia.
La Tv in Italia? Sembra essere cambiato poco dall'apice del berlusconismo televisivo, dieci anni fa. Rispetto ad allora gli interessi, non solo televisivi, di Berlusconi continuano a spadroneggiare. Colpa del patto del Nazareno? «Non ce n'è bisogno», racconta a Memos Marco Mele, giornalista del Sole 24 ore che da anni scrive di tv e media. «Il patto del Nazareno c'entra poco. C'entra, invece, il fatto che esiste una cultura di governo – anche in questo governo di centrosinistra – che non va a smuovere gli assetti del sistema televisivo nazionale. Accade di default, senza che ci sia bisogno del patto». L'ultima vicenda è quella che riguarda i canoni per i diritti d'uso delle frequenze televisive su cui il governo è intervenuto, un paio di giorni fa, per confermare uno sconto ad hoc su quel canone a favore di Rai e Mediaset. «L'unica cosa certa – dice Mele – è che oltre al favore a Mediaset si rischia di aggravare la situazione delle tv locali, con un danno al pluralismo». A Memos Marco Mele fa alcune ipotesi attorno alle ragioni delle ultime mosse in casa Fininvest, in particolare la cessione di quasi l'8% delle azioni Mediaset. E infine la riforma della governance della Rai, invocata ancora l'altro ieri da Renzi, ma che ancora non esiste, nemmeno sulla carta.
La Tv in Italia? Sembra essere cambiato poco dall'apice del berlusconismo televisivo, dieci anni fa. Rispetto ad allora gli interessi, non solo televisivi, di Berlusconi continuano a spadroneggiare. Colpa del patto del Nazareno? «Non ce n'è bisogno», racconta a Memos Marco Mele, giornalista del Sole 24 ore che da anni scrive di tv e media. «Il patto del Nazareno c'entra poco. C'entra, invece, il fatto che esiste una cultura di governo – anche in questo governo di centrosinistra – che non va a smuovere gli assetti del sistema televisivo nazionale. Accade di default, senza che ci sia bisogno del patto». L'ultima vicenda è quella che riguarda i canoni per i diritti d'uso delle frequenze televisive su cui il governo è intervenuto, un paio di giorni fa, per confermare uno sconto ad hoc su quel canone a favore di Rai e Mediaset. «L'unica cosa certa – dice Mele – è che oltre al favore a Mediaset si rischia di aggravare la situazione delle tv locali, con un danno al pluralismo». A Memos Marco Mele fa alcune ipotesi attorno alle ragioni delle ultime mosse in casa Fininvest, in particolare la cessione di quasi l'8% delle azioni Mediaset. E infine la riforma della governance della Rai, invocata ancora l'altro ieri da Renzi, ma che ancora non esiste, nemmeno sulla carta.
La Tv in Italia? Sembra essere cambiato poco dall'apice del berlusconismo televisivo, dieci anni fa. Rispetto ad allora gli interessi, non solo televisivi, di Berlusconi continuano a spadroneggiare. Colpa del patto del Nazareno? «Non ce n'è bisogno», racconta a Memos Marco Mele, giornalista del Sole 24 ore che da anni scrive di tv e media. «Il patto del Nazareno c'entra poco. C'entra, invece, il fatto che esiste una cultura di governo – anche in questo governo di centrosinistra – che non va a smuovere gli assetti del sistema televisivo nazionale. Accade di default, senza che ci sia bisogno del patto». L'ultima vicenda è quella che riguarda i canoni per i diritti d'uso delle frequenze televisive su cui il governo è intervenuto, un paio di giorni fa, per confermare uno sconto ad hoc su quel canone a favore di Rai e Mediaset. «L'unica cosa certa – dice Mele – è che oltre al favore a Mediaset si rischia di aggravare la situazione delle tv locali, con un danno al pluralismo». A Memos Marco Mele fa alcune ipotesi attorno alle ragioni delle ultime mosse in casa Fininvest, in particolare la cessione di quasi l'8% delle azioni Mediaset. E infine la riforma della governance della Rai, invocata ancora l'altro ieri da Renzi, ma che ancora non esiste, nemmeno sulla carta.