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Oggi parliamo dello sconfinamento di droni russi nello spazio aereo della Polonia, con una testimonianza da Varsavia, poi di analfabetismo funzionale e dell'atteso caos in Francia. ... Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
La Polonia ha richiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in seguito alla violazione del suo spazio aereo da parte di droni russi. La riunione potrebbe tenersi venerdì. Varsavia ha invocato già ieri l'articolo 4 della Nato. Il premier Donald Tusk ha escluso per ora lo stato di guerra, ma avverte che il rischio di conflitto è il più alto dalla Seconda guerra mondiale. La Polonia ha annunciato inoltre la limitazione del traffico aereo al confine orientale.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com
Giuseppe Sarcina parla dell'abbattimento dei velivoli intercettati e abbattuti da Varsavia con il coordinamento della Nato. Francesca Basso spiega che cosa ha detto la presidente della Commissione Ue, in particolare per quanto riguarda i rapporti con Israele. Stefano Montefiori racconta la giornata di violente manifestazioni organizzata dal movimento «Bloquons tout», che ha portato all'arresto di oltre 300 persone.I link di corriere.it:La Nato cerca le prove per dimostrare l'intenzione dei russi di colpire la PoloniaIl discorso di Ursula von der Leyen sullo stato dell'Unione europea: «Sospensione dell'accordo bilaterale con Israele»Chi c'è dietro le manifestazioni in Francia: il movimento nato da destra e no vax «adottato» da Mélenchon
Caccia della Polonia hanno abbattuto nella notte diversi droni russi dopo che una decina di velivoli hanno violato lo spazio aereo polacco durante un massiccio attacco sull'Ucraina. L'operazione ha richiesto la chiusura di quattro aeroporti polacchi, tra cui lo Chopin di Varsavia, il principale scalo del Paese. Il comando delle forze armate polacche ha denunciato quello che ha definito un «atto di aggressione che ha rappresentato una vera minaccia per la sicurezza dei cittadini» e «una violazione dello spazio aereo senza precedenti. Varsavia ha invocato articolo 4 della Nato mentre tutto l'occidente ha condannato quanto accaduto.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc Adnkronos: podcast/adnkronos.com
Gli austrotedeschi compiono un'azzardata offensiva verso Varsavia, rischiando una grave sconfitta per opera dei Russi. Nella Galizia occupata, il governo zarista applica il pugno di ferro contro la popolazione ucraina ed ebraica. Il generale Conrad sceglie di sacrificare la fortezza di Przemyśl per ragioni propagandistiche e... amorose.Seguimi su Instagram: @laguerragrande_podcastSe vuoi contribuire con una donazione sul conto PayPal: podcastlaguerragrande@gmail.comScritto e condotto da Andrea BassoMontaggio e audio: Andrea BassoFonti dell'episodio:Prit Buttar, Collision of Empires, The War on the Eastern Front in 1914, Osprey Publishing, 2016 Christopher Clark, Die Schlafwandler, Deutsche Verlags-Anstalt, 2013Gina Conrad von Hötzendorf, Mein Leben mit Conrad von Hötzendorf, Grethlein, 1935Peter Hart, La grande storia della Prima Guerra Mondiale, Newton & Compton, 2013Boris Khavkin, The forgotten front. The Eastern Theater of World War I, 1914-1915, Kentucky University Press, 2018Erich Ludendorff, Meine Kriegserinnerungen 1914–1918, Harper, 1919Indy Neidell, Learning From Napoleon – Russia, The Underestimated Enemy, The Great War, 2014Sergei Nelipovich, The Russian Front of the First World War: the losses of the sides in 1914, Kvadriga, 2017Sergei Nelipovich, Warsaw-Ivangorod operation, 1914, Russian Association of Historians of the First World War, Kvadriga, 2020Alexey Oleynikov, Russia-Shield of Entente, Piter, 2016Maxim Oskin, Autumn 1914: the Battle for Poland, Veche, 2024Hans Rauscher, Manisch-depressiver Feldherr, Der Standard, 2013Gunther Rothenberg, The Army of Francis Joseph, Purdue University Press, 1976Alexander Watson, Il grande assedio di Przemysl, 1914. Storia di una battaglia dimenticata, Rizzoli, 2021Samuel Williamson, The Origins of World War I, The Massachusetts Institute of Technology and the Journal of Interdisciplinary History, 1988In copertina: da un periodico russo dell'inverno 1914, la fanteria zarista respinge un attacco notturno tedesco nelle trincee di fronte a Varsavia.
“Progettiamo identità ambientali”. Con queste parole Mara Servetto e Ico Migliore raccontano il lavoro del loro studio, Migliore + Servetto.Originari di Torino, da quasi trent'anni hanno scelto Milano come base, specializzandosi nella creazione di spazi culturali di ogni scala e dimensione. Ma il loro lavoro non si ferma qui: Ico e Mara sviluppano progetti urbanistici, disegnano grafica e prodotto per istituzioni e aziende in tutto il mondo, dall'Italia all'Estremo Oriente.Nel corso della loro carriera hanno ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre Compasso d'Oro e tredici Red Dot Design Awards. Inoltre, portano la loro esperienza nell'insegnamento universitario in Italia, Corea del Sud e Giappone.In questo episodio esploriamo musei, mostre, quartieri e città, con la consapevolezza che ogni progettista, prima di tutto, dovrebbe dedicarsi a disegnare identità e relazioni.I link dell'episodio:- Lo studio di Mara e Ico https://architettimiglioreservetto.it- Chopin Muzeum di Varsavia https://architettimiglioreservetto.it/portfolio-posts/chopin-muzeum-warsaw/- Il Museo Egizio di Torino https://architettimiglioreservetto.it/portfolio-posts/egyptian-museum-advisor-turin/- Il libro suggerito da Mara, "Libro d'ombra" di Jun'ichirō Tanizaki https://www.bompiani.it/catalogo/libro-dombra-9788845292996- Il libro suggerito da Ico, "Narciso e Boccadoro" di Hermann Hesse https://it.wikipedia.org/wiki/Narciso_e_Boccadoro
“SONO ENTRATO IN UN CLUB A VARSAVIA. IL GIORNO DOPO NON RICORDAVO PIÙ NULLA.” Sembrava un locale elegante. Una hostess gentile. Un drink offerto. Poi una stanza privata. Luci basse. Nessun prezzo chiaro. Da lì: buio. Settemila zloty spariti. Carta svuotata. Memoria cancellata. E se non c'erano i miei amici a portarmi via, chissà come finiva. A Varsavia qualcuno lo chiama “esperienza VIP”. Io lo chiamo furto lucido, pianificato, mascherato da lusso. Condividi. Tagga chi parte. Che non ci finisca anche lui con la testa nel c@zz@ di blackout.***Buon ascolto!Vuoi scrivermi?lex.esposito@hotmail.itVuoi farmi un audio?340.6473499Vuoi studiare GRATIS?ISCRIVITI AL GRUPPOAccademiaDiCriminologia su TELEGRAMQUI IL LINKhttps://t.me/accademiadicriminologiaOgni giorno contenuti UNICI, RARI E GRATIS per rispondere a questi e molti altri quesiti:Come si fa una consulenza criminologica?Come si fa una CTP?Come si fa una CTU?Come si trova il primo cliente?Come si pagano le bollette e le rate del mutuo con la criminologia?TI ASPETTIAMO!Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/accademia-di-criminologia--1771463/support.
Il primo giugno Karol Nawrocki è stato eletto presidente della Polonia, in un'elezione che ha registrato una delle più alte affluenze nella storia delle presidenziali polacche. Con Lorenzo Berardi, giornalista, da Varsavia.Ad aprile il produttore di auto elettriche cinese Byd per la prima volta ha venduto in Europa più auto elettriche della concorrente statunitense Tesla, l'azienda di proprietà di Elon Musk che per molto tempo ha dominato il mercato. Con Alessandro Lubello, editor di economia di Internazionale.Oggi parliamo anche di:Corpo e mente • "Strategie per sopravvivere nell'epoca del narcisismo" di Arthur C. Brookshttps://www.internazionale.it/magazine/ayoba-faye/2025/05/29/un-incertezza-insopportabileDisco • Liszt: Via crucis e altri pezzi, Leif Ove Andsnes, Norwegian Soloists' ChoirCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
A pochi giorni dal ballottaggio alle presidenziali, il premier polacco Donald Tusk ha annunciato l'innalzamento dei livelli di allerta Bravo e Bravo-Crp, in risposta al rischio di minacce ibride e cibernetiche provenienti da Russia e Bielorussia. La misura mira a prevenire possibili interferenze nel processo elettorale, già denunciate durante il primo turno dello scorso 18 maggio. Ne parliamo con l'inviata a Varsavia del Foglio Micol Flammini. Oltre alla cronaca europea parliamo anche di Romania, dove Parliamo con Anita Bernacchia all'indomani dell'insediamento di Nicusor Dan come nuovo presidente della Romania. Il suo insediamento segna la fine della peggiore crisi politica che abbia colpito il Paese Ue negli ultimi decenni, dopo l'annullamento delle precedenti elezioni.
Il 26 maggio almeno 33 persone sono morte nel bombardamento israeliano di una scuola nella città di Gaza, in un momento in cui Israele sta intensificando la sua offensiva nonostante le crescenti pressioni internazionali. Con Meron Rapoport, giornalista, da Tel Aviv.Domenica in Polonia ci sarà il ballottaggio delle elezioni presidenziali, un voto che è considerato decisivo per il futuro politico del paese e dell'Europa. Con Lorenzo Berardi, giornalista, da Varsavia.Oggi parliamo anche di:Australia • “I vantaggi portati dagli studenti stranieri“ di Grant Wyethhttps://www.internazionale.it/magazine/grant-wyeth/2025/05/22/i-vantaggi-portati-dagli-studenti-stranieriSerie tv • Sirens su NetflixCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8168PUTIN RESTAURA IL CULTO STALINIANOdi Stefano Magni La parata del 9 maggio a Mosca ha avuto due significati precisi: uno politico e l'altro storico.Il significato politico è sempre stato nella scelta polemica della data del 9 maggio, per celebrare la vittoria della guerra in Europa, da parte dell'Unione Sovietica prima e della Russia post-sovietica poi. Gli Alleati che batterono i nazisti festeggiano l'8 maggio. I sovietici no: il 9 maggio, perché per motivi di fuso orario, a Mosca era già il 9 quando la Germania si arrese. Dal 1965 (ventennale della vittoria) il 9 maggio era diventata festa nazionale in Unione Sovietica e di conseguenza anche in tutti i regimi comunisti satelliti.Cosa significa celebrare un giorno dopo rispetto agli Alleati? Marcare la differenza. E sottolineare la superiorità della causa sovietica. Per la storiografia ufficiale comunista, infatti, la guerra contro il nazismo è stata vinta soprattutto dall'Urss, con l'appoggio solo secondario degli Alleati. Questi ultimi, i nuovi nemici, erano dipinti come partner infidi che si preparavano, già allora, a combattere la guerra contro la patria socialista al fianco dei nuovi "nazisti" tedeschi.Tutta la retorica sovietica, fino alla metà degli anni'80, non faceva che ripetere e replicare all'infinito la paura di una nuova invasione da Occidente. O peggio ancora: un attacco nucleare a sorpresa, una "Barbarossa atomica" a cui Mosca preparava continuamente la popolazione, anche con sistemi di bunker ed esercitazioni di difesa civile che non avevano eguali nei Paesi occidentali. Quindi c'era la paura costante di un nuovo attacco e il momento catartico in cui celebrare la vittoria, senza alleati, solo alla presenza dei comunisti.Il 9 maggio è stato mantenuto come tradizione anche nella Russia post-sovietica, ma caricandolo meno di significati retorici e senza troppa ideologia di mezzo. Con Putin è pian piano tornato alla sua simbologia originaria. Una vittoria ottenuta in solitaria e con grande sofferenza contro il nemico nazista invasore, un nemico "che c'è ancora" anche se prende altre forme. E che, per il Cremlino, risiede sempre in Occidente. Questa è la piega che la grande parata sta prendendo almeno dal 2014, il primo anno di guerra in Ucraina, il primo di netta cesura della Russia con l'Occidente.IL NUOVO BLOCCO ORIENTALEGli ospiti di ieri erano i rappresentanti del nuovo blocco orientale: Xi Jinping, il dittatore cinese, aveva l'onore di sedere al fianco di Putin e di un veterano 99enne della Seconda Guerra Mondiale, Jevgenij Znamenskij. Erano rappresentate nazioni dell'ex Unione Sovietica che, negli anni della Guerra Patriottica, combattevano nell'Armata Rossa ed oggi restano fedeli alleati o almeno partner di Putin: Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan.E poi altre dittature afro-asiatiche, quali Egitto, Laos, Mongolia, Myanmar e Vietnam. Oltre, ovviamente, alla Cina che è attualmente l'alleato della Russia più importante. Fra i leader ospiti c'erano anche gli europei Vucic (Serbia) e Fico (Slovacchia), una specie di mini-Patto di Varsavia in embrione (benché la Slovacchia faccia ancora parte della Nato).Cambia di poco la geografia delle alleanze rispetto agli anni di Breznev, ma a sfilare il 9 maggio è sempre il blocco orientale che si contrappone a quello occidentale. Da quando Putin ha invaso l'Ucraina, la retorica sul nazismo è stata rispolverata e tirata a lucido. E così gli ucraini sono tutti "nazisti". L'Europa è "nazista" e Ursula von der Leyen viene rappresentata nelle vignette di regime a forma di svastica, come ai tempi dell'Urss era rappresentata la Germania.L'America viene risparmiata da questa retorica solo da quando c'è Trump, che promette la distensione con la Russia. Ma la distensione non viene vista da Mosca come una premessa per una pace duratura, bensì come uno strumento per vincere la guerra. La retorica di Putin, il 9 maggio, più che di pace (in Ucraina) parla di vittoria: "L'intero Paese, la società, il popolo sostengono i partecipanti all'operazione militare speciale. Siamo orgogliosi del loro coraggio e della loro determinazione, della forza d'animo che ci ha sempre portato solo la vittoria".LA RIVALUTAZIONE DI STALINDa un punto di vista storico, l'enfasi della Grande Guerra Patriottica contro il nazismo, porta ovviamente anche alla rivalutazione di Stalin. Nemesi storica: da Chrushev in poi, dalla destalinizzazione fino alla caduta dell'Urss, il dittatore sovietico era stato relegato nell'oblio, una parentesi imbarazzante e sanguinosa.La glasnost di Gorbaciov aveva fatto il resto, rimuovendo i segreti di Stato sugli immensi crimini di Stalin e soprattutto riscoprendo quello che, nella storia ufficiale sovietica, era un "buco nero" vero e proprio: cosa era successo dal 1939 (anno di inizio della Seconda Guerra Mondiale) al 1941 (anno dell'invasione tedesca dell'Urss). I libri di testo, pur non potendo tacerlo del tutto, sorvolavano sul fatto che in quei due anni Hitler e Stalin erano alleati. Fu Hitler a tradire e dare inizio alla guerra fra i due totalitarismi, ma ancora il 1 maggio 1941 i soldati della Germania nazista partecipavano alla grande parata di Mosca, per la Festa dei Lavoratori.La caduta dell'Urss aveva permesso agli storici, così come ai comuni cittadini degli ex regimi comunisti, di studiare liberamente i crimini di Stalin, le sue ambiguità e il suo cinismo, la sua incapacità di combattere la guerra senza perdere masse immense di uomini, il cinismo con cui aveva usato le alleanze (prima con Hitler, poi con Churchill e Roosevelt) per espandere il territorio sovietico.Almeno da vent'anni a questa parte, questa finestra di opportunità di studio e revisione storica si è serrata. Non è un caso che appena due mesi prima dell'invasione dell'Ucraina, il regime russo abbia chiuso Memorial, l'organizzazione che studiava i crimini del comunismo. Putin ha restaurato il culto staliniano: sono tornate le statue, sono tornate addirittura le sue icone e i libri di storia sono stati riscritti di nuovo.Contrariamente all'Urss di Chrushev, Breznev e Gorbaciov, che avevano il culto di Lenin ma cercavano di far dimenticare Stalin, Putin cerca di dimenticare Lenin (uomo di rivoluzione e sconfitta) e riabilitare il culto di Stalin perché è il leader del Cremlino che (pur non essendo russo, ma georgiano) ha portato l'imperialismo di Mosca alla sua massima espansione.Il 9 maggio, a Mosca, è il trionfo del nuovo stalinismo di Stato, non più comunista ma puramente imperiale. Ed è questo il nuovo nemico totalitario che ci troviamo di fronte, impossibile da sottovalutare.
1) A Gaza un bombardamento ogni 4 minuti. In due giorni sono state uccise 250 persone. Trump intanto dice: “belle cose succederanno nel prossimo mese”. (Ugo Tramballi - Sole24ore) 2) Guerra in Ucraina, la diplomazia dei piccoli passi. Le delegazioni di Kiev e Mosca si sono parlate, ed è già una buona notizia. (Chawki Senouci) 3) Quasi 300milioni di persone nel mondo hanno fame. L'ultimo rapporto sulla malnutrizione globale mostra una situazione grave e in peggioramento per il sesto anno consecutivo. (Frances Kennedy - WFP) 4) Una domenica al voto. Nel fine settimana si vota in tre paesi europei: Romania, Polonia e Portogallo. In tutti e tre le elezioni si teme una crescita delle destre più estreme. In esteri il punto da Varsavia e Lisbona. (Mauro Caterina, Goffredo Adinolfi) 5) Mondialità. Anche il commercio equo-solidale deve fare i conti con la politica dei dazi. (Alfredo Somoza)
Il 18 marzo è una data che resterà impressa nella coscienza di chi ha ancora il coraggio di guardare. Più di 400 persone palestinesi uccise in poche ore, molte delle quali erano bambini, in uno degli attacchi più feroci dell'ultima offensiva israeliana su Gaza. Una madre, Nesreen Abdu, e i suoi figli e nipoti, carbonizzati. È successo. Di nuovo. E succede ancora. Daniel Blatman, tra i massimi studiosi della Shoah, ha scritto su Haaretz parole che dovrebbero pesare come una sentenza: “Non avrei mai immaginato di leggere testimonianze su massacri compiuti dallo Stato ebraico che ricordano quelle raccolte al Memoriale dell'olocausto”. Blatman non è un attivista. È un archivista della memoria. E proprio per questo, la sua denuncia è più potente di qualsiasi slogan. “I miei peggiori incubi non avevano previsto tutto questo”, scrive. E poi osserva come i veri eroi di oggi siano i familiari delle persone liberate da Hamas che, nonostante il dolore, si aggrappano ancora all'umanità. Un'umanità che molti, in alto, hanno perduto. L'articolo ricorda Marek Edelman, comandante del ghetto di Varsavia, che disse: “Essere ebrei significa stare sempre dalla parte degli oppressi, mai degli oppressori.” Se chi ha conosciuto il genocidio diventa carnefice, la memoria si trasforma in propaganda. E allora quel “Mai più”, svuotato e tradito, diventa solo una scusa per altri massacri. Nel mondo che guarda in silenzio e nelle cancellerie che misurano i morti con la bilancia della convenienza, restano solo i fatti: bambini affamati, tende sventrate, cimiteri improvvisati. E la vergogna di chi conosce la storia, ma ha scelto di dimenticarne il senso. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Come di consueto, nella prima parte della puntata parleremo di attualità. La prima notizia di oggi è la stessa di tutti i notiziari: la scomparsa di Papa Francesco. A seguire, ci soffermeremo sull'82° anniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia. Nella sezione dedicata alla scienza, commenteremo uno studio che segnala attività biologica su un pianeta lontano. E, infine, concluderemo la prima parte del programma con una riflessione sul cambiamento di atteggiamento delle donne britanniche tra i 18 e i 34 anni riguardo al cambio del cognome dopo il matrimonio. Il resto dell'episodio sarà dedicato a due dialoghi, entrambi incentrati sulla grammatica e sulla cultura italiana. Il primo offrirà molti esempi pratici sull'argomento grammaticale di oggi: Past Tense: Agreement of the Past Participle. Il secondo, invece, ci farà conoscere un'espressione idiomatica italiana: Starsene con le mani in mano. - Papa Francesco lascia l'eredità della compassione, dell'apertura e dell'inclusività - I narcisi simboleggiano la resilienza e il ricordo della rivolta del Ghetto di Varsavia - La comunità scientifica discute i rapporti su una possibile attività biologica su un pianeta lontano - Le giovani donne nel Regno Unito scelgono sempre più spesso di mantenere il proprio cognome dopo il matrimonio - L'intelligenza artificiale in redazione: l'esperimento del quotidiano Il Foglio - Restare o partire: il dilemma di una generazione di italiani
La tregua di Putin pasquale non ferma la guerra Quella decisa da Putin, alla quale ha aderito anche Zelensky, è una tregua di immagine, solo apparente. Solo dopo l'annuncio del leader russo si sono contati almeno 64 attacchi di Mosca in varie parti dell'Ucraina, e Kiev ha violato la tregua colpendo le città di Donetsk e di Gorlovka. Non c'è la volontà da parte russa e ucraina di porre fine al conflitto, e nemmeno esistono le condizioni politiche e militari per allungare di altri trenta giorni la tregua più volte annunciata da Trump. Una pace lontanissima Le azioni diplomatiche e le trattative di Riad restano soltanto sogni e promesse elettorali, e i documenti elaborati sono carta straccia. I soldati restano in trincea in attesa di nuovi ordini: la Casa Bianca incassa il segnale di tregua ma tace; Francia e Regno Unito non si fidano e proseguono il progetto dei 30mila cosiddetti volenterosi; l'Europa pensa a come neutralizzare Trump sui dazi commerciali, ma è sempre più divisa, con il nuovo asse del dissenso che corre lungo la linea Parigi, Madrid, Varsavia. La strategia russa è quella di tirare dritto con l'offensiva verso Zaporizhya. Per Kiev i margini sono ridotti all'osso: il Kursk è perso, gli aiuti militari americani sono nei fatti bloccati, il piano di riarmo europeo è solo sulla carta in attesa di una definizione della situazione della guerra commerciale. In ogni caso finché il cessate il fuoco non sarà formalizzato e non diventerà una condizione obbligatoria per i negoziati, la leadership russa manterrà la capacità di interrompere o continuare il conflitto, appendendo la situazione al filo sottile della propria scelta."Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Trump ha sospeso per 90 giorni i dazi "reciproci" mantenendo un'aliquota fissa del 10%, ma ha alzato le tariffe totali sulla Cina al 145% dopo la risposta cinese con barriere all'84%, ora salite al 125%. Sotto pressione da Wall Street, Big Tech, il Congresso e i mercati obbligazionari, Trump ha ceduto, aprendo ai negoziati con Paesi come Giappone e Corea del Sud. La Cina, però, ha reagito con nuovi controdazi e ha rifiutato di chiedere un incontro. Intanto Wall Street continua a calare, ma Trump su Truth resta ottimista. Ne parliamo con Marco Valsania, corrispondente del Sole 24 Ore a NY.Cina, controdazi sui beni Usa al 125%. Pechino ricorre al Wto contro tariffe americaneLa Cina ha rialzato i suoi controdazi sulle importazioni dei beni Usa dall'84% al 125%. Lo riferisce il ministero delle Finanze, precisando che le nuove misure entreranno in vigore il 12 aprile. Washington deve assumersi la piena responsabilità per le turbolenze economiche globali seguite all'offensiva tariffaria totale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha aumentato i dazi sui prodotti cinesi dopo averli sospesi per altri paesi. Lo ha affermato un portavoce del ministero del Commercio cinese, aggiungendo che i dazi annunciati da Washington hanno causato gravi shock e forti turbolenze all'economia e ai mercati globali.Intanto Pechino ha presentato un nuovo ricorso all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) dopo l'ennesimo aumento dei dazi sull'import cinese deciso da Donald Trump. Le tariffe degli Stati Uniti, ha denunciato il ministero del Commercio cinese, sono un tipico atto di bullismo e coercizione, che rappresentano una evidente violazione delle regole del Wto e indeboliscono gravemente il sistema del commercio multilaterale basato sulle regole e l'ordine economico e commerciale internazionale. Pechino, ammonisce il portavoce, chiede a Washington di correggere immediatamente le sue azioni e di cancellare tutte le tariffe unilaterali imposte sulla Cina. Il commento è di Filippo Fasulo, Co-head dell'Osservatorio Geoeconomia dell'Ispi.Ue, bene stop dazi, sosteniamo negoziato Commissione. Ma pronti a tassare le Big TechOggi si è aperta la due giorni dell'Ecofin informale a Varsavia con una riunione dell'Eurogruppo. "Accogliamo con favore la decisione dell'amministrazione statunitense di rinviare l'attuazione dei dazi. Ora dobbiamo usare questi 90 giorni con saggezza. Abbiamo bisogno di un buon accordo per i cittadini europei, per le aziende europee, e sosteniamo pienamente la Commissione europea nel suo sforzo di negoziare un accordo giusto e giusto". Lo ha detto Andrzej Domański, ministro delle finanze polacco, alla presidenza di turno dell'Ue, all'inizio dell'Ecofin informale a Varsavia. Durante la giornata ha parlato anche il commissario Ue all'Economia Valdis Dombrovskis interpellato nella conferenza stampa dopo l'Eurogruppo sui timori del ministro tedesco che ha invitato ad avere cautela nel valutare contro-misure ai dazi Usa sulle Big Tech. "Se si considera una categoria con un surplus sostanziale nei beni e un deficit sostanziale nei servizi, quando discutiamo dei titoli di rischio della politica commerciale, ovviamente dobbiamo anche considerare cosa sta succedendo nel settore dei servizi, compresi i servizi digitali, e come è stato delineato dalla Commissione. Quando discutiamo di contromisure tutte le opzioni sono sul tavolo".A proporre l'idea è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un'intervista al Financial Times, in cui ha dichiarato che l'Ue è pronta a introdurre "una tassa sui ricavi pubblicitari digitali" che colpirebbe le Big Tech, se i negoziati con Donald Trump per raggiungere un'intesa commerciale dovessero fallire. Interviene Adriana Cerretelli, editorialista Sole 24 Ore Bruxelles.Nel 2024 vola il credito al consumo. E nel 2025 tornano a crescere i tassiI prestiti aumentano ma i tassi continuano a rimanere alti nonostante la politica espansiva della Banca centrale europea. Uno dei pochissimi aspetti positivi di una congiuntura economica così complicata, ossia il taglio dei tassi della Bce, sembra non produrre i risultati sperati nel portafogli degli italiani che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere un mutuo. Il nostro Paese infatti resta tra i più costosi in Europa per l'accesso al credito al consumo. Nel 2024 il credito al consumo in Italia ha registrato un forte incremento pari al +5,3% rispetto all'anno precedente, portando il volume totale dei finanziamenti da 160,7 a 169,3 miliardi di euro. Anche se più contenuto, si è osservato un incremento dello 0,5% nei prestiti complessivi alle famiglie. Secondo l'analisi realizzata dalla Fondazione Fiba di First Cisl, il credito al consumo incide in modo significativo sul totale dei prestiti richiesti, rappresentando il 18,7% (salito al 18,9% a febbraio 2025), una percentuale nettamente superiore alla media dell'area euro (11,2%) e a quella di paesi come la Germania (9,5%) e la Francia (12,7%). Ne parliamo con Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl.
A Varsavia il Consiglio Economia e Finanza informale, in cui si è ribadito che l’approccio dell’Ue sui dazi dovrà essere unito. Sentiamo Matteo Villa, direttore del DATA Lab ISPI.Un test del sangue semplice e low cost per una diagnosi precoce Parkinson: una svolta? Lo chiediamo a Piero Barbanti, neurologo all'Università Istituto Scientifico San Raffaele di Roma.Stasera in campo l’Udinese sfida il Milan, mentre sulla Serie A torna l’ombra del Calcioscommesse. Ci racconta tutto Giovanni Capuano.Come ogni venerdì, il Reportage: “Un Brexit Reset per le relazioni economiche e commerciali tra Regno Unito e Unione Europea?”. Di Sergio Nava.Il Meteo del fine settimana con Mattia Gussoni, de IlMeteo.it.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8126LA STORIA DELL'UOMO RISPARMIATO AD AUSCHWITZ GRAZIE A PADRE KOLBE di Paola Belletti Franciszek Gajowniczek, prigioniero numero 5659, è morto quasi centenario 30 anni fa. Un nome, il suo, che immediatamente ai più forse non dice nulla, come il numero con il quale i destinati alla soluzione finale venivano umiliati privandoli della loro identità e del loro rango di persone. Non era così agli occhi di un sacerdote - e per molti, moltissimi altri che hanno illuminato come diamanti le tenebre e l'orrore dei campi di concentramento nazisti. Per padre Massimilano Kolbe quell'uomo era tanto prezioso e meritevole di amore anche in quella condizione di sofferenza e crudeltà estreme che per lui offrì in sacrificio la propria vita e, miracolo, la sua offerta fu accolta.Ne ripercorre la storia il National Catholic Register: «Il 29 luglio 1941, nel piazzale dell'appello di Auschwitz, un grido straziante squarciò la gola di Franciszek Gajowniczek: "Ho pietà di mia moglie e dei miei figli!"». L'uomo era stato scelto insieme ad altri nove, senza criterio di giustizia alcuna, per essere lasciato morire di fame: la loro sorte era nella logica del campo di sterminio una perversa riparazione per il tentativo di fuga di un altro prigioniero. «Pochi istanti dopo, accadde un evento straordinario. Dalle fila dei prigionieri uscì il francescano conventuale Padre Massimiliano Kolbe: "Sono un prete; voglio morire per lui!" La sua offerta fu accettata. Gajowniczek sopravvisse alla guerra, ma la sua vita fu segnata dal dolore e dalla sofferenza.»IL GIOVANE FRANCESCANO E IL SOLDATOIl sacerdote, proclamato santo il 10 ottobre del 1982 da Giovanni Paolo II, morì pronunciando come ultime parole le prime della preghiera mariana per eccellenza: "Ave Maria". La sua vita era stata tutta tesa a diffondere il Vangelo e la devozione all'Immacolata, una missione realizzata con ingegno e creatività e in nome della stessa fede che lo ha portato a compiere il sacrificio estremo come naturale compimento del suo cammino. La sua storia ha come svelato l'intreccio invisibile ma reale che lega l'uomo al suo fratello, una trama che l'Incarnazione di Cristo ha riparato ed elevato al Cielo, fino a farsi carico della tutela del bene così prezioso della vita altrui, in vista del bene ultimo della vita eterna.«Gajowniczek proveniva da una povera famiglia polacca. Nacque il 15 novembre 1901 a Strachomin, un villaggio a circa 62 miglia a est di Varsavia. Attratto dall'esercito, prestò servizio nel 36° reggimento di fanteria della Legione accademica a Varsavia e fu persino ferito nel 1926 durante un colpo di stato politico in Polonia. A quel tempo, l'esercito era tutta la sua vita. Padre Maximilian Kolbe, di qualche anno più grande di Gajowniczek, nacque l'8 gennaio 1894 nella città industriale di Zduńska Wola. Iniziò il noviziato nel 1910, prendendo il nome di Maximilian. Quando si presentò l'opportunità per la Polonia di riconquistare l'indipendenza, intendeva lasciare l'ordine per combattere per una patria libera, ma la Provvidenza decise diversamente».DUE STORIE DESTINATE A INTRECCIARSIQuando incontrò e si innamorò di Helena il giovane Franciszek trovò nel matrimonio la forma decisiva della sua vita: ebbero due figli e godettero della dolcezza della vita familiare. Nel frattempo il giovane Kolbe stampava e distribuiva quasi un milione di copie del Cavaliere dell'Immacolata pubblicazione della Milizia Mariana, da lui fondata quando studiava a Roma. Allo scoppio del conflitto mondiale Gajowniczek era sergente e si impegnò nella difesa della prima città polacca attaccata dai tedeschi dimostrando un coraggio eccezionale.«Dopo che la sua unità fu distrutta, cadde prigioniero dei tedeschi ma fuggì per unirsi alla resistenza clandestina. La Gestapo lo catturò mentre tentava di raggiungere l'Ungheria. Prima di arrivare ad Auschwitz, sopportò sette mesi di brutali interrogatori, entrando nel campo nel settembre 1940». La moglie non sapeva nulla di lui se non che era stato deportato in un campo. Sorte che toccò anche il giovane e battagliero sacerdote: la sua opera di soccorso e aiuto ai numerosi ebrei espulsi rifugiatisi nel monastero di Niepokalanów attirò le nefaste attenzioni naziste e venne arrestato. «Nel febbraio 1941, fu mandato nella prigione di Pawiak e in seguito ad Auschwitz».LA PRIGIONIA AD AUSCHWITZ E IL SACRIFICIO DI SAN MASSIMILIANO KOLBEIn quell'inferno che fu il campo di concentramento di Auschwitz i destini dei due uomini si incontrarono. Durante l'appello durato meno di un minuto per destinare 10 prigionieri al bunker della fame san Massimiliano Kolbe levò la voce con quell'insolita offerta che lasciò nello stupore gli altri prigionieri e soprattutto ottenne il consenso dei militari impegnati nell'esecuzione. La salvezza che Kolbe ottenne per Gajowniczek lo preservò in una vita però piena di prove, pericoli mortali dai quali lui e gli altri vollero strapparlo a tutti i costi perché, dirà lo stesso Franciszek non voleva rendere vano il suo sacrificio. «La volontà di vivere di Gajowniczek era straordinaria. Sopravvisse ad Auschwitz e a Sachsenhausen, un altro campo di concentramento nazista. Sopravvisse a una marcia della morte due settimane prima della fine della guerra: 12 giorni senza cibo né acqua, sopravvivendo con erba secca e ortiche. Non sapeva ancora che una tragica notizia lo attendeva a casa».Una volta tornato in Polonia si ricongiunse con la moglie e seppe della morte dei due figli. La moglie si era assentata per spedire un pacco al marito mentre i ragazzi perirono in un bombardamento dell'Armata Rossa, a guerra quasi finita. Una beffa del destino che amareggiò profondamente l'uomo che addirittura rimpianse di essere stato salvato perché se lui fosse morto sua moglie non avrebbe avuto nessuno a cui spedire provviste. Si arrese però alla imperscrutabile volontà di Dio che invece aveva disposto diversamente.LA TESTIMONIANZA DI GAJOWNICZEKFino a che lo stesso Gajowniczek non mandò la sua testimonianza alla rivista della Milizia Mariana del padre di famiglia per cui Padre Kolbe si era sacrificato non si sapeva nulla: «Come il Cavaliere dell'Immacolata sia arrivato nelle mani di Gajowniczek resta un mistero. Ciò che è certo è che, nel maggio del 1946, pubblicò la sua testimonianza, "La voce del sopravvissuto". Il suo passaggio finale spicca: "Sono cresciuto in un clima religioso; ho mantenuto la mia fede nei momenti più difficili; la religione era il mio unico sostentamento e la mia unica speranza in quel momento. Il sacrificio di Padre Massimiliano Kolbe ha ulteriormente intensificato la mia religiosità e devozione alla Chiesa cattolica, che dà vita a tali eroi"». Rimasto vedovo nel 1982, morì il 13 marzo del 1995 all'età di 94 anni con a fianco la seconda moglie Janina. «Al funerale, il vescovo disse: "Era una reliquia vivente rimasta dopo Padre Massimiliano"».
Listen to good songs, keep calm and carry peace through. Credits : “C'era un ragazzo che come me…” by F. Migliacci / M. Lusini (1966) performed by J. Baez — “Dal fronte non è più tornato” by V. Vysocky / S. Sacchi (1969-1993) performed by E. Finardi — “Il re del mondo” by F. Battiato / G. Pio (1979) performed by Alice — “Mangialuomo” by C. Donà (1999) — “Varsavia” by P. Bertoli / G. Brandolini (1984)Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/pillole-di-italiano--4214375/support.
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Giovanni Battista Magoni"Sulle tracce dell'assente"Metafisica del quotidiano nel cinema di KieślowskiAncora Editricewww.ancoralibri.it«Io filmo l'intimo, io filmo la metafisica». Così disse di sé Krzysztof Kieślowski (Varsavia, 1941-1996) il grande regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema.Questo libro fruga nella sua monumentale opera del Decalogo, nei Tre Colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso) e nella Doppia vita di Veronica per rivelare la passione del cineasta per l'umano e vi individua dei rimandi metafisici di un fondamento che sembra assente, ma che in realtà interagisce nella storia.Direttamente, il grande regista polacco non è politico né esistenzialista, non è moralista né spiritualista, non è cattolico ma neppure ateo, non è sociologo ma nemmeno intimista, non è razionalista puro, non è storico ma neppure simbolista. Ben disinfettato, insomma, da tutti gli «ismi».Eppure tutti questi motivi traspaiono, poi, dialetticamente, come per emanazione, da uno dei più formidabili tessitori della storia del cinema, da un cercatore instancabile di quell'Oltre, cui tutti aneliamo.Kieślowski è un «cercatore di senso», tra ragione e mistero.Il suo è un cinema dell'interiorità, dove l'indagine sull'uomo lascia trasparire tracce metafisiche e teologiche. Nello «stare addosso all'uomo», il regista rileva delle «fenditure» nelle quali l'Essere appare nel suo celarsi (l'Assente) e nel suo apparire (il Presente). L'Assente si affaccia come «regia sottotraccia», come «occulto tessitore» che offre all'uomo occasioni per realizzarsi nell'amore.E così, all'etica dell'individualismo tratteggiata nel Decalogo, Kieślowski offre, nei Tre Colori, il contrappunto di un'etica dell'amore.Il finale di Film Rosso è parola di speranza: tutti i protagonisti dell'opera, anziché naufragare, sono incredibilmente salvati. Non per caso, ma per destino provvidente.E così tutti possiamo sperare di «uscire a riveder le stelle». Anzi, di contemplare«l'amor che move il sole e l'altre stelle».Giovanni Battista Magoni, sacerdote pavoniano, laureato in filosofia, ha insegnato per molti anni nella scuola. Ha svolto per nove anni l'incarico di Superiore della Provincia pavoniana d'Italia ed è attualmente il Direttore di Àncora Editrice.Ama la filosofia, la musica e il cinema, la letteratura e l'arte.E i giovani… ancor di più.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Rebel Wolves, un team di Varsavia formato da esuli di CD Projekt, presenta ufficialmente il suo nuovo progetto: si chiama The Blood of the Dawnwalker, ed è un'avventura fantasy ambientata in un medioevo infestato da vampiri. Le premesse sono interessanti, le discutiamo prima di passare a parlare di Kingdom Come Deliverance II, un'altra epopea medievale con un piglio decisamente più realistico.
VARSAVIA (POLONIA) (ITALPRESS) - "E' surreale perché un Paese come la Polonia abbia una procedura di infrazione dall'Europa perché investe nella difesa del continente. Dobbiamo rafforzare l'industria della difesa europea". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha partecipato alla riunione a livello ministeriale in formato a 5, con Francia, Germania, Polonia e Regno Unito, che si è tenuta a Varsavia.sat/gsl (Fonte video: Ministero della Difesa)
VARSAVIA (POLONIA) (ITALPRESS) - "E' surreale perché un Paese come la Polonia abbia una procedura di infrazione dall'Europa perché investe nella difesa del continente. Dobbiamo rafforzare l'industria della difesa europea". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha partecipato alla riunione a livello ministeriale in formato a 5, con Francia, Germania, Polonia e Regno Unito, che si è tenuta a Varsavia.sat/gsl (Fonte video: Ministero della Difesa)
L'anno 2024 si chiude registrando una situazione che, per quanto riguarda il conflitto in Ucraina - al di là di tutte le entusiastiche (ma precipitose) aspettative che l'elezione di Trump alla Casa Bianca aveva suscitato nei putinisti di casa nostra – non sembra affatto evolversi verso una rapida soluzione. Gli Ucraini non ci stanno, infatti, a sottomettersi all'arroganza del Cremlino e, non a caso, Zelensky continua a chiedere aiuti militari e finanziari a chiunque sia disposto a fornirglieli. A sua volta, Putin ha manifestato, in modo inequivocabile, la sua intenzione di non mollare la presa, nel momento in cui ha posto - come condizione per sedersi ad un tavolo di trattativa - il fatto che prima si siano tenute regolari elezioni in Ucraina, poiché l'attuale presidente sarebbe illegittimo. E poiché è ben difficile ipotizzare lo svolgimento di normali consultazioni elettorali sotto le bombe, risulta abbastanza chiaro che il piccolo zar, in questo momento, a tutto pensa tranne che al cessate il fuoco. C'è chi sostiene, soprattutto in Italia, che questa guerra non avrebbe mai dovuto iniziare e che l'Ucraina avrebbe, quindi, dovuto arrendersi immediatamente: noi però, a questa vulgata obiettiamo che se Kiev avesse, fin da subito, rinunciato a qualsiasi accenno di opposizione di fronte ad una così clamorosa violazione del diritto internazionale, Putin, con ogni probabilità, non si sarebbe più fermato e avrebbe poi attaccato anche la Moldavia e magari pure i Paesi Baltici. Per nostra fortuna però, il popolo ucraino ha scelto di sacrificarsi e di combattere anche per la libertà dell'Europa intera, mandando in frantumi certi piani di restaurazione dell'epopea zarista che, comunque, continuano evidentemente a frullare nella mente del presidente russo. Il fatto è che in Ucraina – così come negli altri Paesi dell'Est europeo che hanno vissuto l'esperienza del Patto di Varsavia - di tornare a soffocare sotto la pressione dei Russi (siano essi sovietici o neo zaristi) non ne vogliono proprio sentir parlare...E questo è un aspetto della questione che, purtroppo, in Italia sono in molti a sottovalutare, ma che nella memoria degli Ucraini – che, ad esempio, nella grande carestia ( imposta da Stalin all'inizio degli Anni Trenta) raccolsero circa 7 milioni di vittime - è, invece, ancora ben impresso. Grosse responsabilità per tutto quanto sta accadendo da ormai tre anni a questa parte, ricadono sull'Occidente – e non perché la NATO fosse andata ad “abbaiare al confine” dell'autocrazia moscovita – ma, al contrario, per l'imperdonabile leggerezza con la quale ha voluto ignorare le mire espansioniste di un regime pericolosamente ispirato alla dottrina della missione imperiale della Grande Russia. Stiamo, dunque, attenti visto che Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno, ha cercato di accarezzare il pelo anche al nostro Paese, dove sa di poter contare oltre che su un vice premier che, in una foto scattata non troppo tempo fa sulla Piazza Rossa, metteva in mostra la sua bella felpa con l'immagine dell'ex colonnello del KGB stampigliata sopra, anche sulla cecità di altre forze politiche che magari non sono neanche idealmente filo putiniane, ma che pur di esprimere la propria avversione verso tutto ciò che sa di occidentale, andrebbero beatamente – contente loro - a finire nelle fauci dell'orso russo, sventolando ingenuamente il drappo arcobaleno della pace ad ogni costo. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
L'anno 2024 si chiude registrando una situazione che, per quanto riguarda il conflitto in Ucraina - al di là di tutte le entusiastiche (ma precipitose) aspettative che l'elezione di Trump alla Casa Bianca aveva suscitato nei putinisti di casa nostra – non sembra affatto evolversi verso una rapida soluzione. Gli Ucraini non ci stanno, infatti, a sottomettersi all'arroganza del Cremlino e, non a caso, Zelensky continua a chiedere aiuti militari e finanziari a chiunque sia disposto a fornirglieli. A sua volta, Putin ha manifestato, in modo inequivocabile, la sua intenzione di non mollare la presa, nel momento in cui ha posto - come condizione per sedersi ad un tavolo di trattativa - il fatto che prima si siano tenute regolari elezioni in Ucraina, poiché l'attuale presidente sarebbe illegittimo. E poiché è ben difficile ipotizzare lo svolgimento di normali consultazioni elettorali sotto le bombe, risulta abbastanza chiaro che il piccolo zar, in questo momento, a tutto pensa tranne che al cessate il fuoco. C'è chi sostiene, soprattutto in Italia, che questa guerra non avrebbe mai dovuto iniziare e che l'Ucraina avrebbe, quindi, dovuto arrendersi immediatamente: noi però, a questa vulgata obiettiamo che se Kiev avesse, fin da subito, rinunciato a qualsiasi accenno di opposizione di fronte ad una così clamorosa violazione del diritto internazionale, Putin, con ogni probabilità, non si sarebbe più fermato e avrebbe poi attaccato anche la Moldavia e magari pure i Paesi Baltici. Per nostra fortuna però, il popolo ucraino ha scelto di sacrificarsi e di combattere anche per la libertà dell'Europa intera, mandando in frantumi certi piani di restaurazione dell'epopea zarista che, comunque, continuano evidentemente a frullare nella mente del presidente russo. Il fatto è che in Ucraina – così come negli altri Paesi dell'Est europeo che hanno vissuto l'esperienza del Patto di Varsavia - di tornare a soffocare sotto la pressione dei Russi (siano essi sovietici o neo zaristi) non ne vogliono proprio sentir parlare...E questo è un aspetto della questione che, purtroppo, in Italia sono in molti a sottovalutare, ma che nella memoria degli Ucraini – che, ad esempio, nella grande carestia ( imposta da Stalin all'inizio degli Anni Trenta) raccolsero circa 7 milioni di vittime - è, invece, ancora ben impresso. Grosse responsabilità per tutto quanto sta accadendo da ormai tre anni a questa parte, ricadono sull'Occidente – e non perché la NATO fosse andata ad “abbaiare al confine” dell'autocrazia moscovita – ma, al contrario, per l'imperdonabile leggerezza con la quale ha voluto ignorare le mire espansioniste di un regime pericolosamente ispirato alla dottrina della missione imperiale della Grande Russia. Stiamo, dunque, attenti visto che Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno, ha cercato di accarezzare il pelo anche al nostro Paese, dove sa di poter contare oltre che su un vice premier che, in una foto scattata non troppo tempo fa sulla Piazza Rossa, metteva in mostra la sua bella felpa con l'immagine dell'ex colonnello del KGB stampigliata sopra, anche sulla cecità di altre forze politiche che magari non sono neanche idealmente filo putiniane, ma che pur di esprimere la propria avversione verso tutto ciò che sa di occidentale, andrebbero beatamente – contente loro - a finire nelle fauci dell'orso russo, sventolando ingenuamente il drappo arcobaleno della pace ad ogni costo. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Stefano Redaelli"Esercizi di squilibrio"Per imparare a prendersi cura di sé e dell'altroEdizioni Città Nuovawww.cittanuova.itNonostante i luoghi comuni sul mantenersi in forma e sulla necessità di trovare un giusto equilibrio psicologico, l'idea di fondo di questo libro è che per stare bene sia necessario raggiungere uno stato di squilibrio dinamico, ossia una condizione di inquietudine interiore che ci spinga a dare una forma nuova alla nostra vita, alle relazioni con gli altri, alla nostra interiorità. L'autore ci propone dunque tredici esercizi (tra cui ascolto, immedesimazione, fragilità, lettura, mitezza, benedicenza…) per osservare il mondo da una prospettiva inedita e imparare ad abitarlo da veri e propri squilibristi: «Pensavo di dover trovare un nuovo equilibrio, un punto di stabilità, in un mondo sempre più instabile e complesso. Mi sono accorto, al contrario, che ognuno di questi esercizi richiedeva uno sbilanciamento, un rischio, un moto di uscita da sé (e di ritorno), l'abbandono di una posizione rassicurante».Stefano RedaelliProfessore di Letteratura Italiana presso la Facoltà “Artes Liberales” dell'Università di Varsavia, è addottorato in Fisica e in Letteratura. S'interessa dei rapporti tra scienza, follia, spiritualità e letteratura. Il suo romanzo Beati gli inquieti è stato secondo classificato al “Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza 2019″, candidato al Premio Strega 2021, selezionato per il Premio Campiello 2021.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Marco Patricelli"L'ombra del Duce"Solferino Libriwww.solferinolibri.itLa storia dimenticata di Edvige, sorella di Mussolini.Era più piccola di Benito ma si comportava come una sorella maggiore, non si interessava di politica ma cercava di influenzare il potente fratello e pagò un prezzo altissimo per il cognome che portava: Mussolini. Edvige attraversa la parabola del fascismo come una comprimaria nell'ombra, eppure c'è sempre ed è a lei che il Duce affida nel 1930 i suoi preziosi diari. Esercita un forte ascendente sul dittatore, lo sa e se ne avvale non per indirizzarne le mosse, ma per perorare le cause di quanti si rivolgono a lei non potendo arrivare a Benito. L'uomo più potente d'Italia non riesce a dire no alla sorella, anche se nel privato sbuffa, persino con l'amante Claretta, per la sua invadenza (è assai diversa, per questo, da un'altra sorella vissuta nell'ombra, quella Paula Hitler con cui l'autore propone un intrigante parallelo).Rachele non la sopporta, è sempre propensa a immischiarsi in affari non suoi. Ha da ridire sul matrimonio della nipote Edda, e Benito alla fine è costretto a evitare ogni contatto tra la moglie e la sorella. La genuinità romagnola si avverte nel suo modo d'essere, ora estroverso ora pudico. È una provinciale e non può giocare a fare l'intellettuale anche se ambirebbe all'alta società dove parte della sua famiglia è entrata non per censo ma di forza, attraverso la politica in camicia nera.La sua storia privata ha sullo sfondo la grande storia: il fascismo, la dittatura, le leggi razziali e l'antisemitismo, il secondo conflitto mondiale, la guerra civile, la fine della guerra che per la sua famiglia e i suoi affetti si tradurrà in un bagno di sangue.Marco Patricelli ha insegnato Storia dell'Europa contemporanea all'Università Gabriele d'Annunzio di Chieti ed è autore di saggi pubblicati da case editrici italiane ed europee (Mondadori, Utet, Laterza, Rusconi, Lattès, Wydawnictwo Literackie, Bellona, Neriton, Università di Varsavia, Grada, Arte, e altre). Da suoi lavori sono stati tratti docufilm e docufiction Rai, Mediaset e Zdf. Con Il volontario ha vinto nel 2010 il Premio Acqui Storia. Nel 2021 a Varsavia è stato insignito del premio internazionale Testimone della storia. Per il suo impegno nella ricerca e nella divulgazione storica ha ricevuto in Polonia dal Consiglio dei ministri il titolo di Bene Merito e dal Presidente della Repubblica la Croce di Ufficiale. In Italia è stato nominato Cavaliere motu proprio dal Presidente Mattarella. Con Solferino ha pubblicato Tagliare la corda. 9 settembre 1943. Storia di una fuga (2023, tre edizioni).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
L'apertura di giornata con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti.Inviare soldati in Ucraina dopo la fine della guerra con la Russia. È il tema che il presidente francese Emmanuel Macron ha affrontato ieri a Varsavia con il premier polacco Donald Tusk. I due Paesi starebbero discutendo di una potenziale forza di pace di 40.000 uomini composta da truppe di Paesi stranieri. Crosetto apre alla disponibilità dell'Italia come in Libano e a Gaza. Ci colleghiamo con Alessandro Marrone, responsabile del programma Difesa dello IAI.
Buon venerdì Stupefan! Chi, come Riccardo, non sapeva che si è conclusa da poco la sesta edizione della European Harm Reduction Conferenze a Varsavia? Appuntamento organizzato da Correlation, il network europeo della riduzione del danno e che quest'anno aveva una missione chiara: putting people first! La conferenza, in particolare quella di quest'anno, era talmente importante che ve la faremo raccontare da un reporter speciale. Torna infatti ai nosti microfoni Pino Di Pino, presidente di ITARDD e operatore di strada, che ci porterà nel cuore del dibattito più fantascientifico e innovativo dell'anno. C'è dell'hype? Allora cliccate play!Note dell'episodio:- Il sito di Correlation: https://correlation-net.org/- Il sito della conferenza europea: https://www.harmreductionconference.eu/- L'app della conferenza: https://www.harmreductionconference.eu/index.php/event-app-ehrc2024/- Qui recuperate tutte le sessioni della conferenza: https://www.youtube.com/@DrugreporterTV/streams- Iscriviti a ITARDD: https://www.itardd.it/Entra in contatto con noi usando la mail stupefatticast@gmail.com o seguendo su Instagram il @stupefatti_podcast! Puoi anche iscriverti a STUPEGRAM, il nostro canale telegram, a questo link https://t.me/stupegram!
Il via libera ai nomi proposti da Ursula von der Leyen per il prossimo consiglio dei commissari europei in primo piano questa settima con il racconto del corrispondete da Bruxelles, Beda Romano. Una fumata bianca che si contrappone agli sviluppi in corso in Europa centrorientale, dove la Russia prosegue l'avanzata in territorio ucraino. A Varsavia si sono riunioni a inizio settimana i ministri degli Esteri dei "5 grandi dell'Unione" per ragionare di difesa e migrazione in vista del prossimo semestre Ue che - dopo la tormentata guida di Budapest - spetta con la nuova commissione in campo alla Polonia di Donald Tusk. Ne parliamo a Europa Europa, in onda domenica alle 11:30, con Tomasz Orlowski, già viceministro degli Esteri, ambasciatore di Varsavia a Parigi e poi a Roma.
Chilometri di cavi che trasmettono migliaia di miliardi di informazioni. Quella dei cavi sottomarini è un'enorme infrastruttura che influenza la vita di ognuno di noi. Proprio alcuni tasselli di questa infrastruttura sono stati colpiti nei giorni scorsi, prima la linea tra la Germania e la Finlandia, poi quella tra la Lituania e la Svezia. Ne parliamo con Guido Alberto Maier, professore di Ingegneria delle Telecomunicazioni al Politecnico di Milano, e con Alberto Rizzi, Visiting Fellow dell’European Council on Foreign Relations, esperto di Commercio internazionale e Geopolitica dell'energia e delle infrastrutture.A Varsavia, nel corso di un incontro dei responsabili degli esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito, è emersa per la prima volta una visione comune rispetto alla necessità di bond europei per la difesa. Ne parliamo con Beda Romano, corrispondente de Il Sole 24Ore a Bruxelles.
Nella seconda parte di questa puntata di Europa Europa - in onda domenica alle 11,30 - esploriamo l'Islanda con gli occhi e la penna di un giovane autore italiano: con Leonardo Piccione, parliamo del suo "Insegnare a nuotare a una foca" (Ed.Iperborea) e non solo. Prima di raggiungere quella lontana isola di poeti facciamo però i conti con l'attualità, tra il voto francese per l'Assemblea Nazionale, e l'importante incontro avvenuto in settimana a Varsavia tra i vertici di Germania e Polonia per creare lo scudo antimissile per proteggere - in autonomia - i cieli d'Europa.
1- Gaza. Israele ha ordinato l'evacuazione di circa 100mila persone a Rafah. L'esercito ha detto che per ora sarà un'operazione limitata. Alcune famiglie si sono già rimesse in cammino. In Esteri la testimonianza di un cittadino palestinese. Questa sera voci di un possibile accordo su una tregua (Chawki Senouci) 2- Macron e Von der Leyen hanno chiesto a Xi Jinping di fare pressioni su Putin per mettere fine al conflitto in Ucraina. Il presidente cinese è a Parigi. È tornato in Europa dopo 5 anni (Gabriele Battaglia) 3- La guerra civile in Sudan. Gli scontri potrebbero arrivare presto in una grande città del Darfur, dove si sono rifugiate centinaia di migliaia di profughi interni. L'intervista di Esteri. Prima parte (Irene Panozzo) 4- Pace fatta tra Bruxelles e Varsavia. Per l'Unione Europea la procedura contro la Polonia per la violazione dello stato di diritto è chiusa. Rimane aperto solo il dossier sull'Ungheria di Orban (Mauro Caterina) 5- Questa settimana a Milano la nona edizione del Festival dei Diritti Umani. Il titolo è Violenza. Saranno protagoniste le donne 6- 1 milione e 600 mila persone al concerto di Madonna a Rio de Janeiro nel fine settimana. Grazie a un ottima organizzazione come se non ci fossero mai state (Luigi Spera) 7- Serie TV. Baby Reindeer, la serie di Richard Gadd (Alice Cucchetti FilmTV)
Ada Vigliani"La foto mi guardava"Katja PetrowskajaAdelphiwww.adelphi.itSalone Internazionale del Libro di TorinoSala Berlino del Centro Congressi si terrà l'evento “Lo scrittore e il suo doppio”, un dialogo tra Katja Petrowskaja e la sua traduttrice italiana, Ada Vigliani (in collaborazione con Adelphi e L'AutoreInvisibile). L'incontro sarà moderato da Valentina Parisi.Domenica 12 maggio, ore 13:00Katja Petrowskaja al Circolo dei Lettori di Novara con Barbara CottavazSalone Internazionale del Libro di Torino / Salone OffLunedì 13 maggio, ore 18:00«Gli occhi del minatore mi hanno perseguitata per mesi, come fossero quelli di un lupo mannaro, mi ritrovavano sempre, e sempre erano rivolti direttamente a me, al tempo stesso vicini e lontani».Traduzione di Ada Vigliani«La foto mi guardava. Quella vicinanza mi ipnotizzava, ne ero addirittura spaventata. Non sapevo nemmeno dove si trovasse Krasnoarmijs'k, eppure quell'uomo era lì davanti a me, fin troppo vicino, e mi soffiava in faccia il fumo della sua sigaretta». Per anni, Katja Petrowskaja si è cimentata in un genere tanto antico quanto arduo, l'ecfrasi: non già di dipinti, ma di fotografie. Fotografie in cui si è imbattuta in una mostra, in un libro, in un mercato delle pulci; fotografie d'autore o riaffiorate dal suo archivio personale. Fotografie, sempre, dalle quali si è sentita scrutata, indagata, interpellata – come nel caso del minatore del Donbass avvolto dal fumo di una sigaretta. In un'epoca in cui dalle immagini siamo sopraffatti – tanto che, per sbarazzarcene in pochi istanti, abbiamo imparato a farne lo scrolling –, la Petrowskaja ha scelto l'audace via dell'osservazione lenta e minuziosa, l'unica in grado di spiegare l'attrazione che suscitavano in lei, e insieme di renderle parlanti, di svelarne segreti, di ricostruire la realtà che circondava quel lembo in apparenza inerte di vita, di trasformarle in storie. Storie che hanno spesso a che vedere con la Storia, con le «date che continuano a mordere», con le ferite immedicabili del Novecento, con le speranze infrante e le fedi vanificate dal tempo. Le fotografie scelte dalla Petrowskaja – dalla piccola Mira sopravvissuta al ghetto di Varsavia alla «triste poesia» dell'America fissata da Robert Frank, dalle restricted areas dell'Unione Sovietica al portone della Lubjanka incendiato nel 2015 da Pëtr Pavlenskij – scrutano, indagano, interpellano noi tutti, e la loro ecfrasi si rivela magnifico racconto.Katja Petrowskaja studia Lettere e Slavistica all'Università di Tartu, in Estonia, e dopo una serie di studi di ricerca alla Stanford University e alla Columbia University, si laurea a Mosca. A quasi trent'anni si trasferisce a Berlino, dove inizia a lavorare come giornalista per testate russe e tedesche. Vincitrice nel 2010 di una borsa di ricerca della Fondazione Robert Bosch per la realizzazione della sua opera prima, nel 2013 si aggiudica il premio Ingeborg Bachmann con un capitolo del suo romanzo d'esordio Vielleicht Esther, pubblicato per intero nel 2014 (Forse Esther, Adelphi, 2014). Salutato dalla critica come un capolavoro, nel 2014 il romanzo ottiene una nomination al premio della Fiera del libro di Lipsia e l' aspekte-Literaturpreis, e nel 2015 il premio Ernst Toller e il premio strega europeo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
La Romania di Ceausescu, nelle intenzioni del dittatore, dovrà rendersi autonoma economicamente, dovrà produrre quanto nessun altro, dovrà riedificare Bucarest, la propria capitale, a misura della propria grandezza,: e la polizia segreta, la famigerata Securitate, dovrà vegliare assiduamente su questo processo. Un progetto di crescita o un delirio di onnipotenza?
Anche questa settimana la cronaca europea è condizionata da quanto accade ai confini orientali dell'Unione. La guerra in Ucraina entrata nel terzo anno, la morte in carcere di Navalny ed il suo funerale a Mosca. Macron ipotizza un ruolo di terra per le forze nato e fa marcia indietro, Putin evoca il nucleare "che non andrebbe mai usato". Tra picchi retorici e nuovi bombardamenti Ursula von der Leyen lega il suo futuro politico alla guida della commissione alla trasformazione della capacità industriale europea in materia di Difesa. Intanto Bruxelles e il governo di Varsavia - a guida Tusk - firmano la pace dopo anni di tensioni: la Commissione adotta due atti giuridici preludio ad accedere a 137 miliardi di fondi Ue congelati. E ancora si torna a parlare di diritto di aborto: la Francia lo inserisce in Costituzione mentre in Portogallo il tema irrompe nella campagna elettorale.
Che la guerra in Ucraina rappresenti una minaccia strutturale alla sicurezza della Nato e in particolare della confinante Polonia è il segreto di Pulcinella
1-Striscia di Gaza. Il numero delle vittime ha superato quota 18mila, circa 8 mila sono bambini. Con l'umiliazione pubblica dei prigionieri palestinesi Israele ha ha scambiato il diritto di difendersi con il diritto alla vendetta. ( Martina Stefanoni) 2-Varsavia 11 dicembre. Dopo 8 anni la destra estrema non governerà più la Polonia. Dopo la sfiducia al Premier uscente Morawiecki, il parlamento eleggerà questa sera Donald Tusk che guiderà una coalizione di centro - sinistra. 3-Missione quasi impossibile di Zelensky a Washington. Il Presidente ucraino dovrà convincere il congresso a maggioranza repubblicana di sbloccare gli aiuti in armi pari a 60 miliardi di dollari. ( Emanuele Valenti) 4- Hong Kong, alle elezioni riservate ai “ patriotici “ solo il 27,54 % è andato a votare. Nel 2019 l'affluenza aveva sfiorato l'80%. ( Gabriele Battaglia) 5- Riscaldamento globale. La Cop 28 si conclude domani, il testo finale non è ancora pronto a causa dello scontro sui fossili tra paesi esportatori di petrolio e Unione europea ( Alfredo Somoza) 6-Nuovi guai per Facebook. In Spagna i principali quotidiani hanno denunciato Meta per concorrenza sleale e violazione sistematica della legge sulla privacy. ( Giulio Maria Piantadosi) 6- Serie Tv. L'omaggio di esteri a Norman Lear, leggendario autore, sceneggiatore e produttore morto a 101 anni. ( Alice Cucchetti )
Guerra in Medio Oriente: le minacce dell’Iran destano preoccupazione negli Stati Uniti, in 600mila in fuga da Gaza. Sentiamo Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali. Polonia al voto. Con noi Micol Flammini, inviata del Foglio a Varsavia.
In apertura gli spunti di attualità e politica commentati con Paolo Mieli.Ad una settimana dall'attacco terroristico di Hamas in Israele, continua l'operazione militare di risposta del governo israeliano concentrato sulla striscia di Gaza. Ne parliamo con Vincenzo Camporini, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e Capo di Stato Maggiore della Difesa, consigliere scientifico IAI. L'esito delle elezioni in Europa, una tornata di elezioni politiche importante non solo in chiave europea ma anche con gli occhi rivolti all'Ucraina dopo le recenti frizioni tra Varsavia e Kyiv. Ne parliamo con Tonia Mastrobuoni, corrispondente de la Repubblica dalla Germania.
Da una parte c'è la destra nazionalista e conservatrice di Diritto e Giustizia (PiS), attualmente al potere con il primo ministro Mateusz Morawiecki, e guidata da Jarosław Kaczyński. Dall'altra la destra liberale ed europeista di Piattaforma Civica (PO), con a capo Donald Tusk, primo ministro dal 2007 al 2014 e presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019. La Polonia alle urne con la sfida che si rinnova: un passo importante per l'Unione europea che osserva attentamente gli sviluppi. Ospite Micol Flammini, inviata a Varsavia de Il Foglio. Nella seconda parte ospite Dimitri Bettoni ricercatore dell'Osservatorio Balcani e Caucaso, con lui parliamo di libertà di stampa. In collaborazione con Euranet Plus
PROGETTO KIRGHIZISTAN: https://donorbox.org/reportage-kirghizistan-nova-lectioIl mio NUOVO libro "La dura vita del dittatore": https://amzn.to/3BLc2FlUn ringraziamento enorme al collaboratore giornalista, Paolo Arigotti per la fase di scriptaggio dell'episodio.fonti:giurisprudenza.unimc.it/it/ricerca/laboratori-e-centri-di-ricerca-1/cde/news/la-polonia-condannata-dalla-corte-di-giustizia-europea-per-violazione-delle-regole-dello-stato-di-dirittowww.senato.it/application/xmanager/projects/leg19/file/Dossier%20europeo%20n.%2033.pdfwww.europarl.europa.eu/news/it/agenda/briefing/2022-05-02/9/stato-di-diritto-in-ungheria-e-polonia-dibattito-in-plenaria-e-risoluzionewww.europarl.europa.eu/news/it/agenda/briefing/2022-05-02/9/stato-di-diritto-in-ungheria-e-polonia-dibattito-in-plenaria-e-risoluzionewww.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2023/02/15/ue-deferisce-la-polonia-alla-corte-ue-sullo-stato-di-diritto_5fb4ecf8-29d2-4720-a5cb-41f7f2f7e7d4.htmlwww.ilpost.it/2021/10/23/stato-di-diritto-unione-europea-giustizia/www.ilpost.it/2020/11/17/ungheria-polonia-fuori-ue/giulianopisapia.eu/affari-costituzionali/violazioni-dello-stato-di-diritto-in-polonia-cosa-puo-fare-lue/lavoce.info/archives/93364/una-vittoria-per-lue-sullo-stato-di-diritto/www.affarinternazionali.it/stato-di-diritto-polonia-ungheria/www.affarinternazionali.it/polonia-potenza-militare/it.insideover.com/reportage/societa/polonia-al-bivio.htmlilmanifesto.it/varsavia-e-bruxelles-sempre-divise-sul-tema-dello-stato-di-dirittowww.repubblica.it/esteri/2023/05/30/news/polonia_legge_influenze_russe_repressione_dissenso-402469289/www.repubblica.it/esteri/2023/04/20/news/ungheria_polonia_diritti_lgbtq_parlamento_ue_condanna-396954795/www.limesonline.com/cartaceo/leuropa-centrale-vuole-lo-stato-etnicowww.limesonline.com/cartaceo/la-politica-polacca-non-e-quel-che-sembra
I fatti più interessanti della settimana, secondo il vostro Titolare. In questa puntata: "Maestra, la Germania trucca i conti!"; Eurodebito, in Europa ne avanza, in Italia avanza; il vittimismo regna sovranista; nuove meravigliose idee prendono (de)forma; il SuperMalus e la piena di debito; la Erdoganomics si rifugia a Varsavia; Apple in mezzo al guado del decoupling; il Dottor Sottile e il tempo che si assottigliaQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/4672101/advertisement
Mentre l'estate di Lampedusa è stata nuovamente segnata dagli arrivi e dai trasferimenti sul continente, la crisi migratoria ai confini orientali dell'Unione continua a intrecciarsi con le dinamiche della guerra in Ucraina. I migranti, visti dalla Polonia e dai paesi baltici, sono anche lo strumento di pressione che Russia e Bielorussia utilizzano per destabilizzare i paesi europei. Il governo di Riga (Lettonia) nelle ultime ore ha stanziato altri 10 milioni di euro per velocizzare la costruzione della barriera alla frontiera di stato con la Bielorussia e l'installazione di tecnologie di controllo lungo il confine. La misura, fortemente sostenuta dal ministero degli Interni del Paese baltico, rappresenta una risposta al nuovo aumento dei flussi migratori in arrivo dalla Bielorussia verso il Paese. Dall'agosto 2021, i migranti clandestini respinti alla frontiera dalla polizia lettone sono state più di 14.300. Nel corso dell'incontro, avvenuto a Varsavia lo scorso lunedì, i ministri degli Interni di Lettonia, Lituania e Polonia hanno concordato la possibilità di chiudere in maniera coordinata le rispettive frontiere con la Bielorussia in caso di provocazioni o ulteriori forti aumenti dei flussi migratori.In collaborazione con Euranet Plus
Oggi alle 15 la ministra Santanchè riferisce in Senato sul caso Visibilia. La premier Meloni a Varsavia: sul tavolo migranti ed elezioni europee. Sentiamo Barbara Fiammeri, commentatrice politica del Sole 24 Ore.Rinnovo dei contratti dei medici: ieri incontro tra sindacati e Schillaci in vista della ripresa delle trattative. Restano ancora punti di scontro a 5 mesi dall'inizio. Con noi Piero Di Silverio, segretario generale Anaao-Assomed.Anche Mediaset svela i nuovi palinsesti. Intanto Meta si prepara a lanciare Threads, nuovo social concorrente di Twitter. Ci racconta tutto la nostra Marta Cagnola.
L'amministrazione di destra della Regione Lazio ha ritirato il patrocinio al pride di Roma che si terrà sabato 10 giugno. Centinaia di migliaia di cittadini sono scesi in piazza a Varsavia per protestare contro il governo e contro una legge condannata da Bruxelles. Alberto Emiletti, giornalista di InternazionaleAndrea Pipino, editor di Europa di InternazionaleVideo pride: https://openvault.wgbh.org/catalog/V_A566D13AAB50478F8216C8DC7498521B Video Polonia: https://www.euronews.com/my-europe/2023/06/02/polish-president-andrzej-duda-offers-changes-to-law-on-russian-influence-amid-growing-critScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.
Oggi parliamo della manifestazione contro il governo polacco a Varsavia, della commemorazione (repressa) della strage di piazza Tienanmen e di chi paga di più il canone tv in Europa. ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://linktr.ee/podclasseditori Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione Musica https://www.bensound.com
Nel racconto e nella percezione di una guerra viene automatico pensare che tra la decisione di inviare delle armi e il loro utilizzo non passi molto tempo. In realtà, spiega Andrea Marinelli, le cose non stanno così e lo dimostra quanto sta accadendo con i carri armati e soprattutto con le munizioni. Mentre Giuseppe Sarcina analizza le difficoltà diplomatiche di Washington nel pianificare il sostegno a Kiev sul lungo periodo.Per altri approfondimenti:Ucraina, gli Alleati non anticipano le esigenze di Kiev ma seguono gli sviluppi: gli “aiuti del giorno dopo”Ucraina, l'importanza delle munizioni: Mosca “ha bisogno” di forniture cinesi, gli alleati le cercano nell'EstLa Polonia ordina 18 Himars dagli Stati Uniti: il ruolo di Varsavia e del fianco nordorientale della Nato