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Se siete cronicamente online, conoscete il meme «hawk tuah», lo scherzo a sfondo sessuale nato da una ragazza del Tennessee. Quello che forse non sapete, però, è che la protagonista del meme, grazie alla fama acquisita, ha lanciato un podcast, un documentario e una criptovaluta. E per quest'ultimo, ora, potrebbe essere nei guai.Un podcast di Valori.it a cura di Lorenzo Tecleme.Cercalo sulla tua piattaforma preferita.
Malik Rasmussen è un giovane groenlandese. Ha 29 anni, la faccia pulita e i tratti tipicamente inuit, l'etnia maggioritaria nell'isola. Da poco è diventato famoso per un'idea piuttosto bizzarra, che ha a che fare col ghiaccio purissimo della sua terra e i soldi abbondantissimi di Dubai. C'è un solo problema: è un'idea che emette moltissima CO2.Un podcast di Valori.it a cura di Lorenzo Tecleme.Cercalo sulla tua piattaforma preferita.
Miliardari che comprano governi, cantanti che usano il jet privato anche per fare la spesa, meme che diventano criptovalute: viviamo in un mondo pieno di storie assurde, ma dietro ognuna di queste storie c'è un pezzo del nostro presente che merita di essere raccontato. Ogni settimana, una volta a settimana, proviamo a farlo noi. Un podcast di Valori.it a cura di Lorenzo Tecleme.Cercalo sulla tua piattaforma preferita.
Miliardari che comprano governi, cantanti che usano il jet privato anche per fare la spesa, meme che diventano criptovalute: viviamo in un mondo pieno di storie assurde, ma dietro ognuna di queste storie c'è un pezzo del nostro presente che merita di essere raccontato. Ogni settimana, una volta a settimana, proviamo a farlo noi. Unchained è il nuovo podcast di Valori.it a cura di Lorenzo Tecleme. Iscriviti per non perdere nemmeno una puntata!
Eugenio Garavini è portavoce di Ekonvoi, una realtà associativa che da anni aiuta persone e famiglia in difficoltà offrendo beni alimentari. La loro è la storia di un gruppo di persone che si impegna per il bene della comunità, ma anche un'oblò aperto sulla povertà. Che spesso è ad una cassa integrazione, un aumento dell'inflazione, una sfortuna di distanza.Raccontiamo tutto nel nuovo episodio de l'Oblò, il podcast di Valori.it che guarda al mondo là fuori.
Oggi Lorenzo Tecleme ci saluta. Domani lascerà Baku e tornerà in Italia perché la Cop29 è finita, anche se più di un giorno di ritardo. E oggi ci racconta cosa è stato deciso al più importante appuntamento che le nazioni si danno ogni anno per salvare il clima della Terra. Soprattutto, però, ci dà un utile consiglio per superare la delusione per un accordo che è davvero poca cosa di fronte alla sfida che dobbiamo vincere.Appuntamento al prossimo anno da Belem, in Brasile, per la Cop30. Nel frattempo, puoi approfondire su Valori.it cosa è stato deciso a Baku.
Oggi è arrivata la bozza. Una vera e propria bozza di quella che potrebbe essere la decisione finale della Cop29 di Baku. E dire che è deludente è dire poco. Lo spiega Lorenzo Tecleme nel nostro appuntamento quotidiano.E se vuoi saperne di più, leggi l'approfondimento su Valori.it.
A Baku sono tutti stanchi. Questa mattina è uscita una bozza della decisione conclusiva della Cop29, un documento che però si limita a constatare che le posizioni delle parti sono diametralmente differenti. La conclusione della Cop29 non appare così vicina.Per saperne di più leggi Valori.it.
Oggi da Baku il nostro Lorenzo Tecleme dà i voti all'influenza politica dei vari attori riuniti alla Cop29. come ne esce l'Europa? E gli Stati Uniti? La Cina? Ascolta l'episodio di oggi di Copcast per saperlo!Per saperne di più leggi Valori.it.
Ci si attendeva un grande impulso dai capi di Stato e di governo riuniti al G20 per salvare la Cop29, ma è arrivata una dichiarazione che non indica una direzione chiara sulla finanza climatica. E alla fine della Conferenza mancano tre giorni.Per saperne di più leggi Valori.it.
Le Flame Towers, le fiamme di Baku, sono tre grattacieli che dominano il panorama della capitale dell'Azerbaigian, in questi giorni sede della ventinovesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite. E rappresentano la combustione degli idrocarburi. Per saperne di più leggi Valori.it.
Si è conclusa a Baku la prima settimana della Cop29, il nuovo round negoziale delle Nazioni Unite sul contrasto al riscaldamento globale. La prima metà del summit è passata, ma sul tavolo non c'è quasi niente di definitivo.Per saperne di più leggi Valori.it.
L'Azerbaigian non è una nazione amica delle proteste. Il regime autocratico di Aliyev non ammette quasi per nulla il dissenso. Tuttavia, i luoghi delle Cop sono extranazionali, affidati alle Nazioni Unite. Così, dentro la Cop29 si può parlare perfino di embargo energetico contro Israele per il genocidio in corso a Gaza.Per saperne di più leggi Valori.it.
Alla Cop29 di Baku pesa molto anche la geopolitica, in una nazione che ha una serie di amici – l'Italia è un partner fondamentale per l'Azerbaigian – e non pochi nemici. A cominciare dalla Francia, con la quale il botta e risposta a distanza è stato tale da convincere il ministro dell'Ambiente di Parigi a rinunciare a partecipare alla conferenza.Per saperne di più leggi Valori.it.
Oggi a Baku sono intervenuti diversi leader, tra cui Giorgia Meloni, Christine Lagarde e Muhammad Yunus. Tra posizioni scontate (Meloni e "l'approccio ideologico" alla crisi climatica) e altre meno (come Lagarde che riconosce l'insufficienza delle risorse messe a disposizione fin qui per la lotta al riscaldamento globale).Per saperne di più leggi Valori.it.
La ventinovesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop29, è ufficialmente iniziata a Baku, in Azerbaigian. Quest'anno, al centro delle discussioni ci saranno soprattutto le questioni legate alla finanza climatica, ovvero agli stanziamenti che occorre prevedere per mitigare i cambiamenti climatici e per adattarsi agli impatti da essi derivanti.Ma come siamo arrivati fin qua? Ce lo spiega Lorenzo Tecleme in Copcast, il diario della Cop29 di Baku.Per saperne di più leggi Valori.it.
"Economia circolare" è una di quelle formule che ormai popolano di continuo i documenti governativi e i comunicati delle grandi aziende. Ma dietro una formula apparentemente generica si nasconde una rivoluzione: l'abbandono della linearità che ha accompagnato un gran pezzo della storia umana.Dall'isola di plastica dell'oceano Pacifico alle rinnovabili del meridione, dai falsi miti sul nostro Paese allo status quo che resiste, Emanuele Bompan è l'ospite del nuovo episodio de L'Oblò, il podcast mensile di Valori.it a cura di Lorenzo Tecleme.
I cambiamenti climatici sono responsabilità collettiva e non individuale, una persona dovrebbe vivere decine di milioni di anni per produrre le stesse emissioni che una compagnia fossile disperde in un solo anno. Ma è anche vero che è oramai doverosa una diversa consapevolezza verso il cibo, facendo attenzione che sia interamente sostenibile quella filiera che comincia nell'agricoltura e termina sulle nostre tavole.ConTina BalìMaria Grazia MammucciniMaurizio MartinaBarbara NappiniMartin SchüllerModera Sara SegantinPer saperne di più: https://festival.valori.it/programma/domenica/agricoltura-clima
Con Luca Lombroso, climatologo e divulgatore scientifico, parleremo delle crisi climatiche e degli effetti diretti che hanno sulla vita delle persone. A partire dal cibo che mettiamo ogni giorno in tavola, di cui analizzeremo tutta la filiera. Perché quello che mangiamo è frutto dello stesso sistema produttivo che avvelena il Pianeta.Con Luca LombrosoAndrea BaroliniPer saperne di più: https://festival.valori.it/programma/domenica/arca-di-noe
È noto che la guerra è da tempo uno dei più importanti settori d'investimento economico e finanziario, pubblico e privato. Ma proviamo a ribaltare la prospettiva. Come funziona l'economia di guerra per chi la guerra la subisce? Come si fa a ricevere lo stipendio, ritirare i soldi in banca, pagare qualcuno, comprare il pane e le rose? È ancora possibile farlo, o i soldi sono la prima vittima collaterale di ogni conflitto?ConSamar HusaryRami Radwan Ali TakhmanMustafa TamaizehModera Andrea BaroliniPer saperne di più: https://festival.valori.it/programma/sabato/palestina-finanza
Con Cecilia Strada, attivista e europarlamentare, parleremo della guerra. E di come la guerra non faccia male solo alle persone che la subiscono direttamente, ma sia un immane disastro per l'economia globale e la sostenibilità ambientale del Pianeta. Oltre che un formidabile veicolo di diseguaglianze sociali.ConCecilia StradaAndrea BaroliniPer saperne di più: https://festival.valori.it/programma/sabato/effetto-guerra
Se ci siamo abituati a vedere ogni aspetto delle nostre vite regolato dagli algoritmi, ora dobbiamo prendere atto che a breve lo saranno dall'intelligenza artificiale. Questa nuova ragione tecnologica del mondo è di per sé neutra, e la sua declinazione in positivo o in negativo dipenderà solo da chi già adesso ne gestisce i comandi: i grandi fondi d'investimento finanziario. La sfida è alle porte, prepariamoci.ConClaudia BiancottiJuan Carlos De MartinDario GuarascioRiccardo StaglianòModera Andrea Daniele SignorelliPer saperne di più: https://festival.valori.it/programma/sabato/medioevo-digitale
Con Alessandro Volpi, professore di Storia contemporanea all'Università di Pisa, parleremo di come si è arrivati a questo nuovo medioevo capitalista, in cui pochissime società d'investimento controllano la quasi totalità dell'economia globale. Sono i grandi fondi finanziari, che hanno creato un vero e proprio oligopolio al di fuori di ogni regola democratica.ConAlessandro VolpiAndrea BaroliniPer saperne di più: https://festival.valori.it/programma/sabato/padroni-a-casa-vostra
Burocrazia, finanziamenti e modelli: una guida pratica.Un workshop che intende partire dal racconto di cosa sono le comunità energetiche, ovvero quelle associazioni tra cittadini, imprese e amministrazioni locali che sono costituite per produrre, scambiare e consumare energia rinnovabile. E che punti poi soprattutto a spiegare come costruire questi progetti e come tenerli in vita dal lato pratico.ConMarco BianchiRiccardo BreveglieriMassimo BurianiSara CapuzzoLuigi D'AmicoAlessandra FilippiAlberto MasiniParide SuffritiAgnese ZonaModera Gianluca RuggieriPer saperne di più: https://festival.valori.it/programma/venerdi/comunita-energetiche
Il terzo settore tra criminalità, mercato e politica.Con i curatori del volume "L'assedio del sociale" Antonio Vesco e Gianni Belloni discuteremo dei fenomeni criminali e corruttivi nell'ambito della cooperazione sociale, che inquinano un settore fondamentale per garantire i servizi di welfare del nostro Paese. Un tema che, al di là delle inchieste giudiziarie, non è mai stato approfondito a sufficienza, indagando il ruolo giocato dalla politica e dai processi di finanziarizzazione dell'economia non profit in questa deriva criminale.Con Antonio VescoGianni BelloniGiulia BondiPer saperne di più: https://festival.valori.it/programma/giovedi/assedio-del-sociale
Come banche e fondi di investimento sostengono il settore bellico.Un corso di formazione per giornalisti iscritti all'Odg che rilascia 3 crediti formativi professionali. In particolare questo corso si focalizza sull'importanza sempre crescente dei mercati e degli investimenti finanziari nella produzione e nel commercio delle armi. E si concentra sui modi per evitare che i nostri soldi siano inconsapevolmente investiti per finanziare l'industria militare.Con Andrea BaroliniChiara BonaiutiDanilo De BiasioPier Paolo PedrialiSimone SilianiPer saperne di più: https://festival.valori.it/programma/giovedi/finanza-armata
Alluvioni, incendi, siccità. Sono queste le immagini che che compaiono in mente quando pensiamo agli effetti della crisi climatica. Ma se gli eventi metereologici estremi di vario tipo rappresentano la manifestazione più immediata, le conseguenze sociali di quegli stessi eventi sono il livello più rischioso e profondo del riscaldamento globale.Nel Sud del Pianeta milioni di persone rischiano di dover fuggire dalle proprie case per via della crisi climatica. Una pentola a pressione a cui il mondo non è preparato. Ne parliamo nell'ultimo episodio de l'Oblò con Grammenos Mastrojeni, Segretario generale dell'Unione per il Mediterraneo.
L'estate appena conclusa è stata drammatica per le carceri italiane. Il caldo estremo ha portato a proteste degenerate in sommosse, e il computo dei suicidi è tornato a crescere.Ma il problema va ben oltre l'estate.Le carceri sono un bubbone mai esploso e mai affrontato. L'Associazione Antigone, quasi in solitudine, cerca di capirlo e raccontarlo. Fino a trovare soluzioni che migliorino la vita di chi sta dentro e di chi sta fuori le mura dei penitenziari.Nel secondo episodio de L'Oblò, intervistiamo Michele Miravalle, portavoce di Antigone Onlus.
Il quotidiano britannico The Guardian ha contattato centinaia di scienziati climatici per sapere come immaginano, in cuor loro, il futuro. In 400 – tutti membri dell'IPCC, la massima autorità scientifica mondiale in ambito climatologico – hanno deciso di rispondere. E l'esito è scoraggiante. Solo il 6% crede che si riuscirà a rispettare il limite di aumento delle temperature di +1,5°C rispetto all'era pre-industriale. Si tratta dell'obiettivo su cui, in teoria, tutti i governi del mondo si sono impegnati a convergere. Donne e giovani, in particolare, sono i più pessimisti.Gli scienziati del clima hanno, loro malgrado, il ruolo delle cassandre: profeti inascoltati di sventure sempre più vicine. Ma come si sente chi assolve a questo compito? Proviamo a rispondere nel primo episodio de L'Oblò, il nuovo podcast mensile di Valori a cura di Lorenzo Tecleme.Con noi oggi Antonello Pasini, fisico dell'atmosfera in forze al CNR e divulgatore scientifico.
L'intelligenza artificiale è ormai applicata in maniera intensiva nel settore militare. Negli Stati Uniti è stato già testato un caccia totalmente autonomo. Ucraina e Striscia di Gaza sono laboratori a cielo aperto. Ecco come l'IA sta cambiando la guerra.Ne parla Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete italiana Pace e Disarmo.Appronfondisci con il dossier di Valori.it.Scarica il dossier L'intelligenza artificiale va al fronte in formato PDF o ePub.
Tre giorni dopo la terza bozza e alla vigilia della fine programmata della Cop28, nel pomeriggio di lunedì 11 dicembre è stata diffusa una nuova versione provvisoria del testo di accordo finale della ventottesima conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Nelle intenzioni, questa bozza avrebbe dovuto sgomberare il campo dal florilegio di opzioni che campeggiavano nel secondo e nel terzo draft.Da questo punto di vista, il lavoro è riuscito: diverse opzioni sono effettivamente sparite. Il problema è che si tratta di tutte quelle più ambiziose.Ne abbiamo parlato con Eleonora Cogo e Jacopo Bencini.
Nella puntata di Copcast di oggi abbiamo incontrato a Dubai Michele D'Ostuni e con lui abbiamo parlato di come i sistemi agroalimentari devono cambiare per adattarsi alla crisi climatica e, cambiando, possono contribuire a combatterla.
La parola d'ordine della Cop28 è "phase out". Abbandono delle fonti fossili. Riusciranno i delegati a trovare un accordo per un'uscita o almeno una diminuzione dello sfruttamento di carbone, petrolio e gas? E come dovremo giudicare i risultati di una conferenza sul clima che si tiene in un Paese che basa la propria economia sul petrolio?Ne abbiamo parlato con Tommaso Perrone, direttore di Lifegate.
nizia la seconda settimana di Cop28. Quella più importante e decisiva. L'8 dicembre è stata la giornata tematica dedicata a giovani e educazione.Di cosa si è discusso? Ne abbiamo parlato con Giacomo Di Capua.
Una seconda bozza del global stocktake è stata pubblicata a ridosso della pausa nei lavori della Cop28 di Dubai. Il testo mostra chiaramente la siderale distanza ancora esistente tra i gruppi di Paesi presenti al tavolo negoziale. Si parla di fonti fossili, di sussidi, di rinnovabili e di carbone, ma in fondo a ciascun tema campeggia l'opzione «No text». Il che significa che i governi sono pronti a stralciare ciascuno di questi temi in mancanza di un accordo.
Erano 503 alla Cop26 di Glasgow, nel 2021. Sono diventati 636 alla Cop27 di Sharm el-Sheikh, lo scorso anno. E stavolta, alla Cop28 di Dubai, si sono presentati in 2.456. Parliamo dei lobbisti del settore delle fossili. Un esercito di persone addestrate e pagate con un obiettivo: far fallire i negoziati. Evitare che possano essere prese decisioni troppo stringenti in termini di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. Scongiurare rischi di contraccolpi per le aziende che rappresentano.
Alla Cop28 il 4 dicembre è il giorno della finanza climatica. Con meno annunci rispetto alle edizioni precedenti e promesse insufficienti.
Nel quarto giorno di Conferenza sul clima piombano le dichiarazioni al limite del negazionismo climatico del sultano al-Jaber, presidente della Cop28 e petroliere.
Si chiama Oil and Gas Decarbonization Charter (Carta per la decarbonizzazione del petrolio e del gas, Ogdc) ed è stata presentata come un passo avanti storico alla Cop28 di Dubai. Come già accaduto per il fondo per le riparazioni dei danni e delle perdite subite (loss and damage), sul quale c'è ancora molto da fare, la presidenza emiratina della conferenza sembra presentare come sostanziali, acquisite ed efficaci anche le iniziative che, di fatto, non lo sono. O lo sono solo in parte.
Nel secondo giorno della Cop28 di Dubai sono andati in scena i leader mondiali. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha ribadito la necessita, ora, di concentrarsi sul problema della mitigazione: «Gli 1,5 gradi sono ancora un obiettivo possibile. A mancare non sono i mezzi, ma la volontà politica».La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, nel suo discorso, è sembrata invece dimenticarsi completamente la questione climatica, concentrandosi solo su cibo e alimentazione. E promettendo 100 milioni di euro per il fondo per il loss and damage.
Nel primo giorno della Cop28 di Dubai è stato approvato il fondo per il loss and damage. Restano tuttavia tanti punti interrogativi.
Cosa significa vivere in un Paese in guerra? Chi sono le vittime? Quanto tempo serve per ricostruire tutto ciò che è stato distrutto? Un racconto dall'osservatorio diretto di EMERGENCY nei Paesi in cui è impegnata per smontare la retorica della guerra “lampo”, “umanitaria”, “giusta” perché"Lavorare insieme per un mondo senza guerra è la miglior cosa che possiamo fare per le generazioni future."(Gino Strada, chirurgo e fondatore di EMERGENCY).Con Daniele Giacomini, Emergency and Development Director di EMERGENCY
«Ma ha sempre fatto caldo!»«Crisi climatica? Macché, è colpa delle tempeste solari!»«È sufficiente piantare alberi!»Ma è davvero così? Ne parlano, in modo semiserio (ma molto serio) Massimo Cirri e Andrea Barolini che smontano tutti i luoghi comuni sulla crisi climatica. La più grave crisi che l'umanità si trova ad affrontare. Pur pienamente coscienti dei gravi rischi a cui siamo esposti, proviamo a spiegare il tutto anche con un sorriso.ConMassimo Cirri, conduttore radiofonicoAndrea Barolini, direttore di Valori.it
Puntare sulla pace non significa solamente rifiutare, come indica la nostra Costituzione, la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, prevenire i conflitti e scongiurare indicibili sofferenze.Puntare sulla pace significa dare fiato ad un'economia alternativa al business delle armi, della distruzione e della ricostruzione. L'economia di pace è una scelta sostenibile, etica e anche florida.Nicoletta Dentico, SID - Society for international developmentSofia Basso, Greenpeace ItaliaModera Francesco Vignarca, Rete italiana Pace e Disarmo
La finanza tocca, spesso senza che sia possibile accorgersene, ogni ambito delle nostre vite, delle nostre azioni, della nostra quotidianità. Praticamente in ogni settore - dall'agricoltura all'energia, dalla tecnologia alla salute, dall'istruzione al commercio - incidono dinamiche che noi troppo spesso non conosciamo. E che perciò non siamo in grado di combattere. Ecco come la finanziarizzazione dell'economia cambia, concretamente, le nostre vite.ConPaolo Alberto Valenti, presidente di Club Media ItalieAlessandro Volpi, Università di PisaLuca Pisapia, giornalistaModera Ettore Tazzioli, direttore di TRC
La transizione ecologica impone un cambiamento radicale anche nel nostro modo di spostarci, nei mezzi che utilizziamo per farlo e nelle nostre abitudini. La necessità di abbattere le emissioni di CO2 porterà ad un'inevitabile elettrificazione dei trasporti, ma come ogni trasformazione, anche questa imporrà dei costi. Che non possono essere scaricati unicamente sulle popolazioni, e soprattutto non debbono esserlo sulle fasce economicamente e socialmente più deboli.ConSamuele Lodi, Fiom CGILAndrea Boraschi, Transport&EnvironmentFrancesco Zirpoli, CAMI, Università Ca' FoscariAdriano Montorsi, Filt CGILModera Anna Donati, Kyoto Club, Alleanza Clima e lavoro
I trasporti sono responsabili di circa un quarto delle emissioni inquinanti. L'impegno a promuovere una transizione verso sistemi della mobilità e dei trasporti più sostenibili appare quindi improcrastinabile.Per farlo, le soluzioni tecniche e tecnologiche non sono sufficienti: occorre promuovere un diverso paradigma e un diverso modo di pensare i nostri spostamenti.Con Matteo Colleoni, Università di Milano-Bicocca
Le comunità energetiche rappresentano una risposta efficace e solo apparentemente “locale” alla necessità di trasformare i nostri modelli di produzione di energia. L'abbandono del carbone, del petrolio e del gas può generare un nuovo tessuto economico sostenibile e “dal basso” che ha già dimostrato di funzionare. Come fare però per rendere queste esperienze non solo esempi puntuali ma ampiamente diffusi a livello nazionale? Quali regole sono necessarie? Cosa possono fare le istituzioni locali e cosa il governo?ConAlessandra Filippi, assessore ambiente Comune di ModenaRossella Muroni, ecologista, sociologa, esperta di sostenibilità ambientaleChiara Pederzini, responsabile innovazione e sostenibilità di Legacoop Estense e consigliere di CPL Concordia.Modera Gianluca Ruggieri, università dell'Insubria
Quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali è un modello energetico diffuso, basato su autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, elettriche e termiche, che si integra con i più grandi impianti a tecnologie pulite, in grado di contribuire alla lotta contro l'emergenza climatica e allo stesso tempo di ridurre il peso geopolitico delle fonti fossili.Con Manuele Messineo, coordinamento CERS Roma
«Fa più rumore un ramo che cade di una foresta che cresce».Dall'Amazzonia al vecchio Continente, un affascinante viaggio nel tempo alla scoperta delle origini della gestione forestale sostenibile. Un lungo filo verde unisce Cicerone al Re Sole, passando per il lascito dei monaci cistercensi. Ripercorrendolo si scopre curiosamente che legno, architettura, grandi vini e formaggi hanno radici comuni, legate a doppio filo alla tutela della foresta e profondamente infisse nel cuore vivo della cultura europea.Una panoramica sullo stato di salute delle nostre foreste offre uno spiraglio di ottimismo, non tanto sul futuro del nostro Pianeta, quanto della nostra specie sul Pianeta.Ma soprattutto invita a riscoprire il valore delle parole generosità e lungimiranza.ConVeronica Nicolardi, direttrice di Cortona On The MoveAndrea Margaritelli, presidente di Fondazione Guglielmo Giordano
Il modello di sviluppo attuale ha dimostrato di non funzionare.È causa di disuguaglianze crescenti, non è mai stato in grado di risolvere pienamente i problemi di povertà e di distribuzione equa delle risorse. Il mondo accademico da decenni propone numerose alternative, eppure la politica appare impermeabile sia alle richieste di cambiamento della società civile che a quelle di docenti e premi Nobel.Il modello capitalista è riformabile? È sostituibile? E in che modo?ConFabrizio Barca, economistaClara Mattei, economistaModera Andrea Barolini, direttore Valori.it