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Le comunità del West Bank subiscono atti di vandalismo e intimidazioni costanti dagli estremisti israeliani e sono supportati dal governo. Yarin Levin, ministro della Giustizia di Israele ha dichiarato: "Annetteremo la Cisgiordania". "Vent'anni fa qui abitavano venti famiglie. Dal 7 di ottobre hanno incominciato ad aggredirci quasi quotidianamente e un po' alla volta tutti se ne sono andati. Siamo rimasti noi" dice Koran Basharath, pastore di un villaggio nella Valle del giordano. "Sono violenti e armati" dice Elie Avidor, israeliano, veterano di guerra, oggi "combattente pacifico" contro l'occupazione della Cisgiordania. Anche l'agricoltore israeliano Peretz Gan, come Avidor, lotta per i diritti dei palestinesi. Lui fa parte dei Jordan Valley Activists. "Li supportiamo – spiega - sia finanziariamente che legalmente. Quello che facciamo è monitorare la situazione, presidiare il territorio, raccogliere prove degli abusi, fotografie di aggressioni, denunce". Ma queste violenze accadono anche vicino a Ramallah. Padre Bashar è il parroco di Taybe, cittadina cristiana che si sta spopolando a causa delle aggressioni dei coloni.
l ministro israeliano alla giustizia Levin: “È giunto il momento di annettere la Cisgiordania”. Ci colleghiamo con la nostra inviata nell’area, Valentina Furlanetto. Presentati i nuovi palinsesti di La7. C’era per noi Marta Cagnola. Nuovo codice della strada: Salvini firma il decreto sull’alcolock e un primo provvedimento sul targhino per i monopattini. Facciamo chiarezza con Luigi Altamura, comandante della polizia stradale di Verona e componente del coordinamento sicurezza stradale dell’ANCI.
Ogni giorno, a Gaza, si muore per un sacco di farina. Si muore davanti ai centri di distribuzione degli aiuti, sotto i colpi di fucile di soldati che sparano su civili disarmati. Oltre 500 persone sono state uccise in queste “file della fame”, mentre l'attenzione del mondo si spostava altrove, sulle fiammate geopolitiche tra Israele e Iran. L'annientamento sistematico continua, ma lo sdegno si è dissolto. Le cifre parlano da sole. Il Ministero della Sanità di Gaza registra 56.331 vittime, ma secondo un recente studio indipendente le morti violente sarebbero almeno 75.000, con 8.500 decessi per fame, infezioni, collasso del sistema sanitario. I valichi sono chiusi, gli aiuti insufficienti, e la fame è diventata una forma di guerra. Perfino Unicef è costretta a ricordare l'ovvio: non si può chiedere ai civili di entrare in una zona di combattimento e poi ucciderli perché sono in una zona di combattimento. Nel frattempo, l'Occidente applaude in silenzio. Gli Stati Uniti, con l'ambasciatore Mike Huckabee, ormai neppure fingono di credere nella soluzione dei due Stati. L'Unione Europea, pur consapevole che Israele viola l'accordo commerciale con Bruxelles, non muove un dito. Solo Pedro Sánchez, ancora una volta, invoca la sospensione dell'intesa. Il resto è complicità. Benjamin Netanyahu prepara le elezioni. Serve la gloria, non la pace. Serve l'illusione di un successo militare. Nella sua coalizione, la “fase successiva” non è la ricostruzione, ma la rimozione dei palestinesi dalla storia. E intanto, nella Cisgiordania occupata, 943 palestinesi sono stati uccisi dal 7 ottobre. Gaza è diventata un modello. Un modello da esportare. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Mentre l'attenzione del mondo è concentrata sulla guerra tra Israele e l'Iran, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania continuano le violenze e le operazioni dell'esercito contro i palestinesi. Con Lorenzo Kamel, docente di relazioni internazionali all'università di Torino.La Meta ha annunciato che WhatsApp, l'app di messaggistica più popolare del mondo, comincerà a mostrare annunci pubblicitari agli utenti. Con Valerio Bassan, giornalista.Oggi parliamo anche di:Festival • I workshop di Internazionale a Ferrarahttps://www.internazionale.it/festival/workshop/anno/2025Disco • Mixes of a lost world di The CureCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Le chiamano “distribuzioni di aiuti”, ma sono esecuzioni pubbliche di affamati. Oggi, l'ennesima: 31 palestinesi uccisi mentre tentavano di ricevere cibo nel corridoio Netzarim, a Gaza. Erano disarmati. Sono stati colpiti da carri armati e droni israeliani, secondo la Protezione civile locale. Oltre 200 feriti. Non è più una guerra: è una mattanza scientifica, fredda, ripetuta. Una trappola dove chi cerca pane trova piombo. I punti di distribuzione degli aiuti sono diventati “zone di uccisione”. Lo dicono i medici, lo confermano i sopravvissuti. Cecchini e droni sparano su civili disarmati. Si colpiscono tende, scuole, ospedali. Un medico giordano è stato ferito in un bombardamento vicino a Khan Younis. Tre paramedici uccisi a Gaza City. È il fronte umanitario trasformato in bersaglio. E mentre il mondo prende posizione, l'Italia tace. Australia, Canada, Nuova Zelanda, Norvegia e Regno Unito hanno imposto sanzioni ai ministri israeliani Ben-Gvir e Smotrich, colpevoli di incitare apertamente alla violenza e all'espulsione dei palestinesi. In Germania, Franziska Brantner, leader dei Verdi, ha chiesto lo stesso. A Roma, invece, regna il silenzio. Meloni finge di non vedere, Tajani balbetta diplomazie da manuale, Piantedosi parla di sicurezza interna mentre in Cisgiordania 17.500 palestinesi — tra cui 1.400 bambini — sono stati arrestati da ottobre. Crosetto è in altre faccende belliche (leggi riarmo) affaccendato. Nessun atto, nessuna parola, nessuna condanna. A Gaza si muore per la fame. Letteralmente. Ma chi in Italia governa, ignora. Del resto come diceva Don Abbondio il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha esplicitamente condannato la distruzione israeliana a Gaza e in Cisgiordania. Nel frattempo, è stato calcolato l'impatto ambientale delle bombe sulla Palestina e del riarmo della Nato.In Polonia, la destra populista di Libertà e Giustizia ha vinto, di nuovo, le presidenziali per un soffio: il nuovo presidente Karol Nawrocki ora rischia di bloccare le grosse riforme del governo liberale di Donald Tusk.L'Etna torna a eruttare come nel 2021 e le forti eruzioni hanno fatto collassare parte del suo cratere, ma non c'è nessun pericolo per cittadini o trasporti aerei.Leila Belhadj Mohamed, esperta di geopolitica, ci racconta degli scontri a Parigi dopo la vittoria del PSG in finale di Champions League e di quanto il razzismo sistemico prenda di mira le comunità mahgrebine.Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it. Rassegna stampa: Referendum, cosa dicono i 5 quesiti su cittadinanza e lavoro dell'8 e il 9 giugno, Simone Santi
Israele rilancia in Cisgiordania. Il divorzio Trump/Musk Questo podcast e gli altri nostri contenuti sono gratuiti anche grazie a chi ci sostiene con Will Makers. Sostienici e accedi a contenuti esclusivi su willmedia.it/abbonati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il genocidio ha bisogno di propaganda, come primo passo per lo sterminio. Ha bisogno di una regia che sappia umanizzare l'orrore, raccontarlo come incidente, come costo collaterale, come atto tecnico. I morti sono “errori”, gli sfollamenti forzati si trasformano in “evacuazioni umanitarie”, e la fame, quella scientificamente indotta, diventa “distribuzione di aiuti”. Oggi gli affamati vengono adescati in massa con la scusa del pane. Immagini aeree mostrano file ordinate che ricordano i campi più bui della storia: corpi magri e mani protese verso un sacchetto di riso, usato come esca per spostare interi quartieri. Il tutto gestito da mercenari americani già condannati per crimini di guerra. Intanto si costruiscono 22 nuovi insediamenti illegali in Cisgiordania, come annunciato dal ministro Katz e dal fanatico Smotrich, celebrando “un grande giorno per il movimento degli insediamenti”. Una colonizzazione attiva, militare, permanente, in pieno corso. La propaganda (umanitaria) è il concime per il consenso per il genocidio. Netanyahu è la maschera perfetta di questa operazione, ma non l'unico attore. L'illusione che la sua caduta basti a rimettere le cose a posto è una comoda bugia per chi, nel frattempo, ha fornito armi, appoggi politici e coperture mediatiche. Il sistema resta. Chi ha cominciato a osservare la Palestina il 7 ottobre 2023 può credere che basti cambiare premier per cambiare rotta. Chi guarda da anni sa che la sostanza resta intatta, anche se cambiano i nomi. E sa che parlare di “aiuti” mentre si costruisce l'apartheid è il più violento degli inganni. Ora il rischio è che ci servano un genocidio umanitario. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Non sono più le Alpi che conosciamo Mercoledì pomeriggio il paesino di Blatten, tra le Alpi in Svizzera, è stato annientato da una valanga di ghiaccio e roccia – causata anche dal vertiginoso aumento di temperatura che stanno sperimentando, ancora più del fondovalle. Lo stato di Israele ha approvato altri 22 nuovi insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata, un ulteriore modo per rendere impossibile la creazione di uno stato unitario palestinese, e che complica ancora di più le trattative per un cessate il fuoco. L'Unione europea è quasi allineata ai suoi obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030, mentre dalla California arriva una buona notizia che si manifesta appena dopo il tramonto del sole grazie alle batterie. Marina Pierri, direttrice artistica del Festival delle serie tv, ci racconta della nuova stagione di Nine perfect strangers, con il ritorno di Nicole Kidman nelle vesti della guru alle prese con il microdosing di allucinogeni. Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it.
La legge contro il maltrattamento degli animali, approvata ieri, è un passo in avanti, ma cosa ci dice sul nostro rapporto con le altre specie? Che implicazioni avrebbero i referendum su lavoro e cittadinanza, se passassero? Cosa ci raccontano l'addio di Musk all'amministrazione Trump e la bocciatura dei suoi dazi sul futuro della politica economica e tecnologica americana? Fino a che punto Israele potrà continuare a colonizzare la Cisgiordania senza che la comunità internazionale imponga un limite concreto? INDICE:00:00:00 - Sommario00:00:44 - La legge contro il maltrattamento degli animali00:07:55 - La guida al voto dei referendum dell'8-9 giugno00:10:10 - Usa: Musk se ne va e un guidice annulla i dazi di Trump00:15:41 - L'espansione di Israele in Cisgiordania00:20:14 - Sanità e capitalismo in SardegnaFonti: https://www.italiachecambia.org/podcast/maltrattare-animale-carcere-legge/Iscriviti alla newsletter: https://bit.ly/3ZcEw
Quando si parla di Medio Oriente, le opinioni che tendono a prevalere – anzi, forse addirittura ad uniformarsi – sono quelle che, in maniera sostanzialmente trasversale, ci spiegano che la pace in Terra Santa diventerà una realtà soltanto il giorno in cui Israele accetterà la presenza di uno Stato palestinese ai suoi confini. E se diplomazie, università e media insistono su questo tasto con tanta convinzione, sarebbe sconsiderato non prestare, alle loro argomentazioni, tutta l'attenzione che indubbiamente meritano. A voler essere però storicamente precisi, bisogna pure riconoscere che, in origine, i primi a ragionare in termini di “due stati e due popoli”, sono stati proprio gli Israeliani, i quali, fin dal 29 novembre del 1947, accettarono la Risoluzione 181 dell'ONU che prevedeva la spartizione del territorio palestinese fra due istituendi Stati: uno ebraico, l'altro arabo, con Gerusalemme sotto controllo internazionale. Il rifiuto di questo Piano da parte del mondo arabo condurrà – come noto – allo scoppio della prima guerra arabo / israeliana del 1948. Ed a questo proposito, ricordiamo che le truppe di Egitto, Siria, Libano, Transgiordania e Iraq invasero Israele proprio il giorno dopo la sua nascita ufficiale: il 15 maggio 1948. Passano gli anni (e sono anni insanguinati da entrambe le parti), ma, nel luglio del 2000 – anfitrione il presidente Clinton – a Camp David l'allora premier israeliano Ehud Barak mostra di credere ancora alla soluzione dei “due stati”, offrendo a Yasser Arafat uno Stato palestinese su oltre il 94% della Cisgiordania, tutta Gaza e con capitale a Gerusalemme Est. Una soluzione decisamente favorevole che, tuttavia, il Rais sorprendentemente rifiuta. Otto anni più tardi un nuovo leader israeliano – questa volta si tratta di Ehud Olmert – si spinge persino oltre Camp David, proponendo al presunto “moderato” Abu Mazen, ulteriori scambi di territorio per compensare gli insediamenti, il controllo congiunto sui luoghi sacri di Gerusalemme ed un ritorno parziale dei rifugiati palestinesi. Anche in questo caso però, l'offerta non verrà presa in considerazione. Nel frattempo, nel 2005, Israele – sotto il governo del generale Ariel Sharon, la cui fama non è certamente quella di un mite fraticello di Assisi – ha provveduto al ritiro unilaterale da Gaza, smantellando 21 insediamenti e dislocando altrove oltre 9.000 coloni israeliani. In cambio della rinuncia totale al territorio, Tel Aviv non riceverà mai ringraziamenti o attestati di amicizia, ma dovrà invece accontentarsi di una pressoché quotidiana razione di missili provenienti proprio dalla Striscia, ormai divenuta il feudo di Hamas. Viene, pertanto, legittimo avanzare il sospetto che a dividere gli Arabi dagli Israeliani non siano tanto gli aspetti territoriali, quanto quelli identitari. In altre parole, il popolo palestinese è disposto a coesistere con quello ebraico? A noi pare, quindi, che, se davvero si vuole la pace, oltre a chiedere ad Israele alcune indispensabili concessioni territoriali, sia soprattutto prioritario domandare ai Palestinesi di chiarire, una volta per tutte, se sia maturato o meno il loro “si” ad una coesistenza irreversibile e senza retro pensieri. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
1) “Quello che succede a Gaza non ha precedenti”. La testimonianza dalla striscia di un operatore umanitario. Intanto Netanyahu dice di appoggiare la proposta Witkoff per un cessate il fuoco. (Mattia Bidoli - Cadus ong) 2) Il governo israeliano approva la costruzione di 22 nuove colonie in Cisgiordania. L'obiettivo è impedire che uno stato palestinese possa mai vedere la luce. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti, la casa bianca è pronta a fare ricorso alla corte suprema dopo che un giudice ha sospeso temporaneamente i dazi definendoli illegali. (Roberto Festa) 4) La guerra di Trump contro le università riguarda (anche) la Cina. Rubio annuncia che verranno revocati i visti agli studenti cinesi negli atenei statunitensi. (Gabriele Battaglia) 5) Il gigante della letteratura africana. È morto a 87 anni Ngũgĩ wa Thiong'o, lo scrittore Keniota instancabile voce contro il colonialismo. (Antonella Sinopoli) 6) World Music. Foday Musa Suso, il musicista Gambiano che ha reso grande la Kora nel mondo. (Marcello Lorrai)
Israele colpisce una delegazione Ue a Jenin. A Jenin, va in scena l'ultimo attacco di Israele contro gli osservatori internazionali nei territori occupati. L'esercito israeliano spara colpi di avvertimento in aria in presenza di una delegazione formata da almeno 30 fra diplomatici arabi, asiatici e dell'Unione Europea in visita in uno dei principali campi profughi palestinesi. Tra i diplomatici, c'era anche il viceconsole italiano Alessandro Tutino, che sta bene ed è già rientrato a Gerusalemme. Il comandante della divisione della Cisgiordania, il generale Yaki Dolf, ha chiesto un'indagine su quanto accaduto e si dice rammaricato. E pure il generale Hisham Ibrahim, capo dell'amministrazione civile della Difesa, ha ordinato ai suoi ufficiali di contattare immediatamente i rappresentanti dei Paesi coinvolti. Situazione fuori da ogni controllo. Il fatto è gravissimo e non ci sono più scuse. Ormai è chiaro che la macchina militare israeliana si muove al di fuori di ogni accordo umanitario, sopra le leggi, contro ogni controllo internazionale, e la guerra in corso a Gaza e Cisgordania rimane il conflitto personale di Netanyahu e del suo governo di ultradestra che vorrebbe cancellare dalla faccia della terra ogni presenza palestinese. "Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili", dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Siamo già in contatto con gli altri paesi colpiti per coordinare congiuntamente una risposta a quanto accaduto", sostiene il governo spagnolo. "Chiediamo a Israele di indagare su questo incidente e di portare davanti alla giustizia i responsabili. Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici e' inaccettabile", manda a dire l'Alta rappresentante Ue per la Politica estera, Kaja Kallas. Le reazioni dei paesi colpiti da Israele sono dunque modeste, alcune persino imbarazzanti. Pure in Italia la politica rivela il livello modesto del dibattito di ieri con assenze ingiustificate sui banchi di maggioranza e opposizione. Il segno che neppure sotto i colpi del mortaio israeliano il nostro paese ha una politica estera degna d'essere chiamata tale. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
di Alessandro Luna | Tra gli argomenti di oggi l'attentato antisemita a Washington, gli spari dell'esercito israeliano in Cisgiordania contro i diplomatici Ue e la reazione di Tajani. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Un'unità dell'IDF spara colpi di avvertimento in aria durante una visita diplomatica a Jenin, in Cisgiordania, creando panico fra i diplomatici. L'episodio va ad acuire i rapporti già tesi tra Israele e i leader occidentali. Ne parliamo con Nello del Gatto, nostro collaboratore a Gerusalemme, Michele Marchi, professore di Storia contemporanea all'Università di Bologna, e Pejman Abdolmohammadi, professore di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all'Università di Trento.
Panico dei diplomatici in visita a Jenin in Cisgiordania: poche ore fa l'esercito israeliano ha sparato colpi di avvertimento in aria. La delegazione era composta da 25 ambasciatori e diplomatici europei, arabi, cinesi, giapponesi, indiani e di altre parti del mondo. Era presente anche il vice console italiano a Gerusalemme Alessandro Tutino.
Una lista di 5 libri per ricordare la Nakba, la catastrofe palestinese; nello specifico, trovate:- "Il Pessottimista" di Emile Habibi- "Una trilogia palestinese" di Mahmoud Darwish- "Un dettaglio minore" di Adania Shibli- "Ritorno ad Haifa" di Ghassan Kanafani- "Case di sale" di Hala AlyanIscriviti al canale Telegram per guardare tutta la lista di tutti gli eventi (ad oggi) confermati ed avvisatemi se ne conoscete altri Mentre qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"
“Le ferite ci raccontano” di Ziad Khaddash è una serie di racconti brevi palestinesi in cui lo humor nero si incrocia più e più volte con il surrealeIscriviti al canale Telegram per guardare tutta la lista di tutti gli eventi (ad oggi) confermati ed avvisatemi se ne conoscete altri Mentre qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"
Cisgiordania: orde di coloni assaltano villaggio palestinese mentre a Gaza chiudono i panifici per il blocco israeliano.Zimbabwe: decine di arresti durante le manifestazioni.Myanmar: un milione e seicentomila sfollati a causa del terremoto.Venezuela: rimandata udienza attivista con la scusa del risparmio energetico. Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
A quasi due anni dall'inizio della guerra civile, la riconquista da parte dell'esercito sudanese del palazzo presidenziale e dell'aeroporto a Karthoum ha un alto valore simbolico. Con Irene Panozzo, analista politica e socia di Lettera22.Il 25 marzo Hamdan Ballal, uno dei registi del documentario No Other Land, vincitore dell'Oscar, è stato rilasciato dopo una notte trascorsa in detenzione in una base militare israeliana. Con Lorenzo Tondo, corrispondente del Guardian, da Gerusalemme.Oggi parliamo anche di:YouTube • Mina intervistata a Radio Taranto - 1978, sul canale di Sandro Messinahttps://www.youtube.com/watch?v=r8XDdx2OTjoCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Il direttore della rivista statunitense "The Atlantic" per errore nella chat di Signal del Pentagono. Ne parliamo con Luca Trenta, professore di Relazioni internazionali all'Università di Swansea.Le conclusioni dei colloqui a Riad, il potenziale cessate il fuoco nel Mar Nero e l'avvicinamento tra Washington e Mosca. Ne parliamo con Antonella Scott, giornalista de Il Sole 24Ore esperta di Russia.Continuano gli attacchi in Cisgiordania: rapito, attaccato e infine rilasciato il regista palestinese e premio Oscar Hamdan Ballal. Ne parliamo con Roberto Bongiorni, inviato de Il Sole 24Ore.
Ucraina: proseguono i colloqui a Riad. Scontri in Cisgiordania: arrestato il regista di “No other land”. Sentiamo Marco Di Liddo, direttore del Centro Studi Internazionali. Ostia: incendi in due stabilimenti balneari, l’ombra del dolo. Con noi Federico Ruffo, presidente dell’Osservatorio permanente sulla legalità del X Municipio di Roma Capitale. Affido di un bimbo tolto alla famiglia dopo quattro anni. Il commento di Alberto Pellai, medico, ricercatore e psicoterapeuta dell’età evolutiva. Carlo Bravi, chirurgo con una condanna alle spalle, è indagato per la morte di Simonetta Kalfus. “Servono procedure più rapide per la radiazione”, dice Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri.
A Doha vanno avanti le trattative indirette tra i due contendenti, ma nel frattempo l'IDF continua a colpire Gaza, Cisgiordania e Siria. Il punto di Michele Giorgio.
1) Medio Oriente, nel primo venerdì di ramadan l'esercito israeliano attacca le moschee della Cisgiordania. Appiccato il fuoco in uno dei luoghi di culto più storici della città di Nablus. 2) In Siria scoppia lo scontro tra le forze governative e miliziani alawiti vicino al deposto dittatore Assad. Almeno 147 vittime in meno di 24 ore. (Emanuele Valenti) 3) La guerra dimenticata. In Sudan scoperta una fossa comune a nord della capitale. Più di 500 persone potrebbero essere state torturate o lasciate morire di fame dai paramilitari delle Rapid Support Forces. (Luca Santoro) 4) Manca un mese al secondo turno delle elezioni in Ecuador. La criminalità organizzata è al centro della campagna elettorale. Intervista al candidato alla vice presidenza Diego Borja. (Chawki Senouci) 5) Francia, condannato a 4 anni l'ex capo del controspionaggio francese. Forniva informazioni al gruppo di aziende di lusso LVMH. (Francesco Giorgini) 6) Verso l'8 marzo. Il diritto all'aborto in Argentina ai tempi di Javier Milei. (Marta Facchini) 7) Mondialità. L'unità dell'Africa passa dalla valuta. (Alfredo Somoza)
Trump annuncia dazi per il 25% all’Europa. Con noi Alessandro Volpi, docente di Storia Contemporanea all’Università di Pisa, autore tra gli altri di “I padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia”, edito da Laterza. Oxfam denuncia: “Cisgiordania come Gaza, con Israele che impedisce il lavoro umanitario”. Sentiamo Paolo Pezzati, portavoce per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. Il referente in Italia di Musk contro Fratelli d’Italia: “Se fate accordi con il Pd non chiamateci più”. Oggetto del contendere alcuni emendamenti contenuti nel Ddl Spazio. Ne parliamo con il nostro Enrico Pagliarini.
1) Ocalan chiede al PKK di deporre le armi. Dal carcere, il leader Curdo chiede lo scioglimento del gruppo, aprendo ad un cambiamento che potrebbe scuotere la regione. (Benedetta Argentieri) 2) La "gazificazione" della Cisgiordania. Gli attacchi israeliani continuano, e le violazioni dei diritti umani dei palestinesi sono all'ordine del giorno. (Ajith Sunghay - Ohchr) 3) Stati Uniti, guerra alla libertà di stampa. L'amministrazione Trump usa tutte le armi in suo potere per influenzare i media. (Roberto Festa) 4) Francia, a più di 10 anni dalla morte di Rémi Fraisse, ucciso da un poliziotto, la corte europea dei diritti dell'uomo riconosce per la prima volta la colpa dello stato. (Francesco Girgini) 5) Il più grande di sempre. L'attore premio oscar Gene Hackman trovato morto insieme alla moglie nella loro casa di Santa Fe. (Mauro Gervasini - Film TV) 6) World Music. Un etichetta indipendente spagnolo riporta in vita La Revolucion de Emiliano Zapata, album dell'omonima rock band messicana (Marcello Lorrai)
1) Sicurezza in cambio di minerali. L' Ucraina di fronte al ricatto degli USA. Aggiornamenti e analisi. (Emanuele Valenti) 2) Tutti gli occhi sulla Cisgiordania. A qualche giorno del Ramadan l'ANP denuncia azioni israeliane provocatorie senza precedenti. (Luca Santoro) 3) La macelleria sociale dell'era Trump è appena iniziata. Il Congresso ha approvato tagli alle tasse per i più ricchi e tagli al welfare per i poveri. (Roberto Festa) 4) Non solo Usaid. Diversi paesi occidentali stanno tagliando fondi destinati agli aiuti umanitari. Appello di 99 ONG ai leader dell'UE. L' Intervista a Paolo Ferrara – Terre des Hommes 5) Progetti sostenibili: Vilnius capitale verde d' Europa 2025 (Fabio Fimiani) 6) Romanzo a fumetti: “Girasoli d'Ucraina. In fuga dall'invasione" - il graphic novel 0. di Pietro B. Zemèlo. (Luisa Nannipieri)
Le elezioni anticipate in Germania del 23 febbraio hanno portato a un netto spostamento verso destra del Bundestag. Con Cosimo Caridi, giornalista, da Berlino.Per la prima volta dal 2002 i carri armati israeliani sono entrati nella Cisgiordania occupata, espellendo tutti i profughi palestinesi ancora presenti nei campi di Jenin, Tulkarem e Nur Shams. Con Francesca Gnetti, editor di Medio Oriente di Internazionale. Oggi parliamo anche di:I viaggi di Internazionale • “Viaggio a Marsiglia tra fotografia e cinema”https://www.internazionale.it/viaggiSerie tv • The bad guy su Prime VideoCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
1) Il giorno dopo le elezioni in Germania. Nonostante l'affluenza record, il risultato è un colpo duro alla democrazia tedesca. (Chawki Senouci, Walter Rahue, Mauro Meggiolaro) 2) Tre anni di guerra in Ucraina. Dal 24 febbraio 2022 ad oggi, però, il mondo è cambiato e il terremoto di Donald Trump ha invertito le carte in tavola. (Emanuele Valenti) 3) Il presidente francese Macron vola a Washington nel tentativo di riportare l'Europa nel gioco diplomatico innescato dal riavvicinamento tra Washington e Mosca. (Francesco Giorgini) 4) Medio Oriente, Tulkarem e Jenin come Gaza. L'esercito israeliano intensifica gli attacchi sulla Cisgiordania, mentre la tregua nella striscia traballa. (Omar da Tulkarem) 5) Stati Uniti, un podcaster all'Fbi. Donald Trump nomina Dan Bongino come vice direttore della polizia federale, ex agente dei servizi segreti diventato famoso con il suo podcast, megafono delle teorie trumpiane. (Luca Santoro)
Dopo 23 anni tornano i carro armati israeliani a Jenin. Migliaia di persone sfollate. 600 prigionieri palestinesi in attesa di rilascio, Israele viola l'accordo.Germania: Mertz sarà cancelliere, vola la destra ultraradicale.Sudan: l'esercito rompe l'assedio di Obeid.Thailandia e Cambogia: liberati 215 stranieri durante un raid in un centro di truffe online.Francia: medico già condannato per abusi sessuali su minori, dovrà rispondere di altre centinaia di accuseQuesto e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
Gaza: uno dei corpi dei quattro ostaggi restituiti non corrisponde. Dopo esplosioni a Tel Aviv ieri sera, Netanyahu mira alla Cisgiordania.Siria: Onu, il 90 per cento della popolazione vive in povertà dopo anni di guerra civile.Cina: a processo gang che organizzava truffe online, traffico di droga e omicidi.La giunta del Niger pronta a mantenere il potere per cinque anni Verso elezioni in GermaniaQuesto e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
Cisgiordania: uccisa dall'Idf ragazza incinta di 8 mesi. Trump: Gli Stati Uniti prenderanno possesso di Gaza. Il Liechtenstein ha la prima donna capo del governo.Africa: preoccupazioni per il blocco di USAID.Cina: Matrimoni diminuiti di un quinto nel 2024.Sri Lanka: una scimmia provoca un blackout nazionale.Bangladesh: Operazione Caccia al Diavolto, oltre 1000 arresti Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
Il presidente Donald Trump ha dichiarato che Gaza sarà consegnata agli Stati Uniti al termine dei combattimenti e che i palestinesi verranno reinsediati. Nel frattempo, Israele prosegue le operazioni di terra in Cisgiordania.
Antonella Caruso"Festival Limes"L'ordine e il caos.https://palazzoducale.genova.it/evento/festival-di-limes-xii-edizione/Festival di LimesXII edizioneL'ordine del caosUn giro del mondo delle crisi geopolitiche a partire da quella americana, con Trump appena insediatodal 7 al 9 febbraio 2025La dodicesima edizione del Festival di Limes è una ricognizione delle molteplici crisi geopolitiche in corso a cominciare da quella americana, con Donald Trump appena insediato. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca certifica la “stanchezza imperiale” degli Stati Uniti e la ritrosia, oltre che la difficoltà, dell'America a fungere da soggetto ordinatore del contesto internazionale.I fronti di guerra che si moltiplicano nel mondo – ultima, in ordine di tempo, la dissoluzione del regime siriano – sono il sintomo più evidente di un ordine mondiale in tumultuosa e violenta trasformazione.Il Festival porta a Genova, come ogni anno, gli analisti di Limes e altre personalità italiane e straniere, per confrontarsi sui grandi temi del momento: le divisioni interne dell'America e l'impatto del fenomeno Musk sulla “costituzione materiale” del paese, l'incipiente crisi della Germania, il confronto Usa-Cina che entra ora in una nuova fase, stato e prospettive della guerra in Ucraina, la situazione mediorientale e altro ancora, con un occhio particolare alla posizione e alle opzioni dell'Italia.domenica 9 febbraio 2025ore 10 > Israele contro IranLa tregua di gennaio ha sospeso, ma non estinto il conflitto mediorientale. Teheran ne esce per ora militarmente sconfitta, ma i pasdaran rilanceranno. Le carte di Trump. Se la pace nuoce a Netanyahu.con Raz Zimmt, senior Researcher all'Institute for National Security Studies di Tel AvivNicola Pedde, analista per il ministero della Difesa e direttore del centro studi Institute for Global Studies (Igs)Antonella Caruso, coordinatrice di Limes per i paesi arabi e islamici e ricercatrice associata all'Institut Montaignemodera Lorenzo Trombetta, corrispondente per Limes dal Medio Oriente e autore di Negoziazione e potere in Medio Oriente (2022)IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Proseguono gli scambi di prigionieri e ostaggi tra Israele e Hamas ma proseguono al contempo gli attacchi delle forze armate israeliane in Cisgiordania, in particolare a Jenin.
1) L'ultimo giorno dell'Unrwa. L'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi costretta a lasciare i suoi uffici di Gerusalemme. A rischio tutto il sistema di aiuti verso Gaza e la Cisgiordania. (Paolo Pezzati - Oxfam Italia) 2) Germania, cade il tabù dell'accordo con l'estrema destra. Angela Merkel rompe il silenzio e critica la decisione della CDU di aprire ai voti dell'Afd. Anche la società civile si mobilita. (Alessandro Ricci) 3) Stati Uniti, prove di opposizione. Mentre Trump prosegue a colpi di decreti, i democratici provano a trovare il modo per opporsi. (Roberto Festa) 4) Il ritorno di Guantanamo. La Casa Bianca vuole creare un centro per migranti nello stesso luogo dove per oltre vent'anni ha detenuto e torturato persone accusate di terrorismo. Con un costo umano ed economico altissimo. (Riccardo Noury - Amnesty International) 5) Argentina. Milei annuncia che toglierà il femminicidio dal codice penale. Femministe e società civile si attivano per rispondere al perenne attacco del presidente ai diritti. (Alberta Bottini - Universidad Nacional di Quilmes) 6) World Music. Da Città del Messico, “Super Disco Pirata”. Quando la pirateria dà vita ad un circolo virtuoso. (Marcello Lorrai)
L'apertura di giornata con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti. Poi andiamo in Medio Oriente dove si è conclusa la seconda settimana di tregua a Gaza con un nuovo scambio di ostaggi israeliani e detenuti palestinesi. Il tutto mentre continua l'operazione di Israele in Cisgiordania. Lo facciamo con Roberto Bongiorni, inviato de Il Sole 24 ORE.
Monte dei Paschi tenta la scalata a Mediobanca. Ci spiega tutto Luca Davi de Il Sole 24 Ore. Medio Oriente: domani previsto un nuovo rilascio di ostaggi. Intanto proseguono gli attacchi israeliani in Cisgiordania. Ci colleghiamo con Roberto Bongiorni, inviato de Il Sole 24 Ore a Gerusalemme. Sinner regola Shelton e va in finale di Australian Open. Sentiamo Giovanni Capuano. Il solare supera per la prima volta il carbone in Europa. Con noi Gianluca Ruggieri, ingegnere ambientale, ricercatore di fisica tecnica ambientale presso il Dipartimento di scienze teoriche e applicate dell'Università dell'Insubria, autore di “Come si fa una comunità energetica (per davvero!). Storie e strumenti utili per le energie rinnovabili” (Altreconomia).
L'operazione di Israele nella Cisgiordania occupata e l'aumento della tariffa per il permesso di scalare il Monte Everest
L'apertura di giornata con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti.Parte l'operazione muro di ferro dell'esercito israeliano, dove il Ministro delle finanze Smotrich viene considerato il vero capo militare dell'operazione. Smotrich ha dichiarato che l'operazione militare in Cisgiordania sarà intensa e continua, allo scopo di proteggere i coloni e gli insediamenti, descritti come una zona cuscinetto di sicurezza per lo Stato ebraico. Ci colleghiamo con Roberto Bongiorni, Il Sole 24 Ore, che si trova attualmente a Jenin.
1) “Ora tocca alla Cisgiordania”. L'esercito israeliano annuncia l'ampliamento dell'operazione militare su Jenin, mentre le famiglie vengono costrette all'evacuazione e il campo profughi della città inizia ad assomigliare sempre più alla striscia di Gaza. (Ahmad Odeh da Jenin) 2) Stati Uniti. I Proud Boys sono pronti a tornare e vogliono vendetta. I leader del gruppo di estrema destra appena rilasciati dal carcere dalla grazia di Trump chiedono al presidente una rivincita. (Roberto Festa) 3) Colombia, crolla il piano di pace del presidente Petro. Nel paese riscoppia la guerriglia per il controllo del narcotraffico. (Eleonora Cormaci - Terres des Hommes) 4) Il divorzio per violazione del dovere coniugale non esiste. La Francia condannata dalla Cedu. (Francesco Giorgini) 5) La dittatura Brasiliana, l'occupazione israeliana in Cisgiordania e la storia di Emilia Perez, narcotrafficante transgender. Le nomination per gli Oscar 2025 vanno contro corrente. (Mauro Gervasini - Film TV) 6) World Music. Il saxofonista Haitiano Jowee Omicil lancia il suo nuovo album puntando sui podcast. (Marcello Lorrai)
Centinaia di persone in festa hanno accolto gli autobus che trasportavano i prigionieri palestinesi scarcerati da Israele – la maggior parte donne minori – lungo la strada tra Betunia e Ramallah, in Cisgiordania. Con Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, da Ramallah. La scorsa settimana nel nord est della Colombia è scoppiato uno scontro tra gruppi paramilitari che ha già provocato oltre cento morti e migliaia di sfollati. Con Simone Bruno, giornalista che vive a Bogotà.Oggi parliamo anche di:Corpo e mente • “Quanto fa bene perdersi nel cielo stellato” di David Dorenbaumhttps://www.internazionale.it/magazine/2025/01/16/il-vaccino-contro-il-cancro-e-piu-vicinoMusica • Bad Bunny, Debí tirar más fotosCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Operazione militare israeliana in Cisgiordania. Ci colleghiamo con Roberto Bongiorni, inviato de Il Sole 24 Ore a Jenin. Movida a Napoli: il Comune, condannato a 200 mila euro di risarcimento ai residenti, impugna la sentenza. Sentiamo l’avvocato Gennaro Esposito, presidente del Comitato Vivibilità Cittadina. Trump minaccia dazi all’Ue ed esce dall’accordo OCSE sulla minimum tax per le multinazionali. Von der Leyen: “Guardiamo anche all’India e alla Cina”. Ne parliamo con Beda Romano, corrispondente de Il Sole 24 Ore da Bruxelles, Marco Bresolin, corrispondente de La Stampa da Bruxelles.
Viviana Mazza parla delle polemiche per i provvedimenti firmati dal presidente degli Stati Uniti, tra cui il perdono agli assalitori del Congresso il 6 gennaio 2021. Greta Privitera racconta l'operazione «Muro di ferro», che Israele ha definito anti-terroristica ed è stata lanciata su Jenin. Renato Benedetto spiega perché, per la Corte costituzionale, il quesito sull'Autonomia differenziata è inammissibile.I link di corriere.it:I primi 100 «ordini esecutivi» di Trump: via dagli accordi sul clima di Parigi, grazia ai rivoltosi del 6 gennaioCisgiordania, l'operazione «Muro di ferro» (lanciata nel campo profughi da Israele) viola la tregua a Gaza?La Corte costituzionale boccia il referendum sull'Autonomia. Ammesso quello sul Jobs Act
1) La tregua a Gaza, la guerra in Cisgiordania. Netanyahu annuncia una vasta operazione militare a Jenin “e non finisce qui”, dice il premier israeliano. L'operazione arriva poche ore dopo il cambio della guardia alla Casa Bianca. (Ahamd Odeh da Jenin, Chiara Cruciati - Il Manifesto) 2) L'era Trump è iniziata. Il nuovo presidente statunitense firma una raffica di ordini esecutivi e dichiara lo stato di emergenza al confine sud. Le conseguenze sono già evidenti: lo zar di confine annuncia che i raid contro i migranti partono oggi. (Roberto Festa) 3) I giornali cinesi reagiscono al discorso inaugurale di Trump. Pechino apprezza i torni moderati nei suoi confronti e la decisione su TikTok. (Gabriele Battaglia) 4) Leonard Peltier torna a casa. Joe Biden commuta la pena dell'attivista per i diritti dei nativi americani in carcere da mezzo secolo. (Claudio Agostoni) 5) Spagna, torna il caso Juana Rivas, che ha scatenato un conflitto di competenza tra la magistratura italiana e quella spagnola. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Denis Law, il re del grande Manchester United (Luca Parena)
Tre donne israeliane, rapite il 7 ottobre 2023, sono tornate a Tel Aviv, mentre decine di palestinesi sono stati scarcerati e sono rientrati in Cisgiordania.
Emilia Pérez, il premiato il film musicale di Jacques Audiard, è un successo ma ha scatenato diverse polemiche. Una comunità resistente in Cisgiordania viene raccontata in No other land, un documentario israeliano-palestinese. Cosa significa la parola “zombi” al di là degli stereotipi del cinema horror? Zombis, la mort n'est pas une fin? è una mostra al Musée du Quai Branly di Parigi che approfondisce la tradizione haitiana del vudu. La parola femminista di Vanessa Roghi è un saggio tra il personale e il politico che esplora le varie facce dei femminismi di oggi. . CONTiziana Triana, direttrice editoriale di Fandango libri Catherine Cornet, arabista che collabora con Internazionale Giuliano Milani, storico che collabora con Internazionale Chiara Bottici, filosofa Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità . Vai su internazionale.it/podcastScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Carlo Madaghiele, Raffaele Scogna, Jonathan Zenti e Giacomo Zorzi.Direzione creativa di Jonathan Zenti.Emilia Pérez: https://www.youtube.com/watch?v=o7C58uQsXyY&list=PLRW80bBvVD3X9GU3qgYjQOm5omqQPBISE&index=1No other land: https://www.youtube.com/watch?v=_d68kyNY0jIZombis, la mort n'est pas une fin: https://www.youtube.com/watch?v=_d68kyNY0jILa parola femminista: https://www.youtube.com/watch?v=hg3umXU_qWc&t=1666s
- Il giorno dopo l'annuncio della tregua nella striscia di Gaza Israele continua a bombardare. La popolazione accoglie la notizia tra gioia e paura. (Mohammad, da Gaza) - Il governo israeliano non ha ancora firmato l'accordo. Netanyahu rimanda la riunione per la ratifica dell'intesa nel tentativo di placare l'estrema destra (Erica Salerno) - I palestinesi della Cisgiordania temono che proprio la Cisgiordania sia stata data in pasto alla destra israeliana per farle digerire la tregua nella Striscia. (Ahmad Odeh, da Jenin) - Marjan Satrapi rifiuta la Legion d'Onore francese denunciando "l'ipocrisia" di Parigi nei suoi rapporti con l'Iran. (Farian Sabahi) - Stati Uniti. I giornali americani si preparano alla presidenza di Donald Trump (Roberto Festa) - World Music. Musica e musicisti tra le vittime di 15 mesi di guerra a Gaza (Marcello Lorrai)
1) A Gaza la pioggia peggiora le condizioni dei rifugiati, mentre in 24 ore i raid israeliani hanno ucciso quasi 80 persone. Intanto in Cisgiordania la popolazione palestinese vive nel terrore. Nella notte un gruppo di coloni dà fuoco ad una moschea. (Omar da Tulkarem) 2) Una delegazione statunitense visita Damasco e incontra Al Jolani per la prima volta, mentre i siriani si interrogano sul futuro. (Maher Akraa - giornalista siriano rifugiato in svizzera) 3) Kiev si prepara ad affrontare il terzo natale sotto le bombe. Nella capitale Ucraina l'umore è sempre più cupo. (Gioele Scavuzzo - Soleterre) 4) Macron, Mayotte e il colonialismo strisciante. Il presidente francese visita l'isola devastata dal ciclone e risponde alla disperazione della popolazione con arroganza. (Francesco Giorgini) 5) Mondialità. L'ipocrisia della Global Minimum Tax che fa male al mondo.(Alfredo Somoza) 6) Storie Estreme. Da Scozia e Galles arriva Rewilding, la nuova frontiera per la conservazione della biodiversità (Sara Milanese)