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Dall'inizio della guerra tra Israele e Iran il 13 giugno, l'esercito israeliano ha intensificato la sua offensiva nella Striscia di Gaza, dove da settimane mancano medicine, acqua pulita e cibo. Con Loris De Filippi, operatore umanitario dell'Unicef.Alla fine di maggio degli scontri armati in una regione di confine tra la Thailandia e la Cambogia hanno fatto riemergere una vecchia disputa territoriale tra i due paesi. Con Emanuele Giordana, giornalista.Oggi parliamo anche di: Argentina • “I piani di Javier Milei per cambiare il calcio” di Christoph Gurkhttps://www.internazionale.it/magazine/christoph-gurk/2025/06/19/i-piani-di-javier-milei-per-cambiare-il-calcioSerie tv • Stick su Apple Tv+Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Mentre l'attenzione del mondo è concentrata sulla guerra tra Israele e l'Iran, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania continuano le violenze e le operazioni dell'esercito contro i palestinesi. Con Lorenzo Kamel, docente di relazioni internazionali all'università di Torino.La Meta ha annunciato che WhatsApp, l'app di messaggistica più popolare del mondo, comincerà a mostrare annunci pubblicitari agli utenti. Con Valerio Bassan, giornalista.Oggi parliamo anche di:Festival • I workshop di Internazionale a Ferrarahttps://www.internazionale.it/festival/workshop/anno/2025Disco • Mixes of a lost world di The CureCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Sono tornati a sparare sugli affamati. Ancora. A Khan Yunis, 74 morti e oltre 200 feriti — alcuni in condizioni disperate — mentre aspettavano un carico di aiuti umanitari. Poche ore dopo, le cifre diventano più spaventose: almeno 300 tra uccisi e feriti. Un'altra strage, un altro silenzio internazionale. La distribuzione del cibo è diventata un'arma non solo nella sua scarsità, ma nella sua mappa: quattro centri di distribuzione per oltre due milioni di persone, tutti collocati strategicamente per forzare la popolazione verso sud. Per ricevere aiuti, i palestinesi devono spostarsi chilometri tra macerie e mine, in piena zona militare. E spesso, come ieri, devono morire per un sacco di farina. Il piano è dichiarato: “riceveranno aiuti solo se non torneranno nei luoghi da cui provengono”, ha detto Netanyahu in una riunione riservata della Commissione Esteri e Difesa della Knesset l'11 maggio. L'obiettivo è svuotare il nord di Gaza. E poiché i trasferimenti non stanno funzionando come previsto, l'escalation è la risposta. Bombardare, affamare, sparare: costringere alla fuga. Nel frattempo, si consolidano le cosiddette “zone di concentrazione”: tre porzioni di terra, senza servizi, senza acqua, senza riparo. Se il piano andrà a compimento, 2 milioni di persone saranno stipate nel 40% del territorio della Striscia, con una densità di oltre 15.000 persone per chilometro quadrato. Il termine tecnico è “concentration zones”, usato dallo stesso esercito israeliano. Il nome storico, purtroppo, lo conosciamo: deportazione. La deportazione è già in corso. L'Europa tace, gli Stati Uniti firmano assegni. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Il peacewashing italiano si è buttato a capofitto su Adam, chiamato senza il suo cognome come nelle favole per bambini, sopravvissuto al bombardamento israeliano che ha ucciso i suoi 9 fratelli e anche il padre, Hamdi, morto pochi giorni fa a causa delle ferite. Lo sbarco in Italia insieme alla madre Alaa al-Najjar, pediatra nello sfacelo umanitario di Gaza, è stato una cerimonia con le fanfare che è rimbalzata su tutti i giornali. Il ragazzo sarà operato all'ospedale Niguarda di Milano. Le interviste si moltiplicano, i retroscena, i racconti straziati e strazianti di chi non ha trovato l'inchiostro per raccontare gli altri 16mila bambini uccisi nella Striscia e i 24mila feriti. “Guardate come siamo bravi che ne abbiamo pescato uno tra tanti e abbiamo deciso di salvarlo” è il sottotesto della narrazione. Hanno accolto il bambino coloro che addirittura avevano messo in dubbio la veridicità di quella strage familiare. Una delle molte e quotidiane di Gaza. Hanno accolto il bambino gli stessi che concordano con il governo israeliano che quelli come Adam definisce “non umani” e, nella migliore delle ipotesi, “terroristi”. “Guardate come siamo bravi”, sospirano dal governo gli stessi che continuano a spedire le armi che trucidano i bambini. “Guardate come siamo buoni”, dicono coloro che non alzano un dito per non disturbare Netanyahu. “Guardate come siamo bravi noi italiani”, che nei consessi internazionali ci distinguiamo per vigliaccheria con il nostro governo prono. I giornali che non trovavano lo spazio per scrivere due righe sulla strage continua oggi rovesciano litri di commozione finta, sparpagliata sulle pagine. Questo siamo. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
La barca a vela Madleen, appartenente alla rete internazionale di ong Freedom Flotilla, che stava tentando di raggiungere la Striscia di Gaza carica di aiuti umanitari, è stata intercettata da un commando della marina israeliano in acque internazionali nella notte tra l'8 giugno e il 9 giugno. Con Alessandra Annoni, docente di diritto internazionale all'università di Ferrara.L'8 e 9 giugno i referendum su cittadinanza e lavoro non hanno raggiunto il quorum. E quello sulla cittadinanza è andato peggio degli altri. Con Michael Braun, corrispondente del quotidiano tedesco Die Tageszeitung.Oggi parliamo anche di:Festival • I workshop di Internazionale a Ferrarahttps://www.internazionale.it/festival/workshop/anno/2025Disco • Lotus di Little SimzCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
1) Striscia di Gaza. 120 palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore. Oggi sono stati superati i 55 mila morti. “maltrattati, derisi, privati del sonno”. Da Parigi la testimonianza di un medico francese Baptiste Andre che era bordo della barca Madleen sequestrata da Israele. 2) Non solo Los Angeles: si allarga in tutto il paese la protesta contro Donald Trump. (Roberto Festa) 3) C'era una volta Belfast. Notti di disordini e di violenza a sfondo razziale. Il punto di Emanuele Valenti. 4) Addio a un vero genio della musica. È morto Brian Wilson fondatore e leader dei Beach Wilson. 5) La fame e i tagli agli aiuti mettono a rischio la vita di milioni di rifugiati. L'UNHCR lancia la campagna “Torniamo a sentire”. (Filippo Ungaro – UNHCR) 6) Progetti sostenibili. La città di Nantes sempre più verde grazie alla strategia di 3-30- 300. (Fabio Fimiani) 7) Romanzo a fumetti: Vera Bushwack il graphic novel ci Sig Burwash. (Luisa Nannipieri)
I titoli “Non c'è grido che Dio non ascolti, portiamo a Lui il dolore di chi si sente perso”: così Papa Leone all'udienza generale in Piazza San Pietro. Poi un pensiero alle vittime della tragedia di Graz: “Il Signore le accolga nella sua pace” Presentato oggi il Giubileo dello Sport, il cardinale Tolentino de Mendonça: lo sport è la diplomazia della pace Nuovi attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, decine le vittime Conduce: Gianmarco Murroni In regia: Alberto Giovannetti
Greta Thunberg che pensavamo si fosse finalmente decisa a riprendere il suo percorso scolastico precocemente interrotto quando aveva tredici anni, ha invece nuovamente trovato il modo di riapparire sulla scena mediatica, mettendosi al timone di uno yacht alla volta di Gaza, dove intendeva portare alla popolazione locale il preziosissimo – e chissà quanto agognato - contributo della sua solidarietà politica. L'imbarcazione è stata inevitabilmente intercettata dalla marina israeliana, sulla base però – cosa che forse, in Italia, non tutti sanno – non di un atto di pirateria, ma di un blocco navale autorizzato dalle Nazioni Unite. Aggiungiamo che la supponente ragazzotta svedese adesso dichiara di essere stata addirittura “rapita e tenuta in ostaggio”: tuttavia, dalle immagini che un po' tutti abbiamo avuto modo di vedere, pare abbastanza chiaro che si sia, comunque, trattato di un rapimento a base di bibite, dolci e panini imbottiti per rifocillarsi...Un tipo di trattamento abbastanza diverso, quindi, da quello subito dalla ragazza israeliana che, il 7 ottobre, venne rapita sul serio dai militanti di Hamas per poi essere esposta, con le gambe spezzate, nelle strade di Gaza, onde consentire alla folla festante di bastonarla e di sputarle addosso. Detto questo, vogliamo anche aggiungere – e lo facciamo da ormai imbarazzatissimi filo israeliani della prima ora - che, blocco navale più o meno legale, questo episodio dei croceristi fermati nella loro velleitaria iniziativa “umanitaria”, Israele se lo sarebbe potuto proprio risparmiare...Neanche il Gianni Rivera dei tempi migliori avrebbe infatti fornito, su un piatto d'argento, un assist così ben riuscito a tutti coloro che, di professione, fanno gli odiatori dello Stato ebraico. Il fatto è che, purtroppo, come tragicamente dimostra anche la spietata azione militare che da troppo tempo viene esercitata sulla Striscia, in un Paese che, fino ad una ventina di anni fa, veniva definito (come si diceva allora) l' unico “faro di democrazia in Medio Oriente”, sembra adesso essere intervenuta una sorta di mutazione genetica che lo sta portando ad infischiarsene beatamente sia del diritto alla sopravvivenza delle popolazioni arabe, che del giudizio delle opinioni pubbliche a livello internazionale. Prima accennavamo al nostro attuale imbarazzo di fronte a scelte del governo Netanyahu che, oltre ad esasperare ulteriormente (ed in maniera irresponsabile) gli animi in Terra Santa, conducono anche, inspiegabilmente, Israele verso l'isolamento mondiale. Vuole davvero l'eterno Bibi ridurre il suo Paese alla stregua di uno “stato paria” come la Corea del Nord? Vuole proprio andare incontro a sanzioni politiche e commerciali che mettano in ginocchio un'economia tradizionalmente piuttosto brillante? Ci siamo chiesti cosa mai abbia potuto portare ad un cambiamento di indirizzo così radicale nella politica israeliana e pensiamo di aver trovato una risposta soprattutto a livello demografico. Israele è un Paese giovane, con una popolazione in crescita continua e che è composta da quattro gruppi fondamentali: gli ebrei laici (in genere di origine europea), gli arabi con cittadinanza israeliana, gli ebrei ultra-ortodossi e gli ebrei nazional-religiosi. Il primo gruppo, in passato rappresentativo di una netta maggioranza culturale e politica, ora è in fase calante; il secondo è rimasto costante, mantenendosi nella percentuale di circa il 20%. Gli altri due - che prima erano minoritari – stanno adesso, al contrario, prendendo il sopravvento numerico: ecco, dunque, da dove deriva l'affermarsi di un nuovo ordine sociale e di certe idee che prima erano marginali, ma che oggi cominciano, invece, sciaguratamente, a prevalere. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
1) Striscia di Gaza. La barca Madleen un forte simbolo dell'urgente e imprescindibile necessità di porre fine al blocco degli aiuti umanitari. (Martina Stefanoni) 2) I migranti non sono dei criminali. L'ira del governo messicano contro gli stati uniti. L'intervista di Esteri 3) Nucleare iraniano. Gli ultimi rapporti di Aiea rischiano di ostacolare il negoziato tra Teheran e i governi occidentali. (Emanuele Valenti) 4) Spagna. Estrema destra e e il mondo della criptovaluta al centro della terza visita privata a Madrid del presidente argentino Milei. (Giulio Maria Piantadosi) 5) Serie TV: il mese del Pride nell' era di Donald Trump. (Alice Cucchetti)
Gaza: Israele dirotta la nave con Greta Thunberg e attivisti in rotta verso la Striscia. 106 persone uccise nella Striscia nelle ultime 24 ore.Colombia: attentato al senatore Miguel Uribe Turbay, ferito durante un comizio a Bogotá.Iran: vietato portare a spasso i cani in 18 città. ”Mali: Wagner lascia il Paese, subentra l'Africa Corps russa.USA: la Guardia Nazionale a Los Angeles, scontri per i raid anti-migranti.Cambogia e Thailandia: tregua fragile al confine contesoIntroduzione al notiziario: Referendum, il coraggio di contare Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
Ora non è più solo un'accusa. È una confessione. Il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha ordinato alle forze armate di bloccare la nave Madleen, partita dalla Sicilia per portare aiuti umanitari a Gaza. A bordo ci sono 12 attivisti della Freedom Flotilla Coalition — una rete internazionale che da anni tenta di rompere il blocco navale imposto su Gaza — tra cui l'europarlamentare franco-palestinese Rima Hassan, l'attivista svedese Greta Thunberg e il brasiliano Thiago Ávila. Non è solo un'operazione militare: è il tassello di una strategia dichiarata. Katz parla di “impedire il trasferimento di armi ad Hamas” ma, sotto la retorica consueta, emerge la vera posta in gioco: impedire ogni spiraglio di vita nella Striscia. La fame come arma. Il blocco navale serve a strangolare un'intera popolazione. Pianificato, scientifico, rivendicato. Chi prova a scalfire questa morsa viene subito bollato come nemico. “All'antisemita Greta e ai suoi amici dico chiaramente: tornate indietro”, ha dichiarato Katz. L'obiettivo non è solo fermare il cibo, è impedire che qualcuno racconti, che ci siano testimoni, che il mondo veda cosa accade davvero. Rima Hassan, a bordo della nave, parla di arresti, di sequestri di telecamere, di oscuramento delle comunicazioni. Israele non vuole spifferi nel suo assedio. La fame diventa un protocollo di guerra, la solidarietà un crimine, la testimonianza un atto sovversivo. Il genocidio per compiersi non deve avere testimoni. Il ministro di Israele sa bene che quando si apriranno gli occhi del mondo lui e i suoi compagni di governo saranno riconosciuto per quel che sono: criminali carnefici. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Ci sono stati forti scontri a Los Angeles, in California, dopo che centinaia di persone sono state portare via dall'Ice, l'ente federale a cui Trump ha affidato le deportazioni. E ora ha inviato perfino la guardia nazionale per sedare le rivolte. Si avvicina a Gaza la nave Madleen, appartenente alla ong Freedom Flotilla, con a bordo Greta Thunberg e altri attivisti che provano a sfondare l'embargo israeliano sulla Striscia di Gaza. A Kabul manca molta acqua: costa sempre di più, alcune famiglie spendono il 30% del proprio reddito per comprarla poiché molta dell'acqua nelle falde è non potabile, mentre alcune aziende private la estraggono per venderla a prezzi molto più alti. Lucia Bellinello, esperta di geopolitca dell'area russa, ci racconta del Kirzighistan, una delle poche quasi democrazie dell'Asia centrale che sta però tornando a reprimere la libertà di stampa. Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it.
Ieri, mentre nella Striscia di Gaza si continuava a morire sotto i raid israeliani, l'amministrazione Trump ha esercitato per la quinta volta il veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, bloccando una risoluzione per il cessate il fuoco immediato e incondizionato. È il primo veto dopo il suo ritorno alla Casa Bianca. Quattordici Paesi hanno votato a favore, gli Stati Uniti hanno detto no, ancora una volta. Così i massacri continuano. A Gaza, nelle stesse ore, venivano bombardati due ospedali: l'Al-Ma'amadani e il Battista. All'Al-Ahli, già colpito otto volte, un drone israeliano ha ucciso almeno quattro persone, tra cui tre giornalisti palestinesi. Altri sei civili, compresa un'intera famiglia, sono stati uccisi a Khan Younis. L'Unicef, sotto assedio, ha evacuato bambini ustionati e feriti, per poi vederli nuovamente sotto attacco persino all'interno degli ospedali. L'ambasciatore pakistano all'Onu ha definito il veto americano "un via libera all'annientamento". L'ambasciatore algerino ha parlato di "macchia morale sulla coscienza mondiale". Ma Washington, come sempre, blinda Israele e trasforma il Consiglio di Sicurezza in una scenografia inutile. L'Italia, mentre gli Stati Uniti legittimano questi crimini con il proprio veto, resta agganciata a Trump per servilismo atlantico. Ma la politica estera non può essere un atto di fedeltà cieca. Se il governo italiano ha ancora un minimo di autonomia politica e morale, è ora che trovi il coraggio di smarcarsi. Perché chi tace di fronte a questi massacri diventa complice. E il sangue di Gaza sporca anche le mani di chi resta fermo. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
A Gaza chiudono i centri di distribuzione di aiuti umanitari. A Gaza, l'ultima speranza umanitaria si è frantumata e guerra, fame, miseria e morte regnano sovrani. I centri di distribuzione degli aiuti hanno tirato giù le saracinesche. Sono rimasti aperti una sola settimana e sono costati al momento oltre cento morti tra la popolazione civile. Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), la controversa fondazione americana che ha affidato la sicurezza a contractor armati anch'essi statunitensi, annuncia che l'interruzione sarà solo di un giorno e serve per consentire “attività logistiche necessarie ad accogliere un maggior numero di persone”. La consegna dei pacchi del cibo riprenderà oggi, ma con gli stessi problemi organizzativi. Una gestione disastrosa. E' stata una settimana disastrosa per il nuovo sistema umanitario militarizzato, imposto da Israele con il sostegno americano, per estromettere le agenzie delle Nazioni Unite e le ong. “Così possiamo controllare che gli aiuti non vadano ad Hamas”, dicono le autorità israeliane. Martedì scorso aveva aperto il primo sito della Ghf a Tel al Sultan, a ovest di Rafah. Nelle ore successive e fino a ieri, migliaia di palestinesi affamati si sono presentati nei centri di distribuzione per prendere lo scatolone con gli alimenti, arrivando sul posto in anticipo rispetto all'apertura dei cancelli per paura dell'esaurimento delle scorte. La situazione è volutamente fuori controllo. Quattro soli punti di distribuzione per più di due milioni di gazawi sono ovviamente insufficienti: quando il sistema era in mano alle agenzie dell'Onu, i punti erano 400. La cronaca di questi giorni nasconde il progetto di occupazione e di controllo totale della Striscia di Gaza, e la deportazione dei palestinesi negli stati confinanti come chiesto da Trump a Netanyahu. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Almeno 54 persone sono state uccise negli attacchi israeliani in tutta la Striscia di Gaza dalle prime ore di ieri.
Marta Serafini parla dell'offensiva ucraina arrivata fino in Siberia e che ha portato alla distruzione di 40 bombardieri strategici di Mosca. Giusi Fasano racconta gli attacchi ai residenti nella Striscia in coda per il cibo, mentre la tregua fra Israele e Hamas continua a non arrivare. Stefano Montefiori spiega da dove nasce il trionfo sull'Inter nella finale di Champions League, ieri festeggiato non solo nella capitale.I link di corriere.it:Operazione di Kiev: «Distrutti in Russia 40 bombardieri strategici, danni per 7 miliardi»Sulla rotta degli aiuti per Gaza, tra spari e posti di bloccoPerché il Psg ha stravinto con l'Inter nella finale di Champions? Domande e risposte
La bozza di accordo americana per 60 giorni di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza convince Israele ma non Hamas. Il Parlamento italiano approva una legge che rende più severe le pene per chi maltratta gli animali. La Francia annuncia lo stop alle sigarette fumate in spazi pubblici. E l'attrice americana Sydney Sweeney vende un sapone fatto con l'acqua in cui fa il bagno (!).
Quando si parla di Medio Oriente, le opinioni che tendono a prevalere – anzi, forse addirittura ad uniformarsi – sono quelle che, in maniera sostanzialmente trasversale, ci spiegano che la pace in Terra Santa diventerà una realtà soltanto il giorno in cui Israele accetterà la presenza di uno Stato palestinese ai suoi confini. E se diplomazie, università e media insistono su questo tasto con tanta convinzione, sarebbe sconsiderato non prestare, alle loro argomentazioni, tutta l'attenzione che indubbiamente meritano. A voler essere però storicamente precisi, bisogna pure riconoscere che, in origine, i primi a ragionare in termini di “due stati e due popoli”, sono stati proprio gli Israeliani, i quali, fin dal 29 novembre del 1947, accettarono la Risoluzione 181 dell'ONU che prevedeva la spartizione del territorio palestinese fra due istituendi Stati: uno ebraico, l'altro arabo, con Gerusalemme sotto controllo internazionale. Il rifiuto di questo Piano da parte del mondo arabo condurrà – come noto – allo scoppio della prima guerra arabo / israeliana del 1948. Ed a questo proposito, ricordiamo che le truppe di Egitto, Siria, Libano, Transgiordania e Iraq invasero Israele proprio il giorno dopo la sua nascita ufficiale: il 15 maggio 1948. Passano gli anni (e sono anni insanguinati da entrambe le parti), ma, nel luglio del 2000 – anfitrione il presidente Clinton – a Camp David l'allora premier israeliano Ehud Barak mostra di credere ancora alla soluzione dei “due stati”, offrendo a Yasser Arafat uno Stato palestinese su oltre il 94% della Cisgiordania, tutta Gaza e con capitale a Gerusalemme Est. Una soluzione decisamente favorevole che, tuttavia, il Rais sorprendentemente rifiuta. Otto anni più tardi un nuovo leader israeliano – questa volta si tratta di Ehud Olmert – si spinge persino oltre Camp David, proponendo al presunto “moderato” Abu Mazen, ulteriori scambi di territorio per compensare gli insediamenti, il controllo congiunto sui luoghi sacri di Gerusalemme ed un ritorno parziale dei rifugiati palestinesi. Anche in questo caso però, l'offerta non verrà presa in considerazione. Nel frattempo, nel 2005, Israele – sotto il governo del generale Ariel Sharon, la cui fama non è certamente quella di un mite fraticello di Assisi – ha provveduto al ritiro unilaterale da Gaza, smantellando 21 insediamenti e dislocando altrove oltre 9.000 coloni israeliani. In cambio della rinuncia totale al territorio, Tel Aviv non riceverà mai ringraziamenti o attestati di amicizia, ma dovrà invece accontentarsi di una pressoché quotidiana razione di missili provenienti proprio dalla Striscia, ormai divenuta il feudo di Hamas. Viene, pertanto, legittimo avanzare il sospetto che a dividere gli Arabi dagli Israeliani non siano tanto gli aspetti territoriali, quanto quelli identitari. In altre parole, il popolo palestinese è disposto a coesistere con quello ebraico? A noi pare, quindi, che, se davvero si vuole la pace, oltre a chiedere ad Israele alcune indispensabili concessioni territoriali, sia soprattutto prioritario domandare ai Palestinesi di chiarire, una volta per tutte, se sia maturato o meno il loro “si” ad una coesistenza irreversibile e senza retro pensieri. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Martina Carbonaro uccisa a colpi di pietra dall'ex a 14 anni.
Non corrispondono al vero le voci di aiuti cinesi paracadutati alla popolazione della Striscia. Pechino però è ferma nel sostegno ai palestinesi e appoggia la risoluzione dell'ultimo vertice arabo. Ma per interessi economici e strategici evita di contrastare la politica americana di sostegno a Israele.
Cesare Zapperi spiega la vittoria del centrosinistra al primo turno nelle elezioni amministrative nel capoluogo ligure (e a Ravenna). Giusi Fasano parla dei nuovi, violentissimi attacchi israeliani su Khan Younis, nel Sud della Striscia di Gaza. Guido Santevecchi racconta le dure punizioni volute dal dittatore nordcoreano per i presunti responsabili del fallimento del varo di una nuova nave da guerra, avvenuto il 21 maggio.I link di corriere.it:Ex martellista con un ruolo nel Coni: chi è Silvia Salis, la nuova sindaca di GenovaI risultati del primo turno delle elezioni amministrative del 25 e 26 maggioCorea del Nord, 5 arresti dopo il disastroso varo della nave da guerra: Kim Jong-un punisce alcuni dei suoi migliori ingegneri navali
Decine di adolescenti israeliani di destra hanno aggredito commercianti e residenti musulmani nella Città Vecchia in occasione del Giorno di Gerusalemme. Nel frattempo, si fa sempre più forte la pressione di alcuni leader occidentali nei confronti di Israele. Ne parliamo con Eleonora Colpo, infermiera di Emergency lavora nella clinica di Al Qarara, nel sud della Striscia di Gaza, Nello Scavo, inviato di Avvenire, e Giuseppe Dentice, analista dell'Osservatorio Mediterraneo (OSMED) dell'Istituto di Studi Politici "S. Pio V".Mentre il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha ottenuto ieri una netta vittoria nelle elezioni legislative, il paese è chiamato a votare per la prima il governatore e otto deputati dell'Esequibo, una regione ricca di petrolio rivendicata dal Venezuela che però è amministrata dalla vicina Guyana. Ne parliamo con Roberto Da Rin, inviato de Il Sole 24Ore in America Latina.
1) A Gaza iniziano le prove della distribuzione di aiuti con la fondazione creata da Israele. “Nessuno ci andrà”, dicono dalla Striscia. Intanto a Gerusalemme coloni ed estremisti di destra mettono a ferro e fuoco la città, mentre Netanyahu annuncia: nei prossimi giorni annuncio importante sugli ostaggi. (Sami Abu Omar, Nello Scavo - Avvenire) 2) “Serve un embargo europeo alla compravendita di armi con Israele”. Al vertice di Madrid, il ministro degli esteri spagnolo propone un cambio di passo per fermare la guerra a Gaza. (Giulio Maria Piantadosi) 3) Guerra in Ucraina. Mentre Mosca intensifica gli attacchi sul paese, Trump attacca Putin e Zelensky, ma non ha ancora deciso cosa fare. (Emanuele Valenti) 4) Elezioni in Venezuela. Il partito di Maduro vince con una maggioranza schiacciante. Ma il dato più significativo è l'astensione: solo il 12% è andato a votare. (Alfredo Somoza) 5) A Panama la Chiquita licenzia migliaia di lavoratori che scioperavano da fine aprile. Anche il presidente si schiera con la multinazionale delle banane. (Gianni Beretta) 6) E' morto Marcel Ophuls. Il documentarista premio oscar che con "Il dolore e la pietà" per la prima volta affrontò il tema complesso del collaborazionismo francese con la Germania nazista. (Francesco Giorgini)
Marta Serafini racconta il nuovo, potente attacco aereo russo, uno dei più vasti dall'inizio della guerra. Greta Privitera spiega il piano di Israele per affidare a dei contractor la gestione degli aiuti umanitari nella Striscia. Federico Fubini parla delle possibili conseguenze sui mercati della minaccia di Donald Trump di dazi al 50% su tutti i prodotti di fabbricazione europea a partire dal 1° giugno.I link di corriere.it:Nuovo attacco aereo russo contro l'Ucraina: uno dei più vasti dall'inizio della guerraGaza, il piano di Netanyahu per controllare gli aiuti affidandoli a contractorDazi, perché l'Europa non ha usato il «bazooka» con Trump
Oggi avremo il piacere di fare un viaggio con Dario Ballantini, un artista televisivo e pittore che è nel mondo dello stupore da 40 anni. Il personaggio di “Valentino“ a Striscia la notizia gli cambierà la vita. Ci racconterà come è arrivato a creare tutto questo, ma soprattutto, a mantenerlo. Il dream team di One More Time è composto da: Giovanni Zaccaria, Samar Abdel Basset, Davide Tessari, Alice Gagliardi, Tommaso Galli, Gianluca Samblich.See omnystudio.com/listener for privacy information.
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L'apertura dei giornali, con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti. Dopo oltre due mesi di stop, i primi tir di aiuti umanitari sono tornati ad entrare a Gaza, ormai stremata dalla fame e dove i bombardamenti continuano. Nella giornata di ieri l'Onu è stata autorizzata a inviare circa 100 camion di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Ne parliamo con Tommaso della Longa, portavoce della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
Dopo oltre due mesi di blocco, Israele fa entrare cinque camion di aiuti nella Striscia. Ne parliamo in apertura di programma.Sviluppi sull'omicidio di Garlasco. Stasi e Sempio convocati in Procura per un'interrogatorio ma il secondo indagato non si presenta per questioni procedurali. Una riflessione con il sindaco di Garlasco, comune tornato ad essere preso di mira da cronisti e curiosi.Accordo Oms per rafforzare la cooperazione globale nella prevenzione e gestione delle pandemie ma l'Italia si astiene. Ospite sul tema Roberto Bertollini, ex rappresentante Oms presso l'Unione Europea, attualmente membro commissione salute presso la Commissione europea e consulente per il ministero della Salute del Qatar.
Il sindaco di Bucarest, Nicusor Dan, ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali in Romania battendo il nazionalista di estrema destra Gìorge Simiòn. Con Mircea Vasilescu, docente di letteratura romena all'università di Bucarest.Il 18 maggio il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che farà entrare nella Striscia di Gaza una quantità limitata di aiuti umanitari. Con Micaela Frulli, docente di diritto internazionale all'università di Firenze. Oggi parliamo anche di:Scienza • “Cosa resta della Wagner“ di Tom Gardnerhttps://www.internazionale.it/magazine/tom-gardner/2025/05/15/cosa-resta-della-wagnerSerie tv • Étoile di Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino, su Prime VideoCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Israele combatte per la conquista di Gaza mentre a Doha prosegue la trattativa con Hamas per la liberazione degli ostaggi israeliani ed una tregua, seppur temporanea, dei combattimenti nella Striscia.
Mario Soldaini"Il loro grido è la mia voce"Poesie da GazaFazi Editorewww.fazieditore.itA cura di Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini, Leonardo TostiPrefazione di Ilan PappéCon interventi di Susan Abulhawa e Chris HedgesTraduzione dall'arabo di Nabil Bey SalamehTraduzione dall'inglese di Ginevra Bompiani ed Enrico TerrinoniLa poesia come atto di resistenza. La forza delle parole come tentativo di salvezza. È questo il senso più profondo delle trentadue poesie di autori palestinesi raccolte in questo volume, in gran parte scritte a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, nella tragedia della guerra in Palestina, in condizioni di estrema precarietà: poco prima di essere uccisi dai bombardamenti, come ultima preghiera o testamento poetico (Abu Nada, Alareer), mentre si è costretti ad abbandonare la propria casa per fuggire (al-Ghazali), oppure da una tenda, in un campo profughi dove si muore di freddo e di bombe (Elqedra). Come evidenzia lo storico israeliano Ilan Pappé nella prefazione, «scrivere poesia durante un genocidio dimostra ancora una volta il ruolo cruciale che la poesia svolge nella resistenza e nella resilienza palestinesi. La consapevolezza con cui questi giovani poeti affrontano la possibilità di morire ogni ora eguaglia la loro umanità, che rimane intatta anche se circondati da una carneficina e da una distruzione di inimmaginabile portata». Queste poesie, osserva Pappé, «sono a volte dirette, altre volte metaforiche, estremamente concise o leggermente tortuose, ma è impossibile non cogliere il grido di protesta per la vita e la rassegnazione alla morte, inscritte in una cartografia disastrosa che Israele ha tracciato sul terreno». «Ma questa raccolta non è solo un lamento», nota il traduttore Nabil Bey Salameh. «È un invito a vedere, a sentire, a vivere. Le poesie qui tradotte portano con sé il suono delle strade di Gaza, il fruscio delle foglie che resistono al vento, il pianto dei bambini e il canto degli ulivi. Sono una testimonianza di vita, un atto di amore verso una terra che non smette di sognare la libertà. In un mondo che spesso preferisce voltare lo sguardo, queste poesie si ergono come fari, illuminando ciò che rimane nascosto». Perché la scrittura, come ricordava Edward Said, è «l'ultima resistenza che abbiamo contro le pratiche disumane e le ingiustizie che sfigurano la storia dell'umanità».Il libro è anche un'iniziativa concreta di solidarietà verso la popolazione palestinese. Per ogni copia venduta Fazi Editore donerà 5 euro a EMERGENCY per le sue attività di assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza.https://youtu.be/nwaL8jXE2uwCurata da Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini e Leonardo Tosti, questa raccolta propone una selezione di poesie di dieci autori palestinesi: Hend Joudah, Ni'ma Hassan, Yousef Elqedra, Ali Abukhattab, Dareen Tatour, Marwan Makhoul, Yahya Ashour, Heba Abu Nada (uccisa nell'ottobre 2023), Haidar al-Ghazali e Refaat Alareer (ucciso nel dicembre 2023). Il volume è arricchito da una prefazione dello storico israeliano Ilan Pappé e da due interventi firmati dalla scrittrice Susan Abulhawa, autrice del romanzo bestseller Ogni mattina a Jenin, e dal giornalista premio Pulitzer Chris Hedges, ex corrispondente di «The New York Times» da Gaza.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Gaza: Trump è frustrato dalla decisione di Netanyahu di estendere l'offensiva nella Striscia. Afghanistan: i talebani vietano gli scacchi. Haiti: la vendetta è servita (nelle empanadas).India e Pakistan: la tregua regge, ma è fragile Introduzione al notiziario:La voce che attraversò la guerraQuesto e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
Ieri, al termine del secondo giorno di conclave, il cardinale Robert Francis Prevost è stato eletto papa con il nome di Leone XIV. Con Stefania Mascetti, editor di Europa di Internazionale.Un'operatrice umanitaria appena tornata da Gaza racconta le enormi difficoltà che affronta il personale medico impegnato nella Striscia. Con Chiara Lodi, coordinatrice di Medici senza frontiere. Oggi parliamo anche di:Film • Bird di Andrea ArnoldCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Msf: scioccante la mancanza di responsabilità israeliana nella Striscia di Gaza Sudafrica: trovato morto, un giornalista scomparso.Pakistan: chiuse le scuole del Punjab fino a domenica.Vaticano: Eletto un papa americano, le reazioni internazionali.Messico: Scomparso Miguel Ángel Anaya, cronista scomodo.Australia: tramite app aggressione seriali contro la comunità LGBTQ+Introduzione al notiziario: Io sono ancora qui Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
Dopo 47 anni dall'omicidio dei due ragazzi milanesi Fausto e Iaio, militanti di sinistra, si riaprono le indagini. Ne parliamo con la mamma di Fausto Danila Angeli Tinelli. Prima andiamo in Israele dove Benjamin Netanyahu si è detto pronto a invadere la Striscia. Lo facciamo con Ely Karmon, professore presso l'Istituto internazionale per l'antiterrorismo del Centro interdisciplinare Herzliya. Infine la consueta pagina dedicata alla Cina con Giada Messetti.
1- Agire urgentemente per evitare l "annientamento" dei palestinesi nella Striscia di Gaza. L'appello dell'Onu alla comunità internazionale. ( Francesco Giorgini) 2- Pakistan - India. Lo scontro militare tra disordine mondiale, geopolitica e questioni identitarie. ( Emanuele Valenti) 3- Diario americano: si allarga la questione delle deportazioni dei migranti. La Casa Bianca chiede a due paesi in guerra . Ucraina e Libia – di di ospitare i detenuti. ( Roberto Festa) 4-Novi Sad _ Bruxelles. La maratona degli studenti per portare in Europa la protesta contro il regime serbo. ( Massimo Moratti – OBCT) 5-Progetti sostenibili: 30 anni di rigenerazione degli spazi e delle acque del fiume Sprea a Berlino. ( Fabio Fimiani) 6-Romanzo a fumetti: “ C'era una volta l'Est “ il graphic novel Di Boban Pesov. ( Luisa Nannipieri)
Nella notte tra il 4 e il 5 maggio il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato un piano che prevede l'espansione della sua offensiva nella Striscia di Gaza e la “conquista” del territorio. Con Francesca Gnetti, editor di Medio Oriente di Internazionale.Al primo turno delle elezioni presidenziali rumene del 4 maggio George Simion, leader del partito ultranazionalista Aur, ha ottenuto quasi il 41 percento dei voti. Con Stefano Bottoni, docente di storia dell'Europa orientale all'università di FirenzeOggi parliamo anche di:Articolo • “Affari di famiglia”, di J. Spero e O. Walkerhttps://www.internazionale.it/magazine/j-spero/2025/04/30/affari-di-famiglia-4RaiPlay • Chet Baker a D.O.C., nella raccolta "I grandi del jazz"https://www.raiplay.it/video/2021/06/I-grandi-del-jazz---Chet-Baker-a-DOC-316f0ec7-bcf3-48c5-9041-f7d743e1f781.htmlCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Conclave al via domani, le ultime trattative segrete. Ancora stallo sul nome.
1) Siria. Cinque mesi dopo la fuga di Assad le nuove autorità si giocano il futuro sulla lotta alla povertà ma soprattutto sulla convivenza tra le decine di comunità etnico – religiose. (Emanuele Valenti) 2) Striscia di Gaza: oltre alle bombe e alla fame, da 18 mesi la popolazione è sottoposta al rumore incessante e assordante dei droni israeliani. (Martina Marchiò - MSF) 3) La libertà di stampa secondo Donald Trump. In occasione dei suoi primi 100 giorni di mandato il presidente degli Stati Uniti ha cercato in ogni modo di intimidire l'intervistatore di ABC Terry Moran. (Roberto Festa) 4) Messico. L'aumento dei salari abbatte il tasso di povertà. Dai rapporto della Banca Mondiale. (Alfredo Somoza) 5) Vietnam, 50 anni fa la caduta di Saigon che segnò la sconfitta militare dell' esercito americano. 6) Progetti sostenibili: A Bergen in Norvegia un tunnel ciclabile con tutti i confort: arte , colori e aree di sosta per la sicurezza. 7) Romanzo a fumetti. Nero vita una storia di moderna schiavitù il graphic novel di Daria Bogdanska.
1- “ A Gaza, un incubo senza fine “. L'allarme lanciato oggi da Oxfam di fronte ad uno dei momenti più drammatici dal 7 ottobre 2023. ( Paolo Pezzati – OXFAM) 2-” consegnate gli ostaggi, dimettetevi dal potere “ Attacco senza precedenti di Abu Mazen contro la leadership di Hamas. Il presidente dell'ANP ha accusato il movimento islamista di aver dato a Israele il pretesto per radere al suolo la Striscia. ( Laura Silvia Battaglia) 3-Ucraina. Nuove pressioni degli Stati Uniti sul Zelensky. Il punto di Esteri con Lorenzo Cremonesi. 4-Diario americano. L'ennesimo Dietrofront di Donald Trump dopo il crollo dei mercati: ora promette che non licenzierà più il presidente della Federal Reserv Jerome Powell. ( Roberto Festa) 5--Romanzo a fumetti: La forza degli eroi il Graphic novel di David Sala. ( Luisa Nannipieri)
Ospite del 157° episodio di Illuminismo Psichedelico è l'archeometra nonché chimico Enrico Greco, consulente tecnico di diversi tavoli tecnici ministeriali ed europei. Enrico è tornato a trovarci perché qualche giorno fa è stato ospite, per un intervento brevissimo, di Striscia la Notizia, all'interno di un servizio intitolato "Guaritrice propone l'ayahuasca come cura ma in Italia è illegale". Il documento video raccolto dai giornalisti di Striscia la Notizia appare in effetti allarmante, si vede una sedicente guaritrice proporre una cura per il cancro al seno a base di ayahuasca. Il rischio, diciamolo pure, era che partisse una caccia alle streghe, in questa puntata insieme a Enrico Greco abbiamo cercato di ricostruire invece il senso del suo misurato intervento di commento scientifico, probabilmente decisivo per spingere i colleghi di Striscia la Notizia a condannare sì le promesse della sedicente guaritrice, ma senza per questo investire di strali il resto della comunità psichedelica.
1) La fame si aggrava nella Striscia di Gaza. Da 50 giorni Israele impone un blocco totale sugli aiuti umanitari. (Martina Festa) 2) “Nessuna pace è possibile senza disarmo“. Papa Francesco, un uomo solo di fronte alle multinazionali belliche. (Danilo de Biasio - Fondazione Diritti Umani) 3) “Il lascito di Francesco è una chiesa vicina ai poveri tra i poveri“. Reportage di Marta Facchini da Villa 21 una delle baraccopoli più problematiche di Buenos Aires. 4) Stati Uniti. Verso la resa dei conti tra Donald Trump e le università americane dopo che Harvard ha fatto causa al governo federale. (Roberto Festa) 5) Spagna. Nel cinquantesimo anniversario della fine del Franchismo l'estrema destra usa TIK TOK per lanciare la campagna negazionista tra i più giovani (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva: A Boston 50 anni fa la prima maratona a sedie a rotelle. Nell'edizione 2025 l'ottava vittoria del campione svizzero Marcel Hugh. (Luca Parena)
1) Dal 2 marzo scorso senza aiuti e sotto le bombe. La testimonianza dalla Striscia di Gaza. (Roberto Guerrieri – MEme4rgemcy) 2) Stati Uniti. No di Harvard ai ricatti di Donald Trump. 3) Sudan, due anni di guerra invisibile. 30 mila morti e 12 milioni di sfollati. (Chiara Zaccone – Coopi) 4) Francia. Carceri colpiti da un'ondata di attentati notturni. Il punto di Esteri. 5) Salvador. Più carceri per più deportati. Il Presidente Bukele tenta di sedurre Washington. 6) Spagna. Piano del governo Sanchez per frenare l'espansione delle università private che puntano più al profitto che alla ricerca. 7) Rubrica sportiva. Il dramma di Sebastian Chabal rilancia il dibattito sui danni correlati al gioco del rugby. 8) Restiamo umani. 14 anni senza Vittorio VIK Arrigoni.
L’incontro tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente statunitense Donald Trump ha offerto l’occasione per affrontare diversi temi, tra cui i dazi imposti dagli Stati Uniti su beni provenienti da Tel Aviv, la questione della liberazione degli ostaggi israeliani e il futuro della Striscia di Gaza. Ne parliamo con Anna Momigliano, scrittrice e giornalista, esperta in relazioni internazionali. Collabora con il Corriere della Sera e Haaretz, il suo ultimo libro “Fondato sulla sabbia. Un viaggio nel futuro di Israele” (Garzanti Libri) in uscita a fine mese.In programma per sabato 12 aprile i colloqui tra Stati Uniti e Iran in Oman. Al centro del tavolo negoziale l’accordo sul nucleare. Nel frattempo, continua l’incontro trilaterale a Mosca tra Russia, Cina e Iran. Ne parliamo con Pejman Abdolmohammadi, professore di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’Università di Trento.La risposta europea ai dazi di Trump: Washington respinge la proposta UE di un regime di dazi zero reciproco. Ne parliamo con Arturo Varvelli, direttore della sede romana dello European Council on Foreign Relations.
Domenica 6 aprile Parigi si è divisa in due. Da un lato i manifestanti a sostegno di Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici; dall’altro la coalizione di sinistra in protesta contro Le Pen e il suo partito. Ce ne parla da Parigi Danilo Ceccarelli, collaboratore di Radio24.Anche negli Stati Uniti i manifestanti scendono in piazza in tutti i 50 stati, aderendo al movimento 'Hands Off!' ('Giù le mani'). La protesta ha coinvolto gruppi eterogenei: dalle persone con disabilità agli attivisti per il clima, passando per i movimenti LGBT+, le organizzazioni a difesa dei diritti dei migranti, i sindacati e gli attivisti pro-democrazia, preoccupati per il crescente logoramento del sistema politico statunitense. Ce ne parla da New York Marco Valsania, corrispondente de Il Sole 24Ore.Dopo l’incontro a Budapest con il primo ministro ungherese Viktor Orbán, il premier israeliano Benjamin Netanyahu è volato a Washington per discutere dei dazi, di Gaza e dell'Iran. Nel frattempo, proseguono gli attacchi sulla Striscia di Gaza. Ne parliamo con Alessia Melcangi, docente di Storia e istituzioni dell’Africa all’Università La Sapienza di Roma.
I giudici della Corte Costituzionale della Corea del Sud hanno confermato all'unanimità l'impeachment dell'ex presidente Yoon Suk-Yeol. Ne parliamo con Antonio Fiori, docente di Storia e Istituzioni dell'Asia all'Università di Bologna. Mentre continuano le operazioni dell'IDF nella Striscia di Gaza, la situazione umanitaria si aggrava. Ne parliamo con Lazar Berman, reporter del The Times of Israel. La politica interna statunitense: calano lievemente i consensi del presidente Donald Trump, mentre cresce il malcontento all'interno del Partito Repubblicano. Le tensioni legate ai dazi stanno lasciando il segno anche sul fronte internazionale, aprendo la strada a nuove alleanze strategiche. Tra queste, spicca il progressivo avvicinamento tra Cina, Corea del Sud e Giappone. Ne parliamo con Eric Sylvers, giornalista americano, ex corrispondente dall'Italia per il Wall Street Journal e il New York Times.
Come di consueto, apriamo questa puntata con un approfondimento sui principali eventi di attualità. Inizieremo parlando delle proteste scoppiate in Turchia dopo l'arresto del sindaco di Istanbul. Cosa rappresenta questo arresto per la libertà e la democrazia in Turchia, già messe a dura prova durante l'era Erdogan? Ci sposteremo poi in Medio Oriente, dove Israele ha ripreso le operazioni militari nella Striscia di Gaza. La sezione scientifica sarà dedicata a un nuovo studio che prova a spiegare perché non abbiamo ricordi dei nostri primi anni di vita. Chiuderemo la prima parte del programma con una notizia curiosa: l'apertura, prevista a Los Angeles, di un ristorante in stile diner firmato Tesla, ideato da Elon Musk. La seconda parte del programma sarà dedicata alla lingua e alla cultura italiana. Il primo dialogo include molti esempi legati all'argomento grammaticale di oggi: Pronunciation and Orthography: The Alphabet, Double Consonants, and Accent Marks. Concluderemo con una conversazione che illustrerà l'uso del proverbio italiano: “Fare le ore piccole”. - Proteste di massa in Turchia dopo l'arresto del sindaco di Istanbul - Israele rompe l'accordo di tregua con Hamas, in cerca di condizioni migliori - Un nuovo studio prova a spiegare perché non ricordiamo quando eravamo neonati - Ancora nessuna data di apertura per il diner di Tesla di Elon Musk a Los Angeles - Democrazia tra i banchi: il referendum sul grembiule a Palermo - Piazza Navona al buio: fascino romantico o sconfitta burocratica?
Giulia Pizzicannella, esperta di sicurezza alimentare per il Medio Oriente per Azione Contro la Fame ci ha parlato delle attività dell'organizzazione nella Striscia di Gaza.
Il giornalista de Il Manifesto Michele Giorgio parla di obiettivi israeliani "difficilmente raggiungibili", anche se il cambio del Capo di Stato Maggiore "è da considerarsi un elemento importante".
Si parla già di quasi 600 vittime, tra civili e operatori di pace, e il numero continua a crescere. Nel frattempo migliaia di persone sono di nuovo in fuga dalla Striscia, e a Gerusalemme scoppia la protesta. Il punto di Michele Giorgio.