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Oltre cento morti, quasi la metà bambini, molte donne… Martedì sera Israele ha sferzato un violento attacco contro la striscia di Gaza. Una rappresaglia contro le azioni di Hamas, accusata da Tel Aviv di aver ucciso un soldato e di barare sulla restituzione dei cadaveri degli ostaggi. Una rappresaglia che non significa – hanno tenuto a sottolineare soprattutto gli americani, promotori della tregua in vigore da inizio ottobre - che la guerra è ricominciata. Il presidente degli Stati uniti Donald Trump ha in persona ha precisato che, dopo l'attacco, il cessate il fuoco nella regione è ora tornato in vigore. Ma Trump ha anche affermato che Israele aveva il diritto di rispondere, dopo l'uccisione di un suo soldato da parte di Hamas. Ma Hamas ha preso le distanze da quanto accaduto, sostenendo di non avere contatti né controllo delle cellule nel sud. Cioè: “Non siamo stati noi”. E se – se, precisiamo - non è stato Hamas, allora è stato qualcun altro. Ma quindi, quanto è forte la presa di Hamas sulla Striscia? Chi sono i gruppi armati antagonisti di Hamas con i quali, da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, è iniziato da parte della stessa Hamas, un regolamento di conti? Chi li sostiene, chi ha interesse che si rafforzino? Ma, anche: come si sta oggi a Gaza? Cosa significa per la popolazione un attacco così devastante come quello di alcuni giorni fa? E gli aiuti che Israele aveva promesso di far entrare, arrivano? Insomma, qual è la situazione dentro a Gaza?Ne parliamo con:Naima Chicherio – giornalista RSIGiorgio Monti - medico di Emergency, attivo a GazaFrancesca Caferri – giornalista de La Repubblica da Israele
Israele martedì ha lanciato pesanti attacchi nella Striscia, con le autorità sanitarie di Gaza che riportano 104 vittime, tra cui 46 bambini e 20 donne. Come potrà reggere la tregua?
Davide Frattini parla delle 24 ore di bombardamenti da parte di Israele sulla Striscia, che mettono a rischio la tregua iniziata il 10 ottobre. Marta Serafini racconta la guerra di propaganda tra Russia e Ucraina sull'accerchiamento delle città di Pokrovsk e Kupiansk. Sara Gandolfi spiega perché il presidente degli Stati Uniti ha schierato le navi da guerra davanti alle coste del paese sudamericano.I link di corriere.it:Israele, il «gioco» con i limiti imposti da Trump, Bibi e la tentazione della «vittoria totale»La Russia tenta la spallata a Pokrovsk, Putin: «È circondata». Zelensky lo smentisce, ma ammette: «Sono 8 volte più di noi»Davanti al Venezuela il più grande spiegamento militare Usa: «E non staranno a guardare. Probabile un attacco missilistico»
1) Striscia di Gaza. La protezione della popolazione dal genocidio deve essere la priorità per la comunità internazionale. I bombardamenti israeliani di questa notte hanno provocato la morte di almeno 100 palestinesi, 46 erano bambini. 2) Punizione collettiva e esecuzioni extragiudiziali. La polizia di Rio di Janeiro sotto accusa dopo i blitz antidroga nelle favelas. L'Intervista di Esteri. 3) La Germania trucca i conti per il riarmo. L'Unione Europea tace. Dal rapporto dell'autorevole Think Thank Bruegel. 4) Più accoglienze festose, meno dazi. In Asia Donald Trump lancia la diplomazia degli omaggi. 5) Parigi 29 ottobre 1965. Il rapimento di Mehdi Ben Barka, oppositore al regime marocchino e costruttore di un mondo più giusto. 60 anni dopo. A 60 anni di distanza non si sa ancora in quali circostanze è stato ucciso o dove si trovi il suo corpo. 6) Progetti Sostenibili. A Glasgow acqua e verde i motori dell'adattamento climatico.
Cosa accade se uno dei maggiori studiosi del conflitto israelo-palestinese trascorre un mese a Gaza, tra il dicembre del 2024 e le prime settimane del 2025? Registra lo sterminio in diretta, raccoglie storie e immagini che l'informazione ha fatto fatica a valorizzare, verifica sul campo la fondatezza delle sue ipotesi. Ma soprattutto manifesta l'impossibilità di essere pronti a tutto questo. Niente mi aveva preparato di Jean-Pierre Filiu, Altrecose Questo e gli altri podcast gratuiti del Post sono possibili grazie a chi si abbona al Post e ne sostiene il lavoro. Se vuoi fare la tua parte, abbonati al Post. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
La Giamaica è travolta dalla potenza dell'uragano Melissa di categoria 5, la più alta, con venti quasi a 300 kmh, uno dei più potenti uragani caraibici mai registrati. Soprattutto, è passato da categoria 4 a categoria 5 nel giro di appena 24 ore. Il governo israeliano ha ricominciato a bombardare la Striscia di Gaza dopo che Netanyahu ha accusato Hamas di aver sparato nel sud di Gaza. Sono ormai più di 100 i morti palestinesi nella Striscia dall'inizio del cosiddetto cessate il fuoco del 10 ottobre. La California è il primo stato degli Usa a vietare i cibi super-processati nelle mense scolastiche. Una dieta sana infatti, secondo EAT Lancet, fa bene non solo al pianeta e può evitare fino a 40mila morti al giorno per cause sanitarie.
Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato nuovi bombardamenti sulla Striscia di Gaza dopo aver accusato Hamas di non rispettare il cessate-il-fuoco. Dopo tre settimane, fatte di accuse di reciproche, è già la fine della tregua? Per tutti gli aggiornamenti sentiamo Nello Del Gatto, giornalista e analista da Gerusalemme. Dopo la visita di ieri alla Presidente del Consiglio, Orban oggi ha incontrato il Vicepremier Matteo Salvini. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha però precisato che la politica estera spetta alla Premier e a lui, e che la posizione dell'Italia è chiara: "siamo dalla parte di Kiev". Commentiamo la giornata insieme a Emilia Patta, commentatrice politica de Il Sole 24 Ore. Un ennesimo femminicidio riporta al centro dell'attenzione i braccialetti elettronici. Parliamo di questo strumento, che spesso rivela tutti i suoi limiti, insieme a Michele Vitiello, Perito Tecnico Informatico e Consulente Informatico Forense per circa 90 Uffici Giudiziari tra Procure e Tribunali. L'uragano Melissa si avvicina alla Giamaica. Con noi Giulio Betti, climatologo e meteorologo del CNR - Consorzio Lamma.Oggi inizia il turno infrasettimanale della Serie A. Questa sera a Bergamo Atalanta-Milan. Ci aggiorna il nostro Dario Ricci.
Nelle ultime ore il futuro di Gaza e Cisgiordania si sta scrivendo lontano dalle macerie, nei palazzi del potere. Benjamin Netanyahu ha scandito che sarà Israele a decidere «chi colpire» e quali forze internazionali potranno entrare nella Striscia, rivendicando un diritto di veto che trasforma la tregua in una gestione coloniale della pace. Parallelamente, il ministro dell'ultradestra Bezalel Smotrich ha invitato a una “campagna popolare” per spingere Donald Trump ad accettare l'annessione della Cisgiordania. La mappa del domani viene tracciata come se i palestinesi non esistessero. Hamas, dal canto suo, dichiara tramite le agenzie che è pronta a consegnare le armi solo «se finirà l'occupazione». La frase suona come la fotografia di un conflitto che non è una parentesi ma una struttura permanente. Intanto, i coloni continuano a impadronirsi della terra con la violenza quotidiana. Nella stagione della raccolta delle olive, le organizzazioni internazionali registrano oltre 150 attacchi contro contadini palestinesi solo in Cisgiordania. A Tulkarem un agricoltore crolla in lacrime dopo che il suo uliveto è stato raso al suolo: «Hanno rubato la nostra identità», racconta in un video. La distruzione dell'ulivo non è un danno economico: è un messaggio politico. Da Roma, nei summit sulla pace, si parla di «perseveranza» e «ascolto reciproco», mentre in terra palestinese la “normalizzazione” passa attraverso bulldozer, cani sguinzagliati e veti sul futuro. La tregua continua a essere solo una cornice diplomatica vuota: i padroni del campo restano gli stessi, e decidono perfino chi avrà il permesso di gestire la calma che segue la violenza. Anche oggi, per capire la verità, basta guardare un ulivo abbattuto. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Il calendario segna tregua, il bollettino segna morti. Novantatré da quando la parola «cessate» è stata appesa ai comunicati: altri diciannove in quarantotto ore, mentre a Khan Yunis risuonano esplosioni e a Gaza City si contano i crateri. È il copione della pace scenica: le luci accese sul palcoscenico della diplomazia, il fuoco che continua dietro le quinte. Sui cieli volano droni statunitensi per sorvegliare la tregua: se serve tecnologia militare per certificare la pace, vuol dire che la pace non c'è. Nel centro di coordinamento a guida americana entrano anche diplomatici e militari italiani: la nostra presenza dentro il dispositivo non cambia l'equazione sul terreno, ma la legittima. L'umanitario resta imbavagliato. La Croce Rossa avverte che impedire l'accesso moltiplica il dolore, Emergency parla di reparti allo stremo. Finché i camion passano a singhiozzo e gli ospedali restano senza farmaci, la tregua è un ponte di corda su un baratro. C'è poi la zona grigia che grigia non è: fonti mediatiche descrivono la costruzione di nuove milizie anti-Hamas sostenute da Israele e da alleati regionali. Se confermato, è la prova che si lavora alla guerra di domani dentro la tregua di oggi. Intanto l'ingresso di un team egiziano per recuperare resti di ostaggi racconta un'altra verità: la priorità politica sono i corpi, non la ricostruzione delle vite. Fuori dalla Striscia, la Cisgiordania è un elenco di aggressioni contro i contadini in raccolta: i coloni devastano gli ulivi, i soldati presidiano gli accessi. Chi parla di “disinnesco del conflitto” dovrebbe guardare quei rami spezzati: lì si vede l'annessione quotidiana, senza bandiere né firme. Oggi la parola che manca è responsabilità. Di chi bombarda durante la tregua, di chi ostacola i soccorsi, di chi arma nuove guerre per procura, di chi chiude gli occhi sulla Cisgiordania. Finché resta questo buio, la “pace” è una didascalia sotto un'immagine di macerie. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Nella tregua che ci raccontano come fragile promessa di pace, la fame continua a essere l'arma più disciplinata. Tra il 10 e il 21 ottobre, Israele ha negato l'ingresso a 17 organizzazioni umanitarie internazionali che da anni lavorano nella Striscia. Lo denuncia Oxfam insieme ad altre quaranta ong, indicando con precisione le forniture bloccate: acqua potabile, cibo, tende, medicinali. Cinquanta milioni di dollari di aiuti fermi ai valichi, imballati, congelati dall'arbitrio di un controllo che ha smesso di fingere neutralità. Il 94% dei rifiuti ha colpito ong internazionali, persino quelle registrate e autorizzate dalle stesse autorità israeliane. In tre quarti dei casi la motivazione è stata la più burocratica e violenta: “non autorizzate”. Anche quando lo erano. Novantanove richieste di accesso respinte in undici giorni, più sei presentate dalle agenzie ONU. La fame diventa un modulo respinto, un timbro negato, un registro che non viene controfirmato. La tregua, invece, diventa un recinto in cui il tempo si usa per fiaccare i corpi. Secondo Oxfam, il blocco sistematico degli aiuti è una scelta politica. È iniziato già a marzo, con l'assedio totale e la nuova procedura di registrazione imposta alle ong internazionali. Non un eccesso securitario: un disegno. Chi controlla il pane controlla il respiro. Chi decide quanta acqua entra decide chi può sopravvivere. Persino raccontare questa fame diventa sospetto: stamattina, un portavoce militare israeliano ha definito la maggior parte dei giornalisti della Striscia “terroristi”. Fame e silenzio: il genocidio a bassa intensità travestito da tregua ha bisogno di entrambi. Per questo tutti gli occhi devono restare su Gaza. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Dopo l'avvio della prima fase dell'accordo di Sharm el-Sheikh, un ruolo fondamentale nel processo di pace tra Israele e Hamas sarà giocato dalla ricostruzione della Striscia di Gaza. L'approfondimento di Paolo Stern
E oggi dopo l'apertura dedicata alle soluzione per la Striscia, il commento di Mario Ajello e sulla sfida di Giorgia Meloni a cambiare le regole dell'Europa; quindi passiamo all'ampia pagina di cronaca, prima con l'inviata Claudia Guasco e le ultime sull'inchiesta per la morte di Chiara Poggi, poi con l'inviata Valeria di Corrado che segue il caso degli ultras accusati di omicidio per l'assalto al pullman con la novità di un video choc, dalla cronaca alla storia di sport di Massimo Boccucci che oggi ci racconta una lezione di calcio arrivata dalla Spagna, la rubrica di Gloria Satta “punto e virgola” sulla Festa del cinema di Roma oggi ci parla di Michela Ramazzotti e del suo nuovo film, e oggi con il Messaggero c'è l'inserto gratuito MoltoDonna, da Giampiero Valenza alcune interessanti anticipazioni.
La tregua continua a produrre morti. Secondo i dati diffusi ieri da Gaza, 88 palestinesi sono stati uccisi e 315 feriti dall'inizio del cessate il fuoco. Israele ha restituito i corpi di altri 30 palestinesi: salgono a 195 i cadaveri consegnati durante quella che continua a essere definita “pace”. La tregua è un frigorifero che conserva solo il ritmo costante della morte. Gli aiuti, invece, marciscono fuori dai confini della Striscia: l'UNRWA denuncia circa seimila camion ancora in attesa di ingresso. La Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja ieri ha stabilito che Israele non ha fornito prove sui presunti legami tra UNRWA e Hamas e ha ordinato a Tel Aviv di consentire il passaggio degli aiuti, vietando l'uso della fame come arma di guerra. La risposta israeliana è stata di disprezzo: la sentenza è stata definita «vergognosa». Vergognosa, per loro, è la giustizia quando incrina il recinto dell'impunità. Nel frattempo l'Occidente continua a recitare la liturgia della responsabilità condivisa. Il vicepresidente Usa Vance parla di un «compito difficile» nel disarmare Hamas, ma condiziona ogni ipotesi di ricostruzione alla resa. Netanyahu ribadisce che nessuna truppa turca metterà piede a Gaza: anche i carcerieri devono essere selezionati. In Italia, Giorgia Meloni ha celebrato il piano Trump come un successo diplomatico e ha accusato le piazze solidali con Gaza di «cinismo» per aver trasformato la sofferenza in propaganda. C'è un ribaltamento morale quando chi sostiene una tregua che continua a produrre cadaveri si arroga il diritto di definire cosa sia etico. Il concime delle bombe, della fame e di un genocidio a bassa intensità è il nostro silenzio. Per questo tutti gli occhi devono rimanere su Gaza. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
I titoli: - Il Papa all'Udienza generale: Cristo guarisce la tristezza, malattia diffusa del nostro tempo. Poi ricorda Giovanni Paolo II nel giorno in cui la Chiesa celebra la sua memoria - Nuovi raid russi sull'Ucraina: sei vittime, anche due bambini. I soldati di Kiyv colpiscono impianto chimico con missili stormshadow - Gaza, “La tregua è concreta, sono ottimista sulla pace”: così il vicepresidente Usa Vance in Israele. L'Onu avverte: la Striscia è piena di mine
Commentiamo l'incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky con Mario Del Pero, docente di Storia Internazionale a Science Po di Parigi, e con Davide Maria De Luca, giornalista di Domani da Kyiv.Facciamo il punto sulla fragile tregua nella Striscia di Gaza e sui nuovi equilibri della regione con Roberto Bongiorni, inviato de Il Sole 24 Ore a Gerusalemme, e con Mustapha Noman, viceministro degli Affari Esteri dello Yemen.
La regione Lombardia chiede la revisione del progetto Oltre Lario, sopra il lago di Como. Sul Monte san Primo erano previsti milioni di euro di investimento per impianti sciistici a bassissima quota – tra i 1000 e 1600 metri – considerati fuori tempo massimo da un comitato di oltre 35 associazioni locali. Negli Stati Uniti si sono tenute tra le più grandi proteste della storia del paese: sabato in oltre 2100 città il “No Kings Day” ha fatto scendere in piazza oltre 7 milioni di persone contro le derive autoritarie del secondo governo di Donald Trump. Sono ripresi i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza, in Palestina, per le accuse a Hamas di aver violato il cessate il fuoco. Sono almeno 51 i morti palestinesi dall'inizio della fragilissima tregua di inizio ottobre.
Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza non è in discussione ed è ancora in vigore. Ne è sicuro Donald Trump che, conversando con i giornalisti a bordo dell'Air force one, ha confermato che la tregua è sempre in atto.
Intrattenimento e informazione, musica, cultura, i fatti del giorno e la rassegna stampa con i vostri messaggi in diretta: tutto questo è Radio Vaticana con Voi! Anche oggi insieme per iniziare la giornata con numerosi ospiti! Come ogni lunedì, inizieremo dalle parole di Leone XIV! Tra i temi di oggi, l'appello del Papa per la fine delle violenze in Terra Santa, Ucraina e Myanmar, la grande fatica e il dramma quotidiano delle famiglie di Gaza, costrette a spostarsi di continuo nella Striscia, il ruolo degli educatori del Bambino Gesù e la solidarietà come modo per fare la storia attraverso il racconto degli eventi del V incontro dei Movimenti popolari (21-24 ottobre) che culmineranno con il Pellegrinaggio Giubilare (25-26 ottobre). Come ogni giorno, protagonisti gli ascoltatori con domande e messaggi! Intervieni in diretta tramite WhatsApp al numero 335 1243 722 Gli ospiti di oggi in ordine di presenza: Massimiliano Menichetti, vicedirettore editoriale dei Media Vaticani, responsabile di Radio Vaticana - Vatican News Annalisa Del Savio, educatrice dell'ospedale Bambino Gesù con Giulio Luttazzi Giovanna Fotia, direttrice per la Palestina della ong WeWorld In radiovisione: don Mattia Ferrari, cappellano della ong Mediterranea e coordinatore di EMMP (Encuentro Mundial de Movimentos Populares) Conducono: Francesco De Remigis e Stefania Ferretti In esterna, dalla Festa del Cinema di Roma: Marina Tomarro e Rosario Tronnolone Hanno collaborato i colleghi: Alessandro De Carolis, Silvia Giovanrosa, Mario Galgano, Marco Bellizi (L'Osservatore Romano), Gabriele Nicolò Tecnici del suono e radiovisione: Damiano Caprio e Luca Rossi
A Gaza la pace non ha portato silenzio, ma il ronzio dei generatori: la luce manca, l'acqua pure, e la gente continua a sopravvivere come in guerra. Secondo Oxfam, a cinque giorni dal cessate il fuoco Israele blocca ancora gli aiuti e l'ingresso delle ong. Solo un valico aperto e 716 camion entrati in totale, quando ne servirebbero almeno 600 ogni giorno. Gli aiuti restano fermi ai confini, mentre nella Striscia si contano 450 morti di fame, tra cui 150 bambini. L'OMS parla di malattie “fuori controllo”: appena 13 ospedali su 36 sono parzialmente funzionanti, il resto è macerie. Nel nord non esiste più un reparto pediatrico. Il dottor Hussam Abu Safiya, che lo dirigeva, è stato condannato ad altri sei mesi di carcere senza accuse né processo. Amnesty International denuncia torture e sparizione forzata. È la stessa legge israeliana sui “combattenti illegali” che permette di imprigionare civili per tempo indefinito. Intanto Israele discute se cambiare nome alla guerra: Netanyahu vuole chiamarla “Guerra della Rinascita”. Un modo per cancellare la memoria prima che arrivi la verità. Sul terreno, il ministro della Difesa fa tracciare una “linea gialla” che taglia in due Gaza: oltrepassarla significa essere colpiti. Ci siamo già dimenticati quando il governo italiano si vantava di “aiuti umanitari per Gaza”. Oggi nessuno dice dove fossero visto che oggi si applaude alla “ripresa dei convogli”, anche se i camion passano accanto a coloni che usano bambini come scudi per bloccare la farina. Questa non è pace. È la stessa guerra che continua con altri mezzi: la fame, la burocrazia, le prigioni. La domanda resta la stessa: chi sono i colpevoli, e chi li farà pagare? #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Il piano di pace tra lo Stato di Israele e il gruppo terroristico palestinese Hamas, in guerra per due anni nella Striscia di Gaza, è stato firmato e nei giorni scorsi le due parti si sono scambiati i prigionieri. In questa puntata parliamo anche di case vuote (nel nostro Paese sono tantissime) e del caveau della Banca d'Italia che invece è pieno di lingotti d'oro: il valore di questo metallo è percepito come un tesoro sicurissimo che – in tempi di guerre e crisi – famiglie e banche nazionali mettono da parte. A Cagliari i ciclisti possono essere multati se legano la bici a pali e cancelli (e sarà così anche in altre città) mentre la Francia ha dato alle stampe dei francobolli che odorano di croissant
Pierpaolo Lio racconta l'uccisione a coltellate di Pamela Genini, 29 anni, da parte dell'ex compagno entrato in casa della donna con una copia delle chiavi fatta di nascosto. Andrea Nicastro spiega il ruolo del Cairo nel futuro della Striscia, per quanto riguarda la ricostruzione e l'amministrazione. Mara Gergolet parla della polemiche suscitate dalla proposta di individuare con un sorteggio gli 80.000 soldati necessari per rinforzare l'esercito.I link di corriere.it:Gianluca Soncin portato in carcere. Pamela Genini era al telefono con l'ex: «Ho paura, ha fatto il doppione delle mie chiavi. È entrato. Chiama la polizia»Giustiziati rivali, ex alleati e capiclan: le unità «Ombra» di Hamas seminano il terrore dopo la treguaUno degli ergastolani palestinesi liberati da Israele: «Se Barghouti fosse fuori direbbe di deporre le armi»
E dopo la manovra da 18 miliardi, il commento di Mario Ajello ci parla del voto in parlamento per la pace a Gaza e sempre rispetto alla Striscia c'è anche una soluzione italiana nel futuro di Gaza che Francesco Bechis ci spiega nella sua analisi, l'inviata Laura Pace ci racconta la terribile prigionia degli ostaggi di Hamas,del perchè l'economia americana viaggia a due velocità ci dice Angelo Paura, quindi la cronaca con l'assurda tragedia nel Veronese dove per noi c'era l'inviata Claudia Guasco, alleggeriamo con un viaggio in Umbria di Cristiana Mapelli e il tartufo che qui ha più addetti di una fabbrica, per la storia di sport Massimo Boccucci ci spiega cosa significa la vittoria degli azzurri contro Israele e chiudiamo con Gloria Satta e una istallazione molto particolare dedicata a Claudia Cardinale
Ha denunciato un suo studente per oltraggio a pubblico ufficiale dopo che quest'ultimo ha passato l'intera ora di lezione al telefono rimbrottando anche il docente. Ora è arrivata la condanna al pagamento di una multa di 400 euro. Ne parliamo con il professore protagonista della vicenda. Diamo anche spazio a un progetto di ricostruzione della Striscia di Gaza affidato dalle Nazioni Unite allo IUAV di Venezia, infine ospitiamo un sindaco che ha appena vinto le elezioni grazie anche a voti al suo cane.
Nel giorno delle ratifiche, delle firme e degli show trumpiani, Israele riabbraccia i 20 ostaggi ancora in vita, mentre nella Striscia e in Cisgiordania rientrano quasi duemila palestinesi detenuti da Israele. Il punto di Michele Giorgio.
Ieri Hamas ha liberato gli ultimi venti ostaggi israeliani ancora vivi rimasti nella Striscia di Gaza, che sono tutti rientrati in Israele dopo 738 giorni di prigionia. Con Meron Rapoport, giornalista, da Tel Aviv.Gli scontri sono cominciati dopo i bombardamenti aerei pachistani su Kabul e su alcune aree dell'est dell'Afghanistan, ai quali i taliban hanno risposto attaccando postazioni di frontiera. Con Giuliano Battiston, giornalista.Oggi parliamo anche di:El Salvador • “Alla fine l'esilio ci ha raggiunto” di Carlos Martínez e Oscar Martínez https://www.internazionale.it/magazine/oscar-martinez/2025/10/09/alla-fine-l-esilio-ci-ha-raggiuntoSerie tv • Monster. La storia di Ed Gein su NetflixCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
In apertura sfogliamo i giornali di tutto il mondo con Paolo Mieli.Poi riavvolgiamo il nastro del fine settimana a Gaza e in Israele, dal fragile cessate il fuoco nella Striscia con il ritiro parziale dell'esercito israeliano, all'attesa per la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri palestinesi. Ne parliamo con la nostra Valentina Furlanetto, inviata in Israele e Paolo Magri, presidente del comitato scientifico dell'Ispi.
Davide Frattini parla della giornata della liberazione degli israeliani in mano a Hamas e della firma dell'accordo a Sharm el-Sheikh. Marta Serafini rivela cosa si sono detti il presidente degli Stati Uniti e quello ucraino nei due colloqui telefonici avuti negli ultimi due giorni. Lara Sirignano racconta la morte, nel capoluogo siciliano, di un ragazzo di 21 anni, ucciso da un 28enne mentre cercava di sedare una rissa all'esterno del locale in cui lavorava.I link di corriere.it:Striscia di Gaza, cosa succederà dopo il rilascio degli ostaggi? L'America al comando, gli arabi nelle strade e i punti «opachi» del piano di pace di TrumpZelensky, seconda telefonata in due giorni con TrumpPalermo, ventunenne ucciso nel cuore della movida: «Stava sedando una rissa»
La Francia tenta di uscire dalla crisi politica. Con noi per parlarne Lorenzo De Sio, Professore ordinario di Scienza Politica alla Luiss e direttore del Cise Luiss (Centro Italiano Studi Elettorali) e di Telescope. Dopo il via libera del governo israeliano, nella Striscia è entrato in vigore il cessate il fuoco. Ci aggiorna la nostra Valentina Furlanetto, inviata di Radio 24 a Tel Aviv. Come ogni venerdì, il reportage di Radio 24: "Cambiate dalla guerra. Le streghe di Bucha", del nostro Gigi Donelli.Infine, il meteo del fine settimana, con Mattia Gussoni, de IlMeteo.it
I rappresentanti dello Stato di Israele e del gruppo terroristico palestinese Hamas, in guerra da due anni esatti nella Striscia di Gaza, hanno firmato la prima fase di un accordo di pace in venti punti, proposto dal presidente americano Donald Trump. In questa puntata parleremo dei premi Nobel, riconoscimenti che ogni anno premiano chi ha fatto scoperte o opere straordinarie per l'umanità e di chi, come Fred Ramsdell, che ha vinto quello per la Medicina, ci ha messo un po' a venirlo a sapere. Il nuovo governo francese è già vecchio: è durato poche ore ma c'è anche chi nella storia della politica ha fatto peggio; il Parlamento europeo ha deciso che d'ora in avanti i cibi a base di legumi, cereali o verdure non potranno più chiamarsi bistecche o burger; mentre in Gran Bretagna i bambini hanno stabilito l'età e i pericolosi segnali in cui si diventa vecchi
È festa nelle strade di Tel Aviv dopo la firma dell'accordo che che dà il via alla prima fase dell'accordo di pace fra Israele e Hamas. Sollievo e gioia anche nella Striscia. Ma ci aggiorna la nostra Valentina Furlanetto, inviata di Radio 24 a Tel Aviv. Per capire le prospettive di questo accordo sentiamo Riccardo Alcaro, responsabile del programma "Attori globali" e coordinatore delle ricerche dello IAI. Perquisito il pm milanese Pietro Paolo Mazza: era magistrato a Pavia durante il delitto di Garlasco. Ci racconta questi sviluppi Marco Oliva, giornalista. Arriva la Ferrari elettrica. Sentiamo il nostro Giovanni Capuano.
Davide Frattini analizza l'evoluzione del negoziato fra Hamas e Israele sul piano di pace per la Striscia. Viviana Mazza racconta la decisione del presidente degli Stati Uniti di inviare anche in Illinois la Guardia nazionale per combattere la criminalità a suo dire «fuori controllo» (come già a Washington, in California e a Portland). Paolo Salom parla delle condizioni di salute dell'80enne oppositrice del regime militare birmano, in carcere dal 2021.I link di corriere.it:Trump: «A Gaza reale possibilità di pace». Ma Hamas vuole il ritiro completo di IsraeleTrump dispiega la guardia nazionale a Portland: «I terroristi Antifa assediano le sedi dell'agenzia per l'immigrazione»Trump pattuglia le strade di Washington con la Guardia Nazionale. Poi porta agli agenti pizza e hamburger: «Presi nel posto migliore»
1-Gaza, 8 ottobre. Due anni fa l'inizio del genocidio 2-” Noi non siamo la storia, la storia è Gaza “ La lezione di Greta Thunberg. ( Virginia Platini) 3-18457 giovani vite stroncate in modo innimaginabile Il Guardian pubblica l'elenco completo dei bambini uccisi da Israele nella Striscia. ( Valeria Shroter) 4-Sharm al Sheikh, ultima chiamata per un cessate il fuoco ( Emanuele Valenti ) 5- “ Il numero di soldati che si fanno avanti per testimoniare è cresciuto in modo esponenziale “ L'intervista di Ethan Rom dell'ONG israeliana Breaking the Silence. 6-Chicago, nuovo epicentro della battaglia in corso tra Trump e le città a guida democratica. ( Roberto Festa)
L'attacco di Hamas a Israele del 2023 – l'Operazione Diluvio al-Aqṣā – è consistito in una serie di attacchi di gruppi armati, provenienti dalla Striscia di Gaza, con conseguente uccisione di 1200 civili e militari israeliani, e nel rapimento di circa 250 di questi, avvenuto il 7 ottobre 2023 nel territorio di Israele, pianificato e operato da Ḥamās, con il sostegno di altre milizie palestinesi. In un solo giorno, 859 civili israeliani 278 soldati (307 secondo altre fonti) e 57 membri delle forze dell'ordine sono stati uccisi in località, kibbutz e basi militari nei dintorni della Striscia di Gaza. I miliziani di Hamas hanno attaccato anche un festival musicale, il Nova festival, a cui partecipavano all'incirca 3 000 giovani, uccidendo 364 partecipanti e rapendone 44. Circa 250 persone, di cui circa 30 bambini, sono state rapite e portate come ostaggi nella Striscia. Sono stati segnalati numerosi casi di stupri e violenze sessuali contro donne israeliane. In questo podcast quel giorno terribile nel racconto del Prof. Sergio Della Pergola (Emerito di Demografia e Statistica alla Hebrew University di Gerusalemme) A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Guerre e conflitti ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify https://open.spotify.com/show/293C5TZniMOgqHdBLSTaRc ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
L'apertura dei giornali, con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti.Oggi ricorre il secondo anniversario dell'attacco terroristico di Hamas contro Israele. Intanto, ieri sono continuati i bombardamenti in diverse zone della Striscia, nonostante la richiesta del presidente Trump di fermare i raid. Ci colleghiamo con la nostra Valentina Furlanetto che si trova in un kibbutz al confine tra Israele e la Striscia di Gaza.
All'aeroporto di Atene, davanti alla stampa e a sostenitori e sostenitrici, Greta Thunberg ha detto che potrebbe raccontare “a lungo dei maltrattamenti e degli abusi” subiti dopo l'arresto — cose di cui la stampa ha già scritto in abbondanza — ma che non è questo il punto.«That is not the story», ha detto in inglese.La vera storia, per lei, è Gaza.Thunberg ha invitato i media e l'opinione pubblica a non perdere di vista la tragedia in corso nella Striscia, e ha accusato i governi occidentali di restare in silenzio di fronte alle violazioni del diritto internazionale commesse da Israele.
Due anni fa un attacco del gruppo terroristico palestinese Hamas in Israele provocò la morte di 1'200 persone, in maggioranza civili. 250 persone vennero rapite e portate nella Striscia di Gaza. Con lo storico israeliano Ilan Pappé, autore di numerosi saggi sulla questione israelo-palestinese, tra cui “Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina dal 1882 ad oggi”, cercheremo di comprendere le conseguenze per Israele di quella vicenda, che ha segnato la storia del Medio Oriente come pochi altri eventi dalla fine del secondo conflitto mondiale.Pappé sottolinea la vulnerabilità della nazione, parla apertamente di crepe nella società e nelle fondamenta di Israele, e ripercorre la storia del paese e della regione. Una storia condivisa fatica ad essere scritta, e quindi anche la comprensione del ruolo che ogni comunità potrebbe e dovrebbe avere per trovare una soluzione alla realtà attuale. Lo storico riconosce gli errori dell'Europa del passato, che si trascinano ancora oggi. Alle ragioni umanitarie e del diritto internazionale si sostituiscono ragioni ideologiche e questo cambio di prospettiva non contribuisce certo alla ricerca di una visione per il futuro.Nel corso della puntata del 7 ottobre sarà presentato il nuovo libro dello storico: “La fine di Israele, il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina” (Fazi editore)undefined
In apertura di programma i fatti più importanti di giornata commentati con Paolo Mieli.Il fine settimana è iniziato con lo sciopero generale di venerdì, la manifestazione della CGIL di sabato e con tante mobilitazioni nelle città italiane a favore della causa palestinese. Sono anche rientrati i quattro parlamentari che hanno attraversato il Mediterraneo con la Global Sumud Flotilla ma sono stati fermati dell'esercito israeliano poco prima di arrivare sulle coste della Striscia. Ne parliamo con i nostri ospiti e con le voci degli ascoltatori.
Due anni fa un attacco del gruppo terroristico palestinese Hamas in Israele provocò la morte di 1'200 persone, in maggioranza civili. 250 persone vennero rapite e portate nella Striscia di Gaza. Con lo storico israeliano Ilan Pappé, autore di numerosi saggi sulla questione israelo-palestinese, tra cui “Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina dal 1882 ad oggi”, cercheremo di comprendere le conseguenze per Israele di quella vicenda, che ha segnato la storia del Medio Oriente come pochi altri eventi dalla fine del secondo conflitto mondiale.Pappé sottolinea la vulnerabilità della nazione, parla apertamente di crepe nella società e nelle fondamenta di Israele, e ripercorre la storia del paese e della regione. Una storia condivisa fatica ad essere scritta, e quindi anche la comprensione del ruolo che ogni comunità potrebbe e dovrebbe avere per trovare una soluzione alla realtà attuale. Lo storico riconosce gli errori dell'Europa del passato, che si trascinano ancora oggi. Alle ragioni umanitarie e del diritto internazionale si sostituiscono ragioni ideologiche e questo cambio di prospettiva non contribuisce certo alla ricerca di una visione per il futuro.Nel corso della puntata del 7 ottobre sarà presentato il nuovo libro dello storico: “La fine di Israele, il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina” (Fazi editore)undefined
Oggi parliamo della flottiglia fermata da Israele in acque internazionali al largo di Gaza, poi della situazione nella Striscia con alcune testimonianze e infine di lavoro e della perdita di potere d'acquisto dei salari. ... Per iscriverti al canale Whatsapp: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione Qui per provare MF GPT ... Gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Global Sumud Flotilla, le forze di difesa israeliane intercettano diverse imbarcazioni. Le ultime notizie in diretta e le reazioni del mondo a sostegno della missione umanitariaGaza, evacuazione immediata dei palestinesi dalla Striscia, altrimenti saranno considerati complici dei gruppi armati. 100 palestinesi uccisi al giorno di media secondo l'ONU. Dopo Medici Senza Frontiere, anche la Croce Rossa Internazionale lascia Gaza CityTensione tra Ungheria e Polonia per la guerra Russia-UcrainaGrecia, scioperi contro l'aumento dell'orario lavorativoMadagascar e Marocco, i giovani manifestano per un paese migliore
Presentando il suo piano per mettere fine alla guerra a Gaza, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che il governo della Striscia sarà supervisionato da un consiglio della pace, di cui farà parte l'ex primo ministro britannico Tony Blair. Con William Ward, giornalista, da Londra.In almeno 11 città del Marocco sono in corso delle grandi manifestazioni contro gli investimenti pubblici per costruire le infrastrutture calcistiche in vista di due campionati internazionali che saranno ospitati dal Marocco. Con Catherine Cornet, giornalista e arabista.Oggi parliamo anche di:Città del Vaticano • "La santa sede è sommersa di debiti" di Jelmer Moulderhttps://www.internazionale.it/magazine/jelmer-moulder/2025/09/25/la-santa-sede-e-sommersa-dai-debitiMusica • Mendelssohn: Sogno di una notte di mezza estateFreiburger Barockorchester, direttore: Pablo Heras-CasadoCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan ZentiCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Anna Momigliano spiega genesi e fattibilità dell'accordo che Trump e Netanyahu hanno elaborato per la pace nella Striscia. Viviana Mazza racconta che cosa ha detto il segretario alla Guerra nel discorso tenuto a centinaia di generali, ai quali ha anticipato come intende cambiare vita e regole dei corpi militari. Chiara Evangelista parla del via libera alla vendita dello stadio a Inter e Milan e delle spaccature politiche che ne sono derivate.I link di corriere.it:Trump e Netanyahu, quali sono i 20 punti per la pace: ostaggi liberi in 72 ore, la transizione con Donald e Blair, il nodo del ritiro israeliano in 3 tappeHegseth, il discorso ai generali Usa: «Il nostro compito è prepararci alla guerra. Basta con la decadenza woke, i generali grassi le barbe lunghe»Nuovo stadio di San Siro, cosa sappiamo: pronto nel 2031, 71.500 posti, impatto economico da tre miliardi
È tra i più noti scrittori in lingua araba, e i suoi romanzi sono ora tradotti anche in italiano. Atef Abu Saif, classe 1973, è nato in un campo profughi nella striscia di Gaza ma ha avuto la possibilità di studiare e laurearsi nella prestigiosa università palestinese di Berzeit. Docente universitario, esponente politico di rilievo del movimento Fatah, è stato dal 2019 al 2024 ministro della cultura palestinese. Il suo “Vita appesa” (edizioni Polidoro) è stato finalista al premio internazionale della letteratura araba, ma è noto anche per i suoi editoriali sui giornali palestinesi e internazionali in lingua inglese. Scritti molto critici nei confronti di Hamas (che lo ha minacciato di morte e incarcerato), Atef Abu Saif non esita a condannare l'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023 ma offre anche spunti di riflessione sulle conseguenze di quella guerra e la responsabilità di trasmettere la memoria del suo popolo. “Diario di un genocidio” (fuoriscena) resoconto dei primi due mesi di attacco israeliano a Gaza, ci offre una prospettiva unica e complessa della vita nella Striscia.
Ieri in tutta Italia si è svolto lo sciopero generale in sostegno della popolazione palestinese: almeno centomila persone sono scese in piazza per chiedere al governo italiano di intraprendere azioni politiche concrete per opporsi al genocidio nella Striscia di Gaza. Con Claudia Durastanti, scrittrice.Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che farà causa per diffamazione e calunnia al New York Times, a cui chiede 15 miliardi di risarcimento. Con Alexander Stille, giornalista, da New York.Oggi parliamo anche di:Scienze • “Cani si diventa” di Taylor Mitchell Brown https://www.internazionale.it/magazine/taylor-mitchell-brown/2025/09/18/cani-si-diventaRaiPlay • Baubau di e con Palo PoliCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Pechino punta a spezzare la dipendenza delle aziende tecnologiche cinesi dalla Nvidia e rafforzare l'industria nazionale dei semiconduttori e per poter competere con gli Stati Uniti nella corsa all'intelligenza artificiale. Con Alessandro Lubello, editor di economia di InternazionaleDecine di studenti universitari palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza negli ultimi mesi hanno ottenuto delle borse di studio dalle università italiane ma non riescono a raggiungere il nostro paese. Con Annalisa Camilli, giornalista di InternazionaleOggi parliamo anche di:Cinema • Duse di Pietro Marcellohttps://www.youtube.com/watch?v=F-YIb-9lV1wCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan ZentiCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Mentre l'esercito israeliano iniziava la conquista della città più importante della Striscia, Israele veniva accusato di genocidio da una commissione indipendente delle Nazioni Unite: ascolta il nostro aggiornamento sulla guerra a Gaza.
Greta Privitera racconta la fuga di massa di migliaia di palestinesi costretti a lasciare il cuore della Striscia dopo l'attacco lanciato da Israele. Michele Marangon parla della vicenda di Paolo Mendico, che si è tolto la vita a 14 anni per le vessazioni subite da alcuni compagni di scuola. Gaia Piccardi celebra il trionfo del 20enne fuoriclasse azzurro, che ha vinto la medaglia d'oro nel salto in lungo ai Mondiali di atletica in corso a Tokio.I link di corriere.it:«Pioveva fuoco dappertutto, siamo scappati al buio»: l'inferno dei palestinesi di Gaza City dopo l'invasione di IsraeleBotte e minacce, il calvario lungo cinque anni di Paolo MendicoMattia Furlani, chi è la medaglia d'oro nel salto in lungo: la mamma allenatrice, la passione per il basket, i grandi risultati anche nell'alto
Il 16 settembre una commissione d'inchiesta delle Nazione Unite ha accusato Israele di stare compiendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Con Micaela Frulli, docente di diritto internazionale all'università di Firenze. Il 13 settembre più di 110 mila persone hanno partecipato a Londra a una manifestazione contro l'immigrazione organizzata dall'attivista Stephen Yaxley-Lennon, noto come Tommy Robinson, in quello che è considerato uno dei più grandi raduni di estrema destra nella storia recente del Regno Unito. Con John Foot, storico, da Bristol.Oggi parliamo anche di:India • “La colonizzazione del Kashmir“ di Tariq Mirhttps://www.internazionale.it/magazine/tariq-mir/2025/09/11/la-colonizzazione-del-kashmirMusica • It's a beautiful place dei Water From Your EyesCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan ZentiCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
L’esercito israeliano ha dato il via all’offensiva di terra a Gaza City, in quella che appare come la fase più dura del conflitto iniziato dopo il 7 ottobre 2023. Si calcola che nella Striscia ci siano ancora circa 650mila palestinesi, ad oggi incerti su dove rifugiarsi. Ne parliamo con Francesco Petronella di Ispi, Emmanuele Panero, analista Desk Difesa e Sicurezza del Cesi, Esperanza Santos, coordinatrice delle emergenze di MSF a Gaza, Francesco Sacchi, Capo progetto di EMERGENCY a Gaza, e con Udi Goren, esponente del movimento dei familiari degli ostaggi di Hamas.
La Global Sumud Flotilla è ripartita verso la Striscia di Gaza dopo alcuni giorni al porto tunisino di Sidi Bou Said, dove due delle imbarcazioni sono state colpite, secondo gli attivisti, da droni-kamikaze. Ecco la testimonianza dello skipper italiano, Tony La Piccirella.