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Valentina Iorio presenta il vertice Ue in cui si discuterà se ratificare l'accordo di libero scambio con l'area di commercio latinoamericana (e il voto dell'Italia potrebbe rivelarsi decisivo). Giovanni Bianconi parla dell'assoluzione definitiva, stabilita dalla Cassazione, per il leader della Lega sul caso dello sbarco di migranti nel 2019. Giusi Fasano racconta la situazione nella Striscia, resa ancora più pesante per gli sfollati da settimane di maltempo.I link di corriere.it:La battaglia del Mercosur, arriva il no della Francia. I dubbi dell'Italia sul rinvioOpen Arms, la Cassazione conferma l'assoluzione di Matteo Salvini: ora la sentenza è definitivaForti piogge e inondazioni a Gaza: «Le condizioni degli sfollati sono disperate, servono roulotte e tende»
La tregua entra nella sua zona più fragile. Benjamin Netanyahu annuncia che la fine della “prima fase” è vicina e ribadisce che sarà Israele a decidere tempi e modalità delle mosse successive. È un messaggio politico prima che militare: l'accordo regge, il controllo resta unilaterale. Sul terreno, la tregua vive delle sue eccezioni. L'esercito israeliano uccide un miliziano nel nord della Striscia dopo il superamento della “linea gialla”, parlando di minaccia immediata. Un confine operativo che continua a produrre morti mentre il cessate il fuoco resta formalmente in piedi. Hamas conferma l'uccisione di Raed Saad, indicato da Israele come figura centrale nella produzione di armi e nella pianificazione del 7 ottobre. L'attacco, lungo la strada costiera Rashid, viene raccontato come mirato; i media palestinesi parlano di altre vittime. La leadership militare viene colpita mentre si discute il passaggio alla fase due. Fuori da Gaza, uno stanco Abu Mazen prova a rimettere paletti sempre più deboli: no alla divisione della Striscia, no a nuovi confini interni, ricostruzione sotto sovranità palestinese. È la partita che si apre dietro la tregua, ma senza forza politica reale. In Cisgiordania la pressione resta costante: incursioni e arresti, anche a Hebron, ricordano che la tregua è geografica solo sulla carta. Poi c'è Sydney. L'attentato è antisemitismo. Persone colpite per ciò che sono, durante una celebrazione religiosa. Su questo non esistono ambiguità. Ma subito dopo Netanyahu accusa il governo australiano di aver “incoraggiato” l'antisemitismo, attribuendo una responsabilità politica diretta all'esecutivo. Trasformare un crimine d'odio in un'arma narrativa è una scelta. La stessa operazione si ripete anche in Italia, dove c'è chi mescola chi chiede giustizia per Gaza con i terroristi di Sydney. Una confusione deliberata, utile a delegittimare le piazze. Resta un fatto che disturba la propaganda: l'uomo che ha disarmato il terrorista a Sydney è un immigrato musulmano. I fatti, messi in fila, continuano a smentire lo scontro di identità. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Il crollo avviene all'alba, nella parte orientale della Striscia. Un edificio già lesionato cede sotto la pioggia battente. Il fronte di cemento si accartoccia, schiaccia le tende sistemate ai piedi, inghiotte chi ci dormiva dentro perché altrove non c'era spazio. Le immagini mostrano persone che scavano con le mani nel fango, senza mezzi, senza tempo. Nelle ultime ore le agenzie contano almeno undici morti legati al maltempo: tra loro bambini e un neonato, uccisi dal cedimento di strutture fragili e dal freddo. Non è cronaca meteo. È la fotografia di una vulnerabilità costruita. Gli edifici colpiti nei mesi scorsi vengono riabitati perché l'alternativa è il nulla; le tende sorgono accanto a muri instabili perché non esistono zone sicure. La pioggia entra nelle crepe già aperte dalla guerra e completa il lavoro. Le Nazioni Unite segnalano che teloni, coperte termiche e tende non reggono alle inondazioni; materiali più solidi restano bloccati o arrivano a intermittenza. Il risultato è visibile: famiglie che cercano di proteggere i figli con ciò che trovano, mentre l'acqua sale. Intanto i valichi seguono il calendario. Chiusure “ordinarie”, camion in attesa, aiuti che si fermano davanti ai cancelli. Il giorno prima ne sono passati alcuni, il giorno dopo forse altri. Nel mezzo ci sono feriti, malati, sfollati che aspettano autorizzazioni. La pioggia cade senza permessi, i soccorsi no. Ogni ritardo pesa come una scelta. Sul piano politico, nelle stesse ore rimbalza l'ultimatum sul futuro della Striscia: o una forza internazionale entra sul terreno, oppure l'esercito israeliano resta. È una frase che arriva mentre si contano crolli e ipotermie. Il “dopo” diventa leva negoziale, il presente resta scoperto. Anche in Israele la stessa tempesta provoca vittime e soccorsi. Stessa pioggia, esiti diversi. La differenza sta nelle infrastrutture, nella protezione, nella continuità dei servizi. Diario di bordo numero cento. La tregua regge nei comunicati. I muri no. E quando crollano, il fango rende tutto più chiaro. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Nella nuova puntata di DNPCD abbiamo analizzato la settimana di NBA focalizzandoci sulla NBA cup che è entrata nel vivo e ha decretato le ultime contendenti al titolo.Abbiamo analizzato il game of the week che, incidentalmente ha messo la parola fine alla striscia più storica della NBA.Alla fine abbiamo raccontato l'incredibile storia di Pat Spencer. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/backdoor-podcast--4175169/support.
Gli architetti dell'intelligenza artificiale sono stati nominati come personaggio dell'anno 2025 dalla rivista Time per aver trasformato profondamente la società. Allo stesso tempo, i padroni di big tech sono tra i principali ultraricchi al centro del rapporto World Inequalities 2026 sulle disuguaglianze economiche globali. Le persone nella Striscia di Gaza sono ben lontane dalla pace: forti piogge stanno colpendo le tende e i rifugi delle famiglie e non sono nemmeno entrati gli aiuti promessi. In Bulgaria è caduto il governo dopo le forti manifestazioni di piazza delle ultime settimane. Il rischio è di andare nuovamente a elezioni – ben 7 negli ultimi 4 anni – e in contemporanea al loro ingresso nell'euro. Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it.
Il 2025 è in lizza per diventare il secondo anno più caldo mai registrato, secondo il servizio europeo Copernicus. Anche le montagne sentono la recente ondata di calore e Elisa Palazzi, climatologa, ci racconta i rischi di uno zero termico a ben 3500 metri di quota. Sono stati 67 i giornalisti uccisi nel 2025, secondo il rapporto annuale di Reporter senza frontiere, e ben 29 di questi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza da Israele. Scatta da oggi il ban dei social network per gli under 16 in Australia, ed è il primo paese al mondo ad applicare un divieto così esplicito per i minori. C'è già in ballo anche un ricorso alla Corte suprema australiana da parte di due giovanissimi. Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it. Rassegna stampa: Nell'ultimo anno sono stati uccisi 67 giornalisti nel mondo, di cui quasi la metà a Gaza, Luigi Mastrodonato
Sessantasette giornalisti uccisi in un anno, ventinove a Gaza, tutti colpiti mentre lavoravano. Reporters sans frontières fotografa il paradosso: l'esercito israeliano è oggi il principale pericolo per chi prova a raccontare la Striscia, responsabile del quarantatré per cento dei reporter ammazzati nel mondo. Zittire la cronaca è il primo modo per riscrivere la guerra. Intanto Gaza affoga sotto sessantotto milioni di tonnellate di macerie, l'equivalente di centottantasei Empire State Building. L'ottanta per cento degli edifici è distrutto o ferito, sotto i detriti restano corpi senza nome che nessuno riesce nemmeno a contare. Per ripulire tutto, ammesso che Israele lo permetta, serviranno anni. Ogni giorno che passa rende la verità un po' più irraggiungibile. Fuori dalla Striscia la geografia della repressione è la stessa. I blindati entrano all'università di Al-Quds ad Abu Dis, studentati trasformati in zona militare. A Masafer Yatta un colono armato caccia i contadini dal campo mentre il trattore è ancora acceso. A Gerusalemme Est la polizia fa irruzione nelle sedi dell'Unrwa sfidando i richiami di Madrid e delle Nazioni Unite. Scuole, terra, agenzie umanitarie: tutto ciò che può tenere in vita un popolo diventa un obiettivo. A Gerusalemme, alla Knesset, il ministro Itamar Ben-Gvir si presenta con una spilla gialla a forma di cappio per sostenere la legge sulla pena di morte per i palestinesi accusati di terrorismo. In Europa intanto esplode l'inchiesta sugli appalti Nato truccati a favore di Elbit, il gigante israeliano delle armi. Le immagini dicono che la guerra contro Gaza passa dai bombardamenti, dall'occupazione dei luoghi di studio, dall'intimidazione dei contadini, dai cappi appuntati sulla giacca di chi governa e dal denaro che circola attorno alle macerie. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
In questa puntata di TRAPPIST parliamo di un crescente problema per il centrosinistra italiano: una storica infiltrazione di politici legati alla causa sionista, oggi attivissimi nel contrastare le denunce del genocidio in corso nella Striscia di Gaza. L'argomento è di strettissima attualità in seguito allo strappo di Graziano Delrio e di un gruppo di altri senatori democratici che, in rottura con la linea di partito, hanno presentato un ddl che ha come obiettivo ultimo quello di parificare qualsiasi critica radicale al governo Netanyahu VI ad attacchi davvero antisemiti.Non si tratta però di un problema iniziato solo in questi giorni. Da mesi il gruppo Sinistra per Israele insiste sul fatto che sia possibile essere sia di sinistra sia sionisti — quando, in realtà, molti dei loro membri sono difficili da ascrivere alla sinistra a prescindere, non solo per il loro supporto al progetto coloniale di Israele.Con: Stefano Colombo, Alessandro Massone
Sara Alberani"Material for an Exhibition"Storie, memorie e lotte dalla Palestina e dal MediterraneoMuseo di Santa Giulia, BresciaEdizioni Skirawww.skira.net“Material for an Exhibition. Storie, memorie e lotte dalla Palestina e dal Mediterraneo”, un importante volume edito da Skira che, attraverso una raccolta sistematica di opere provenienti da numerose zone di conflitto nel Mediterraneo – da Gaza, al Libano, alla Cisgiordania – evidenzia la capacità dell'arte di instaurare e difendere legami di solidarietà profondi fra le diverse realtà mediterranee, creando spazi di dialogo e confronto anche in contesti difficili come quello palestinese. A cura di Sara Alberani, il catalogo accompagna l'omonima mostra in corso fino al 22 febbraio 2026 presso il Museo di Santa Giulia di Brescia, che presenta le opere sopravvissute dell'Eltiqa Group for Contemporary Art di Gaza, dopo la distruzione causata da un bombardamento nel 2023. A partecipare all'ideale ricostruzione dello spazio artistico sono due dei fondatori del collettivo, gli artisti Mohammed Al-Hawajri e Dina Mattar, insieme all'artista libanese Haig Aivazian e alla palestinese Emily Jacir, Leone d'Oro a Venezia. Il titolo della mostra, Material for an Exhibition, rende omaggio all'opera Material for a Film di Emily Jacir, dedicata alla memoria del poeta palestinese Wael Zuaiter.Come accade nell'opera originale, anche in questo caso il termine material richiama le creazioni artistiche – installazioni, video, sculture, pittura, disegni e lavori su carta – e rimanda alle condizioni materiali in cui operano gli artisti provenienti da zone di conflitto. Elemento centrale è anche il rifiuto della cancellazione e della perdita delle opere, che spesso caratterizza tali contesti, in una riflessione sull'importanza dell'arte come archivio e memoria collettiva.In apertura del volume e della mostra spiccano le opere salvate degli artisti palestinesi Mohammed Al-Hawajri e Dina Mattar, co-fondatori di Eltiqa Group for Contemporary Art (“Eltiqa” in arabo “incontro”), una delle prime gallerie d'arte contemporanea nella Striscia di Gaza. Attraverso queste opere, che hanno viaggiato insieme agli artisti che le hanno prodotte, si mette in evidenza un altro volto di Gaza: quello della quotidianità, della cultura tramandata e dei luoghi della memoria, simbolo della volontà di un popolo che si rifiuta di scomparire. A seguire, una sezione dedicata alla ricerca dell'artista libanese Haig Aivazian riflette – attraverso sculture, installazioni, disegni e performance – sulle strutture di potere proprie della società contemporanea sullle dinamiche di controllo, sorveglianza e repressione dietro ai rapporti tra Medio Oriente e Occidente, indagando le dinamiche di controllo, sorveglianza e repressione.Il percorso si conclude con le creazioni dell'artista palestinese Emily Jacir, tra le voci più significative dell'arte contemporanea internazionale. La sua pratica attraversa un ampio repertorio di media – film, video, fotografia, scultura, installazione e performance – per indagare il modo in cu la memoria storica lascia il suo segno nel tempo, nelle geografie e nelle popolazioni della regione. Le opere in mostra e raccolte nel volume provengono da importanti prestiti internazionali, da istituzioni newyorkesi, dal National Museum of Contemporary Art di Atene e della Sharjah Art Foundation di Sharjah. Si tratta di lavori realizzati nel corso di residenze artistiche e di alcune riproduzioni, di cui restano soltanto reperti digitali dopo la distruzione delle opere originali. Sara Alberani Curatrice indipendente e attivista basata a Roma, esprime la sua ricerca curatoriale attraverso pratiche artistiche socialmente impegnate che coinvolgono comunità e spazi pubblici, concentrandosi sulle lotte di classe, la giustizia sociale e climatica attraverso progetti a lungo termine. Dal 2020 co-dirige LOCALES, una piattaforma curatoriale per la produzione di interventi site-specific e pratiche decoloniali nello spazio pubblico di Roma, nominata Miglior progetto curatoriale 2024 al Flash Art Italia Award. I suoi progetti sono stati presentati da numerose istituzioni. La sua ricerca curatoriale attuale indaga gli impatti dell'estrattivismo e del capitalismo sugli ecosistemi idrici nella sua regione d'origine, l'Emilia-Romagna, soprattutto alla luce delle alluvioni del 2023–2024, intendendo i corpi d'acqua come soggetti politici di insorgenza e resistenza.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
La tregua continua a somigliare a un titolo letto da lontano, perché sul terreno i colpi non rispettano le sospensioni annunciate. A ovest della Linea gialla, nel quartiere di Zeitoun, le forze israeliane hanno aperto il fuoco: l'esercito parla di tre «miliziani eliminati» dopo aver superato la linea; le fonti ospedaliere dell'Al-Ahli hanno registrato civili feriti e un uomo ucciso, arrivato già senza vita. Due versioni che disegnano lo stesso spigolo: il confine che dovrebbe garantire sicurezza diventa di nuovo un varco da cui entra la violenza. Intanto sotto le macerie restano oltre 9.500 dispersi, secondo il Gaza Government Media Office. Numeri che non compaiono nei negoziati di queste ore, concentrati sui «reperti» dei due ostaggi recuperati, mentre la contabilità reale della Striscia continua ad ampliarsi. Dal lato giordano arriva un altro frammento del quadro: il ministro degli Esteri Ayman Safadi denuncia più di 500 violazioni del cessate il fuoco e aiuti fermi al 20 per cento del fabbisogno. La tregua, vista da qui, è una cornice che non riesce a trattenere nulla. Intanto il corridoio di Netzarim cambia forma: le squadre ingegneristiche egiziane stanno livellando il terreno per costruire nuovi campi destinati agli sfollati, mentre a Al-Zahra nasce un secondo insediamento. È la geografia della Gaza che verrà, tracciata mentre la Striscia è ancora ferita. E Rafah apre solo in uscita, sotto supervisione Ue e con autorizzazione israeliana, senza alcuna indicazione sul rientro. Una porta che rischia di trasformare l'emergenza in migrazione definitiva. Sul piano politico la Knesset discute l'adozione del piano in 20 punti dell'amministrazione Trump; Netanyahu prepara il viaggio a Washington; Meloni da Manama descrive quel progetto come «un'opportunità reale». La distanza con ciò che accade a Gaza resta intatta: i confini si ridisegnano a colpi di bulldozer e di fucile, mentre la diplomazia continua a parlare la lingua delle mappe e delle promesse. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
L'immagine che apre la giornata non è un cratere, ma un ragazzo in smoking. Il videoreporter palestinese Mahmoud Wadi, ucciso da un drone israeliano a Khan Younis mentre filmava le rovine con lo stesso strumento con cui, fino a un anno fa, riprendeva matrimoni. La foto elegante accostata al giubbotto “PRESS” sul suo corpo ricomposto è il promemoria più crudele di cosa significhi raccontare Gaza. Nel resto della Striscia le agenzie contano altre vittime, mentre in Cisgiordania l'esercito fa esplodere la casa del detenuto Abdul Karim Sanoubar, evacuando tredici famiglie: una punizione collettiva che si aggiunge a un territorio ormai trasformato in un mosaico di demolizioni, retate, checkpoint. Ma oggi il centro politico arriva da Ginevra. Il Comitato ONU contro la tortura parla di una «politica di fatto di tortura organizzata e diffusa» da parte di Israele. Non più abusi isolati: una struttura. Nel rapporto compaiono pestaggi sistematici, attacchi con cani, waterboarding, elettroshock, violenze sessuali, amputazioni dovute a cure negate. E un dato che inchioda: almeno 98 palestinesi morti in custodia nell'ultimo anno, una mortalità che per gli esperti è “indicatore diretto” dell'uso della violenza negli interrogatori. Il dossier apre un fronte internazionale delicatissimo e rischia di spingere gli Stati membri verso indagini sui vertici politico-militari israeliani, mentre la Corte penale internazionale lavora su un fascicolo parallelo. Intanto l'Europa continua a chiedere de-escalation senza toccare i rapporti militari con Tel Aviv, e l'Italia tace anche davanti alla parola più pesante pronunciata dall'ONU: tortura come categoria strutturale. Per questo oggi lo smoking di Wadi pesa più di una statistica: ogni cronista che cade porta via un pezzo della verità che potrebbe finire davanti ai giudici. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Gaza si sveglia ogni giorno nel dopoguerra che uccide. Jude, otto anni, raccoglieva legna con i cugini quando un residuato inesploso è esploso sotto i piedi. I medici gli hanno contato decine di ferite da schegge. Gli artificieri non entrano: i permessi restano fermi ai valichi, e gli ordigni dormono nelle strade, nei campi, perfino nei cortili dove i bambini giocano. Nelle stesse ore il ministero della Sanità di Gaza avverte che quasi quattromila pazienti di glaucoma rischiano di perdere la vista per mancanza di farmaci e interventi. Il cessate il fuoco promette silenzio, non cure: si moltiplicano le malattie che in qualsiasi altro posto del mondo si tratterebbero in un ambulatorio, qui diventano sentenze. A Jabalia, lungo la linea della tregua, Hamas e Croce Rossa setacciano le macerie per recuperare i resti di un ostaggio. A Gaza City un uomo viene colpito dall'Idf vicino alla cosiddetta Linea Gialla. Intorno, delegazioni e governi parlano della prossima conferenza sulla ricostruzione mentre l'Egitto ripete che non accetterà mai una presenza militare israeliana stabile nella Striscia. La tregua è un equilibrio tra corpi da cercare, territori contesi e una diplomazia che corre più veloce della realtà. Intanto le armi non conoscono tregua: il rapporto annuale del Sipri registra 679 miliardi di dollari di vendite globali, con le industrie israeliane in crescita a doppia cifra. A fine dicembre, annuncia Tel Aviv, entrerà in servizio il nuovo sistema laser Iron Beam, celebrato come una rivoluzione sul campo di battaglia. Mentre a Gaza non entrano neppure gli oftalmologi. In Italia il ministro degli Esteri Antonio Tajani rivendica che «si sta facendo di tutto per consolidare il cessate il fuoco» e rilancia gli Accordi di Abramo come garanzia di stabilità. Ma basta guardare il volto bendato di Jude per capire quanto sia fragile qualunque promessa di pace quando la terra continua a esplodere. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Due fratelli che raccolgono legna per scaldare il padre inchiodano la verità più di qualsiasi documento. Fadi e Goma Abu Assi, dieci e dodici anni, sono stati colpiti da un drone israeliano nella zona che gli accordi hanno messo “dal lato israeliano” della linea del cessate il fuoco. L'IDF parla di «sospetti impegnati in attività sospette». Il lessico militare come scudo che cancella due bambini, due pezzi di legno, un padre in sedia a rotelle che aspettava il fuoco per sopravvivere alla notte. Nelle stesse ore il ministero della Sanità di Gaza aggiorna il bilancio: 70.100 palestinesi uccisi dal 7 ottobre 2023. Dentro questo numero ci sono 354 morti dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco, una contabilità che rende evidente come la tregua esista solo nelle dichiarazioni. Funziona come un velo linguistico: la realtà è che si continua a morire lungo una linea disegnata su una mappa e spostata a seconda della convenienza. La fame non aspetta i comunicati. L'Unicef parla di 9.300 bambini sotto i cinque anni in malnutrizione acuta. Due su tre, nella settimana passata, hanno mangiato appena due gruppi alimentari. L'inverno è già addosso: freddo più malattia significa corpi che non hanno le riserve per resistere. Intanto, per il secondo giorno consecutivo, Israele chiude i valichi con l'Egitto e con la Striscia. Gli aiuti restano fermi a pochi metri dai campi dove si distribuiscono coperte che non vengono rimpiazzate. La “crisi umanitaria” ha un funzionamento preciso: dipende da una manopola che qualcuno ruota a piacere. E mentre tutto questo accade, in Italia il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi definisce Gaza un “pretesto di conflittualità” nei cortei. Lì due fratelli raccolgono legna e muoiono. Qui il problema diventa chi cammina in strada con una bandiera. A volte la distanza non si misura in chilometri, ma nel modo in cui un paese decide quali corpi meritano di essere nominati e quali possono svanire nel rumore di fondo dell'ordine pubblico. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Quanti dei 20 punti del piano Trump per Gaza sono stati realizzati o sono in via di attuazione? E come procede la situazione sul campo nella Striscia di Gaza? Ascolta il nostro aggiornamento con il corrispondente de Il Manifesto per il Medio Oriente Michele Giorgio.
1) Striscia di Gaza. In 44 giorni il cessate il fuoco è stato violato da Israele 500 volte. “Ma almeno salvate i suoi bambini“ l'appello alla comunità internazionale della mamma di Hind Rajab. 2) Caos Ucraina. Nel momento più drammatico del paese piovono proposte, controproposte e veti incrociati. Lo speciale di Esteri. 3) Belem 2025. Il compromesso al ribasso al Cop30 visto da Friday For Futures. (Sara Sessa – Fridays For Future Italia) 4) “Many Rivers to Cross” - Addio a Jimmy Cliff la leggenda del reggae giamaicano. (Claudio Agostoni) 5) Serie TV: La quinta e ultima stagione di Stranger Things. (Alice Cucchetti – Film TV)
Basta, davvero. A Gaza la parola “tregua” continua a funzionare come un anestetico. L'Unicef conta almeno 67 bambini uccisi dall'inizio del cessate il fuoco, quasi due al giorno. Medici Senza Frontiere racconta un raid del 19 novembre: sei feriti, una bambina di nove anni colpita al volto, un quindicenne, un uomo di 71 anni. Nei comunicati ufficiali tutto questo diventa “incidente”, come se bastasse un sinonimo gentile per cancellare la scena. Intanto la mappa della Striscia viene riscritta. L'area gialla controllata dall'esercito supera metà del territorio. A Gaza City i militari avanzano verso Shujaiya, spingendo le famiglie più a ovest dentro quella che le fonti locali chiamano «gabbia». Un uomo sfollato è stato ucciso fuori dalla zona militare, nel punto che l'accordo indicava come relativamente sicuro. Anche questo, nel linguaggio diplomatico, rientra nella “tregua”. In Cisgiordania due ragazzi di 18 e 16 anni sono morti dopo un'incursione a Kafr Aqab. A Nablus e Ramallah gruppi di coloni hanno incendiato magazzini e serre, spesso coperti dall'esercito. La guerra non è ferma: è solo descritta come se lo fosse. Sul piano politico Israele prepara la “seconda fase” dell'accordo con una task force che include ministri contrari alla tregua stessa. Netanyahu lega la riapertura di Rafah alla restituzione dei corpi degli ostaggi e aggiunge che sarebbe «felice» se l'Egitto permettesse agli abitanti di Gaza di andarsene. Ecco perché serve restituire senso alle parole. Se chiamiamo “tregua” giorni in cui si muore, se chiamiamo “pace” un dispositivo di controllo territoriale, allora non stiamo raccontando i fatti: li stiamo coprendo. A Gaza oggi non c'è tregua. C'è una guerra che si prende la libertà di farsi chiamare diversamente. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
1) Striscia di Gaza. Il cessate il fuoco sempre di più un miraggio. Nelle ultime 24 ore l'esercito israeliano ha ucciso almeno 30 persone, la maggior parte erano bambini. 2) ”Noi restiamo qui“ reportage da “Nabi Samwil”, il villaggio palestinese nei pressi di Gerusalemme assediato dai coloni. 3) Ucraina. Donald Trump adotta il piano russo e spinge Kiev verso la capitolazione. Il punto di Esteri 4) Belem2025. Mancano poche ore alla chiusura della Cop30, cresce l'attesa per il documentale finale. 5) Madrid, 20 novembre. 50 anni fa la morte del dittatore Franco. Oggi la sua eredità - neofascismo e revisionismo – va a gonfie vele grazie a TikTok. 6) World Music. Dalla Mauritania “Yenbett“ dell'artista Noura Mint Seymali, un album femminista con un mix di musica tuareg e sonorità moderne.
Gaza — Altri 4 raid aerei sulla Striscia: 25 palestinesi uccisi. Israele blocca i servizi essenziali per l'UNRWA e propone una nuova legge per l'esecuzione della pena di morte dei prigionieri palestinesi.Ucraina — Attacco russo a Ternopil: 26 civili uccisi. Trump approva un nuovo accordo di pace in 28 punti.Sudan — Operatori umanitari costretti a “scegliere chi salvare” in Darfur. L'Arabia Saudita chiede l'intervento degli USA per fermare la guerra.Nigeria — Autorità intensificano le ricerche per 24 studentesse rapite da scuola lunedì scorso.Brasile — Proteste sui social contro una dichiarazione del cancelliere tedesco. Oggi si celebra la Giornata della Coscienza Nera.Thailandia — Giornalista incriminato per diffamazione penale rischia fino a due anni di carcere.Australia — Blocco di Meta per i minori di 16 anni dal 4 dicembre.Cina — Incentivi in denaro per sposarsi e avere figli.
Il 17 novembre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato il piano di pace del presidente statunitense Donald Trump per la Striscia di Gaza, che prevede tra le altre cose l'invio di una forza internazionale. Con Paola Caridi, giornalista, presidente di Lettera22.Alcune dichiarazioni su Taiwan fatte dalla premier giapponese Sanae Takaichi hanno provocato una grave crisi diplomatica tra Cina e Giappone. Con Lorenzo Lamperti, giornalista, da Taipei.Oggi parliamo anche di:Video • “In Tanzania i safari e la caccia sportiva minacciano i masai” di Davide Lemmi, Marco Simoncelli e Khalifa Said.https://www.internazionale.it/video/2025/11/12/tanzania-safari-masaiPodcast • Bataclan - 10 anni dopo di Marta Brambilla Pisoni per OnePodcastCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
1) Striscia di Gaza. Il piano statunitense sarà votato questa sera dal consiglio di sicurezza Onu. Il testo prevede la creazione dello stato palestinese ma resta vago sulla roadmap. 2) Primo turno delle presidenziali in Cile. Il paese va a destra nonostante la vittoria della candidata comunista Jeannette Jara. Il punto di Esteri. 3) Diario americano. Donald Trump spiazza la camera esortando i repubblicani a votare a favore della pubblicazione delle carte Epstein. 4) Quando la sinistra si accanisce sugli ultimi. In Gran Bretagna la nuova riforma sull'asilo spacca la maggioranza e allontana il premier Starmer dalla base laburista. 5) L'Iran ha sete. La gravissima siccità ha costretto il governo a razionare l'acqua nella capitale Teheran (Antonello Pasini ricercatore e Fisico del clima presso il CNR) 6) Belem2025. La Cop 30 lancia una dichiarazione globale per combattere le fake news sul clima.(Lorenzo Tecleme giornalista ambientale)
Jean-Pierre Filiu è uno storico e analista francese, esperto di Palestina, che è riuscito a fare un reportage straordinario: è entrato nella Striscia di Gaza nel pieno della guerra di Israele, mentre a tutta la stampa internazionale era vietato l'ingresso. Ne è uscito un libro, Niente mi aveva preparato, che il Post ha pubblicato con Altrecose, il progetto editoriale in collaborazione con Iperborea. Questa conversazione è stata registrata live al Talk del Post a Napoli, il 1° novembre 2025. La mappa di cui parliamo nella conversazione Acquista Niente mi aveva preparato Un estratto del libro Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
1) Donald Trump sapeva. Il New York Times pubblica le mail private del finanziere e pedofilo Epstein. 2) Francia. Il Parlamento ha sospeso la riforma delle pensioni voluta da Macron. 3) Ucraina. Piove sul bagnato. Gli uomini del Presidente Zelesnky a rischio incriminazione per corruzione. La Russia avanza nel donbass 4) Striscia di Gaza. Israele ha violato 282 volte il cessate il fuoco in vigore da un mese. (Giulio Cocchini - Cesvi) 5) Belém 2025. Con il vertice dei popoli la società civile irrompe nel Cop30. (Alice Franchi intervista Ferdinando Cotugno) 6) Lux. Rosalia trascende la musica pop in un album unico e grandioso. (Piergiorgio Pardo)
Il 29 ottobre i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza hanno provocato la morte di almeno 104 palestinesi, tra cui 46 bambini. Con Francesca Gnetti, editor di Medio Oriente di Internazionale.Il 30 ottobre, durante un incontro in Corea del Sud, il presidente statunitense Donald Trump e quello cinese Xi Jinping si sono accordati su una serie di questioni allo scopo di attenuare il conflitto commerciale tra i due paesi. Con Lorenzo Lamperti, giornalista, da Taipei.Oggi parliamo anche di:Film • Cinque secondi di Paolo VirzìCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Israele martedì ha lanciato pesanti attacchi nella Striscia, con le autorità sanitarie di Gaza che riportano 104 vittime, tra cui 46 bambini e 20 donne. Come potrà reggere la tregua?
Davide Frattini parla delle 24 ore di bombardamenti da parte di Israele sulla Striscia, che mettono a rischio la tregua iniziata il 10 ottobre. Marta Serafini racconta la guerra di propaganda tra Russia e Ucraina sull'accerchiamento delle città di Pokrovsk e Kupiansk. Sara Gandolfi spiega perché il presidente degli Stati Uniti ha schierato le navi da guerra davanti alle coste del paese sudamericano.I link di corriere.it:Israele, il «gioco» con i limiti imposti da Trump, Bibi e la tentazione della «vittoria totale»La Russia tenta la spallata a Pokrovsk, Putin: «È circondata». Zelensky lo smentisce, ma ammette: «Sono 8 volte più di noi»Davanti al Venezuela il più grande spiegamento militare Usa: «E non staranno a guardare. Probabile un attacco missilistico»
1) Striscia di Gaza. La protezione della popolazione dal genocidio deve essere la priorità per la comunità internazionale. I bombardamenti israeliani di questa notte hanno provocato la morte di almeno 100 palestinesi, 46 erano bambini. 2) Punizione collettiva e esecuzioni extragiudiziali. La polizia di Rio di Janeiro sotto accusa dopo i blitz antidroga nelle favelas. L'Intervista di Esteri. 3) La Germania trucca i conti per il riarmo. L'Unione Europea tace. Dal rapporto dell'autorevole Think Thank Bruegel. 4) Più accoglienze festose, meno dazi. In Asia Donald Trump lancia la diplomazia degli omaggi. 5) Parigi 29 ottobre 1965. Il rapimento di Mehdi Ben Barka, oppositore al regime marocchino e costruttore di un mondo più giusto. 60 anni dopo. A 60 anni di distanza non si sa ancora in quali circostanze è stato ucciso o dove si trovi il suo corpo. 6) Progetti Sostenibili. A Glasgow acqua e verde i motori dell'adattamento climatico.
Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato nuovi bombardamenti sulla Striscia di Gaza dopo aver accusato Hamas di non rispettare il cessate-il-fuoco. Dopo tre settimane, fatte di accuse di reciproche, è già la fine della tregua? Per tutti gli aggiornamenti sentiamo Nello Del Gatto, giornalista e analista da Gerusalemme. Dopo la visita di ieri alla Presidente del Consiglio, Orban oggi ha incontrato il Vicepremier Matteo Salvini. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha però precisato che la politica estera spetta alla Premier e a lui, e che la posizione dell'Italia è chiara: "siamo dalla parte di Kiev". Commentiamo la giornata insieme a Emilia Patta, commentatrice politica de Il Sole 24 Ore. Un ennesimo femminicidio riporta al centro dell'attenzione i braccialetti elettronici. Parliamo di questo strumento, che spesso rivela tutti i suoi limiti, insieme a Michele Vitiello, Perito Tecnico Informatico e Consulente Informatico Forense per circa 90 Uffici Giudiziari tra Procure e Tribunali. L'uragano Melissa si avvicina alla Giamaica. Con noi Giulio Betti, climatologo e meteorologo del CNR - Consorzio Lamma.Oggi inizia il turno infrasettimanale della Serie A. Questa sera a Bergamo Atalanta-Milan. Ci aggiorna il nostro Dario Ricci.
E oggi dopo l'apertura dedicata alle soluzione per la Striscia, il commento di Mario Ajello e sulla sfida di Giorgia Meloni a cambiare le regole dell'Europa; quindi passiamo all'ampia pagina di cronaca, prima con l'inviata Claudia Guasco e le ultime sull'inchiesta per la morte di Chiara Poggi, poi con l'inviata Valeria di Corrado che segue il caso degli ultras accusati di omicidio per l'assalto al pullman con la novità di un video choc, dalla cronaca alla storia di sport di Massimo Boccucci che oggi ci racconta una lezione di calcio arrivata dalla Spagna, la rubrica di Gloria Satta “punto e virgola” sulla Festa del cinema di Roma oggi ci parla di Michela Ramazzotti e del suo nuovo film, e oggi con il Messaggero c'è l'inserto gratuito MoltoDonna, da Giampiero Valenza alcune interessanti anticipazioni.
Commentiamo l'incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky con Mario Del Pero, docente di Storia Internazionale a Science Po di Parigi, e con Davide Maria De Luca, giornalista di Domani da Kyiv.Facciamo il punto sulla fragile tregua nella Striscia di Gaza e sui nuovi equilibri della regione con Roberto Bongiorni, inviato de Il Sole 24 Ore a Gerusalemme, e con Mustapha Noman, viceministro degli Affari Esteri dello Yemen.
Il piano di pace tra lo Stato di Israele e il gruppo terroristico palestinese Hamas, in guerra per due anni nella Striscia di Gaza, è stato firmato e nei giorni scorsi le due parti si sono scambiati i prigionieri. In questa puntata parliamo anche di case vuote (nel nostro Paese sono tantissime) e del caveau della Banca d'Italia che invece è pieno di lingotti d'oro: il valore di questo metallo è percepito come un tesoro sicurissimo che – in tempi di guerre e crisi – famiglie e banche nazionali mettono da parte. A Cagliari i ciclisti possono essere multati se legano la bici a pali e cancelli (e sarà così anche in altre città) mentre la Francia ha dato alle stampe dei francobolli che odorano di croissant
Pierpaolo Lio racconta l'uccisione a coltellate di Pamela Genini, 29 anni, da parte dell'ex compagno entrato in casa della donna con una copia delle chiavi fatta di nascosto. Andrea Nicastro spiega il ruolo del Cairo nel futuro della Striscia, per quanto riguarda la ricostruzione e l'amministrazione. Mara Gergolet parla della polemiche suscitate dalla proposta di individuare con un sorteggio gli 80.000 soldati necessari per rinforzare l'esercito.I link di corriere.it:Gianluca Soncin portato in carcere. Pamela Genini era al telefono con l'ex: «Ho paura, ha fatto il doppione delle mie chiavi. È entrato. Chiama la polizia»Giustiziati rivali, ex alleati e capiclan: le unità «Ombra» di Hamas seminano il terrore dopo la treguaUno degli ergastolani palestinesi liberati da Israele: «Se Barghouti fosse fuori direbbe di deporre le armi»
E dopo la manovra da 18 miliardi, il commento di Mario Ajello ci parla del voto in parlamento per la pace a Gaza e sempre rispetto alla Striscia c'è anche una soluzione italiana nel futuro di Gaza che Francesco Bechis ci spiega nella sua analisi, l'inviata Laura Pace ci racconta la terribile prigionia degli ostaggi di Hamas,del perchè l'economia americana viaggia a due velocità ci dice Angelo Paura, quindi la cronaca con l'assurda tragedia nel Veronese dove per noi c'era l'inviata Claudia Guasco, alleggeriamo con un viaggio in Umbria di Cristiana Mapelli e il tartufo che qui ha più addetti di una fabbrica, per la storia di sport Massimo Boccucci ci spiega cosa significa la vittoria degli azzurri contro Israele e chiudiamo con Gloria Satta e una istallazione molto particolare dedicata a Claudia Cardinale
Nel giorno delle ratifiche, delle firme e degli show trumpiani, Israele riabbraccia i 20 ostaggi ancora in vita, mentre nella Striscia e in Cisgiordania rientrano quasi duemila palestinesi detenuti da Israele. Il punto di Michele Giorgio.
Ieri Hamas ha liberato gli ultimi venti ostaggi israeliani ancora vivi rimasti nella Striscia di Gaza, che sono tutti rientrati in Israele dopo 738 giorni di prigionia. Con Meron Rapoport, giornalista, da Tel Aviv.Gli scontri sono cominciati dopo i bombardamenti aerei pachistani su Kabul e su alcune aree dell'est dell'Afghanistan, ai quali i taliban hanno risposto attaccando postazioni di frontiera. Con Giuliano Battiston, giornalista.Oggi parliamo anche di:El Salvador • “Alla fine l'esilio ci ha raggiunto” di Carlos Martínez e Oscar Martínez https://www.internazionale.it/magazine/oscar-martinez/2025/10/09/alla-fine-l-esilio-ci-ha-raggiuntoSerie tv • Monster. La storia di Ed Gein su NetflixCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
In apertura sfogliamo i giornali di tutto il mondo con Paolo Mieli.Poi riavvolgiamo il nastro del fine settimana a Gaza e in Israele, dal fragile cessate il fuoco nella Striscia con il ritiro parziale dell'esercito israeliano, all'attesa per la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri palestinesi. Ne parliamo con la nostra Valentina Furlanetto, inviata in Israele e Paolo Magri, presidente del comitato scientifico dell'Ispi.
Davide Frattini parla della giornata della liberazione degli israeliani in mano a Hamas e della firma dell'accordo a Sharm el-Sheikh. Marta Serafini rivela cosa si sono detti il presidente degli Stati Uniti e quello ucraino nei due colloqui telefonici avuti negli ultimi due giorni. Lara Sirignano racconta la morte, nel capoluogo siciliano, di un ragazzo di 21 anni, ucciso da un 28enne mentre cercava di sedare una rissa all'esterno del locale in cui lavorava.I link di corriere.it:Striscia di Gaza, cosa succederà dopo il rilascio degli ostaggi? L'America al comando, gli arabi nelle strade e i punti «opachi» del piano di pace di TrumpZelensky, seconda telefonata in due giorni con TrumpPalermo, ventunenne ucciso nel cuore della movida: «Stava sedando una rissa»
La Francia tenta di uscire dalla crisi politica. Con noi per parlarne Lorenzo De Sio, Professore ordinario di Scienza Politica alla Luiss e direttore del Cise Luiss (Centro Italiano Studi Elettorali) e di Telescope. Dopo il via libera del governo israeliano, nella Striscia è entrato in vigore il cessate il fuoco. Ci aggiorna la nostra Valentina Furlanetto, inviata di Radio 24 a Tel Aviv. Come ogni venerdì, il reportage di Radio 24: "Cambiate dalla guerra. Le streghe di Bucha", del nostro Gigi Donelli.Infine, il meteo del fine settimana, con Mattia Gussoni, de IlMeteo.it
È festa nelle strade di Tel Aviv dopo la firma dell'accordo che che dà il via alla prima fase dell'accordo di pace fra Israele e Hamas. Sollievo e gioia anche nella Striscia. Ma ci aggiorna la nostra Valentina Furlanetto, inviata di Radio 24 a Tel Aviv. Per capire le prospettive di questo accordo sentiamo Riccardo Alcaro, responsabile del programma "Attori globali" e coordinatore delle ricerche dello IAI. Perquisito il pm milanese Pietro Paolo Mazza: era magistrato a Pavia durante il delitto di Garlasco. Ci racconta questi sviluppi Marco Oliva, giornalista. Arriva la Ferrari elettrica. Sentiamo il nostro Giovanni Capuano.
Davide Frattini analizza l'evoluzione del negoziato fra Hamas e Israele sul piano di pace per la Striscia. Viviana Mazza racconta la decisione del presidente degli Stati Uniti di inviare anche in Illinois la Guardia nazionale per combattere la criminalità a suo dire «fuori controllo» (come già a Washington, in California e a Portland). Paolo Salom parla delle condizioni di salute dell'80enne oppositrice del regime militare birmano, in carcere dal 2021.I link di corriere.it:Trump: «A Gaza reale possibilità di pace». Ma Hamas vuole il ritiro completo di IsraeleTrump dispiega la guardia nazionale a Portland: «I terroristi Antifa assediano le sedi dell'agenzia per l'immigrazione»Trump pattuglia le strade di Washington con la Guardia Nazionale. Poi porta agli agenti pizza e hamburger: «Presi nel posto migliore»
1-Gaza, 8 ottobre. Due anni fa l'inizio del genocidio 2-” Noi non siamo la storia, la storia è Gaza “ La lezione di Greta Thunberg. ( Virginia Platini) 3-18457 giovani vite stroncate in modo innimaginabile Il Guardian pubblica l'elenco completo dei bambini uccisi da Israele nella Striscia. ( Valeria Shroter) 4-Sharm al Sheikh, ultima chiamata per un cessate il fuoco ( Emanuele Valenti ) 5- “ Il numero di soldati che si fanno avanti per testimoniare è cresciuto in modo esponenziale “ L'intervista di Ethan Rom dell'ONG israeliana Breaking the Silence. 6-Chicago, nuovo epicentro della battaglia in corso tra Trump e le città a guida democratica. ( Roberto Festa)
L'apertura dei giornali, con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti.Oggi ricorre il secondo anniversario dell'attacco terroristico di Hamas contro Israele. Intanto, ieri sono continuati i bombardamenti in diverse zone della Striscia, nonostante la richiesta del presidente Trump di fermare i raid. Ci colleghiamo con la nostra Valentina Furlanetto che si trova in un kibbutz al confine tra Israele e la Striscia di Gaza.
In apertura di programma i fatti più importanti di giornata commentati con Paolo Mieli.Il fine settimana è iniziato con lo sciopero generale di venerdì, la manifestazione della CGIL di sabato e con tante mobilitazioni nelle città italiane a favore della causa palestinese. Sono anche rientrati i quattro parlamentari che hanno attraversato il Mediterraneo con la Global Sumud Flotilla ma sono stati fermati dell'esercito israeliano poco prima di arrivare sulle coste della Striscia. Ne parliamo con i nostri ospiti e con le voci degli ascoltatori.
Oggi parliamo della flottiglia fermata da Israele in acque internazionali al largo di Gaza, poi della situazione nella Striscia con alcune testimonianze e infine di lavoro e della perdita di potere d'acquisto dei salari. ... Per iscriverti al canale Whatsapp: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione Qui per provare MF GPT ... Gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Presentando il suo piano per mettere fine alla guerra a Gaza, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che il governo della Striscia sarà supervisionato da un consiglio della pace, di cui farà parte l'ex primo ministro britannico Tony Blair. Con William Ward, giornalista, da Londra.In almeno 11 città del Marocco sono in corso delle grandi manifestazioni contro gli investimenti pubblici per costruire le infrastrutture calcistiche in vista di due campionati internazionali che saranno ospitati dal Marocco. Con Catherine Cornet, giornalista e arabista.Oggi parliamo anche di:Città del Vaticano • "La santa sede è sommersa di debiti" di Jelmer Moulderhttps://www.internazionale.it/magazine/jelmer-moulder/2025/09/25/la-santa-sede-e-sommersa-dai-debitiMusica • Mendelssohn: Sogno di una notte di mezza estateFreiburger Barockorchester, direttore: Pablo Heras-CasadoCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan ZentiCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Anna Momigliano spiega genesi e fattibilità dell'accordo che Trump e Netanyahu hanno elaborato per la pace nella Striscia. Viviana Mazza racconta che cosa ha detto il segretario alla Guerra nel discorso tenuto a centinaia di generali, ai quali ha anticipato come intende cambiare vita e regole dei corpi militari. Chiara Evangelista parla del via libera alla vendita dello stadio a Inter e Milan e delle spaccature politiche che ne sono derivate.I link di corriere.it:Trump e Netanyahu, quali sono i 20 punti per la pace: ostaggi liberi in 72 ore, la transizione con Donald e Blair, il nodo del ritiro israeliano in 3 tappeHegseth, il discorso ai generali Usa: «Il nostro compito è prepararci alla guerra. Basta con la decadenza woke, i generali grassi le barbe lunghe»Nuovo stadio di San Siro, cosa sappiamo: pronto nel 2031, 71.500 posti, impatto economico da tre miliardi
Ieri in tutta Italia si è svolto lo sciopero generale in sostegno della popolazione palestinese: almeno centomila persone sono scese in piazza per chiedere al governo italiano di intraprendere azioni politiche concrete per opporsi al genocidio nella Striscia di Gaza. Con Claudia Durastanti, scrittrice.Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che farà causa per diffamazione e calunnia al New York Times, a cui chiede 15 miliardi di risarcimento. Con Alexander Stille, giornalista, da New York.Oggi parliamo anche di:Scienze • “Cani si diventa” di Taylor Mitchell Brown https://www.internazionale.it/magazine/taylor-mitchell-brown/2025/09/18/cani-si-diventaRaiPlay • Baubau di e con Palo PoliCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Pechino punta a spezzare la dipendenza delle aziende tecnologiche cinesi dalla Nvidia e rafforzare l'industria nazionale dei semiconduttori e per poter competere con gli Stati Uniti nella corsa all'intelligenza artificiale. Con Alessandro Lubello, editor di economia di InternazionaleDecine di studenti universitari palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza negli ultimi mesi hanno ottenuto delle borse di studio dalle università italiane ma non riescono a raggiungere il nostro paese. Con Annalisa Camilli, giornalista di InternazionaleOggi parliamo anche di:Cinema • Duse di Pietro Marcellohttps://www.youtube.com/watch?v=F-YIb-9lV1wCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan ZentiCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Mentre l'esercito israeliano iniziava la conquista della città più importante della Striscia, Israele veniva accusato di genocidio da una commissione indipendente delle Nazioni Unite: ascolta il nostro aggiornamento sulla guerra a Gaza.
Greta Privitera racconta la fuga di massa di migliaia di palestinesi costretti a lasciare il cuore della Striscia dopo l'attacco lanciato da Israele. Michele Marangon parla della vicenda di Paolo Mendico, che si è tolto la vita a 14 anni per le vessazioni subite da alcuni compagni di scuola. Gaia Piccardi celebra il trionfo del 20enne fuoriclasse azzurro, che ha vinto la medaglia d'oro nel salto in lungo ai Mondiali di atletica in corso a Tokio.I link di corriere.it:«Pioveva fuoco dappertutto, siamo scappati al buio»: l'inferno dei palestinesi di Gaza City dopo l'invasione di IsraeleBotte e minacce, il calvario lungo cinque anni di Paolo MendicoMattia Furlani, chi è la medaglia d'oro nel salto in lungo: la mamma allenatrice, la passione per il basket, i grandi risultati anche nell'alto
Il 16 settembre una commissione d'inchiesta delle Nazione Unite ha accusato Israele di stare compiendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Con Micaela Frulli, docente di diritto internazionale all'università di Firenze. Il 13 settembre più di 110 mila persone hanno partecipato a Londra a una manifestazione contro l'immigrazione organizzata dall'attivista Stephen Yaxley-Lennon, noto come Tommy Robinson, in quello che è considerato uno dei più grandi raduni di estrema destra nella storia recente del Regno Unito. Con John Foot, storico, da Bristol.Oggi parliamo anche di:India • “La colonizzazione del Kashmir“ di Tariq Mirhttps://www.internazionale.it/magazine/tariq-mir/2025/09/11/la-colonizzazione-del-kashmirMusica • It's a beautiful place dei Water From Your EyesCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan ZentiCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti