L’Italian Tech Speak è un canale podcast dedicato al racconto del mondo della tecnologia e dell’innovazione. Ai microfoni dell'ITSpeak, parleremo di come la tecnologia sta cambiando la musica, la politica, il cibo e lo sport, ma non solo. Ascolteremo startupper di grande successo raccontare i loro più grandi insuccessi. Infine, parleremo con quelle aziende che hanno rivoluzionato interi settori e ci faremo anticipare le prossime rivoluzioni.
Una puntata speciale di Italian TechSpeak, dedicata a una donna protagonista dell'innovazione in Italia. Riccardo Luna, direttore di Italian Tech, intervista Tatiana Rizzante, CEO della multinazionale Reply con sede a Torino che costruisce servizi e prodotti digitali che possono finire su qualsiasi oggetto, dagli smartphone fino alle macchinette del caffè.
Protagonista di una nuova puntata della rubrica Disrupt On, dedicata alle persone e alle aziende che hanno adottato strategie in grado di rivoluzionare un intero settore, è Carlo Nardello, Chief Strategy, Business Development & Transformation Officer di Tim. Proprio Tim, attraverso la diffusione in streaming di uno dei contenuti più popolari - le partite della Serie A 2021/22 - punta a spingere l'Italia verso una completa digitalizzazione. Il conduttore di questa puntata di Italian TechSpeak, la serie video e podcast sugli innovatori del nostro Paese, è Riccardo Luna.
Giorgio Tinacci, 30 anni, originario di Montespertoli (FI), fondatore e CEO di Casavo. Se vuoi vendere casa in una manciata di giorni, e senza stress, forse Casavo fa al caso tuo. Casavo è un “Instant Buyer”, letteralmente un “compratore istantaneo”. La valutazione di una proprietà da parte di Casavo avviene online con un processo pressoché istantaneo, o quasi, che fa uso di machine learning e tecnologie di intelligenza artificiale. I dati raccolti online sul mercato permettono di fare offerte rapide al venditore e poi rivendere l'immobile, offrendo così liquidità immediata a chi ha bisogno di vendere.Giorgio, nato in una famiglia di piccoli imprenditori nel settore dell'abbigliamento ed agricolo, è laureato in Economia alla Bocconi ed ha collezionato una serie di esperienze internazionali, come la doppia laurea ad Hong Kong. Dopo la laurea fa una breve esperienza nel ramo tecnologico di una famosa azienda di consulenza. La sua passione per la tecnologie e per il settore immobiliare lo portano presto ad interessarsi a nuovi modelli di business "real estate", come quello creato da Open Door negli Stati Uniti, e, nel 2017, a dar vita a Casavo. In questa puntata di Italian Tech Speak, Giorgio ci parla del mercato immobiliare in Italia, delle opportunità e pecche di fare impresa tecnologica in Italia, e molto altro.
Carta e matita: così, il giovanissimo e intraprendente, Giorgio Morelli ha abbozzato le prime schermate di WeStudents dopo un viaggio studio in Australia. È li infatti che si rende conto di come le interazioni tra studenti, e tra studenti e scuola, siano radicalmente differenti dall'Italia. Giorgio cresce in un ambiente in cui l'imprenditoria è pane quotidiano. Suo nonno materno, infatti, è un imprenditore hardware: dagli anni ‘80 crea computer su misura per commesse specifiche. Forse nasce qui, la voglia di creare qualcosa di proprio pur nella consapevolezza che non sarebbe stato facile.Ed infatti, i momenti di difficoltà si sono presentati quasi subito, appena qualche giorno dopo il lancio dell'app su diversi e-stores. Nell'ottobre del 2018, Giorgio ed il suo team, rilasciano l'app che viene scaricata da più di 10 mila studenti in meno di 24H, classificandosi seconda app più scaricata dopo Whatsapp. “Fantastico!”, penserete... ma il problema è stato che il sistema non riusciva a supportare un numero così alto di utenti all'interno dell'app, creando disservizi e “bugs”. Oggi, WeStudents e' stata scaricata da 200 mila studenti, che possono visualizzare i voti, consultare il diario di classe, condividere eventi e domande con tutti i compagni di scuola. L'app contiene anche funzionalità come il gaming e lo store, dove gli studenti possono vendere ed acquistare libri scolastici nuovi o usati. Potrebbe WeStudents essere il prossimo competitor di Facebook?
Avete presente la cybersecurity? Si tratta di tutte quelle pratiche informatiche per difendere computer, server, dispositivi mobili, sistemi elettronici, reti e dati dagli attacchi dannosi. E se vi dicessimo che anche acquedotti, centrali elettriche, impianti chimici ed aeroporti hanno bisogno di essere protetti da attacchi informatici? Questo è quello che fa Nozomi Networks: cybersecurity di infrastrutture critiche. Andrea muove i suoi primi passi nel hackeraggio di sistemi informatici da adolescente, quando si introduce nelle stampanti dei compagni di scuola per fare piccoli scherzi. La sua crescente passione lo porta ad una laurea in informatica ed a un dottorato in sicurezza informatica per poi lavorare per la Commissione Europea come White Hat hacker, un hacker buono in pratica.Ma è durante la sua prima esperienza lavorativa in Eni che arriva l'idea di Nozomi Networks. Fondata da Andrea Carcano e Moreno Carullo nel 2013. Oggi l'azienda ha clienti in tutto il mondo: Enel, Eni, Exxon, Shell; ma anche Bayer, Dompé Farmaceutici, Johnson & Johnson. Per queste industrie monitora, 24 ore su 24, 625 mila componenti in 1.4 mila installazioni diverse, contrastando ogni giorno decine di cyber attacchi.Come molte menti brillanti, purtroppo, anche i ragazzi di Nozomi sono dovuti andare all'estero per affermarsi, ed in particolare nell' El Dorado di ogni startupper: la Silicon Valley, dove hanno ricevuto la visita del Presidente della Repubblica Mattarella. Per arrivare negli Stati Uniti, hanno dovuto affrontare diversi fallimenti, ma non si sono mai fatti intimidire dalle difficoltà, anzi, per loro “La cultura del fallimento e' parte di quello che facciamo”.
“Chi scrive codice, di fatto è il protagonista dell'innovazione”. Questa è la frase che Chiara usa per descrivere l'attività' di Codemotion. Chiara cresce in un ambiente familiare innovativo. La madre matematica ed il padre ingegnere informatico la avvicinano alla tecnologia, e con il papà muove i primi passi nella programmazione con il Commodore 64, con il quale scrive le sue primissime righe di codice. Fresca di laurea in ingegneria informatica, Chiara muove i primi passi nel mondo del lavoro all'interno dei reparti IT di grandi aziende. Nel 2006, tra notti insonni e weekend senza tregua, dalla passione per la tecnologia di Chiara e Mara (sua co-fondatrice) creano il loro primo evento: il JavaDay. La loro passione si trasforma in un lavoro a tempo pieno nel 2013, quando creano Codemotion. Oggi, Codemotion è una piattaforma pulsante composta da una community di oltre 160.000 sviluppatori e professionisti, e punta ad essere il punto di riferimento per 1 milione di developers entro il 2023.La strada per arrivare fin qui non è stata facile, soprattutto in un ambiente tipicamente maschile; ma, come ci racconta Chiara nella prima puntata della seconda stagione di Fail Forward, gli ostacoli e gli intoppi sul percorso le hanno dato sempre più coraggio per affermarsi e crescere anche fuori dai confini italiani.
Luca Rossi, Presidente e responsabile globale della business unit Intelligent Device di Lenovo, ai microfoni di Italian Tech Speak, racconta a Linus cosa e' oggi Lenovo. Dalla sua nascita, nel 1984, dentro ad una università, passando per un'acquisizione strategica nel 2004, Lenovo e' oggi uno dei maggiori produttori mondiali di “devices”. Prima di essere uno tra i manager italiani più stimati al mondo, Luca ha fatto esperienza, giovanissimo, come imprenditore. A 19 anni, infatti, crea la sua azienda di pc portatili dopo un viaggio a Taiwan. Luca ci introduce non solo al business di Lenovo, ma anche alla sua cultura aziendale ad alle innovazioni “meaningful”, quelle innovazioni che offrono un valore aggiunto al cliente finale, come lo schermo “foldable”.
Hai mai pensato di poter archiviare i vestiti in cloud, così come si fa con le foto e i file sul computer? Ci pensa Cloudrobe! La prima startup in Italia che permette di creare un “armadio digitale” in cui riporre vestiti e accessori.Nata dall'esigenza di Alessandro, un papà stanco di essere sommerso dai vestiti della moglie e delle figlie, l'azienda offre un servizio dedicato per facilitare la vita dei suoi clienti. I vestiti vengono ritirati a domicilio, trattati e conservati adeguatamente rispettando le esigenze di tutti i capi e, su richiesta, riconsegnati entro 48h al cliente quando ne ha bisogno.Come ogni cloud digitale che si rispetti, gli abiti di ogni cliente vengono fotografati e archiviati in una piattaforma facilmente consultabile, che permette di ricordarsi sempre i propri vestiti, evitando acquisti inutili e risparmiando tempo e denaro.La co-founder Laura racconta ai microfoni di Italian Tech Speak gli errori fatti sul percorso, l'entusiasmo per i progetti futuri e la missione che, insieme con Edison, si sono posti per rispettare l'ambiente ed evitare gli sprechi.
“Noi siamo davvero polvere di stelle, nel senso che se osservi l'universo vedi gli elementi che formano il nostro corpo”. Con questa frase, Marica Branchesi, fa trasparire la sua passione e dedizione verso l'astrofisica. Professoressa ordinaria al Gran Sasso Science Institute, per il suo contributo alla ricerca sulle onde gravitazionali, Marica è tra le dieci persone più influenti del 2017 secondo la classifica “Ten people who mattered this year” della rivista scientifica Nature; nel 2018 la rivista americana Time la inserisce nelle 10 persone influenti dell'anno. Cosa sono le onde gravitazionali? Come si misurano? Cosa sono le stelle di neutroni? Come si forma l'oro, uno dei metalli più' preziosi sul nostro pianeta? Quale e' il futuro della Luna?Marica, insieme ad una emozionata e curiosa Andrea Delogu, risponde a queste e molte altre domande in questa puntata di Italian Tech Speak.
Da giovanissimo si avvicina al gioco del calcio, poi, scopre la piscina… ed e' amore a prima vista. Filippo Magnini, 39 anni di cui 30 passati in acqua. Considerato il miglior stileliberista italiano di sempre nelle distanze brevi, è stato due volte campione mondiale nei 100 metri nel 2005 e nel 2007. Ha vinto anche due titoli mondiali in vasca corta e complessivamente diciassette ori europei. Chi meglio di lui può introdurci alle tecnologie al servizio dei nuotatori che instancabilmente si allenano per battere il record delle “vasche della morte”? Dal 1998, in cui fecero la loro prima apparizione i cosiddetti costumoni, costumi a bassissimo attrito con l'acqua, fino agli auricolari subacquei, Filippo e Linus ci portano in un viaggio tecnologico in vasca.
Moreno Cedroni è uno degli chef più innovativi al mondo. Il suo concetto di cibo spazia dal cibo futurista al "Susci all'Italiana", dall'immortalità degli alimenti ai cocktail solidi.A soli vent'anni, nell'estate della maturità, Moreno decide di affittare un ristorante sul mare in cui lavorare come cameriere e con cui guadagnare qualche soldo. Oggi, la Madonnina del Pescatore è il suo ristorante più famoso, con ben 2 stelle Michelin.“Da qui è stato un continuo percorso di studio, arricchimento e scoperta”, perché senza ricerca e sviluppo, il ristorante non avrebbe futuro e lo Chef non sarebbe un'icona dell'innovazione culinaria. Nasce così il Tunnel, un vero e proprio laboratorio, in cui grazie a ultrasuoni, celle di maturazione e liofilizzatore, lo Chef con l'aiuto di un chimico, crea piatti mai visti, come il cioccolato fondente trasparente.Nella cucina di Cedroni ci sono gioie e dolori, ma ogni esperimento mal riuscito da la grinta di continuare la ricerca: dopotutto, “sai che cos'hai ma non cosa troverai”.La storia di Moreno Cedroni ai microfoni di Italian Tech Speak è una testimonianza di come lo studio, la dedizione e la passione per il proprio lavoro portino a grandi cose, e dell'importanza di mantenersi sempre umili e pronti all'ascolto.Dopotutto, avreste mai detto che uno chef stellato abbia qualcosa da imparare dalle video-ricette online?
Annalisa cresce con un approccio alla vita artistico ed allo stesso tempo scientifico. La sua passione per la musica e il canto, si mischia da subito con la razionalità dei genitori, entrambi insegnanti: nasce così una cantante con 6 dischi d'oro ed una laurea in fisica.Annalisa racconta ai microfoni di Italian Tech Speak come l'estro sia il perno tra l'arte e la scienza, e come sia sempre stato importante per lei fondere insieme cose apparentemente lontane, come il canto e la fisica, per poi scoprire che sono solo due modi diversi di vedere la stessa realtà. E così, una carriera come cantante lanciata da un Talent Show televisivo, continua sempre in tv, ma come presentatrice di un programma scientifico.La storia di Annalisa comincia da un piccolo studio montato artigianalmente nella sua cameretta, e la porta fino a Sanremo. Un'edizione di Sanremo, quella del 2020, diversa dagli altri anni, ma che, grazie alla tecnologia, ha potuto comunque avere luogo ed essere condivisa con tutta Italia.In un periodo storico in cui non si possono fare tour come artista, si può condividere molto sui social, in attesa di tornare ai grandi concerti, come quelli della sua artista preferita, Lady Gaga, dove arte e fantascienza spesso convivono. In questa puntata di Tech & Società, Annalisa ci racconta infine di come il mondo della musica si stia muovendo sempre di più nella giusta direzione, una direzione più paritaria ed inclusiva, in cui le donne ed il sostegno tra donne, hanno un ruolo chiave.
Nell'episodio extra di Italian Tech Speak abbiamo voluto ripercorrere i temi trattati in questa prima edizione dal punto di vista di John Elkann: un imprenditore, un investitore e un innovatore, ma soprattutto un grande appassionato di tecnologia. Una vita passata a girare il mondo, a scoprire le ultime applicazioni tecnologie e ad incontrare i grandi protagonisti dell'innovazione. Per ripercorrere alcuni passi di questo viaggio, basta premere play.
Come si rivoluziona un mercato tradizionale come quello del lusso trascinandolo nell'era digitale? Il nostro prossimo ospite ci è riuscito e ora, oltre alla propria piattaforma multimarca, la sua azienda gestisce gli e-commerce dei marchi di moda più prestigiosi del mondo, sfiorando i 2 miliardi di fatturato ogni anno.Nato a Ravenna, cresciuto sognando di girare il mondo e fare l'inventore. I suoi sogni li ha realizzati: dopo essersi formato tra Milano e New York, prima di tornare in Europa, ha creato una piattaforma online che ha rivoluzionato il mercato del lusso in Italia e nel mondo. Per la rubrica DisruptON Federico Marchetti, CEO di YOOX NET-A-PORTER, racconta a Mia Ceran come sia riuscito letteralmente a ricreare online il mercato della moda, del design e del lusso riuscendo a convincere i clienti più esigente a spendere decine di migliaia di euro per i prodotti presenti sulla sua piattaforma.
La parola “giornalismo” nasce nella prima metà dell'800 come derivazione di quella francese journal. Cosa c'è di più disruptive di togliere il giornalismo dalla carta stampata, 200 anni dopo, e veicolare contenuti esclusivamente in digitale? Nelle redazioni giornalistiche di tutto il mondo più di una persona sarebbe saltata sulla sedia se avesse saputo che qualcuno ci sarebbe riuscito grazie ai social network, raggiungendo questi numeri in soli 12 mesi: 5 milioni di utenti, 700 mila membri della community, 15 milioni di account raggiunti ogni mese, 11 milioni di visualizzazioni complessive dei video.Una laurea in Relazioni Internazionali a Milano, un'esperienza al Parlamento Europeo e in Confindustria e poi l'avvicinamento al mondo delle startup, con Airbnb e Lime. Per la rubrica DisruptON Alessandro Tommasi, CEO e cofondatore della media startup Will, racconta a Mia Ceran come è stato possibile stravolgere, in un solo anno, i canoni dell'informazione e quali sono i prossimi muri da abbattere.
C'è il rischio che la realtà virtuale possa sostituire la (vera) realtà? Roberto Del Ponte, Senior Manager di Infinity Reply, l'azienda specializzata in visualizzazioni 3D e sviluppo di soluzioni XR personalizzate, ne ha parlato ai microfoni di Italian Tech Speak. Viviamo in un mondo dove la realtà virtuale, mista ed aumentata iniziano sempre più a farsi spazio e dove il digitale si fonde con il reale. E questo non è per forza un male, tutt'altro. Questi strumenti, che nascono dalla copia della realtà, non favoriscono l'isolamento ma la condivisione, e saranno sempre più accessibili a tutti. Uno dei tanti campi in cui la realtà virtuale migliora la vita di chi la usa è la progettazione. Oggi possiamo vivere un ambiente in scala 1:1 e visualizzarlo nella maniera più fedele possibile, ancor prima di fare un mock-up, e questi dati digitali possono essere ovviamente condivisi in qualsiasi parte del mondo. Pensiamo poi ai benefici della realtà virtuale in ambito medico e alla possibilità di vedere il lancio dell'Apollo 11 con i nostri occhi. Mica male, vero?
L'intelligenza artificiale ci incuriosisce e ci fa sperare in un futuro migliore ma abbiamo timore dei riscontri che potrebbe avere. Fino a che punto ha senso temere che si sostituisca a noi? Ne abbiamo parlato con Fabio Moioli, Direttore della Divisione Consulting Services di Microsoft Italia. L'intelligenza artificiale non è giusta perché incorpora nel suo apprendimento tutta una serie di bias, influenzati dai pregiudizi umani, che possono addirittura essere amplificati quando inseriti in processi rigorosamente logici (ma basati su presupposti sbagliati) anziché etici. Dal punto di vista pratico, è una tecnologia assolutamente efficace nel replicare alcune scelte e alcuni comportamenti umani: esistono realtà artificiali in grado di scrivere poesie e canzoni, creare un nuovo whisky, condurre diversi programmi televisivi contemporaneamente e anche rispondere al telefono e sostenere intere conversazioni. Affascinato dalla democratizzazione della tecnologia, Fabio ci spiega come nonostante l'intelligenza artificiale sia in grado di fare grandi cose, siamo pur sempre noi esseri umani a dover prendere le decisioni finali. L'algoritmo ci suggerisce qualcosa, ma quando si tratta di decisioni che impattano la vita delle persone, gli esseri umani devono avere l'ultima parola. Il miglior modo di predire il futuro è crearlo, con l'auspicio di utilizzare l'intelligenza artificiale usata con intelligenza. Umana, questa volta.
La puntata si apre con uno spezzone di “Metal Head”, un episodio della serie Black Mirror che ci porta per un istante interminabile all'interno di un un mondo post apocalittico. Il genere umano è quasi estinto, pochi sopravvissuti cercano di sfuggire alla furia omicida di cani robot. Due uomini e una donna escono allo scoperto per cercare un oggetto di cui ha bisogno un bambino malato, ma la fuga tormentata non lascia scampo ai tre umani. Peggio di un futuro dominato dalle macchine c'è, forse, solo un futuro in cui le macchine hanno il solo scopo di eliminare gli esseri umani. E' davvero questo quello che ci attende? Stefano Massini ne parla con Gaia Salvadore, Product Manager di Comau: l'azienda torinese che si dedica all'Automazione Industriale e alla Robotica. Gaia, che dopo un periodo a New York ha deciso di tornare in Italia, ha le idee piuttosto chiare sul tema. Infatti ricorda che “tutti i prodotti e le tecnologia sviluppate in Comau sono fatte a servizio dell'uomo”. E' così dai tempi dell'aratro e, poco cambia, se oggi si parla di esoscheletri. Insomma, gli scenari distopici di Black Mirror sono per fortuna molto distanti dalla realtà e al momento rimangono solo un grande filone di "science fiction".
Un bianco Natale. Una casa moderna. Al suo interno, un'assistente vocale che è la copia digitale della proprietaria di casa, una replica perfetta. Il suo compito è organizzare alla perfezione la vita all'interno della casa, anticipando ogni desiderio. E' uno schiavo virtuale. Questa puntata parte dal racconto di “White Christmas”, l'episodio della famosa serie Black Mirror. Ma quanto è distante questo scenario dalla realtà? Saremo pronti a tutto, un giorno, pur di vivere in un mondo che anticipa i nostri desideri? Lo abbiamo chiesto al Country Manager di uno dei giganti del tech che, tra i primi, ha portato questa tecnologia in Italia: Gianmaria Visconti di Amazon Alexa.Una storia che, in un certo senso, ha fatto il giro del mondo. Nasce infatti lontano, precisamente ad Alessandria, in Egitto. Il nome dello smart speaker di Amazon, Alexa, si ispira proprio alla leggendaria biblioteca che nell'antichità si diceva racchiudesse tutto il sapere del mondo. Il primo sviluppo avviene degli Stati Uniti, ma presto Alexa raggiunge anche l'Italia e, dopo qualche anno d'integrazione, è oggi in grado di capire tutti i dialetti che la nostra penisola racchiude. E' il racconto di una tecnologia che sembra non avere intenzione di interrompere la sua espansione.
Come si diventa uno degli under 30 più influenti per la tecnologia e l'innovazione? Ce lo racconta, nell'ultima puntata della rubrica Fail Forward, Davide Dattoli: CEO e fondatore di Talent Garden.Questa volta partiamo dal 2008. Siamo a Brescia. C'è un giovane liceale annoiato dal latino che passa il suo tempo a inseguire nuove idee. Parte dal ristorante dei genitori. Inizia a raccontare quello che succede al suo interno su questa nuova piattaforma: un social network chiamato Facebook. Poi, all'arrivo degli I-pad intuisce che i menù di carta hanno fatto il loro tempo e così tutta l'offerta del ristorante diventa digitale. L'attività finisce su Le Figarò. Poco tempo dopo, decide che è il momento di intraprendere un'attività tutta sua e fonda Viral Farm: un'agenzia di comunicazione digitale. Le persone, però non sono quelle giuste e presto abbandona questa idea.A questo punto è il 2011. Davide si trova a riflettere proprio sulle persone, su quanti talenti ci siano senza uno spazio in cui crescere, su quanti giovani come lui, in Italia, siano costretti a scappare per formarsi, connettersi e lavorare. Intuisce che questa è la vera sfida su cui investire. Così decide che sarà lui a provare a colmare quel vuoto e a fornire ai giovani un ecosistema in cui crescere e per il quale valga la pena restare. Nasce così Talent Garden: un grande network di campus in cui gli innovatori digitali si incontrano e fanno nascere nuove idee.Anche in questo viaggio non sono mancati i no e le difficoltà. Spiegare cosa fosse uno spazio di co-working dieci anni fa non era sicuramente un'impresa facile. Tra le risposte più divertenti si annovera “Non possiamo certo supportare un centro sociale”. Eppure oggi Talent Garden è una startup che ha raccolto oltre 56 milioni di euro e conta 21 campus in 7 paesi europei, e sembra proprio non volersi fermare.
“Vogliamo un mondo in cui le donne non siano oggetti sessuali ma possano averli tutti”. Questo è il motto e la visione che guida ogni giorno My Secret Case.Come spesso succede l'idea nasce quasi per gioco. Questa volta il lampo di genio avviene in Malesia, per rispondere ad un'esigenza - forse poco espressa - di tante persone: vivere liberamente la sessualità, divertendosi e abbattendo un tabù che ancora oggi sembra non essere ancora scomparso del tutto.Partendo da zero la startup di Norma Rossetti si è trasformata nel sexy shop online n.1 in Italia, e non si limita soltanto alla vendita di sex toys. Oggi, infatti, è diventato un vero e proprio punto di riferimento e hub sulla sessualità. L'obiettivo era chiaro fin dal primo giorno: creare uno spazio in cui la donna non fosse più oggetto erotico ma creatrice dell'esperienza sessuale stessa. E così è stato, ma My Secret Case è aperto a tutti, coppie, single, e chiunque abbia un desiderio da soddisfare.La sessualità è una questione culturale. Eppure l'Italia, il paese dell'amore, del buon cibo e della bellezza era piuttosto indietro sull'argomento nel 2014, anno in cui Norma ha iniziato a lavorare su questa rivoluzionaria idea. Con costanza e determinazione il team di My Secret Case è stato in grado di combattere ogni tabù. Gli investitori nostrani si sono presto dovuti ricredere vedendo i risultati raggiunti con piccoli seed raccolti all'estero. I media tradizionali hanno per la prima volta accettato di fare advertising dei loro prodotti. E sui social è nata una grande community di utenti attivi, che parlano e condividono esperienze su questi temi. L'incredibile successo di questa startup non è un caso. Infatti, proprio come ci racconta Norma in questa quarta intervista della rubrica Fail Forward, quando si fa qualcosa in cui si crede, nulla ci può fermare. Nonostante tutto.
Entri in un bar, ordini un caffè, arrivi in cassa e non hai contanti per pagare. Come si trasforma un episodio semplice come questo in una startup fintech tra le più promettenti in Europa? Ce lo spiega Alberto Dalmasso CEO e Founder di Satispay. L'azienda nasce nel 2013. Da due giovani con qualche anno di esperienza lavorativa, qualche risparmio in banca e tanta voglia di crescere. Il mercato però non è veloce quanto le loro ambizioni. L'idea di investire altri anni da dipendenti aspettando una promozione è un rischio che non sono disposti a correre. Il ragionamento che fanno è molto semplice: in fondo provare ora a intraprendere un cammino imprenditoriale varrà più di un master. Così mollano tutto, investono tutti i loro risparmi e per due anni lavorano senza stipendio ad una semplice idea: semplificare i pagamenti. Sviluppando rapidamente una funzione di pagamento da cellulare. Quando arriva il momento di testarla, decidono di farlo con una scommessa piuttosto ambiziosa: organizzano una grande festa universitaria in cui si può pagare solo con la loro app. La scommessa viene presto vinta e oggi quel app ha conquistato quasi 1,5 milioni di utenti. Nel tempo, Satispay ha sviluppato tante altre funzionalità dal risparmio all'invio di denaro agli amici. Punto di arrivo? No, punto di partenza! Oggi Satispay punta a diventare lo strumento finanziario più usato in Europa.
Come può una startup di successo nascere da una promessa di matrimonio? Ce lo spiega Silvia Wang, Co-Founder e Presidente di ProntoPro, nel secondo episodio di Fail Forward. L'azienda nasce nel 2015. Due giovani menti italiane vivono all'estero e sono all'apice della loro carriera, ma la voglia di tornare in Italia è tanta, troppa. Così mollano tutto e tornano. Tornano con l'idea di fondare una startup. In un momento in cui in Italia non si parla di startup, le startup non sono di moda. Come ogni idea di successo, la loro azienda nasce da un'esperienza personale. I protagonisti di questa storia infatti hanno provato a organizzare il loro matrimonio dall'Indonesia e si sono resi conto che trovare servizi in remoto era una sfida quasi impossibile. Così, su questa semplice intuizione, hanno costruito ProntoPro: un portale in cui la domanda e l'offerta di servizi professionali si incontrano. Oggi, ProntoPro è il portale numero uno di servizi in Italia. Nello scorso anno, il valore delle transazioni ha raggiunto 100 milioni di euro. Ma non si sono fermati qui. La startup ha anche iniziato un percorso di internazionalizzazione che li ha portati in Austria, Svizzera, Germania, Spagna e Francia. Qual è il segreto di tanto successo? In una chiacchierata intima e profonda con una straordinaria imprenditrice scopriamo che il vero motore di questa incredibile scalata è la consapevolezza di poter dare ogni giorno un aiuto concreto al mondo dei professionisti.
Cos'hanno in comune Matrix e l'azienda italiana che ha creato l'app Immuni? Ce lo spiega Luca Ferrari, CEO di Bending Spoons, nel primo episodio della seconda rubrica di ITS: Fail Forward.L'azienda nasce nel 2013 a Copenaghen. 5 ragazzi, 4 italiani e un polacco, con una startup fallita alle spalle, non hanno nessuna intenzione di arrendersi, ma anzi hanno deciso di fare tesoro di tutti gli errori commessi nella prima avventura imprenditoriale per tornare in Italia e diventare tra i primi app developer nel mondo. Un sogno che presto diventa realtà.Le app sviluppate dal team nei settori salute/benessere e editing/montaggio video sono tra le più scaricate al mondo, ed è merito di una passione che non si è mai spenta nel corso del tempo, al contrario è stata alimentata dalla voglia di crescere e creare prodotti di cui andare fieri; come ad esempio l'app Immuni, frutto di mesi di duro lavoro, senza sosta. Bending Spoons non è una semplice azienda, ma è un ambiente di lavoro unico e stimolante: confronto continuo, teamwork, affiatamento, passione, amore per il lavoro e vacanze aziendali da sogno . Un'azienda in cui credere di poter piegare cucchiai con la mente diventa quasi possibile.
La quinta puntata della rubrica Tech & Società vede come ospite Giorgio Ricci, Chief Revenue Officer di Juventus. Nella chiacchierata con Linus, ha parlato di come l'industria del calcio sia cambiata molto, in particolare modo nell'ambito del settore dell'intrattenimento e di come le nuove tecnologie abbiano cambiato anche il mondo bianconero.Tifosi e squadre sono sempre più vicini e connessi, grazie ai social: dall'annuncio di Ronaldo e l'aumento esponenziale dei follower sui social nello stesso giorno, al vantaggio del digitale che ha permesso di avvicinare culture calcistiche diverse tra loro, unite dalla stessa passione. E poi, ancora, la sete di vittoria e l'importanza di farsi affascinare dalle idee per raggiungere obiettivi anche oltre il rettangolo di gioco, come la partnership tra KONAMI e Juventus per PES 2020. Un racconto del dietro le quinte di un mondo bianconero che però racchiude mille sfumature di tecnologia.
Tutti conosciamo Max Pezzali come la voce che ci ha fatto da colonna sonora nelle scene più memorabili della nostra vita, dai primi anni '90 ad oggi. Pochi invece conoscono il Max Pezzali appassionato di tecnologia e “vero nerd fin dai primi anni dell'adolescenza” che definisce gli ultimi anni “l'epoca dei Lumi”. Ai microfoni dell'Italian Tech Speak, il re del pop ha rivelato il suo vero lato geek. Per iniziare, ci ha parlato di come la tecnologia abbia cambiato il suo lavoro negli ultimi decenni: da tutto il tech che si mette in campo nei live, alla “democratizzazione delle produzioni musicali” con gli home studio, passando per la rivoluzione attuata da Tik Tok, fino ad arrivare alle nuove regole di produzione dettate dalla logica delle visualizzazioni. Non sono mancati però i racconti di come le sue passioni siano evolute grazie alla tecnologia: dal mondo delle auto e delle moto, fino agli aerei, con una lunga parentesi sul gaming. Dai giochi analogici del famoso “Jolly Blue” fino all'easter egg sull'uomo ragno inserito dalla Marvel in un videogame.
Non c'è nulla di più pop del cibo, ce lo ricorda Davide Oldani, uno dei 50 chef ambasciatori della cucina italiana nel mondo e inventore della cucina pop, il suo personale modo di comunicare attraverso i sapori.Il mondo del food è stato rivoluzionato dalla tecnologia, che ha un ruolo fondamentale fuori e dentro la cucina: dalle prenotazioni online, alle cucine 100% elettriche, passando per le fotografie scattate ai piatti da postare sui social, i programmi di cucina in tv e le recensioni online. La tecnologia ci accompagna nelle nostre cucine in mille modi, anche attraverso le prototipazioni 3D: basta un prototipo di un oggetto per portare direttamente in tavola un'idea, ed ecco che le posate diventano “passe-partout” e tavoli, sedie, piatti e bicchieri diventano funzionali e pratici.Oldani ci rivela che l'innovazione si raggiunge attraverso un equilibrio tra tecnologia, sostenibilità, design e tradizioni, in un mix che si fonde assieme all'osservazione quotidiana dell'ospite e il bello del sedersi a tavola dedicandosi un momento felice. Accomodatevi tra rivoluzioni ai fornelli e sapori pop, la tecnologia è servita!
In un mondo in cui siamo perennemente connessi, il trasferimento della vita politica nel digitale sembra un'evoluzione naturale. Un'evoluzione che in parte sembra essere già cominciata. Nonostante ciò, ci sono ancora degli importanti interrogativi che rimangono irrisolti. Se questo scenario dovesse avverarsi, in un mondo in cui l'informazione è diventata una commodity, che ruolo giocherebbero i social network? Chi garantirebbe la regolarità del voto digitale? Cosa ne rimarrebbe dei mass media tradizionali? Abbiamo provato a rispondere a queste domande con Davide Casaleggio, che questa evoluzione l'aveva in parte anticipata, e già nel 2016 aveva lanciato un primo strumento di e-voting: la piattaforma Rousseau. Abbiamo ripercorso insieme i passi salienti di questo cammino verso “la democrazia della rete”: dalla prima grande mobilitazione nata dal web nel 2007 fino alle ultime proposte per rendere la piattaforma più sicura attraverso l'implementazione di un protocollo blockchain.
Simone Resta ci guida alla scoperta delle maggiori evoluzioni tecnologiche che hanno rinnovato il mondo delle auto, non solo in pista ma anche sulle nostre strade, e se è vero che la tecnologia è veloce come i piloti di cui conosciamo i nomi a memoria, è altrettanto vero che ormai è diventata indispensabile anche nei circuiti che ci fanno battere il cuore. Insieme a lui abbiamo parlato del sistema Halo, obbligatorio dal 2018, e di come questo protegga e avvolga i piloti mentre sembrano quasi volare tra le curve dei circuiti. E poi ci sono i simulatori di nuova generazione, che ricreano tutte le situazioni che possono vivere in gara i piloti e che permettono loro di memorizzare un circuito ancora poco conosciuto. Simone Resta confida ai microfoni di Italian Tech Speak quali sono le sue Ferrari preferite e ci spiega come l'ottimizzazione ingegneristica abbia permesso alle squadre di essere più vicine tra loro. Lasciatevi trasportare dalla sua passione, che ha fin da bambino, verso questo mondo di motori e vetture rosse che ci fanno tenere incollati allo schermo.