POPULARITY
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8360ESCALATION ILLIBERALE: DOPO SARKOZY VA IN PRIGIONE BOLSONARO di Luca Volontè In un crescendo di illiberalità senza precedenti da almeno 100 anni, la democrazia occidentale mostra, via via, segni di grave decomposizione e sfilacciamento ben chiari della tracotanza di un potere che arresta i nemici e possibili oppositori di ieri e di oggi. Dopo il caso clamoroso della grave condanna di Sarkozy perchè "non poteva non sapere" cosa tramassero alcuni dei suoi collaboratori, del successivo arresto e della recente disposizione del carcere ai domiciliari - tutti fatti successivi all'intervista dell'ex presidente francese in cui invitava il reuccio Macron a convocare elezioni o dimettersi - ora in Brasile siamo all'incarcerazione "preventiva" dell'ex presidente Jair Bolsonaro per evitare una possibile fuga. Fuga durante una veglia di preghiera: assurdo spirito anticristiano.L'ex presidente brasiliano è stato condannato recentemente a 27 anni di carcere, per aver "presumibilmente" complottato un colpo di Stato ai danni di Luiz Inácio Lula da Silva, vincitore delle elezioni del 2022. Lo scorso 21 novembre gli avvocati di Bolsonaro avevano chiesto al giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes di consentirgli di scontare la sua condanna agli arresti domiciliari, adducendo motivi di salute, visti i ricorrenti problemi intestinali dell'ex presidente settantenne, derivanti da un accoltellamento avvenuto nel 2018 durante la campagna elettorale, che renderebbero la detenzione pericolosa per la vita. «È certo che trattenere il ricorrente in un ambiente carcerario rappresenterebbe un rischio concreto e immediato per la sua integrità fisica e persino per la sua vita», si legge nella richiesta, che chiedeva gli arresti domiciliari per «motivi umanitari». Il tribunale non ha ancora ordinato l'inizio della pena, mentre sono in corso vari procedimenti legali e ricorsi. I sostenitori di Bolsonaro avevano in programma di organizzare una "veglia" sabato sera davanti all' appartamento dove si trovava da agosto agli arresti domiciliari, un'originale protesta che era stata annunciata da suo figlio, Flávio Bolsonaro, in un video pubblicato sui social media e che sarebbe all'origine del provvedimento di incarcerazione "preventiva" deciso da chi? Dal braccio armato giudiziario di Lula, ovvero il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes. «Il tumulto causato da un raduno illegale dei sostenitori del condannato rischia fortemente di compromettere l'arresto domiciliare e altre misure cautelari, consentendo la sua eventuale fuga», aveva scritto Moraes nella sua decisione, visionata dalla Reuters.Bontà sua, Moraes ha ordinato che non venissero utilizzate manette, che non vi fosse alcuna esposizione mediatica forzata e che venisse riservato un trattamento rispettoso, consono alla dignità di un ex capo di Stato: un insolito mix di severità e deferenza che riflette quanto questo caso sia diventato delicato per gli stessi giustizialisti.Ovviamente anche quest'ultimo atto politicamente motivato a favore dell'attuale presidente Lula da Silva e contrario alle opposizioni, oltre che ad ogni interpretazione dello "Stato di diritto e separazione dei poteri" sta creando sconcerto nel campo dei conservatori. Ogni visita a Bolsonaro deve essere preventivamente approvata dal giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes e quest'ultimo, già durante i "domiciliari", impediva qualsiasi contatto diretto con il leader del Partito Liberale (conservatori) Valdemar Costa Neto; i figli di Bolsonaro si descrivono sempre più spesso come gli unici eredi legittimi degli elettori del padre, circa la possibile candidatura del governatore di San Paolo Tarcísio de Freitas. L'ottantenne Lula da Silva, che aveva annunciato la sua ricandidatura alla presidenza della Repubblica lo scorso 23 ottobre, non ha più nessuna remora nel combattere senza sosta e con sistematicità, grazie al controllo totale sulla magistratura suprema del Paese, contro ogni leader dei conservatori, in particolare Jair Bolsonaro ed i suoi famigliari ed alleati, rei di rappresentare un'alternativa cristiana di libertà e di ripresa economica credibile per il Paese. Le elezioni presidenziali in Brasile si celebreranno, a Dio piacendo e Lula consentendo, i prossimi 4 e 25 ottobre 2026, solo qualche mese prima di quelle francesi (se non si riuscirà a sfiduciare Emmanuel Macron). Saranno mesi intensi e ricchi di colpi di scena, purtroppo tutti eventi che molto probabilmente allontaneranno i due Paesi dai minimi standard democratici.Lula come Macron, due dei leader dei più importanti Paesi del G20, nel silenzio generale passano alle maniere forti e, dopo aver imbavagliato e intimidito le opposizioni, ora incarcerano i disturbatori e pericolosi dissenzienti. C'è da chiedersi dove siano i difensori della democrazia liberale e dove i cantori dei valori occidentali? Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Luca Volontè, nell'articolo seguente dal titolo "Sarkozy condannato, anche le toghe francesi fanno politica" parla della condanna a 5 anni di reclusione per l'ex presidente ritenuto colpevole di associazione a delinquere per i rapporti con la Libia. Una pena senza precedenti per una figura politica di spicco, che apre le porte del carcere a uno scomodo avversario di Macron, in base al teorema ben noto anche in Italia del "non poteva non sapere".Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 26 settembre 2025:L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy sarà presto incarcerato, dopo essere stato condannato ieri, giovedì 25 settembre, a cinque anni di carcere da un tribunale di Parigi che lo ha ritenuto colpevole di associazione a delinquere per i rapporti con la Libia, una punizione senza precedenti per una figura politica francese di spicco. Il processo a suo carico era iniziato lo scorso 6 gennaio. La sentenza di ieri è stata più severa di quanto molti si aspettassero, una novità assoluta per la sua severità e gravità nella storia politica francese moderna. Uno scomodo avversario politico di Macron e dei suoi che viene chiuso in cella per il tempo necessario all'attuale presidente per proseguire con i suoi azzardi internazionali e bluff alla guida del Paese.Di certo Nicolas Sarkozy paga la franchezza delle sue opinioni sulla crisi politica francese e le responsabilità di Macron, rilasciate lo scorso 3 settembre al quotidiano Le Figaro. Meno di un mese fa l'ex presidente diceva: «...Ho avuto modo quest'estate di dire al presidente della Repubblica Macron che sono convinto che non ci sarà altra soluzione che lo scioglimento [del Parlamento]. Sarebbe strano, dopo aver scelto di scioglierlo ieri quando nulla lo richiedeva, rifiutarsi di farlo oggi che la decisione è necessaria! La politica deve rispettare il buon senso e obbedire a regole alle quali bisogna sottomettersi. Le elezioni legislative anticipate si terranno quindi senza dubbio entro poche settimane... il Rassemblement National di Marine Le Pen è un partito che ha il diritto di candidarsi alle elezioni. Può quindi anche vincerle se questa è la scelta del popolo francese! Ai miei occhi, appartengono all'arco repubblicano». Elezioni come unica soluzione alla crisi politica, voluta e innescata lo scorso anno dagli azzardi di Macron e piena legittimità della destra, come forza democratica e repubblicana, di poter vincere le elezioni e governare: due affermazioni che non sono passate inosservate nei circoli che governano oltralpe. Sarkozy, presidente dal 2007 al 2012, trascorrerà del tempo in carcere anche se ricorrerà in appello, come infatti si legge nella decisione del tribunale di ieri.Uscendo dall'aula, Sarkozy ha espresso la sua rabbia per la sentenza. «Quello che è successo oggi... è di estrema gravità per quanto riguarda lo Stato di diritto e la fiducia che si può avere nel sistema giudiziario», ha detto ai giornalisti, dichiarandosi innocente e aggiungendo che la scandalosa sentenza mette in discussione anche il voto dei francesi di allora e l'intero Stato di diritto del Paese.Sarkozy è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere per i tentativi di alcuni suoi stretti collaboratori di ottenere fondi dalla Libia per la sua candidatura presidenziale del 2007, durante il governo del defunto dittatore Muammar Gheddafi. I fatti per i quali è stato dichiarato colpevole risalgono al periodo tra il 2005 e il 2007, dopo di che - ha aggiunto la corte - è diventato presidente ed è stato coperto dall'immunità presidenziale.Una condanna che si fonda sul teorema, sancito per decenni dalla magistratura italiana, che pur non essendoci alcuna prova certa del reato di cui era accusato, né un soldo era arrivato per la campagna elettorale, Sarkozy, che all'epoca era ministro degli Interni, "non poteva non sapere" cosa avevano trescato i suoi collaboratori con Gheddafi per favorirne l'elezione a presidente della Repubblica. Zero prove anche per quanto riguarda tutte le altre accuse, tra cui corruzione e ricezione di finanziamenti illeciti per la campagna elettorale. Il giudice ha affermato che non vi è alcuna prova che Sarkozy abbia stipulato un accordo con Gheddafi, né che il denaro inviato dalla Libia sia arrivato nelle casse della campagna elettorale di Sarkozy, anche se la tempistica era «compatibile» e i percorsi seguiti dal denaro erano «molto poco trasparenti», ma l'ex presidente è colpevole di associazione a delinquere per aver «permesso» ai suoi stretti collaboratori di mettersi in contatto con persone in Libia, nel tentativo di ottenere finanziamenti per la campagna elettorale. Sarkozy avrà qualche giorno di tempo per sistemare le sue cose e poi i procuratori lo faranno condurre in
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
Scopriamo le novità di oggi dal mondo Tesla!Se vuoi supportare il canale con una donazione:
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
Gaza: ucciso un intero team di Al Jazeera mentre Netanyahu difende il piano di presa militare della Striscia. Si prepara a partire la nuova Flotilla, ma questa volta sarà una flotta. Afghanistan: minacce di morte a decine di donne afghane che lavorano per l'ONU.Iraq: fuga di cloro in un impianto idrico, oltre 600 persone in ospedale.Venezuela: Ministro degli Interni sostiene di conoscere il nascondiglio di María Corina Machado. Pakistan, il capo dell'esercito minaccia di annientare metà del mondo in una guerra con l'India.Giappone: piogge torrenziali e rischio frane, evacuate decine di migliaia di persone Introduzione al notiziario: Il Pelé palestinese ucciso in fila per gli aiutiQuesto e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
Dall'Ucraina agli Stati Uniti. In questa puntata di Uno, nessuno, 100Milan il focus si allargherà sul contesto internazionale grazie anche al supporto di Andrew Spannaus, presente in studio in entrambe le ore. Il giornalista Savik Shuster presenterà il punto della situazione della guerra in Ucraina, mentre l'imprenditore e filantropo italo-americano Bruno Serato aprirà le porte delle fondazioni con cui negli states sfama da anni 4000 bambini ogni giorno.Nella seconda ora le nuove disposizioni del ministro Valditara, che prevedono l'estensione del divieto di utilizzare cellulari e dispositivi elettronici simili, permetterà di tornare a parlare di temi che riguardano il nostro Paese. Il tutto verrà analizzato con esperti del settore.
Il commento all'intervista di Zvone #Boban al canale #milanhello di Andrea Longoni: le verità sul #milanDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/radio-rossonera--2355694/support.
Ecco alcune cose che sto imparando usando Lovable e altri tool AI
Le ultime sul nuovo #stadio del #milan tra la vicenda #sansiro e la situazione a San Donato MilaneseDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/radio-rossonera--2355694/support.
Esame terza media: ecco tutti i requisiti per essere ammessi all'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. Dalle Invalsi fino al 6 nel comportamento.
A Parola Progetto non si affrontano quasi mai temi di attualità, ma questa puntata speciale è un'eccezione. Parliamo infatti con Tommaso Bovo di "Design Data. Indagine sul design in Italia", una ricerca che da alcune settimane sta facendo discutere l'intera comunità del design italiano.Partendo dalla pubblicazione di questi dati, affrontiamo temi cruciali per il settore: dal rapporto tra designer e industria alla crisi della critica, dalla trasformazione dei media alla crescente influenza dei podcast.Tommaso ci racconta il dietro le quinte della ricerca, il metodo adottato e le reazioni che ha suscitato, con la convinzione profonda che, se non si ascoltano i designer, il design non si può comprendere fino in fondo.I link dell'episodio:- La ricerca “Design Data. Indagine sul design in Italia”, curata da Tommaso Bovo con ISIA Firenze https://drive.google.com/drive/folders/1vX3oDZGcZA5oaJAl_rJAQm8tmlWf4eHP - “Design Data: il design raccontato dai designer” di Laura Traldi su Interni https://www.internimagazine.it/approfondimenti/opinioni/design-data-raccontare-il-design-dalla-parte-dei-designer/ - “Il racconto del design, oggi. Le mie riflessioni sulla ricerca di cui parliamo da giorni” di Paolo Casicci su Cieloterra https://www.cieloterradesign.com/editorial/design-designers/inserisci-il-titolo-5c9220 - “Da cosa nasce cosa” di Bruno Munari https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858128770