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Trump voleva i dazi per vendicarsi del mondo. Li ha avuti. Ora paga il conto. E non è solo quello dei mercati, ma quello ben più spietato dell'opinione pubblica americana. Dopo l'annuncio dei nuovi dazi generalizzati, tre sondaggi post-Liberation Day registrano il declino: -3 punti per Morning Consult, -7 per Navigator Research. Persino Rasmussen, che a Trump ha sempre fatto da ufficio stampa, lo inchioda a -12. Il messaggio è chiaro: l'uomo del “make America great again” ha trovato il modo per renderla più costosa, più isolata e più arrabbiata. Il 59% degli americani dice che l'economia sta peggiorando. Solo il 30% approva i dazi. La percezione è crollata tra tutti i gruppi, inclusi i Repubblicani non trumpiani. Il 55% degli elettori ritiene che le misure commerciali danneggeranno il Paese. E quel 56% che vorrebbe restituire al Congresso il potere di decidere sui dazi racconta un altro tradimento: Trump era l'uomo contro il potere, ora lo vogliono limitare. Qualcuno nei suoi comizi continua a urlare “America first”. Ma ora è un'America prima nei prezzi, prima nei timori di recessione, prima nella confusione strategica. Il resto del mondo osserva, attende, si prepara. L'Europa trattiene il fiato, la Cina si riorganizza, e intanto l'elettore medio americano paga il prezzo. In Italia si continua a raccontare Trump come un Golia senza crepe. Ma negli Stati Uniti c'è un presidente che, dopo 77 giorni, è già il secondo più impopolare di sempre. Battuto solo da sé stesso. Quello del 2017. Forse la lezione è più semplice di quanto sembri: se dichiari guerra al mondo intero, prima o poi sarà il tuo stesso popolo a chiederti la resa. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Propongo un contro dazioLa clip è un estratto da “I'm goin' down” scritta e cantata da Bruce Springsteen (etichetta CBS Records, 1984 all rights reserved)
WASHINGTON (ITALPRESS) - "Qualcuno mi ha chiesto se sono imbarazzato per Trump, ma non sono mai stato più orgoglioso del presidente. Sono stato molto orgoglioso che JD Vance abbia difeso il nostro Paese. Vogliamo essere di aiuto, quello che ho visto nello studio ovale è stato irrispettoso e non so se potremo mai fare affari con Zelensky. Penso che la maggior parte degli americani abbia visto un ragazzo con cui non vorrebbe entrare in affari, il modo in cui ha gestito il confronto e il modo in cui ha affrontato il presidente è stato semplicemente esagerato. Penso che il rapporto tra Ucraina e America sia importante ma non so se Zelensky farà un accordo con gli Stati Uniti dopo quello che ho visto. Io non posso saperlo". Lo ha detto Lindsey Graham, senatore del Partito Repubblicano degli Stati Uniti, commentando l'incontro Trump-Zelensky alla Casa Bianca.xp6/abr/gsl
WASHINGTON (ITALPRESS) - "Qualcuno mi ha chiesto se sono imbarazzato per Trump, ma non sono mai stato più orgoglioso del presidente. Sono stato molto orgoglioso che JD Vance abbia difeso il nostro Paese. Vogliamo essere di aiuto, quello che ho visto nello studio ovale è stato irrispettoso e non so se potremo mai fare affari con Zelensky. Penso che la maggior parte degli americani abbia visto un ragazzo con cui non vorrebbe entrare in affari, il modo in cui ha gestito il confronto e il modo in cui ha affrontato il presidente è stato semplicemente esagerato. Penso che il rapporto tra Ucraina e America sia importante ma non so se Zelensky farà un accordo con gli Stati Uniti dopo quello che ho visto. Io non posso saperlo". Lo ha detto Lindsey Graham, senatore del Partito Repubblicano degli Stati Uniti, commentando l'incontro Trump-Zelensky alla Casa Bianca.xp6/abr/gsl
Secondo l'ex premier britannico Boris Johnson tra i repubblicani, nelle fila dei consiglieri di Trump, c'è “una strana specie di ‘fascinazione omoerotica' per Putin”.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube: https://bit.ly/3FqWppn Spreaker: https://bit.ly/42g2ONG Apple Podcasts: https://apple.co/3JE1OMi Spotify: https://spoti.fi/40bpm0v Amazon Music: https://amzn.to/40HVQ37 Audible: https://bit.ly/4370ARc I podcast Adnkronos: Eurofocus: https://www.adnkronos.com/speciali/eurofocus_europa/ Fa notizia da 60 anni: https://www.adnkronos.com/speciali/adnkronos60_podcast/ Aggiungi contatto: https://www.adnkronos.com/speciali/aggiungi_contatto/ Notizie dall'Ucraina: https://www.adnkronos.com/speciali/notizie_ucraina/ Israele sotto attacco: https://www.adnkronos.com/speciali/israele_sotto_attacco/ Le Storie, La Storia: https://www.adnkronos.com/speciali/le_storie_la_storia/ Sanremo Express: https://www.adnkronos.com/speciali/sanremo_podcast_2024 Resta in contatto con noi: https://www.adnkronos.com/ https://x.com/Adnkronos https://www.facebook.com/AgenziaAdnKronos https://www.instagram.com/adnkronos_/ Ph: AfpMusiche su licenza Machiavelli Music. AdKey:zP-94qNWQqj3XM
Delusi e sconfitti dal risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, i democratici americani stanno anche loro cedendo al complottismo. Così, mentre il presidente eletto Donald Trump si prepara a governare, si stanno diffondendo le teorie BlueAnon. Vi raccontiamo da dove arrivano e cosa rappresentano per il discorso politico negli Stati Uniti. Scriveteci all'indirizzo segnalazioni@facta.news o segnalateci le notizie che volete verificare al numero 3421829843.Seguiteci sul nostro sito Facta.news, sui nostri profili Facebook, Instagram, Telegram, TikTok e BlueskyCondotto da Simone Fontana e Anna Toniolo Episodio scritto da Simone Fontana e Anna Toniolo Prodotto da Jessica Mariana MasucciLINK UTILIFacta non pubblicherà più i suoi articoli su X - FactaBlueAnon è tornato e stavolta il complottismo sulle elezioni truccate è tutto progressista - FactaLa vittoria di Trump ha messo fine alle teorie del complotto repubblicane sui brogli - Facta“BlueAnon”, il complottismo anti-Trump che spopola tra i progressisti - FactaI Democratici accusano Musk di aver truccato le elezioni - The Daily DotThreads è pieno di teorie del complotto progressiste sulle frodi elettorali - UserMagCREDIT BRANI“Dynamic world” di StockStudio “Documentary” di Coma-media
I titoli: Basta ritardi e indifferenza sul clima. Cancellare il debito dei Paesi poveri. Alla Cop29, il messaggio del Papa pronunciato dal cardinale Parolin. Nuovi raid israeliano sul Libano. E dall'Onu l'accusa a Israele di bloccare gli aiuti per Gaza. Negli Stati Uniti i Repubblicani conquistano la maggioranza alla Camera ottenendo il controllo di tutto il Congresso. Il neo presidente Trump al lavoro per la squadra di governo. Conduce: Paola Simonetti
Un breve manuale per orientarsi in questo dibattito post-elezioni americane, con una regola fondamentale: gli Stati Uniti e l'Italia sono due paesi diversi.
Queste non sono verità: sono solo spunti di dialogo e riflessione, alcune idee che mi frullano in testa che mi piacerebbe discutere con voi circa le ultime elezioni e la vittoria di Donald Trump contro Kamala Harris.Per trascrizioni, video di approfondimento e contenuti aggiuntivi: PATREONPer informazioni sui corsi: info@italianoavanzato.comsito: Italiano AvanzatoÈ uscita la VIDEOGRAMMATICA di Italiano Avanzato! Sostieni il podcast consigliandolo ai tuoi amici!
Con quello che appare come un quasi certo risultato elettorale pigliatutto, I Repubblicani prendono prepotentemente il centro della scena. C'è chi già si strappa le vesti, ma magari ci sorprenderanno soprattutto sulla spesa pubblica statunitense.
La vittoria di Donald Trump alle elezioni americane è un evento epocale, che segnerà gli Stati Uniti e il mondo per il prossimi decenni. Proviamo a capirla oltre la cronaca, con il vicedirettore del Post Francesco Costa. Questo e gli altri podcast gratuiti del Post sono possibili grazie a chi si abbona al Post e ne sostiene il lavoro. Se vuoi fare la tua parte, abbonati al Post. Segui tutta la copertura del Post sulle elezioni negli Stati Uniti Segui Da Costa a Costa I consigli di Francesco Costa – What J.D. Vance Believes – What's Wrong With Donald Trump? – Perché i Repubblicani hanno votato Trump? Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
MILANO (ITALPRESS) - Nel quarantesimo episodio del format Italpress "USA 24", Claudio Brachino e Stefano Vaccara parlano della vittoria di Donald Trump e analizzano il voto americano del 5 novembre.abr/gsl
MILANO (ITALPRESS) - Nel quarantesimo episodio del format Italpress "USA 24", Claudio Brachino e Stefano Vaccara parlano della vittoria di Donald Trump e analizzano il voto americano del 5 novembre.abr/gsl
Trump in vantaggio, la reazione del mercato; Repubblicani avanti al Congresso; Al via la due giorni della Fed, domani le decisioni; Quanto peso dare alle elezioni Usa in portafoglio; Trimestrali in corso, Unicredit sotto i riflettori. Puntata a cura di Elisa Piazza - Class CNBC ➡️ Qui per prenotare il tuo posto alla masterclass con Gianluca Defendi Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Tredici presidenti – la vita, l'azione di governo, l'impatto che hanno avuto sull'America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi. Oggi parliamo del 44° presidente degli Stati Uniti, il Democratico Barach Hussein Obama, in carica dal 2009 al 2017. Obama ha libertà di governare sul piano domestico solo per il biennio 2009-10 in cui i Democratici controllano tanto la Camera quanto il Senato, dove peraltro hanno una supermaggioranza di 60 senatori (fino alla morte di Ted Kennedy). Dopo che i Repubblicani torneranno a controllare la Camera (dal 2011) e poi il Senato (dal 2015), di fatto Obama riuscirà a fare poco in politica interna, e tutto quello che farà (in particolare sul fronte delle regolamentazioni ambientali e della protezione dei migranti entrati negli USA come minori o neonati) sarà soggetto a cause legali, a volte perse dell'Amministrazione. Nei due anni in cui può governare Obama ha due priorità: continuare e anzi accelerare la gestione della macro-crisi del 2008 e avanzare un'agenda di governo di ispirazione democratica. L'azione dell'Amministrazione Obama si traduce soprattutto nella promozione di tre grandi leggi approvate dal Congresso: La prima è il grande stimolo fiscale (del valore di circa 900 miliardi di dollari; la seconda legge è il Wall Street Reform and Consumer Protection Act, la riforma del mercato finanziario nota come Dodd-Frank; l'ultima grande legge fatta varare da Obama è naturalmente il Patient Protection and Affordable Care Act, ovvero la grande riforma sanitaria nota come Obamacare. In politica estera Obama abbandona la retorica della Guerra Globale al Terrore, ma intensifica l'uso di droni per colpire sospetti terroristi, nonostante le controversie legali ed etiche per le vittime civili. In Europa rilancia la collaborazione con l'UE, che vede come un pilastro dell'ordine globale a guida americana e opera il reset con la Russia di Putin (ottenendo aiuto sull'Afghanistan, Iran e New Start); ma non prevede – e non si oppone con sufficiente durezza all'invasione russa dell'Ucraina del 2014 che risulta nell'annessione della Crimea e la destabilizzazione del Donbas. Le difficoltà in Medioriente ed Europa gli impediscono di dare maggiore sostanza al famoso pivot to Asia. Mantiene però relazioni molto buone con l'India e relativamente cordiali con la Cina, nonostante quest'ultima si faccia più aggressiva nel Mar cinese meridionale e sul fronte dello spionaggio. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Tredici presidenti – la vita, l'azione di governo, l'impatto che hanno avuto sull'America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi. Oggi parliamo del 44° presidente degli Stati Uniti, il Democratico Barach Hussein Obama, in carica dal 2009 al 2017. Obama ha libertà di governare sul piano domestico solo per il biennio 2009-10 in cui i Democratici controllano tanto la Camera quanto il Senato, dove peraltro hanno una supermaggioranza di 60 senatori (fino alla morte di Ted Kennedy). Dopo che i Repubblicani torneranno a controllare la Camera (dal 2011) e poi il Senato (dal 2015), di fatto Obama riuscirà a fare poco in politica interna, e tutto quello che farà (in particolare sul fronte delle regolamentazioni ambientali e della protezione dei migranti entrati negli USA come minori o neonati) sarà soggetto a cause legali, a volte perse dell'Amministrazione. Nei due anni in cui può governare Obama ha due priorità: continuare e anzi accelerare la gestione della macro-crisi del 2008 e avanzare un'agenda di governo di ispirazione democratica. L'azione dell'Amministrazione Obama si traduce soprattutto nella promozione di tre grandi leggi approvate dal Congresso: La prima è il grande stimolo fiscale (del valore di circa 900 miliardi di dollari; la seconda legge è il Wall Street Reform and Consumer Protection Act, la riforma del mercato finanziario nota come Dodd-Frank; l'ultima grande legge fatta varare da Obama è naturalmente il Patient Protection and Affordable Care Act, ovvero la grande riforma sanitaria nota come Obamacare. In politica estera Obama abbandona la retorica della Guerra Globale al Terrore, ma intensifica l'uso di droni per colpire sospetti terroristi, nonostante le controversie legali ed etiche per le vittime civili. In Europa rilancia la collaborazione con l'UE, che vede come un pilastro dell'ordine globale a guida americana e opera il reset con la Russia di Putin (ottenendo aiuto sull'Afghanistan, Iran e New Start); ma non prevede – e non si oppone con sufficiente durezza all'invasione russa dell'Ucraina del 2014 che risulta nell'annessione della Crimea e la destabilizzazione del Donbas. Le difficoltà in Medioriente ed Europa gli impediscono di dare maggiore sostanza al famoso pivot to Asia. Mantiene però relazioni molto buone con l'India e relativamente cordiali con la Cina, nonostante quest'ultima si faccia più aggressiva nel Mar cinese meridionale e sul fronte dello spionaggio. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Tredici presidenti – la vita, l'azione di governo, l'impatto che hanno avuto sull'America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi. Oggi parliamo del 44° presidente degli Stati Uniti, il Democratico Barach Hussein Obama, in carica dal 2009 al 2017. Obama ha libertà di governare sul piano domestico solo per il biennio 2009-10 in cui i Democratici controllano tanto la Camera quanto il Senato, dove peraltro hanno una supermaggioranza di 60 senatori (fino alla morte di Ted Kennedy). Dopo che i Repubblicani torneranno a controllare la Camera (dal 2011) e poi il Senato (dal 2015), di fatto Obama riuscirà a fare poco in politica interna, e tutto quello che farà (in particolare sul fronte delle regolamentazioni ambientali e della protezione dei migranti entrati negli USA come minori o neonati) sarà soggetto a cause legali, a volte perse dell'Amministrazione. Nei due anni in cui può governare Obama ha due priorità: continuare e anzi accelerare la gestione della macro-crisi del 2008 e avanzare un'agenda di governo di ispirazione democratica. L'azione dell'Amministrazione Obama si traduce soprattutto nella promozione di tre grandi leggi approvate dal Congresso: La prima è il grande stimolo fiscale (del valore di circa 900 miliardi di dollari; la seconda legge è il Wall Street Reform and Consumer Protection Act, la riforma del mercato finanziario nota come Dodd-Frank; l'ultima grande legge fatta varare da Obama è naturalmente il Patient Protection and Affordable Care Act, ovvero la grande riforma sanitaria nota come Obamacare. In politica estera Obama abbandona la retorica della Guerra Globale al Terrore, ma intensifica l'uso di droni per colpire sospetti terroristi, nonostante le controversie legali ed etiche per le vittime civili. In Europa rilancia la collaborazione con l'UE, che vede come un pilastro dell'ordine globale a guida americana e opera il reset con la Russia di Putin (ottenendo aiuto sull'Afghanistan, Iran e New Start); ma non prevede – e non si oppone con sufficiente durezza all'invasione russa dell'Ucraina del 2014 che risulta nell'annessione della Crimea e la destabilizzazione del Donbas. Le difficoltà in Medioriente ed Europa gli impediscono di dare maggiore sostanza al famoso pivot to Asia. Mantiene però relazioni molto buone con l'India e relativamente cordiali con la Cina, nonostante quest'ultima si faccia più aggressiva nel Mar cinese meridionale e sul fronte dello spionaggio. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il 21 ottobre la vicepresidente degli Stati Uniti e candidata presidente Kamala Harris ha partecipato a tre eventi elettorali insieme all'ex deputata repubblicana Liz Cheney. Con Alessio Marchionna, editor di Stati Uniti di InternazionaleLa Cop 16 punta a rafforzare gli obiettivi per la salvaguardia della natura fissati dalla comunità internazionale alla Cop15 nel 2022. Con Camilla Desideri, editor di America Latina di Internazionale, e Gabriele Crescente, editor di ambiente di Internazionale.Oggi parliamo anche di:Parole Chiave • Intelligenza artificiale. 10 ambiti della nostra vita che stanno cambiando per sempre (Rizzoli)Disco • Cutouts di The SmileCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Kamala Harris ha cambiato idea sul cosiddetto fracking, la fratturazione idraulica usata per l'estrazione di gas naturale e petrolio. Per i Repubblicani è un esempio che dimostra come l'attuale vicepresidente degli Stati Uniti sia una volta marsina. Di lei non ci si può fidare.Dal 2009 ad oggi il fracking ha trasformato gli Stati Uniti nel più grande produttore di petrolio e gas naturale al mondo. Il paese ha quasi azzerato la sua dipendenza energetica dall'estero. Con effetti positivi sui costi dell'energia per i consumatori americani, sull'economia, sulla creazione di posti di lavoro e sulle relazioni tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Abbandonare questa tecnica, che si concentra in alcuni Stati americani, avrebbe quindi implicazioni altrettanto importanti per il paese.Quale direzione vogliono prendere gli Stati Uniti in ambito energetico-ambientale? Donald Trump difende a spada tratta l'industria dei carburanti fossili. Kamala Harris punta soprattutto sulle energie rinnovabili.Ne discutiamo a Modem con:MARIO DEL PERO – professore di Storia degli Stati Uniti e Storia della politica estera americana a Sciences Po, ParigiEMANUELE BOMPAN - direttore di Materia Rinnovabile, magazine internazionale d'informazione sulla transizione ecologicaA portarci nel cuore della questione, un reportage di Andrea Vosti dalla Pennsylvania, uno degli Stati che figura tra i principali produttori di gas naturale proprio attraverso la tecnica del fracking e che fino all'ultimo rimarrà in bilico tra Repubblicani e Democratici
Trump e Harris sono raffigurati come dei “basket”all'interno dei quali sono posizionate le aziende che potrebbero crescere o perdere a seconda di chi vincerà le elezioni. Ma gli storici equilibri tra Democratici e Repubblicani sembrano invertiti, aprendo a nuovi dilemmi per la politica statunitense e il futuro dell'ordine globale. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Scontro anche su democrazia e assalto al Congresso.
La convention democratica che ha ufficialmente indicato Kamala Harris come candidata nella corsa alla Casa Bianca del partito, ha rivoluzionato la sua comunicazione.Kamala non è più l'incarnazione di una sinistra radicale arrabbiata, rancorosa e nascosta dall'unica bandiera dell'antirazzismo, ma anzi simbolo del sogno americano, in un messaggio positivo e di speranza ripreso dall'Obama del 2016. “Yes we can” è diventato “Yes she can!”Nel frattempo i Repubblicani non restano a guardare, e incassano l'endorsement a Donald Trump da parte di Bob Kennedy Jr. Un cognome importante per un figura divisiva e controversa, ma che potrebbe rivelarsi uno degli arbitri della prossima elezione a Presidente degli Stati Uniti d'America.
Ohio contro Minnesota. Vance contro Walz. Repubblicani contro democratici. Kamala Harris ha scelto il suo running mate, sarà il governatore del Minnesota a sfidare Vance, il cantore del popolo MAGA scelto da Trump. In questa puntata facciamo un viaggio nel Midwest, nell’America profonda e quindi nelle radici dei due possibili vicepresidenti degli Stati Uniti d’America. In mezzo gli insulti, i nuovi slogan e il dibattito televisivo di settembre.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Il candidato repubblicano per la vicepresidenza degli Stati Uniti J.D. Vance non ha solo cambiato idea su chi l'ha scelto per questo ruolo, Donald Trump, ma anche su come affrontare la crisi climatica. Vi raccontiamo come il candidato è progressivamente scivolato verso il negazionismo su questo tema e quali drammatiche conseguenze ciò potrebbe avere. Scriveteci all'indirizzo segnalazioni@facta.news o segnalateci le notizie che volete verificare al numero 3421829843.Seguiteci sul nostro sito Facta.news, sui nostri profili Facebook, Instagram, Twitter, Telegram e TikTokCondotto da Simone Fontana e Anna Toniolo Episodio scritto da Simone Fontana e Anna Toniolo Prodotto da Jessica Mariana MasucciLink utiliJ.D. Vance, il negazionista climatico che Trump ha scelto come possibile vicepresidente - Facta.newsCREDIT BRANI“Dynamic world” di StockStudio “Cinematic Time Lapse” di Lexin Music
L’effetto luna di miele per Kamala Harris, i toni e la rabbia di Donald Trump. In questa puntata affrontiamo il fattore decisivo di questi ultimi 100 giorni di campagna elettorale: i soldi. Chi sono i finanziatori dei Repubblicani e quali quelli dei Democratici? Dalla Silicon Valley di destra, appassionata del Signore degli Anelli, alla svolta pop della candidata dem, fino ai sondaggi e all’attesa per la convention dem di Chicago. Tutto si tiene e tutto ruota attorno ai dollari.See omnystudio.com/listener for privacy information.
ANSA - di Claudio Salvalaggio.Servono voci nuove, 'Harris tosta e capace'. 'Finirò il lavoro'.
Kamala Harris, in un giorno dal ritiro di Joe Biden, ha raccolto 81 milioni di dollari per la sua campagna elettorale e il l'endorsement dei delegati necessari ad ottenere la nomination da candidata del partito democratico alla corsa alla Casa Bianca. Un record.In poche ore ha saputo accendere l'entusiasmo dell'elettorato democratico, che in politica è un valore assoluto: l'entusiasmo è contagioso. Joe Biden non poteva più battere Donald Trump, Kamala può farlo.Gli strateghi di Kamala hanno 100 giorni di campagna per raccontare la sua storia, senza farla definire dai Repubblicani. Per molti uno svantaggio, per tanti altri uno scenario nuovo e mai così vantaggioso, peraltro a pochi giorni da quando Trump ha toccato il suo picco di popolarità e oggi deve ripartire quasi da zero contro un candidato nuovo.Quella tra Trump e Kamala è prima di tutto una battaglia culturale tra un'America che vuole emergere, quella rappresentata da Kamala, e un'America che non vuole sparire, quella di Trump.La sfida è aperta, come mai.
Essere una vice significa sì essere la seconda carica più importante degli Stati Uniti ma anche stare all'ombra del proprio capo. Vi raccontiamo la storia di Kamala Harris #attualità #usa #elezioni #melepodcast #instagram #torcha Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
MILANO (ITALPRESS) - Nel ventottesimo episodio del format Italpress "USA 24 - Verso le presidenziali negli Stati Uniti", Claudio Brachino e Stefano Vaccara fanno il punto sul passo indietro di Joe Biden rispetto alla ricandidatura alla Casa Bianca, con l'endorsement alla sua vicepresidente Kamala Harris, e sulle conseguenze per la campagna di Donald Trump.sat/gsl
MILANO (ITALPRESS) - Nel ventottesimo episodio del format Italpress "USA 24 - Verso le presidenziali negli Stati Uniti", Claudio Brachino e Stefano Vaccara fanno il punto sul passo indietro di Joe Biden rispetto alla ricandidatura alla Casa Bianca, con l'endorsement alla sua vicepresidente Kamala Harris, e sulle conseguenze per la campagna di Donald Trump.sat/gsl
Si chiama Project 2025 e secondo alcuni se verrà attuato potrebbe trasformare gli Stati Uniti in una autocrazia. Ve lo raccontiamo #attualità #usa #trump #melepodcast #spotify #torcha Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Joe Biden si è ritirato dalla corsa alla Casa Bianca.Si conclude così una settimana ricca di eventi pazzeschi, cominciata da un attentato a un candidato ex presidente come Donald Trump e attraversata dalla nomina a JD Vance a vicepresidente per i Repubblicani e al peggior crollo informatico globale di sempre, conclusa con un altro evento storico.Come dicevamo nelle scorse puntate di questo podcast, dopo il disastroso dibattito di Joe Biden contro Trump il piano era già inclinato ed era ormai soltanto questione di tempo perché il presidente in carica rinunciasse alla corsa che appariva ormai impossibile per la sua età e le sue condizioni fisiche.Joe Biden ha già dato il suo enormemente alla vice Kamala Harris, che ora dovrà raccogliere i delegati necessari alla candidatura ufficiale per i democratici alla Convention di Chicago di fine agosto. Una scelta, quella di Biden, da una parte scontata per non sconfessare gli ultimi 4 anni e dare continuità alla sua presidenza e alla sua corsa elettorale.Entriamo ora in una terra di nessuno, che vivremo come sempre ogni settimana nel nostro podcast.CREDIT - LiveNOW from FOX: "BREAKING: Biden drops out of 2024 presidential race | LiveNOW from FOX” on YouTube.
L'apertura di giornata, con le notizie e le voci dei protagonisti. Tutto in meno di 30 minuti.Si chiude la Convention dei Repubblicani guidati da Trump a quasi una settimana dall'attentato. L'evento di Milwaukee, nel Wisconsin, ha portato ufficialmente Donald Trump ad accettare formalmente la nomina per le prossime elezioni presidenziali del 5 novembre. Facciamo il punto insieme a Marco Valsania, corrispondente de Il Sole 24 Ore da New York.
Mentre i partiti della sinistra si sono accordati per presentarsi uniti, Eric Ciotti, il presidente partito di centrodestra dei Repubblicani, ha detto di essere pronto a fare un accordo elettorale con il Rassemblement national, che ha trionfato alle elezioni europee. Il 5 giugno gli Stati Uniti hanno temporaneamente chiuso il confine con il Messico a tutti i migranti irregolari, dopo che il presidente Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo che irrigidisce le norme sull'immigrazione. CONMarc Semo, giornalista, da ParigiAlessio Marchionna, editor di Stati Uniti di InternazionaleAnnalisa Camilli, giornalista di InternazionaleFrancia: https://www.rainews.it/video/2024/06/elezioni-europee-2024-jordan-bardella-rassemble[…]sulla-francia-video-6e2f4dc3-6f2d-4d76-9ef8-d0edc6617113.htmlBiden: https://edition.cnn.com/videos/politics/2024/06/04/biden-immigration-border-executive-action-cnc-digvid.cnnArticolo: Quando stare bene diventa un'ossessione di Serena Smith https://www.internazionale.it/magazine/serena-smith/2024/06/06/quando-stare-bene-diventa-un-ossessioneDisco: In this city they call you love Richard HawleySe ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcastScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.
Francia: dopo il voto europeo e in vista di quello nazionale si profila l'asse tra Le Pen e repubblicani. Sentiamo Anna Bonalume, giornalista freelance italo-francese in collegamento da Parigi, autrice di “Un mese con un populista” (Tab Edizioni). In occasione della giornata mondiale contro il lavoro minorile, Unicef pubblica un quadro del nostro paese: nel 2023 oltre 78 mila giovani tra i 15 e i 17 anni al lavoro. Con noi Domenico Della Porta, coordinatore dell'Osservatorio UNICEF per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile. Auto elettriche: l'Ue verso i dazi alla Cina, mentre Stellantis si sfila dalla produzione a Termoli. Ne parliamo con Alberto Orioli, vicedirettore vicario del Sole 24 Ore.
Il voto in Francia e l'alleanza (mai vista) tra Le Pen e i Repubblicani - Europee 2024: chi ha votato chi?
Putin sfida il G7, navi con missili ipersonici a Cuba
1. La crisi in Medio Oriente. Nuovo raid israeliano su un centro delle Nazioni Unite a Rafah, nel sud di Gaza. Il responsabile delle operazioni umanitarie dell'ONU, Griffiths: tutto questo deve finire. 2. In Sudan 25 milioni di persone sono a rischio fame. Lo dicono le agenzie umanitarie. Dopo quasi un anno di guerra civile il paese rischia di diventare teatro della più grave crisi alimentare al mondo. 3. Sarà nuovamente Trump contro Biden. Repubblicani e democratici hanno scelto. A novembre le elezioni per la Casa Bianca passeranno dalla ripetizione della sfida del 2020. 4. Kazakistan: fine di un'epoca. Un libro dedicato alla storia della ex-repubblica sovietica, che fa luce sull'importanza dell'Asia Centrale per gli equilibri globali 5. Romanzo a fumetti. Emily Dickinson, la graphic novel di Liuba Gabriele
I risultati del Super Tuesday delineano uno scenario prevedibile. Le primarie anticipano l'ufficializzazione delle candidature dei due protagonisti, Biden per i Democratici e Trump per i Repubblicani. Nikki Haley si ritira dalla corsa presidenziale.
L'ex Presidente americano Donald Trump, in corsa per la primarie dei Repubblicani per sfidare Joe Biden nell'imminente corsa alla Casa Bianca, "è candidabile" secondo la Corte Suprema. Soltanto il Congresso potrebbe fermarlo. Ci colleghiamo con il nostro Marco Valsania da New York.Poi in Italia con il fermento attorno al cosiddetto "dossieraggio" sul quale indaga la Procura di Perugia. Ne parliamo con Emiliano Fittipaldi, Direttore del quotidiano Domani.Italia ancora accerchiata dal maltempo. Una slavina ha bloccato 6mila residenti a Gaby, in Valle d'Aosta. Gli aggiornamento con il sindaco di Gaby, Francesco Valerio.In chiusura il calcio, con gli aggiornamenti di Dario Ricci per Inter-Genoa.
Il dilemma dei rivali repubblicani di Trump
1- Nella striscia di Gaza oltre 600 pazienti e la maggior parte degli operatori sanitari dell'ospedale Al-Aqsa a fuggire a causa dei bombardamenti. ( Enrico Vallaperta, coordinatore medico di MSF all'ospedale di Al-Aqsa) , 2- Anthony Blinken a Tel Aviv per l'ultima tappa della sua missione. Il punto di Esteri 3- Francia. Con la nomina a Primo Ministro di Gabriel Attal, 34 anni, Macron intende rilanciare il secondo mandato e sfidare Marine Le Pen alle elezioni europee. 4-Germania. Governo in difficoltà per gli scioperi degli agricoltori contro il caro carburante ( Alessandro Ricci) 5-Spagna. Nuove misure di politica sociale a sostegno dei redditi più bassi e la classe media. ( Giulio Maria Piantadosi) 6-Diario americano. Repubblicani, guerra civile e razzismo. ( Roberto Festa) 7- Rubrica sportiva. La crisi di Benzema ennesima conferma del flop del calcio saudita. ( Luca Parena)
La Corte Suprema del Venezuela sospende i risultati delle elezioni primarie dell'opposizione e il piano dei Repubblicani per gli aiuti a Israele
C'è del gossip riguardante Sgarbi e il governo, in Ucraina la situazione è sempre critica e in Giappone hanno leggi ragguardevoli. Questo e altro nella puntata di oggi, buona giornata! --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vitamine-factanza/message
La puntata di oggi è quasi interamente dedicata alla situazione nella striscia di Gaza con i servizi di Emanuele Valenti, Ahmed Odeh, Emiliano Brancaccio - Usa. Repubblicani votano il nuovo speaker della Camera con Roberto Festa. - Gb: Congresso Labour Party con Daniele Fisichella
Oggi parliamo dell'addio alla pensione d'oro in Portogallo, dei repubblicani Usa che cacciano lo speaker della Camera McCarthy, dell'oltre un miliardo di euro di multe per infrazioni Ue. ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Estate intensa, per l'ex presidente degli Stati Uniti, simboleggiata dalla foto segnaletica che resterà nella storia. Un'immagine scattata nel carcere della Georgia dove The Donald è stato arrestato (e rilasciato su cauzione) per il tentativo di influenzare il conteggio dei voti nel 2020. E intanto è partita ufficialmente la corsa alla nomination, racconta Viviana Mazza. Un intreccio continuo tra politica e giustizia, che ci accompagnerà fino al voto per la Casa Bianca del novembre 2024. E il mondo assiste preoccupato, spiega Federico Rampini.Per altri approfondimenti:Trump si presenta al carcere di Atlanta per l'arresto: “Non ho fatto nulla di male”La foto segnaletica di Trump: marchio di infamia o inizio del riscatto?Usa, primo dibattito fra i repubblicani: Trump non c'è ma la sua ombra oscura gli altri candidati
L'allargamento del gruppo BRICS. Il dibattito televisivo tra i candidati Repubblicani in USA Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
A Globo parliamo di elezioni che sembrano lontanissime, e che invece sono molto più vicine di quanto possiate pensare. Le elezioni presidenziali americane saranno nel novembre del 2024, quindi fra ben più di un anno, ma negli Stati Uniti la campagna elettorale, di fatto, è già cominciata: dobbiamo cominciare a prepararci. Oggi parleremo del Partito Repubblicano, perché tra i Repubblicani le cose sono molto più effervescenti. Il candidato di gran lunga favorito è Donald Trump, ovviamente, ma assieme a lui ci sono altri candidati molto interessanti, a partire da Ron DeSantis. Ne parliamo con Viviana Mazza, che è corrispondente dagli Stati Uniti per il Corriere della Sera. I CONSIGLI DI VIVIANA MAZZA – “Il tramonto della democrazia” di Anne Applebaum – “Joe Biden, American Dreamer”, di Evan Osnos – La serie tv “The Diplomat”, su Netflix Globo è un podcast del Post condotto da Eugenio Cau. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
1-Stati Uniti. Sul debito pubblico è braccio di ferro tra joe Biden e Repubblicani. La camera, controllata dalla destra, e ha innalzato il tetto ma ha imposto forti restrizioni allo stato sociale. La Casa Bianca minaccia di porre il veto. ( Roberto Festa) 2-Germania. Dopo 22 anni la CDU torna a guidare Berlino considerata la roccaforte della sinistra. Decisivo per l'elezione del nuovo sindaco l'estrema destra AfD, con i suoi 17 consiglieri. ( Walter Rahue) 3-Sudan. La comunità internazionale spinge per l'estensione della tregua a Kartum tra esercito e paramilitari. L'intervista a Elisabetta Piantalunga e Sebastiano Mazzotta dell'ong OVCI 4-Gran Bretagna. Il punto sul giro di vite per le richieste di asilo. Con il voto positivo del parlamento, londra ha fatto un deciso passo verso la violazione del diritto internazionale ( Daniele Fisichella) 5-Il concerto si farà. Roger Waters vince la battaglia legale contro la città di Francoforte. Secondo i giudici non sono atti di antisemitismo gli appelli al boicottaggio di Israele. ( Marcello Lorrai)