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In questo episodio, ti porteremo tra le strade della capitale francese per rivivere minuto per minuto l'assalto alla Bastiglia: le ragioni della rivolta, le paure della nobiltà, il ruolo di Luigi XVI e l'eco di quell'evento nei secoli successivi.
La presa della Bastiglia aveva obbligato il Re a prendere atto della nuova realtà, un'Assemblea, in rappresentanza del popolo, aveva preso la guida della nazione. La Costituente così poté iniziare i suoi lavori, che non si limitarono alla stesura di un testo di costituzione, ma che riformarono in profondità la struttura sociale, economica e politica della Francia. Alla conclusione dei lavori della Costituente, dopo la firma del sovrano della Costituzione, sembrò a tutti che la Rivoluzione fosse terminata, che una nuova era di pace e prosperità si aprisse per la Francia. Così non sarà.
La crisi dell'Ancien Regime, i cui motivi antichi e profondi abbiamo esaminato nella precedente conversazione subì, agli inizi del regno di Luigi XVI, una improvvisa accelerazione, a causa del baratro in cui stava sprofondando la finanza pubblica; per sanare una situazione divenuta ormai drammatica era stato chiamato a Parigi un finanziere svizzero, Jacques Necker, la cui opera, però, si era dimostrata insufficiente a risolvere i problemi di fondo della Francia, che erano di natura fiscale e, quindi, politica. Giunto allo stremo, l'esecutivo si era risolto a rivolgersi al Paese, con la convocazione degli Stati Generali, che nei periodi precedenti costituivano un organo consultivo per la monarchia; in questo caso, al contrario, i delegati, una volta riuniti, pretesero di disporre di un potere reale, in qualità di delegati della nazione e si costituirono in Assemblea Nazionale, con l'impegno di dare alla Francia una Costituzione. La rivolta di Parigi, con la presa della Bastiglia, sancì e rese irrevocabile l'investitura dell'Assemblea.
Ehh la rivoluzione francese, quando il buon vecchio popolo era ancora in grado di insorgere. Aspetta.. il popolo? In questa puntata il nostro ormai amichevole storico di quartiere Guido Damini ci spiega perché il popolo nello scoppio della rivoluzione francese c’entra ben poco. Siete sorpresi? Allora lo sarete ancora di più quando sentirete cosa ci ha raccontato sulla famosa presa della Bastiglia.See omnystudio.com/listener for privacy information.
In questa lezione approfondiamo il rapporto tra i contadini e i fatti della Rivoluzione francese, che nell'estate del 1789 ha già visto la rivolta dei deputati del terzo stato a Versailles (il giuramento della sala della pallacorda) e il 14 luglio con la presa della Bastiglia da parte dei sanculotti delle città. Nell'agosto è il turno della rivolta contadina. Questo ci dà la possibilità di riflettere sulle specificità dei bisogni dei contadini e sulla cultura contadina, che esiste anche in assenza di istruzione formale, cosa che ci porta a citare le riflessioni di Pier Paolo Pasolini e sulla corruzione della cultura autentica degli italiani con una falsa cultura mal appresa e mal digerita nelle aule scolastiche delle scuole elementari. Tornando alla storia francese, parliamo della Grande Paura e proviamo a spiegarne le ragioni e le modalità di azione, richiamando per analogia le azioni dei luddisti durante la rivoluzione industriale. La lezione prosegue parlando del corteo delle donne, che muove da Parigi alla volta di Versailles per "scortare" la famiglia reale fino al palazzo delle Tuileries nel cuore della capitale francese, in modo che rimangano in ostaggio del popolo. Qualche accenno sull'aggressività della rivoluzione nei confronti della Chiesa e poi il suono della campanella. In copertina: Maria Antonietta costretta dal corteo delle donne furibonde ad affacciarsi alla finestra della Reggia di Versailles. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefano-dambrosio5/message
In questa lezione aggrediamo l'evento maggiormente rappresentativo della Rivoluzione francese, ovvero l'assalto alla fortezza della Bastiglia. In primo luogo ci domandiamo che senso avesse questo moto di ribellione popolare proprio nel momento in cui le cose, a Versailles, sembravano aver preso la piega giusta. In seguito riflettiamo sul concetto di 'guardia civica' e sulla saldature fra le diverse anime rivoluzionarie, che per lunghi tratti cooperano e si sostengono vicendevolmente, mentre in altri momenti si dissaldano e si ostacolano. Proviamo poi a rispondere all'apparente incongruenza per cui una milizia dei sanculotti è capeggiata da un aristocratico doc come Joseph de La Fayette. In copertina: il tricolore è uno dei tanti simboli rivoluzionari, che manda in soffitta le insegne dinastiche dei Borboni. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefano-dambrosio5/message
Anche in Italia, in sintonia con echi internazionali, dalla fine degli anni Sessanta trovano spazio le lotte e le prime conquiste sociali delle persone con disabilità: una storia fino a questo momento poco conosciuta e che questo volume ricostruisce e pone in evidenza. "Lotta per l'inclusione" di Enrichetta Alimena è il libro che ricostruisce e da dignità storica a donne e uomini con disabilità che hanno espresso la volontà di esserci e di essere parte del cambiamento. Ne parliamo con diversi attivisti del Disability Pride e ci interrogiamo, a modo nostro, su ciò che ci otiva a fare attivismo.
Età consigliata: 7+Giusto in tempo per il 14 luglio, anniversario della Presa della Bastiglia, un racconto per bambini sullo scandalo della collana di diamanti di Maria Antonietta! ...o forse era di Re Luigi XV?Riadattato da Historic Tales: The Romance of Reality. Vol. 06, French, di Charles Morris.Disponibile anche in versione video leggi e ascolta sul nostro canale Youtube.Visita e segui la nostra pagina instagram @lestoriedelgattoblu_!Credits layout & cover vectors: vectorpouch, pikisuperstar, macrovector - www.freepik.comMusics by: JuliusH, Ashot-Danielyan-Composer, GuilhermeBernardes, MondayHopes, Jon_Nathan, Muzaproduction, DaddysMusic - www.pixabay.comCopyright 2023 © Le Storie del Gatto Blu Copyright2023 © Silvia Festa
Prima giornata di sciopero in Francia contro la riforma delle pensioni, una prova di forza per Emmanuel Macron, con l'allungamento da 62 a 64 anni dell'età pensionabile come principale provvedimento che suscita la protesta delle opposizioni e dei sindacati. I trasporti, le scuole, gli ospedali, oltre a raffinerie e stazioni di servizio, sono i settori più colpiti dall'agitazione. I lavoratori del settore pubblico dell'elettricità EDF hanno calato la produzione dell'energia annunciando "oltre 7.000 megawatt di calo di produzione senza alcun impatto sugli utenti". Il ministero dell'Interno ha mobilitato 10.000 fra poliziotti e gendarmi per far fronte ad una mobilitazione che potrebbe raggiungere il milione di persone. A Parigi, corteo dalle 14 da place de la République alla Bastiglia, fino a place de la Nation. Emmanuel Macron oggi è in Spagna per un incontro fissato da tempo per la firma del Trattato di Bacellona, se la situazione dovesse complicarsi potrebbe rientrare in fretta. L'età pensionabile salirebbe fino a 64 anni nel 2030, con un aumento progressivo da subito di 3 mesi ogni anno. Ricordiamo che in Italia e Germania (nel 2031) l'età pensionabile è a 67 anni, in Spagna 66 (ma nel 2031 a 67) e in Francia appunto a 62. In media nella zona euro l'età di pensionamento è a 64,99 anni. Ne parliamo con Danilo Ceccarelli, collaboratore del Sole 24 ore da Parigi. Al via Vicenzaoro dal 20 al 24 gennaio. Export del settore +27% nei primi mesi del 2022 Apre domani, venerdì 20 gennaio, sino a martedì 24 gennaio, VOJ Vicenzaoro January The Jewellery Boutique Show l appuntamento internazionale di riferimento in Europa del settore orafo-gioielliero. Ci si aspetta la più grande Vicenzaoro in quasi 70 anni di storia dato che ci saranno oltre 1.300 brand espositori provenienti da 36 Paesi. La fiera ospita i top brand della gioielleria di alta gamma e il meglio dell'orificeria made in Italy. Il 40% proviene dall'estero. 400 i buyer da oltre 60 paesi. Il dato che spicca è quello che riguarda l'export: +27,2% in valore nei primi 9 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo 2021. E +41,4% se confrontato con lo stesso periodo 2019. Atteso il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nella cerimonia di apertura. Approfondiamo il tema conMarco Carniello, Global Exhibition Director per la divisione Jewellery&Fashion di Italian Exhibition Group. Snam: balzo degli investimenti a 10 miliardi per rafforzare la sicurezza energetica Un occhio puntato sul breve periodo per continuare a gestire l emergenza scatenata dalla decisione della Russia di ridurre progressivamente le forniture di gas. E un altro focalizzato sulla media-lunga distanza con l obiettivo di rafforzare gli asset strategici per la sicurezza energetica del Paese. Al servizio del quale Snam si è posta con decisione negli ultimi mesi, con l arrivo di Stefano Venier al timone. Si muove su questo doppio livello il nuovo piano strategico del gruppo, presentato oggi, giovedì 19 gennaio, al mercato, il primo firmato dal nuovo ad e che prevede un balzo degli investimenti, con uno sforzo di 10 miliardi da qui al 2026 (+23%). Accanto allo sforzo destinato alla rete di trasporto, Snam concentrerà 1,3 miliardi nell ampliamento e rinnovo dei siti di stoccaggio, a partire da Alfonsine (Ravenna), che farà salire del 15% la capacità su questo versante, mentre 1,4 miliardi serviranno sul fronte del Gnl con un significativo aumento legato all acquisto che il gruppo ha realizzato su mandato del governo di due rigassificatori galleggianti, destinati a Piombino e a Ravenna, e dei relativi investimenti infrastrutturali. Ne parliamo con Stefano Venier, amministratore delegato di Snam.
Il segretario personale di Luigi XVI, per non turbarlo, non aveva ritenuto necessario informarlo di quanto era accaduto quel giorno alla Bastiglia: era "solamente" l'inizio della Rivoluzione Francese, un fatto che avrebbe sconquassato il mondo.
Guia Soncini"L'economia del sé"Breve storia dei nuovi esibizionismiMarsilio Editorihttps://www.marsilioeditori.it/C'era una volta la vita privata: era il luogo in cui ti provavi vestiti e ti accoppiavi, ti lamentavi del capufficio e violavi gli arresti domiciliari, cucinavi e sanguinavi. Poi sono arrivati i telefoni con incorporato un obiettivo fotografico. «Il bello di questo secolo è che, quando pensi che il senso del pudore sia azzerato, esso ti sorprende scendendo sotto lo zero». L'esibizionismo è diventato non solo normalità, ma diritto; non solo diritto tuo a esporti, ma dovere degli altri di trovarti interessante. La nostra «presa della Bastiglia è la presa della visibilità da parte dei mediocri. L'unico eccezionalismo che tolleriamo è l'eccezionalismo di massa».Nella sua nuova indagine sulle follie contemporanee, Guia Soncini individua alcuni punti chiave di questa religione ombelicale, a cominciare dal momento in cui Chiara Ferragni ha inventato l'economia del sé e risalendo fino a Monica Lewinsky, il cui principale errore fu essere in anticipo su un tempo in cui pretendere attenzione è diritto, dovere, norma e pratica comune. Tra le ingenuità della militanza su internet e l'esibizionismo bipartisan che annulla ogni differenza anche in politica, da Calenda a Salvini, un viaggio nella livella social che rende uguali il calciatore e l'intellettuale, la influencer e la deputata, dove «la merce siamo noi, nessuno si senta escluso». Cercando una risposta alle domande che ci assillano quando siamo merce e vetrina, venditori e prodotti, illusionisti e oltranzisti della trasparenza. Certo che potremmo sottrarci al salire sul palcoscenico, ma tutti hanno una telecamera in tasca, e «se comunque finisce che mi fotografate di soppiatto voi, tanto vale pubblichi la mia vita io».Guia Soncini ha scritto per riviste, quotidiani, radio, tv, cinema. Il suo primo libro è Elementi di capitalismo amoroso (2008). Nel 2012, Come salvarsi il girovita è stato uno dei primi e-book self-published ad arrivare al primo posto nella classifica di vendite di Amazon. Nel 2013, con I mariti delle altre, ha vinto il Premio Forte dei Marmi per la satira. Nel 2015 ha pubblicato Qualunque cosa significhi amore e La repubblica dei cuochi. Per Marsilio ha pubblicato L'era della suscettibilità (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Versione audio: La Tour Eiffel, in italiano Torre Eiffel, fu progettata e costruita dall'ingegnere francese Gustave Alexandre Eiffel (1832-1923), da cui prese il nome, per l'Esposizione di Parigi del 1889, organizzata nel centenario della presa della Bastiglia. Il sito scelto fu quello del Campo di Marte, una vasta area posta nei quartieri occidentali di Parigi […] L'articolo La Torre Eiffel, simbolo di Parigi proviene da Arte Svelata.
Intanto Buona Presa della Bastiglia a tutti, in questa piccolissima puntata il protagonista è uno dei duchi di Lauzun, Armand Louis che ho incontrato per caso mentre cercavo un altro duca di Lauzun. Lui però è speciale, perché trovo fosse la quintessenza dell'aristocrazia. È condannato alla ghigliottina sali sul patibolo con un bicchiere di vino in mano brindando alla salute del boia. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/le-strade-di-parigi/message
1789 Presa della Bastiglia - 1948 Attentato a Palmiro Togliatti
La presa della Bastiglia
L'uomo nella maschera di ferro è un personaggio di fantasia o è esistito realmente? E se è esistito, perché la sua identità era tenuta nascosta? Un mistero che ancora oggi attende soluzione...Aderisci alla pagina PATREON e sostieni i miei progetti e il mio lavoro: http://patreon.com/massimopolidoroRicevi l'Avviso ai Naviganti, la mia newsletter settimanale: https://mailchi.mp/massimopolidoro/avvisoainaviganti e partecipa alle scelte della mia communitySeguimi:Instagram: https://www.instagram.com/massimopolidoro/ Gruppo FB: https://www.facebook.com/groups/MassimoPolidoroFanClub Pagina FB: https://www.facebook.com/Official.Massimo.Polidoro Twitter: https://twitter.com/massimopolidoro Sito e blog: http://www.massimopolidoro.com Iscriviti al mio canale youtube: https://goo.gl/Xkzh8A
La rivoluzione francese. 1789 dall'assemblea Nazionale costituente alla presa della Bastiglia (14 luglio), all'abolizione dei privilegi (4 agosto), alla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (26 agosto).
Estate - una stagione di racconti tra l'analogico e il digitale
La presa della Bastiglia
Oggi la parola privilegio, al di la del suo significato teorico e sentimentale, tende a fare riferimento più che altro a benefit di cui godono coloro che ricoprono determinati ruoli, come ad esempio i politici: basti pensare a vitalizi, aerei di stato e auto blu, che tanto sdegno suscitano nella popolazione. Le frasi sui privilegi ci parlano di cosa significa essere dei privilegiati. In passato però i privilegi erano ben altri, tanto da scatenare rivoluzioni, trattati e teorie filosofiche. I privilegi dell’antichità Il concetto di privilegio non è certo legato ai tempi moderni, se si pensa al diritto romano e alla stratificazione della società: proprio l’esistenza del privilegio ha infatti dato vita alla nascita di classi sociali e, con esse, alle future rivolte. Nell’antica Roma i privilegi erano prerogativa dei patrizi, ovvero i diretti discendenti dei fondatori della patria: erano ricchi e solo loro potevano ricoprire cariche pubbliche e accedere al Senato. Molti invece erano i doveri dei plebei mentre gli schiavi erano trattati alla stregua di un oggetto, la cui vita e morte era decretata, anche solo per mero capriccio, del padrone. Prima ancora c’erano i Greci che suddividevano la società in classi sociali, ognuna con i propri privilegi: i governanti, i filosofi, i guerrieri e infine gli agricoltori. Questo modus vivendi continuerà a vivere, assumendo quel nome di Ancient Regime, ovvero quell’organizzazione sociale che caratterizzava molti stati europei fino alla fine del ‘700. I privilegi e la Rivoluzione Francese Se si pensa al periodo storico che ha visto i privilegi come la causa scatenante di un evento straordinario che oggi si studia sui libri di storia, quello è il 1774. In quel tempo la Francia era una monarchia assoluta, dove il re era considerato legittimato da Dio: Luigi XVI regnava un paese in fortissima crisi economica. I privilegi erano in mano a pochi, prerogativa del clero e dell’aristocrazia: il clero ad esempio non pagava le tasse sulle terre e ogni parroco riceveva dai fedeli anche una decima; anche gli aristocratici erano quasi esenti da tasse, erano giudici nelle cause minori, potevano andare a caccia e ricevevano gran parte del raccolto lavorato dal resto del popolo. Questi privilegi goduti da pochi a dispetto dell’80% della popolazione portò alla fame e scatenò la Rivoluzione Francese iniziata il 14 luglio del 1789 con la presa della Bastiglia. Con questa rivolta del popolo francese si cancellò per sempre quell’immobilismo sociale ed economico che caratterizzava l’Ancient Regime.
Oggi Erik Zauli ci racconta "La campana della Bastiglia"
Il 14 luglio Parigi ogni anno celebra il furto d'armi e polveri più proficuo della storia. La città si accende e le luci per le quali va famosa diventano fuochi d'artificio.Per l'occasione Francesca Bianchi, assistente personale di Renzo Piano, ci accoglie virtualmente nella sua casa parigina.Si beve un caffè di metà mattina, si ascolta musica rigorosamente francese, si parla della Ville Lumière, si sogna la Rivoluzione.Non occorrono inviti. Siete già della Comune e ... sous les pavés, la plage...
Ieri è stato l'anniversario della presa della Bastiglia, che segna l'inizio della Rivoluzione francese. Lo storico Luca ci spiega i motivi che la causarono e i primi eventi di quegli anni travagliati
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5877LA DISTINZIONE POLITICA TRA DESTRA E SINISTRA NASCE DURANTE LA RIVOLUZIONE FRANCESE di Luciano GaribaldiAnche se Luigi XVI non fu l'unico Re condannato a morte e giustiziato in seguito ad una rivoluzione o ad una guerra civile tra i propri sudditi, la sua tragedia resta pur sempre determinante per tutti i successivi sviluppi della storia contemporanea, fino ai nostri giorni.La sua morte pose fine alla divisione millenaria tra nobili e plebei. Fu in quella circostanza che nacque la divisione politica tra Destra e Sinistra: una muraglia che ha resistito più di due secoli ma che ora, se Dio vuole, sta presentando più di una crepa. Il processo al Re di Francia ebbe inizio l'11 dicembre 1792, a Parigi, dinnanzi alla Convenzione, ossia il Parlamento unito, costituitosi appena tre mesi prima e formato da settecento rappresentanti del popolo. Presidente Bertrand Barère.Dopo aver regnato per diciotto anni, ora Re Luigi XVI era semplicemente «le citoyen Louis Capet», il cittadino Luigi Capeto, «responsabile - così l'atto d'accusa - di avere distrutto la libertà del popolo francese».L'INGIUSTO PROCESSOTra i capi d'imputazione: avere ordinato alle truppe di marciare su Parigi dopo il 14 luglio 1789 (presa della Bastiglia); essere responsabile dell'«orgia del 3 ottobre 1789», con l'incendio dei tricolori; essere fuggito a Varennes il 20 giugno 1791; avere ordinato la strage del 10 agosto '91; avere protetto i preti refrattari; avere autorizzato il massacro di Campo di Marte.Luigi XVI si presentò alla Convenzione con una redingote nocciola e un gilet bianco. Aveva una barba lunga di parecchi giorni perché in cella gli era stato impedito di usare il rasoio. Gli occhi miopi faticavano a vedere senza occhiali, dei quali pure era stato privato.Dopo avere risposto a tutte le accuse con calma e sicurezza, il Re tenne a dichiarare: «Non ho mai temuto che la mia condotta fosse esaminata pubblicamente», e chiese di avere un avvocato difensore. La richiesta fu accolta e alla seconda udienza, fissata per il 26 dicembre, si presentò l'avvocato Raymond de Sèze, che parlò per tre ore, a più riprese interrotto dalle contestazioni e dalle urla provenienti dai «montagnard» e in particolare da Danton e Robespierre.«L'imputato», esclamò ad un certo punto De Sèze, «non gode dei diritti di un semplice cittadino francese. Cerco tra voi dei giudici, ma non vedo che accusatori. Non solo gli avete tolto le prerogative del Re, che consistono nella inviolabilità della persona reale, ma non gli consentite neppure i più elementari diritti del cittadino».Al termine della faticosa arringa, l'avvocato così concluse: «Io mi fermo di fronte alla storia. Essa giudicherà la vostra sentenza e il suo sarà il giudizio dei secoli!». Riportato in cella, Luigi XVI scrisse il suo testamento raccomandando al figlio di non odiare e non lasciarsi condizionare dalla sorte del padre.Il 4 gennaio del '93 ebbe luogo la terza udienza, nel corso della quale si verificarono forti contrasti tra i deputati. I Girondini, pur di non macchiarsi dell'onta di regicidio, avevano proposto un appello al popolo: un referendum per decidere la sorte del sovrano.Ma Robespierre si era opposto con grinta e con rabbia: «La clemenza che si accoppia alla tirannia è barbarie!». E aveva aggiunto: «Lasciar decidere al popolo significa sostituire il dispotismo con l'anarchia!». Anticipazione perfetta del bolscevismo, ideologia inconciliabile con il concetto stesso di democrazia.Fu Barère a troncare la discussione con la celebre frase: «Il potere sovrano spetta alla Convenzione e non può essere assegnato al popolo». Dopodiché si giunse al voto.LA NASCITA DI DESTRA E SINISTRAAnche se pochi libri di testo lo ricordano, la Sinistra nacque di fatto a Parigi la sera del 20 gennaio 1793, quando il presidente della Convenzione, al termine del processo contro il re Luigi XVI, invitò i favorevoli alla condanna a morte a schierarsi «à la gauche», a sinistra, del salone, e chi invece intendeva salvare la vita di Luigi Capeto, «à droite», a destra.Ci fu un momento di confusione. Molti esitavano, non sapevano dove collocarsi. Non avevano capito quale era la destra e quale la sinistra del grande salone. Quando la confusione si fu un po' calmata, Barère dovette procedere all'appello uninominale, perché i due gruppi del Parlamento, quello a sinistra e quello a destra, potevano sembrare numericamente equivalenti.Il risultato fu: 380 favorevoli all'esecuzione capitale, 310 contrari. La mattina seguente, 21 gennaio 1793, alle 10,22, la testa del Re veniva troncata dalla ghigliottina. Moriva il Re, nasceva la Sinistra. Con una contraddizione che stava alla base stessa del sogno di quella Sinistra.Quando infatti i giacobini gridavano «libérté, égalité, fraternité», non consideravano una realtà di fondo: è impossibile conciliare la libertà con l'uguaglianza. E' un concetto che confligge con la natura umana. Se c'è libertà (di arricchirsi, di fare fortuna, di avere fortuna), non può esserci uguaglianza. C'è chi diventerà ricco, e c'è chi rimarrà povero. Semmai, solo la fratellanza, lo spirito di fratellanza, può attenuare l'ambizione e l'egoismo connaturati nell'uomo. Ma allora si lascia la politica e si entra nell'etica.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5714IL CRISTIANO E' PACIFICO, MA NON PACIFISTA di Rino CammilleriUno dei pallini di questo pontificato, com'è noto, è quello delle armi. Nel senso di, riassumendo e strizzando, «ci sono le guerre perché ci sono i venditori di armi». Naturalmente, tali venditori, cattivi per definizione, sono tutti occidentali, perché, per esempio, Cina, Israele, India, Pakistan (potenze nucleari) non sono particolarmente inclini, per religione o ideologia, a dar retta al Papa.Voi direte, al solito: è colpa di Francesco e della sua teologia della liberazione. Dimenticando che anche il papa precedente non si sottrasse alla simbolica pacifista: in almeno un episodio, in una chiesa romana i bambini furono invitati a deporre ai suoi piedi fucilini, pistoline, carrarmatini e quant'altro, ricevendone in cambio giochi «di pace». Viene in mente, per i più anziani, quel famoso Diario minimo con cui Umberto Eco fece scalpore tra i «compagni» impegnati in quegli anni col Tribunale Russell e il disarmo unilaterale il cui slogan era «meglio rossi che morti».Eco se ne uscì con la «Lettera a mio figlio», contenuta in quel libro, che così spiazzava: «E allora, Stefano... Allora ti regalerò fucili. A due canne. A ripetizione. Mitra. Cannoni. Bazooka. Sciabole. Eserciti di soldatini in assetto di guerra». Naturalmente, il «contrordine compagni» era a senso unico. Ecco qualche scampolo: «...ti insegnerò, certo, che Fantomas era cattivo, ma non verrò a raccontarti, complice della corruttrice baronessa Orczy, che la Primula Rossa era un eroe. Era uno sporco vandeano che dava noie al buon Danton e al purissimo Robespierre, e se giocheremo tu prenderai parte alla presa della Bastiglia», o «Fra Diavolo, grassatore se mai ve ne furono al soldo degli agrari e dei Borboni».Eco ricordava, anche, all'anonimo interlocutore: «E lei, lei che è antifascista si può dire dalla nascita, ha mai giocato con suo figlio ai partigiani? Si è mai acquattato dietro il letto fingendo di essere nelle Langhe e gridando attenzione, da destra arriva la Brigata Nera, rastrellamento, rastrellamento, si spara, fuoco sui nazi?!». Il fatto è che, a furia di pacifismo, qualcuno poteva scordarsi che si trattava di pura ideologia, e strumentale.Naturalmente, quando i rivoluzionari dismettono un vecchio arnese ideologico, ecco che i preti (sempre in ritardo di almeno un paio di rivoluzioni, come ha detto qualcuno) se ne impadroniscono e ne fanno un feticcio. Il direttore Cascioli ha più volte ricordato che non c'è bisogno dei «venditori di armi» per fare stragi. O addirittura genocidi: quello del Rwanda, quasi un milione di morti negli anni Novanta, si svolse a colpi di machete e coltello. Dunque, non c'è bisogno degli F35 per creare ecatombi. C'entrarono i «venditori di armi» negli altri due grandi genocidi del Novecento, quello armeno e quello ebraico?No, solo l'ideologia. Sono le idee che uccidono, anche quelle tribali. Umberto Eco, cui non faceva difetto certo l'acume, avvertiva che l'eccesso di predicazione pacifista snerva, devirilizza, rende inermi "dentro", così che l'avversario ha già vinto senza dover combattere. Il suo ragionamento era orientato, sì, ma è un insegnamento che vale sempre e per tutti. E, si noti, si rivolgeva a suo figlio, un bambino. Non a caso, quando sorse l'astro del gender, tacque. Non cambiò idea, si limitò a star zitto, avendo già dato.Venendo ai cattolici, essi sono pacifici, e non pacifisti. «Si vis pacem para bellum», dicevano gli antichi romani. E la Chiesa cattolica è non a caso Romana. Anche se ha dimenticato la sua «lingua sacra» (caso unico tra le grandi religioni monoteiste), quel latino che ormai si è costretti a tradurre: «Se vuoi la pace preparati alla guerra».
1-Giornata per la libertà di stampa. Il premio Unesco conferito al giornalista egiziano Mahmoud Abu Zeid in carcere dal 5 anni. ..( Riccardo Noury – Amnesty Italia) ..2-Due minuti per spiegare la fine di un'epoca. In un comunicato audio un ex leader dell'Eta basca conferma la dissoluzione del movimento armato nato 60 anni fa. Da Madrid il premier Mariano Rajoy promette zero impunità. ( Emanuele Valenti) ..3-50 anni fa il maggio francese. Quando la Sorbona diventò la Bastiglia del 68. ( Esteri) ..4-Messico: tutti contro Obrador. l'ex sindaco della capitale, grande favorito delle presidenziali di luglio, è attaccato dalla sinistra radicale e dalla destra collusa con i Narcos. ( Andrea Cegna) ..5-Viaggio in Sudan. La seconda puntata del reportage di raffaele Masto. ..6-le città raccontate, migranti, ambiente e nuove economie: ..Al via la seconda edizione del festival Mediterraneo Dowtown. Si tiene a prato fino al 6 di maggio. ( Anna Meli Cospe)
1-Giornata per la libertà di stampa. Il premio Unesco conferito al giornalista egiziano Mahmoud Abu Zeid in carcere dal 5 anni. ..( Riccardo Noury – Amnesty Italia) ..2-Due minuti per spiegare la fine di un’epoca. In un comunicato audio un ex leader dell’Eta basca conferma la dissoluzione del movimento armato nato 60 anni fa. Da Madrid il premier Mariano Rajoy promette zero impunità. ( Emanuele Valenti) ..3-50 anni fa il maggio francese. Quando la Sorbona diventò la Bastiglia del 68. ( Esteri) ..4-Messico: tutti contro Obrador. l’ex sindaco della capitale, grande favorito delle presidenziali di luglio, è attaccato dalla sinistra radicale e dalla destra collusa con i Narcos. ( Andrea Cegna) ..5-Viaggio in Sudan. La seconda puntata del reportage di raffaele Masto. ..6-le città raccontate, migranti, ambiente e nuove economie: ..Al via la seconda edizione del festival Mediterraneo Dowtown. Si tiene a prato fino al 6 di maggio. ( Anna Meli Cospe)
1-Giornata per la libertà di stampa. Il premio Unesco conferito al giornalista egiziano Mahmoud Abu Zeid in carcere dal 5 anni. ..( Riccardo Noury – Amnesty Italia) ..2-Due minuti per spiegare la fine di un’epoca. In un comunicato audio un ex leader dell’Eta basca conferma la dissoluzione del movimento armato nato 60 anni fa. Da Madrid il premier Mariano Rajoy promette zero impunità. ( Emanuele Valenti) ..3-50 anni fa il maggio francese. Quando la Sorbona diventò la Bastiglia del 68. ( Esteri) ..4-Messico: tutti contro Obrador. l’ex sindaco della capitale, grande favorito delle presidenziali di luglio, è attaccato dalla sinistra radicale e dalla destra collusa con i Narcos. ( Andrea Cegna) ..5-Viaggio in Sudan. La seconda puntata del reportage di raffaele Masto. ..6-le città raccontate, migranti, ambiente e nuove economie: ..Al via la seconda edizione del festival Mediterraneo Dowtown. Si tiene a prato fino al 6 di maggio. ( Anna Meli Cospe)
A 300 anni dalla sua morte viene organizzato un convegno a Ginevra sulla figura di Madame Guyon, donna dalla forte spiritualità, vissuta a cavallo tra il 1600 e il 1700.Conosciuta come Jeanne-Marie Bouvier de la Motte, fu una donna coraggiosa: rimasta vedova in giovane età, con tre figli da allevare, non nascose mai le sue idee in tema religioso. In un periodo in cui, però, a parlare di religione erano solo gli uomini. Se lo faceva una donna, doveva essere in convento, non in mezzo ad un pubblico uditore nella corte di Versailles, affascinato dalle teorie di amore e di libertà.Madame Guyon sviluppò un'idea di "puro amore", ritenuta sovversiva e pericolosa per la società e gli sviluppi politici della Francia di quel periodo. Fu anche imprigionata a causa delle sue idee e dei suoi scritti, rimase 7 anni nella prigione della Bastiglia.Il convegno internazionale si svolge all'Università di Ginevra, da giovedì 23 a sabato 25 novembre.
A 300 anni dalla sua morte viene organizzato un convegno a Ginevra sulla figura di Madame Guyon, donna dalla forte spiritualità, vissuta a cavallo tra il 1600 e il 1700.Conosciuta come Jeanne-Marie Bouvier de la Motte, fu una donna coraggiosa: rimasta vedova in giovane età, con tre figli da allevare, non nascose mai le sue idee in tema religioso. In un periodo in cui, però, a parlare di religione erano solo gli uomini. Se lo faceva una donna, doveva essere in convento, non in mezzo ad un pubblico uditore nella corte di Versailles, affascinato dalle teorie di amore e di libertà.Madame Guyon sviluppò un'idea di "puro amore", ritenuta sovversiva e pericolosa per la società e gli sviluppi politici della Francia di quel periodo. Fu anche imprigionata a causa delle sue idee e dei suoi scritti, rimase 7 anni nella prigione della Bastiglia.Il convegno internazionale si svolge all'Università di Ginevra, da giovedì 23 a sabato 25 novembre.
http://storia-controstoria.org/europa-segreta/luomo-dalla-maschera-di-ferro-grande-enigma-della-storia-di-francia/ La verità sulla Maschera di ferro E chi non è affascinato da questo enigma? Alexandre Dumas lo rese noto in tutto il mondo. La soluzione, da lui proposta nei suoi romanzi d'appendice, si ispirava alle ricerche di Voltaire. Un secolo prima il grande letterato aveva indagato sull'Uomo dalla maschera di ferro e raccolto utilissime informazioni. Le sue deduzioni sono illuminanti. Dopo attenta analisi, Voltaire pensò di aver risolto il problema, ma in realtà gli mancava ancora il pezzo più importante del puzzle. Quello che abbiamo noi oggi. Bisogna cercarlo alla Bastiglia.
La strage terroristica di Nizza ed il disastro ferroviario in Puglia sono, doverosamente, gli argomenti principali di questa puntata. Per quanto riguarda quest'ultimo, bisognerebbe andare oltre alla semplice scusa dell'errore umano, non tanto perchè non vi sia stato un effettivo, disastroso ed inaccettabile errore dei capotreno, ma piuttosto per non perdere d'occhio l'inadeguatezza incresciosa dei sistemi e delle infrastrutture delle nostre ferrovie, dalla tecnologia per il controllo del traffico ferroviario al fatto che alcune tratte molto trafficate sono ancora a binario unico (siamo forse fermi all'800?). Le responsabilità dell'accaduto, quindi, sono molteplici.Intanto a Nizza si consuma l'ennesimo attacco terroristico alla Francia con un'efferata carneficina sul lungomare Nizzardo proprio mentre il paese celebrava l'anniversario della presa della Bastiglia. In Medio Oriente Daesh è praticamente sconfitto dal punto di vista territoriale , ma il suo finale colpo di coda vuole colpire duramente l'Europa, sfruttando l'alienazione e la frustrazione di giovani di origine Araba o Nord Africana, soprattutto sul territorio Francese. I servizi segreti Europei però cosa fanno? Perchè tali stragi non vengono prevenute? Anche qui, ancora una volta, si evince il fallimento della nostra moderna classe politica.
Ogni giovedì, buone notizie, curiosità e facezie di cui non si può proprio fare a meno. Il podcast delle cose belle, compresi i suoi due conduttori: Elisa Finocchiaro e Matteo Scandolin.