Podcasts about breznev

  • 11PODCASTS
  • 13EPISODES
  • 23mAVG DURATION
  • ?INFREQUENT EPISODES
  • Feb 3, 2025LATEST

POPULARITY

20172018201920202021202220232024

Related Topics:

urss pero eso mosca

Best podcasts about breznev

Latest podcast episodes about breznev

Historia de Aragón
'La Ganduliciencia': Maravillas del mundo

Historia de Aragón

Play Episode Listen Later Feb 3, 2025 25:02


Santi Díaz y Roberto Montañés actualizan las Maravillas del mundo con su particular criterio. En ellas se incluyen: el Vuelcatortillas, el tomate de la rotonda de Miajadas, el mando a distancia, las cejas de Breznev o la Tuneladora.

COSMO Radio Colonia
La caduta di un muro diventato icona pop

COSMO Radio Colonia

Play Episode Listen Later Nov 8, 2024 22:56


L'immagine del bacio tra Breznev e Honecker nella East Side Gallery di Berlino è una delle raffigurazioni più iconiche del ventesimo secolo, Cristina Giordano ci racconta la sua storia e una serie di curiosità legate alla caduta del Muro di Berlino. Il Tunnel 57 è la storia del cunicolo attraverso il quale nell'ottobre 1964, cinquantasette cittadini di Berlino Est fuggirono nella zona ovest, Davide Schenetti, docente presso la FAU di Erlangen e Norimberga, ci racconta questa vicenda. Von Luciana Caglioti.

MGTOW Sandman Quotes
305 - Women Working In Construction

MGTOW Sandman Quotes

Play Episode Listen Later Dec 7, 2022 12:25


https://teespring.com/stores/sandman-...Mystery Link: https://youtu.be/PrfoBy88byI?t=144Odysee.TV: https://odysee.com/@SandmanMGTOW:cBitchute Link: https://www.bitchute.com/channel/YIxe...SubscribeStar.com: https://www.subscribestar.com/sandmanPaypal / Email: Sandmanmgtow @ Gmail.comHi Everyone Sandman Here,This video is brought to you by a donation from Pauly Bassman and here's what he has to say: "Yo Sandman ?? First of all, Thank you for your awesome content over the years. I sent you this poster that was "In My Face", at work for the last five to six years. I've worked in the UK construction Industry for 20+ years in electrical for anything from office blocks to Petro chemical and Pharma Plants. The only time I see a women on site is (in the order of majority) is as visitors, then HSE Inspectors (Escorted by a man). This one is the perfect Authoritarian Role for Single Queef - with an Angry Beef with men. One perticular Female HSE was very fit and visited regularly. But you would need to sign a RAMS (risk assesment and method statement) before you could nail her. QA's....QS's... and office Types, who again are escorted (shown around the site) at the very most point around at the men working and take a few photos but don't actually work on site. Also your opinion on the YouTuber Jennifer Molenski would also be appreciated. After mild contemplation she is not a Chameleon, some of her videos are speaking to women and she has very good principals for women to actually care about their men. But unfortunately I think and fear that interesting and even mildly intelligent women are few and far inbetween these days. When a Girl does not have a cellphone in her hand is that a starter? Take Care Sandman. P.S. the girl in the photo pulled the plug on the fat grenade 2 years back and now she is now a big orange beach ball, hitting 30, full of collogen and lasered brows..she was on a couple of sites at same time as me. Alot of women would stand a chance if they lost weight." Well Pauly thanks for the donation and topic. I'll cover women in construction in the first half of this video and then I'll discuss Jennifer Molenski later. As I've said many times before women tend to avoid jobs that are difficult, dangerous and dirty. Construction and electrical are certainly going to fit into that category. The only time I've ever seen women working construction in Canada or the United States is out on the highways doing road repair but they are usually seen holding up a stop sign to tell traffic when to go and stop. I've seen that on America's interstate system many times. One girl I went to school with in University went on to become a successful welder but she wore utilitarian clothing and was sporting the start of a Breznev style unibrow. So I don't think she really counts. As for the woman in this poster you shared I'm going to cover her face so that YouTube doesn't come after me for so called bullying and harassment. Also the women that visit your site and put on their symbolic safety hats and take pictures need the male chaparone as a simp shield to make sure they don't hurt themselves. Construction sites are unforgiving and they don't care about your feelings. The laws of physics will not be suspended because she's got a golden camel toe.Support this podcast at — https://redcircle.com/mgtow/donationsAdvertising Inquiries: https://redcircle.com/brandsPrivacy & Opt-Out: https://redcircle.com/privacy

ARTICOLI di Antonio Socci
Le metamorfosi della sinistra, dall'Urss alla Nato

ARTICOLI di Antonio Socci

Play Episode Listen Later May 10, 2022 8:54


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7000LA METAMORFOSI DELLA SINISTRA ITALIANA: DALL'UNIONE SOVIETICA... ALLA NATO di Antonio SocciLe Metamorfosi di Ovidio? Nulla rispetto alle metamorfosi dei comunisti italici, comprese le più recenti con le quali sono diventati "pasdaran" dell'ortodossia atlantica, severi censori del pacifismo e predicatori umanitari.E questo senza mai riconoscere l'errore di essere stati comunisti al tempo dell'Urss di Breznev e Andropov. Anzi ritengono di avere tutti i titoli per dare lezioni oggi di atlantismo e umanitarismo.Prendiamo l'editoriale (sul "Corriere della sera" di venerdì) di Walter Veltroni, il quale è una persona gentile, intelligente e piacevole, ma in quel pezzo ha cucinato un confuso minestrone in cui riesce a cantare le lodi del Nord Vietnam comunista che combatteva contro "l'invasione straniera" degli Usa e - al tempo stesso - le lodi dei soldati Usa che sbarcarono in Italia e in Normandia per combattere contro il nazifascismo (non furono due "invasioni" per la libertà?).Un inno combattente in cui Veltroni rinfaccia (senza nominarli) a Santoro e compagni il passato, ma dimenticando il suo. E il suo non è il passato di uno qualsiasi: Veltroni - iscrittosi alla Fgci nel 1970 - è stato poi uno dei dirigenti nazionali del Partito Comunista Italiano quando ancora c'era l'Urss e il blocco comunista (la vicenda degli euromissili e di Comiso è degli anni '80 e Veltroni c'era).Il Pci era un "partito fratello" di quel Pcus da cui vengono Putin e la classe dirigente russa di oggi. Quel Pcus a cui obbediva il Pci togliattiano, a lungo finanziato da Mosca (per capire quando finirono i finanziamenti bisogna leggere "Oro da Mosca" di Valerio Riva e non solo "L'oro di Mosca" di Gianni Cervetti).Da chi è stato parte della storia comunista ci si aspetta una riflessione vera sulla classe dirigente post-comunista che oggi governa a Mosca e sulle macerie lasciate dal comunismo.IL PCI E GLI ORRORI DELL'URSSPrima di tuonare per tutto un editoriale contro la presunta "indifferenza" che Veltroni imputa a chi non condivide le sue attuali idee "atlantiste" sull'Ucraina, dovrebbe spiegarci quanto fu "indifferente" il suo Pci nei confronti degli orrori dell'Urss e regimi compagni.Negli anni Settanta, quando lui era un militante comunista, già sapevamo tutto, già era uscito "Arcipelago Gulag" e sull'Unità e poi su Rinascita, nel febbraio ‘74, Giorgio Napolitano, a nome del Pci, scriveva che l'espulsione del dissidente Solzenicyn era "la soluzione migliore "perché lo scrittore aveva "finito per assumere un atteggiamento di ‘sfida' allo Stato sovietico e alle sue leggi" e "non c'è dubbio che questo atteggiamento - al di là delle stesse tesi ideologiche e dei già aberranti giudizi politici di Solzenicyn - avesse suscitato larghissima riprovazione nell'URSS".Napolitano, che allora si scagliava contro "l'antisovietismo", è il simbolo autorevole del passaggio dal Pci filosovietico (lui fu dirigente del Pci al tempo di Togliatti) all'atlantismo più zelante.Ma senza mai fare autocritiche. Nella sua "autobiografia politica" del 2005 intitolata "Dal Pci al socialismo europeo" neanche cita mai Solzenicyn.Carlo Ripa di Meana, nel 2008, alla morte dello scrittore russo, su "Critica sociale", in un articolo intitolato "Solzenicyn e il silenzio del Quirinale", scriveva:"Avevo sommessamente suggerito, qualche mese fa, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel 1974, allora responsabile della cultura del PCI, su l'Unità, aveva rumorosamente applaudito all'esilio comminato a Solzenicyn che, va ricordato, aveva già passato otto anni nel Gulag nell'immediato dopoguerra, che in una prossima occasione, o in forma privata o nel corso di una visita di Stato, chiedesse un incontro a Solzenicyn, ormai molto in là con gli anni e malato, per chiudere una pagina nera. Così non è stato. In questi ultimi giorni, mentre in tutto il mondo si sono ascoltate voci di statisti, di rimpianto e di riconoscenza per la grandezza di quest'uomo e della sua vita, da Roma-Quirinale è venuto un silenzio arido, privo di umanità".WALTER VELTRONIVeltroni nel 2008 era il segretario del Pd: si espresse mai sulla vicenda? È sicuro che la storia dei post-comunisti - di cui è parte - oggi legittimi i suoi moniti umanitari sulla presunta "indifferenza" altrui?Oltretutto è un'accusa inaccettabile perché chi si oppone all'invio di armi, come i cattolici, lo fa perché vuole la pace per gli ucraini e lo fa dando loro ogni possibile aiuto umanitario (del resto bisogna anche non essere indifferenti ai costi pesantissimi che i bellicisti vorrebbero imporre agli italiani).Quando si ha un tale passato comunista certamente si può evolvere e cambiare, ma bisognerebbe almeno evitare di andare a fare prediche agli altri sull'indifferenza, l'Occidente e la libertà.Il "Corriere della sera", che oggi è guidato da giornalisti che vengono dall'"Unità", a cominciare dal direttore, si distingue per fanatismo occidentalista. Talleyrand - che di cambi di casacca era esperto - consigliava: "Surtout pas trop de zèle".Anche perché si rischia il cortocircuito. Un intellettuale progressista francese, Robert Redeker, di recente ha osservato:"La simpatia degli europei è legittimamente attratta dall'Ucraina e dalla sua resistenza all'invasione, mentre questa resistenza esprime tutto ciò che gli europei hanno rifiutato negli ultimi decenni, quella cultura alla moda ridicolizzata e che l'istruzione scolastica ha cercato di distruggere: il sentimento della nazione, l'amore per la patria, della terra, il senso del sacrificio militare, la difesa dei confini, la sovranità e la libertà".È questa anche la contraddizione dei post-comunisti italici. Sono passati dall'apologia del cosmopolitismo apolide all'esaltazione del nazionalismo ucraino. Ma il nazionalismo non è lo spirito nazionale, come la polmonite non è il polmone. Il nazionalista impone la sua patria sulle altre. Il patriota ama tutte le patrie.È legittimo e nobile che gli ucraini si difendano dall'invasore. Ma non si può esaltare quel nazionalismo ucraino che dal 2014 ha combattuto le regioni russofone. Somiglia al nazionalismo russo che oggi nega l'Ucraina. Patrie, non nazionalismi.

Los Vinilos de Barbarella
#0127 - 'Piel de Barrabás' - Barrabás. Los grandes indultados del rock hispano

Los Vinilos de Barbarella

Play Episode Listen Later Apr 4, 2022 54:24


Pocos saben que Barrabás ha sido el grupo español que más discos de larga duración ha vendido en el mercado estadounidense, aún menos saben que han ocupado el nº 1 de ventas en países como Canadá o Alemania, que han ocupado el nº 1 en las listas de música negra en Estados Unidos y que en 1975 fue designado por la revista Playboy mejor grupo mundial en la clasificación de estilo Funky, y comparados con los mismísimos Steely Dan. Eso fueron Barrabás, auténtico Funky español para el mercado internacional y un grupo que hoy cuesta trabajo reconocer como nuestro, dado el estilo absolutamente norteamericano de su música. El nuevo LP de estos recuperados Barrabás, que es el que estamos pinchando hoy, Piel de Barrabás, nos muestra una banda que guarda características de los genuinos Barrabás: ritmos muy bien elaborados, profusión de percusiones, sentido de bloque sin músicos que destaquen sobre otros, gusto por los temas bailables de corte funky… No obstante, se diferencian de los antiguos en la casi desaparición de los coros femeninos, alejamiento de la música disco, abandono del hammond y el piano eléctrico por los modernos sintetizadores. De este disco salen dos singles, «On the road again» y «Please Mr. Reagan, Please Mr. Breznev». Ambos tienen un aceptable volumen de ventas. El primero de ellos vuelve a colarse en las listas de algunos países americanos sin sobresalir en exceso, pero en España es el segundo más escuchado tras una intensa campaña de promoción personal del grupo por emisoras de radio. Podemos decir que Barrabás nace de un proyecto de Fernando Arbex, quien fuera batería y compositor de Los Brincos, tras la disolución de éstos, Fernando quería formar un grupo que combinara el funk con ritmos y percusiones latinas, tal como lo estaban haciendo Santana, Osibisa y Mandril El primer intento de Arbex fueron Alacrán, junto a su amigo Óscar Lasprilla y el bajista Iñaki Egaña, procedente de Los Buenos. En 1969 fichan por Zafiro y entran en los estudios Celada de Madrid para grabar su único disco, que se publica al año siguiente, sin prácticamente promoción por parte de la compañía discográfica. La grabación, de tan solo 30 minutos , contiene seis temas con diferentes influencias, unos temas de marcado carácter latino al estilo de Carlos Santana, y otros más psicodélicos estilo Costa Oeste americana. Pero no consiguen ninguna actuación, y la banda se disuelve. Arbex, junto al bajista y cantante de Alacrán, Iñaki Egaña, deciden formar otra banda, seguimos en 1971, y así nace Barrabás.

Racconti di Storia Podcast
NIKITA KRUSCIOV - L'uomo del DISGELO

Racconti di Storia Podcast

Play Episode Listen Later Dec 6, 2021 23:48


Racconto di FEDERICO BETTUZZINikita Krusciov, il successore di Stalin alla guida dell'Unione Sovietica, profondamente diverso dal successore, eroe di guerra, di origine umile e semplice. Passato alla storia per un gesto tanto spontaneo quanto inusuale, durante una sessione alle Nazioni Unite si tolse una scarpa per sbatterla violentemente sul tavolo. Krusciov si trovo' a guidare l'allora Unione Sovietica durante gli anni 50, l'inizio della guerra fredda, la crisi dei missili cubani, i tentativi di dialogo con gli Stati Uniti, fino alle dimissioni imposte dal Partito Comunista che gli preferi' Breznev.Guarda Il Video Su Youtube: https://youtu.be/MwjbjoPLdz8Il Blog di Federico Bettuzzi: https://raccontidistoria.blogspot.com/Sostieni Noir Italiano su Patreon: https://www.patreon.com/noiritalianoDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/racconti-di-storia-podcast--5561307/support.

la storia in taxi
episodio 127(B) : 1964-1976/La caduta di Nixon ed i nuovi equilibri

la storia in taxi

Play Episode Listen Later Sep 22, 2021 7:16


l'URSS di Breznev, il Vietnam ed il Laos ; il Medio Oriente ; equilibrio precario all'interno dei due blocchi ; l'Inghilterra , la Germania e l'Italia si spostano a sinistra ; caduta dei regimi di Grecia , Portogallo e Spagna ; la destra italiana ed il Sud America : Gelli, la P2 ed il caso argentino ; la P2 si infiltra in ogni angolo dei centri di potere nazionali in Italia ; anni 70 in Angola , Mozambico , Guinea , Etiopia , Congo , Algeria , Indonesia e Filippine

La Ventana
La Ventana de 18 a 19h | Radio Lindo y Tócala otra vez, Juan

La Ventana

Play Episode Listen Later Apr 29, 2021 45:38


Hace unos años la fotógrafa Ana Amado decidió juntar a varias mujeres mayores y las retrató recreando algunas fotos legendarias, como la de los Beatles en Abbey Road o el beso entre los líderes comunistas Breznev y Honecker. Ana Amado y dos de las mujeres a las que fotografió nos han acompañado hoy en 'Radio Lindo', con Elvira Lindo.En 'Tócala otra vez, Juan' hemos conocido la banda sonora de la vida de Juan Pérez Floristán. No sólo de Bach vive el hombre. 

Racconti Mondiali - Corriere della Sera
Cile-Urss, la non partita (col non gol al non avversario)

Racconti Mondiali - Corriere della Sera

Play Episode Listen Later Jun 5, 2018 17:28


di Francesco BattistiniLa partita suicida. La partita della vergogna. Non c’è frase fatta che racconti la guerra fredda del pallone che si combatté attorno allo spareggio che il 21 novembre 1973 assegnava un posto al Mondiale tedesco dell’anno successivo. Dopo l’andata a Mosca (finita 0-0), il generale Pinochet decise che il ritorno si sarebbe giocato all’Estadio Nacional di Santiago, dove da due mesi il regime che aveva rovesciato Salvador Allende torturava e imprigionava gli avversari politici. Breznev, allora a capo dell’Urss comunista, disse di no. La nazionale sovietica restò a casa. Ma il Cile scese in campo lo stesso.

Racconti Mondiali - Corriere della Sera
Cile-Urss, la non partita (col non gol al non avversario)

Racconti Mondiali - Corriere della Sera

Play Episode Listen Later Jun 5, 2018 17:28


di Francesco BattistiniLa partita suicida. La partita della vergogna. Non c’è frase fatta che racconti la guerra fredda del pallone che si combatté attorno allo spareggio che il 21 novembre 1973 assegnava un posto al Mondiale tedesco dell’anno successivo. Dopo l’andata a Mosca (finita 0-0), il generale Pinochet decise che il ritorno si sarebbe giocato all’Estadio Nacional di Santiago, dove da due mesi il regime che aveva rovesciato Salvador Allende torturava e imprigionava gli avversari politici. Breznev, allora a capo dell’Urss comunista, disse di no. La nazionale sovietica restò a casa. Ma il Cile scese in campo lo stesso.

Podcast Lab 137 [Audio-Relatos Voz Humana]
[Bierce] El Amo de Moxon (1899) Ambrose Bierce. Audio Relato Clásicos Ciencia Ficción

Podcast Lab 137 [Audio-Relatos Voz Humana]

Play Episode Listen Later Jan 30, 2018 33:14


Fuera llueve, caen truenos… Nada más comfy que disfrutar de un rico whisky de malta (los que "somos felices con poco") en la mansión decimonónica del ilustrado profesor Moxon escuchando sus esperpénticas ideas sobre las máquinas “pensantes” ~Todo el mundo quiere conocer a su creador y darle un besito [semi-spoilers] Lo siento pero me dí cuenta tarde que Moxon no lleva acento y lo leí como “Moxón” con acento al final en vez de al principio, espero no saque de quicio a mucha gente. Moxon’s Master se publica en 1899 en The San Francisco Examiner. No sé si atreverme a decir que es una de las primeras descripciones de un robot, básicamente porque le falta el nombre y es autómata, una máquina; palabras que si emplea el autor, recordemos que la palabra Robot se le atribuye a Karel Capek por la obra de teatro R.U.R.(1920). Ambrose Bierce es el autor de numerosas obras de terror, recomiendo mil veces escucharlo/leer de los grandes “Noviembre Nocturno” o “Historias”. Yo no consideraría el Amo de Moxon un cuento de terror; excepto porque al final “muere alguien”. Sale un androide (error! Estamos todavía ante un “autómata”). Y el clímax. Matar a tu propio creador, matar a Dios. Para mí que existe una relacion entre esta escena y la escena del “Hijo Pródigo” de Blade Runner: Roy visita a Tyrell. Continua la partida de ajedrez que Sebastian tiene con el inventor de los Nexus (su pater!) entra en la habitación, hablan, le besa y …. bueno, me ahorro la descripción gráfica de lo que pasa luego por que todos lo sabemos. En mi deriva disfruté con este montaje de la escena del usuario de Youtube Alejandro Díaz-Ordoñez González [ https://www.youtube.com/watch?v=lzHo5DaXejk ] Por eso he decidido traer aquí a este autor que sin duda está mucho mejor en otros podcasts. La idea es ciencia ficción clásica, dentro de lo que se pueda buscar antecedentes de cosas que vemos después (aunque siempre hay un antecedente del antecedente, bueno; casi todo empieza entre lovecraft y poe la verdad, hasta las conspiraciones de internet de hoy día están basadas en ellos, x ej la de las pirámides en la Antártida). Comenzamos con la búsqueda de explicaciones científicas a los fenómenos, muy propio del romanticismo (Mary Shellie etc), se habla del razonamiento inductivo y deductivo, hay una referencia a Stuart Mill (uno de los padres del método experimetal), “puede guardarse para usted las premisas”, “el tortuoso sendero de la observación práctica”, etc. El autor hace lo de siempre, en realidad no se moja: nos vende toda la historia fantástica como un suceso real para para que al final todavía sea posible que todo lo vivido pueda ser explicado racionalmente: Moxon gana al ajedrez a la máquina y esta decide matarle en un aparente arrebato de furia. Pero también podría ser que el inventor muriera a manos del “obrero del metal”, Haley. A ese respecto me gustaría traer una referencia estrambótica pero menos peregrina de lo que parece dado el tema de los autómatas. La figura del “autómata” lleva mucho tiempo conviviendo con nosotros. Desde el siglo XVI ha habido ejemplos geniales. Aunque nunca han pasado de ser “máquinas” como las maquinarias de los grandes relojes. Aquí un par de enlaces buenos [https://investigart.wordpress.com/2017/01/10/automatas-el-arte-entre-la-realidad-y-la-fantasia/ ] [http://www.eldiario.es/hojaderouter/tecnologia/automatas-vaucanson-siglo_de_las_luces-androides-Jaquet-Droz_0_576392443.html ]. Pues bien, es conocida la historia de un autómata creado en 1769 por Sir Wolfgang von Kempelen capaz de jugar al ajedrez. De hecho, ganó varias partidas a jugadores experimentados. Sólo que dentro había en realidad un hombre capaz de seguir el juego mediante un sistema de imanes e “indicar al autómata” donde mover. [ https://es.wikipedia.org/wiki/El_Turco%20]. Pasaba lo mismo con el Amo de Moxon? Por cierto, porque el Amo es el robot es algo que no entendí, estoy un poco tontuaz. Automata viene del griego “con movimiento propio” (auto+motus = locomotion!). El relato contiene unas cuantas reflexiones verborreicas pero no menos profundas sobre la vida y la conciencia (aquí llamada “pensamiento”. Se dicen dos cosas fundamentales: 1) “La conciencia es hija del ritmo”. Para que exista pensamiento ha de existir movimiento. Yo creo que sin cambios, no habría conciencia. Eso parece ser una premisa básica. Yo estudio bastante la emoción. La palabra emoción tiene el lexema de “movimiento”. Significa moverse hacia fuera. La madre de la emoción, función que regula el funcionamiento de los organismos en el ambiente, es la motivación (también de “motus”, como “motu proprio”). La motivación puede llevarnos a acercarnos o alejarnos de algo. Notesé la similaridad con los conceptos aproximación y evitación de las emociones (o valencia positiva/negativa). La actividad de todos (casi todos¿) los organismos se basa en encontrar el equilibrio frente a las fuerzas del medio mediante estos dos tipos de movimiento. Podríamos hablar de una regulación “homeostática” y adaptativa mediante el movimiento. Si eres una mosca, por cosas de tu acerbo genético y tal, te encanta la luz y vas siempre hacia ella (eres fototrópica), si eres una madre te acercas a tu bebé (los ejemplos con emociones negativas parecen más relevantes pero las positivas también son importantes), si eres un Roomba (esos aparatejos que son aspiradoras-robot) también tienes una programación que te ayuda a evitar los obstáculos, etc. Y 2) se ponen a un mismo nivel humanos, máquinas, plantas… y hasta rocas. Y es que es verdad que todo está hecho de lo mismo y todos somos todo. Es genial la analogía (recordamos que la analogía no es una forma válida de generar conocimiento científico, por muy fuerte que sea la semejanza entre los átomos y los sistemas solare) con los minerales y la cristalización. Al final todo es algún tipo de organización entrópica, más o menos desordenada. Porqué nos creemos tan distintos? Pero no es por ahí por donde quería ir (ahora no sólo voy a tener que reclamar derechos humanos para los replicantes sino también para las piedras y los objetos). Al hablar de esto el relato roza una de las ideas que me parecen más buenas, siempre la pensé. Como no está claro que realmente haya “algo más” pero asumiendo que todo es materia y que nuestra conciencia existe (“Y admitirá usted que el hombre piensa… o eso se imagina” dice Moxon) es justo admitir pues que esa determinada conciencia no existe per sé en el mundo material. Sí claro, encuentra en él su substrato, emerge del movimiento de este pero no es “real”. Lo único real son multitud de partículas chocando. ¿Dónde quedamos, en esa ecuación, “nosotros? En ninguna parte. Pero sí hay algo real que somos “nosotros” (creo). No es el “yo” en el que estamos acostumbrados a pensar. “Nosotros” existimos sólo en la interacción. En todos aquellos “choques de partículas” en los que participamos, la conversación con el panadero esta mañana, las toneladas de plástico que acabo tirando al vertedero o mi historia de amor con mi pareja; todos esos cruces e intersecciones trazan un área de sucesos “real” que es lo único que podría decir que somos realmente. Todo esto asumiendo que sólo existe el mundo material, claro. La gracia (y la magia) es manejar esto sin que le quite romanticismo a la cosa, saberse”no real” sin perder sentimiento de “autenticidad” todo esto es compatible con la espiritualidad, el hedonismo o los sentimientos más humanistas a lo Stapledon. Porque mata el autómata a Moxon? Acordemonos de otro robot que incumple las leyes de la robótica y asesina a sus humanitos: HAL9000, el de 2001 ("Deeeisy, deeeesiy..."). En ese caso la IA entra en una neurosis porque tiene miedo de ser apagado, cometió un error y teme que le apaguen, así que actúa en defensa propia. El miedo, la neurosis, es lo que le hace cobrar conciencia (en este caso en el sentido de: libre albedrío, capacidad de decisión individual). Pasa lo mismo con este autómata? Le han programado para saber jugar al ajedrez y... Pierde? Acaso piensa que le van a apagar por no cumplir correctamente su función y trata de defenderse acabando con el único testigo? Es el MIEDO lo que le mueve? Hum Y también esta el tema del ajedrez como meme, o trope, sale en la escena que comento de Blade Runner pero habrás muchísimos ejemplos, El Séptimo Sello por ejemplo o fijo que en algún relato de Bourges también sale. Otra referencia un poco arriesgada es la del rayo que ilumina la estancia. En directo, al lector le puede parecer que la estancia se ilumina de una forma sobrenatural permitiendo al protagonista observar el cuadro (Moxon siendo ahogado por su creación). Al final de la historia nos dan la versión Connan Doyleniana: un rayo enorme golpeo la casa iluminando durante un instante la estancia y el efecto retinal de la “persistencia de la visión” hace el resto. El protagonista dice “la estancia quedó inundada de claridad, una claridad casi cegadora que imprimió en mi cerebro, mi corazón y mi recuerdo una visión lúcida”. Siempre el conocimiento, la revelación, es suministrada con un rayo, fulminantemente (fulmine = rayo en italiano), como el rayo rosa famoso de Dick. Y la luz como “la razón”. Un poco antes, cuando el protagonista está fuera de la casa dice “mas de pronto tuve la impresión de que brillaba una luz muy intensa a mi alrededor, como la que se abatió sobre Saulo de Tarso, y en medio de la soledad y la tormenta, en medio de las tinieblas, experimenté lo que Lewes denomina "la infinita variedad y excitación del pensamiento filosófico” ”. Pablo (Saulo) de Tarso había recibido el mandato de ir a castigar a unos cristianos no sé donde, Jerusalen, que sé yo. Entonces, de camino, se cae del caballo (literal). Al recobrar la conciencia tras el golpe… zas! Convertido al cristianismo. Esta historia me encanta, los curas la suelen poner como ejemplo de “conversión” lol [http://www.elmundo.es/cronica/2015/04/05/551e748b22601dda478b4572.html ]. En el acerbo popular pervive la expresión “caerse del caballo” para referirse a una persona que de la noche a la mañana cambia sus convicciones por otras. Pasa mucho en política (por ejemplo: Verstrynge), yo he conocido a alguien que pasó de ser normal a escuchar intereconomía y ser neoliberal del opus a muerte. En neuropsicología existe un síndrome llamado Gastaut-Geschwind que ocurre cuando se presentan lesiones temporales (esta es una zona relacionada ente otras cosas con ideas complejas como la ideología o la espiritualidad) por el que las personas pasan a hacerse super conservadoras ideológicamente, hiper moralistas y muy cristianas (además podrían presentarse otras patologías). Es curioso que la e/involución siempre se hace hacia más puritano/reaccionario [ https://vonneumannmachine.wordpress.com/tag/sindrome-de-gastaut-geschwind/ ]. Lo último, por la época del relato, me recordó mucho a “El Horla”, fantástico relato fantástico (es como Predator pero en Isabellino) que también tiene algo de ciencia ficción por la búsqueda de explicaciones que hace el protagonista y la propuesta natural del relato (que no puedo desvelar). El grandérrimo Abuelo Kraken lo tiene narrado y el programa Historias lo hizo en su momento (ambos encontrables en ivoox) No he conseguido saber qué significa ni de dónde viene Moxon, parece que es un nombre propio y nada más…. hum Quizá la ultima referencia. Este profesor... (”inventor de máquinas* dice de si mismo) que se mete en su taller, se oye un ruido como de cacharrería, maldice,... Le salen los inventosnpor la culata. Tiene teorías cuanto menos particulares sobre el universo y la física... Me de cuerda otra vez al profesor bacterio, la actitud de Clapaucio y Trurl (sobre todo gran ejemplo en la Fabula "La gran paliza" que ya subimos) o al Doctor Labyrinth ("La maquina preservadora" y "La vida efímera y feliz del zapato marrón") y su Principio de la " Irritabilidad Suficiente". Ilustación: La imagen es una superposición infame (jugando con tu percepción ahí) de Roy y Tyrell con otro beso icónico, el de Erich Honecker, de Alemania Oriental, y Leónidas Breznev. [https://sites.google.com/site/631lacaidadelmurodeberlin/la-historia-de-un-beso/la-historia-de-un-beso ] ¿Por qué? Pues desde la gratuidad más total. La música durante la muerte de Moxón es la de la escena del hijo pródigo. La canción del final también es de la bso de Blade Runner (Vangelis) la relación más que peregrina es la línea que le da título “one more kiss, dear” (Otro beso más querida/o) y aproveche que siempre estaba deseando usarla Muchas gracias! Errores de edición? Habellos hayllos // soymescalito@gmail.com // Historia, relato, cuento, historias, relatos, cuentos, voz, humana, narración, drama, ciencia, ficción, fantasía, robot, androide, autómata, cyborg, cyberpunk, steampunk, dios, muerte, matar a tu creador, hijo, prógido, siglo XIX, invento, conciencia, pensamiento, vida, materia, plantas, monstruo, fantasma, terror, miedo, asesinato, filosofía, conciencia, consciencia, mente, cerebro, ajedrez, blade runner, atmósfera, Voy a subirlo ya para ver si queda bien el sonido pero espero aportar algún semispoiler más después de ver Dirk Gently^___^.

Podcast Lab 137 [Audio-Relatos Voz Humana]
[Bierce] El Amo de Moxon (1899) Ambrose Bierce. Audio Relato Clásicos Ciencia Ficción

Podcast Lab 137 [Audio-Relatos Voz Humana]

Play Episode Listen Later Jan 30, 2018 33:14


Fuera llueve, caen truenos… Nada más comfy que disfrutar de un rico whisky de malta (los que "somos felices con poco") en la mansión decimonónica del ilustrado profesor Moxon escuchando sus esperpénticas ideas sobre las máquinas “pensantes” ~Todo el mundo quiere conocer a su creador y darle un besito [semi-spoilers] Lo siento pero me dí cuenta tarde que Moxon no lleva acento y lo leí como “Moxón” con acento al final en vez de al principio, espero no saque de quicio a mucha gente. Moxon’s Master se publica en 1899 en The San Francisco Examiner. No sé si atreverme a decir que es una de las primeras descripciones de un robot, básicamente porque le falta el nombre y es autómata, una máquina; palabras que si emplea el autor, recordemos que la palabra Robot se le atribuye a Karel Capek por la obra de teatro R.U.R.(1920). Ambrose Bierce es el autor de numerosas obras de terror, recomiendo mil veces escucharlo/leer de los grandes “Noviembre Nocturno” o “Historias”. Yo no consideraría el Amo de Moxon un cuento de terror; excepto porque al final “muere alguien”. Sale un androide (error! Estamos todavía ante un “autómata”). Y el clímax. Matar a tu propio creador, matar a Dios. Para mí que existe una relacion entre esta escena y la escena del “Hijo Pródigo” de Blade Runner: Roy visita a Tyrell. Continua la partida de ajedrez que Sebastian tiene con el inventor de los Nexus (su pater!) entra en la habitación, hablan, le besa y …. bueno, me ahorro la descripción gráfica de lo que pasa luego por que todos lo sabemos. En mi deriva disfruté con este montaje de la escena del usuario de Youtube Alejandro Díaz-Ordoñez González [ https://www.youtube.com/watch?v=lzHo5DaXejk ] Por eso he decidido traer aquí a este autor que sin duda está mucho mejor en otros podcasts. La idea es ciencia ficción clásica, dentro de lo que se pueda buscar antecedentes de cosas que vemos después (aunque siempre hay un antecedente del antecedente, bueno; casi todo empieza entre lovecraft y poe la verdad, hasta las conspiraciones de internet de hoy día están basadas en ellos, x ej la de las pirámides en la Antártida). Comenzamos con la búsqueda de explicaciones científicas a los fenómenos, muy propio del romanticismo (Mary Shellie etc), se habla del razonamiento inductivo y deductivo, hay una referencia a Stuart Mill (uno de los padres del método experimetal), “puede guardarse para usted las premisas”, “el tortuoso sendero de la observación práctica”, etc. El autor hace lo de siempre, en realidad no se moja: nos vende toda la historia fantástica como un suceso real para para que al final todavía sea posible que todo lo vivido pueda ser explicado racionalmente: Moxon gana al ajedrez a la máquina y esta decide matarle en un aparente arrebato de furia. Pero también podría ser que el inventor muriera a manos del “obrero del metal”, Haley. A ese respecto me gustaría traer una referencia estrambótica pero menos peregrina de lo que parece dado el tema de los autómatas. La figura del “autómata” lleva mucho tiempo conviviendo con nosotros. Desde el siglo XVI ha habido ejemplos geniales. Aunque nunca han pasado de ser “máquinas” como las maquinarias de los grandes relojes. Aquí un par de enlaces buenos [https://investigart.wordpress.com/2017/01/10/automatas-el-arte-entre-la-realidad-y-la-fantasia/ ] [http://www.eldiario.es/hojaderouter/tecnologia/automatas-vaucanson-siglo_de_las_luces-androides-Jaquet-Droz_0_576392443.html ]. Pues bien, es conocida la historia de un autómata creado en 1769 por Sir Wolfgang von Kempelen capaz de jugar al ajedrez. De hecho, ganó varias partidas a jugadores experimentados. Sólo que dentro había en realidad un hombre capaz de seguir el juego mediante un sistema de imanes e “indicar al autómata” donde mover. [ https://es.wikipedia.org/wiki/El_Turco%20]. Pasaba lo mismo con el Amo de Moxon? Por cierto, porque el Amo es el robot es algo que no entendí, estoy un poco tontuaz. Automata viene del griego “con movimiento propio” (auto+motus = locomotion!). El relato contiene unas cuantas reflexiones verborreicas pero no menos profundas sobre la vida y la conciencia (aquí llamada “pensamiento”. Se dicen dos cosas fundamentales: 1) “La conciencia es hija del ritmo”. Para que exista pensamiento ha de existir movimiento. Yo creo que sin cambios, no habría conciencia. Eso parece ser una premisa básica. Yo estudio bastante la emoción. La palabra emoción tiene el lexema de “movimiento”. Significa moverse hacia fuera. La madre de la emoción, función que regula el funcionamiento de los organismos en el ambiente, es la motivación (también de “motus”, como “motu proprio”). La motivación puede llevarnos a acercarnos o alejarnos de algo. Notesé la similaridad con los conceptos aproximación y evitación de las emociones (o valencia positiva/negativa). La actividad de todos (casi todos¿) los organismos se basa en encontrar el equilibrio frente a las fuerzas del medio mediante estos dos tipos de movimiento. Podríamos hablar de una regulación “homeostática” y adaptativa mediante el movimiento. Si eres una mosca, por cosas de tu acerbo genético y tal, te encanta la luz y vas siempre hacia ella (eres fototrópica), si eres una madre te acercas a tu bebé (los ejemplos con emociones negativas parecen más relevantes pero las positivas también son importantes), si eres un Roomba (esos aparatejos que son aspiradoras-robot) también tienes una programación que te ayuda a evitar los obstáculos, etc. Y 2) se ponen a un mismo nivel humanos, máquinas, plantas… y hasta rocas. Y es que es verdad que todo está hecho de lo mismo y todos somos todo. Es genial la analogía (recordamos que la analogía no es una forma válida de generar conocimiento científico, por muy fuerte que sea la semejanza entre los átomos y los sistemas solare) con los minerales y la cristalización. Al final todo es algún tipo de organización entrópica, más o menos desordenada. Porqué nos creemos tan distintos? Pero no es por ahí por donde quería ir (ahora no sólo voy a tener que reclamar derechos humanos para los replicantes sino también para las piedras y los objetos). Al hablar de esto el relato roza una de las ideas que me parecen más buenas, siempre la pensé. Como no está claro que realmente haya “algo más” pero asumiendo que todo es materia y que nuestra conciencia existe (“Y admitirá usted que el hombre piensa… o eso se imagina” dice Moxon) es justo admitir pues que esa determinada conciencia no existe per sé en el mundo material. Sí claro, encuentra en él su substrato, emerge del movimiento de este pero no es “real”. Lo único real son multitud de partículas chocando. ¿Dónde quedamos, en esa ecuación, “nosotros? En ninguna parte. Pero sí hay algo real que somos “nosotros” (creo). No es el “yo” en el que estamos acostumbrados a pensar. “Nosotros” existimos sólo en la interacción. En todos aquellos “choques de partículas” en los que participamos, la conversación con el panadero esta mañana, las toneladas de plástico que acabo tirando al vertedero o mi historia de amor con mi pareja; todos esos cruces e intersecciones trazan un área de sucesos “real” que es lo único que podría decir que somos realmente. Todo esto asumiendo que sólo existe el mundo material, claro. La gracia (y la magia) es manejar esto sin que le quite romanticismo a la cosa, saberse”no real” sin perder sentimiento de “autenticidad” todo esto es compatible con la espiritualidad, el hedonismo o los sentimientos más humanistas a lo Stapledon. Porque mata el autómata a Moxon? Acordemonos de otro robot que incumple las leyes de la robótica y asesina a sus humanitos: HAL9000, el de 2001 ("Deeeisy, deeeesiy..."). En ese caso la IA entra en una neurosis porque tiene miedo de ser apagado, cometió un error y teme que le apaguen, así que actúa en defensa propia. El miedo, la neurosis, es lo que le hace cobrar conciencia (en este caso en el sentido de: libre albedrío, capacidad de decisión individual). Pasa lo mismo con este autómata? Le han programado para saber jugar al ajedrez y... Pierde? Acaso piensa que le van a apagar por no cumplir correctamente su función y trata de defenderse acabando con el único testigo? Es el MIEDO lo que le mueve? Hum Y también esta el tema del ajedrez como meme, o trope, sale en la escena que comento de Blade Runner pero habrás muchísimos ejemplos, El Séptimo Sello por ejemplo o fijo que en algún relato de Bourges también sale. Otra referencia un poco arriesgada es la del rayo que ilumina la estancia. En directo, al lector le puede parecer que la estancia se ilumina de una forma sobrenatural permitiendo al protagonista observar el cuadro (Moxon siendo ahogado por su creación). Al final de la historia nos dan la versión Connan Doyleniana: un rayo enorme golpeo la casa iluminando durante un instante la estancia y el efecto retinal de la “persistencia de la visión” hace el resto. El protagonista dice “la estancia quedó inundada de claridad, una claridad casi cegadora que imprimió en mi cerebro, mi corazón y mi recuerdo una visión lúcida”. Siempre el conocimiento, la revelación, es suministrada con un rayo, fulminantemente (fulmine = rayo en italiano), como el rayo rosa famoso de Dick. Y la luz como “la razón”. Un poco antes, cuando el protagonista está fuera de la casa dice “mas de pronto tuve la impresión de que brillaba una luz muy intensa a mi alrededor, como la que se abatió sobre Saulo de Tarso, y en medio de la soledad y la tormenta, en medio de las tinieblas, experimenté lo que Lewes denomina "la infinita variedad y excitación del pensamiento filosófico” ”. Pablo (Saulo) de Tarso había recibido el mandato de ir a castigar a unos cristianos no sé donde, Jerusalen, que sé yo. Entonces, de camino, se cae del caballo (literal). Al recobrar la conciencia tras el golpe… zas! Convertido al cristianismo. Esta historia me encanta, los curas la suelen poner como ejemplo de “conversión” lol [http://www.elmundo.es/cronica/2015/04/05/551e748b22601dda478b4572.html ]. En el acerbo popular pervive la expresión “caerse del caballo” para referirse a una persona que de la noche a la mañana cambia sus convicciones por otras. Pasa mucho en política (por ejemplo: Verstrynge), yo he conocido a alguien que pasó de ser normal a escuchar intereconomía y ser neoliberal del opus a muerte. En neuropsicología existe un síndrome llamado Gastaut-Geschwind que ocurre cuando se presentan lesiones temporales (esta es una zona relacionada ente otras cosas con ideas complejas como la ideología o la espiritualidad) por el que las personas pasan a hacerse super conservadoras ideológicamente, hiper moralistas y muy cristianas (además podrían presentarse otras patologías). Es curioso que la e/involución siempre se hace hacia más puritano/reaccionario [ https://vonneumannmachine.wordpress.com/tag/sindrome-de-gastaut-geschwind/ ]. Lo último, por la época del relato, me recordó mucho a “El Horla”, fantástico relato fantástico (es como Predator pero en Isabellino) que también tiene algo de ciencia ficción por la búsqueda de explicaciones que hace el protagonista y la propuesta natural del relato (que no puedo desvelar). El grandérrimo Abuelo Kraken lo tiene narrado y el programa Historias lo hizo en su momento (ambos encontrables en ivoox) No he conseguido saber qué significa ni de dónde viene Moxon, parece que es un nombre propio y nada más…. hum Quizá la ultima referencia. Este profesor... (”inventor de máquinas* dice de si mismo) que se mete en su taller, se oye un ruido como de cacharrería, maldice,... Le salen los inventosnpor la culata. Tiene teorías cuanto menos particulares sobre el universo y la física... Me de cuerda otra vez al profesor bacterio, la actitud de Clapaucio y Trurl (sobre todo gran ejemplo en la Fabula "La gran paliza" que ya subimos) o al Doctor Labyrinth ("La maquina preservadora" y "La vida efímera y feliz del zapato marrón") y su Principio de la " Irritabilidad Suficiente". Ilustación: La imagen es una superposición infame (jugando con tu percepción ahí) de Roy y Tyrell con otro beso icónico, el de Erich Honecker, de Alemania Oriental, y Leónidas Breznev. [https://sites.google.com/site/631lacaidadelmurodeberlin/la-historia-de-un-beso/la-historia-de-un-beso ] ¿Por qué? Pues desde la gratuidad más total. La música durante la muerte de Moxón es la de la escena del hijo pródigo. La canción del final también es de la bso de Blade Runner (Vangelis) la relación más que peregrina es la línea que le da título “one more kiss, dear” (Otro beso más querida/o) y aproveche que siempre estaba deseando usarla Muchas gracias! Errores de edición? Habellos hayllos // soymescalito@gmail.com // Historia, relato, cuento, historias, relatos, cuentos, voz, humana, narración, drama, ciencia, ficción, fantasía, robot, androide, autómata, cyborg, cyberpunk, steampunk, dios, muerte, matar a tu creador, hijo, prógido, siglo XIX, invento, conciencia, pensamiento, vida, materia, plantas, monstruo, fantasma, terror, miedo, asesinato, filosofía, conciencia, consciencia, mente, cerebro, ajedrez, blade runner, atmósfera, Voy a subirlo ya para ver si queda bien el sonido pero espero aportar algún semispoiler más después de ver Dirk Gently^___^.

History of Spain
Episode 440:La URSS en 1970

History of Spain

Play Episode Listen Later Mar 25, 2012 9:21


En 1970 el disidente soviético Andrei Amalrik publicó en Estados Unidos un libro titulado:"¿Sobrevivirá la Unión Soviética hasta 1984?". Por supuesto, no eran muchos los que en la primera mitad de los años 70 podían aceptar esta suposición.....Hola, puedes encontrarme en www.spainhistoryteacher.com o en @historiapodcast .SE FELIZ