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Sofia VillanoIl "divino" Guido Reni In occasione del 450° anniversario della nascita,l'esposizione presenta un nucleo di opere che documenta l'apprezzamento della corte sabauda, fin dalla nascita delle collezioni ducali e nel corso dei secoli, tra il Seicento e l'Ottocento, per l'arte di Guido Reni. Per la prima volta, dopo un complesso intervento di restauro, viene presentata la pala raffigurante l'Assunzione della Vergine, riscoperta nella chiesa parrocchiale di Abbadia Alpina, frazione di Pinerolo (TO), testimonianza della prima attività romana dell'artista. A cura di Annamaria Bava e Sofia Villano.Fino al 18 gennaio 2026, nello Spazio Scoperte dei Musei Reali di Torino, al secondo piano della Galleria Sabauda, la mostra Il “divino” Guido Reni nelle collezioni sabaude e sugli altari del Piemonte rende omaggio al pittore emiliano, in occasione dei 450 anni dalla sua nascita. La rassegna, curata da Annamaria Bava e Sofia Villano, presenta oltre venti opere tra dipinti, disegni e incisioni che documentano le diverse fasi della carriera del pittore, dagli anni giovanili alla piena maturità. Al nucleo di opere provenienti dalle collezioni dei Musei Reali, si aggiungono tre significativi prestiti dal territorio piemontese e dal Musée des Augustins di Tolosa.L'esposizione illustra l'apprezzamento della corte sabauda, fin dalla nascita delle collezioni ducali, per la pittura classicista bolognese e nello specifico per l'arte di Guido Reni (1575-1642), che già i suoi contemporanei chiamavano “il divino Guido”. Lo stile di Guido Reni, composto e luminoso, incentrato sull'armonia delle forme e sulla celebrazione di una bellezza ideale desunta dai modelli scultorei dell'antichità e dall'arte sublime dei grandi maestri del Rinascimento, doveva essere particolarmente congeniale alla ricerca di maestosità ed eleganza nella progettazione della decorazione e dell'arredo delle residenze sabaude e degli altari di corte. Il percorso espositivo si apre con le opere del maestro entrate nelle collezioni ducali nel Seicento; tra queste, le due versioni di Marsia scorticato da Apollo: quella originariamente collocata nella “Camera delle Muse” del Palazzo Ducale, successivamente requisita dalle truppe napoleoniche nel 1799 e attualmente al Musée des Augustins di Tolosa, e la sua replica seicentesca conservata nella Galleria Sabauda. L'invenzione si distingue per la forza con cui Guido Reni traduce in immagine un celebre episodio tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, ovvero la punizione inflitta da Apollo al satiro Marsia, colpevole di aver osato sfidarlo in una gara musicale. La composizione è dominata dalla figura idealizzata di Apollo, incarnazione della bellezza classica e della razionalità divina, in netto contrasto con il corpo martoriato e il volto straziato di Marsia, simbolo della tracotanza punita.Oltre che per la sua forza visiva, il dipinto si segnala per il valore simbolico: la vittoria dell'intelletto e dell'armonia apollinea sulla brutalità e sull'eccesso, un tema caro alla cultura dell'epoca e in linea con le riflessioni che dovevano svolgersi nell'Accademia romana dei Desiosi, fondata dal cardinale Maurizio di Savoia, che ricevette in dono l'opera originale dal cardinale Alessandro d'Este per legato testamentario.Appassionato mecenate e raffinato collezionista, il principe cardinale Maurizio di Savoia, soggiornò per lunghi periodi a Roma, dove ebbe modo di frequentare gli ambienti culturali della corte di papa Urbano VIII Barberini. Grande estimatore della pittura classicista, a lui si devono importanti commissioni ad artisti bolognesi, spesso legate a sofisticate e complesse scene allegoriche.Alla committenza del prelato sabaudo si può far risalire la tela con San Maurizio che riceve la palma del martirio, proveniente dal Santuario di Santa Maria dei Laghi di Avigliana (TO), luogo di antica devozione mariana e meta di pellegrinaggi, sostenuto dai Savoia con doni e offerte nel corso del Seicento come strumento di legittimazione religiosa e politica. L'impianto figurativo vede San Maurizio al centro della scena, in uniforme da legionario romano, con il volto circondato da un'aura luminosa che ne sottolinea la santità. Deposta la spada ai suoi piedi, riceve la palma del martirio da un cherubino, mentre sullo sfondo si scorge la drammatica battaglia della legione tebana da lui guidata. Nel percorso artistico di Guido Reni, il San Maurizio si colloca negli anni 1615 - 1618, in un momento di transizione nel linguaggio del maestro, dal rigore classicista del periodo precedente verso una pittura più morbida e pastosa. Un piccolo olio su rame che ritrae un'allegoria della Fama, caratterizzato da una grande raffinatezza cromatica e formale, apparteneva invece agli averi personali della duchessa di Savoia Cristina di Francia, vedova di Vittorio Amedeo I, che forse lo aveva ricevuto in dono alla fine del 1638 dal marchese Filippo San Martino d'Agliè, suo intimo consigliere. Considerata opera autografa di Guido Reni nei primi inventari e cataloghi a stampa della Reale Galleria di Torino, La Fama sembrerebbe piuttosto attribuibile alla mano di Giovanni Giacomo Sementi, collaboratore del maestro bolognese. Altre importanti tele di Guido Reni appartenevano alle raccolte di pittura del principe Eugenio di Savoia Soissons, abilissimo stratega, comandante in capo dell'esercito asburgico, ma anche raffinato bibliofilo e collezionista di opere d'arte, tra cui alte testimonianze della pittura bolognese di gusto classicista, conservate nelle sue dimore viennesi, il Palazzo di Città e la magnifica residenza extraurbana del Belvedere. Tra i dipinti confluiti nelle collezioni reali dopo la sua morte, grazie all'acquisto di re Carlo Emanuele III, e tuttora esposte in Galleria Sabauda, spiccano il San Giovanni Battista, capolavoro della tarda maturità dell'artista, il San Girolamo, collocabile anch'esso all'ultimo periodo della sua produzione e la Morte di Lucrezia, tema particolarmente frequentato dal pittore.Giunge, invece, dalle raccolte del ramo cadetto dei Savoia Carignano e viene trasferito nel Palazzo Reale di Torino nel 1831 per volere del re Carlo Alberto, il quadro raffigurante una Lotta tra amorini e putti baccanti. L'opera è considerata una seconda versione, verosimilmente autografa, della tela di analogo soggetto eseguita da Guido Reni per il marchese Ludovico Facchinetti di Bologna, oggi conservata alla Galleria Doria Pamphilj di Roma. Una parte della rassegna è dedicata a significativi esempi dell'attività incisoria di Guido Reni appartenenti al fondo di grafica della Galleria Sabauda, come una Madonna con Bambino e san Giovannino e una Sacra famiglia con due angeli in volo, composizioni ariose, di grande eleganza formale e dal segno sicuro e leggero, colme di un sentimento di devozione e tenerezza. I legami del maestro con l'editoria sono documentati dai Dissegni degl'apparati fatti in Bologna per la venuta di N.S. Papa Clemente VIII l'anno MDXCVIII intagliati da Guido Reni, pubblicati per la prima volta a Bologna nel 1598 da Vittorio Benacci, e di cui la Galleria Sabauda conserva il frontespizio e nove tavole dell'edizione senza data stampata sempre a Bologna presso Gioseffo Longhi.A questi fogli, si aggiungono due raffinati disegni a carboncino e pietra rossa attribuiti a Guido Reni presenti nelle raccolte della Biblioteca Reale: uno Studio per una testa di frate in estasi e uno Studio di testa di giovane donna avente sul verso Studi di mani, che mostrano la straordinaria maestria e inventiva del pittore per il tratto delicato, attento alla grazia delle espressioni, all'equilibrio delle proporzioni e alla resa morbida e sfumata del chiaroscuro. La mostra si completa con l'esposizione della maestosa pala raffigurante l'Assunzione della Vergine, appena riscoperta nella chiesa parrocchiale di Abbadia Alpina, frazione di Pinerolo (TO). La presenza del dipinto di Guido Reni fin dall'inizio del Seicento nell'antica e ricchissima abbazia benedettina intitolata a Santa Maria, riedificata nel XVIII secolo e oggi chiesa parrocchiale di San Verano, dà conto di un episodio di committenza di grande interesse. La tela giunse in Piemonte grazie al desiderio dell'abate Ruggero Tritonio di omaggiare la chiesa, di cui nel 1589 era divenuto abate commendatario, abbellendola con l'invio da Roma di un'opera appositamente richiesta a Guido Reni e da lui realizzata tra il 1605 e il 1606.Il dipinto viene esposto al pubblico per la prima volta dopo un complesso intervento di restauro, eseguito dal Laboratorio di Cesare Pagliero sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Diocesi di Pinerolo. La tela costituisce un tassello importante della fortuna del maestro emiliano sul territorio piemontese e documenta una preziosa testimonianza della prima attività romana dell'artista, quando il giovane pittore entra in contatto anche con la moderna pittura di Caravaggio. IL “DIVINO” GUIDO RENI NELLE COLLEZIONI SABAUDE E SUGLI ALTARI DEL PIEMONTETorino, Musei Reali, Galleria Sabauda | Spazio Scoperte (Piazzetta Reale, 1)11 ottobre 2025 – 18 gennaio 2026Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
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Gabriella Belli"Vedova Tintoretto. In dialogo"Palazzo Madama, Torinowww.palazzomadamatorino.itFino al 12 gennaio 2026 Palazzo Madama – Museo Civico d'Arte Antica di Torino e la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia presentano la mostra “Vedova Tintoretto. In dialogo” a cura di Gabriella Belli e Giovanni Carlo Federico Villa. Un eccezionale percorso espositivo concepito per accostare l'arte di due grandi pittori veneziani, ciascuno tra i massimi interpreti della propria epoca – Jacomo Robusti detto il Tintoretto (Venezia, 1518-1594) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006) – letti in parallelo, così da affrontare lo sviluppo dell'opera di Vedova nel suo confronto con quello che è stato il maestro d'elezione, indagando similitudini e temi consonanti (o dissonanti) alla base delle singole scelte espressive.Tintoretto è stato fondativo per la formazione artistica di Vedova e la mostra a Palazzo Madama sottolinea l'impeto e la forza dell'articolato rapporto che lega i due artisti attraverso l'accostamento di capolavori del maestro rinascimentale e dell'artista informale. Il progetto dell'esposizione prende avvio dalla straordinaria opportunità di ospitare a Torino una delle opere conclusive, e paradigmatiche, della parabola umana e artistica di Tintoretto: l'Autoritratto del 1588, in prestito dal Musée du Louvre. Una tela che è stata più di un modello iconografico, rappresentando, come si evince dalle interpretazioni di Edouard Manet – che la replica e la considera il più bel quadro al mondo – e dagli scritti di Jean-Paul Sartre, una sorta di identificazione poetica e concettuale per molti artisti. Tintoretto è infatti l'interprete di una narrazione pittorica capace di arrivare al nostro tempo mettendo insieme “Il disegno di Michelangelo, e il colorito di Tiziano”, esaltato nel corso dei secoli dal genio romantico dell'inglese Ruskin (1819-1900) – “non sono mai stato così completamente annichilito di fronte a una mente umana come lo sono stato oggi, di fronte a Tintoretto” – e dalle penne di Goethe, Stendhal o Henry James. Scriveva Emilio Vedova rispetto al suo grande maestro: “Tintoretto è stato una mia identificazione. Quello spazio appunto una sede di accadimenti. Quella regia a ritmi sincopati e cruenti, magmatici di energie di fondi interni di passioni di emotività commossa (…)”E per Vedova Tintoretto è la quotidianità di una consuetudine con Chiese, Scuole e Palazzi di Venezia in cui cercare e trovare il proprio Maestro, l'unico che gli rivela il segreto per trasformare la tecnica da merostrumento espressivo di belle forme in una lama affilata capace di incidere nella storia. Da lui Vedova trae ispirazione per temi e contenuti, ricava basilari insegnamenti per dominare lo spazio della tela, tradurre in colore la luce delle sue composizioni, modellare nel gesto rapido senza esitazioni le forme, che scaturiscono dal suo nuovo segno, che già nel 1948 lascia ogni tentazione figurativa per risolversi nell'astrazione. Giungendo infine alla sequenza indimenticabile dell'opera …in continuum, compenetrazioni/traslati '87/'88 riprova di quanto l'incontro di una vita abbia reso grande anche il discepolo, gli abbia offerto lo slancio necessario per andare oltre. La mostra Vedova Tintoretto. In dialogo, allestita nell'Aula del Senato del Regno d'Italia, presenta una cinquantina di capolavori tra tele di Emilio Vedova e opere di Tintoretto quali le clamorose ancone dei Camerlenghi, straordinario prestito dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia o, ancora, alcune delle opere del celeberrimo ciclo delle Metamorfosi ora conservate alle Gallerie Estensi di Modena. Il serrato dialogo tra i due artisti si sviluppa a partire dai disegni giovanili di Vedova del 1936 passando per le tele degli anni Quaranta e Cinquanta dedicate alla riflessione su dipinti di Tintoretto quali la Moltiplicazione dei pani e dei pesci (da Tintoretto) (1942), La crocifissione (da Tintoretto) (1947), (studio da Sogno di San Marco di Tintoretto) (1956), e a quelle degli anni Ottanta. A completare il dialogo e l'esposizione è Vedova con la monumentale installazione …in continuum, compenetrazione/traslati '87/'88: più di cento grandi tele, assemblate le une con le altre in uno sviluppo che sfiderà la verticalità della sala del Senato, testimonianza dell'evoluzione di Vedova che continua con potenza visionaria il suo confronto col maestro ideale.Catalogo della mostra "Vedova Tintoretto. In dialogo": Silvana Editoriale www.silvanaeditoriale.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Un incontro con Marco Bizzarri per discutere di creatività, finanza e new talent. Un viaggio fra le maison di moda che diventano case di produzione cinematografica. Un'inchiesta su Hallyu, atto secondo: la nuova Korean Wave. E in questa puntata di Start Weekend andiamo a scoprire una delle più grandi collezioni di gioielli fantasia, dagli anni Venti ad oggi. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Tras una etapa como oruga radiofónica, el Masaje Cerebral sale de la crisálida para levantar vuelo ahora también en la pantalla. Acompáñenos a despegar nuestro canal de YouTube con un especial de transformaciones (y sígannos por favor @masajecerebral). O, si lo prefieren, pongan oreja en la plataforma de audio de su preferencia.Materia gris en Technicolor...Esto es Masaje Cerebral
Sara Durantini"Questo mio corpo"Dalia Edizionihttps://www.daliaedizioni.it/project/sara-durantini/“Alla fine, ciò che rimane è inciso nel mio corpo.È lui a non dimenticare.”Il corpo, esplorato, interrogato, rivendicato, e la parola, nutrita dalle voci di Ernaux, Yourcenar, Duras, danno forma a una consapevolezza e a una volontà che reclama la sua indipendenza.Un romanzo intenso e necessario sull'identità femminile, il racconto di una formazione silenziosa, di un desiderio che smette di chiedere permesso.Sara Durantini, nata a San Martino dall'Argine (MN) nel 1984, consegue la laurea magistrale in lettere moderne presso l'Università di Parma; vincitrice dell'edizione 2005-2006 del Premio Tondelli per la sezione inediti con il lungo racconto L'odore del fieno, nel 2007 pubblica il primo romanzo, Nel nome del padre, con la casa editrice Fernandel. Nel 2008 pubblica un racconto inserito nell'antologia Quello che c'è tra di noi, a cura di Sergio Rotino (Manni Editore), nel 2009 partecipa al Dizionario affettivo della lingua italiana, a cura di Matteo B. Bianchi e Giorgio Vasta (Fandango Libri), nel 2011 pubblica un racconto inserito nell'antologia Orbite vuote (Intermezzi Editore). Nel 2019 partecipa all'edizione aggiornata del Nuovo dizionario affettivo della lingua italiana (Fandango Libri) e nello stesso anno partecipa al volume L'unica via è il pensiero (Intermedia Edizioni) a cura del professore Hervé A. Cavallera. Nel 2021 pubblica L'evento della scrittura. Sull'autobiografia in Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux per la casa editrice milanese 13lab. Nel 2022 pubblica Annie Ernaux. Ritratto di una vita per la casa editrice deiMerangoli, prima biografia italiana dedicata alla scrittrice francese Premio Nobel per la Letteratura 2022.Per Dalia ha curato il romanzo corale La terra inesplorata delle donne nel 2023 e ha pubblicato Pampaluna nel 2024, libro che ha ricevuto il Premio di scrittura femminile Il Paese delle Donne nello stesso anno. Un breve saggio dedicato alla trasposizione teatrale italiana di Memoria di ragazza di Annie Ernaux è contenuto nel volume curato da Michèle Bacholle e Jacqueline Dougherty edito da Brill Academic Publishers. Negli anni, racconti e articoli sono apparsi in antologie e riviste letterarie. Attualmente collabora con la rivista femminista “Pro.Vocazione” e con la rivista francese “Collateral revue”.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
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“Permítanme revelarles un secreto maravilloso. ¡No todos moriremos, pero todos seremos transformados!” (1 Cor. 15:51, NTV)Metamorfosis ~ Devocional de Jóvenes ~ 24 de septiembre 2025 ~ AD7Devocional----------------------------Code: 68RKR9TVQZKWWOVXBUSCA en Facebook el texto de la matutina:http://www.facebook.com/AD7Devocional/SIGUE en Instagram el post de la matutina y el versículo diario:http://www.instagram.com/AD7Devocional/VISITA nuestra pagina de internet:http://www.ad7devocional.comSUSCRIBE a YouTube, comparte y ve nuestros videos:http://www.youtube.com/AD7DevocionalESCUCHA a traves de Spotify:https://open.spotify.com/show/4VfzQUU2omzsrqITRsL6AhAutor: Jorge L. Rodriguez (Rodriguez, Jorge L.)Titulo: Hoy es Tendencia - Seguir a Jesús nunca pasa de moda(Lecturas devocionales para jóvenes) (Spanish Edition). IADPA. Matutina Para JóvenesDevoción Matutina Para JóvenesGracias a Ti por escucharnos, un abrazo AD7… Hasta la próxima!
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Bentornati su Snap!Continua la sperimentazione video di questo podcast che, dopo la bella puntata con Luca Manelli, incomicia a regalare alcuni dietro le quinte che non posoo non raccontarti, non prima di aver risposto ad una domanda relativa al video DocFa su Mac Apple Silicon e di essermi tolto qualche sassolino derivante dalla foderatura dei libri dei miei figli.Nella seconda parte, solo audio, largo spazio alla strada intrapresa da Autodesk Forma, al ridimensionamento di Intel ed al corso sull'AI tenuto dal MVRDV alla Facoltà di Architettura a Torino!Buon ascolto!—>
Fare ordine e ripartire.Settembre mi ha invitata a fermarmi: ho dovuto creare spazio, ribaltare vecchi pensieri, dare forma a nuove abitudini. Ti racconto esattamente cosa ho fatto a settembre creare ordine, chiarezza e nuova visione.I percorsi con Isea, ora aperti:
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How a group of 80's Cuban misfits found rock-and-roll and created a revolution within a revolution, going into exile without ever leaving home. Reporter Luis Trelles brings us the story of punk rock's arrival in Cuba and a small band of outsiders who sentenced themselves to death and set themselves free. We originally released this episode back in 2015 in a collaboration with Radio Ambulante, but the story is so fascinating (and, in many ways, still relevant) that we haven't stopped thinking about it. Special thanks to the bands VIH, Eskoria, Metamorfosis and Alio Die & Mariolina Zitta for the use of their music. Radio Ambulante launches their 15th season on September 30th!!Check it out, here!! (https://radioambulante.org/en) EPISODE CITATIONS:Find some of Radio Ambulante's other stories about the Frikis here -The Survivors (https://zpr.io/Kh8KWWi6SqaF)When Havana was Friki (https://zpr.io/HrXsgibzvbJj)Please put any supporting materials you think our audience would find interesting or useful below in the appropriate broad categories.Signup for our newsletter!! It includes short essays, recommendations, and details about other ways to interact with the show. Sign up (https://radiolab.org/newsletter)!Radiolab is supported by listeners like you. Support Radiolab by becoming a member of The Lab (https://members.radiolab.org/) today.Follow our show on Instagram, Twitter and Facebook @radiolab, and share your thoughts with us by emailing radiolab@wnyc.org.Leadership support for Radiolab's science programming is provided by the Simons Foundation and the John Templeton Foundation. Foundational support for Radiolab was provided by the Alfred P. Sloan Foundation.
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Pubblichiamo l'intervento del Professore dal titolo “Ce que l'intelligence nous rend sous le nom de passé n'est pas lui”: Lo stile come epistemologia poetica nel “Contre Sainte-Beuve”, tenutosi lo scorso 16 aprile per il ciclo di incontri “Marcel Proust e la Filosofia” organizzato dal gruppo di ricerca padovano Metamorfosi del trascendentale, che ringraziamo per la preziosa disponibilità.
Ridiffusione di una delle puntate più amate dell'ultimo anno in Trasformati.I percorsi con Isea, ora aperti:
Ridiffusione di una delle puntate più amate dell'ultimo anno in Trasformati.Per ricevere le 6 domande potenti associate alla puntata, iscriviti gratuitamente da qui: https://www.subscribepage.com/6-domande-potentiI percorsi con Isea, ora aperti:
En sus lecciones de historia, David Botella nos habla de bichos que saltaron a la literatura, a la música, al baile... Y al mundo de las leyendas urbanas, como el bicho de Sabadell, un supuesto monstruo que se movía por las cloacas de la ciudad.
Ridiffusione di una delle puntate più amate dell'ultimo anno in Trasformati.I percorsi con Isea, ora aperti:
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Tenay Rodríguez, emprendedora imparable, coach y autora de “Sin Crédito No Hay Paraíso”, nos demuestra que nada es más fuerte que una mente determinada.
Fortunato D'Amico"Glacial Threads"Dalle foreste ai tessuti del futuro.Mostra al Castello Gamba, Chatillon, Valle d'Aosta Il Castello Gamba - Museo di Arte moderna e contemporanea della Valle d'Aosta a Châtillon ospita la mostra “Glacial Threads. Dalle Foreste ai Tessuti del Futuro”, organizzata da Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte in collaborazione con la Struttura patrimonio storico-artistico e gestione dei siti culturali della regione, e con la curatela di Fortunato D'Amico.L'esposizione indaga il profondo legame tra arte, sostenibilità e moda rigenerativa. Partendo dal progetto Glacial Threads. From Forest to Future Textiles, promosso da Lenzing Group (leader mondiale nella produzione di fibre speciali a base di legno) con Cittadellarte, e finalizzato alla creazione di tessuti privi di microplastiche per proteggere i ghiacciai, la mostra affronta il tema del riscaldamento globale e dei cambiamenti socio-ecologici con una particolare attenzione per l'arco alpino. Attraverso installazioni immersive, materiali interattivi e contenuti scientifici, il percorso accompagna i visitatori in un viaggio visivo e sensoriale: dalle foreste, simbolo di equilibrio naturale, ai tessuti del futuro, emblema di un'evoluzione responsabile. Un'esperienza che mette in luce il ruolo cruciale delle pratiche sostenibili e circolari nell'affrontare le sfide ambientali globali. Il Maestro Pistoletto, da sempre noto per il suo impegno sociale e ambientale, candidato dalla Fondazione Gorbachev al Premio Nobel per la Pace 2025, attraverso le opere esposte stimola nel visitatore una riflessione sulla responsabilità collettiva. Per Michelangelo Pistoletto, l'arte è uno strumento di trasformazione sociale e l'artista un agente di cambiamento. Secondo la sua visione, l'arte deve offrire soluzioni rigenerative, integrando scienza e tecnologia per ristabilire un equilibrio armonioso tra l'essere umano e la natura. All'interno di Glacial Threads lo spazio espositivo, suddiviso in tre sale, si trasforma in un organismo vitale dove arte, pensiero ecologico e sperimentazione convivono in un dialogo fluido. Le opere di Pistoletto mirano a tessere una narrazione comune, come fibre che si intrecciano per generare una nuova trama culturale e ambientale.In mostra, molte opere significative: Metamorfosi, che esplora il concetto di trasformazione, sia individuale e collettiva, si propone come un invito alla riflessione sulla relazione tra arte, società e individuo. Attraverso l'uso di specchi e di materiali comuni, Pistoletto mira a creare un'esperienza di partecipazione attiva, coinvolgendo lo spettatore nel processo creativo e nella riflessione sulla propria identità; La Mela Reintegrata rappresenta la ricomposizione degli elementi opposti: natura e artificio. La mela significa natura, il morso della mela significa artificio. Con la Mela Reintegrata l'artificio assume il compito di ricucire la parte asportata dal morso e ricongiungere l'umanità alla natura, anziché continuare ad allontanarla da essa."L'Albero di Ama: divisione e moltiplicazione dello specchio". L'opera riflette la dialettica dell'artista tra unità e divisione, rappresentata attraverso la forma di un albero che contiene uno specchio. In ultimo La Formula della Creazione concetto centrale nell'opera di Pistoletto e nella sua visione del mondo. L'idea è che la connessione tra natura e artificio, o tra opposti in generale, genera qualcosa di nuovo e positivo, un "terzo soggetto" che si unisce ai due elementi originali. Questo terzo soggetto, rappresentato dal cerchio centrale, è il grembo della rinascita, dove si genera una nuova consapevolezza e un nuovo modo di vedere il mondo. Le strutture Segno Arte di Pistoletto esposte accolgono abiti generati dal lavoro collettivo del dipartimento moda di Cittadellarte – B.E.S.T. (Better Ethical Sustainable Think-Tank) grazie alla collaborazione con i designer Blue of a Kind, Bav Tailor, Tiziano Guardini e Flavia La Rocca.Realizzati con le fibre biodegradabili utilizzate per proteggere i ghiacciai, i capi raccontano una moda rigenerativa e consapevole, proiettata oltre l'effimero. I geotessili, ideati dal gruppo Lenzing, privi di plastica, dopo essere stati utilizzati per due anni a copertura dei ghiacciai, vengono rimossi e reintegrati nel ciclo tessile, testimoniando un approccio circolare che tutela i ghiacciai e – al contempo - riduce l'impatto ambientale dell'industria della moda. Infine, l'opera fotografica Dall'infinito alla Creazione, che cattura la maestosità e la fragilità dei ghiacciai introducendo il visitatore in una dimensione cosmica, dove il gesto dell'artista si fa punto di contatto tra l'universale e il quotidiano. Le declinazioni internazionali del Terzo Paradiso restituiscono l'eco di un'utopia concreta, che prende forma attraverso comunità, scuole, città, relazioni. Le azioni di Glacial Threads dialogano con i principi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, e i suoi 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Moebius contenente testi critici del curatore Fortunato D'Amico e un'intervista a Michelangelo Pistoletto, tradotto in tre lingue: italiano, inglese e francese.Durante tutto il periodo espositivo verranno realizzati workshop e conferenze curati dall'Accademia di Cittadellarte sui temi della mostra. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Persone sensibili. Sveglie. Intelligenti. Uniche. Che continuano a cercare in me: la formula giusta.La strada giusta.La verità da replicare.“Dimmi tu cosa fare.”“È giusto così?”“Sono bloccato (quindi tocca a te sbloccarmi, dammi gli step da seguire).”E dentro di me qualcosa si contrae.Non perché io non voglia aiutare.Ma perché questa dinamica è veleno. Silenzioso. Ma letale.I percorsi con Isea, ora aperti:❤️
Il vero volto del perfezionismo (basta farti del male).Si presenta bene.Come amore per il dettaglio.Come standard alti. Cura. Precisione.Sembra forza. Ma non lo è.Il perfezionismo è paura ben vestita.È una ferita antica che sussurra:“Se sarai impeccabile, forse non ti rifiuteranno.”“Se farai tutto perfetto, forse ti ameranno.”✨ Ne parliamo in questo nuovo video YouTube.I percorsi con Isea, ora aperti:❤️
Hai imparato a non disturbare.A non essere “troppo”.A non chiedere troppo.A non occupare troppo spazio.Hai imparato a essere brava.A capire al volo cosa si aspettavano da te… e a diventarlo.Perfetta. Gentile. Affidabile. Sempre all'altezza.Il prezzo però è stato alto.❤️
È ora di agire (basta aspettare il momento giusto).La crescita personale, da sola, non basta. Oltre una certa soglia, se non si traduce in un gesto, una decisione, un passo… diventa solo un'altra gabbia. Non si evolve solo pensando. Non si guarisce solo capendo.Si cambia facendo. Si cresce scegliendo. Si trasforma agendo.❤️
Vita, opere e pensiero di Apuleio, scrittore e filosofo romano autore delle Metamorfosi, di Amore e Psiche e dell'Apologia.
Vita e poesie di Publio Ovidio Nasone, poeta romano tra i massimi esponenti della poesia elegiaca.
Non dare importanza a te stesso, oggi, non è altruismo.È irresponsabilità.Verso la tua energia, verso la tua voce, verso la tua vita. Ma anche verso chi ami, verso gli altri, verso il mondo. Parliamone in questo profondo video cuore a cuore.
metAMORfosis @sofiaalva_____En este episodio te comparto una de mis más grandes pasiones: el ritual de conecta con las representaciones del Sagrado Femenino a través de los arquetipos de las Diosas y su simbolismo. Las diosas no son figuras externas sino fractales de tu propia alma, y conectar con ellas y encarnar su frecuencia en tu vida abre posibilidad de sanar, crear, encarnar y manifestar desde esa energía sagrada que las habita.Al entender el concepto de un arquetipo podemos elegir conscientemente desde cuál queremos vivir, podemos retomar nuestro poder y conocernos en una profundidad que es transformadora y poderosa sin medida. Acompáñame en este poderoso viaje de conexión con el Sagrado Femenino a través de la conexión con la Diosa y se testigo y parte de la transformación más mágica en tu vida.
metAMORfosis @sofiaalva_____La sombra es todo lo que nuestra psique ha reprimido o exiliado para poder “pertenecer”, y cuando somos capaces de mirarla e integrarla, no volvemos poderosas sin medida. Cuando dejamos de huir de nuestra sombra, se convierte en poder alquímico,en poder de transformación, en libertad.Integrar tu sombra TE LIBERA. En este episodio te comparto mi pasión por el trabajo de la sombra y el papel clave que tiene en el proceso de manifestación.Cuando le perdemos el miedo a mirarnos y tomarnos completas, nuestra vida entera se transforma.
metAMORfosis @sofiaalva_____En este episodio te comparto mi entendimiento del proceso de manifestación y la posibilidad de mirarlo como un proceso multidimensional y no solo terrenal. Una de las claves para aprender a mover la energía y manifestar lo que nuestra alma anhela es ver el proceso de manifestación como un entrenamiento en el cual cada vez nos volvemos más experimentados y confiados, y esa confianza se va construyendo con prácticas diarias, alineando nuestras creencias y puntos de vista con aquello que queremos manifestar, reprogramando nuestro subconsciente para poder atraer y sostener más y convirtiéndonos en la frecuencia vibratoria de lo que queremos ver materializado. Cuando entendemos que nuestra alma eligió encarnar con un plan y lo honramos, el cosmos entero se pone de fiesta y nos abre las puertas y portales que estamos destinados a cruzar.
