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La lunghezza di una pantera (che in realtà è un termine generico usato per indicare grandi felini come leoni, giaguari o leopardi melanici) varia secondo la specie. Per esempio:
Costanza Jesurum"Il giaguaro nel canale"Venezia come appare a chi la sognaWetlandswww.wetlandsbook.comCon la sua bellezza e la sua peculiare singolarità di città storica sull'acqua, Venezia è diventata un simbolo culturale. E' una città che offre paesaggi e vedute che sono diventate oggetti collettivi, e che sono spesso trasformati in immagini stereotipiche: isole che emergono dall'acqua, piazza invase dalla marea, ma anche le maschere di carnevale e lo sfarzoso settecento veneziano: Venezia è un luogo immaginifico condiviso.Venezia è anche un simbolo dell'inconscio, una città che ricorre nei sogni delle persone, ovvero un medium per esprimere questioni private e interne: le persone che la visitano e persino quelle che non ci sono mai state la trattengono nel loro immaginario e prima o poi la sognano: ciò che vedono ed esperiscono diventa un canovaccio metaforico inconscio per esprimere uno stato psichico.Raccontando i sogni dei visitatori, il libro indaga il simbolismo onirico di Venezia, offrendo una prospettiva inedita per la comprensione della città e delle sue rappresentazioni storiche e culturali.Costanza Jesurum, psicologa analista, collabora con diverse testate e periodici nazionali, tra cui L'Espresso, la Repubblica e il Mattino. Tra le sue opere più recenti: Manuale Antistalking (il nuovo Melangolo, 2014) Guida portatile alla psicopatologia della vita quotidiana (2015) e Dentro e fuori la stanza. Cosa accade a chi fa psicoterapia oggi (2017), entrambi con la casa editrice Minimum Fax, e più recentemente Il corpo in questione, per una psicologia delsesso, in uscita con Ponte alla grazie.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Domanda a bruciapelo: che differenza c'è tra ghepardo, leopardo, giaguaro e pantera. TRASCRIZIONE [ENG translation below]Avete presente il leopardo? Ecco, ora avete presente il ghepardo? No, avete presente il giaguaro? Mm? Avete presente la pantera? Ecco, probabilmente vi state chiedendo ma, di che cosa sta parlando oggi Cristina nei suoi 3 minuti grezzi?No, c'è questa cosa qua che mi sono accorta che forse, come tante altre persone, non ho assolutamente idea della differenza che c'è tra il ghepardo, il leopardo, il giaguaro e la pantera. Così sono andata a cercare e adesso sono qua per togliere tutta la nebbia che circonda questi animali e per spiegarvi finalmente che differenza c'è tra di loro.Allora, anzitutto sono tutti animali maculati che hanno questa bella pelliccia che purtroppo, purtroppo ha portato un sacco di gente ad ammazzarli, ma per fortuna ormai le pellicce non vanno più di moda.Iniziamo dal ghepardo. Il ghepardo è il più veloce, penso che sia l'animale terrestre più veloce al mondo, può raggiungere fino a 120 chilometri all'ora, e poi anche uno scatto da far invidia alle automobili sportive più sportive, infatti va da 0 a 100 km in 3 secondi, questo anche perché è abbastanza piccolo di stazza, piccolo peso corporeo, leggero abbastanza minuto, è bravo molto nelle brevi distanze e gli piace ammazzare piccole prede, appunto perché anche piccolo di stazza non è che possa sollevare chissà che.Discorso diverso invece per il leopardo. Il leopardo è più muscoloso, più grosso, abbastanza veloce, anche se non così veloce come il ghepardo, è molto bravo ad arrampicarsi ed è anche molto bravo a saltare, un po' come il gatto domestico. Il leopardo può saltare fino a tre metri d'altezza, cioè visualizzate tre metri: pensate che un piano di un edificio normalmente di quattro metri, ecco il leopardo può saltare quasi un piano di un appartamento, e poi anche visto che ha una stazza non indifferente riesce a sollevare prede anche molto pesanti che pesano anche più di 100 kg. E il leopardo è anche quello che viene chiamato pantera: la pantera altro non è che un leopardo completamente nero.Arriviamo adesso al giaguaro. Il giaguaro è il più grande di tutti, può pesare fino a più di 100 kg e può arrivare quasi un metro e mezzo d'altezza, oh! un metro e mezzo, quasi alto quanto me pare che abbiamo visto esemplari di un metro e 40. Ha sempre tutte queste macchie a rosetta nel pelo, e sì, questi diciamo, sono grosso modo le differenze, andate a cercare le foto se volete vedere.Rimane il gattopardo! Il gattopardo, il Gattopardo. E il gattopardo oltre che essere un libro, oltre che essere un film, si chiama ocelot ed è più o meno un gatto domestico.TRANSLATIONDo you know the leopard? There, now do you know the cheetah? No, you know the jaguar? Mm? Do you know the panther? Here, you are probably wondering but, what is Cristina talking about today in her 3-minute podcast?Well, there is this thing here that I realised that, maybe like many other people, I have absolutely no idea what the difference is between the cheetah, the leopard, the jaguar and the panther. So I went looking and now I am here to remove all the fog surrounding these animals and to finally explain to you what the difference is between them.So, first of all, they are all spotted animals that have this beautiful fur that unfortunately, unfortunately has led a lot of people to kill them, but fortunately fur is not in fashion any more.Let's start with the cheetah. The cheetah is the fastest, I think it is the fastest land animal in the world, it can reach up to 120 km/h, and then also a sprint to make the sportiest sports cars envious, in fact it goes from 0 to 100 km in 3 seconds, this is also because it is quite small in tonnage, small body weight, light quite minute, it is very good at short distances and it likes to kill small prey, precisely because small in body it is not that it can lift much.Different situation, however, for the leopard. The leopard is more muscular, bigger, quite fast, though not as fast as the cheetah, is very good at climbing and is also very good at jumping, somewhat like the domestic cat. The leopard can jump up to a height of three meters, that is, visualise three meters: think that a floor of a building is normally four meters, here the leopard can jump almost a floor of an apartment, and then also since it has a considerable bodyweight, it can lift very heavy prey weighing even more than 100 kg. And the leopard is also what is called a panther: the panther is nothing but a completely black leopard.We come now to the jaguar. The jaguar is the largest of all, it can weigh up to more than 100 kg and can reach almost a meter and a half in height, oh! a meter and a half, almost as tall as me, I think we have seen specimens of a meter and 40. Is also has all these rosette spots in his fur, and yes, these let's say, are roughly the differences, go look for the pictures if you want to see.The 'Gattopardo', the 'gattopardo', The 'gattoapardo' in addition to being a book, in addition to being a movie, is actually called ocelot and is more or less a domestic cat.
Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali che oggi ha ospitato Giulia De Amicis, illustratrice e @Marco Colombo, Naturalista e fotografo, per parlarci del libro Tentacoli Piccolo catalogo di polpi, seppie e calamari, @Nemos edizioni, scritto da Marco Colombo e @Francesco Tomasinelli e illustrato da Giulia De Amicis, ma anche di Giornata Mondiale del Giaguaro, di @wwf Italia, di Gennarì il pettirosso di @radio popolare e scopriamo che Giulia voleva essere Balenottera...
Entrevistamos a Marco Soriano, CEO de Soriano Motori una marca italiana, pero con corazón español, que acaba de presentarse en el Hotel Ritz de Madrid con una colección de ropa premium y una moto eléctrica muy innovadora denominada Giaguaro con tres modelos diferentes y totalmente configurable. Pecados Veniales con Ramón Biosca, Alfonso Escámez, Edson Elguer, Ricardo Ceratto, Ana Mateu, Agustín García, Gus Fernández, Ana Sastre y Lucía Serrano.
En este nuevo programa entrevistamos a Marco Soriano, CEO de Soriano Motori una marca italiana, pero con corazón español, que acaba de presentarse en el Hotel Ritz de Madrid con una colección de ropa premium y una moto eléctrica muy innovadora denominada Giaguaro con tres modelos diferentes y totalmente configurable. A continuación, hablamos de perfumería de lujo y de marca España. Ramón Monegal desciende de un largo y distinguido linaje de perfumistas, representando la cuarta generación de la Casa de Myrurgia, que fue la proveedora de la familia real española y la compañía internacional más importante de perfumes en España. En 2009 decide lanzar su colección de perfumes bajo su propio nombre. También hablamos de aviación con una compañía que ofrece vuelos privados con todo tipo de servicios. Una compañía española que tiene su base en el Aeropuerto Internacional de Málaga. Vamos a conocer Ijet Aviation de la mano de Guillermo Gallego, Corporate & Charter Pilot Account Manager. Por último, os contamos los mejores planes para este fin de semana en Madrid Pecados Veniales con Ramón Biosca, Alfonso Escámez, Edson Elguer, Ricardo Ceratto, Ana Mateu, Agustín García, Gus Fernández, Ana Sastre y Lucía Serrano.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=478IL TALENTO ARTISTICO DI MEL GIBSON di Roberto MarchesiniGran bel film, La Battaglia di Hacksaw Ridge: splendido dal punto di vista tecnico, commuove, appassiona ed eleva lo spirito.Prima di parlarne, ripercorriamo la carriera dell'autore, il famoso Mel Gibson. Che, forse, dà uno spaccato dell'evoluzione del pensiero di un cattolico negli Stati Uniti... Diventa una star di Hollywood negli anni '70 e '80 grazie alle serie Mad Max e Arma letale. Sembra destinato al genere avventuroso-fracassone quando, nel 1990, Zeffirelli lo chiama per vestire i panni di Amleto. Gibson coglie l'occasione, e sfodera una prova da grande attore. Nel 1993 esce il suo primo film da regista: L'uomo senza volto. Un grande, commovente e drammatico film sulla figura paterna, oggetto di diffidenza e anche odio, ma necessaria.BRAVEHEART (1996), IL PATRIOTA (2000) & WE WERE SOLDIERS (2002)Tre anni dopo ecco l'epico e monumentale Braveheart Cuore impavido. Di questo film ricordiamo il realismo, la violenza ed uno dei più grandi discorsi della storia del cinema («Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso...»), probabilmente ispirato all'Enrico V di Shakespeare. Emerge anche il tema politico: l'indipendenza della Scozia dalla tirannia inglese. Il film regala a Gibson, oltre ad un importante incasso, 5 premi Oscar. [leggi: UN CUORE IMPAVIDO PER LA LIBERTA', clicca qui, N.d.BB]Nel 2000 Gibson interpreta Il patriota. Apparentemente un film sull'indipendenza degli Stati Uniti che nasconde però ben altro. Innanzitutto, il patriota del titolo non combatte per la patria, anzi: al momento dell'arruolamento, si rifiuta, anteponendo i suoi doveri di padre a quelli nei confronti della «nazione americana» («Perché dovrei scambiare un tiranno a tremila miglia di distanza con tremila tiranni lontani solo un miglio?»). Feroce guerriero, Benjamin Martin si schiera risolutamente dalla parte della pace («Vi sono alternative alla guerra»). Più che un film patriottico, Il patriota è piuttosto un film libertario; la sua bandiera non è quella a stelle e strisce, ma quella che verrà usata anni dopo dal Tea Party. [...]Nel 2002 Mel Gibson è impegnato in un film alla Berretti verdi: We were soldiers - Fino all'ultimo uomo. Interpreta un ufficiale - cattolico ed oltremodo eroico - impegnato nella guerra del Vietnam. Siamo all'esordio alla presidenza di Bush Jr: Gibson sembra concedere un minimo di fiducia alle istituzioni statunitensi dopo due mandati Clinton. [leggi: WE WERE SOLDIERS - FINO ALL'ULTIMO UOMO, clicca qui, N.d.BB]LA PASSIONE DI CRISTO (2004) & APOCALYPTO (2006)Nel 2004 esce La passione di Cristo: un film brutale e realistico su passione, morte e risurrezione di Gesù, con luci caravaggesche e recitato in aramaico, ebraico, latino. Prima dell'uscita nelle sale si diffonde la notizia secondo la quale il padre di Mel Gibson sarebbe un cattolico sedevacantista antisemita. Appena il film esce nelle sale fioccano le stroncature: si schierano Natalia Aspesi («Un'orgia di sangue...») e Vittorio Zucconi («Sangue, torture e integralismo»); persino eminenti prelati criticano il realismo del film, rimpiangendo la passione proletaria di Pasolini. Ma l'accusa più grave (anche se non ben circostanziata) è quella di antisemitismo: Jim Caviezel, interprete di Cristo, dirà di essersi giocato la carriera con questo film. Nonostante questo, il film incassa più di seicento milioni di dollari. Alle accuse di antisemitismo si accompagnano altri giudizi: Mel Gibson è padre di otto figli ed è sempre stato sposato con la stessa donna, un unicum, ad Hollywood. [leggi: UNA PASSIONE DI VIOLENZA E DI AMORE, clicca qui, N.d.BB]Due anni dopo Gibson sforna un altro capolavoro: Apocalypto. Ambientato nella brutale e feroce America precolombiana, narra la vicenda di Zampa di Giaguaro, che sfugge alla morte per salvare la famiglia. Alla fine del film, quando il protagonista sta per essere ucciso, ecco sbarcare dall'oceano una nave: trasporta soldati, religiosi e la croce di Cristo. [...] Oltre al tema della lotta per la famiglia, ne emerge prepotentemente un altro: quello dell'aborto. Cos'altro è il sacrificio umano praticato incessantemente dai capi del popolo Maya, se non l'uccisione di milioni e milioni di bambini? La società americana pre-cristiana è dunque quella statunitense? [...] [leggi: UNA CIVILTA' VIENE DISTRUTTA DALL'ESTERNO SOLO QUANDO SI E' GIA' CORROTTA AL SUO INTERNO, clicca qui, N.d.BB]Dall'uscita di Apocalypto, la carriera di Gibson va a rotoli. La sua immagine di padre di famiglia irreprensibile è deturpata: al suo fianco compare una giovane musicista russa ebrea Oksana Grigorieva (ma Gibson non era antisemita?), divorzia dalla moglie e va a vivere con lei. Viene fermato illegalmente da un poliziotto (alla presenza di telecamere) mentre è alla guida in stato di ebbrezza: si lascia scappare frasi antisemite («Gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre del mondo»). Ha altri progetti cinematografici (un film su Giuda Maccabeo - ma Gibson non era antisemita? - ed un altro sugli insorgenti italiani), ma rinuncia: erano film - dirà - che interessavano solo a me. Solo pochi amici gli restano vicino (Robert Downey Junior e l'attivista lesbica Jody Foster - ma Gibson non era intollerante?). Nel 2010, a carriera ormai distrutta, viene lasciato dalla musicista russa, che lo denuncia per averle detto al telefono frasi razziste (registrate su nastro). Da quel momento Gibson recita in alcuni (anche ottimi) film d'azione: Fuori controllo, Viaggio in paradiso, Machete Kills, Blood father; come autore sembra finito. [leggi: DEBOLEZZE UMANE NELLA VITA DI MEL GIBSON, clicca qui, N.d.BB]LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE (2017)Ed eccoci arrivati al febbraio 2017 con la sua nuova prova da regista: La Battaglia di Hacksaw Ridge. È la storia vera di Desmond Doss, un obiettore di coscienza che si arruola volontario durante la Seconda Guerra Mondiale. Non vuole toccare le armi per motivi religiosi (è avventista del settimo giorno); ma non si sente da meno rispetto agli altri giovani che decidono di servire il loro paese in guerra. La sua posizione non viene compresa e, considerato un vigliacco, durante l'addestramento è fatto oggetto di insulti, punizioni e violenze. Viene addirittura incriminato per aver disobbedito agli ordini, rischia il carcere, ma non rinuncia ai suoi principi. Alla fine, grazie all'intervento del padre, alcolizzato e violento, traumatizzato dalla Prima Guerra Mondiale, viene riconosciuto il suo status di soldato obiettore di coscienza ed assegnato alla sanità militare. I compagni e gli ufficiali continuano a considerarlo un vigliacco, ma Doss riuscirà a dimostrare il contrario. Viene inviato nel Pacifico e partecipa alla battaglia di Okinawa; viene assegnato a Hawksaw Ridge, una impervia montagna controllata dai giapponesi. Il primo giorno di battaglia è cruento, ma vede la vittoria degli statunitensi; il giorno seguente, però, i giapponesi riconquistano la posizione. É il momento della ritirata, ma non per tutti: Doss resterà in cima, recupererà uno ad uno i suoi compagni calandoli con delle corde, sarà l'ultimo a calarsi dopo aver salvato commilitoni e giapponesi feriti. Una cinquantina, disse Doss; un centinaio, lo corressero i suoi compagni (alla fine gli vennero attribuiti 75 salvataggi, una via di mezzo).Del film notiamo l'eccellente tecnica e l'ottima recitazione, soprattutto del protagonista Andrew Garfield (al quale era stato «sconsigliato» di lavorare con Gibson). Colpiscono anche la castità del fidanzamento di Doss (quando mai, nei film hollywoodiani?) e i dialoghi, che rimandano ai valori più nobili. Il film gronda eroismo e fede religiosa: ogni volta che Doss cala un compagno dalla montagna, si ferma a pregare: «Fammene trovare ancora uno». Gibson chiarisce che la vera forza non è quella dei muscoli (la recluta culturista «Hollywood» - sottile ironia - non si distingue, in battaglia, per il coraggio), ma quella interiore: la virtù della fortezza.E torna, nuovamente, il tema della guerra. Il realismo è terribile e spettacolare: la guerra è morte, dolore e sofferenza. [...] Gibson, pur avendo firmato film di guerra, non è mai stato un guerrafondaio; ma con questo film sembra compiere un passo ulteriore. «Non mi sembra una brutta cosa rimettere insieme qualche pezzo del mondo, mentre sono tutti così intenti a farlo a pezzi», dice Desmond Doss. Lo pensa anche Gibson. [...]Il suo messaggio è chiaro: la guerra non è di per sé eroismo. L'eroismo è quello di chi - anche in guerra - è disposto a donare la vita per i propri fratelli, anche se di un'altra nazione. L'eroismo è quello di Doss, che salva uno ad uno i propri compagni e i propri nemici, e che prega «Fammene trovare ancora uno». Non per ucciderlo: per salvarlo.
Si può trasmettere la sensorialità in un dialogo?
La vista può aiutarci a vedere una storia?
Oggi recensirò l'ultimo della serie de “Le avventure di Aquila e Giaguaro” di Isabel Allende: La foresta dei pigmei. Grazie e buone ascolto!
Si parla con Chiara Caprio di Animal Equality Italia, dell'ultima indagine sull'impatto degli allevamenti intensivi sulla qualità dell'aria in pianura padana, della Giornata del Giaguaro, della vicenda dei Mufloni dell'Isola del Giglio, di Anna ascoltatrice che protesta con Avis sul biglietto omaggio del Circo Medrano
Si parla con Chiara Caprio di Animal Equality Italia, dell'ultima indagine sull'impatto degli allevamenti intensivi sulla qualità dell'aria in pianura padana, della Giornata del Giaguaro, della vicenda dei Mufloni dell'Isola del Giglio, di Anna ascoltatrice che protesta con Avis sul biglietto omaggio del Circo Medrano
Die fast vergessene Motorradmarke Soriano meldet mit einem Elektromotorrad zurück. Soriano war früher eine spanische Marke, ist nun italienisch und präsentiert das futuristische Bike Giaguaro als sein erstes Modell. Bei einigen Details ließ man sich von den alten Soriano-Modellen inspirieren.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=38L'AUTODISTRUZIONE DI UNA CIVILTA' di Giacomo Samek LodoviciIn un villaggio Maya nelle foreste dello Yucatan, il giovane Zampa di Giaguaro vive con gli altri membri di quella piccola comunità, tra scherzi feroci, battute di caccia e l'affetto per la famiglia, il figlio piccolo e la moglie in procinto di partorire una seconda volta. Gli equilibri vengono sconvolti quando...Appena uscito nelle sale questo film è stato criticato per la violenza delle scene, ma queste accuse sono infondate come quando criticavano "La passione di Cristo" perché era antisemita. Il vero motivo della levata di scudi è ideologico e vuol contrastare l'abbattimento della leggenda nera sugli spagnoli in America che il film inizia a suggerire...L'ispirazione di "Apocalypto" é maturata in Mel Gibson subito dopo "La passione di Cristo". "Penso - dice l'autore- che la gente voglia assistere alla messa in scena di storie grandi, che raccontano qualcosa di interessante e che li tocchino spiritualmente. I motivi della caduta di una civiltà sono sempre stati gli stessi e molti degli eventi che hanno preceduto la fine della civiltà Maya sono gli stessi che si verificano nella nostra società di oggi. La gente pensa che l'uomo moderno sia totalmente illuminato, quando in realtà siamo vittime degli stessi problemi, ma anche capaci dello stesso eroismo e trascendenza".Mel Gibson continua a produrre cinema di alta qualità!COM'ERANO VIOLENTE LE CIVILTA' PRE-CRISTIANEIl cristianesimo, per primo, ha conferito una dignità e un valore inviolabile ad ogni uomo, donna, bambinoIl film di Mel Gibson, Apocalypto, [...] ha un merito importante, perché mostra che la civiltà Maya, come è stato documentato dalla ricerca storica recente, era costellata da episodi molto diffusi di crudeltà e praticava numerosissimi sacrifici umani. Le descrizioni fatte da Gibson di corpi sventrati, cuori estratti divorati o offerti alle divinità, cadaveri fatti precipitare dalle gradinate dei templi, sono, grossomodo, fedeli.In effetti, i sacrifici umani erano ampiamente diffusi nelle civiltà pre-cristiane. Il grande antropologo Renè Girard ha spiegato che l'umanesimo cristiano è stato una novità assoluta, per la sua difesa della dignità intangibile di ogni singolo essere umano: "né la Cina dei mandarini, né il Giappone dei samurai, né le Indie precolombiane, né la Grecia, né Roma [...] si curavano minimamente delle vittime che, con mano generosa, sacrificavano ai loro dei, all'onore della patria, all'ambizione di grandi o piccoli conquistatori».Anche i Greci, che pur hanno introdotto la dignità del cittadino, l'hanno però negata alle donne, ai bambini ed agli stranieri e legittimavano la schiavitù. E gli stoici, pur avendo riconosciuto l'uguaglianza di tutti gli uomini, hanno però sminuito la dignità dell'uomo perché non gli hanno riconosciuto una differenza qualitativa rispetto agli esseri inferiori, perché hanno negato che fosse libero, perché gli hanno negato la spiritualità.Il cristianesimo, per primo, ha conferito una dignità e un valore inviolabile ad ogni uomo, donna, bambino, giacché ogni uomo:a) è individualmente voluto da Dio;b) è a immagine e somiglianza di Dio;c) è destinato alla comunione con Dio.Perciò, storicamente, solo la Chiesa ha introdotto un vero umanesimo, cioè una cultura di promozione e rispetto per ogni uomo. Nelle altre culture esistevano delle solidarietà familiari, tribali, nazionali, ma la sollecitudine verso l'altro non era mai universale; invece la Chiesa ha ripudiato completamente i sacrifici umani e, per fare solo un esempio, ha inventato gli ospedali, come luoghi in cui vengono curati tutti (senza eccezioni) i malati e li ha gestiti fino al XVIII secolo. Per contro, nel '900, i totalitarismi, con le loro ideologie anticristiane, hanno prodotto genocidi e carneficine mostruosi.Insomma, il cristianesimo è stato il grande motore dell'umanesimo e lo conferma uno dei suoi più acerrimi nemici, cioè Nietzsche. Questi sosteneva che il genere umano progredisce tramite l'eliminazione dei deboli, e accusava il cristianesimo di essere opposto a quella che egli considerava la vera filantropia, proprio per avere sempre difeso ogni uomo, nessuno escluso: "l'individuo fu considerato dal cristianesimo così importante, posto in modo così assoluto, che non lo si poté più sacrificare, ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani. [...] E questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo, vuole far sì che nessuno venga sacrificato".Certo, il pericolo di nuovi totalitarismi per ora non incombe, ma l'arretramento del cristianesimo, di cui tanto si compiacciono i laicisti, comporta l'affievolimento progressivo del senso della dignità umana. Così, assistiamo già a molteplici espressioni di favore verso sacrifici umani, come la mercificazione della donna, certi ritmi lavorativi di professioni che impongono tempi di lavoro disumani, l'aborto, l'eutanasia, la clonazione umana, la sperimentazione sugli embrioni.
L'intervista andata in onda nel pomeriggio di Radio Number One ai Chili Giaguaro, salentini innamorati dell'hip hop, che - in collegamento col nostro Miky Boselli - hanno presentato Da domani, il singolo con Bianca Atzei e Michael Franti che auspica di diventare fra i tormentoni estivi del 2020. Il brano è già in rotazione radiofonica e disponibile su tutte le piattaforme digitali!
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=42APOCALYPTO § (2006) *****MEL GIBSON E' FIN TROPPO BUONO: I MAYA ERANO ANCORA PIU' FEROCI di Giacomo Samek LodoviciNell'anno 2000 una spedizione archeologica al Cerro Llullaillaco, sulle Ande, trovò la mummia perfettamente conservata di una bambina che gli scopritori chiamarono Cara de Angel, «viso d'angelo». Era stata sotterrata ancora viva a testa in giù ai piedi dell'altare sacrificale di uno degli innumerevoli e sanguinari dèi degli Incas. Non è altro che uno dei tantissimi ritrovamenti con cui gli archeologi via via confermano quel che i conquistadores spagnoli scrissero nei loro rapporti alla Corte iberica.Il recente film di Mel Gibson, Apocalypto, non fa che narrare quel che nessuno ha mai descritto finora al cinema: le civiltà precolombiane si basavano sui sacrifici umani praticati in scala industriale. Basti pensare che, solo per consacrare il tempio dedicato al dio Huitzilopochtli, nel 1486, gli Aztechi nella loro capitale, Tenochtitlán, squartarono ben settantamila vittime in una cerimonia che durò giorni e giorni. Possiamo solo immaginare l'orrore e il raccapriccio provati dagli spagnoli quando si ritrovarono a camminare su un tappeto di decine di migliaia di teschi umani (non è un'esagerazione: ai piedi del tempio di cui abbiamo detto ne contarono esattamente centotrentaseimila; il film, accusato di eccessiva violenza, tiene, al contrario, la mano leggera rispetto alla storia).Ciò spiega come potè un pugno di avventurieri (letterale: Cortés aveva con sé solo una settantina di cavalieri) aver ragione di imperi colossali e perfettamente organizzati che disponevano di milioni di guerrieri. Infatti, con i conquistadores si allearono immediatamente tutte quelle tribù il cui unico scopo, secondo i dominanti Maya, Incas e Aztechi, era quello di fornire carne fresca per gli interminabili sacrifici in cima alle piramidi a gradoni.Gli Aztechi, per esempio, chiamavano xochi-yayotl, «guerre fiorite» quelle che scatenavano ogni primavera al solo scopo di procurare prigionieri da sacrificare. Tanto per far capire la situazione locale nell'America precolombiana, si ponga mente al fatto che lo stesso Cristoforo Colombo fu accolto con giubilo dagli arawak, eterne vittime dei cannibali caribi. Hernán Cortés, appena sbarcato a Vera Cruz, si vide subito offrire alleanza dai cempoaltechi, dai totonachi, dai tlazcaltechi, dai texcucani, dagli zapotechi e dai taraschi. Tutti popoli stufi di fare da carne da macello agli Aztechi.Lo stesso accadde a Francisco Pizarro: contro gli Incas ebbe compagni i cañari, i chachapuya, gli huanca e soprattutto gli yana, che oltre a servire da vittime sacrificali erano pure schiavi della «razza superiore» inca. Più gli archeologi procedono con gli scavi e più si apprende sui sacrifici umani, i cui modi erano i più vari. Di solito, il sacerdote apriva il petto alla vittima e le estraeva il cuore ancora palpitante, di cui mangiava una parte. Il cadavere veniva subito scuoiato e il sacerdote ne indossava la pelle. Indi, il corpo veniva fatto rotolare giù dalle scale, in fondo alle quali si scatenava una festosa gazzarra per appropriarsene. Il «fortunato» possessore poteva mangiarselo ritualmente con gli amici. Il rifornimento di vittime era assicurato, come si è detto, dalle guerre all'uopo scatenate e dalle razzie periodiche (come si vede in Apocalypto).Ma erano particolarmente apprezzati anche i bambini, la cui purezza e innocenza erano vieppiù gradite alla divinità. I modi di uccisione, come abbiamo detto, variavano: sono stati trovati resti di vittime arse vive, altre amputate fino alla morte, altre ancora stritolate sotto pesanti lastroni. Le analisi chimiche sugli stucchi dei templi aztechi hanno scoperto che nella composizione entravano ferro e albume impastati con sangue umano. Quest'ultimo, insieme alla carne, era anche parte di un intingolo molto apprezzato a base di mais, il tlacatlaolli.Ma non si pensi che l'efferata barbarie di Maya, Incas e Aztechi riguardasse solo le suggestive cerimonie religiose, perché anche la vita quotidiana sotto di loro era un vero e proprio incubo totalitario (è antipatico citarsi, ma è lo scarso spazio a costringerci a rimandare i lettori agli appositi e corposi capitoli del nostro libro I mostri della Ragione-Ares). Di solito, gli intellettuali relativisti glissano sulla realtà dei sacrifici umani e rimangono estasiati davanti alle opere ciclopiche e ai perfetti calendari solari delle civiltà precolombiane.Anche la loro arte li manda in visibilio. Si potrebbe osservare che pure i nazisti facevano opere ciclopiche, erano perfettamente organizzati e praticavano il genocidio sistematico ma nessuno si sognerebbe di lodarli. Per quanto riguarda l'arte, fu un calibro come Arnold Toynbee a notare che il tema preferito dagli artisti maya, incas e aztechi erano, ossessivamente, gli scuoiamenti, gli squartamenti, le teste mozzate.Così scriveva Franco Cardini proprio su queste pagine nel 1987: «Spiace davvero di non poter mettere certi studiosi alla prova». E proseguiva dicendo sostanzialmente che, ci fossero stati «certi studiosi»" al posto delle vittime dei Maya, degli Incas e degli Aztechi, forse il loro giudizio sarebbe alquanto diverso. Ebbene, un sano esercizio per cercare di comprendere tutta questa storia è provare a mettersi nei panni degli spagnoli cinquecenteschi quando si trovarono di fronte agli spettacoli che abbiamo succintamente descritto.È quel che ha fatto Mel Gibson con un film che, la si pensi come si vuole, è davvero grande cinema. Gibson, infatti, non è un «idiota» ma un cattolico professo, uno dei pochissimi del suo ambiente. Come il protagonista del suo The Passion, Jim Caviezel, il quale in un'intervista lamentò che essere cattolici nel giro hollywoodiano è come «andare in giro con un bersaglio sulla schiena con su scritto "sparatemi"». Questo è il vero motivo, temiamo, per cui Gibson si tira addosso, ogni volta, critiche e insulti (ma il botteghino è galantuomo). Noi italiani, invece, per «grande cinema» intendiamo i cosiddetti «film di Natale» o quelli di Nanni Moretti. Contenti noi...LA MADONNA DI GUADALUPE di Andrea GalliE' una delle scene del film di Mel Gibson con cui inizia il lungo, agghiacciante cammino verso la piramide del sacrificio. Quando gli indigeni catturati dagli emissari della capitale, legati come bestiame da portare al macello, devono guadare un fiume. E una madre, trascinata via con le altre prede, si gira per l'ultima volta verso i sopravvissuti alla razzia, i bambini che si affacciano dall'orlo della foresta, implorando la dea Ixchel di proteggerli e di vegliare su di loro.Altra scena. La moglie di "Zampa di Giaguaro", il protagonista, incinta e nascosta in fondo a un pozzo da cui non può più risalire da sola, getta uno sguardo che sa di implorazione a una luna piena. Luna che nella mitologia maya era associata ad Ixchel, la Madre numinosa, dea dell'amore e della fertilità, dea della conoscenza intuitiva e dell'arte della guarigione, protettrice degli abitanti del mondo di quaggiù.Sguardi, implorazioni di soccorso - già rivolti ad un cielo muto da generazioni e generazioni di maya nel passato - che avrebbero trovato una risposta nel 1531. Quando una donna misteriosa apparve sul colle Tepeyac, nei pressi della futura Città del Messico, nel luogo in cui sorgeva un antico tempio dedicato alla dea Tonantzin, "sorella" settentrionale della Ixchel dei maya. Una donna che parlò in lingua nahuatl ad un campesino indio, battezzato col nome di Juan Diego: "Io sono la perfetta sempre Vergine Santa Maria, madre del verissimo Dio, colui per il quale si vive, colui che sta dando l'essere alle persone, il Signore che sta vicino a tutto e nel quale tutto è ricapitolato, il padrone del cielo e della terra... io ho l'onore di essere la vostra Madre compassionevole, tua e di tutte le genti che in questa terra siete una cosa sola... Perché sarò sempre disposta ad ascoltare il loro pianto, la loro tristezza, per curare tutte le loro diverse miserie, le loro pene, i loro dolori".Il finale di quella apparizione, com'è noto, fu l'immagine che apparve sulla tilma, il saio di Juan Diego, quando costui riuscì a farsi ricevere dal vescovo per portargli una prova dell'apparizione di Maria: l'immagine di una donna dai tratti meticci, profezia della piena fusione di due popoli non più nemici.Una donna cinta da un nastro nero, il segno portato dalle indigene gravide, con un "quincunce", il fiore a quattro petali simbolo di Quetzalcoatl, il dio atteso, disegnato all'altezza del ventre. Una donna con un manto azzurro e verde, colori divini per gli aztechi. Una donna rivestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi: come quella dell'Apocalisse.Quell'immagine acheropita, cioè non dipinta da mani umane, il popolo indigeno la riconobbe subito: l'aveva pre-vista da secoli. Capì subito anche il messaggio di quella che sarebbe stata chiamata la Vergine di Guadalupe: un'autentica "teologia della liberazione".Fu quell'apparizione che diede il vero via all'evangelizzazione dell'America Latina, fino ad allora piuttosto incerta. E trasformò lo sforzo di francescani e domenicani in un caso di inculturazione miracolosa (il "nuovo inizio" di cui parla Zampa di Giaguaro alla fine del film). Raccontano gli stessi missionari che i canti indios ad Ixchen e a Tonantzin, vietati dagli spagnoli, ripresero dopo il 1531 rivolti alla Vergine Maria. Gibson tutto questo non l'ha detto esplicitamente. Ma l'ha lasciato intendere. Anche fissando l'uscita del film nelle sale americane l'8 dicembre, festa dell'Immacolata.
Nella frenesia della Milano Design Week siamo stati all’Home Venice Pop Up Store a fare due chiacchiere con i Chili Giaguaro, carichi di energia salentina!
Dove si parla del Bisonte Europeo ucciso in Spagna, della raccolta firme della Leal - Lega AntiVivisezionista per fermare la corrida, di Torino Spiritualità e con MARCO MASTRORILLI del Festival dei Gatti , di Tigri, di Leoni, di Giaguari, di Leopardi, di Tigri dai denti a sciabola, di Gufi, di Angeli randagi, di Amicimiao, di Oipa, di Frida's Friends onlus, di motogatto e scopriamo che Marco ora vorrebbe essere un Giaguaro
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Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino Nel cuore della magica foresta, un bambino suona un flauto seduto su una pietra in riva al fiume: escono suoni che imitano il canto degli uccelli… La foresta, il mistero, l'origine della verità. Antro scuro, terra umida, grembo gravido di vita. Animali, piante, pietre e bambini la […]
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Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
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Formula 1 - Mark Webber racconta la sua storia attraverso le sue 200 presenze nel circus iridato. Un exploit comune solo a pochi altri grandi campioni dell’automobilismo. Campionato Mondiale Endurance – A Silverstone la prima doppietta Audi e le premesse per un riscatto delle Toyota, terza e quarta nella prima gara della stagione. Campionato Italiano Rally – Dove, come, quando. Fotogallery della Peugeot 208 R2 iscritta al Campionato Italiano Rally: dettagli, strategie, elevata tecnologia e le prime performance sotto il vigile occhio della telemetria. Jaguar F-Type – Passerella primaverile da high society. A 52 anni dall’esordio della mitica E-Type, il Giaguaro torna a ruggire con una sportiva purosangue spider due posti secchi. La prova in pista ha confermato: un’altra scommessa vinta! E per chiudere le pillole di Autolink: - Audi S3 ed RS6 Avant - 50° Anniversario Porsche 911 - MINI Kapooow! - Nuovo Range Rover Sport
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