Programmi giornalistici di contatto
RSI - Radiotelevisione svizzera
Zucchero, tra il Po e il Mississippi: 70 anni di “Sugar” Fornaciari, una voce che unisce soul e blues con un'anima tutta italiana. Nato sotto la stella di questi generi, ha saputo colorare la sua musica con passione, goliardia e autentica italianità. Una carriera che attraversa continenti, portando il sapore del blues americano sulle rive del Po, diventando un simbolo di energia e emozione senza tempo.undefined
Perché il Giappone conquista così tanti appassionati anche in Ticino? È la raffinatezza delle arti tradizionali come ikebana e calligrafia?È l'energia dei cosplay e dei manga? O è la combinazione unica tra modernità e antiche usanze? Il 20 e 21 settembre all'Espocentro di Bellinzona arriva il Japan Matsuri, due giorni per vivere tutto questo: street food, workshop, contest e incontri che ci faranno scoprire cosa rende il Giappone così irresistibile. Melissa Frei, del comitato organizzativo, ci guida in questo viaggio culturale senza prendere l'aereo.
Ogni anno in Svizzera vengono diagnosticati circa 6mila casi di tumore alla prostata: quasi un tumore su tre tra gli uomini. Una malattia che si può curare, soprattutto se individuata in tempo. Dietro la sigla PROCASI – Associazione Svizzera italiana di informazione sul cancro alla prostata – ci sono persone che fanno sensibilizzazione concreta: serate informative, gruppi di incontro, sostegno a pazienti e famiglie. Mirko Bordoli, membro di comitato, e Matteo Oleggini, segretario diPROCASI, dopo aver curato il loro tumore, ci parlano di prevenzione, della difficoltà degli uomini ad affrontare certi esami e della forza di condividere la propria esperienza.
Il mercato di Bellinzona festeggia mezzo secolo di attività ininterrotta. Carlo e Anita Banfi, volti storici delle bancarelle di frutta e verdura in Piazza Nosetto: loro c'erano il 13 settembre 1975, quando il mercato è rinato dopo anni di assenza.Ricordi, aneddoti e curiosità di un'istituzione cittadina che ha visto generazioni incontrarsi, comprare, chiacchierare… e perfino un cammello passeggiare tra le bancarelle!
In Nepal, una settimana fa il parlamento in fiamme, i manifestanti in strada, le dimissioni del premier Oli. Oggi in Nepal è lutto nazionale, con i funerali di Stato per le vittime, mentre alla guida del paese c'è per la prima volta una donna: Sushila Karki, premier ad interim.Il Nepal è solo l'ultimo tassello di una scia di proteste che negli ultimi mesi ha attraversato Bangladesh, Indonesia e Sri Lanka. I media parlano già di una possibile “Primavera asiatica”, con richiami alla Primavera araba del 2011 e persino alla Primavera dei popoli dell'800.Giovani in piazza, disoccupazione, corruzione, crisi economiche e scandali come detonatori: tanti punti in comune, ma esiti diversi da paese a paese. Un'onda che scuote il Sud-Est asiatico… ma sarà davvero una nuova “primavera”?
È il momento più affascinante dell'anno: quando i boschi si tingono di rosso, giallo e oro, e i laghetti alpini diventano specchi di colori incredibili. Con noi Daniele Maini, fotografo e autore del libro “Meraviglie d'acqua tra le vette”, che ci porta tra riflessi, sentieri e consigli pratici per vivere l'autunno in Ticino. Dalla Val Verzasca alla Val Rovana, dalla Leventina alla Val Bedretto, passando dalla Valposchiavo: luoghi da segnare subito in agenda per il vostro weekend.
Non più solo caffè: sempre più giovani in Svizzera scelgono il maté, spesso in lattina. Una bevanda alla moda, leggera e piena di caffeina, che ormai troviamo fuori dalle scuole, in biblioteca e persino nei locali.Ma cosa resta del vero maté argentino, un rituale sociale che si sorseggia lentamente? E nelle nostre lattine cosa resta di autentico? Un rito antico che nasce in Argentina, passa dalla Calabria e si reinventa anche in Svizzera: tra tradizione, marketing e nuove mode.
Era il 1975 quando venne redatto il primo regolamento per l'educazione speciale: una svolta che cambiò il futuro di tanti bambini e famiglie in Ticino. Da allora è iniziato un percorso che non è fatto solo di istituzioni e leggi, ma soprattutto di persone, docenti e ragazzi che hanno trovato spazi e risorse per crescere. Oggi celebriamo questo anniversario con Mauro Martinoni, psicologo e pedagogista, primo capo dell'Ufficio dell'educazione speciale e testimone diretto di quella stagione pionieristica, e con Carmen Lauber, docente da oltre dieci anni accanto ai giovani che dalla scuola speciale si preparano al mondo del lavoro. Dagli istituti degli anni '70 alle classi inclusive di oggi, dalle prime reticenze ai progetti di vita che guardano al futuro: un cammino lungo mezzo secolo, che continua a costruire ponti all'insegna dell'inclusione.
Una gara perfetta, 100 metri, 10 ostacoli… e un traguardo che entra nella leggenda. Con il tempo di 12”24, nuovo record nazionale, Ditaji Kambundji è diventata la prima donna svizzera campionessa del mondo all'aperto. Parliamo del primo primo oro femminile di sempre per la Svizzera ai Mondiali di atletica con Debora Carpani, la nostra inviata a Tokyo.
Entriamo in un mondo in miniatura, Lorenzo Criscione ci porta in tutt'altro universo: quello delle miniature, dei pennelli e delle battaglie sul tavolo.Cofondatore di Wargaming Ticino, ci racconta di questa realtà. Dal modellismo alla pittura, fino alle partite vere e proprie: un percorso che mescola creatività, storia e strategia.Che si tratti di riprodurre fedelmente uniformi e battaglie storiche, o di inventare mondi fantasy senza limiti, il modellismo è un hobby che è molto più di un gioco.
93 ore e 53 minuti di gara, 380 km tra Oberwald e il Lago di Ginevra, 27.500 metri di salita e 28.500 di discesa. Paesaggi unici, dal ghiacciaio dell'Aletsch ai colli oltre i 2000 metri, e appena 2 ore e mezza di sonno in micro-pause.È la sfida che ha affrontato Nicola Domenighetti, tra ristori improvvisati, fatica, sonno… e situazioni improvvisate. Il ticinese ci racconta come tutto è iniziato: dal calcio lasciato a 32 anni, alla quella Scenic Trail che ha acceso la scintilla.Da allora, sveglia alle 4:30 e allenamenti quotidiani: passo dopo passo verso un'impresa che è molto più di una gara.
È il primo giorno di scuola… per le università in Svizzera: un viaggio tra le novità sul territorio. Berna sarà il primo istituto dedicato al diritto in lingua italiana mentre a Basilea i fuoricorso rischiano di pagare il doppio.Intanto, Apple lancia gli AirPods Pro 3 con la traduzione simultanea: parli cinese, capisci italiano. Un sogno per viaggiatori e studenti… ma bloccato in Europa per colpa di una legge. E a Roma? Il sindaco promette: entro 5 anni faremo il bagno nel Tevere, ma spenderemo meno dei parigini. In Svizzera si vota sulla “Tanzverbot”, la legge che vieta feste e sport durante alcune festività religiose. E poi l'impresa epica: Dominik Kelsang Erne ha corso da San Gallo a Ginevra, 373 chilometri in 58 ore senza mai fermarsi, correndo anche per il Tibet.
In occasione della Giornata dedicata alla musica Svizzera, Millevoci ospita Nadia Lai, vicedirettrice della Fonoteca Nazionale Svizzera.A Lugano-Besso c'è un luogo unico dove si conserva non solo la musica, ma tutto ciò che è suono: la memoria sonora del Paese.undefined
Il cantante toscano compie 70 anni: a dispetto delle apparenze la sua è una vita rock'n'roll, fra cadute e risalite, vizio del gioco e bigamia.
Parlare di suicidio nei media è infatti un passo fondamentale per sensibilizzare l'opinione pubblica: a sottolinearlo non siamo solo noi, ma anche l'Ufficio federale della sanità pubblica.La trasmissione parte dalla testimonianza di Susanna, mamma di Santiago, un ragazzo di 19 anni che, a inizio 2025, ha deciso di togliersi la vita dopo un lungo periodo di sofferenza. La sua storia ci ricorda quanto la sofferenza giovanile sia un tema urgente: dal 2019 le richieste di aiuto dei giovani al numero 147 sono aumentate del 70%, e in Svizzera ogni 11 minuti un adolescente pensa al suicidio.A partire da questa esperienza, abbiamo affrontato il tema insieme a due esperte: Sara Fumagalli, psichiatra e psicoterapeuta, direttrice sanitaria della Clinica Santa Croce di Orselina e Benedetta Lepori, psicologa e psicoterapeuta, responsabile del programma di prevenzione al suicidio dell'Organizzazione sociopsichiatrica cantonale.
Venerdì 5 settembre, dalle 18:00 alle 23:00, inaugurazione dell'area Al Macello a Mendrisio con taglio del nastro, dimostrazioni di skate con Momò Skateboarding e, alle 20:45, anteprima del documentario RSI Skate Borders – Storie di Skater nella Svizzera italiana, firmato da Pablo Creti, diretto da Nick Rusconi e prodotto da Andrea Sala. Un racconto autentico sull'evoluzione dello skate nel Ticino, disponibile su Play RSI dal 5 settembre.undefined
Sulla scia dell'iniziativa del Centro - firmata da deputati di diversi partiti e da rappresentanti della società civile e presentata la settimana scorsa- che vuole impedire di portare i telefoni cellulari a scuola poiché la situazione attuale è ritenuta insoddisfacente e le direttive non sono applicate in maniera omogenea, diamo spazio al tema della presenza degli smartphone nelle aule e nel percorso casa-scuola, un argomento molto dibattuto in molte nazioni sia dall'opinione pubblica sia dallo stesso mondo scolastico e sul quale i media riferiscono a scadenze regolari. In Svizzera come ci si sta muovendo? Cosa occorre fare? Proibire i cellulari per favorire la socialità dal vivo, la salute psicologica, la concentrazione e il riposo dei bambini e degli adolescenti che frequentano le scuole elementari e le scuole medie? Sulla questione “cellulari a scuola” esistono già delle direttive del Dipartimento educazione, cultura e sport (DECS), norme che verranno presto estese anche alle scuole comunali elementari e che stabiliscono che, nel perimetro dell'istituto scolastico, i dispositivi tecnologici di comunicazione personale devono essere spenti e non visibili fisicamente. L'uso diffuso dello smartphone fra gli allievi ostacola la concentrazione, le relazioni e il benessere: alcuni studi internazionali confermano gli effetti negativi sull'apprendimento e sulla socializzazione e segnalano un aumento dei rischi di dipendenza digitale e cyberbullismo. Secondo i promotori dell'iniziativa ticinese, la scuola deve restare un ambiente protetto, favorevole allo sviluppo personale e alla crescita equilibrata: per garantire tutto questo la miglior soluzione è però una proibizione assoluta? Non si potrebbe, invece, obbligare gli/e allievi/e a consegnare gli smartphone ai docenti una volta entrati nel perimetro scolastico e insistere maggiormente con l'educazione e la sensibilizzazione a un utilizzo ragionevole e responsabile del cellulare, proponendo degli specifici momenti d'informazione e di discussione fra gli insegnanti e i ragazzi e le ragazze? Più regole uniformi, severe e vincolanti, con sanzioni per chi le trasgredisce, oppure maggiore libertà e autonomia per le singole sedi scolastiche di trattare e approfondire l'argomento dell'uso e dell'abuso dei vari dispositivi tecnologici con le modalità che ritengono più adeguate? Nella puntata odierna spazio vi proponiamo un confronto fra due ospiti che, sulla base delle loro personali esperienze e con i loro punti di vista e le loro opinioni, rifletteranno su un argomento che presenta diverse interessanti chiavi di lettura. Sono ospiti:Pierfranco Longo, presidente della Conferenza Cantonale dei Genitori (CCG)Ilario Lodi, responsabile per la Svizzera italiana di Pro Juventute Svizzera
Il Ticino e i familiari curanti, fra volontariato, integrazione nella rete socio-sanitaria e sostegno dell'ente pubblico: nella puntata odierna diamo uno sguardo ai numeri, all'età, ai compiti svolti da chi “cura” e ai futuri scenari, considerando anche l'invecchiamento della popolazione e il bisogno crescente di persone che si occupino di altre. In Svizzera una persona su quattro è familiare curante: ma, in concreto, chi è e cosa fa il familiare curante? E di chi si occupa? E per quanto tempo? Il suo lavoro da chi è riconosciuto? Il familiare curante lavora a titolo gratuito o beneficia, tramite la persona in cura, di sussidi e contributi pubblici? Come e sulla base di cosa deve essere retribuito e remunerato? In Svizzera quali agevolazioni e quali riconoscimenti offrono oggi le leggi ai familiari curanti? A chi ci si può rivolgere se la conciliabilità lavoro-casa-famiglia e persona da curare diventa problematica e causa anche delle perdite di salario? I familiari curanti possono beneficiare di una formazione? E quando il familiare curante non c'è, chi provvede alla persona bisognosa di aiuti? Come funzionano le associazioni o le organizzazioni private di cure a domicilio, attive sul territorio, che assumono con un contratto dei familiari come dipendenti? Sono molte le domande in un ambito che ha un notevole valore proprio perché i familiari curanti sono un pilastro importante nel sistema socio-sanitario e con il loro lavoro sgravano anche le istituzioni. Ne parliamo oggi sulla scia della recente proposta del Governo del Canton Grigioni che fissa in un messaggio al Legislativo un contributo mensile fisso, fra i 300 e i 600 franchi, da destinare ai famigliari curanti: chi presta assistenza e cure a un parente va finanziariamente sostenuto. Il Consiglio di Stato grigionese ritiene quindi che tale impegno vada indennizzato: questa nuova legge potrebbe entrare in vigore nel 2027. Circa le condizioni, il tempo dedicato deve ammontare in media a 8 ore alla settimana e l'assistenza deve essere fornita gratuitamente per un periodo superiore ai 2 mesi. Con assistenza si intendono le attività quotidiane nell'economia domestica, il sostegno nei movimenti, nell'assunzione di cibo, nell'igiene del corpo o nelle attività amministrative. Si stima che almeno 300 e al massimo 400 persone potrebbero far richiesta per questo aiuto finanziario. Il progetto verrà probabilmente discusso in Gran Consiglio nella sessione di ottobre.Sono ospiti:Stefan Furrer, direttore amministrativo e co-Fondatore dell'Associazione NamuCare di LuganoGabriele Balestra, direttore di ALVAD – Associazione Locarnese e Valmaggese di Assistenza e cura a Domicilio Sara Duric, aggiunta al direttore presso la Divisione dell'azione sociale e delle famiglie del DSS (Dipartimento della sanità e della socialità).
Sono passati cinquant'anni da quando il 25 agosto 1975 un giovane Bruce Springsteen pubblicava il suo terzo album “Born to Run”.Un disco che ha segnato la sua carriera e ha cambiato il modo di fare, e soprattutto di scrivere, il rock. Per Bruce il rischio era grande: i primi due dischi non erano andati benissimo ed un terzo fiasco avrebbe significato la rescissione del contratto con la casa discografica. Non è stato un fiasco... In occasione di questo importante anniversario, Millevoci dedica un'ora speciale per celebrare il terzo, leggendario album del Boss.undefined
Il 23 agosto 2025 Rita Pavone festeggerà il traguardo degli ottant'anni, segnando una ricorrenza che invita a ripercorrere una carriera tra le più significative della musica e dello spettacolo in Italia. Dalla sua affermazione negli anni Sessanta fino ai successi internazionali, Pavone ha saputo imporsi con uno stile originale, un'energia inesauribile e una voce capace di attraversare epoche e generi diversi.undefinedFigura simbolo dell'intrattenimento televisivo e musicale, rimane indelebile anche la sua interpretazione di “Gian Burrasca”, ruolo che le ha conferito un'aura di freschezza e ribellione destinata a rimanere nell'immaginario collettivo.undefinedPer celebrare questo importante anniversario, RSI Musica propone un'intervista realizzata da Isabel Piazza e Gianni Masdonati, che ripercorre i momenti cruciali della vita artistica della Pavone, offrendo uno sguardo attento sulla personalità e sull'eredità culturale di un'artista senza tempo. Oggi a “Millevoci” alcuni frammenti di quest'intervista ci aiuteranno a ripercorrere la storia e la figura di della cantante italiana.undefinedUn'occasione per riscoprire l'attualità e la vitalità di una protagonista assoluta della scena musicale italiana e internazionale.
In questi giorni esce nei cinema svizzeri “Una pallottola spuntata”: un titolo che già si conosce dalla fine degli anni '80, quando usciva il primo capitolo di questa saga comico-demenziale.Se ai tempi era la coppia Leslie Nielsen-Priscilla Presley la protagonista, questa volta sono Liam Neeson e Pamela Anderson a condurci attraverso una parodia poliziesca che promette di conservare i tratti delle pellicole che la precedono.Francesca Margiotta, Marcello Fusetti e Sergio Savoia hanno ripercorso la storia del genere cinematografico, le battute più celebri, il contesto in cui usciva il primo capitolo di questa serie che ha conquistato più di una generazione.undefined
I numeri parlano chiaro e non lasciano grandi spazi d'interpretazione: in Ticino le nascite continuano a diminuire. Lo ha confermato lo scorso 10 luglio l'Ufficio di statistica cantonale con la pubblicazione dei dati sul “Movimento naturale della popolazione, Ticino, 2024” . Nello scorso anno il numero di nati vivi in Ticino è stato il più basso degli ultimi 40 anni: 2'319 bambine e bambini, in diminuzione di 71 nascite rispetto a quanto osservato nel 2023 (2'390 nascite). Per trovare un valore più basso bisogna risalire al 1985, quando vi erano state 2'311 nascite, ma allora il Ticino contava un minor numero di abitanti. Il tasso di natalità, ossia il rapporto fra le nascite e la popolazione nella quale avvengono, illustra chiaramente questa differenza: nel 1985 vi erano 8,4 nascite ogni mille abitanti, nel 2024 questo valore è sceso a 6,5, il che vuol dire che a parità di nascite in termini assoluti, proporzionalmente nascono molti meno bambini. Il calo delle nascite ha caratterizzato l'ultimo decennio. Confrontando i dati del 2015 con quelli del 2024 constatiamo una diminuzione praticamente lineare e con una differenza di ben 638 nascite e soltanto in due occasioni, a cavallo del 2020, si è osservato un leggero aumento dei casi. Basse e in continua diminuzione le nascite, dunque, ed elevati i decessi anche per l'aumento dell'invecchiamento della popolazione: è questa la fotografia del 2024 che, in sintesi, ci indica che si fanno dei figli sempre più tardi -le cause e i fattori sono diversi, in primis i salari troppo bassi- ma se ne fanno sempre meno. Se le nascite sono il motore della crescita di una popolazione, il confronto con la crescente curva dei decessi non è fonte di ottimismo, anzi ci si deve inquietare e interrogarsi anche perché se il problema del saldo naturale negativo dei cittadini svizzeri -fino al Duemila- era stato in parte compensato e neutralizzato dal ruolo fondamentale dei residenti stranieri, negli ultimi anni l'apporto di coloro che sono arrivati nel nostro Paese è però diminuito, fino ad azzerarsi di recente. Una combinazione che porta il saldo naturale al secondo valore più basso misurato (-1'117 persone), dopo quello del 2020. La statistica sul movimento naturale non si riferisce soltanto alle nascite e ai decessi registrati nel corso dell'anno (2'319 rispettivamente 3'436 casi), ma anche ai matrimoni e ai divorzi (1'140 rispettivamente 657 casi), ai nati morti (11 casi), ai riconoscimenti di paternità (922 casi), alle adozioni (13 casi) e ai cambiamenti di sesso (18 casi). Questi dati permettono inoltre di aggiornare regolarmente indicatori quali l'età media al primo matrimonio o l'età alla nascita del primo figlio. Il calo demografico, un fenomeno che preoccupa tutte le società e le nazioni occidentali, è dunque il tema odierno sul quale desideriamo riflettere con due ospiti. Dobbiamo rassegnarci oppure vi sono delle soluzioni e dei rimedi per arginare la progressiva e costante diminuzione delle nascite in una società in cui le incertezze per i giovani sono molte, gli stipendi spesso troppo bassi per mantenere una famiglia e il costo della vita che incide sempre più pesantemente sui bilanci con spese mensili in costante incremento?Ne parliamo con Barbara Manzoni, giornalista del settimanale Azione e Gian Carlo Blangiardo, ricercatore e già professore ordinario di Demografia presso la Facoltà di Statistica dell' Università degli Studi di Milano Bicocca e presidente dell'ISTAT (Istituto Nazionale italiano di Statistica) dal 4 febbraio 2019 al 22 marzo 2023.
EURO 2025 si sta avviando verso la chiusura: domenica prossima a Basilea vi sarà la finalissima fra la Spagna e l'Inghilterra, le due migliori e più meritevoli nazionali viste all'opera. Cosa vi è piaciuto di più di questo lungo torneo? Fra l'altro si è molto discusso anche sui ruoli calcistici declinati al femminile: avete apprezzato gli sforzi dei media e di chi ha parlato, ad esempio, di portiera, terzina, difensora e arbitra, impegnandosi a indicare e a designare quelle parole e quei sostantivi traducibili al femminile? Perché vi sono ancora così tante resistenze e perplessità quando si tratta semplicemente di adeguare, nel solco di una normalissima e legittima evoluzione della società e della lingua, la terminologia e il lessico calcistico, adattando e declinando al femminile diversi vocaboli e nomi? Nella puntata odierna diamo quindi spazio sia alla lingua italiana scesa in campo agli Europei assieme alle giocatrici e alle tecniche (nel senso di allenatrici!) sia a un bilancio generale della stessa grande e importante rassegna organizzata, fra molti consensi e applausi, dalla Svizzera.Ne parliamo con Gerry Mottis, docente di lingua italiana, scrittore e divulgatore della nostra lingua e Antonio D'Autilia, giornalista sportivo della RSI e inviato a EURO 2025.
Nell'estate ticinese la presenza dei lupi, in aumento nelle nostre valli, è decisamente ritornata al centro del dibattito politico: il tema suscita interesse e discussioni; gli allevatori sono sempre più preoccupati per le frequenti predazioni; e l'opinione pubblica è divisa fra chi vorrebbe una gestione decisamente più decisa e incisiva e chi, invece, sostiene che con le attuali leggi federali le possibilità d'intervento per i singoli Cantoni sono molto ridotte e limitate. L'apparato legislativo a disposizione non concederebbe insomma dei margini di manovra per cambiare una situazione che per chi è confrontato con il problema -soprattutto gli agricoltori e i contadini- è diventata insostenibile tanto che alcuni hanno dovuto rinunciare alle loro attività professionali con capre e pecore e chiudere le loro aziende. La vera emergenza del Ticino è il lupo? Cosa si dovrebbe e potrebbe fare? Si dovrebbe prendere esempio da quanto è stato fatto in Vallese e nei Grigioni? Vengono protetti in modo adeguato gli animali da reddito con le misure di protezione riconosciute dall'Ufficio federale dell'ambiente che sono l'impiego di cani da protezione delle greggi e le recinzioni elettrificate? Stando ai dati pubblicati lo scorso 15 luglio, in Ticino i capi sicuramente predati dal lupo, sono passati dai 38 del 2024 ai 72 del 2025 (12 protetti, 33 non protetti e 27 non proteggibili) a cui ne vanno con molta probabilità aggiunti almeno altri 50 appena saranno conclusi gli accertamenti sui 16 attacchi ancora in fase di analisi. Le predazioni, quindi gli attacchi sono passati dai 19 del 2024 ai 23 del 2025 ai quali vanno aggiunti 16 episodi ancora in fase di analisi per un totale di 39. È stata accertata nel territorio la presenza di cinque branchi di lupi. Sono denominati: Onsernone, Val Colla, Carvina, Lepontino e Gridone, quest'ultimo identificato all'inizio del 2025. In aggiunta sono state registrate sei coppie stabili, tre in più rispetto al 2024. Ne parliamo con Tiziano Putelli, capo dell'Ufficio della caccia e della pesca del Dipartimento del territorio; Sandro Rusconi, vice-presidente dell' Associazione Protezione del Territorio dai Grandi Predatori (APTdaiGP), sezione Ticino e Silvia Gandolla, biologa faunista che si occupa di predatori per WWF e Pro Natura
Nell'estate ticinese la presenza dei lupi, in aumento nelle nostre valli, è decisamente ritornata al centro del dibattito politico: il tema suscita interesse e discussioni; gli allevatori sono sempre più preoccupati per le frequenti predazioni; e l'opinione pubblica è divisa fra chi vorrebbe una gestione decisamente più decisa e incisiva e chi, invece, sostiene che con le attuali leggi federali le possibilità d'intervento per i singoli Cantoni sono molto ridotte e limitate. L'apparato legislativo a disposizione non concederebbe insomma dei margini di manovra per cambiare una situazione che per chi è confrontato con il problema -soprattutto gli agricoltori e i contadini- è diventata insostenibile tanto che alcuni hanno dovuto rinunciare alle loro attività professionali con capre e pecore e chiudere le loro aziende. La vera emergenza del Ticino è il lupo? Cosa si dovrebbe e potrebbe fare? Si dovrebbe prendere esempio da quanto è stato fatto in Vallese e nei Grigioni? Vengono protetti in modo adeguato gli animali da reddito con le misure di protezione riconosciute dall'Ufficio federale dell'ambiente che sono l'impiego di cani da protezione delle greggi e le recinzioni elettrificate? Stando ai dati pubblicati lo scorso 15 luglio, in Ticino i capi sicuramente predati dal lupo, sono passati dai 38 del 2024 ai 72 del 2025 (12 protetti, 33 non protetti e 27 non proteggibili) a cui ne vanno con molta probabilità aggiunti almeno altri 50 appena saranno conclusi gli accertamenti sui 16 attacchi ancora in fase di analisi. Le predazioni, quindi gli attacchi sono passati dai 19 del 2024 ai 23 del 2025 ai quali vanno aggiunti 16 episodi ancora in fase di analisi per un totale di 39. È stata accertata nel territorio la presenza di cinque branchi di lupi. Sono denominati: Onsernone, Val Colla, Carvina, Lepontino e Gridone, quest'ultimo identificato all'inizio del 2025. In aggiunta sono state registrate sei coppie stabili, tre in più rispetto al 2024. Ne parliamo con Tiziano Putelli, capo dell'Ufficio della caccia e della pesca del Dipartimento del territorio; Sandro Rusconi, vice-presidente dell' Associazione Protezione del Territorio dai Grandi Predatori (APTdaiGP), sezione Ticino e Silvia Gandolla, biologa faunista che si occupa di predatori per WWF e Pro Natura
Dalla voce dei Black Sabbath alla rivoluzione dell'heavy metal, la carriera di Ozzy Osbourne, morto a 76 anni, è stata un urlo indimenticabile. In questo contributo, Millevoci ripercorre con Igor Gianola la vita, gli eccessi e l'eredità di un'icona senza tempo.
Dopo l'attacco israeliano di giovedì scorso contro la parrocchia cristiana della Chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, l'unico edificio sacro cattolico all'interno dell'enclave palestinese, un raid militare che ha provocato tre morti e diversi feriti fra cui Padre Gabriel Romanelli, il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e il patriarca greco-ortodosso Teofilo III, hanno fatto una visita fra le macerie e la devastazione della Striscia di Gaza. È stato un incontro con la stremata e sfinita popolazione che ha voluto essere un abbraccio di solidarietà e di conforto in una tragedia senza fine che non conosce limiti e confini e che, come ha dichiarato il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres, ha raggiunto un livello senza precedenti di morte e distruzione. Lo stesso Cardinale Pizzaballa ha definito la situazione di Gaza «moralmente inaccettabile».Ne parliamo con Marina Corradi, giornalista e inviata del quotidiano Avvenire.
Come difendersi dal caldo e cosa fare per rinfrescare gli ambienti urbani più torridi? Periodi prolungati di canicola; afa soffocante; clima umido; temperature in aumento dovunque a causa del riscaldamento climatico; e vivibilità sempre più difficile nelle città: cosa si può fare per contrastare le cosiddette isole di calore urbane, surriscaldate anche dall'asfalto e dal cemento che assorbono il caldo di giorno e lo restituiscono la notte e dalla presenza sempre più numerosa di veicoli? Quali sistemi esistono oggi per arginare le ondate di calore e quali misure si stanno adottando? È sufficiente piantare degli alberi per attenuare il calore urbano? C'è abbastanza sensibilità e attenzione da parte delle amministrazioni comunali e delle autorità politiche quando si tratta di pianificare e progettare degli spazi pubblici? I nostri comportamenti individuali possono incidere? Zone di frescura e spazi d'ombra cercansi in molte città: il tema è sempre più d'attualità e quindi noi vogliamo fare il punto alla situazione con due esperte. Fra le soluzioni per ritrovare un po' di benessere, vi sono anche i sistemi ingegnosi di nebulizzazione dell'acqua ad alta pressione, progettati e costruiti in Svizzera. Di cosa si tratta? L'acqua, portata in alta pressione, viene nebulizzata silenziosamente in micro-particelle attraverso degli ugelli. L'evaporazione istantanea delle goccioline di acqua sottrae energia calorica all'ambiente, abbassando la temperatura dell'aria (raffrescamento adiabatico). Da una nuvoletta discreta si crea una spettacolare e poetica scenografia di nebbia naturale finissima: grazie a queste istallazioni ambientali e artistiche che rinfrescano gli spazi pubblici, i parchi e le terrazze si beneficia di una sensazione di sollievo: si tratta di una misura efficace per mitigare le isole di calore e per riqualificare le aree urbane. Ne parliamo con Annalisa Rollandi, ricercatrice in Sviluppo territoriale presso l'Istituto di scienze della Terra della SUPSI e Monica Sciarini, architetto e fondatrice di Nephos Swiss Fog.
È empatico, curioso e ama parlare, ascoltare e soprattutto scrivere: proprio la scrittura è una delle grandi passioni di Claudio Righenzi, ospite di Millevoci, che racconta e si racconta, prendendo spunto dal suo romanzo d'esordio Effetto cuore per l'editore milanese Morellini. Nato a Milano settantun anni fa e trasferitosi nel 1980 a Lugano, Righenzi oggi è un pensionato sereno e aperto al mondo: con lui ripercorriamo la sua vita e andiamo alla scoperta dei suoi passatempi e dei suoi interessi. Spicca, ovviamente, il ruolo sempre più convinto di “raccontastorie”; le sue sono delle vicende che nascono dall'ascolto degli altri e che, secondo il nostro “narratore”, attento anche ai dettagli, agli sguardi in apparenza insignificanti e ai particolari, meritano di essere ripensate e rielaborate per diventare un'esperienza letteraria fatta di situazioni differenti, di imprevisti, di scelte importanti, di luoghi -tanto Lugano, Londra, Parigi e perfino un po' di New York - e di personaggi descritti con estrema precisione, con un ritmo e con dei dialoghi coinvolgenti e convincenti e con una profondità e una sensibilità davvero sorprendenti.
Il 13 luglio 2025 si celebra il 40º anniversario del Live Aid, il celebre concerto benefico del 1985 che unì artisti di fama mondiale per raccogliere fondi contro la carestia in Etiopia. Un evento storico che ha segnato la musica e la solidarietà internazionale.All'evento parteciparono le più celebri popstar dell'epoca. Una settantina di artisti diedero vita a oltre 16 ore di musica che incollarono ai teleschermi due miliardi di persone sparse in 150 paesi, mentre i due “catini” del Wembley Stadium di Londra e del JFK di Philadelphia accolsero 160mila spettatori.undefined
Il 13 luglio 2025 si celebra il 40º anniversario del Live Aid, il celebre concerto benefico del 1985 che unì artisti di fama mondiale per raccogliere fondi contro la carestia in Etiopia. Un evento storico che ha segnato la musica e la solidarietà internazionale.All'evento parteciparono le più celebri popstar dell'epoca. Una settantina di artisti diedero vita a oltre 16 ore di musica che incollarono ai teleschermi due miliardi di persone sparse in 150 paesi, mentre i due “catini” del Wembley Stadium di Londra e del JFK di Philadelphia accolsero 160mila spettatori.undefined
Un esame medico in più non implica automaticamente un trattamento più accurato. È su questo che invita a riflettere Choosing Wisely, un approccio nato in ambito medico negli Stati Uniti che da qualche anno viene promosso anche dai pediatri a livello ticinese e svizzero. Ma in quali casi anche in medicina vale la regola less is more? E addirittura, in quali casi una sovradiagnosi può essere controproducente?
In un mondo sempre più contrassegnato dal plurilinguismo e da una presenza sempre più capillare dell'inglese, come lingua di base e universale per parlarsi e capirsi, la dimensione internazionale dell'italiano e della cultura italiana -dall'arte alla musica, dalla scienza alla gastronomia, passando dalla letteratura, dalla musica e da molte altre discipline- si mantiene in buona salute. Grazie anche a Papa Leone XIV che, come già gli altri Pontefici, utilizzando soprattutto l'italiano nei suoi discorsi pubblici, rimane il più prestigioso ambasciatore nel mondo della nostra lingua, che grazie alla sua enorme forza ed efficacia espressiva, lessicale e comunicativa trasmette bellezza, umanesimo e apertura. Purtroppo però, per inconsapevolezza e incuria, il sempre fecondo e riconosciuto rapporto generato dalla lingua e dalla cultura italiana nel mondo si vede talvolta confrontato con negligenze, difficoltà e ostacoli che ne frenano e ne condizionano la sua trasmissione della conoscenza e del sapere e la sua ampiezza e varietà espressiva. Nelle dinamiche politiche, sociolinguistiche e massmediatiche attuali, l'italiano necessita allora di una maggiore e migliore difesa e di un deciso rilancio che possano consolidare e valorizzare sia la sua indiscutibile posizione di lingua internazionale nel mondo sia la sua precisa terminologia minacciata dalla globalizzazione linguistica? Ne parliamo con la Prof.ssa Maria Teresa Zanola, docente presso la Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell'Università Cattolica di Milano e collaboratrice dell'Accademia della Crusca.
In un mondo sempre più contrassegnato dal plurilinguismo e da una presenza sempre più capillare dell'inglese, come lingua di base e universale per parlarsi e capirsi, la dimensione internazionale dell'italiano e della cultura italiana -dall'arte alla musica, dalla scienza alla gastronomia, passando dalla letteratura, dalla musica e da molte altre discipline- si mantiene in buona salute. Grazie anche a Papa Leone XIV che, come già gli altri Pontefici, utilizzando soprattutto l'italiano nei suoi discorsi pubblici, rimane il più prestigioso ambasciatore nel mondo della nostra lingua, che grazie alla sua enorme forza ed efficacia espressiva, lessicale e comunicativa trasmette bellezza, umanesimo e apertura. Purtroppo però, per inconsapevolezza e incuria, il sempre fecondo e riconosciuto rapporto generato dalla lingua e dalla cultura italiana nel mondo si vede talvolta confrontato con negligenze, difficoltà e ostacoli che ne frenano e ne condizionano la sua trasmissione della conoscenza e del sapere e la sua ampiezza e varietà espressiva. Nelle dinamiche politiche, sociolinguistiche e massmediatiche attuali, l'italiano necessita allora di una maggiore e migliore difesa e di un deciso rilancio che possano consolidare e valorizzare sia la sua indiscutibile posizione di lingua internazionale nel mondo sia la sua precisa terminologia minacciata dalla globalizzazione linguistica? Ne parliamo con:Prof.ssa Maria Teresa Zanola, docente presso la Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell'Università Cattolica di Milano e collaboratrice dell'Accademia della Crusca.
Dopo le visite alla Pinacoteca Giovanni Zuest di Rancate e al Museo d'Arte di Mendrisio, oggi ritorniamo nel Mendrisiotto per riparlare d'arte e delle due belle e interessanti mostre in corso a Chiasso. L'esposizione “Bicicletta e motocicletta fra grafica e design” si inserisce nell'ambito dell'approfondimento pluriennale che il m.a.x. museo dedica ciclicamente ai mezzi di trasporto (dopo le mostre Auto che passione, del 2018 e Treni fra arte, grafica e design, nel 2021). Questa volta viene proposta una riflessione organica sulle valenze sociali e culturali dei mezzi di trasporto a due ruote, letti attraverso la storia della grafica e del design. Nella seconda metà dell'Ottocento e nei primi del Novecento la rivoluzione industriale ha portato con sé tutta una serie di scoperte e cambiamenti che ancora oggi condizionano il nostro modo di vivere, all'insegna del movimento e della velocità. In questo contesto, un ruolo importante l'hanno svolto anche la bicicletta e la motocicletta. Il percorso espositivo propone nelle quattro sale del museo materiali di grande interesse: dai meravigliosi manifesti cromolitografici firmati dai maestri della grafica quali Leopoldo Metlicovitz, Marcello Dudovich, Plinio Codognato, Achille Luciano Mauzan, Gino Boccasile, Erberto Carboni e Armando Testa; a locandine, grafiche pubblicitarie, bozzetti, cartoline, brochure e vari oggetti di design legati alla bicicletta e alla motocicletta. Appunto il design è l'altro elemento distintivo della mostra, e infatti affiancano le produzioni grafiche iconici esemplari originali di biciclette e motociclette: una ventina in totale, dai primordi ai modelli “del futuro”, rappresentativi dei marchi che più hanno segnato l'evoluzione delle due ruote, compresi anche rari esemplari prodotti in Svizzera. Per segnare l'apertura verso la contemporaneità, l'esposizione prosegue all'esterno del m.a.x. museo con il “bosco dei manifesti”, una trentina di schizzi, disegni e rendering di motociclette, firmati dal designer di fama internazionale Rodolfo Frascoli.All'interno dello Spazio Officina sono invece esposte una selezione di una sessantina di opere pittoriche e raffinate espressioni grafiche, nonché di piccole sculture di Samuele Gabai (Ligornetto, 1949, “Un immaginario dipinto”) che, seguendo un percorso tematico-cronologico, presentano i grandi argomenti affrontati dall'autore in diversi decenni di attività. Le opere, allestite seguendo un taglio critico di “immaginario dipinto”, individuano i vari temi cardine espressi nel corso di cinque decenni da Samuele Gabai: dalle “Matres Matutae” alle “Donne della Bibbia”, da “Strane presenze” a “Crape e Grumi”, dalle “Selve” ai “Cieli”, per concludere con i riferimenti biblici di simbolica attualità che costituiscono un topos artistico, concettuale e poetico proprio del pittore. Una sezione specifica è dedicata alla grafica e ai libri d'artista di Gabai. L'artista si confronta inizialmente con l'elemento naturale visto nel suo mutare per poi giungere a una fase più astratta; ciò avviene indagando la dimensione intima del tempo in relazione alla natura e superando l'espressività dell'arte informale in una continua ricerca volta a una presenza figurale, intima e spirituale.Ne parliamo con:Nicoletta Ossanna Cavadini, co-curatrice delle due mostre e direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina.
L'ondata di caldo non sta risparmiando gli specchi d'acqua svizzeri, tanto che alcuni - come il Ceresio - hanno oramai raggiunto i 28 gradi. I laghi si sono riscaldati anche fino a sette gradi più della media registrata tra il 1983 e il 2024: lo ha indicato nei giorni scorsi il servizio meteorologico Meteonews, secondo il quale siamo in presenza di un record assoluto per il periodo dell'anno. Alle spalle del Lago di Lugano troviamo quelli di Zurigo e di Zugo, con 27 gradi, e il Lemano, con 26, mentre il Lago Maggiore è a 25. Anche le temperature dei fiumi sono eccezionali. L'Aare vicino a Berna, la Reuss vicino a Lucerna e il Reno vicino a Laufenburg sono più caldi che mai per un inizio di luglio che si sta rivelando eccezionale. Oltre alle giornate calde, le alte temperature dell'acqua sono dovute anche ad altre ragioni, come la scarsa copertura nevosa delle montagne all'inizio della stagione estiva. Gli afflussi di acqua di fusione sono stati chiaramente inferiori alla media e si erano già esauriti in precedenza. Ciò è stato confermato dai dati dei bacini artificiali, ad esempio nei Grigioni. Cosa sta cambiando, quali sono le trasformazioni e cosa sta succedendo nei nostri laghi, laghetti, laghetti alpini e fiumi? Quali sono le conseguenze per tutti i corsi d'acqua? Quali saranno gli scenari futuri secondo gli esperti? È risaputo che a causa dei cambiamenti climatici, la temperatura di molti laghi è aumentata notevolmente negli ultimi decenni e si prevede un ulteriore aumento. Il riscaldamento influisce sulle dinamiche di miscelazione e quindi sul contenuto di ossigeno negli strati più profondi dei laghi. Dal 2025, vari laghi svizzeri sono sottoposti, a livello federale e cantonale, a un monitoraggio a lungo termine della temperatura delle acque e di altri parametri. Dal 1980, le acque superficiali della maggior parte dei laghi si sono riscaldate di circa 0,4 °C per decennio. Il riscaldamento delle acque profonde è più variabile e oscilla per lo più tra 0,0 e 0,2 °C per decennio nei laghi profondi. Quali effetti e ripercussioni ha il riscaldamento sulla vita, sull'ecologia acquatica, sulla fioritura delle alghe e sull'habitat dei pesci?Ne parliamo con: Camilla Capelli, biologa, ricercatrice e responsabile del settore Ecologia acquatica dell'Istituto scienze della Terra della SUPSI.
Un viaggio o una vacanza negli Stati Uniti in compagnia dei nostri dispositivi e supporti digitali come il telefonino, il computer e l'iPad richiede delle precauzioni particolari per evitare intoppi? Le cronache degli ultimi tempi ci hanno rivelato che per qualcuno il passaggio alla dogana è stato piuttosto complicato e problematico. Dei lunghi interrogatori e delle meticolose ispezioni dei profili dei social media; un controllo dei social network e delle e-mail: questi sono alcuni degli episodi raccontati dai viaggiatori diretti negli Stati Uniti. Per qualcuno le verifiche doganali sono poi sfociate nel divieto di entrare negli USA. Ha fatto scalpore il caso di un'insegnante di Zurigo trattenuta per 24 ore al suo arrivo all'aeroporto di New York, una vicenda che aveva colpito l'opinione pubblica lo scorso mese d' aprile: il suo telefono era stato perquisito dai doganieri statunitensi, poi le era stato negato l'ingresso nel Paese. Ma i doganieri statunitensi hanno il diritto di perquisire i nostri computer e smartphone? E come assicurarsi, quindi, un viaggio negli Stati Uniti senza troppi problemi alla dogana? La parola ad un esperto che, consapevole dei rischi che si possono correre in America quando si viaggia con dei dispositivi digitali, offre alcuni suggerimenti.Ne parliamo con: Alessandro Longo, giornalista specializzato in nuove tecnologie e direttore di Agendadigitale.eu.
Dove ci può portare una macchina del tempo? E che effetto farebbe tornare a quando i propri genitori andavano scuola? Il potenziale impatto sul presente e sul futuro sarebbe enorme: Ritorno al futuro ce lo ha insegnato. Il 3 luglio 1985, esattamente 40 anni fa, nei cinema degli Stati Uniti usciva il primo film della trilogia Ritorno al futuro. Insieme a Marty McFly e al “doc” Brown, partiamo per un viaggio a 88 miglia orarie a bordo di una DeLorean che non ha bisogno di strade!
Ci sono momenti in cui senti che non ce la fai più. Il lavoro, la pressione, la routine... ti schiacciano. E allora hai solo due possibilità: restare fermo, o partire.Per Christian Cozzaglio, il 2020 è stato proprio questo: l'anno in cui ha toccato il fondo e ha deciso di ripartire. Da solo. Con uno zaino, e il bisogno urgente di cambiare aria... e prospettiva. Quello che ha trovato lungo la strada non è stato solo silenzio, o paesaggi lontani.Ha trovato storie. Vite. Domande. E una nuova versione di sé. Da lì è nato anche un podcast: si chiama “Viaggio al sacco”. Raccoglie le voci di chi, come lui, a un certo punto… ha mollato tutto. Oggi, Christian è passato a trovarci. Per raccontarci non solo dove è andato,ma soprattutto… cosa ha trovato.
Finalmente ci siamo: la Svizzera è pronta a ospitare per la prima volta un Europeo di calcio femminile e la nostra Nazionale è pronta per l'esordio contro la Norvegia. Una puntata speciale per ripercorrere la storia del calcio femminile nel nostro paese: dalla prima donna tesserata Madeleine Boll alla recente vittoria della Coppa svizzera del Gambarogno U19. Evento sportivo o pietra miliare sulla lunga strada verso la parità?
Con il professor Renato Martinoni, già docente universitario di letteratura e di cultura italiana, e con Stefano Vassere, linguista e direttore delle Biblioteche cantonali, desideriamo oggi ricordare la figura del capriaschese Gabriele Alberto Quadri, scomparso sabato scorso all'età di 75 anni. Dopo gli studi a Locarno, Zurigo e Pavia e dei soggiorni di studio a Ginevra, Malaga e Siena, è stato per quarant'anni docente di italiano e francese in diversi ordini di scuola. Ha collaborato con riviste ticinesi e internazionali. È stato poeta in dialetto e in lingua e prosatore; ha scritto per il teatro ed è stato anche è attore radiofonico, partecipando a diverse trasmissioni e ad approfondimenti della nostra Radio. Alcuni suoi testi sono stati musicati. Nel 1986 ha ottenuto il Premio Schiller per la raccolta Ra schérpa fòra di scaff e nel 2003 il Premio Insubria per la satira Maledictus structus ventris tui!
Sta facendo discutere in Ticino, soprattutto per la tempistica che ha già innescato degli atti parlamentari, la decisione di ieri del Consiglio di Stato che ha annunciato che è stata apportata una modifica al programma promozionale in ambito energetico, che prevede la cessazione, a partire dal primo luglio, degli incentivi per nuovi edifici certificati Minergie-A o Minergie-P. Per garantire una continuità nelle misure promozionali in ambito energetico, il Governo ha riavviato a inizio anno il proprio programma promozionale in ambito energetico. Quest'ultimo si fonda su crediti cantonali approvati dal Parlamento ticinese, per un importo totale di 127 milioni di franchi, e su importanti entrate derivanti dal Programma Edifici, che a sua volta beneficia di parte dei proventi derivanti dalla tassa sul CO2. Secondo il comunicato del Governo, considerata la delicata situazione economica e alla luce delle incertezze finanziarie delineatesi sia a livello federale sia cantonale, si è proceduto rivedendo l'assegnazione e la destinazione degli incentivi in ambito energetico, al fine di evitare un prematuro esaurimento dei fondi disponibili. Tenuto conto che, dal 2024, i nuovi edifici devono già rispettare delle prescrizioni energetiche più severe, il Consiglio di Stato ha deciso di concentrare gli incentivi disponibili sul risanamento degli edifici esistenti e sulla promozione delle fonti rinnovabili. Inoltre, va ricordato, che dal 2024 in Ticino sono cambiate anche alcune leggi energetiche tanto che gli edifici odierni sono già molto validi e si avvicinano agli attuali standard Minergie. Grazie alle modifiche della Legge cantonale sull'energia (LEn) e del relativo Regolamento sull'utilizzazione dell'energia (RUEn) in vigore dal 2024, i nuovi edifici sottostanno in effetti a prescrizioni energetiche più restrittive, a favore di una maggiore efficienza energetica rispetto al passato, nell'ottica di perseguire il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle politiche energetiche e climatiche. Si è perciò deciso di indirizzare gli investimenti in ambito energetico prioritariamente al sostegno del risanamento degli edifici esistenti e della conversione di impianti di riscaldamento elettrici diretti o alimentati con combustibili fossili, con energie rinnovabili, eliminando gli incentivi a favore dei nuovi edifici realizzati con altissimi standard energetici. Sostituire tutti gli impianti “vecchi” a olio e a gas rimane una delle priorità dell'ente pubblico, calcolando che secondo una stima in Ticino, a grandi linee, vi sono ancora 40 mila impianti sull'intero territorio.Ne parliamo con Michele Fasciana, capo dell'Ufficio del clima e della decarbonizzazione del Dipartimento del territorio