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Roberto Galimberti"Di erbe e di fiori"Erbari d'autoreDa Besler a Penone, da De Pisis a CageMostra aperta fino al 22 giugno 2025Castello di Miradolo, San Secondo di PineroFondazione Cossowww.fondazionecosso.com Il termine “erbario” porta con sé alcuni concetti come collezione, classificazione, catalogazione, studio, memoria: questa dimensione metodologica e formale non ha soltanto caratterizzato la produzione di erbari storici che coniugavano la conoscenza del reale a una innegabile qualità estetica, ma ha anche suggerito ad artisti moderni e contemporanei differenti possibilità di esplorazione di linguaggi e di relazione con la natura e i suoi elementi.La mostra Di erbe e di fiori. Erbari d'autore. Da Besler a Penone, da De Pisis a Cage, in programma al Castello di Miradolo di San Secondo di Pinerolo (TO) dal 22 marzo al 22 giugno 2025, intende costruire un dialogo tra alcune pagine di erbari storici con la visione di alcuni artisti che attorno alla riflessione sulla materia e sugli elementi della natura hanno costruito opere che sono specchio del proprio tempo e del presente. Gli erbari storici di Carlo Allioni, Basilius Besler, Carlo Lupo, Pierre Edouard Rostan, Camillo Sbarbaro, Ada e Alfonso Sella diventano un controcanto alle opere di Vincenzo Agnetti, Björn Braun, Chiara Camoni, Adelaide Cioni, Betty Danon, Filippo De Pisis, Piero Gilardi, Giorgio Griffa, Wolfgang Laib, Ugo La Pietra, Christiane Löhr, Mario Merz, Helen Mirra, Richard Nonas, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Robin Rhode, Thomas Schütte, Alessandra Spranzi e Michele Zaza. Al di fuori delle sale, il Parco del Castello di Miradolo, con le sue essenze, le sue specie, le sue architetture vegetali, a dialogare con l'esposizione - curata dalla Fondazione Cosso e da Roberto Galimberti, con la consulenza iconografica di Enrica Melossi - e a mostrare un tempo, anch'esso sospeso tra storia e futuro. L'esposizione è accompagnata da un'inedita installazione sonora, a cura del progetto artistico Avant-dernière pensée, dedicata al brano “In A Landscape” di John Cage del 1948. Una lenta sequenza al pianoforte di note omoritmiche, separate tra loro dallo stesso intervallo, sembra sottolineare la possibilità di ascoltare e, insieme, di essere “dentro” l'ascolto, in un paesaggio sonoro da osservare con attenzione, da vicino, come un quadro o le pagine di un erbario. Il sistema di diffusione del suono progettato per le sale espositive costruisce lo spazio, ne muta i confini percettivi e dialoga con la dimensione visiva, in un continuo controcanto in cui la cadenza dei suoni sembra confondersi con l'incedere dei passi di chi osserva.Parallelamente alla mostra si articolerà il progetto “Da un metro in giù”: un percorso didattico per i visitatori di tutte le età per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare le opere d'arte e la realtà che ci circonda.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Alla fine degli anni Sessanta del Novecento l'arte povera era una tendenza che riuniva artisti come Alighiero Boetti, Mario Merz, Giulio Paolini e Jannis Kounellis. I loro lavori erano presentati – scriveva Germano Celant – come “dati di fatto”, in un confronto antropologico, con l'uomo reale, al di là delle etichette e delle contrapposizioni arte e vita, io e mondo. Un linguaggio visuale semplificato e tautologico che voleva uscire dal sistema di un'arte complessa e codificata. Oggi l'arte è un fatto sociale che raccoglie le sfide del presente in molti ambiti – dall'ecologia alla politica, dalla scienza all'urbanistica, dalla psicologia alla morale - ma l'accanimento ermeneutico, la ricerca di significato e le riflessioni teoriche di artisti e critici interrogano spesso soltanto la ristretta cerchia degli addetti ai lavori: l'arte contemporanea rischia di cadere nella trappola dell'autoreferenzialità e diventare incomprensibile ai suoi interlocutori. A “Moby Dick” cercheremo di capire se l'arte oggi ha davvero perso la sua capacità di parlare un linguaggio universale, a che cosa serve, chi trasforma e quali cambiamenti può instillare nella società. Ne parleremo con i nostri ospiti: il direttore operativo di Palazzo Grassi a Venezia Mauro Baronchelli, la filosofa e docente di estetica sociale Barbara Carnevali e lo storico e critico d'arte contemporanea Vincenzo Trione. Nell'ultima parte insieme a Valeria Maggiore – co-curatrice della raccolta di saggi dal titolo Ecoestetica - approfondiremo le nuove implicazioni dell'estetica ambientale ed ecologica e le diverse modalità del rapporto tra arte e natura nell'epoca dell'Antropocene.
Sergio Ariotti"Festival delle Colline Torinesi"Il 14 ottobre al via il Festival delle Colline Torinesi Martedì 10 anteprima del Festival e della stagione TPE conBirds o l'impeccabile armonia del caso del Mulino di Amleto 5 prime, 6 produzioni, 16 spettacoli, 26 giorni, 41 reciteIl Festival ventottoIl Festival delle Colline Torinesi - Torino Creazione Contemporanea torna dal 14 ottobre al 5 novembre 2023, con un'anteprima il 10 ottobre. La storica rassegna teatrale, sempre organizzata dalla TPE - Teatro Astra, propone un'edizione di ampio respiro che può contare su 5 prime, 6 produzioni, 16 spettacoli, 26 giorni di programmazione e 41 recite. Continua il percorso del festival di teatro contemporaneo d'autunnoIl Festival delle Colline Torinesi prosegue, per il terzo anno, il suo nuovo cammino di festival d'autunno ribadendo il rapporto con la creazione contemporanea anche grazie alla partnership progettuale con la Fondazione Merz, nei cui spazi, specie durante la settimana di ContemporaryArt, avranno luogo appuntamenti di teatro più sperimentale. L'anteprimaIl 10 ottobre andrà in scena Birds o l'impeccabile armonia del caso del Mulino di Amleto, anteprima del Festival e della stagione TPE nell'ambito del Libano paese ospite. Potente e lacerante, il capolavoro di Wajdi Mouawad, tradotto in italiano per la prima assoluta diretta da Marco Lorenzi, racconta la storia d'amore tra Eitan, giovane di origine israeliana, e Wahida, ragazza di origine araba, in una realtà storica fatta di conflitti, dolore, odi, attentati. La produzione è sostenuta nell'ambito del bando “ART~WAVES. Per la creatività, dall'idea alla scena” della Fondazione Compagnia di San Paolo. Il temaConfini-sconfinamenti è il tema dell'ultimo anno di un triennio. Fa riferimento al confine geografico, che viene superato in caso di migrazione, di fuga dal proprio paese. Esuli, profughi, migranti, rifugiati, espatriati, sono termini, quasi equivalenti, che vengono spesso adoperati per identificare persone che hanno lasciato il loro paese d'origine, varcato uno o più confini, a seguito di guerre, calamità, persecuzioni. L'espatrio, come necessità individuale o collettiva, è antico come il mondo, ma nel ventesimo e ventunesimo secolo ha assunto caratteristiche ben precise, correlate, ad esempio, all'avvento di dittature o a sommovimenti politici. Ondate migratorie sono nate dopo la rivoluzione russa del 1917, con il fascismo, il nazismo (dalla presa di potere di Hitler fino al 1946), il franchismo. Per altre ragioni ci sono stati esodi dall'Europa verso l'America, dettati prevalentemente dalla povertà e mancanza di lavoro, e oggi, per motivi più complessi, tra le Americhe, dal Nord Africa verso l'Europa, con protagonista lo sventurato popolo dei barconi. Da non dimenticare la fuga dall'Ucraina pari ormai a quelle della Seconda Guerra Mondiale. Sconfinamenti sono anche quelli tra i linguaggi artistici. Il Paese ospiteIl Libano è il paese ospite del Festival '23 e Lina Majdalanie e Rabih Mroué sono i protagonisti della monografia d'artista ‘23.Lo spettacolo inaugurale Hartāqat, di Lina e Rabih, una sorta di manifesto dell'edizione 2023, propone tre racconti di sconfinamenti. Dalla Palestina verso il Libano di Izdihar, dal Libano verso altri paesi, dalla propria obbligata identità di genere ad altra. Viene evocata anche Hannah Arendt, intellettuale ebrea, allieva di Heidegger, fuggita dalla Germania nazista alla volta di Parigi e degli USA, testimone come giornalista del processo Eichmann, autrice di un fondamentale saggio, ristampato, recentemente da Einaudi, Noi rifugiati. Lina Majdalanie lo ricorda nello spettacolo presentato in prima nazionale. “Sembra che nessuno voglia sapere che la storia contemporanea ha creato una nuova specie di esseri umani: quelli che vengono messi nei campi di concentramento dai loro nemici e e nei campi di internamento dai loro amici”. (Hanna Arendt, Noi rifugiati, Einaudi, 2022).A completare la vetrina del “paese ospite” ci saranno ancora Lina Majdalanie e Rabih Mroué con una videoinstallazione dedicata alla fotografia alla Fondazione Merz, Second Look, sempre in prima nazionale. La fugaLa fuga verso l'Europa c'è in Blind Runner. Percorrere di corsa il tunnel della Manica per raggiungere l'Inghilterra. È il proposito di due fuggiaschi dall'Iran, marito e moglie. Lei finisce in prigione, ma i due non smettono di allenarsi. Regista: Amir Reza Koohestani, iraniano. In La Isla di Agrupaciòn Senor Serrano e in Frankenstein (A Love Story) di Motus si narra invece una fuga immateriale dalla condizione umana. Uno sconfinamento verso il mondo dell'intelligenza artificiale, dove superare le divisioni o uno sconfinamento, magari mostruoso, quello creato dalle pagine di Mary Shelley, con il ricomporsi di parti di esseri umani. La madre dell'autrice era morta drammaticamente. Mary vuole vendicarsi sulla morte. Infine una fuga nel linguaggio dei segni c'è in Urla silenziose di Tedacà, uno spettacolo sulla falsariga della vita di un'attrice sorda, Emmanuelle Laborit, Premio Molière.Passage, conversazione con alcuni posteri, uno spettacolo itinerante da pagine di Walter Benjamin, interpretato da Paolo Musio in Galleria Subalpina, celebra la complessità intellettuale di un famoso esule del novecento. In fuga dall'incubo nazista, Walter Benjamin giunge a Parigi il 18 marzo 1933. Non tornerà più in Germania. Concluderà suicida la sua vita di esiliato a Port Bou in Spagna, nel 1940. Passage evoca i passages e la Biblioteca Nazionale di Parigi, il buon rifugio di Benjamin.Tra i tanti termini che integrano quello di migrante c'è anche perseguitato. Non siete stati ancora sconfitti è un libro di Alaa Abd el-Fattah, scrittore e blogger, vittima di una spietata persecuzione giudiziaria. In Egitto. Uno sciopero della fame gli ha fatto rischiare la vita. Fa una lettura scenica, di questo libro, Massimiliano Speziani, lo zio Vanja nel prossimo spettacolo di Leonardo Lidi. La lettura scenica ha debuttato a Palermo negli spazi dello ZACentrale.Una riga nera al piano di sopra, in ricordo dei fuggiaschi dal Polesine, è infine un testo scritto e interpretato da Matilde Vigna. I confini fra le artiConfini-sconfinamenti fa riferimento anche, come detto, al confine tra le arti, teatro e arte e questi sconfinamenti saranno ospitati alla Fondazione Merz con cui continua una felice esperienza di co-progettazione. Ashes di Muta Imago, ad esempio, allestito negli spazi espositivi della Fondazione, è l'esplorazione dei suoni come frammenti di memoria. Il segno d'artista del festival, quest'anno, è di Mario Merz: il particolare di un igloo con la scritta My Home's Wind. Un riferimento consono all'idea di fuga, a una casa provvisoria, all'essere una particella dell'universo. L'omaggio a Romeo CastellucciChe cosa si lasciano dietro i migranti? Spesso guerre e totalitarismi. Il nazismo nel caso di Arendt e Benjamin. In Il Terzo Reich di Romeo Castellucci, vengono proposte le parole del potere con probabile allusione proprio al nazismo. I suoni sono di Scott Gibbons. Un progetto speciale del Festival in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino, e la Fondazione Merz. Il valore della memoriaAl dovere di ricordare fanno riferimento alcuni spettacoli del Festival '23, che hanno nelle nonne grandi protagoniste. Oltre a Izdihar, una nonna che dalla Palestina fugge in Libano in Hartāqat, c'è la nonna di Sergi Casero Nieto in El pacto del olvido che invita a ricordare gli anni del franchismo, della guerra civile spagnola, e c'è una nonna di decisiva importanza drammaturgica in Birds.La memoria irrompe a teatro anche nello spettacolo Con la carabina di Licia Lanera, da un dramma di Pauline Peyrade che ha recentemente vinto il Premio Ubu quale miglior testo straniero.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
l'Arte può essere mezzo di comunicazione? L'Arte può essere uno strumento per portare avanti degli ideali? L'Arte può essere portata sul campo dello scontro sociale ed ideologico per poter servire come momento di confronto, di protesta e denuncia? Abbiamo provato a dare una risposta a queste domande, analizzando il ruolo dell'arte in questo difficile campo. Chiedendoci come essa possa comunicare ed urlare le sue ragioni. Se effettivamente essa possa ricoprire un ruolo di primo piano in un mondo sempre più complesso e disumanizzato. Partendo dalla mostra "Mario Merz. Balla, Carrà, de Chirico, de Pisis, Morandi, Savinio, Severini", oggi riallestita, che nel 15 marzo 1978 cercare di squarciare il velo di silenzio, tensione e chiusura di vedute che vive l'Italia colpita dal terrorismo, siamo passati a Banksy che va in Ucraina e ribalta i ruoli di questa terribile guerra riportando in primo piano gli ultimi, i bambini. L'Arte come ha rappresentato la guerra?
Angela Westwater at 257 Bowery, 2020, photo by Alexei Hay Angela Westwater co-founded Sperone Westwater Fischer in 1975 with Italian art dealer Gian Enzo Sperone and German gallerist Konrad Fischer, opening a space at 142 Greene Street in SoHo, New York. (The gallery's name was changed to Sperone Westwater in 1982.) An additional space was later established at 121 Greene Street. The founders' original program showcased a European avant-garde alongside a core group of American artists to whom its founders were committed. Notable early exhibitions include a 1977 show of minimalist works by Carl Andre, Dan Flavin, Donald Judd, and Sol Lewitt; seven of Bruce Nauman's seminal early shows; six early Gerhard Richter shows; two Cy Twombly exhibitions in 1982 and 1989; eleven Richard Long exhibitions; and the installation of one of Mario Merz's celebrated glass and neon igloos in 1979 -- part of the gallery's ongoing dedication to Arte Povera artists, including Alighiero Boetti. Other early historical exhibitions at the Greene Street space include a 1989 group show, "Early Conceptual Works," which featured the work of On Kawara, Bruce Nauman, Alighiero Boetti, and Joseph Kosuth, among others; a 1999 Fontana exhibition titled "Gold: Gothic Masters and Lucio Fontana"; and selected presentations of work by Piero Manzoni. From May 2002 to May 2010, the gallery was located at 415 West 13 Street, in a 10,000-square foot space in the Meatpacking District. In September 2010, Sperone Westwater inaugurated a new Foster + Partners designed building at 257 Bowery. Today, over 45 years after its conception, the gallery continues to exhibit an international roster of prominent artists working in a wide variety of media. Artists represented by Sperone Westwater include Bertozzi & Casoni, Joana Choumali, Kim Dingle, Shaunté Gates, Jitish Kallat, Guillermo Kuitca, Wolfgang Laib, Helmut Lang, Amy Lincoln, Richard Long, Emil Lukas, David Lynch, Heinz Mack, Mario Merz, Katy Moran, Malcolm Morley, Bruce Nauman, Otto Piene, Alexis Rockman, Susan Rothenberg, Tom Sachs, Peter Sacks, Andrew Sendor, and William Wegman. Past exhibitions, press, and artworks can be found on the gallery website. Born in Columbus, Ohio, Westwater received her BA from Smith College and her MA from New York University. She arrived in New York City in 1971 and landed her first job as a “gallery girl” at the John Weber Gallery at 420 West Broadway. From 1972 to 1975, she served as Managing Editor of Artforum magazine. In 1975, the same year the gallery was founded, Westwater was appointed to the Board of Trustees of The Louis Comfort Tiffany Foundation, where she has served as President since 1980. The books mentioned in the interview are The Free World, Art and Thought in the Cold War by Louis Menand and A Life of Picasso, The Minotaur Years by John Richardson. Joana Choumali, Untitled (Ça Va Aller), 2019, mixed media, 9 1/2 x 9 1/2 inches (24 x 24 cm), 16 1/4 x 16 1/4 inches (41,3 x 41,3 cm) Joana Choumali, WE ARE STILL NOW, 2022, mixed media, 4 parts; 38 1/2 x 78 inches (97,8 x 198,1 cm)
Ora, sappiamo bene che la risposta alla domanda fondamentale dell'universo è 42. Ma sappiamo anche che ci sono altri numeri fondamentali nel nostro universo. Ad esempio il valore della velocità della luce. 300.00 km/s. Un altro numero famoso è Phi, un numero irrazionale, che ha proprietà geometriche e matematiche talmente peculiari, e ricorre in così tanti contesti non correlati tra di loro da essere diventato nel tempo una sorta di conferma dell'esistenza di una rapporto definito tra micro e macro, tra l'universo e la natura, tra dio e l'uomo. Se non vi suona, è perchè siete abituati a sentirlo nominare in un altro modo: proporzione divina o anche sezione aurea: 1,618 e una serie infinita di altri decimali a seguire.* In copertina, Mario Merz, “Fibonacci”, 1975
Sergio Ariotti"Festival delle Colline"http://www.festivaldellecolline.it/Il Festival delle Colline Torinesi - Torino Creazione Contemporanea si rilancia spostandosi in un periodo inedito: dal 14 ottobre al 14 novembre 2021. La storica rassegna teatrale, sempre organizzata dalla Fondazione TPE - Teatro Piemonte Europa, propone un'edizione d'eccezione con molte novità, che può contare su 19 spettacoli in 32 giorni, 51 recite, 6 spazi in 3 città, 7 prime e gli artisti provenienti da 12 nazioni.Un festival contemporaneo «Je continue à apprendre par cœur Le bateau ivre, qui me prendre beaucoup de temps.» così scrive con ironia Sophie Calle, che nel 2021 dona il segno d'artista al Festival delle Colline Torinesi. Proprio il rapporto con la scrittura poetica caratterizza il mondo figurativo della Calle, la cui personale al Castello di Rivoli, del 2014, rimane indelebile nel ricordo. «Parce que la tentation de la suivre» si legge su un'immagine fotografica della Calle, una linea bianca che incrocia una distesa di sassi e il mare. Frase e immagine diventano un'opera («Ligne Blanche», recentemente in mostra alla Fondazione Merz), i poli di una dialettica, il “segno d'artista”. Anche il Festival ha l'intenzione di seguire una linea: quella della ripresa di attività nel dopo pandemia, in autunno, sperimentando nuove formule e nuovi linguaggi. Fra le novità: la presenza di un Paese ospite, il Belgio; la monografia d'artista, dedicata alla Socìetas, una famiglia d'arte, con spettacoli rispettivamente di Claudia Castellucci, Chiara Guidi, Romeo Castellucci; la contaminazione del teatro con l'arte contemporanea, condivisa proprio con la Fondazione Merz e in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo e il Castello di Rivoli – Museo d'Arte Contemporanea. Il temaSlogan programmatico diventa, dopo quello del viaggio, confini/sconfinamenti. Il Festival delle Colline Torinesi vuole dare spazio alla performance d'arte superando certi steccati rimuovendoli: guardando ad artisti che non utilizzano solo schemi drammaturgici, che cercano spazi nuovi e nuove concettualità e ad artisti che scommettono su altre combinazioni, persino con la moda e il design, come certe sfilate suggeriscono. La volontà di superare confini, di contaminare linguaggi, alternarli, coniugarli, caratterizza da sempre Motus che con Chroma Keys, interpretato da Silvia Caldero-ni, compie una incursione nel cinema, portando il corpo della performer, illusoriamente e illusionisticamente, nelle scene di film proiettati, intarsiati con una vecchia tecnica video (ora rinnovata dal digitale), il Chroma Key appunto. Una esibizione tutta in sospeso tra un mondo a venire e un avvenire senza mondo, tra Hitchcock e Godard, tra Lars Von Trier e l'apocalittico Bela Tarr. Un'operazione che, forse, richiama certe avanguardie storiche. Secondo appuntamento con Motus e spettacolo conclusivo del Festival Tutto brucia: una nuova creazione ri-cavata da Le Troiane di Sartre. Scritta a Roma nel 1964, Le Troiane è un adatta-mento del testo di Euripide, con allusioni all'imperialismo europeo e alla Guerra d'Algeria.Con la performance Rompere il ghiaccio, Filippo Andreatta riflette sul rapporto tra uomo e paesaggio. Il pretesto è la sorte di un ghiacciaio, il Grafferner, sulla frontiera tra Italia e Austria, ma anche la storia d'amore tra Elsa e Enrico, i nonni dell'autore, separati da un confine «mobile», da quel ghiacciaio appunto, che si contrae. Il tutto è volto a dimostrare la natura discutibile, cangiante, di ogni idea di confine. Sunny Sundays è, invece, una performance (con uno stand-up, momenti di narrazione e un fumetto), progettata e realizzata dagli artisti libanesi Rabih Mroué e Lina Majdalanie, di ritorno al Festival dopo qualche anno. Un lavoro in bilico tra finzione e ricognizione storica, con lo spettatore quasi impossibilitato a distinguerle. Secondo appuntamento al Festival con gli artisti libanesi, Borgborygmus (con Lina e Rabih figura l'artista visivo, musicista e autore di fumetti Mazen Kerbaj) presenta il mondo di oggi come un gorgoglio, come il rumore continuo di un fallimento, come un requiem per vivi. Al Castello di Rivoli – Museo d'Arte Contemporanea, il Festival sarà presente con Exhibition: evento performativo di Cuocolo/Bosetti pensato per i musei, che sotto forma di una particolare visita guidata, si interroga sulla natura della fruizione. Dunque anche del teatro e dell'arte, con un gruppo di venticinque spettatori muniti di radio guide che attraversa gli spazi museali guidato dall'attrice-performer.Fanno parte del segmento arte-teatro anche la creazione originale site-specific di Virgilio Sieni, La dimora del volto, dedicata alla mostra di Marisa e Mario Merz realizzata proprio negli spazi espositivi a contatto con le opere e Sonora Desert, installazione interattiva della Compagnia Muta Imago, cioè Claudia Surace e Riccardo Fazi, che indaga, alla Lavanderia a Vapore, il rapporto spettatore-percezione a partire da un viaggio nel deserto di Sonora, al confine tra l'Arizona e il Messico. Vibrazioni sonore, luminose e cromatiche, sono in dialogo con le musiche appositamente composte da Alvin Curran, spesso sulla falsariga di effetti ambientali rielaborati. Il Belgio Paese ospiteRitmo e velocità sono le componenti di All Around, concerto con il batterista Will Guthrie e la coreografa/ballerina danese Mette Ingvartsen, che lavora a Bruxelles. Una performance, la loro, illuminata da neon, che sospinge quasi verso la trance. Tutto in cerchio è il pubblico intorno agli interpreti, come dichiara il titolo. Lin-guaggi differenti racchiusi in un solo evento (teatro, danza, musica e arte) caratterizzano All the Good, nato da un incontro di Jan Lauwers con un veterano della guerra arabo-israeliana, Elik Niv, diventato danzatore dopo un grave incidente e una lunga riabilitazione. Un festival internazionaleAppuntamento internazionale attesissimo è quello con l'ungherese Kornél Mun-druczó e il suo Proton Theatre, alle prese con Imitation of Life (con Lili Monori, Bori Péterfy, Roland Rába, Zsombor Jéger, Dáriusz Kozma). Un atto d‘accusa contro una società contemporanea votata alla discriminazione. Fanno parte del segmento internazionale (oltre ai già citati libanesi Rabih Mroué e Lina Majdalanie, i belgi Needcompany e la danese Mette Ingvartsen) anche gli spagnoli Agrupaciòn Señor Serrano con The Mountain, nel cui filo narrativo compaiono l'alpinista Mallory e i misteriosi interrogativi sulla salita all'Everest, ma anche Orson Welles e Putin. Sempre superlativo nella compagnia catalana l'uso del video.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Nella primavera del 2020 e nell'inverno del 2021 alcuni paesi e città d'Italia sono stati attraversati da animali che di solito vivono altrove: cervi con maestosi palchi di corna, lupi in branco che fiutavano l'aria, codazzi di oche che si guardavano intorno come fossero in gita scolastica. L'arresto delle attività umane, dovuto alla pandemia da Covid19, ha invitato la fauna selvatica ad avvicinarsi alle zone urbane e così, con scatti fotografici silenziati per non impaurirli, questo ritorno del grande rimosso della nostra civiltà – la vita animale – è stato spiato e immortalato.
Da quando Marcel Duchamp ha ribaltato un orinatoio e l'ha piazzato in una mostra, i musei e le gallerie sono diventati dei supermercati in cui si possono trovare oggetti di uso comune, lattine di birra e cibi di ogni tipo. In questa puntata Costantino e Francesco ci dicono che ruolo ha il Pad Thai nell'arte contemporanea, esplorano il rapporto tra artisti italiani e ferramenta e ci spiegano perché non dovremmo mai fidarci di un sacchetto di patatine.In questa puntata si parla di Willem de Kooning, Jasper Johns, Leo Castelli, Marcel Duchamp, Jean Arp, Brian Eno, Pierre Pinoncelli, Sherrie Levine, Andrea Fraser, Nicolas Bourriaud, Ralph Fiennes, Rirkrit Tiravanija, Dan Graham, Tino Sehgal, Maurizio Cattelan, Jorge Pardo, Donald Trump, Darren Bader, Andreas Gursky, Wayne Thiebaud, James Rosenquist, Man Ray, Claes Oldenburg, Gabriel Orozco, Piero Manzoni, Mario Merz, Jannis Kounellis, Michelangelo e Lawrence Abu Hamdan
Versione audio: Michelangelo Pistoletto (1933) è stato un importante esponente dell’Arte Povera, un movimento artistico internazionale, che ha raccolto artisti di varia formazione (tra cui Mario Merz, Giuseppe Penone, Mario Ceroli), fondato nel 1966 dal critico italiano Germano Celant (1940-2020) e così chiamato per via dell’utilizzo di materiali “umili”. Dalla Venere degli stracci agli specchi […] L'articolo Michelangelo Pistoletto proviene da Arte Svelata.
It's Talk Art's ONE YEAR ANNIVERSARY! Russell & Robert meet American painter Jamian Juliano-Villani in her Brooklyn studio to discuss topics as varied as being a noisy neighbour, Weezer's Green Album, an encyclopedic knowledge of both music & art history, watching Live Leak to stay tough, political correctness, a childhood growing up in her parents silk-screening factory printing merchandise for pop bands, her friendships with NYC artists Brian Belott, Billy Grant & Borna Sammak, her favourite artists including Mario Merz (and Arte Povera), Chilean painter Roberto Matta, Ivan Albright, Allen Jones, Walter Price and Ashley Bickerton, plus we explore her extensive & entertaining lists of potential topics for future paintings!!! Thanks to everyone who has been listening to Talk Art over the past year!! Visit Jamian at Instagram @psychojonkanoo and view images of artworks we discussed in this episode @talkart. Jamian is represented by JTT Gallery @jtt_nyc - check out our interview with JTT founder Jasmin Tsou from earlier this season! This episode was recorded in New York at the end of May 2019 while Jamian was finishing painting new works for recent solo show 'Let's Kill Nicole' for Massimo De Carlo Gallery, London. See acast.com/privacy for privacy and opt-out information.
Le mostre da non perdere in queste vacanze:..- TINTORETTO a Venezia, a Palazzo Ducale e alle Gallerie dell'Accademia..- MARIO MERZ all'Hangar Bicocca..- BEKMAN al Museo di Mendrisio..- PERUGINO capolavoro a Palazzo Marino..- VESPERBILD la Pieta' al Castello Sforzesco..- IL ROMANTICISMO alle Gallerie d' Italia e Museo Poldi Pezzoli
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Le mostre da non perdere in queste vacanze:..- TINTORETTO a Venezia, a Palazzo Ducale e alle Gallerie dell'Accademia..- MARIO MERZ all'Hangar Bicocca..- BEKMAN al Museo di Mendrisio..- PERUGINO capolavoro a Palazzo Marino..- VESPERBILD la Pieta' al Castello Sforzesco..- IL ROMANTICISMO alle Gallerie d' Italia e Museo Poldi Pezzoli (seconda parte)
Le mostre da non perdere in queste vacanze:..- TINTORETTO a Venezia, a Palazzo Ducale e alle Gallerie dell'Accademia..- MARIO MERZ all'Hangar Bicocca..- BEKMAN al Museo di Mendrisio..- PERUGINO capolavoro a Palazzo Marino..- VESPERBILD la Pieta' al Castello Sforzesco..- IL ROMANTICISMO alle Gallerie d' Italia e Museo Poldi Pezzoli (prima parte)
1) Il ritratto, il nudo, il riscatto dei miserabili, la pittura storica e quella sacra, la scultura. Una grande mostra sul Romanticismo a Milano in due sedi. 2) A Parigi il Musée Jaquemart–André ospita : “Caravaggio a Roma, amici e nemici “. 3) Un trionfo di IGLOO all'Hangar Bicocca, un corpus di opere di Mario Merz, maestro dell'arte povera.
1) Il ritratto, il nudo, il riscatto dei miserabili, la pittura storica e quella sacra, la scultura. Una grande mostra sul Romanticismo a Milano in due sedi. 2) A Parigi il Musée Jaquemart–André ospita : “Caravaggio a Roma, amici e nemici “. 3) Un trionfo di IGLOO all'Hangar Bicocca, un corpus di opere di Mario Merz, maestro dell'arte povera. (prima parte)
1) Il ritratto, il nudo, il riscatto dei miserabili, la pittura storica e quella sacra, la scultura. Una grande mostra sul Romanticismo a Milano in due sedi. 2) A Parigi il Musée Jaquemart–André ospita : “Caravaggio a Roma, amici e nemici “. 3) Un trionfo di IGLOO all'Hangar Bicocca, un corpus di opere di Mario Merz, maestro dell'arte povera. (prima parte)
da L'ARTE IN QUESTIONE 27/10/82
L'opera di Mario Merz raccontata da Adriana Polveroni
Rem Koolhaas si è laureato in Architettura alla Architectural Association School of Architecture di Londra ha pubblicato il suo primo libro, Delirious New York: A Retroactive Manifesto for Manhattan, nel 1978. Nel 1981 ha fondato OMA, esperienza di lavoro collettiva attraverso cui ha dato una forte impronta teorica al suo lavoro che spazia in diverse aree oltre l’architettura, come media, politica, energie rinnovabili e moda. Nel 2000 ha vinto il Pritzker Architecture Prize che sancisce il prestigio del suo lungo percorso di ricerca e sperimentazione. Con Claudio Abbado, Ken Loach e Mario Merz, Rem Koolhaas ha vinto l’edizione 2003 del Praemium Imperiale, il prestigioso riconoscimento conferito dalla Japan Art Association e considerato il Nobel delle Arti. Nel 2010 si è aggiudicato il Leone d’oro alla carriera della Biennale di Architettura di Venezia e, nel 2012, la Royal Gold Medal del RIBA. È professore alla Harvard University ed è stato nominato curatore della 14a edizione della Biennale di Architettura di Venezia che si svolgerà nel 2014. Tra le sue opere architettoniche, la Borsa di Shenzhen, il Teatro Wyly di Dallas, la China Central Television Pechino, il Taipei Performing Arts Centre, la nuova ala del College of Architecture della Cornell University di New York, la sede della Rothschild Bank a Londra, il Guandgong Baosteel Building di Guangzhou e il Museo nazionale delle arti e delle scienze a Rabat in Marocco. A Milano OMA sta realizzando l’intervento di trasformazione di un ex edificio industriale nella zona sud della città creando la nuova sede della Fondazione Prada. Agli edifici esistenti si aggiungeranno un edificio dedicato alle esposizioni, un auditorium e una torre-museo.
TR 07. Mario Merz by SALT Online
EN 07. Mario Merz by SALT Online
TR 07. Mario Merz by SALT Online
EN 07. Mario Merz by SALT Online
Solitamente impariamo la storia dell'arte a scuola, in modo cronologico, fermandoci spesso prima della fine, senza arrivare alla contemporaneità, che poi siamo noi stessi e le nostre idee. Immaginiamo una storia dell'arte che vada all'incontrario, o forse a zig zag, avanti e indietro. Partendo dall'idea che tutte le opere d'arte sono state contemporanee e forse non sono state veramente capite. Un'altra storia dell'arte, dove magari incontriamo prima un Igloo di Mario Merz, che ci sembra un panettone, e poi visitiamo il Partenone. Secondo i criteri canonici le due cose non hanno nulla a che vedere, ma magari, in modo casuale, troviamo una connessione, ad esempio tutte e due hanno a che fare con lo spazio sacro.