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Paolo Bolpagni"Hammershøi e i pittori del silenzio tra il nord Europa e l'Italia"Palazzo Roverella, Rovigowww.palazzoroverella.comFino al 29 giugno 2025 a Rovigo a Palazzo Roverella si terrà, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, e curata da Paolo Bolpagni, la prima mostra italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864-1916), che fu il più grande pittore danese della propria epoca, uno dei geni dell'arte europea tra fine Ottocento e inizio Novecento.Da pochi anni è in atto la sua riscoperta, e da personaggio quasi dimenticato Hammershøi è diventato uno dei più richiesti al mondo: nel mercato le quotazioni hanno raggiunto livelli strabilianti, con aumenti esponenziali osservabili addirittura di mese in mese; e i musei di tutto il globo si stanno contendendo le sue opere per organizzare retrospettive. Nel 2025 quella di Palazzo Roverella sarà non soltanto la prima mostra italiana dedicata al pittore danese, ma l'unica a livello internazionale. Ciò rende davvero eccezionale l'impresa rodigina, che si pone anche l'obiettivo di porre a confronto i capolavori di Hammershøi con opere di importanti artisti a lui contemporanei, con un occhio di riguardo – in tali accostamenti – all'Italia, ai Paesi scandinavi, alla Francia e al Belgio. In effetti ci sono elementi che accomunano gli appartenenti a questa poetica del silenzio, della solitudine, delle vedute cittadine deserte, dei “paesaggi dell'anima”. Però i visitatori scopriranno che in Hammershøi c'è qualcosa di più, di sottilmente inquietante, di angoscioso e forse addirittura di torbido: le sue donne sono ritratte quasi sempre di spalle; gli ambienti domestici, in apparenza ordinati e tranquilli, lasciano in realtà presagire o sospettare drammi segreti, o l'attesa di tragedie incombenti, con un senso claustrofobico.La biografia stessa dell'artista, che viaggiò di frequente (in special modo in Italia, in Inghilterra e nei Paesi Bassi), ma in verità fu un uomo solitario, induce a riflettere su alcuni aspetti enigmatici: pur sposatosi, Hammershøi mantenne un rapporto strettissimo, quasi simbiotico, con la madre, tornando spesso a dormire da lei; la moglie e modella prediletta, Ida Ilsted, fu colpita da una grave malattia mentale; la sua pittura, che ispirerà il grande regista cinematografico Carl Theodor Dreyer, fu definita “nevrastenica”. Ce n'è abbastanza per attendere come un autentico e irripetibile evento la mostra di Palazzo Roverella."Hammershøi e i pittori del silenzio tra il nord Europa e l'Italia"Dario Cimorelli Editorewww.dariocimorellieditore.itIl volume accompagna la prima mostra italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864-1916), il più grande pittore danese della propria epoca. Protagonista dell'arte europea tra fine Ottocento e inizio Novecento, la sua opera viene messa a confronto con le creazioni degli artisti a lui contemporanei, tra il Nord Europa e l'Italia.Più di 100 opere presentano una pittura raramente indagata quanto misteriosa ed affascinante. Una pittura che racconta il silenzio e l'introspezione, dove gli ambienti domestici così come le vedute cittadine descrivono i paesaggi dell'anima.Ma in Hammershøi c'è qualcosa di più, le sue donne, ritratte quasi sempre di spalle, in ambienti ordinati e tranquilli, lasciano presagire tanto la serenità quanto drammi segreti o piuttosto l'attesa di nuovi accadimenti.Il catalogo è arricchito dai testi critici di Paolo Bolpagni, curatore del volume, Annette Rosenvold Hvidt, Claudia Cieri Via, Luca Esposito e Francesco Parisi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
11 marzo 2025 - Stefano Zuffi
L'arte come strumento di inclusione sociale e benessere: il progetto di Bogamarì APS La salute non coincide solo con l'assenza di malattia, ma si intreccia con il benessere fisico, emotivo e sociale. Ne sono convinte Danila Pittau e Pabla Enriquez, rispettivamente presidente e segretaria dell'associazione Bogamarì APS, che da anni promuove progetti artistici con un forte impatto sociale. "L'associazione nasce nel ricordo di un amico scomparso, un artista che ci ha lasciato in eredità la sua creatività e la sua passione per l'arte. Per non disperdere questo patrimonio, abbiamo deciso di metterlo al servizio di chi ha bisogno" raccontano Pittau ed Enriquez. L'arte diventa così un veicolo per esprimere emozioni e favorire l'inclusione, con iniziative che spaziano dalla pittura alla musica, fino alla danza e alla teatroterapia. Creare opportunità per le persone con disabilità attraverso l'arte Uno degli obiettivi principali di Bogamarì APS è favorire l'integrazione delle persone con disabilità, offrendo loro occasioni di espressione creativa e crescita personale. "Ogni individuo ha il diritto di trovare un canale attraverso cui comunicare, e spesso l'arte è una lingua universale che supera le barriere" sottolineano le fondatrici. Nel corso degli anni, l'associazione ha organizzato laboratori artistici in collaborazione con enti e scuole, proponendo percorsi formativi in cui la creatività diventa un'opportunità di sviluppo. Pittura, scultura, fotografia e teatro sono solo alcune delle discipline utilizzate per stimolare la libera espressione e migliorare la qualità della vita delle persone coinvolte. L'importanza della formazione e della crescita personale Oltre a promuovere attività artistiche, Bogamarì APS investe nella formazione, consapevole che per offrire un supporto efficace siano necessarie competenze specifiche. "Abbiamo intrapreso percorsi formativi per svolgere al meglio il nostro compito e garantire il massimo beneficio alle persone che seguiamo" spiegano Pittau ed Enriquez. Questa attenzione alla professionalizzazione ha permesso all'associazione di strutturare i suoi interventi in modo sempre più efficace, consolidando collaborazioni con professionisti del settore e creando una rete di sostegno per chi si trova in situazioni di difficoltà. Guardare al futuro con nuovi progetti di inclusione L'attività di Bogamarì APS non si ferma e guarda al futuro con l'obiettivo di ampliare la portata dei suoi progetti. Tra le prossime iniziative, sono previsti nuovi laboratori dedicati a giovani e adulti con disabilità, oltre a eventi aperti alla comunità per sensibilizzare sull'importanza dell'inclusione sociale attraverso l'arte. "Abbiamo tante idee in cantiere e continueremo a lavorare per creare spazi di espressione e crescita per tutti. Il nostro sogno è che l'arte possa diventare un ponte tra le persone, capace di abbattere ogni tipo di barriera" concludono Pittau ed Enriquez.
In un villaggio polacco di fine Ottocento, la giovane Jagna viene data in sposa a un ricco contadino vedovo, molto più vecchio di lei, nonché padre del suo amante. Un film tratto da un romanzo Premio Nobel e realizzato con riprese dal vivo poi tradotte in pittura da oltre cento esperti di tecnica a olio. Una vera e propria opera d'arte in movimento, dai registi di “Loving Vincent”.See omnystudio.com/listener for privacy information.
L'associazione "LAP" è stata ospite del CD per illustrare l'arte della pittura in cerchio e non solo...Intervistati Virginia Manzitti e Sergio Giorgi.L'evento è stato curato dal Gruppo Eventi "Disordinalamente"
Lorenzo Gnata"Cosmogonie"DesignElementi Gaggenau, Milanohttp://www.designelementi.it/http://www.amanutricresci.com/cramum/In occasione del lancio del nuovo centro di refrigerazione Expressive, Gaggenau e Cramum presentano "Cosmogonie", la prima mostra personale a Milano del giovane enfant prodige Lorenzo Gnata. Selezionato dal curatore e direttore creativo Sabino Maria Frassà, Gnata si distingue per la sua straordinaria capacità di fondere tecnica ed espressività, tecnologia e natura, luce e ombra, trasformando il disegno in una vera e propria scultura nello spazio. "Cosmogonie" rappresenta un vero e proprio viaggio visivo che esplora l'incontro tra arte e design, in un dialogo continuo tra forme e materia, dove l'innovazione tecnologica si intreccia con una profonda ricerca estetica. Fino al 17 luglio 2025, il pubblico sarà invitato a immergersi nei mondi visionari di Gnata, classe 1997, in un percorso che indaga la complessa relazione tra essere umano, tecnica e futuro. In questa mostra, luce, ombra e nero assumono il ruolo di protagonisti assoluti, fondendosi armoniosamente con l'iconico design del nuovo elemento firmato Gaggenau e con le imponenti installazioni dell'artista piemontese. Il risultato è un dialogo visivo di forte impatto e raffinata intensità, capace di offrire un'esperienza immersiva che invita a riflettere sulle connessioni profonde tra l'uomo, la tecnologia e il suo ambiente. La compenetrazione tra natura e tecnologia, cuore della pratica artistica di Gnata, emerge con forza lungo il percorso espositivo attraverso una serie di opere realizzate con la sua inconfondibile tecnica di disegno 3D organico e “aerospaziale”. "Con un approccio sofisticato e concettuale", evidenzia Frassà "Gnata rielabora i grandi capolavori del passato—da Melencolia I di Dürer (1514) a La Danza di Matisse (1910), fino alla pittura metafisica di Giorgio de Chirico con i manichini de Le Muse inquietanti(1917)—dando vita a universi in cui la fusione tra elementi organici e industriali si trasforma in un dialogo visivo potente e innovativo, capace di esplorare nuove possibilità di coesistenza tra l'uomo e il suo ambiente". Il bagaglio del passato si fonde, nell'opera di Gnata, con spunti derivanti da studi recenti, tra cui l'idea di responso-abilità di Donna Haraway e il concetto di resilienza organica di Anna Tsing. Il risultato è un'installazione artisticache si espande e si insinua in ogni angolo dello spazio, dialogando con gli elementi distintivi del design del brand tedesco, espressione di un'eccellenza tecnica e di un raffinato ingegno umano. In questo continuo scambio tra opera e ambiente, Cosmogonie si trasforma in una potente metafora visiva della resilienza, intesa non solo come principio fondante della nostra esistenza, ma come chiave dell'ordine stesso che regge il mondo. "Con Cosmogonie," spiega il curatore della mostra Sabino Maria Frassà, "Lorenzo Gnata, più che dominare il caos di forme e significati che ci circonda, lo abita e lo celebra, riconoscendo nell'interconnessione tra tutte le forme di vita e pensiero l'unico vero ordine possibile. Potremmo definire il suo gesto artistico con il neologismo 'bucantropico', che esprime il suo tentativo di dar vita a una pastorale umanizzata, in cui la dimensione naturale, rurale e idilliaca si fonde con tratti umani, generando un dialogo continuo tra materia e pensiero. Ci troviamo di fronte a una forma di panismo radicale, inteso come ultima possibilità per l'essere umano di sopravvivere a se stesso—un manifesto per un futuro condiviso e aperto, una cosmogonia tentacolare e rizomatica, capace di attingere al passato senza rimanere intrappolata in un presente claustrofobico." L'artista ci invita così a immaginare nuovi scenari, in cui la coesistenza collaborativa e partecipativa diventa il motore dell'evoluzione e delle possibilità future. Le sue opere si sviluppano come formazioni rizomatiche, espandendosi nello spazio e suggerendo una visione in cui la rinascita si compie attraverso ibridazione e contaminazione creativa. "La mostra è la prosecuzione di un percorso di collaborazione con il mondo dell'arte che ci sta dando grandi soddisfazioni," conclude Mistral Accorsi, Product & Brand Communication Manager di Gaggenau. “Le affinità tra la ricerca di design che distingue da sempre il marchio Gaggenau e le espressioni dell'arte contemporanea fanno sì che le esposizioni trasformino i nostri showroom in incubatori di contaminazioni creative, dando vita a esperienze culturali inedite e valorizzanti. Gli elementi di design e le installazioni d'arte non solo convivono, ma interagiscono e dialogano tra loro su frequenze che generano connessioni, ispirano idee e suscitano emozioni.”Lorenzo Gnata è nato a Biella nel 1997. Ha conseguito nel 2022 il diploma accademico di II livello in Pittura, presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, diplomandosi col massimo dei voti. Attualmente vive e lavora a Cossato, in provincia di Biella.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
IL DRAMMA DI VITTORIO SGARBI: La Malattia e la Forza dell'Arte!Vittorio Sgarbi si apre in un'intervista sincera su malattia e depressione. Nonostante tutto, l'arte resta la sua forza. Ecco le sue parole e il suo omaggio ad Artemisia Gentileschi.#VittorioSgarbi #Arte #Intervista #Depressione #Forza #ArtemisiaGentileschi #Cleopatra #Mostra #Pittura #Cultura
Rossetto aveva 67 anni. Lascia la moglie e due figli. E' mancato all'ospedale di Arzignano, da dove lunedì la salma sarà trasportata per il funerale al Duomo a partire dalle 15. Autore di affreschi e murales, è stato apprezzato anche come pittore. Alla sua passione per l'arte ha abbinato quella per la politica, impegnandosi contro le guerre e le ingiustizie.
Questa settimana, partendo dall'episodio dedicato qualche mese fa a Octavia Monaco, pittrice, provo a riflettere:sull'esilio dell'artista;sull'Arte come religione;sull'importanza del linguaggio simbolico,e tanto altro ancora. Ti lascio qui anche i link de "il Mondo Invisibile":il link al PATREON de "il Mondo Invisibile" per dare un contributo del valore di una colazione al bar per supportare questo progetto;il link alla NEWSLETTER settimanale gratuita;il link all'account INSTAGRAM e alla pagina FACEBOOKBuona Pratica!
Bruno Murialdo, Oscar Farinetti"Hai mangiato?"Slow Food Editorewww.slowfoodeditore.itBruno MurialdoFotografo, collabora come free lance per diverse testate giornalistiche nazionali e internazionali. Il suo archivio personale è uno dei più ricchi di storia dagli anni Settanta ai Novanta. Comprende America Latina in particolare Cuba, Argentina e Cile, Stati Uniti, Russia e diversi paesi dell'Europa. Ha raccontato la Langa degli anni Settanta e la sua metamorfosi fino ad oggi. Diversi sono i suoi reportage realizzati su scrittori o registi, da Nuto Revelli a Rigoni Stern. Ha collaborato con Sandro Bolchi nei suoi primissimi sceneggiati televisivi, con Mario Soldati nei Racconti del Maresciallo e ultimamente con il regista Joseph Tito. Collabora con il quotidiano La Stampa da tre decenni e con l'agenzia Ropi in Germania. Ha pubblicato 18 libri, alcuni dei quali hanno promosso nel mondo le bellezze della sua terra adottiva: le Langhe."Hai mangiato?" Oscar FarinettiSlow Food EditoreLa guerra, l'amore, i sogni, storie anonime e ritratti di personaggi famosi popolano le pagine del nuovo libro di Oscar Farinetti il cui titolo si ispira alla celebre frase di Elsa Morante secondo la quale l'unica vera frase d'amore fosse «Hai mangiato?». Il cibo come cura, come passione, come relazione, come momento di condivisione, c'è tutto questo sulle tavole, ai fornelli e tra i personaggi del libro. Michelangelo Pistoletto, Umberto Eco, Giovanni Treccani, ma anche i vecchi di Langa, due fratelli, una cameriera che sognava Marylin Monroe: la penna dell'autore percorre fatti storici e episodi della vita quotidiana regalandoci racconti coinvolgenti e ritratti originali, ispirati alle fotografie di Bruno Murialdo.Oscar Farinetti è nato ad Alba nel 1954. Imprenditore, è noto in tutto il mondo per aver fondato Eataly e ora sta lanciando il nuovo progetto Green Pea. Ha scritto Coccodé (Giunti, 2009), Sette mosse per l'Italia (Giunti 2011), con Shigeru Hayashi Storie di coraggio (Mondadori 2013), Mangia con il pane (Mondadori 2015), Nel blu (Feltrinelli 2015), Ricordiamoci il futuro (Feltrinelli 2017), Quasi (La nave di Teseo 2018), Storia dei sentimenti umani (La nave di Teseo 2019) e con Piergiorgio Odifreddi Dialogo tra un cinico e un sognatore (Rizzoli 2019).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Elisabetta Chiodini"Realtà Impressione Simbolo"PaesaggiDa Migliara a Pellizza da VolpedoCastello di NovaraOltre settanta opere straordinarie, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, fanno luce sull'evoluzione della pittura di paesaggio tra Piemonte e Lombardia dagli anni Venti dell'Ottocento al primo decennio del Novecento. Un aspetto poco noto, ma peculiare per la storia dell'arte, di cui sono stati protagonisti alcuni dei più importanti artisti attivi in Italia e in Europa in quel periodo.Dalla campagna all'alta montagna, dai laghi al mare fino ad arrivare ai paesaggi urbani del cuore di Milano, ai Navigli e al Carrobbio, METS Percorsi d'Arte porta al Castello di Novara un tema sempre molto amato e foriero di nuovi approfondimenti.La rassegna, a cura di Elisabetta Chiodini, giunge dopo il grande successo di pubblico e critica registrato dalle mostre Boldini, De Nittis et Les Italiens de Paris (2023-2024); Milano da Romantica a Scapigliata (2022-2023); Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale (2021-2022); Divisionismo. La rivoluzione della luce (2019-2021) e Ottocento in collezione. Dai Macchiaioli a Segantini (2018-2019) ed è organizzata da METS congiuntamente a Comune di Novara e Fondazione Castello di Novara, con il patrocinio e il contributo di Regione Piemonte, il patrocinio di Commissione Europea e Provincia di Novara, ed è realizzata grazie al sostegno di Banco BPM (Main sponsor), Esseco S.r.l. e De Agostini Editore S.p.A. (Sponsor), con il contributo di Artekasa S.r.l., Camporelli S.N.C., Comoli Ferrari & C. S.p.A., IGOR s.r.l. e Mirato S.p.A. Si avvale inoltre della collaborazione di Ad Artem, Ente Turismo Terre dell'Alto Piemonte, Big/Ciaccio Arte, EnjoyMuseum S.r.l. e del supporto di Enrico Gallerie d'Arte e Gallerie Maspes Milano.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Questa settimana tanti nuovi spunti interessanti ed idee per la tua pratica creativa dalla chiacchierata con OCTAVIA MONACO, pittrice. Octavia è stata un'illustratrice e una docente di illustrazione all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha realizzato illustrazioni per fiabe, leggende e miti, e libri illustrati dedicati alle biografie di pittori illustri del passato. Nel 2004 ha vinto il premio della rivista Andersen come migliore illustratrice. Da un po' di anni si dedica principalmente alla pittura.Ascolta nell'episodio di questa settimana la storia di Octavia, parliamo della sua infanzia, di pittura, di femminino, e tanto altro ancora.Ogni settimana una nuova storia, una nuova vita, dietro le immagini.Questo è un podcast indipendente. Clicca i link qui di seguito per: Diventare un mio PATREON e sostenere questo podcast con un piccolo contributo per coprire le spese di produzione ed aiutarmi a continuare questo progetto;Ricevere la NEWSLETTER de “Il Mondo Invisibile” in cui condivido cosa imparo ogni settimana dagli ospiti del podcast e cosa voglio ricordare per la mia pratica creativa;Seguire l'account Instagram @ilmondoinvisibilepodcast e la pagina facebook con lo stesso nome, per vedere le opere degli artisti, e per mandarmi i tuoi commenti. Grazie milleA presto!
Raffaele Campion"Donna Musa Artista"Ritratti di Cesare Tallone tra Otto e NovecentoMuseo Villa Bassi Abano Terme Mostra aperta fino al 12 gennaio 2025www.museovillabassiabano.itDirettore all'Accademia Carrara di Bergamo e professore di pittura a quella di Brera, Cesare Tallone (1853 – 1919) artista di grande successo, ritrattista della Regina Margherita e fondatore di una delle prime scuole di pittura femminili, è il protagonista della mostra DONNA, MUSA, ARTISTA. Ritratti di Cesare Tallone tra Otto e Novecento, a cura di Raffaele Campion, Silvia Capponi, Elena Lissoni e Barbara Maria Savy, ospitata nelle sale di Villa Bassi Rathgeb ad Abano Terme (PD) fino al 12 gennaio 2025. La mostra – la prima interamente prodotta, organizzata e promossa dal Comune di Abano Terme, attraverso il Museo Villa Bassi Rathgeb – nasce da un lavoro di studio e di approfondimento sulla collezione permanente del Museo e in particolare sul nucleo di opere di Cesare Tallone, dando particolare rilievo alla produzione ritrattistica femminile dell'artista, che racconta il ruolo delle donne nella società italiana tra fine Ottocento e inizio Novecento. DONNA, MUSA, ARTISTA presenta alcuni dei ritratti della famiglia Tallone, tra cui quello della moglie dell'artista, la poetessa Eleonora Tango, e dei figli Guido e Irene, raffigurati dal vero nelle vesti di pastorelli, ciociare, massaie, e talvolta in immagini dal sapore intimo e sognante. L'indagine condotta dal team curatoriale sulle immagini di famiglia dell'artista, tra dipinti di genere, ritratti e fotografie, ha reso possibile avviare anche una riflessione sulla rappresentazione e autorappresentazione delle donne nella società italiana tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento. In questo contesto, libero e aperto, prendono vita alcuni ritratti femminili dell'artista che restituiscono un caleidoscopio di immagini emblematiche di una società in trasformazione, dal Doppio ritratto femminile (1887 circa) a quello dell'attrice Lina Cavalieri (1905 circa), icona di stile che campeggia anche nel manifesto Campari presente in mostra insieme ad altri della Collezione Salce di Treviso, fino allo “scandaloso” Nudo femminile (1910 circa).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Quel quadro davanti a me Nell'immagine, la mia camera con il quadro di Alessandro Bazan "Lontano lontani" planato sulla copertina del mio ultimo romanzo "Tex Mex". In sottofondo, un estratto di "Messico e nuvole" scritta e cantata da Paolo Conte (dalla raccolta "Paolo Conte. The Platinum Collection", etichetta Platinum, 2014 all rights reserved
A partire da venerdì 9 Agosto, inizierà l'evento "Pittura Sotto Le Stelle" che continuerà per tutti i venerdì di Agosto. Ce lo racconta Giovanni Torchia, uno degli organizzatori dell'iniziativa
Enrico Antonello"Love - Hate"A cura di Sabino Maria FrassàMercato Centrale, Via Sammartini, MilanoMostra aperta fino al 27 agosto 2024www.amanutricresci.com“Enrico Antonello fa dell'ossimoro” spiega il curatore Sabino Maria Frassà “la vera materia della propria ricerca di questo inedito progetto artistico, in cui ha progettato e realizzato personalmente, utilizzando la stampa 3D, dei box luminosi nei quali si possono leggere due parole opposte a seconda del punto di vista da cui le si osserva. Frontalmente, invece, è il caos, una voragine letterale che non permette alcuna lettura, obbligando lo spettatore a muoversi per riuscire a comprendere la scritta. Così come Brunelleschi selezionava con cura il punto di vista dal quale osservare la cattedrale di Santa Maria del Fiore per interpretare la sua realtà attraverso le regole della prospettiva, questo ciclo di lavori invita lo spettatore a scegliere un punto di vista preciso per la fruizione dell'opera, della quale non si potrà mai avere una visione completa. Le parole selezionate sono deliberatamente scelte tra i più comuni e stereotipati nella lingua inglese, sempre scritte in maiuscolo (qui nell'ordine del punto di vista dell'artista): OPEN – CLOSE, CLEAN – DIRTY, TRUE – FALSE, INSIDE – OUT, LIFE – DEATH, SOFT – ROCK, LOVE – HATE, GOOD – BAD, VICTORY – DEFEAT, SWEET – BITTER. Questa scelta mira a non fornire risposte definitive o formulare teorie rigide, bensì a stimolare l'immaginazione personale dello spettatore attraverso il “bombardamento” di ossimori, anche visivi, che possono essere interpretati in un numero infinito di modi, da altrettanti punti di vista. D'altronde, l'ordine tra i due elementi dell'ossimoro è mobile e fissato solamente nel titolo dall'artista. Questo libro, esso stesso opera d'arte nella e della stessa opera, è una testimonianza del personalissimo “point of view” di Enrico Antonello in un preciso e irripetibile momento.”Enrico Antonello si è diplomato con lode in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2019. Nel 2017 è stato cofondatore di Default, un progetto culturale dedicato alla promozione di esposizioni ed eventi artistici. Nel 2021 ha partecipato alla residenza In-Edita 2 a Porto Marghera (VE) e al Premio Cardazzo a Trieste, ottenendo una menzione speciale. Nel 2020, ad Agropoli (SA), ha partecipato al premio Artkeys2 vincendo nella sezione installazione. Nel 2019 ha preso parte al Festival Art Stays a Ptuj in Slovenia. Nello stesso anno è stato selezionato per la XIV edizione del Premio Nazionale delle Arti delle Accademie Italiane a Torino e ha vinto il primo Premio Salvi a Sassoferrato (AN). Tra il 2021 e il 2022 ha svolto una residenza presso la Bevilacqua La Masa, con mostra finale a Piazza San Marco curata da Eva Comuzzi. Nel 2022, ha presentato la sua prima personale presso il LAMB all'interno del progetto più ampio della Marina Bastianello Gallery, con cui continua a collaborare. Nel 2023 è arrivato terzo classificato nella sezione “New Media” al concorso Artefici del Nostro tempo promosso dal Comune di Venezia; nello stesso anno ha partecipato ad altri progetti, risultando finalista al premio Combat. Infine, nel 2024 ha vinto il premio “Cramum” e ha presentato una bipersonale con Edoardo Ongarato a cura di Simone Ceschin presso “Universo Factory” a Vittorio Veneto.La sua ricerca artistica si concentra principalmente su luce, suono e movimento. Le sue installazioni multimediali esplorano il mondo del settore industriale, con riferimenti estetici e funzionali presenti nelle correnti architettoniche del Decostruttivismo e del Brutalismo. Nella sua ricerca, l'artista riflette sul significato della pittura contemporanea, esplorando non solo la sua bidimensionalità ma anche l'uso innovativo dei mezzi espressivi tradizionali.Cramum è un progetto senza scopo di lucro che, dal 2012, sostiene i talenti artistici in Italia e nel mondo. Il nome è stato scelto proprio perché significa "crema", la parte migliore (del latte) in latino, lingua da cui deriva l'italiano e su cui si è formata la cultura di Cramum. Cramum ha sostenuto più di 100 artisti e 50 esposizioni, ottenendo numerosi riconoscimenti, tra cui la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana nel 2015. https://www.instagram.com/cramum/ IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
L'associazione Amis d'la Curma presenta la 17^ edizione del concorso di pittura omaggio ad Angelo Morbelli.
Un bel pensiero di Plinio il Vecchio ci aiuta a vivere bene la costruzione di quella grande opera d'arte che può essere la nostra vita.
Il Manuale della femminista guastafeste di Sara Ahmed è un saggio accessibile e divertente che amplia i concetti di femminismo, solidarietà e resistenza. Il Trittico di Puccini, tre atti unici senza un filo conduttore, va in scena a Torino. A Venezia è in corso la più grande retrospettiva europea della pittrice etiope americana Julie Mehretu. L'ultima stagione della serie tv Bridgerton è disponibile in streaming.CONTiziana Triana, direttrice editoriale di FandangoMattia Palma, critico musicaleIvan Carozzi, giornalista e scrittoreClaudio Rossi Marcelli, giornalista di InternazionaleSe ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su http://internazionale.it/podcastScrivi a mailto:podcast@internazionale.it o manda un vocale a tel:+393347063050Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Carlo Madaghiele, Raffaele Scogna, Jonathan Zenti e Giacomo Zorzi.Direzione creativa di Jonathan Zenti.
Scilla Bonfiglioli"La sposa del vento"Fazi Editorewww.fazieditore.itUn affascinante romanzo d'esordio sul pittore Oskar Kokoschka e l'amore fatale che lo legò ad Alma Mahler.Nella Vienna d'inizio Novecento, il giovane e solitario Oskar Kokoschka trasforma i suoi demoni in opere d'arte, suscitando sdegno e grande scandalo. Grazie all'aiuto del Maestro Klimt, l'artista riesce pian piano ad affermarsi frequentando i circoli intellettuali più prestigiosi e facendosi notare per l'eccezionalità del suo lavoro. Le visioni mostruose e inquietanti che lo tormentano ogni notte, tuttavia, non gli danno tregua, almeno fino all'incontro con la bellissima Alma Mahler, magnetica musa di numerosi artisti, da poco rimasta vedova del celebre musicista. Il sentimento che travolge Oskar lo libera momentaneamente dai demoni che lo perseguitano e lo porta a vivere il periodo più fortunato della sua carriera, in cui produrrà capolavori indimenticabili come La sposa del vento, dipinto immaginifico ispirato al suo amore per Alma. Quando però la donna decide di lasciarlo e l'Europa è sconvolta dall'incubo della guerra, Oskar precipita di nuovo nell'abisso e, in preda al delirio, si fa costruire una bambola con le fattezze dell'amata, che paradossalmente lo aiuterà a dimenticarla.In una Mitteleuropa ormai al tramonto, nell'imminenza della prima guerra mondiale, il romanzo ricostruisce le atmosfere dei circoli culturali del tempo dando vita alle passioni, ai turbamenti e alle manie di uno degli artisti più innovativi e originali del secolo scorso.La sposa del vento è il racconto di un'ossessione sullo sfondo di un continente in decadenza, il resoconto incalzante di una storia tormentata e bruciante che si nutrì delle visioni del pittore rappresentando un momento unico nella storia dell'arte.Alma e Oskar erano il centro immutabile della tela, rannicchiati in un letto che era una barca alla deriva, stretti in mezzo ai turbini incontrollati della tempesta. Un viaggio abissale.«Allora, cosa te ne pare?».Alma fissava il quadro senza dire una parola.Il silenzio era pesante, interrotto solo dai tuoni che facevano vibrare i vetri del solaio.«Siamo proprio noi».Scilla Bonfiglioli, è nata nel 1983 a Bologna dove vive e lavora come istruttrice di aikido. Laureata in Discipline teatrali e Storia del teatro presso l'Alma Mater Studiorum, ha lavorato per anni come attrice, regista e autrice teatrale. Seguendo sua madre nella professione di guida turistica, si è immersa fin da bambina nella storia dell'arte, appassionandosi in particolare alle arti figurative e alle storie degli artisti di ogni epoca e paese.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Pittura, murales, scenografia, scultura, disegno e installazione: sono questi i mezzi espressivi di Agostino Iacurci, artista e illustratore.Agostino lavora con le immagini e con lo spazio, su scale che vanno dal foglio di carta, agli ambienti alle superfici esterne di interni palazzi. Con lui parliamo di arte pubblica e aziende, di storie magiche e narrazioni collettive, ma anche di come si diventa un lemma dell'Enciclopedia Treccani.I link dell'episodio:- Il lemma di Agostino sull'Enciclopedia Treccani https://www.treccani.it/enciclopedia/agostino-iacurci - La Fondazione Pastificio Cerere di Roma https://www.pastificiocerere.it - “Enea, lo straniero", di Guido Rizzi https://www.einaudi.it/catalogo-libri/critica-letteraria-e-linguistica/filologia-e-critica-letteraria/enea-lo-straniero-giulio-guidorizzi-9788806235611/- Museo Civico Archeologico Lavinium di Pomezia (Roma) https://www.museolavinium.it - Biblioteca Civica Ugo Tognazzi di Pomezia (Roma) https://bibliotecadipomezia.it - “Gods in Color: Polychromy in the Ancient World” di Vinzenz Brinkmann https://en.wikipedia.org/wiki/Gods_in_Color - "Viaggio nell'Italia dell'Antropocene” di Mauro Varotto e Telmo Pievani https://abocaedizioni.it/libri/viaggio-nellitalia-dellantropocene-telmo-pievani-e-mauro-varotto/ - “Hypnerotomachia Poliphili” stampato a Venezia da Aldo Manuzio https://it.wikipedia.org/wiki/Hypnerotomachia_Poliphili
La nuova copertina di Internazionale è dedicata ai russi e alle russe che, nonostante la repressione sfidano il potere e si organizzano per resistere, raccontati dai giornalisti russi in esilio nei paesi vicini. Questa settimana la rivista The Art Newspaper ha ricostruito la storia della donna rappresentata nella Contessa nera, un quadro di Henri Toulouse-Lautrec del 1881.CONFederico Varese, professore di sociologia all'Istituto di studi politici di ParigiDaniele Cassandro, giornalista Russia: https://www.youtube.com/watch?v=swbTarABahMArte: https://www.youtube.com/watch?v=3LYdTP2qrOQFilm della settimana: La terra promessa di Nikolaj ArcelArticolo di The Art Newspaper: https://www.theartnewspaper.com/2024/03/13/revealed-the-colourful-and-scandalous-life-of-toulouse-lautrecs-black-countessSe ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcastScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.
Monica Ferrando"Arcadia sacra"il Mulinowww.mulino.itUn grande quadro a olio del giovane Tiziano che raffigura la Fuga in Egitto: Monica Ferrando ne sente tutta la fascinazione e ne coglie la forza provocatrice, muovendo dall'ipotesi secondo cui il luogo verso il quale il gruppo sacro si dirige sarebbe, più che un improbabile Egitto, un'Arcadia ideale. Ma perché sarà proprio Venezia – apparentemente così lontana dall'ambiente pastorale – a ispirare Tiziano nella pittura di quel paesaggio? Quale significato voleva attribuire all'Arcadia? Non certo quello di un rifugio per passatisti, e nemmeno di una semplice meta di fuga. Piuttosto quello di una terra promessa: a Venezia, in pieno Umanesimo, l'Arcadia poteva rappresentare un paradigma politico, una terra da abitare in cui i rapporti tra gli uomini potevano essere radicalmente diversi.Monica Ferrando dirige la rivista online «De pictura». È autrice di «Il regno errante. L'Arcadia come paradigma politico» (2018) e di «L'elezione e la sua ombra. Il Cantico tradito» (2022), entrambi per Neri Pozza.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Elisabetta Chiodini"Boldini, De Nittis et les italiens de Paris"Mostra d'Arte al Castello di Novara, fino al 7 aprile 2024www.ilcastellodinovara.itLa mostra al Castello di Novara "Boldini, De Nittis et Les Italiens de Paris" a cura della storica dell'arte Elisabetta Chiodini, che METS Percorsi d'Arte dedica ai celebri artisti italiani al lavoro nella Parigi di fine ‘800 e inizio ‘900, conosciuti internazionalmente come Les Italiens de Paris. Al Castello si possono ammirare, in un percorso di otto sale, opere di Giovanni Boldini, Giuseppe de Nittis, e ancora Vittorio Matteo Corcos, Antonio Mancini, Federico Zandomeneghi, e molti altri protagonisti di quella indimenticabile stagione. Otto sale all'interno del Castello di Novara ospitano novanta opere in un percorso che ci riporta idealmente nella Parigi di fine ‘800 e inizio ‘900, fra i lavori di alcuni degli artisti italiani più noti e amati dal grande pubblico, primi tra tutti il ferrarese Giovanni Boldini (1842-1931) e il barlettano Giuseppe de Nittis (1846-1884). Attraverso confronti dal ritmo serrato e stimolante, il visitatore può calarsi nello spirito dell'epoca e immaginarsi fra atelier e mostre nella città che, come è noto, fin dai primi anni Venti dell'Ottocento aveva attratto numerosi artisti italiani desiderosi di confrontarsi con la cultura figurativa d'Oltralpe e di ampliare il proprio mercato oltre confine. Con la nascita delle prime Esposizioni Universali, città come Londra e Parigi avevano attratto infatti milioni di visitatori da tutta Europa per diventare centri nevralgici del mercato internazionale dell'arte contemporanea. L'Exposition universelle del 1867, la prima strutturata interamente a padiglioni, confermò Parigi, parafrasando Walter Benjamin, capitale del lusso e delle mode, del progresso e della civiltà. In questo contesto, dunque, anche il mercato dell'arte non solo divenne florido ma anche in continua e rapida crescita. Sarà proprio dagli anni Sessanta che intraprendenti mercanti d'arte contemporanea, francesi, inglesi, tedeschi, olandesi faranno a gara per assicurarsi le opere di giovani artisti promettenti riuscendo, spesso, a convincerli a stipulare contratti “in esclusiva”, diventandone i diretti intermediari con i compratori e il loro gusto estetico. Tra i mercanti di maggior fama Adolphe Goupil, Friedrich Reitlinger, Thomas e William Agnew, Algernon Moses Marsden.Elisabetta ChiodiniStorico dell'arte indipendente, studiosa di arti figurative, di storia del costume e della moda, si occupa principalmente di arte italiana tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento.Saggista e curatrice di mostre collabora con istituzioni museali, enti pubblici e privati in Italia e all'estero. Dal 2019 è Vice Presidente dell'Associazione culturale METS Percorsi d'Arte. Tra le mostre che ha curato: La pittura del vero tra Lombardia e Canton Ticino (2008); Milano e lo stile di una città tra Settecento e Novecento. Abiti e dipinti dalle collezioni civiche (2010); Dettagli di Moda. Gli anni venti e trenta nella collezione Mangiameli (2010); Un mondo in trasformazione. L'Ottocento tra poesia rurale e realtà urbana (2013); Arte e arti. Pittura, incisione e fotografia nell'Ottocento (2019); Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Giorgio Villani"I luoghi degli impressionisti"Officina Librariawww.officinalibraria.netPiù d'altri pittori, gli Impressionisti vollero scrollarsi di dosso la polvere degli ateliers; sciamarono dunque per le strade chiassose di Parigi delle quali Baudelaire aveva additato già l'infernale bellezza, popolarono i caffè, e abitarono soffitte e casupole sulla collina di Montmartre. Non si limitarono alla città, ma piantarono il loro cavalletto nelle radure di Fontainebleau, dai maestosi castagni, già un tempo riserva di caccia dei re di Francia, sulle coste della Normandia, nei rustici villaggi della valle dell'Oise, dove spesso le strade diventavano impraticabili per il fango o per la neve, e ancora a Bougival o ad Argenteuil, fra le increspature scintillanti della Senna. Come già i loro amici naturalisti, Zola e Maupassant, amarono confondersi tra la gente per cogliere la realtà dal vivo, dipingendo perciò dappertutto perfino su una piccola barca dove Monet aveva fatto costruire uno studio fluttuante. Di questo mondo sono oggi rimaste soltanto poche, sparute reliquie. Già al tempo della sua vecchiaia, Renoir guardava con nostalgia all'antica Francia schietta e rurale, ormai sparita per sempre. Questo libro si propone di tracciare una topografia, illustrata dai dipinti di Manet, Monet, Renoir, Sisley, Pissarro, Gauguin, Van Gogh e da fotografie storiche. Con l'aiuto dei romanzi, dei racconti, dei giornali e delle memorie dei loro protagonisti restituisce i bagliori della vita trascorsa.Giorgio Villani è dottore di ricerca in Letterature comparate. Si è occupato di storia del gusto e dei rapporti fra la letteratura e le arti plastiche. Suoi saggi critici su questo argomento sono apparsi su «Paragone», la «Rivista di Letterature Moderne e Comparate e Storia delle arti» e «Antologia Vieusseux». È inoltre autore di studi sulla sensibilità artistica del XVIII secolo, Il Convitato di pietra. Apoteosi e tramonto della linea curva nel Settecento (Olschki 2016), e del XIX secolo, Un atlante della cultura europea. Vittorio Pica il metodo e le fonti (Olschki 2018 – Premio Casentino). Altri suoi libri sono: Dentro una conchiglia. Note d'arte sul liberty e sul déco (Bordeaux 2022), Tra ieri e oggi. Temi dell'immaginario (Palumbo 2022). Collabora con «Alias», supplemento culturale de «Il Manifesto», con «FMR» e con «Il Giornale dell'arte». IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Per la prima volta il pubblico australiano potrà ammirare un'opera di Artemisia Gentileschi, oltre a capolavori di Lavinia Fontana e Sofonisba Anguissola.
Celebrating the artist who introduced photographic painting, Michelangelo Merisi da Caravaggio. - Credits : "Ciaccona" by Tarquinio Merula (1595-1665) performed by Giardino Armonico (2011)
Andrea Dall'Asta"Edward Hopper"Desiderio e attesaAncora Editricewww.ancoralibri.itIntroverso, schivo e riservato, Edward Hopper (1882-1967) è stato un grande pittore, interprete dell'uomo del XIX secolo. Dipinge scene di vita quotidiana, in modo apparentemente semplice e banale, eppure le sue immagini suscitano un interesse e un fascino del tutto particolari. Le sue opere appaiono infatti inafferrabili, misteriose e segrete. Se è stato talvolta considerato come il vate dell'introspezione, della solitudine o ancora della malinconia, le sue tele aprono a un futuro capace di interpellare ciascuno di noi. Hopper va ben oltre una lettura pessimista e orizzontale, per indicarci una via ben più complessa e articolata che apre sentieri imprevisti, in cui l'individuo si dischiude alle dimensioni più profonde dell'essere umano: il desiderio e l'attesa. Con la fine delle grandi narrazioni, delle fedi religiose e politiche che hanno alimentato i secoli passati, Hopper esorta a lasciarci esporre alla «visita della luce», situando la nostra vita in un orizzonte di senso. Le sue tele diventano così apparizioni, vere e proprie «teofanie».Hopper cattura la luce, sospende il movimento, arresta un istante che sembra cristallizzato tra un passato che ignoriamo e un futuro che non conosciamo. È l'istante in cui i suoi personaggi si sentono e si sanno cercati dalla luce.Andrea Dall'Asta, dopo avere terminato gli studi di architettura a Firenze nel 1985, entra nella Compagnia di Gesù nel 1988. Dal 2002 dirige la Galleria San Fedele di Milano e dal 2008 al 2020 ha diretto la Raccolta Lercaro di Bologna. Ha fondato a Milano nel 2014 il MuseoSan Fedele. Itinerari di arte e fede. La sua attenzione è rivolta al rapporto tra arte, liturgia e architettura. Ha partecipato ad alcuni importanti progetti come l'adeguamento liturgico della cattedrale di Reggio Emilia (2011), la realizzazione dell'Evangeliario Ambrosiano (2011), del Padiglione Vaticano per la Biennale di Venezia (2013) e della sezione Disegnareil sacro alla Biennale di Architettura di Venezia (2014). Insegna alla Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale a Napoli.Scrive su alcuni quotidiani e riviste come Avvenire e La Civiltà Cattolica. Ha pubblicato: La Croce e il Volto. Percorsi fra arte,cinema e teologia, Àncora, Milano 2022; La luce, colore del desiderio. Percorsi traarte e architettura, cinema e teologia dall'Impressionismo a oggi, Àncora, Milano2021; La mano dell'angelo. La Vergine delle Rocce di Leonardo: il segreto svelato,Àncora, Milano 2019; Il viaggio della vita. La chiesa di San Fedele in Milano tra arte, architettura e teologia: paradigma di un percorso simbolico, Àncora, Milano 2019; Dio chiama con arte. Itinerari vocazionali,Àncora, Milano 2018; La luce, splendore del vero. Percorsi tra arte, architettura e teologia dall'età paleocristiana al barocco,Àncora, Milano 2018; Dio storia dell'uomo. Dalla Parola all'immagine, Messaggero,Padova 2013.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.
Giovanni Mazzaferro"Il giovane Cavalcaselle"«Il più curioso, il più intrepido, il più appassionato di tutti gli affamati di pittura»Prefazione di Donata LeiOlschki Editorewww.olschki.itIl volume indaga le vicende biografiche, i viaggi, le conoscenze, la cultura visiva, la formazione metodologica di Giovan Battista Cavalcaselle, uno dei più grandi conoscitori d'arte dell'Ottocento. L'arco temporale va dal 1834 al 1857, quando l'italiano tornò dall'Inghilterra dopo l'esilio in seguito ai moti risorgimentali del 1848-49: si tratta di un periodo di cui, fino ad ora, si conosceva pochissimo. Ne emerge un quadro inedito su Cavalcaselle, che rispecchia il fervore di un'epoca tanto burrascosa quanto ricca di ideali.Giovanni Mazzaferro è studioso indipendente di fonti di storia dell'arte. Da dieci anni gestisce il portale Letteratura artistica, di cui è fondatore. Ha pubblicato volumi su Pietro Edwards (2015) e Mary Merrifield (2018), nonché diversi contributi su riviste specializzate italiane e straniere. Assieme a Susanna Avery-Quash, Senior research curator della National Gallery di Londra, ha pubblicato un saggio sulla corrispondenza fra Michelangelo Gualandi e Charles Eastlake (2020), da lui scoperta a Francoforte. Si interessa in particolare della connoisseurship dell'Ottocento.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.
Daniele Bresciani"Cosa farò da grande"Gino PaoliI miei primi 90 anniBompiani Editorewww.bompiani.itGino Paoli ha attraversato le stagioni più straordinarie della canzone italiana da protagonista eppure in modo sempre un po' sghembo, ironico, forse disilluso. La sua storia corre insieme a quella del nostro Paese, risorto dalle ceneri della dittatura e della guerra per dare avvio a un'epoca di inesauribile creatività, dove un giovane uomo di genio e sregolatezza alterna enormi successi a momenti di crisi, ma tutte le volte che cade si rialza più fiero di prima. Paoli scrive canzoni indimenticabili, ama donne baciate dal talento e dalla bellezza, guida auto troppo veloci, dipinge, esplora le profondità marine, mette al mondo quattro figli, assiste alla morte di amici carissimi e la sfiora lui stesso, come quando, nel 1963, si spara: ma la pallottola si ferma nel pericardio, dove sta ancora anche se “non rompe più le scatole facendo suonare il metal detector, deve essersi arrugginita”. In questa passeggiata sul tetto dei ricordi – dalle bombe americane su Genova all'esordio per l'etichetta discografica del mitico Nanni Ricordi, dal Cantagiro a Sanremo, da Luigi Tenco a Ornella Vanoni, da Stefania Sandrelli a Fabrizio De André, dalla gatta Ciacola agli amati cani che oggi tengono compagnia a lui e alla moglie Paola – Gino Paoli si racconta all'amico Daniele Bresciani con schiettezza. E non esita a porsi domande difficili: “Sono quello di oggi o quello di cinquant'anni anni fa? Il tenero paroliere o il pittore spiantato? L'idiota diciottenne, il marito, il padre? L'oste o il bevitore? L'incosciente capace di sbagasciarsi in un giorno una paga intera o il cantante di successo?” Per concludere con la sua inconfondibile, ruvida poesia: “Una risposta non c'è. Ciascuno di noi è tutti e nessuno. Resta l'amore, forse, a dirci chi siamo.”Daniele Bresciani è giornalista e romanziere, ha lavorato alla Gazzetta dello Sport ed è stato vicedirettore di Vanity Fair e Grazia. Oggi è responsabile dei contenuti editoriali di Ferrari. Tra i suoi libri Ti volevo dire (Rizzoli 2013, vincitore del premio Rhegium Julii e del premio Rieti), Nessuna notizia dello scrittore scomparso (Garzanti 2017), Anime trasparenti (Garzanti 2020) e Testimone la notte (Bompiani 2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.
Laura Pariani"Selvaggia e aspra e forte"La nave di Teseowww.lanavediteseo.eu2008. In una estancia di Bahía Negra, nell'Alto Paraguay, una donna riordina i suoi appunti di viaggio: in quelle note, tra qualche fotografia sbiadita e un pugno di ricordi, scorre il mistero di un uomo che ha vissuto la sua esistenza come un romanzo d'avventura, e la cui fine è avvolta nella leggenda.Fine Ottocento. Guido Boggiani è un pittore affermato, frequenta D'Annunzio e i circoli artistici più raffinati, ma il successo non lo appaga. Sogna una nuova vita, insegue una libertà che gli è impossibile afferrare in Italia, e decide di partire. Attraversa l'Atlantico e nei territori selvaggi e pericolosi, intriganti e seducenti, del Sud America finalmente trova quello che cerca: un mondo – e un popolo, quello delle tribù indigene dell'inesplorato Chaco paraguayo – ancora tutto da scoprire. Qui, tra le minacce dei cannibali pitáyovai “coi piedi alla rovescia” e nuove amicizie alimentate da “solitudini condivise, da nostalgie che restano non condivise e dal combustibile garantito dal whisky”, Guido adotta lo stile degli indios, ma presto si ritrova a essere una presenza scomoda, guardato con sospetto dagli indigeni e apertamente osteggiato dai grandi proprietari terrieri, ai quali quell'europeo che difende le tribù dallo sfruttamento non piace per nulla.Laura Pariani compone un grande romanzo corale, appassionante come Stevenson e luminoso come García Márquez: un viaggio a perdifiato, all'indietro e senza mappe, scegliendo con cura le parole lungo il sentiero come fossero indizi, tracce di vite a noi sconosciute che scopriamo appartenerci.Laura Pariani (1951) si è dedicata dagli anni settanta alla pittura e al fumetto; dagli anni novanta soprattutto alla narrativa. Tra i suoi ultimi romanzi: Questo viaggio chiamavamo amore (2015), Che Guevara aveva un gallo (insieme a Nicola Fantini, 2016), “Domani è un altro giorno” disse Rossella O'Hara (2017), Di ferro e d'acciaio (2018). Per la sua opera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui Premio Grinzane Cavour, Premio Selezione Campiello, Premio Piero Chiara, Premio Elsa Morante, Premio Mondello. Ha all'attivo una ventina di opere teatrali rappresentate in Italia e all'estero. Ha partecipato alla sceneggiatura del film di Gianni Amelio Così ridevano (Leone d'oro 1998).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.
Ilaria Borletti BuitoniPresidente del Comitato promotore delle celebrazioni per il V Centenario dalla morte del pittore Pietro Vannucci detto “il Perugino"."Battesimo di Cristo"Palazzo Marino, Milanomostra aperta fino al 14 gennaio 2024Si chiude a Milano l'anno del Perugino. A cinque secoli dalla morte del pittore rinascimentale, il prossimo 5 dicembre la celebre pala del Battesimo di Cristo è in città dalla Galleria Nazionale dell'Umbria per la tradizionale mostra natalizia a Palazzo Marino, dove resterà esposta fino al 14 gennaio 2024. Un'occasione per ammirare gratuitamente uno dei grandi capolavori dell'artista che fu il maestro di Raffaello, ma anche per saperne di più, grazie a un allestimento che ne narrerà le origini e il contesto, e agli storici dell'arte che guideranno i visitatori lungo il percorso espositivo.Negli altri otto municipi della città, importanti opere d'arte prodotte tra l'Ottocento e il Novecento parteciperanno all'evento, mentre il Perugino è protagonista di un altro progetto nato dalla collaborazione tra la Galleria Nazionale dell'Umbria e il capoluogo lombardo. Si tratta del restauro del Gonfalone della Giustizia, di proprietà del museo umbro.Dipinta nei primi anni del Cinquecento da un Perugino ormai artisticamente maturo, la grande pala del Battesimo di Cristo è un'opera fondamentale per comprendere il successo riscosso da Pietro Vannucci a cavallo tra il XV e il XVI secolo, quando il suo stile diviene un modello imprescindibile per gli artisti di tutta Italia. Il dipinto infatti racchiude in sé gli elementi che avevano segnato la fortuna e la modernità del maestro: il paesaggio sembra materializzarsi dalla luce, ogni asperità si appiana nelle linee fluide che ammorbidiscono volti, anatomie, panneggi. Creature angeliche che sfuggono a ogni turbamento abitano un universo dai colori dolcissimi. Tutto è misura e ordine.Alta 265 centimetri e larga 147, la tavola era originariamente il cuore di un monumentale polittico voluto dai frati di Sant'Agostino a Perugia per l'altare maggiore della loro chiesa. Intorno al dipinto, realizzato a tempera e a olio, si dispiegavano molti altri pannelli, con figure di santi e storie sacre chiamate a evidenziare la centralità della professione di fede nella vita del cristiano, che proprio con la purificazione del Battesimo ha il suo inizio. Grazie a un'aggiornata interpretazione dei dati tecnici, storici e documentari, a Palazzo Marino uno scenografico allestimento digitale riprodurrà integralmente l'originaria struttura del polittico, che non fu mai completato a causa dell'improvvisa morte dell'artista contagiato dalla peste. L'opera completa avrebbe dovuto comprendere circa trenta pannelli distribuiti su due facce, orientate rispettivamente verso la navata e verso il coro dell'edificio.La storia di quest'opera scandisce gli ultimi vent'anni di vita del pittore. La sua commissione risale al 1502, quando l'astro del Perugino era al suo massimo splendore. Il Battesimo di Cristo viene dipinto dall'artista durante la prima fase dell'incarico, nel primo decennio del Cinquecento. Nel 1523, tuttavia, quando Vannucci morì improvvisamente di peste, mentre affrescava una chiesa nel contado di Perugia, il progetto non era stato completato. Nel mezzo, polemiche con gli agostiniani e lunghe trattative, che l'artista gestiva alternando promesse non mantenute e temporanee irreperibilità a momenti di lavoro intenso.Questo e altro scopriremo nella mostra a Palazzo Marino, mentre negli altri otto municipi della città, le biblioteche di zona ospitano fino al 5 gennaio 2024 altrettante opere d'arte provenienti dalla Galleria d'Arte Moderna e dal Museo del Novecento di Milano. Filo conduttore di questa mostra diffusa sarà il tema dell'infanzia, in un percorso che si dipanerà tra il XIX e il XX secolo con prestiti come la Vergine di Francesco Hayez, la Madonna col Bambino e San Giovannino di Bertel Thorvaldsen, Due figure di Carlo Carrà, Maternità di Gaetano Previati, Ritratto di bambina di Achille Funi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Costantino D'Orazio"La canestra di Caravaggio"Palazzo Mazzetti, AstiMostra aperta fino al 7 aprile 2024È un'autentica rivoluzione dello sguardo quella che, tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, dà origine al genere pittorico che in Italia chiamiamo “natura morta” e che nei paesi nordici prende il nome di “still life”. Frutta, fiori, pesci, selvaggina, libri, teschi, strumenti musicali e oggetti d'uso quotidiano si ritrovano al centro di opere d'arte che per la prima volta assegnano loro uno status autonomo, da veri protagonisti. Sono tanti i motivi che, dalle Fiandre al Belpaese, favoriscono la diffusione di quest'onda: l'interesse scientifico per la natura, l'ascesa della borghesia, il divieto nei paesi protestanti di dipingere la Madonna, Cristo e i santi o, in quelli cattolici, la propaganda della Controriforma. Il risultato è sempre un ossimoro: l'artista ritrae un fiore o un frutto destinato ad appassire in breve tempo, consegnandolo all'eternità. Non è forse il desiderio di ogni immagine?In Italia la tradizione vuole che a inaugurare il nuovo genere sia stato nientemeno che Caravaggio con la celebre Canestra di frutta (1597-1600), oggi al centro di una mostra che ruota attorno alla natura morta. Fino al 7 aprile 2024, Palazzo Mazzetti ad Asti ospita il capolavoro di Caravaggio in prestito dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, che lo custodisce dal lontano 1607. Il prezioso olio su tela dialoga con una ventina di dipinti provenienti da musei pubblici – dalla Galleria Borghese alla Venaria Reale – e raccolte private, come la Collezione Pallavicini e la Collezione Cremonini.A cura di Costantino D'Orazio, La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta mira a documentare la nascita e l'evoluzione dello still life, in particolare in ambito italiano, rintracciandone i prodromi ed evidenziando l'influenza dell'esempio del Merisi sugli artisti successivi.Caravaggio aveva 23 anni quando creò la sua Canestra per il cardinale Federico Borromeo. Prima di allora, frutti e fiori comparivano nei quadri come elementi decorativi o simbolici, di solito a corredo di scene in cui la figura umana era protagonista. Come mai allora un cardinale colto e pio come Borromeo non chiese al Merisi di dipingere un episodio religioso, bensì una cesta di frutti, alcuni per giunta bacati? Che cosa era in grado di comunicare nel XVII secolo una gerbera gialla in primo piano, o una composizione di cipolle, limoni e cacciagione? Per un pittore, si trattava semplicemente di un esercizio di abilità, oppure ogni natura morta cela un enigma da decifrare?Obiettivo della mostra astigiana è offrire ai visitatori un vero e proprio vocabolario, in cui ogni frutto, vegetale, animale o oggetto rivela il proprio segreto. Nel caso della Canestra di Caravaggio, il limone è simbolo di purezza per l'acidità del suo succo; la pesca, composta da polpa, nocciolo e seme, è simbolo della Trinità e la forma della sua foglia richiama quella della lingua, invito a pronunciare la verità. Ma gli oggetti più significativi della composizione sono la mela e l'uva. Sulla prima è visibile il foro prodotto da un verme, che destina il frutto a una fine precoce, mentre le foglie dell'uva compaiono fresche sulla sinistra e secche a destra. Si tratta di due Memento mori, che Caravaggio esalta con un sapiente uso della luce e delle pennellate (le foglie sulla sinistra sono fresche e costellate di rugiada, quelle a destra sono ormai secche, fino a diventare soltanto ombre). “In un'epoca fortemente condizionata dalle idee del Concilio di Trento”, scrive il curatore, “anche la Canestra si inserisce negli strumenti di conversione elaborati dagli artisti per la Chiesa Cattolica”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Vito Punzi"Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi"Capolavori dalla Santa Casa di LoretoMostra nel Complesso Monumentale di San Francesco, CuneoFondazione CRC e Intesa Sanpaolo presentano fino a domenica 17 marzo 2024 il progetto espositivo Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto presso il Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. La mostra è a cura di Vito Punzi, direttore Museo Pontificio Santa Casa di Loreto, vede il supporto organizzativo di MondoMostre ed è realizzata in collaborazione con la Delegazione Pontificia per la Santa Casa di Loreto. La mostra consolida la collaborazione tra Fondazione CRC − da sempre attiva nel sostegno e nella promozione di attività culturali finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione artistica − e Intesa Sanpaolo − che con il Progetto Cultura esprime il proprio impegno per la promozione dell'arte e della cultura nel nostro Paese – dando seguito a quanto realizzato congiuntamente con l'esposizione I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese, che si è conclusa ad aprile scorso con un grande successo di pubblico e di critica. La nuova iniziativa espositiva presenta sette dipinti di Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1556), costituenti il cosiddetto “ciclo lauretano” del pittore, disposti quando egli era ancora in vita presso la Cappella del Coro della chiesa di Santa Maria di Loreto, e due affreschi strappati e portati su tela di Pellegrino Tibaldi (Puria, 1527 – Milano, 1596), originariamente realizzati per la Cappella di San Giovanni della stessa chiesa lauretana. Tutte le nove opere in mostra provengono dal Museo Pontificio Santa Casa di Loreto.Da rimarcare, tra le opere di Lotto in mostra, il San Michele scaccia Lucifero, presentato per la prima volta al pubblico dopo un restauro conclusosi nel settembre di quest'anno, e Adorazione del Bambino, restaurata nell'ambito di Restituzioni 2016, il programma di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio del Paese promosso e curato da Intesa Sanpaolo.La mostra intende proporsi come occasione per indicare nuovi percorsi di ricerca in merito alle possibili reciproche influenze tra Lotto e Tibaldi, due artisti di differente cultura, visto il pur breve periodo condiviso dai due nel cantiere lauretano, indagato solo di recente. Uno sguardo alla bibliografia relativa alle opere realizzate da Pellegrino Tibaldi per il Santuario della Santa Casa e alla sua presenza a Loreto tra il 1554 e il 1555 permette di notare subito come questa, per quanto sufficientemente ricca, non presenti studi specifici sulla compresenza in quegli stessi anni nel cantiere lauretano di Lorenzo Lotto. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Maria Cristina Bandera"Morandi 1890-1964"Mostra al Palazzo Reale, MilanoFino al 4 febbraio 2024La mostra “Morandi 1890-1964” ideata e curata da Maria Cristina Bandera, è promossa da Comune di Milano, prodotta da Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi.“Morandi 1890-1964” rappresenta una delle più importanti e complete retrospettive sul pittore bolognese realizzate negli ultimi decenni.La mostra è curata da Maria Cristina Bandera, promossa da Comune di Milano, prodotta da Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi, e realizzata grazie a Gruppo Unipol, main sponsor, e Bper banca, sponsor di mostra. A distanza di più di trent'anni dall'ultima rassegna, Milano dedica una grande mostra a Giorgio Morandi per celebrare il rapporto elettivo tra la città e il pittore bolognese. Un corpus espositivo di circa 120 capolavori ripercorre l'intera opera dell'artista bolognese - cinquant'anni di attività, dal 1913 al 1963 - attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private, a partire da quelli fondamentali del Museo Morandi di Bologna e delle raccolte milanesi.La mostra segue un criterio cronologico con accostamenti mirati e inediti che documentano l'evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, nella variazione dei temi prescelti - natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure - e delle tecniche - pittura, acquaforte e acquerello.A metà percorso, una suggestiva installazione video ripropone al visitatore la camera-studio di Via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove Morandi visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni, accompagnata da frammenti audio di un'incisiva radio-intervista al pittore di Peppino Mangravite, insegnante alla Columbia University (1955).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
"Pittura italiana oggi" è un podcast, scritto e condotto da Tiziano Scarpa, creato in occasione dell'omonima mostra che racchiude 120 opere di artisti italiani contemporanei.
Passa di qui qualcuno che non è d'accordo su come viviamo. E ce lo mostra con un'immagine. Ecco, questa è l'arte, è anticonformismo. Focus sugli artisti Emilio Gola, Nicola Samorì, Luca Bertolo.
Sei un essere alieno caduto sulla terra che finisce in una mostra di pittura. Che cosa vedi? Tanti rettangoli. Focus sugli artisti Andrea Chiesi, Stanislao Di Giugno, Sofia Silva.
C'è un tema principale in un dipinto? E ci sono dei dettagli nascosti in disaccordo con quel tema? A caccia di dettagli nell'arte da Paolo Veronese a Kazimir Malevič, con focus sugli artisti contemporanei Maria Morganti, Chiara Enzo, Rudy Cremonini.
Chi ha detto che la pittura è piatta? Certe volte esce dalla parete, ti avvolge e ti divora. Focus sugli artisti Giuliana Rosso, Alice Visentin.
È possibile oggi far ridere o commuovere con un'opera d'arte? Focus sugli artisti Gabriele Picco, Roberto di Pinto, Francesca Banchelli, Vera Portatadino.
Siamo abituati a vedere storie dappertutto. Anche quando sono raccontate con un'unica immagine. Focus sugli artisti Iva Lulashi, Francesco De Grandi, Alice Faloretti, Alessandro Bazan, Paola Angelini.
Ci sono dipinti che sembrano fotografie stampate, e altri in cui si vedono i colpi di pennello. Tu cosa preferisci, l'illusione dell'immagine o la materia di cui è fatta? Focus sugli artisti Lorenza Boisi, Thomas Braida, Nicola Verlato, Michele Tocca.
Chiara Montani"Enigma Tiziano"Garzanti Editorewww.garzanti.itLago di Garda, 1942. Appena rientrata sulle sponde del suo amato lago dopo una lunga assenza, Aida si imbatte in uno straordinario ritrovamento: un misterioso quadro, interamente ricoperto da uno strato di pittura nera. Aida è una restauratrice e la sua missione diviene quella di riportare alla luce il dipinto che intuisce essere nascosto sotto l'anonima superficie. Ciò che scopre va oltre ogni aspettativa: mai avrebbe immaginato di trovarsi davanti a un autentico Tiziano. È profondamente convinta che si tratti del maestro veneziano, ma deve scovarne le prove. Così si avventura per le calli di una Venezia cupa e ingrigita sulle tracce del grande pittore. La accompagna un esperto d'arte dalla personalità sfuggente e dalla dubbia reputazione. Aida non si fida di lui, ma al contempo è affascinata dal suo carisma e dalle sue parole, capaci di farla viaggiare attraverso i secoli. Ha bisogno di quell'uomo per portare a termine le sue ricerche, rivelatesi più complesse del previsto. Nel frattempo, nubi inquietanti si addensano all'orizzonte. Il mondo dell'arte è sotto assedio. I tedeschi sono collezionisti senza scrupoli, pronti a gettare ombra sulla bellezza del mondo e un colonnello nazista avido di potere intuisce che Aida non è solo una restauratrice, ma una paladina segretamente impegnata a proteggere l'inestimabile patrimonio di un paese dalla storia millenaria e gloriosa. Nel drammatico scenario dell'Italia occupata, dove la difesa dell'arte dalle distruzioni e dai furti diventa una delle molte facce della Resistenza, Aida dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per riuscire non solo a salvare il dipinto di Tiziano, ma anche la sua stessa vita.Dopo il successo del Mistero della pittrice ribelle, per settimane in classifica e acclamato dalla stampa, Chiara Montani regala ai suoi lettori una nuova protagonista forte e combattiva. Sull'affascinante sfondo di Venezia e del lago di Garda, complotti e segreti si dipanano intorno a un quadro misterioso.Chiara Montani, architetto di formazione, ha lavorato nel campo del design, della grafica e dell'arte, esplorando varie tecniche e materiali, e partecipando a esposizioni in Italia e all'estero. Specializzata in arteterapia, conduce da anni atelier sulle potenzialità terapeutiche del processo creativo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Simone Salomoni"operaprima"Alter Ego Edizioniwww.alteregoedizioni.itMonghidoro, Appennino bolognese. Un pittore quarantenne è intento a preparare la mostra che dovrebbe lanciarne la carriera quando Marie Bertrand – avvocato e madre di Simone Salomoni – affitta per l'estate la porzione di casa adiacente alla sua. Marie e Simone subiscono una forte fascinazione per l'uomo, ma è soprattutto l'adolescente ad aprirsi con lui. Confessa gli abusi patiti in passato e un presente di autolesionismo e sessualità promiscua. Spalanca la profonda caverna del suo io permettendo al pittore di leggere i propri racconti.L'artista si trova così costretto a scegliere tra la voglia di farsi cura per Simone – diventandone mentore e guida – e il bisogno di ritrovare il vigore sessuale e l'ispirazione perduti.operaprima gemma dal caos dove tutte le forme tendono a dissolversi, non presenta la consueta tensione al valore creativo dell'arte quanto più un disfacimento deciso a esigere una sintesi dolorosa tra fisicità e verbo, corpo e parola. Salomoni racconta una storia potente in cui l'opera d'arte e il suo creatore si fondono in un'intima e drammatica confessione.Simone Salomoni nasce a Bologna il 26 settembre. operaprima è il suo primo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Lo rivela uno studio, ma per Sgarbi 'è impossibile'
A nove mesi dall'inizio delle proteste in Iran, in un clima di apparente normalità, è cominciato il processo a due giornaliste che si erano occupate della morte di Masha Jina Amini. Dopo l'uscita dal carcere Jean-Claude Pautot sembrava aver trovato una seconda vita grazie al successo in campo artistico, ma ora la sua vicenda ha avuto una nuova svolta.Marina Forti, giornalista e scrittriceGiuseppe Rizzo, giornalista di InternazionaleVideo Iran: https://www.youtube.com/watch?v=gOXelScdksQùVideo Pautot: https://www.youtube.com/watch?v=NW3UjUGXL0wScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.
Arrivata in Australia da nove mesi, l'italiana ha già mosso i primi passi nel mondo dell'arte tra fiere di settore e gallerie specializzate.
Ivan Cattaneo, musicista e visual artist, parla con Jack di musica, ispirazioni, arte, pittura, cantautori, Laurie Anderson, Bowie, Battiato, moda.