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Dov'è andato Babbo Natale?C'era una volta il Villaggio di Babbo Natale — ma Babbo Natale non c'era. Era ormai sparito da giorni e giorni… anzi da mesi. Chi avrebbe preparato e consegnato i doni ai bambini come ogni anno?Quella parte del Polo Nord che di solito era molto movimentata, era diventata stranamente silenziosa — non si vedeva un Elfo in giro, niente suoni di campanelli, le slitte erano coperte di neve e tutte le renne sonnecchiavano confuse.Se guardavi nella sua casa non vedevi una traccia di vita. Il caminetto spento, la sedia a dondolo con le ragnatele, una tazza vuota sul tavolo di legno e un mozzicone di candela consumato da troppo tempo.Tante erano le voci che si erano sparse riguardo all'assenza di Babbo Natale. C'era chi diceva che si trovasse su un altro pianeta in una galassia lontana lontana, chi sulla Luna, chi sugli oceani immensi — e addirittura qualcuno diceva che aveva aperto una pasticceria a Buenos Aires.Il mistero era fitto. Nessuno se ne faceva una ragione e tutto era silenzioso e immobile.Nel frattempo, a molti chilometri di distanza, nei Mari del Sud, un gruppo di gabbiani che passavano le giornate a svolazzare sopra la baia avvistarono in lontananza un piccolo veliero. C'era solo un marinaio a bordo che stava issando sull'albero maestro scricchiolante la vela principale.Il gabbiano più anziano non poteva credere ai suoi occhi. Fece un paio di acrobazie nell'aria, tirò fuori il suo cannocchiale, guardò meglio e disse: "Ma io quello lo conosco! Quel marinaio viene da terre lontane!"Rivolgendosi agli altri gabbiani raccontò: "Un giorno, durante uno dei miei lunghi viaggi, persi la rotta e mi ritrovai sui tetti ghiacciati di un villaggio al Polo Nord. Atterrai proprio sulla casa di quell'uomo dalla lunga barba che vedete sulla barca. Lui mi sentì chiedere aiuto, venne a prendermi, mi nutrì e mi raccontò del suo lavoro. Secondo me questo incontro ha qualcosa di magico. La nostra prossima avventura sta per cominciare."Planando, si diressero verso la barca e atterrarono tutti sulla prua. Il gabbiano e il marinaio si salutarono come vecchi amici.Poco dopo, un gruppo di delfini arrivò vicino al veliero incuriositi. Nuotavano in cerchio intorno alla barca, saltando fuori dall'acqua.Il più giovane dei delfini notò qualcosa di strano. "Guardate! Dalla stiva escono trucioli di legno che galleggiano! E si vedono delle lucine sotto coperta."Il marinaio dalla lunga barba sorrise. "Venite," disse con voce calda, "vi mostro cosa ho fatto in tutti questi mesi."Aprì il portello della stiva e dentro, alla luce di due lanterne dondolanti, si vedeva un laboratorio galleggiante pieno di meraviglie. Con una pialla ben affilata aveva lavorato pezzi di legno recuperati in mare trasformandoli in giocattoli — e così aveva fatto anche con conchiglie, noci di cocco, tappi di sughero, bottiglie di vetro, stelle marine e fili dorati arrivati da chissà dove."Ho viaggiato per imparare nuovi modi di portare gioia," spiegò il marinaio. "Ma il lavoro è tanto e il Natale si avvicina. Mi aiutereste a finire?"E così tutti insieme si misero all'opera. I delfini portavano dal fondo del mare conchiglie speciali. I gabbiani raccoglievano piume colorate. Gli oggetti trasformati in doni furono messi in grossi sacchi di tela.I giorni passarono veloci.Il primo di Dicembre il capitano, indossato il suo rosso e caldo cappello e con la pipa in bocca, guardò il cielo stellato e disse: "È tempo di partire."I delfini sollevarono il veliero finché si alzò sopra le onde. Le vele si gonfiarono al vento e prese il volo, mentre lo stormo di gabbiani lo guidò tra le nuvole seguendo i sogni. Insieme continuarono il viaggio dirigendosi verso nord, volando nell'azzurro infinito.La notte arrivò veloce e nel cielo pieno di stelle una brillava più di tutte. Era la stella polare che con la sua luce accompagnava la discesa del veliero sulla terra.Per magia, nell'avvicinarsi al villaggio, il veliero si trasformò in una slitta super carica di doni. I regali costruiti nella stiva arrivarono nel laboratorio per essere consegnati insieme a tutti gli altri pacchetti.Quando atterrò sul tetto della sua casa, un tintinnio di campanelli si sentì in lontananza. Gli Elfi si affacciarono sulle porte e gridarono: "È lui! È lui! È Babbo Natale! È tornato!"Le renne dal naso rosso si svegliarono di colpo e cominciarono a lucidare le slitte, addobbandole di fiocchi e pigne colorate.La vita nel villaggio si risvegliò tutta insieme. I rami degli alberi si scuotevano come se avessero il solletico. Un gruppo di pinguini, approdati al Polo Nord per dare una mano, scivolando sulle lastre di ghiaccio a grande velocità, finirono dentro cumuli di neve e uscirono fuori come palle che rimbalzavano.“Che simpatici! Vi attaccheremo all'albero di Natale come decoro!" gridavano gli animali del villaggio.Ma i pinguini, liberandosi dalla neve, corsero verso la casa di Babbo Natale per aiutare nei preparativi.Al villaggio proprio tutti si misero in movimento. Le renne corsero all'Ufficio Postale e riempiti i sacchi di letterine, le portarono nel laboratorio. Gli Elfi con l'aiuto dei pinguini erano pronti per il lavoro.Quella mattina, quando le campane suonarono a festa, volpi, scoiattoli, lepri e orsi accorsero da ogni angolo della foresta per festeggiare il ritorno di Babbo Natale. C'era tanto da fare per la gioia di tutti i bambini del mondo.L'aria profumava d'abete e di dolcetti. Gli alberi di Natale scintillavano di ghiaccioli come stelle. Gli animali si rincorrevano felici con il naso girato verso l'alto.I preparativi cominciarono in grande lena. Per tutto il mese di dicembre lavorarono insieme — seghe che cantavano, martelli che suonavano, carta colorata che volava. Babbo Natale raccontava le storie del suo viaggio mentre inchiodava e levigava.E quando arrivò il 24 dicembre, tutto era pronto. I regali furono caricati sulla slitta e Babbo Natale partì per il suo viaggio più importante.I gabbiani volarono via verso nuovi orizzonti, lasciando le loro impronte sui tetti innevati.Da quel Natale si racconta che Babbo Natale non sia mai più andato via dal Polo Nord."E se fosse stata solo una favola? Sarà vero, o no? A voi la decisione finale!" — Scritta da Lucia & Marco CiappelliPer la versione in inglese e tante altre storie da leggere e ascoltare: https://www.storiesottolestelle.com Each story is currently written and narrated in both Italian and English.The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!If you like it, make sure to tell your friends, family, and teachers, and subscribe to this podcast to stay updated. You'll be able to read or listen to new stories as soon as they become available. Visit us On The Official Website https://www.storiesottolestelle.com/ Hosted by Simplecast, an AdsWizz company. See pcm.adswizz.com for information about our collection and use of personal data for advertising.
Gli Aneddoti del Lunedì è una rubrica che prevede l'uscita di brevi podcast aneddoti il lunedì mattina alle 7, per cominciare la settimana bene ma non benissimo.Prodotta dall'Ass. Culturale Atelier.Scritta e realizzata da Alan Zamboni.Sound design: Matteo D'Alessandro (https://www.matteodalessandro.com)Per chi volesse info sul libro “L'atomo sfuggente” questo è il link al sito della casa editrice: https://www.mondadori.it/libri/latomo-sfuggente-alan-zamboni/Il romanzo è disponibile in tutte le librerie e gli store onlinePer sostenerci: https://associazioneatelier.it/Per sostenere il progetto dedicato alla scienza a Berlino:https://associazioneatelier.it/in10cities/Per contatti: associazioneatelier@gmail.comPer donare ad Atelier APS (iscritta al RUNTS - terzo settore) il 5 per mille: CF = 98181440177
Quando una cometa infuocata squarcia il cielo notturno di Firenze nel 1325, tutti i saggi medievali hanno un solo verdetto: un presagio di morte e sconfitta. Ma i potenti ignorano l'avvertimento, scatenando la più grande forza militare mai vista per affrontare la minaccia di Lucca.Questa è la vera e oscura storia della Battaglia di Altopascio (1325), il disastro militare che mise in ginocchio la superpotenza medievale di Firenze. Al centro dello scontro c'è il genio militare di Castruccio Castracani, un condottiero ghibellino poco noto, ma talmente temuto da essere lodato secoli dopo da Machiavelli come "principe ideale". Tra errori tattici, un'epidemia nel campo fiorentino e misteriosi presagi celesti e terrestri (dalla meteora al terremoto), la cronaca di Giovanni Villani svela una delle disfatte più umilianti del Medioevo italiano. Scopri come l'arroganza e la superstizione abbiano condannato 17.000 soldati, regalando a Castracani una vittoria epocale e l'umiliazione finale di Firenze.Scopri i dettagli tattici, le cronache, e gli inganni di questa guerra toscana.Lorenzo Manara è scrittore di libri storici e fantasy. Acquista subito i miei romanzi!
Scritta e messa in voce da Gaetano Marino
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Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
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"La prova del movimento della Terra" è una serie di podcast che racconta il periodo in cui Foucault riuscì a concepire un meccanismo che desse una prova diretta della rotazione del nostro pianeta.Prodotta dall'Ass. Culturale Atelier. Scritta e realizzata da Alan Zamboni. Sound design: Matteo D'Alessandro.Per chi volesse info sul libro “L'atomo sfuggente” questo è il link al sito della casa editrice: https://www.mondadori.it/libri/latomo-sfuggente-alan-zamboni/Il romanzo è disponibile in tutte le librerie e gli store onlinePer sostenerci: https://associazioneatelier.it/Per sostenere il progetto dedicato alla scienza a Berlino: https://associazioneatelier.it/in10cities/Per contatti: associazioneatelier@gmail.comPer donare ad Atelier APS (iscritta al RUNTS - terzo settore) il 5 per mille: CF = 98181440177
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"La prova del movimento della Terra" è una serie di podcast che racconta il periodo in cui Foucault riuscì a concepire un meccanismo che desse una prova diretta della rotazione del nostro pianeta.Prodotta dall'Ass. Culturale Atelier. Scritta e realizzata da Alan Zamboni. Sound design: Matteo D'Alessandro.Per chi volesse info sul libro “L'atomo sfuggente” questo è il link al sito della casa editrice: https://www.mondadori.it/libri/latomo-sfuggente-alan-zamboni/Il romanzo è disponibile in tutte le librerie e gli store onlinePer sostenerci: https://associazioneatelier.it/Per sostenere il progetto dedicato alla scienza a Berlino: https://associazioneatelier.it/in10cities/Per contatti: associazioneatelier@gmail.comPer donare ad Atelier APS (iscritta al RUNTS - terzo settore) il 5 per mille: CF = 98181440177
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Paola Capriolo"Il superfluo della vita"Carbonio Editorewww.carbonioeditore.itLa nobile Clara e il borghese Heinrich, spiriti inquieti in un mondo che non li comprende, decidono di stare insieme a dispetto di ogni regola, unendosi in un matrimonio segreto contro la volontà del padre di lei. Innamorati e felici, gli sposi vivono nascosti in un'angusta soffitta, nutrendosi di passione e sogni, assorti nella beatitudine di un dolce conversare, rinunciando al superfluo per godersi la vita nella sua poetica essenzialità. Ma l'inverno impietoso e la miseria spingono Heinrich a uno stravagante espediente che è anche un atto estremo e irrevocabile: bruciare la scala che li collega al mondo, scegliendo l'amore come unico rifugio, pur sapendo di condannarsi all'isolamento…Scritta nel 1839 e considerata dallo stesso autore una delle sue opere più riuscite, Il superfluo della vita è una novella delicata e luminosa, piena di arguzia e candore, in cui l'incanto della fiaba avvolge il mistero della vita, sospesa tra presente e passato, tra doveri e diletti, tra sogno e realtà.Ludwig Tieck (Berlino, 1773-1853) è stato un influente scrittore, traduttore, poeta e critico letterario tedesco, figura di spicco del Romanticismo. Nel 1799 diede vita insieme a Novalis, i fratelli Schlegel, Schelling e Fichte al circolo romantico di Jena, un punto di riferimento per la letteratura dell'epoca. Tra le sue opere più significative si annoverano i romanzi Storia del signor William Lovell (1796) e Le peregrinazioni di Franz Sternbald (1798), il racconto fiabesco Il biondo Eckbert (1797), le fiabe teatrali Il gatto con gli stivali (1797) e Il mondo alla rovescia (1798), le novelle Il fidanzamento (1823) e Il superfluo della vita (1839).Paola Capriolo, nata a Milano nel 1962, è autrice di numerosi libri di narrativa, da La grande Eulalia (Feltrinelli 1988) a Irina Nikolaevna o l'arte del romanzo (Bompiani 2023). Le sue opere sono tradotte in molti Paesi. Ha scritto saggi su Benn, Rilke e Thomas Mann e tradotto per diversi editori testi di Goethe, Kleist, Keller, Stifter, Schnitzler, Thomas Mann e Kafka. Dal 2018 fa parte della giuria del Premio italo-tedesco per la traduzione letterariaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
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LE STAGIONI IN UN SOFFIOL'Autunno si affacciò alla finestra e si guardò intorno— era Novembre."Le foglie sono gialle e rosse.Le rondini volano via in gruppi sopra i tetti.L'aria fresca profuma di caldarroste e di legna bruciata.A me piace così.”Esclamò l'Autunno.L'Inverno aprì la porta e si guardò intorno— era Gennaio."La neve e il vento gelido.Nel bosco, il vischio sui rami sotto un mantello di ghiaccio.La marmotta dorme nella sua tana coperta, sognando le stelle.Ma che bello se al calduccio sto.”Esclamò l'Inverno.La Primavera uscì sul terrazzo e si guardò intorno— era Aprile."I fiori sbocciano e gli uccelli cinguettano tornando ai loro nidi.Con la temperatura mite la vita gioiosa vibra nell'aria.Che meraviglia.”Esclamò la Primavera.L'Estate andò in giardino e si guardò intorno— era Luglio.Un gatto riposa all'ombra di un pino.L'aria profuma di erba tagliata e di frutta matura.Le farfalle danzano spensierate al canto delle cicale.Il sole sorridere mi fa.”Esclamò l'Estate.Passano i mesi e gira l'anno a gran velocità,ma sempre qualcosa di bello porteranno. Each story is currently written and narrated in both Italian and English.The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!If you like it, make sure to tell your friends, family, and teachers, and subscribe to this podcast to stay updated. You'll be able to read or listen to new stories as soon as they become available. Visit us On The Official Website https://www.storiesottolestelle.com/ Hosted by Simplecast, an AdsWizz company. See pcm.adswizz.com for information about our collection and use of personal data for advertising.
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Durante la seconda guerra mondiale, un manipolo di scienziati furono protagonisti di una missione segreta sui generis, ricca di colpi di scena: la missione Alsos.Prodotta dall'Ass. Culturale Atelier.Scritta e realizzata da Alan Zamboni.Sound design: Matteo D'Alessandro (https://www.matteodalessandro.com/)Per chi volesse info sul libro “L'atomo sfuggente” questo è il link al sito della casa editrice: https://www.mondadori.it/libri/latomo-sfuggente-alan-zamboni/Il romanzo è disponibile in tutte le librerie e gli store onlinePer sostenerci: https://associazioneatelier.it/Per sostenere il progetto dedicato alla scienza a Berlino:https://associazioneatelier.it/in10cities/Per contatti: associazioneatelier@gmail.comPer donare ad Atelier APS (iscritta al RUNTS - terzo settore) il 5 per mille: CF = 98181440177
Halloween sopra Firenze: IL MERCATO DEI FANTASMISeverino viveva nel campanile sulla collina — quello accanto all'antica Basilica di San Miniato al Monte.Ogni sera, al tramonto, chiudeva a chiave il cancello alla base della scalinata d'ingresso e prima di risalire su, si soffermava ad osservare Firenze colorarsi d'ambra.E così fece anche oggi. I turisti se ne erano andati. Il tempo si fermò e il silenzio tornò sacro.Attraverso le sbarre arrugginite la città stava là immobile — forse da sempre; con i suoi tetti rossi, le facciate di marmo e l'Arno che scorreva fra le sue pietre come uno scintillante nastro argentato. Cupole e torri tremolanti di luce, quasi sospese nell'aria, come se tutto e tutti stessero trattenendo il respiro in attesa del crepuscolo — e della notte che l'avrebbe coperta di ombre, stelle e sogni.Ancora uno sguardo, poi accese la sua radio a transistor che aveva trovato qualche anno fa e le note di 'Don't Get Around Much Anymore' di Duke Ellington riempirono la serata autunnale.Il silenzio sarà sacro per i monaci, ma per Severino la musica lo era di più.Seven, il suo corvo, non si fece chiamare ed alle prime note si lanciò dai cipressi del cimitero sovrastante, volteggiò davanti alla facciata imponente della Basilica e d'improvviso planò in basso lungo la scalinata, per posarsi gentilmente sulla sua spalla sinistra. “Ciao Seven, passata una buona giornata?”“Sì. Poteva andare peggio — Accontentiamoci.” Al che, Severino sorrise, alzò il volume della radio e iniziò a risalire deciso verso le Porte del Cielo, mentre la musica Jazz echeggiava tra le pietre millenarie.Nove anni fa, in questo stesso giorno del mese d'Ottobre, i monaci Olivetani residenti nell'Abbazia trovarono un bambino sui gradini della Basilica.Stava lì, avvolto nella nebbia, silenzioso come la notte, occhi curiosi come il vento — senza nome e senza passato. Lo chiamarono Severino — non so il perché — e crebbe tra preghiere e silenzi. Giocava in stanze antiche e scopriva il suo mondo, circondato da libri, tombe, arte e misteri mai svelati.Di notte un corvo ed un gatto nero lo accompagnavano, illuminati dalla luna, nel Cimitero Delle Porte Sante, vagando fra cripte imponenti e statue immobili che sussurravano memorie e misteri.Ma nelle notti di Halloween i sussurri si trasformano in grida e lamenti senza fine. Segreti si manifestano, leggende diventano realtà, e sogni mascherati da incubi bussano a porte illuminate da candele. E quella notte di luna piena era proprio questa notte: il 31 d'Ottobre — e ricordati, che tu creda agli spiriti o no, niente cambia: i fantasmi arriveranno.E Severino era lassù, proprio ad aspettare che arrivassero. Affacciato alla finestra più alta del campanile, tranquillo, guardando Firenze dall'alto. Mentre 'Round Midnight' di Thelonious Monk suonava nella sua radio, lui guardava — batteva il tempo con un piede ed aspettava.Al secondo dei dodici rintocchi delle campane di mezzanotte, qualcosa cominciò a succedere. Sull'Arno si formò una nebbia densa che pulsava di verde spettrale. Iniziò a salire e scivolare lenta ma inesorabile sui ponti come dita di mani fredde di fantasmi impazienti. Scivolava sul Ponte Vecchio e rotolava per le vie d'Oltrarno fino a raggiungere San Niccolò, dove si arrampicava sulla collina inghiottendo tutto ciò che trovava sulla sua strada.Quando raggiunse il cancello di San Miniato, scivolò fra le sbarre e salì lungo le scale fino a coprire, come un'alta marea luminosa, tutto il piazzale antistante la chiesa. Si arrampicò sulla sua facciata di marmo e avvolse anche il cimitero delle Porte Sante, coprendo tutta la collina in un mantello di mistero. Poi lentamente, come per incanto, la nebbia iniziò a dissolversi salendo verso il cielo e quando l'ultima nuvola si sciolse nell'aria notturna, il piazzale non era più vuoto.Piccole jack-o'-lanterns con luci tremolanti galleggiavano nell'aria sorridendo con denti di fuoco. Candele nere spuntavano dal nulla, illuminando bancarelle spettrali colme di tutto e niente. Pipistrelli che sembravano di carta ma che erano vivi volteggiavano tra le luci con ali di velluto nero, mentre foglie d'autunno danzavano senza vento, scintillando d'oro e rame. Zucche di ogni forma riempivano i banchi, alcune intagliate con facce buffe, altre coperte di ragnatele argentate che brillavano come fili di luna. Cappelli da strega volteggiavano nell'aria come ombrelli volanti ruotando lenti su se stessi. Castagne arrostite profumavano l'aria di cannella e mistero, mentre piccoli scheletri danzanti tintinnavano come campanelli di ghiaccio.E finalmente nel cimitero delle Porte Sante, il Portale si aprì. Come ogni Halloween, da secoli, spiriti da tutto il mondo si congregavano a Firenze per il loro incontro annuale. Un fiume spettrale di fantasmi si riversò nel piazzale, ognuno dirigendosi verso la propria bancarella, ed ognuno con le sue mercanzie impossibili da vendere o scambiare.Gli spiriti erano arrivati e Severino li osservava dall'alto. Un carnevale di altri mondi, fatto di suoni, colori e storie inimmaginabili.Il piazzale deserto si era trasformato nel Mercato dei Fantasmi. Bancarelle continuavano a materializzarsi dal nulla, zucche intagliate e lucenti si raccontavano storie di Halloween passati, presenti e futuri ridendo maligne fra i profumi di memorie perdute, secoli passati, candele di domani e polvere di stelle cadute.Il cielo sopra le colline toscane e sopra Firenze era pieno di fantasmi che arrivavano da ogni dove per cercare l'introvabile. Ma nessun occhio umano poteva vedere questo spettacolo. Nessuno eccetto Severino, che scese dalla torre incantato da quello spettacolo e si immerse nella folla pulsante di vita ultraterrena. Seven gli volteggiava sopra osservando con occhi attenti e gracchiando un po' nervoso. Alcuni fantasmi lo guardavano con curiosità e lo riconoscevano. Qualcuno lo salutava e molti altri sussurravano il suo nome in lingue dimenticate."Eccolo," mormorava una strega di Praga. "Il bambino del tempo," sospirava un cavaliere normanno. "È tornato, ve lo dicevo io.” rideva un pirata dei Caraibi.Ma Severino non ci faceva attenzione perché c'erano fantasmi che vendevano: sogni di draghi addormentati, risate di gnomi del nord, lacrime di sirene innamorate, l'ultimo respiro dei dinosauri, ombre di unicorni. E perfino paure di Halloween passati — due al prezzo di uno, ma solo per stanotte. Il fantasma di un pirata morto durante un abbordaggio andato poco bene gridava:"Bottiglie di tempesta! Fulmini in barattolo!"Una strega di Salem sussurrava: “Pozioni d'amore che durano tre vite…”Un cavaliere medievale mostrava spade che tagliano la paura,Uno spirito cinese sventolava aquiloni che volano nel passato.La folla spettrale cresceva e si addensava, rideva e contrattava, mentre Severino camminava stupito e affascinato tra i banchi impossibili del Mercato di Halloween.Seven gracchiava inquieto dall'alto e Eleven, il gatto nero dagli occhi arancioni, saltava da una tenda all'altra non perdendo di vista un singolo movimento di Severino e delle centinaia d'anime che gli giravano intorno.Un monaco fantasma di un'epoca mai esistita lo vide e gli sorrise da dietro una bancarella piena di radio antiche ornate di simboli misteriosi. Severino si avvicinò, affascinato. "Che meraviglia! Funzionano tutte?""Oh sì, certamente" rispose il monaco, ”Queste trasmettono sulle onde del tempo passato, presente, e futuro. Ma tu non hai bisogno di comprarne una."Gli altri fantasmi si fermarono. Smisero di vendere, comprare e barattare. Guardarono Severino con rispetto e ascoltavano quello che gli diceva il collezionista di frequenze."La radio a transistor che hai già è più speciale di quanto credi. Ma per scoprire i suoi veri segreti, dovrai cercare nelle cripte antiche dove tutto ebbe inizio."E all'improvviso le prime luci dell'alba iniziarono a illuminare di rosa il cielo dietro San Miniato. In fretta e furia i fantasmi si salutarono volando via nel vento."Fino al prossimo Halloween!” Si dicevano incrociandosi in cielo.Le bancarelle svanirono. Lanterne e candele si spensero. Il Mercato dei Fantasmi si dissolse come un sogno.Severino si ritrovò solo nel piazzale vuoto, Seven sulla sua spalla e Eleven seduto sul muretto a guardare Firenze che si illuminava nel giorno di OgniSanti. Osservò la sua vecchia radio con occhi nuovi e dalle cripte antiche di San Miniato, qualcosa sembrava chiamarlo. L'accese, alzò il volume e scese la scalinata a tempo di 'Autumn Leaves' nella versione di Chet Baker.Era giunta l'ora di spalancare il cancello della Basilica di San Miniato al Monte.Continueremo questa storia. Per adesso un Buon Halloween a tutti voi, che possiate sempre credere nella magia! Storia scritta da Marco Ciappelli per "Storie Sotto Le Stelle" Halloween 2025Ascolta Severino's Playlist per le canzoni che accompagnano questa storia e iscriviti per scoprire nuove musiche ad ogni avventura.
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Gli Aneddoti del Lunedì è una rubrica che prevede l'uscita di brevi podcast aneddoti il lunedì mattina alle 7, per cominciare la settimana bene ma non benissimo.Prodotta dall'Ass. Culturale Atelier.Scritta e realizzata da Alan Zamboni.Sound design: Matteo D'Alessandro (https://www.matteodalessandro.com/)Per chi volesse info sul libro “L'atomo sfuggente” questo è il link al sito della casa editrice: https://www.mondadori.it/libri/latomo-sfuggente-alan-zamboni/Il romanzo è disponibile in tutte le librerie e gli store onlinePer sostenerci: https://associazioneatelier.it/Per sostenere il progetto dedicato alla scienza a Berlino:https://associazioneatelier.it/in10cities/Per contatti: associazioneatelier@gmail.comPer donare ad Atelier APS (iscritta al RUNTS - terzo settore) il 5 per mille: CF = 98181440177
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Radioattività è una serie di 5 podcast ideata da Curiuss e prodotta dall'Ass. Culturale Atelier. Scritta e realizzata da Alan Zamboni. Sound design: Matteo d'Alessandro.“Quanto è pericolosa la radioattività?” è un episodio extra che si inserisce nella serie in quanto fa riferimenti a quel periodo e a quegli scienziati.Brani citati:Trailer del film Radium GirlsVengo anch'io (Enzo Jannacci)Ma che freddo fa (Nada)Film Bianca di Nanni MorettiSound Design: Matteo D'AlessandroPer sostenerci: https://associazioneatelier.it/Per info sul libro "L'Atomo Sfuggente":https://www.mondadori.it/libri/latomo-sfuggente-alan-zamboni/Per sostenere il progetto su Berlino:https://associazioneatelier.it/in10cities/Per contatti: associazioneatelier@gmail.comPer donare ad Atelier APS il 5 per mille: CF = 98181440177
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Un Mistero A Firenze In Toscana c'è tanta magia: colline decorate con olivi, vigneti e cipressi, campanili che suonano ovunque, giardini nascosti, e ovviamente città incantate, piene di storia e bellezza, dove artisti famosi hanno creato opere d'arte meravigliose.In questo racconto ci troviamo nella città di Firenze, dove la magia abbonda e in ogni angolo si nascondono leggende.Un fiume chiamato Arno l'attraversa; e fra i tanti ponti ce n'è uno che giustamente è un po' più famoso degli altri: il Ponte Vecchio. In quelle case sospese adesso non ci abita più nessuno. Ogni giorno è pieno di turisti che lo fotografano e lo vengono a visitare da tutto il mondo, ma tanti e tanti anni fa su questo ponte c'erano macellai, pescivendoli e conciatori come se fosse un mercato, una piazza sospesa sull'Arno e la vita quotidiana era ben diversa dai giorni d'oggi.Ai tempi di questa storia le botteghe erano tutte gioiellerie di proprietà di mastri orafi, che lì ci vivevano, lavoravano e vendevano gioielli d'oro e preziosi di altissima qualità. Era uno dei cuori della città dove i fiorentini del tempo si ritrovavano e si fermavano a chiacchierare mentre andavano e venivano da una parte all'altra del fiume. Anche i ragazzini ci passavano le giornate divertendosi a giocare correndo da un lato all'altro indisturbati.A questo punto dovete sapere che da qualche giorno avvenivano piccoli furti nelle botteghe degli artigiani. Oro e preziosi sparivano come se rubati dal vento, in silenzio e di sorpresa, senza lasciare traccia. Chi sa chi lo sa? Chi poteva essere il colpevole?Gli orafi si riunirono, dopo la chiusura dei negozi, proprio sul ponte."Ma che cosa sta succedendo?" disse uno."Boh, a saperlo…" disse un altro."E mica si può andare avanti così, a passare da bischeri!"Bernardo, uno degli orafi, disse: "Va bene che sono un po' sbadato, ma di sicuro non sono cieco da non vedere se mi manca dell'oro dalla bottega."E via a farsi domande e interrogarsi fra di loro per cercare di trovare una spiegazione per questi furti, scoprire il ladro e magari ritrovare il maltolto.Insomma, era ormai da settimane che dalle botteghe sparivano pagliuzze della lavorazione dell'oro e vari oggetti preziosi — e tutto questo succedeva sotto gli occhi di tutti ma nessuno aveva visto niente.A chi dare la colpa se non a quei monelli dispettosi che si divertivano a giocare a pallone sul ponte! Fra partitelle, risate, corse, giochi vari e nascondino, chissà se qualcuno di loro non si era messo a rubare qua e là.Passarono altri giorni e altro oro era svanito nel nulla. Gli orafi, stanchi di questa storia, uscirono sul ponte e gridarono a gran voce tutti insieme: "Ora ci siamo proprio divertiti ed è ora di farla finita! Catturiamo il ladro!"Anche il fornaio Giulio uscì sull'uscio della sua bottega, a sinistra, in fondo al ponte, e benché non avesse capito di preciso cosa stava succedendo, mostrò a tutti le mani piene di farina gridando: "Io non c'entro, lo giuro! Le mani in pasta le ho solo perché sono sempre a preparare le focacce da cuocere in forno."E così dicendo si unì agli altri gridando: "Prendiamo il ladro con le mani nel sacco prima che quel sacco diventi quello della farina!"In quel fermento, Lapo, un ragazzino assai furbo e curioso, figlio dell'orafo Bernardo che era amico di tutti e giocava insieme agli altri ragazzini sul ponte, dopo aver riflettuto pensò: "C'è qualcosa che non mi torna: noi ragazzi non rubiamo, di chi può essere la colpa?"Così Lapo decise di indagare per conto suo. Perché come gli diceva sempre suo nonno: "conta più una cosa fatta che cento da fare" e poi aggiungeva che "se fai da te fai per tre."Allora, senza tanti discorsi, la sera seguente si organizzò, procurandosi una lente d'ingrandimento, un quaderno con matita per prendere note e una lanterna che lo avrebbe accompagnato nel buio. Quest'ultima la teneva stretta con una mano un po' tremolante, ma non c'era da esitare — la situazione non si sarebbe risolta da sola.All'imbrunire, si avviò dal Ponte Vecchio, dove abitava con suo babbo sopra la bottega, verso la colonna di Piazza Santa Trinita.Lì sopra c'era, e c'è ancora, la Statua della Giustizia che troneggiava così alta da toccare il cielo. Il percorso non era lungo, ma quella sera ci mise più del normale, perché osservava tutto con attenzione e curiosità. Guardava a destra, a sinistra, nei chiassi, oltre il parapetto del Lungarno e se vedeva un sasso spostava anche quello: "non si sa mai dove si possono trovare degli indizi" pensava.Aveva sentito dire che la colonna e la statua della Giustizia fossero magiche e piene di segreti. Ma la cosa più stupefacente era che dalla sua sommità, dove appunto si trovava la statua, si potesse vedere quello che succedeva in ogni punto della città — come si sa la giustizia vede e sa tutto.Arrivato in Piazza Santa Trinita, fece un gran sospiro, mosse un ultimo passo e ai piedi della colonna — che sorpresa… incontrò una lumaca."Una lumaca?" direte voi. "Eh, proprio una lumaca con tanto di casa sulle spalle, con le luci alle finestre e un caminetto acceso" Davvero, ve lo dico io… Credeteci… Insomma era lì, che si muoveva, lenta sì, ma determinata. Quando sentì il passo leggero del visitatore inatteso, si insospettì e ritirando le antenne come fossero freni, si fermò di botto e disse:"Altolà! Chi va là? Ma te chi sei e dove vai? Non starai mica cercando guai, a girellare solo soletto a quest'ora del crepuscolo?""No, ma che guai… anzi, tutt'altro Signora Lumaca" rispose Lapo, "io dovrei andare in cima alla colonna per vedere cosa sta succedendo sul Ponte Vecchio. Ci sono delle cose che non tornano tanto bene e sto indagando. Come può vedere ho pure la lente d'ingrandimento e il cappello!" Disse Lapo mostrando gli oggetti per evitare fraintendimenti. "Ora, visto che mi sembra del posto, mica mi saprebbe gentilmente dire, come posso fare a salire lassù?"La lumaca che abitava ai piedi della colonna ed era a tutti gli effetti la sua guardiana, sbuffò ma poi sorrise e mostrò a Lapo una piccola porticina alla base della colonna, nascosta dall'edera."Carissimo Lapo," disse aggiustandosi gli occhiali "mi sembri un ragazzo coraggioso, un vero amico e anche un bravo investigatore, ma solo dalla cima della colonna potrai conoscere la verità."Detto ciò, la lumaca sfregò i suoi tentacoli e cominciarono a brillare di una luce magica che avvolse Lapo facendolo diventare dell'altezza della porta che si aprì con un gran cigolio; talmente acuto da far scappare tutti gli uccelli che nella notte bazzicavano intorno.Lapo ora piccino, piccino ringraziò la lumaca e senza paura entrò all'interno della colonna. Nell'oscurità, rimase impressionato da uno stretto e alto pozzo che saliva invece di scendere. Sulle pareti luccicanti c'era una spirale di minuscoli scalini che iniziò a salire con passi determinati con la lanterna accesa ben stretta in mano. Arrivò in cima.Nella notte il cielo stellato illuminava la Statua della Giustizia che troneggiava su Firenze. Aveva una bilancia con due piatti in equilibrio in una mano e una spada dorata nell'altra.Come abbiamo detto in precedenza, per incantesimo, da lì si poteva vedere tutta la città — bastava guardare nella direzione giusta e pensare alla parte di Firenze che volevi vedere: una magia incredibile per una visione da togliere il fiato.Adesso era il momento di concentrarsi sul Ponte Vecchio e cercare di risolvere il mistero dei furti, ma nel muoversi intorno alla statua, per andare dalla parte che guardava il fiume, fece una scoperta incredibile. Non poteva credere ai propri occhi — tanto è vero che tirò fuori la lente d'ingrandimento per essere sicuro. Tutti e due i piatti della bilancia erano pieni di pagliuzze d'oro e monili preziosi."Mamma mia! E questa roba come c'è arrivata quassù?" Esclamò Lapo con gli occhi spalancati. "Questo è indubbiamente il bottino dei furti alle gioiellerie!"Prima, confuso e stupefatto non sapeva che pensare, ma poi, osservando meglio le pagliuzze si rese conto che erano tutte intrecciate con braccialetti e collanine: questi erano due nidi e un'idea gli balenò subito nella mente."Le gazze ladre!" Esclamò Lapo. Quegli uccelli furbetti amano tutto ciò che brilla, certamente sono state loro a rapinare le botteghe e a portare quassù la refurtiva.E nel bel mezzo di questo pensiero, all'improvviso comparvero in volo. Atterrarono sulla colonna agitate e furiose "KRAA KRAA KRAA! Oh, ragazzino ma cosa stai facendo a casa nostra? Non ti provare nemmeno a toccare queste meraviglie luccicanti; sono il nostro nido, le abbiamo trovate noi e sono nostre."Lapo non si fece spaventare e con calma rispose: "Ma che dite? A voi piacciono cose luccicanti che brillano e le prendete, ma non vuol certo dire che sono vostre."Le gazze gracchiavano tutte insieme sembravano impazzite e non conoscevano ragione. "Ma cosa dice questo?" Disse una. "Già, uno viene a casa nostra e pretende di comandare?" Aggiunse un'altra. "Sì, bellina la battuta. Non sono nostre? Ma che sei un comico? Cambia lavoro, guarda, perché non ci fai mica ridere." Disse un'altra.E tutte a ridere.Al che Lapo non si fece intimidire. Si frugò in tasca e trovò quello che cercava. Propose uno scambio. "E se si facesse un affare. A dire il vero io ci rimetto parecchio, ma mi state talmente simpatiche che vi darei volentieri queste belle biglie luccicanti in cambio dell'oro e i monili."Vedendo quei piccoli tesori brillanti e colorati, che non avevano mai visto prima, le gazze si calmarono. Si guardarono con uno sguardo furbo e senza esitazione… "Affare fatto!"Gli presero le biglie di mano in un battibaleno e volarono via gridando: "Evviva, siamo ricchissime! Da ora in poi faremo collezione di queste palline."Sospirando di sollievo e di soddisfazione, Lapo recuperò la refurtiva e scese a rotta di collo dalla colonna. La lumaca lo stava aspettando applaudendo. Con un altro incantesimo lo fece uscire dalla porticina e apparire proprio sul ponte vecchio dove diversi Fiorentini erano a prendere il fresco e chiacchierare — inclusi gli orefici."Babbo, babbo ho scoperto il mistero e trovato il colpevole: le gazze ladre! Sono state loro! I miei amici non hanno fatto niente di male." "Calma figliolo, ti ascolto". Rispose Bernardo.Lapo con tutto il fiato che aveva in gola non perse un attimo e raccontò tutto quello che aveva scoperto e visto: il cappello da investigatore, la lente d'ingrandimento, la lumaca magica che conosceva i segreti della colonna, la porticina, la statua in cima, la vista di Firenze, le gazze ladre e il trucco delle biglie colorate. Finalmente il mistero degli strani furti era chiarito, tutta la refurtiva recuperata fu restituita agli orafi del Ponte Vecchio per merito dell'intraprendente e coraggioso Lapo.A quel punto tutti quelli che erano sul Ponte Vecchio applaudirono gridando: "hurra, hurra, hurra, al piccolo investigatore."Mentre il ponte antico, forse incantato, risplendeva di luci dorate.Il fornaio Giulio mentre infornava focacce, canticchiava allegramente e con voce squillante annunciava: "oggi focacce a volontà gratis per tutti, dobbiamo festeggiare!"Le gazze ladre ritornarono a volare su tetti di Firenze e continuarono a trovare piccoli oggetti e persino pezzi di sogni luccicanti; e gracchiando dicevano: "Sarà pure che abbiamo perso un nido, ma di sicuro abbiamo trovato una storia da raccontare."E forse, chissà, una nuova storia ci sarà!— Scritta da Lucia & Marco Ciappelli | Ispirata da una leggenda fiorentina Each story is currently written and narrated in both Italian and English.The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!If you like it, make sure to tell your friends, family, and teachers, and subscribe to this podcast to stay updated. You'll be able to read or listen to new stories as soon as they become available. Visit us On The Official Website https://www.storiesottolestelle.com/ Hosted by Simplecast, an AdsWizz company. See pcm.adswizz.com for information about our collection and use of personal data for advertising.
Scritta e messa in voce da Gaetano Marino Continue reading
Crolla la scritta 'Generali', paura a CityLife. Evacuata la piazza e chiusa la metro.
FORBIX IL PARRUCCHIERE DAL TOCCO D'ARTISTANel centro della città di Tagliaspunta, tra negozi di generi vari, c'è un parrucchiere di nome Forbix, per donne, uomini, ragazzi e bambini — ma non troppo piccoli.Forbix non è un semplice parrucchiere: possiede un tocco magico d'artista. Le sue forbici sono d'argento e, mentre tagliano, sussurrano storie. Il suo pettine d'avorio fa brillare i capelli e il suo phon non soffia aria, ma sogni. Nella sua postazione di taglio diventa un mago: le forbici, guidate dalla sua mano, svolazzano fra i capelli e, tocco dopo tocco, voilà, il risultato è perfetto.Un giorno l'albero che stava davanti al suo negozio disse a Forbix:“Tu sei un artista e io sono stanco della mia chioma di foglie arruffate. Mi piacerebbe rimettermi a nuovo,” sospirò, “e poi ti farei una bella pubblicità.”Il parrucchiere non se lo fece ripetere due volte: si spostò all'aria aperta con le sue forbici incantate.Girando intorno all'albero con l'estro di un genio, dopo alcuni colpi decisi, spuntò i rami e trasformò le foglie secche in coriandoli d'argento che il vento portò via. L'albero apparve più splendente e vivo come non era mai stato, con le verdi foglie che lo adornavano come riccioli intrecciati.Il mattino seguente, due bambini — Sara e David — giocherelloni come erano, saltellavano sul marciapiede, quando videro l'albero così elegante, di buon umore, e le sue foglie fischiettavano gioiose.Sara aveva i capelli ricci come nuvolette d'estate, David li aveva spettinati come un piccolo porcospino.Avvicinandosi, in coro gli domandarono:“Chi è stato l'artista che ha fatto tutto questo?”L'albero rispose: “Il parrucchiere Forbix.”“Ci piacerebbe andare anche a noi, le nostre capigliature sono arruffate e avrebbero bisogno di una bella aggiustata. Le nostre mamme ce lo dicono oramai da un bel pezzo.“Allora e' meglio che gli date retta. Vai, vai, entrate.” Li incoraggiò l'albero, sussurrando.Per primo, inciampando nello scalino di marmo, entrò David, seguito da Sara che salutava sorridendo.Forbix, da buon osservatore, li fece accomodare e, passando le sue mani tra i capelli uno alla volta, piano piano iniziò a tagliare con le sue forbici magiche. Il pettine accarezzava i capelli che iniziarono a brillare e, con il phon, sogni volavano intorno insieme alle storie sussurrate. Guardandosi nello specchio, i loro volti si illuminarono con un gran sorriso, mentre il parrucchiere, a sua volta soddisfatto, gli faceva l'occhiolino.Sara e David ringraziarono felici con un inchino e un saluto. Sul marciapiede fecero un allegro girotondo intorno all'albero sui cui rami si erano posati alcuni uccellini canterini, che fecero un concertino, insieme alle foglie e ai bambini.La vera magia di Forbix non è solo nei suoi strumenti del mestiere che usa con la passione di un artista, ma anche nella capacità di ascoltare e donare un sorriso. Each story is currently written and narrated in both Italian and English.The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!If you like it, make sure to tell your friends, family, and teachers, and subscribe to this podcast to stay updated. You'll be able to read or listen to new stories as soon as they become available. Visit us On The Official Website https://www.storiesottolestelle.com/
E dopo l'analisi sull'effetto cinese sull'economia, apriamo con un'ampia pagina politica dedicata al referendum e ai suoi retroscena con il commento di Mario Ajello e l'analisi di Francesco Bechis, quindi ancora dazi con Angelo Paura e la trattativa tra America e Cina, dall'America alla striscia di Gaza con Lorenzo Vita e il braccio di ferro di Greta Thunberg, per la cronaca torniamo in Italia, prima sulla scena del delitto di Chiara Poggi con l'inviata Claudia Guasco quindi a Roma con l'inviata Camilla Mozzetti e le novità sul giallo di Villa Pamphili, la pagina dello spettacolo già ci parla del Festival di Venezia con Gloria Satta e una prestigiosa nomina alla carriera.