Podcasts about nord africa

  • 82PODCASTS
  • 230EPISODES
  • 17mAVG DURATION
  • 1WEEKLY EPISODE
  • May 13, 2025LATEST

POPULARITY

20172018201920202021202220232024


Best podcasts about nord africa

Latest podcast episodes about nord africa

Nessun luogo è lontano

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha compiuto la sua prima visita diplomatica all'estero recandosi a Riad. Il viaggio proseguirà in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti, due paesi del Golfo di particolare interesse per il presidente. Ne parliamo con Riccardo Sessa, già Ambasciatore e presidente della SIOI (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale) e Giacomo Luciani, professore di politica economica all'Università Sciences Po, Parigi.Nella serata di ieri sono scoppiati scontri armati nel centro e in altre parti della capitale libica, Tripoli, a seguito della notizia dell'uccisione di Abdel Ghani Al-Kikli, capo della milizia Apparato di Supporto alla Stabilità (Ssa), affiliata al Consiglio Presidenziale. Ne parliamo con Umberto Profazio, Associate Fellow del The International Institute for Strategic Studies e analista della Nato Defense College Foundation, esperto di Medio Oriente e Nord Africa.

Ecovicentino.it - AudioNotizie
Previsioni 29/30 aprile e 1 maggio, tempo sereno con “assaggi” di temperature estive

Ecovicentino.it - AudioNotizie

Play Episode Listen Later Apr 29, 2025 1:19


Dopo un lungo periodo instabile sul nord Italia, l'alta pressione metterà le "radici" per qualche giorno sul Mediterraneo centrale con un allungamento anche oltralpe. Una cupola di bel tempo alimentata da aria relativamente calda per il periodo che dal Nord Africa giungerà fino alle nostre latitudini. Previsti fino a 26° in pianura.

Ultim'ora
Diplomacy Magazine - Puntata del 20 marzo 2025

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Mar 20, 2025 46:30


ROMA (ITALPRESS) - Nella terza puntata di "Diplomacy Magazine - Il racconto della geopolitica", il nuovo format tv dell'Italpress dedicato alla geopolitica, Claudio Brachino intervista Youssef Balla, ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, e Armando Barucco, ambasciatore della Repubblica Italiana in Marocco. In studio anche l'ambasciatore Ettore Sequi, che analizza il Libro Bianco europeo sulla Difesa. Nella rubrica "Realpolitik" l'ambasciatore Giampiero Massolo parla di Ucraina e delle ipotesi di tregua dopo l'attesa telefonata Trump-Putin.sat/mrv

Ultim'ora
Diplomacy Magazine - Puntata del 20 marzo 2025

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Mar 20, 2025 46:30


ROMA (ITALPRESS) - Nella terza puntata di "Diplomacy Magazine - Il racconto della geopolitica", il nuovo format tv dell'Italpress dedicato alla geopolitica, Claudio Brachino intervista Youssef Balla, ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, e Armando Barucco, ambasciatore della Repubblica Italiana in Marocco. In studio anche l'ambasciatore Ettore Sequi, che analizza il Libro Bianco europeo sulla Difesa. Nella rubrica "Realpolitik" l'ambasciatore Giampiero Massolo parla di Ucraina e delle ipotesi di tregua dopo l'attesa telefonata Trump-Putin.sat/mrv

Ultim'ora
Balla "Lavoro comune Marocco-Italia per sicurezza e stabilità"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Mar 20, 2025 13:35


ROMA (ITALPRESS) - “Il Marocco è la porta dell'Africa per l'Italia e per l'Europa” grazie alla “sua posizione geostrategica - dista 12 km dalla Spagna - ma anche per la sua leadership molto consolidata. È un attore molto rispettato per la pace e la sicurezza in Africa e nel Mediterraneo”, un tema su cui "lavoriamo con l'Italia, con cui siamo impegnati nella lotta contro l'immigrazione, contro il fondamentalismo e l'estremismo. Lavoriamo per garantire una stabilità del Mediterraneo”. Lo ha detto Youssef Balla, ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, intervistato da Claudio Brachino per Diplomacy Magazine, format televisivo dell'agenzia Italpress.sat/mrv

Ultim'ora
Balla "Lavoro comune Marocco-Italia per sicurezza e stabilità"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Mar 20, 2025 13:35


ROMA (ITALPRESS) - “Il Marocco è la porta dell'Africa per l'Italia e per l'Europa” grazie alla “sua posizione geostrategica - dista 12 km dalla Spagna - ma anche per la sua leadership molto consolidata. È un attore molto rispettato per la pace e la sicurezza in Africa e nel Mediterraneo”, un tema su cui "lavoriamo con l'Italia, con cui siamo impegnati nella lotta contro l'immigrazione, contro il fondamentalismo e l'estremismo. Lavoriamo per garantire una stabilità del Mediterraneo”. Lo ha detto Youssef Balla, ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, intervistato da Claudio Brachino per Diplomacy Magazine, format televisivo dell'agenzia Italpress.sat/mrv

Ultim'ora
Barucco "Il Marocco un ponte per le imprese italiane verso l'Africa"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Mar 20, 2025 14:35


ROMA (ITALPRESS) - L'ambizione del Marocco è diventare “l'hub principale tra l'Europa e il continente africano e, con questo, favorire anche lo sviluppo infrastrutturale e la stabilità del Sahel”. Lo ha detto Armando Barucco, ambasciatore d'Italia in Marocco, intervistato da Claudio Brachino per Diplomacy Magazine, format televisivo dell'agenzia Italpress. Il Marocco è “il Paese più europeo tra i Paesi africani, rappresenta un ponte per le nostre imprese verso il continente africano” ed è “un Paese fondamentale per la stabilità e la conoscenza del Sahel, una delle aree da cui provengono alcune delle principali minacce nei confronti dell'Europa, quindi è un Paese con cui è fondamentale una collaborazione nel settore dell'intelligence e della sicurezza”.sat/mrv

Ultim'ora
Barucco "Il Marocco un ponte per le imprese italiane verso l'Africa"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Mar 20, 2025 14:35


ROMA (ITALPRESS) - L'ambizione del Marocco è diventare “l'hub principale tra l'Europa e il continente africano e, con questo, favorire anche lo sviluppo infrastrutturale e la stabilità del Sahel”. Lo ha detto Armando Barucco, ambasciatore d'Italia in Marocco, intervistato da Claudio Brachino per Diplomacy Magazine, format televisivo dell'agenzia Italpress. Il Marocco è “il Paese più europeo tra i Paesi africani, rappresenta un ponte per le nostre imprese verso il continente africano” ed è “un Paese fondamentale per la stabilità e la conoscenza del Sahel, una delle aree da cui provengono alcune delle principali minacce nei confronti dell'Europa, quindi è un Paese con cui è fondamentale una collaborazione nel settore dell'intelligence e della sicurezza”.sat/mrv

Ultim'ora
Rixi "Indirizzare sistema portuale verso la competizione mondiale"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Feb 24, 2025 1:16


PALERMO (ITALPRESS) - "Sul sistema porto stiamo portando avanti un progetto di riforma che spero si concretizzerà nei prossimi mesi, per individuare a livello nazionale un soggetto che possa portare nel mondo un'offerta portuale che possa mettere il nostro paese ai primi posti". Lo sottolinea il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi a margine di un incontro con la comunità dei porti del network al Palermo Marina Yachting. "Oggi il solo porto di Rotterdam ha una capacità maggiore di tutte e 16 le Autorità di sistema portuale italiane messe assieme - prosegue Rixi, - Per anni i nostri porti si sono sviluppati andandosi a prendere il traffico reciprocamente, noi vogliamo indirizzare il nostro sistema verso una competizione mondiale: crediamo che soprattutto i porti del sud possano andare verso mercati crescenti e aumentare il benessere dei nostri territori. Abbiamo anche bisogno di creare rapporti più solidi nel Mediterraneo, giovedì sarò in Tunisia ma in generale intendiamo fare accordi con tutte le Nazioni con cui è possibile dialogare nel Nord Africa". xd8/vbo/gtr

Ultim'ora
Rixi "Indirizzare sistema portuale verso la competizione mondiale"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Feb 24, 2025 1:16


PALERMO (ITALPRESS) - "Sul sistema porto stiamo portando avanti un progetto di riforma che spero si concretizzerà nei prossimi mesi, per individuare a livello nazionale un soggetto che possa portare nel mondo un'offerta portuale che possa mettere il nostro paese ai primi posti". Lo sottolinea il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi a margine di un incontro con la comunità dei porti del network al Palermo Marina Yachting. "Oggi il solo porto di Rotterdam ha una capacità maggiore di tutte e 16 le Autorità di sistema portuale italiane messe assieme - prosegue Rixi, - Per anni i nostri porti si sono sviluppati andandosi a prendere il traffico reciprocamente, noi vogliamo indirizzare il nostro sistema verso una competizione mondiale: crediamo che soprattutto i porti del sud possano andare verso mercati crescenti e aumentare il benessere dei nostri territori. Abbiamo anche bisogno di creare rapporti più solidi nel Mediterraneo, giovedì sarò in Tunisia ma in generale intendiamo fare accordi con tutte le Nazioni con cui è possibile dialogare nel Nord Africa". xd8/vbo/gtr

Ultim'ora
Rixi "Indirizzare sistema portuale verso la competizione mondiale"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Feb 24, 2025 1:16


PALERMO (ITALPRESS) - "Sul sistema porto stiamo portando avanti un progetto di riforma che spero si concretizzerà nei prossimi mesi, per individuare a livello nazionale un soggetto che possa portare nel mondo un'offerta portuale che possa mettere il nostro paese ai primi posti". Lo sottolinea il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi a margine di un incontro con la comunità dei porti del network al Palermo Marina Yachting. "Oggi il solo porto di Rotterdam ha una capacità maggiore di tutte e 16 le Autorità di sistema portuale italiane messe assieme - prosegue Rixi, - Per anni i nostri porti si sono sviluppati andandosi a prendere il traffico reciprocamente, noi vogliamo indirizzare il nostro sistema verso una competizione mondiale: crediamo che soprattutto i porti del sud possano andare verso mercati crescenti e aumentare il benessere dei nostri territori. Abbiamo anche bisogno di creare rapporti più solidi nel Mediterraneo, giovedì sarò in Tunisia ma in generale intendiamo fare accordi con tutte le Nazioni con cui è possibile dialogare nel Nord Africa". xd8/vbo/gtr

Ultim'ora
Rixi "Dobbiamo far tornare a sognare i nostri giovani"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Feb 24, 2025 3:08


PALERMO (ITALPRESS) - “Dal punto di vista delle infrastrutture la Sicilia e la Calabria sono le due regioni dove ad esempio Anas ha investito di più, per la prima volta credo nella storia del paese, e sicuramente anche sul fronte ferroviario. Noi abbiamo importantissimi cantieri in Sicilia che hanno avuto problemi anche di ritardo dei lavori a causa della mancanza d'acqua che c'è stata quest'anno, per le talpe per fare le gallerie ma che sono ripartiti. È evidente che tutto si lega anche alla realizzazione del ponte sullo Stretto perché questo collegherebbe l'intero territorio nazionale e farebbe diventare sostanzialmente la Sicilia un grande collegamento con tutto il bacino del Mediterraneo per l'intero paese. Per noi è fondamentale perché vuol dire nei periodi di punta impiegarci tre minuti per attraversare lo stretto invece che quasi due ore o a volte anche più di due ore. È evidente che questo vuol dire cambiare completamente la mobilità, vuol dire calmierare i voli aerei, vuol dire gestire le situazioni e rendere completamente diversa anche l'appettibilità della regione sugli insediamenti industriali. Vuol dire avere l'alta velocità che collega con il resto del paese ma anche con il resto d'Europa e vuol dire poter investire anche su tutta la rete ferroviaria siciliana che oggi è isolata per forza di cose dal resto del continente perché anche se mettessimo la rete ad alta velocità poi dovremmo perdere due ore per traghettare il convoglio sul continente. È un unicum significherebbe cambiare la mentalità al paese". Così Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a margine del "Forum Milano-Palermo Genio Mediterraneo", al Teatro Massimo di Palermo. "Noi dobbiamo essere un Paese che torna a fare grandi cose, che fa capire al mondo che l'Italia è ancora quell'Italia che sa stupire, che sa fare grandi cose anche in prospettiva del fatto che il futuro dell'Europa sarà sempre più sul Mediterraneo, sempre più sul bacino di questo splendido mare, sul Nord Africa dove gli italiani dovranno essere i protagonisti e non comparse - aggiunge -. Per esserlo dobbiamo dimostrare che a casa nostra siamo in grado di fare grandi cose”. “Bisogna accettare delle sfide - sottolinea Rixi - e fare in modo che il nostro paese possa diventare sempre di più un paese all'avanguardia e possa far tornare a sognare i nostri giovani e soprattutto a sognare che qua possono avere un futuro. Perché se noi non lasciamo il paese più ricco di come l'abbiamo trovato rischiamo di determinare poi la povertà delle prossime generazioni. Quindi le infrastrutture sono fondamentali e collegare la Sicilia alla Calabria vuol dire dare una risposta in tutto il Mezzogiorno d'Italia. E' un'opera complessa, sicuramente avvenieristica, però sono le grandi cose che fanno grandi un paese. Se no, vuol dire che noi ci dobbiamo abituare aessere un paese in lento declino, come purtroppo ogni tanto si sta abituando il continente europeo, che è l'unico continente che non cresce. Io non credo che il futuro dei nostri figli o dei nostri nipoti può essere in un continente che non cresce. Quindi credo che il nostro paese abbia il dovere di tornare a esercitare una forte influenza sul Mediterraneo e far capire che noi italiani non siamo secondi a nessuno. Io ci credo e bisogna solo ogni tanto riuscire ad avere la costanza nelle cose ed avere un progetto comune”. xd6/vbo/gtr

Ultim'ora
Rixi "Dobbiamo far tornare a sognare i nostri giovani"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Feb 24, 2025 3:08


PALERMO (ITALPRESS) - “Dal punto di vista delle infrastrutture la Sicilia e la Calabria sono le due regioni dove ad esempio Anas ha investito di più, per la prima volta credo nella storia del paese, e sicuramente anche sul fronte ferroviario. Noi abbiamo importantissimi cantieri in Sicilia che hanno avuto problemi anche di ritardo dei lavori a causa della mancanza d'acqua che c'è stata quest'anno, per le talpe per fare le gallerie ma che sono ripartiti. È evidente che tutto si lega anche alla realizzazione del ponte sullo Stretto perché questo collegherebbe l'intero territorio nazionale e farebbe diventare sostanzialmente la Sicilia un grande collegamento con tutto il bacino del Mediterraneo per l'intero paese. Per noi è fondamentale perché vuol dire nei periodi di punta impiegarci tre minuti per attraversare lo stretto invece che quasi due ore o a volte anche più di due ore. È evidente che questo vuol dire cambiare completamente la mobilità, vuol dire calmierare i voli aerei, vuol dire gestire le situazioni e rendere completamente diversa anche l'appettibilità della regione sugli insediamenti industriali. Vuol dire avere l'alta velocità che collega con il resto del paese ma anche con il resto d'Europa e vuol dire poter investire anche su tutta la rete ferroviaria siciliana che oggi è isolata per forza di cose dal resto del continente perché anche se mettessimo la rete ad alta velocità poi dovremmo perdere due ore per traghettare il convoglio sul continente. È un unicum significherebbe cambiare la mentalità al paese". Così Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a margine del "Forum Milano-Palermo Genio Mediterraneo", al Teatro Massimo di Palermo. "Noi dobbiamo essere un Paese che torna a fare grandi cose, che fa capire al mondo che l'Italia è ancora quell'Italia che sa stupire, che sa fare grandi cose anche in prospettiva del fatto che il futuro dell'Europa sarà sempre più sul Mediterraneo, sempre più sul bacino di questo splendido mare, sul Nord Africa dove gli italiani dovranno essere i protagonisti e non comparse - aggiunge -. Per esserlo dobbiamo dimostrare che a casa nostra siamo in grado di fare grandi cose”. “Bisogna accettare delle sfide - sottolinea Rixi - e fare in modo che il nostro paese possa diventare sempre di più un paese all'avanguardia e possa far tornare a sognare i nostri giovani e soprattutto a sognare che qua possono avere un futuro. Perché se noi non lasciamo il paese più ricco di come l'abbiamo trovato rischiamo di determinare poi la povertà delle prossime generazioni. Quindi le infrastrutture sono fondamentali e collegare la Sicilia alla Calabria vuol dire dare una risposta in tutto il Mezzogiorno d'Italia. E' un'opera complessa, sicuramente avvenieristica, però sono le grandi cose che fanno grandi un paese. Se no, vuol dire che noi ci dobbiamo abituare aessere un paese in lento declino, come purtroppo ogni tanto si sta abituando il continente europeo, che è l'unico continente che non cresce. Io non credo che il futuro dei nostri figli o dei nostri nipoti può essere in un continente che non cresce. Quindi credo che il nostro paese abbia il dovere di tornare a esercitare una forte influenza sul Mediterraneo e far capire che noi italiani non siamo secondi a nessuno. Io ci credo e bisogna solo ogni tanto riuscire ad avere la costanza nelle cose ed avere un progetto comune”. xd6/vbo/gtr

Ultim'ora
Rixi "Dobbiamo far tornare a sognare i nostri giovani"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Feb 24, 2025 3:08


PALERMO (ITALPRESS) - “Dal punto di vista delle infrastrutture la Sicilia e la Calabria sono le due regioni dove ad esempio Anas ha investito di più, per la prima volta credo nella storia del paese, e sicuramente anche sul fronte ferroviario. Noi abbiamo importantissimi cantieri in Sicilia che hanno avuto problemi anche di ritardo dei lavori a causa della mancanza d'acqua che c'è stata quest'anno, per le talpe per fare le gallerie ma che sono ripartiti. È evidente che tutto si lega anche alla realizzazione del ponte sullo Stretto perché questo collegherebbe l'intero territorio nazionale e farebbe diventare sostanzialmente la Sicilia un grande collegamento con tutto il bacino del Mediterraneo per l'intero paese. Per noi è fondamentale perché vuol dire nei periodi di punta impiegarci tre minuti per attraversare lo stretto invece che quasi due ore o a volte anche più di due ore. È evidente che questo vuol dire cambiare completamente la mobilità, vuol dire calmierare i voli aerei, vuol dire gestire le situazioni e rendere completamente diversa anche l'appettibilità della regione sugli insediamenti industriali. Vuol dire avere l'alta velocità che collega con il resto del paese ma anche con il resto d'Europa e vuol dire poter investire anche su tutta la rete ferroviaria siciliana che oggi è isolata per forza di cose dal resto del continente perché anche se mettessimo la rete ad alta velocità poi dovremmo perdere due ore per traghettare il convoglio sul continente. È un unicum significherebbe cambiare la mentalità al paese". Così Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a margine del "Forum Milano-Palermo Genio Mediterraneo", al Teatro Massimo di Palermo. "Noi dobbiamo essere un Paese che torna a fare grandi cose, che fa capire al mondo che l'Italia è ancora quell'Italia che sa stupire, che sa fare grandi cose anche in prospettiva del fatto che il futuro dell'Europa sarà sempre più sul Mediterraneo, sempre più sul bacino di questo splendido mare, sul Nord Africa dove gli italiani dovranno essere i protagonisti e non comparse - aggiunge -. Per esserlo dobbiamo dimostrare che a casa nostra siamo in grado di fare grandi cose”. “Bisogna accettare delle sfide - sottolinea Rixi - e fare in modo che il nostro paese possa diventare sempre di più un paese all'avanguardia e possa far tornare a sognare i nostri giovani e soprattutto a sognare che qua possono avere un futuro. Perché se noi non lasciamo il paese più ricco di come l'abbiamo trovato rischiamo di determinare poi la povertà delle prossime generazioni. Quindi le infrastrutture sono fondamentali e collegare la Sicilia alla Calabria vuol dire dare una risposta in tutto il Mezzogiorno d'Italia. E' un'opera complessa, sicuramente avvenieristica, però sono le grandi cose che fanno grandi un paese. Se no, vuol dire che noi ci dobbiamo abituare aessere un paese in lento declino, come purtroppo ogni tanto si sta abituando il continente europeo, che è l'unico continente che non cresce. Io non credo che il futuro dei nostri figli o dei nostri nipoti può essere in un continente che non cresce. Quindi credo che il nostro paese abbia il dovere di tornare a esercitare una forte influenza sul Mediterraneo e far capire che noi italiani non siamo secondi a nessuno. Io ci credo e bisogna solo ogni tanto riuscire ad avere la costanza nelle cose ed avere un progetto comune”. xd6/vbo/gtr

Uacanda
Cercasi una "visione" per Gaza

Uacanda

Play Episode Listen Later Feb 13, 2025 11:49


Levata di scudi da Medioriente, Africa e Stati arabi al piano di deportazione di Trump. Si guarda alla visione annunciata dall'Egitto, ma pesano i ricatti su aiuti e dazi. L'analisi di Giuseppe Acconcia, docente di Stato e Società in Nordafrica e Geopolitica del MediorienteLo stop di Trump agli aiuti internazionali, tra crisi e opportunità per l'Africa. Di Brando RicciGlobal peace index 2025. Numero di guerre mai così alto. Ad un passo da conflitti più grandi. Di Gianni Ballarini

Nessun luogo è lontano
I piani di Trump per guerre e pace

Nessun luogo è lontano

Play Episode Listen Later Feb 10, 2025


Una Striscia di Gaza che sarà acquistata dagli Stati Uniti, dove i palestinesi "non vorranno tornare a vivere" e un accordo per la pace in Ucraina che resta vago, nel quale potrebbe rientrare lo sfruttamento delle terre rare del sottosuolo ucraino. Ad oggi i piani di Trump per la fine dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina sembrano nebulosi e per i più poco realizzabili. Ne parliamo con Antonella Scott, giornalista de Il Sole 24Ore esperta di Russia, Beda Romano, corrispondente per il Sole 24Ore a Bruxelles, e con Alessia Melcangi, docente di Storia contemporanea del Nord Africa e del Medio Oriente all’Università La Sapienza di Roma.

Ultim'ora
Il turismo mondiale torna ai livelli pre-Covid

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Jan 21, 2025 1:25


ROMA (ITALPRESS) - Con 1,4 miliardi di arrivi di turisti internazionali registrati a livello globale, il 2024 ha segnato la ripresa del settore dopo la pandemia. E' quanto emerge da una stima pubblicata da United Nations Tourism, che sottolinea in particolare una forte crescita in Asia. Il numero di viaggi è stato superiore dell'11% rispetto al 2023 ed è salito al livello del 2019, l'ultimo anno prima della pandemia e data del precedente record. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite, il numero di viaggiatori internazionali è aumentato notevolmente anche in Nordafrica, Medio Oriente e America Centrale. La regione Asia-Pacifico ha registrato la crescita maggiore nell'ultimo anno, con il 33% di turisti in più rispetto al 2023, anche grazie alla completa eliminazione delle restrizioni sanitarie in Cina. L'Africa ha accolto il 7% in più rispetto al 2019 e il 12% sul 2023. L'Europa ha registrato 747 milioni di arrivi internazionali nel 2024, +1% a fronte dei livelli del 2019. Le Americhe hanno recuperato il 97% degli arrivi pre-pandemia, con i Caraibi e l'America Centrale che hanno già superato i livelli del 2019./gtr

Ultim'ora
Il turismo mondiale torna ai livelli pre-Covid

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Jan 21, 2025 1:25


ROMA (ITALPRESS) - Con 1,4 miliardi di arrivi di turisti internazionali registrati a livello globale, il 2024 ha segnato la ripresa del settore dopo la pandemia. E' quanto emerge da una stima pubblicata da United Nations Tourism, che sottolinea in particolare una forte crescita in Asia. Il numero di viaggi è stato superiore dell'11% rispetto al 2023 ed è salito al livello del 2019, l'ultimo anno prima della pandemia e data del precedente record. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite, il numero di viaggiatori internazionali è aumentato notevolmente anche in Nordafrica, Medio Oriente e America Centrale. La regione Asia-Pacifico ha registrato la crescita maggiore nell'ultimo anno, con il 33% di turisti in più rispetto al 2023, anche grazie alla completa eliminazione delle restrizioni sanitarie in Cina. L'Africa ha accolto il 7% in più rispetto al 2019 e il 12% sul 2023. L'Europa ha registrato 747 milioni di arrivi internazionali nel 2024, +1% a fronte dei livelli del 2019. Le Americhe hanno recuperato il 97% degli arrivi pre-pandemia, con i Caraibi e l'America Centrale che hanno già superato i livelli del 2019./gtr

il posto delle parole
Francesco Battistini "Jerusalem Suite"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Jan 18, 2025 24:49


Francesco Battistini"Jerusalem Suite"Un hotel in prima linea tra Israele e PalestinaNeri Pozza Editorewww.neripozza.it«Il Signore Iddio divise tutta la bellezza in dieci parti: ne consegnò nove a Gerusalemme e una al resto del mondo. Poi divise anche il dolore in dieci parti e di nuovo ne assegnò nove a Gerusalemme e una al resto del mondo».Talmud di Gerusalemme, Kiddushin 49bC'è un luogo, l'American Colony di Gerusalemme, che è sempre stato sulla prima linea del conflitto arabo-israeliano. Non è solo un albergo storico e di fascino. Nato quasi 150 anni fa nella vecchia casa di un effendi, culla d'una piccola colonia di presbiteriani americani, il Colony, sul limite fra l'Est e l'Ovest, ha sempre cercato d'essere un luogo di neutralità, di dialogo, d'incontro fra cristiani, ebrei, musulmani. Il libro è la storia di questo albergo. Raccontato attraverso i suoi personaggi, le sue stanze, gli eventi che l'hanno abitato. Fu un lenzuolo del Colony, usato come bandiera bianca, a sancire la fine della dominazione ottomana. Qui venivano Lawrence d'Arabia a rifugiarsi e Churchill a ridisegnare il Medio Oriente, Selma Lagerlöf a scrivere il suo romanzo da Nobel e Mark Twain a riposarsi. Nel 1948 da questi tetti si sparavano la Legione Araba e la Banda Stern. Durante le guerre dei Sei giorni e del Kippur in questa reception bivaccavano i giornalisti di tutto il mondo. In questi giardini giocava un piccolo Rudolf Hess, futura anima nera della Shoah, e nella camera 16 ci furono le prime trattative per gli accordi di Oslo. Qui alloggiava Tony Blair quand'era inviato per la Cisgiordania e Gaza e qui passava John Kerry, dopo gli incontri con Netanyahu. Il Colony è ancora oggi una piccola Palestina nella Gerusalemme occupata, dove molti leader palestinesi non mettono piede, e insieme un pezzo d'Israele che pochi politici israeliani frequentano. Una terra di nessuno e di tutti. Plato Ustinov vi piantò due palme della pace più volte incendiate e poi ripiantate dal nipote Peter. Durante le intifade, il Colony era una fortezza sicura: un rigido statuto fissa le quote “etniche” dei camerieri che vi possono lavorare, e per questo nessuno l'ha mai attaccato.Francesco Battistini è inviato speciale al Corriere della Sera, dopo aver lavorato al Giornale di Indro Montanelli e alla Voce. Ha seguito i Balcani dalla Bosnia in poi. Già corrispondente da Gerusalemme, si occupa prevalentemente di Europa dell'Est, Medio Oriente e Nord Africa. Ha coperto una dozzina di conflitti dall'Afghanistan all'Iraq. Coautore di Che cosa è l'Isis (Fondazione Corriere della Sera).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Keration Podcast
L'ANTILOPE

Keration Podcast

Play Episode Listen Later Jan 18, 2025 3:32


L'antilope è un animale che ha l'unghia, o zoccolo, divisa in due e che rumina. L'antilope addax (Addax nasomaculatus), che vive nelle regioni desertiche del Nord Africa, è alta circa 1 m alla spalla. Grazie alle sue unghie divise, è equipaggiata per viaggiare agevolmente fra la morbida sabbia del deserto, dove può sopravvivere senza acqua per periodi estremamente lunghi. Le ampie corna di questo animale sono attorcigliate come una spirale, compiendo da un giro e mezzo fino a 3 giri e misurando circa 1 m in tutta la loro lunghezza. A eccezione del ventre, della coda, della parte posteriore e dei segni sul muso, che rimangono sempre bianchi, il colore dell'antilope addax diventa più scuro in inverno, passando da un colore sabbioso a un colore brunastro. L'orice bianco (Oryx leucoryx), noto anche come orice d'Arabia, è un'altra specie di antilope, ed è caratteristica delle aree desertiche e semi-desertiche della Penisola Arabica. In passato, questo affascinante animale era ampiamente diffuso in tutta la Penisola Arabica, ma è stato dichiarato estinto in natura nel 1972. Grazie a programmi di reintroduzione, oggi è presente in diverse aree protette, come le riserve naturali in Oman, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania. Predilige habitat aridi, come deserti e steppe sabbiose, adattandosi perfettamente alle condizioni estreme. È un'antilope di medie dimensioni, con un corpo bianco brillante che riflette il calore del sole, riducendo il surriscaldamento. Ha delle lunghe corna dritte e sottili, presenti in entrambi i sessi, che possono raggiungere circa un metro di lunghezza. Le zampe e il muso presentano segni scuri, che contrastano con il colore bianco del mantello. È erbivoro e si nutre principalmente di erbe, arbusti, foglie e frutti. È altamente adattato ai deserti, essendo in grado di ottenere l'acqua necessaria dal cibo e di sopravvivere lunghi periodi senza bere. Può ridurre il suo metabolismo durante i periodi più caldi per conservare energia e acqua. È in grado di rilevare la presenza di pioggia a grandi distanze e si sposta verso le aree dove la vegetazione è più abbondante. L'orice bianco è considerato “vulnerabile” dalla Lista Rossa IUCN, grazie agli sforzi di conservazione e ai programmi di reintroduzione. La sua popolazione era stata gravemente ridotta dalla caccia, ma oggi è protetto rigorosamente, e le popolazioni in cattività sono gestite per mantenere la diversità genetica. È il simbolo nazionale del Qatar e dell'Oman, spesso rappresentato come simbolo di forza e resilienza. È una delle prime specie salvate dall'estinzione in natura grazie a un progetto di conservazione globale.

Globally
La repubblica Islamica in Iran e gli ostaggi

Globally

Play Episode Listen Later Jan 3, 2025 18:08


Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti parlano con Sanam Vakil, direttrice del programma Medio Oriente e Nord Africa a Chatham House e professoressa alla Johns Hopkins University, di cosa sta succedendo a livello internazionale e internamente in Iran.

Ultim'ora
Siccità, Schifani "In Sicilia servono dissalatori sul modello Israele"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Jan 3, 2025 0:55


PALERMO (ITALPRESS) - "Ormai la Sicilia è quasi Nord Africa, piove sempre meno, la temperatura aumenta e quindi evapora più velocemente l'acqua delle dighe. Dobbiamo guardare ai grandissimi dissalatori, modello israeliano o Emirati Arabi. Di questo stiamo discutendo con il Governo". A dirlo all'Italpress il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a margine di un blitz a sorpresa all'Ospedale Villa Sofia di Palermo.xd6/abr/gsl

Radio Vaticana con voi
Radio Vaticana con Voi - seconda parte 27.11.2024

Radio Vaticana con voi

Play Episode Listen Later Nov 27, 2024 57:56


Intrattenimento e informazione, musica e cultura: tutto questo è Radio Vaticana con Voi! Anche oggi saremo insieme per iniziare la giornata con numerosi ospiti! Protagonisti gli ascoltatori, come ogni giorno! Intervenite in diretta via WhatsApp al numero 335 1243 722 In questa seconda parte con noi: Valeria Talbot, responsabile del Centro Medio Oriente e Nord Africa presso l'ISPI Suor Piera Ruffinatto, preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione Auxilium Suor Anna Peron, docente all'Auxilium e direttrice dell'ufficio scuola della diocesi di Porto-Santa Rufina Conducono Marina Tomarro e Stefania Ferretti A cura di Marina Tomarro e Stefania Ferretti Hanno collaborato i colleghi Luca Collodi e Marco Guerra Tecnici del suono Bruno Orti e Alberto Giovannetti

Ultim'ora
Alemanno "Il centrodestra non escluda la logica sovranista"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Nov 15, 2024 1:32


PALERMO (ITALPRESS) - “Non escludiamo nulla a livello di alleanze: siamo disposti a parlare con chiunque sia disposto ad ascoltarci. Le istanze locali sono preminenti rispetto a quelle nazionali e ci si può confrontare, l'importante è che il centrodestra non escluda la logica sovranista che rappresentiamo e sia disponibile a ragionare in termini di crescita per il territorio”. Lo afferma il segretario nazionale di Indipendenza! Gianni Alemanno a margine del convegno "Cambiamo la Sicilia per cambiare l'Italia", all'Hotel Addaura, a Palermo. “Troppo spesso lo sviluppo viene sacrificato per ragioni liberiste, facendo entrare multinazionali e creando meccanismi di sudditanza e dipendenza anche a livello locale - aggiunge Alemanno, - In Sicilia bisogna fare un grande sforzo per mettere insieme i problemi del lavoro e dell'acqua: c'è bisogno di una grande opera infrastrutturale e di un'azione decisa di deforestazione, così si creerebbero migliaia di posti di lavoro“. “La Sicilia - prosegue - può essere motore di cambiamento, perché si trova proprio al centro del Mediterraneo: per noi che crediamo in un mondo multipolare e in cui l'elezione di Trump potrà apportare mutamenti significativi la Sicilia può essere un punto di dialogo e incontro tra Nord Africa ed Europa, per fare questo però bisogna essere credibili e non accettare la subalternità agli Stati Uniti, come sta facendo il governo Meloni. Così si rischia solo di apparire come controfigure e non essere considerati interlocutori credibili“. xd8/vbo/gtr

Ultim'ora
Alemanno "La Sicilia può essere motore di cambiamento"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Nov 15, 2024 1:32


PALERMO (ITALPRESS) - “Non escludiamo nulla a livello di alleanze: siamo disposti a parlare con chiunque sia disposto ad ascoltarci. Le istanze locali sono preminenti rispetto a quelle nazionali e ci si può confrontare, l'importante è che il centrodestra non escluda la logica sovranista che rappresentiamo e sia disponibile a ragionare in termini di crescita per il territorio”. Lo afferma il segretario nazionale di Indipendenza! Gianni Alemanno a margine del convegno "Cambiamo la Sicilia per cambiare l'Italia", all'Hotel Addaura, a Palermo. “Troppo spesso lo sviluppo viene sacrificato per ragioni liberiste, facendo entrare multinazionali e creando meccanismi di sudditanza e dipendenza anche a livello locale - aggiunge Alemanno, - In Sicilia bisogna fare un grande sforzo per mettere insieme i problemi del lavoro e dell'acqua: c'è bisogno di una grande opera infrastrutturale e di un'azione decisa di deforestazione, così si creerebbero migliaia di posti di lavoro“. “La Sicilia - prosegue - può essere motore di cambiamento, perché si trova proprio al centro del Mediterraneo: per noi che crediamo in un mondo multipolare e in cui l'elezione di Trump potrà apportare mutamenti significativi la Sicilia può essere un punto di dialogo e incontro tra Nord Africa ed Europa, per fare questo però bisogna essere credibili e non accettare la subalternità agli Stati Uniti, come sta facendo il governo Meloni. Così si rischia solo di apparire come controfigure e non essere considerati interlocutori credibili“. xd8/vbo/gtr

Nessun luogo è lontano
Israele e Francia volano stracci (e arresti)

Nessun luogo è lontano

Play Episode Listen Later Nov 8, 2024


«È inaccettabile» - afferma il ministro degli Esteri francese Jean-Nöel Barrot (nella foto), a conclusione di un intervento sull'ingresso della polizia israeliana nel Santuario francese di Eleona, a Gerusalemme. «L'accaduto - continua - non aiuta in un momento in cui dovremmo tutti lavorare alla pace in Medio Oriente». E mentre si inaspriscono le tensioni tra Israele e Francia, ad Amsterdam ieri sera decine di tifosi israeliani sono stati aggrediti al termine della partita di calcio tra Ajax e Maccabi. Ne parliamo con Anna Sergi, professoressa di Criminologia alla Essex University, Eveline Rethmeier, giornalista olandese, Danilo Ceccarelli, nostro collaboratore a Parigi, e con Giuseppe Dentice, analista Nord Africa e Medio Oriente per il CeSi.

Radio Vaticana con voi
Radio Vaticana con Voi 08.11.2024

Radio Vaticana con voi

Play Episode Listen Later Nov 7, 2024 49:00


Intrattenimento e informazione, musica e cultura: tutto questo è Radio Vaticana con Voi! Anche oggi 4 ore insieme per iniziare la giornata con numerosi ospiti! Protagonisti gli ascoltatori, come ogni giorno! Intervenite in diretta via WhatsApp al numero 335 1243 722 Gli ospiti di oggi in ordine di presenza: Giovanna del Giudice, psichiatra, presidente associazione Conferenza Salute Mentale Franco Basaglia; Alessia Trost, altista; Andrea Ceccarelli, direttore tecnico delle Fiamme Gialle; Giuseppe Dentice, responsabile desk Medio oriente e Nord Africa del CeSI, Centro Studi Internazionali; Neri Marcorè, attore, regista, conduttore televisivo e radiofonico; Costanza Miriano, giornalista; Monica Marini, organizzatrice "Monastero Wi-Fi". Conducono Andrea De Angelis e Silvia Giovanrosa A cura di Andrea De Angelis e Silvia Giovanrosa Hanno collaborato le colleghe ed i colleghi Marco Guerra, Roberto Paglialonga, Olivier Bonnel, Benedetta Capelli e Fabio Colagrande Tecnici del suono Gabriele Di Domenico, Patrizio Ciprari e Bruno Orti

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Israele continua a bombardare il Libano. Mezzo milioni di sfollati. L'azione di terra è vicina | 26/09/2024 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Sep 26, 2024 2:26


Israele continua a bombardare il Libano. L'azione di terra è vicina. Non si ferma il conflitto tra Israele e Hezbollah nel sud del Libano. Il governo libanese ha aggiornato il bilancio delle vittime di mercoledì, che si aggiungono alle centinaia dei giorni precedenti: 51 morti, centinaia di feriti. Il capo dell'esercito israeliano ha detto ai soldati di prepararsi per un “possibile ingresso” in Libano. “Dobbiamo essere molto pronti a entrare in azione e invadere“, ha affermato il comandante delle Idf per il nord, il generale Uri Gordon. Anche il capo di Stato maggiore Herzi Halevi conferma l'opzione dell'invasione di terra. Il premier Benjamin Netanyahu ha dato il via libera ai colloqui con gli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nel Paese: Washington, però, non parla direttamente con Hezbollah, quindi i contatti saranno indiretti attraverso i governo libanese, francese e di altri Paesi europei. Gli Stati Uniti esprimono preoccupazione per un allargamento del conflitto: “Una guerra su vasta scala in Medio Oriente è possibile, ma io credo ancora che si possa arrivare a un accordo che cambi tutta la regione”, ha detto Joe Biden.  Mezzo milioni di sfollati.  Secondo il ministero degli Esteri di Beirut gli sfollati “sono mezzo milione“. Per l'Onu il loro numero si aggira attorno ai novantamila. Rula Amin, portavoce per il Medioriente e il Nord Africa dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati ha riferito che migliaia di persone sono fuggite attraversando il confine con la Siria. Le famiglie arrivano in autobus e in auto, ma viaggiano anche a piedi. Folle di persone, molte delle quali sono donne, bambini piccoli e persino neonati, continuano ad attendere di poter entrare. Molti dovranno passare la notte all'aperto aspettando il loro turno. L'azione di terra sarà rivolta solo apparentemente contro i miliziani di Hezbollah, ma il vero obiettivo sono come sempre o civili, gli sfollati, in un  dramma senza fine e senza una soluzione almeno momentanea.  ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Israele continua a bombardare il Libano. Mezzo milioni di sfollati. L'azione di terra è vicina | 26/09/2024 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Sep 26, 2024 2:26


Israele continua a bombardare il Libano. L'azione di terra è vicina. Non si ferma il conflitto tra Israele e Hezbollah nel sud del Libano. Il governo libanese ha aggiornato il bilancio delle vittime di mercoledì, che si aggiungono alle centinaia dei giorni precedenti: 51 morti, centinaia di feriti. Il capo dell'esercito israeliano ha detto ai soldati di prepararsi per un “possibile ingresso” in Libano. “Dobbiamo essere molto pronti a entrare in azione e invadere“, ha affermato il comandante delle Idf per il nord, il generale Uri Gordon. Anche il capo di Stato maggiore Herzi Halevi conferma l'opzione dell'invasione di terra. Il premier Benjamin Netanyahu ha dato il via libera ai colloqui con gli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nel Paese: Washington, però, non parla direttamente con Hezbollah, quindi i contatti saranno indiretti attraverso i governo libanese, francese e di altri Paesi europei. Gli Stati Uniti esprimono preoccupazione per un allargamento del conflitto: “Una guerra su vasta scala in Medio Oriente è possibile, ma io credo ancora che si possa arrivare a un accordo che cambi tutta la regione”, ha detto Joe Biden.  Mezzo milioni di sfollati.  Secondo il ministero degli Esteri di Beirut gli sfollati “sono mezzo milione“. Per l'Onu il loro numero si aggira attorno ai novantamila. Rula Amin, portavoce per il Medioriente e il Nord Africa dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati ha riferito che migliaia di persone sono fuggite attraversando il confine con la Siria. Le famiglie arrivano in autobus e in auto, ma viaggiano anche a piedi. Folle di persone, molte delle quali sono donne, bambini piccoli e persino neonati, continuano ad attendere di poter entrare. Molti dovranno passare la notte all'aperto aspettando il loro turno. L'azione di terra sarà rivolta solo apparentemente contro i miliziani di Hezbollah, ma il vero obiettivo sono come sempre o civili, gli sfollati, in un  dramma senza fine e senza una soluzione almeno momentanea.  ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it

Uacanda
Summit Cina Africa, come Xi guadagna il sostegno di un continente

Uacanda

Play Episode Listen Later Sep 12, 2024 10:39


Cina Africa: L'analisi di Paolo Raimondi, economista ed esperto di rapporti sino africani Elezioni Algeria, Tebboune si auto riconferma, ma così non può durare: Ci spiega perché Nadia Addezio, giornalista esperta di Nordafrica

Il ricatto di Putin
In Nordafrica non si parli soltanto russo - Jean Valjean

Il ricatto di Putin

Play Episode Listen Later May 21, 2024 1:25


Din don. Suona la campana e i suoi rintocchi sono un memento non rinviabile: che l'Occcidente si svegli.

il posto delle parole
Ernesto Dezza "Il frutto proibito" Food & Science Festival

il posto delle parole

Play Episode Listen Later May 14, 2024 17:55


Ernesto Dezza"Il frutto proibito"Food & Science Festivalwww.foodsciencefestival.itDomenica 19 maggio 2024, ore 11:45Mantova, Palazzo della RagioneIl frutto proibitoUna riflessione antropologica e filosofica sul ciboNiente è più a portata di mano di un frutto. Niente è più facile da mangiare di un frutto. Perché dovrebbero esserci dei frutti proibiti? Quale limite indicano? Si tratta di un limite che va rispettato o attraversato?Dalla mela dell'Eden a una ciliegia della Svizzera, passando attraverso le pere del Nord Africa e l'uva di Assisi, saremo accompagnati in un viaggio letterario attraverso quattro episodi eloquenti di una storia gustosa e affascinante, per cogliere, nei frutti proibiti, il senso della vita umana.Ernesto Dezza è docente straordinario di Storia della filosofia medievale presso la Pontificia Università Antonianum e docente a contratto di Teologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica, a Roma. Le sue ricerche vertono principalmente sul pensiero dei maestri francescani della Scolastica medievale, in particolare su Giovanni Duns Scoto, di cui ha anche curato la traduzione in italiano di alcuni testi. Tra le sue pubblicazioni: “Pro statu isto”: l'appello dell'uomo all'infinito, a cura di A. Ghisalberti - E. Dezza, EBF, Milano, 2010; La dottrina della creazione in Giovanni Duns Scoto, Edizioni Antonianum, Roma, 2016; E. Dezza - A. Nannini - D. Riserbato, Intorno al futuro. Volontà e contingenza secondo Duns Scoto. Introduzione, testo e traduzione di Lectura I, d. 39, Edizioni Antonianum, Roma, 2023.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

ANSA Voice Daily
RASSEGNA STAMPA | La Ue taglia le stime di crescita, spettro manovra correttiva

ANSA Voice Daily

Play Episode Listen Later Feb 16, 2024 13:22


L'affondo della Cei, accordo con l'Albania soldi buttati Tajani, “no ben spesi”. Meloni, modello Caivano per Nord Africa.

24 Mattino - Le interviste
La memoria e la guerra

24 Mattino - Le interviste

Play Episode Listen Later Jan 26, 2024


Il 27 gennaio si ricorda la giornata della Memoria della shoah. Quest'anno la ricorrenza assume una valore particolare dopo gli attacchi del 7 ottobre e la risposta militare di Israele ancora in corso che ha provocato anche un rigurgito dell'antisemitismo.Ne parliamo con David Parenzo e Lorenzo Kamel, docente di Storia globale e Storia del Medio Oriente e del Nord Africa all'Università di Torino.

24 Mattino
La giornata in 24 minuti del 9 gennaio

24 Mattino

Play Episode Listen Later Jan 9, 2024


L'apertura di giornata con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti. Sono giorni di tensione altissima al confine tra Israele e Libano con la comunità internazionale è sempre più preoccupata dal nuovo fronte della crisi mediorientale. Ne parliamo con Mattia Serra, analista ISPI per l’area Medio Oriente e Nord Africa.

il posto delle parole
Roberto Mutti "Robert Capa. Retrospettiva"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Jan 8, 2024 23:47


Roberto Mutti"Robert Capa. Retrospettiva"Mostra a Riccione, fino al 1° aprile 2024La stagione espositiva di Villa Mussolini prosegue con la mostra retrospettiva dedicata a Robert Capa, il più grande fotoreporter del XX secolo, fondatore, nel 1947, dell'agenzia Magnum Photos, con Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David Seymour e William Vandiver. La rassegna, visitabile fino all'1 aprile 2024, presenta più di 100 immagini in bianco e nero che documentano i maggiori conflitti del Novecento, di cui Capa è stato testimone oculare, dal 1936 al 1954, anno della sua morte in Indocina, calpestando una mina antiuomo. “Se la tendenza della guerra – osserva Richard Whelan, biografo e studioso di Capa – è quella di disumanizzare, la strategia di Capa fu quella di ri-personalizzare la guerra registrando singoli gesti ed espressioni del viso”. Come scrisse il suo amico John Steinbeck, Capa “sapeva di non poter fotografare la guerra, perché è soprattutto un'emozione”. Ma è riuscito a fotografare quell'emozione conoscendola da vicino, mostrando l'orrore di un intero popolo attraverso un bambino”. Eliminando le barriere tra fotografo e soggetto, le sue opere raccontano la sofferenza, la miseria, il caos e la crudeltà della guerra. Gli scatti, divenuti iconici – basti pensare alla foto forse più famosa del miliziano ucciso nella guerra civile spagnola o alle uniche fotografie (professionali) dello sbarco in Normandia delle truppe americane, il 6 giugno 1944 – ritraggono cinque grandi conflitti mondiali del XX secolo, di cui Capa è stato testimone oculare. I suoi scatti sono tanto più attuali oggi, in relazione con i più recenti e drammatici avvenimenti internazionali. Un'ampia sezione è dedicata alle foto scattate in Italia nel 1943/44, a seguito degli alleati, dallo sbarco in Sicilia fino a Napoli e Cassino. In mostra sono presentate inoltre alcune foto dei suoi viaggi in Cina nel 1938, nella Germania postbellica, in Unione Sovietica, in particolare in Ucraina, e in Israele. Ascolta la conversazione con il curatore della mostra, Roberto MuttiLa mostra presenta anche l'altra faccia di Robert Capa, con una sezione dedicata ai suoi amici, nella quale emerge la sua vitalità, la sua capacità di trasmettere e condividere un senso di euforia interiore. Molti suoi amici erano scrittori e cineasti americani come Hemingway e John Huston, ma non mancavano artisti come Picasso e comunque la famiglia allargata dei fotografi Magnum. La rassegna è articolata in 13 sezioni e comprende, in apertura, un omaggio a "Gerda Taro" con cui Robert Capa ebbe una relazione molto intensa. Un cammeo di tre scatti: un ritratto di Gerda, uno di Robert e un loro “doppio ritratto”, un modo per documentare la loro straordinaria vicenda umana. A seguire Copenhagen 1932, Francia 1936-1939, Spagna 1936-1939, Cina 1938, Gran Bretagna e Nord Africa 1941 – 1943, Italia 1943 – 1944, Francia 1944, Germania 1945, Europa orientale 1947, Israele 1948-1950, Indocina 1954, infine una sezione dedicata ai ritratti di amici e artisti come Gary Cooper, Ernest Hemingway, Ingrid Bergman, Pablo Picasso, Henri Matisse, Truman Capote, John Huston, William Faulkner e John Steinbeck. La rassegna è promossa dal Comune di Riccione ed è organizzata da Civita Mostre Cultura in collaborazione con Magnum Photos e Rjma Progetti Culturali. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.

Storia in Podcast
Tredici presidenti per raccontare l'America: Thomas Jefferson - Prima parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Dec 23, 2023 24:50


Tredici presidenti – la vita, l'azione di governo, l'impatto che hanno avuto sull'America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi.Seconda puntata dedicata al terzo presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, che tenne la presidenza per due mandati tra il marzo 1801 e il marzo 1809 (allora e per molto tempo ancora, infatti, i presidenti entravano in carica quattro mesi dopo l'elezione, che com'è noto si tiene sempre a inizio novembre).Thomas Jefferson nasce il 13 aprile 1743 in Virginia. Al contrario di Washington, Jefferson è il rampollo esemplare della società più ricca e colta del tempo in Nord America. Nel corso della sua vita fu avvocato, architetto, filosofo, diplomatico, e aveva conoscenze di botanica, di agronomia, conosceva francese, greco e latino, sapeva suonare il violino. Dopo essere stato governatore della Virginia e membro del Congresso confederale, Jefferson fu ministro plenipotenziario in Francia e primo Segretario di Stato degli Stati Uniti con Washington.Dopo una campagna elettorale che non avrebbe nulla da invidiare a quelle più recenti in fatto di asprezza e polarizzazione, Jefferson diventa presidente e si insedia a Washington (la nuova capitale, inaugurata da lui).I suoi due mandati sono ricordati soprattutto per l'espansione a ovest grazie all'acquisto della Louisiana, un'operazione che raddoppiò il territorio degli USA ma accelerò anche il processo di sradicamento ed espropriazione delle nazioni dei nativi; per una breve guerra coi pirati berberi e arabi del Nord Africa, fra l'altro la prima guerra estera degli Stati Uniti; per un embargo commerciale su due imperi (Gran Bretagna e Francia) che ebbe terribili risultati sul piano economico e di sicurezza (prodromi della guerra del '12) ma permise anche al governo federale di estendere le proprie competenze e, infine, incredibilmente, per un'insurrezione, più grottesca che pericolosa a dire il vero, da parte del suo stesso ex vice-presidente, Aaron Burr.https://storiainpodcast.focus.it - Canale PersonaggiA cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
Tredici presidenti per raccontare l'America: Thomas Jefferson - Seconda parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Dec 23, 2023 25:10


Tredici presidenti – la vita, l'azione di governo, l'impatto che hanno avuto sull'America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi.Seconda puntata dedicata al terzo presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, che tenne la presidenza per due mandati tra il marzo 1801 e il marzo 1809 (allora e per molto tempo ancora, infatti, i presidenti entravano in carica quattro mesi dopo l'elezione, che com'è noto si tiene sempre a inizio novembre).Thomas Jefferson nasce il 13 aprile 1743 in Virginia. Al contrario di Washington, Jefferson è il rampollo esemplare della società più ricca e colta del tempo in Nord America. Nel corso della sua vita fu avvocato, architetto, filosofo, diplomatico, e aveva conoscenze di botanica, di agronomia, conosceva francese, greco e latino, sapeva suonare il violino. Dopo essere stato governatore della Virginia e membro del Congresso confederale, Jefferson fu ministro plenipotenziario in Francia e primo Segretario di Stato degli Stati Uniti con Washington.Dopo una campagna elettorale che non avrebbe nulla da invidiare a quelle più recenti in fatto di asprezza e polarizzazione, Jefferson diventa presidente e si insedia a Washington (la nuova capitale, inaugurata da lui).I suoi due mandati sono ricordati soprattutto per l'espansione a ovest grazie all'acquisto della Louisiana, un'operazione che raddoppiò il territorio degli USA ma accelerò anche il processo di sradicamento ed espropriazione delle nazioni dei nativi; per una breve guerra coi pirati berberi e arabi del Nord Africa, fra l'altro la prima guerra estera degli Stati Uniti; per un embargo commerciale su due imperi (Gran Bretagna e Francia) che ebbe terribili risultati sul piano economico e di sicurezza (prodromi della guerra del '12) ma permise anche al governo federale di estendere le proprie competenze e, infine, incredibilmente, per un'insurrezione, più grottesca che pericolosa a dire il vero, da parte del suo stesso ex vice-presidente, Aaron Burr.https://storiainpodcast.focus.it - Canale PersonaggiA cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
Tredici presidenti per raccontare l'America: Thomas Jefferson - Terza parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Dec 23, 2023 28:44


Tredici presidenti – la vita, l'azione di governo, l'impatto che hanno avuto sull'America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi.Seconda puntata dedicata al terzo presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, che tenne la presidenza per due mandati tra il marzo 1801 e il marzo 1809 (allora e per molto tempo ancora, infatti, i presidenti entravano in carica quattro mesi dopo l'elezione, che com'è noto si tiene sempre a inizio novembre).Thomas Jefferson nasce il 13 aprile 1743 in Virginia. Al contrario di Washington, Jefferson è il rampollo esemplare della società più ricca e colta del tempo in Nord America. Nel corso della sua vita fu avvocato, architetto, filosofo, diplomatico, e aveva conoscenze di botanica, di agronomia, conosceva francese, greco e latino, sapeva suonare il violino. Dopo essere stato governatore della Virginia e membro del Congresso confederale, Jefferson fu ministro plenipotenziario in Francia e primo Segretario di Stato degli Stati Uniti con Washington.Dopo una campagna elettorale che non avrebbe nulla da invidiare a quelle più recenti in fatto di asprezza e polarizzazione, Jefferson diventa presidente e si insedia a Washington (la nuova capitale, inaugurata da lui).I suoi due mandati sono ricordati soprattutto per l'espansione a ovest grazie all'acquisto della Louisiana, un'operazione che raddoppiò il territorio degli USA ma accelerò anche il processo di sradicamento ed espropriazione delle nazioni dei nativi; per una breve guerra coi pirati berberi e arabi del Nord Africa, fra l'altro la prima guerra estera degli Stati Uniti; per un embargo commerciale su due imperi (Gran Bretagna e Francia) che ebbe terribili risultati sul piano economico e di sicurezza (prodromi della guerra del '12) ma permise anche al governo federale di estendere le proprie competenze e, infine, incredibilmente, per un'insurrezione, più grottesca che pericolosa a dire il vero, da parte del suo stesso ex vice-presidente, Aaron Burr.https://storiainpodcast.focus.it - Canale PersonaggiA cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Effetto notte le notizie in 60 minuti
Aperto il varco di Rafah: centinaia di civili lasciano Gaza

Effetto notte le notizie in 60 minuti

Play Episode Listen Later Nov 1, 2023


Per la prima volta dall'inizio della guerra, più di 300 civili hanno attraversato il varco di Rafah. Il racconto della giornata con Nello Del Gatto, giornalista e analista per Radio 24 da Gerusalemme. Insieme a noi poi Claudio Bertolotti, ricercatore associato ISPI area Medio Oriente e Nord Africa.La telefonata fra la Presidente del Consiglio e due comici russi. Il commento di Antonio Polito, Vicedirettore de Il Corriere della Sera.Serata di Coppa Italia. Sentiamo il nostro Dario Ricci.

Effetto notte le notizie in 60 minuti
Biden a Tel Aviv: "Gli Stati Uniti sono al vostro fianco"

Effetto notte le notizie in 60 minuti

Play Episode Listen Later Oct 18, 2023


Oggi il presidente statunitense Joe Biden è arrivato a Tel Aviv, dove ha confermato il sostegno a Israele e ha affermato che "Hamas non rappresenta tutto il popolo palestinese". Nel frattempo, Israele e Hamas si accusano a vicenda dell'esplosione di un razzo sull'ospedale di Gaza. Ci aggiorna Nello Del Gatto, giornalista e analista per Radio 24 da Gerusalemme. Con noi poi anche Mattia Serra, analista ISPI per l’area Medio Oriente e Nord Africa.Il caso Calcioscommesse accende anche la politica. Ci spiega tutto il nostro Dario Ricci.

il posto delle parole
Gabriele Del Grande "Il secolo mobile"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Oct 15, 2023 18:25


Gabriele Del Grande"Il secolo mobile"Mondadori Editorewww.mondadori.itCent'anni fa non esistevano passaporti, si viaggiava senza permessi né lasciapassare. Oggi, al contrario, il regime dei visti di Schengen vieta di entrare in Europa alla maggior parte dell'umanità: ovvero ai ceti poveri e prevalentemente non bianchi dei paesi a medio e basso reddito di Africa, Asia e Caraibi. Ai loro emigranti, respinti dai consolati, non resta che imbarcarsi di contrabbando dai porti franchi del Nord Africa e della Turchia.È così che negli ultimi trent'anni hanno attraversato il Mediterraneo tre milioni e mezzo di viaggiatori senza visto, mentre i corpi di altri cinquantamila giacciono tuttora sul fondo del mare mangiati dai pesci. Come siamo arrivati fin qui? E soprattutto, come ne usciremo?Con il rigore dello storico e il piglio del narratore, Gabriele Del Grande scrive la prima storia dell'immigrazione illegale in Europa. Una storia che spazia dallo sbarco delle truppe africane a Marsiglia nel 1914 fino alla crisi delle ONG a Lampedusa, passando per la stagione della libera circolazione con le ex colonie, il divieto di espatrio dal blocco comunista, i riots razzisti nelle capitali europee, la messa al bando dell'immigrazione non bianca, il crollo del muro di Berlino, il doppio cortocircuito dell'asilo e dei ricongiungimenti familiari e la stretta sui visti che dal 1991 alimenta il mercato nero dei viaggi.Nella sua ricostruzione Del Grande non perde di vista il contesto globale della decolonizzazione, della segregazione razziale oltreoceano, della guerra fredda, dell'ascesa dei movimenti islamisti, del ritorno della Cina e dell'India sulla scena mondiale e del boom demografico – e in prospettiva economico – dell'Africa.Il risultato è una narrazione avvincente, che intreccia le vicende dell'immigrazione con quelle dell'emigrazione e, al contempo, contrappone ai fantasmi del passato suprematista euro-atlantico uno sguardo cautamente ottimista sul futuro. Porre fine agli sbarchi e ai naufragi, infatti, è possibile. Prima però è necessario rimuovere l'ultima invisibile linea del colore. Quella dell'apartheid alla frontiera.Gabriele Del Grande ha lavorato per oltre dieci anni come reporter sul tema delle migrazioni tra Africa e Europa. Nel 2006 ha creato il primo osservatorio sulle vittime della frontiera, Fortress Europe. Da allora ha condotto ricerche in una trentina di paesi tra le due sponde del Mediterraneo e il Sahel, realizzando numerosi reportage per la stampa italiana e internazionale. È co-regista del film Io sto con la sposa (2014) e autore di diversi libri, tradotti anche in spagnolo e in tedesco. Per Mondadori ha pubblicato Dawla. La storia dello Stato islamico raccontata dai suoi disertori (2018).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement

Effetto giorno le notizie in 60 minuti
Covid, guerre, incertezza: è boom di malattie mentali

Effetto giorno le notizie in 60 minuti

Play Episode Listen Later Oct 10, 2023


Continua l'azione di Israele sulla striscia di Gaza attacchi nella notte. Ieri sera colloquio tra Biden e alcuni leader europei che hanno ribadito "fermo sostegno a Israele e condanna di Hamas”. Le ultime sul conflitto con Mattia Serra, analista ISPI per l’area Medio Oriente e Nord Africa. Il Fondo monetario internazionale taglia le stime del Pil italiano: +0,7% nel 2023. Questo e gli altri temi del dossier economico di giornata con Alberto Orioli, vicedirettore vicario del Sole 24 Ore.Oggi la Giornata mondiale della salute mentale. La Società Italiana di Psichiatria lancia l’allarme: anche questa è una pandemia. Sentiamo il vicepresidente prof. Antonio Vita, ordinario di psichiatria all’Università di Brescia e vicepresidente della Società Italiana di Psichiatria.

il posto delle parole
Sergio Ariotti "Festival delle Colline Torinesi"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Oct 9, 2023 9:53


Sergio Ariotti"Festival delle Colline Torinesi"Il 14 ottobre al via il Festival delle Colline Torinesi Martedì 10 anteprima del Festival e della stagione TPE conBirds o l'impeccabile armonia del caso del Mulino di Amleto 5 prime, 6 produzioni, 16 spettacoli, 26 giorni, 41 reciteIl Festival ventottoIl Festival delle Colline Torinesi - Torino Creazione Contemporanea torna dal 14 ottobre al 5 novembre 2023, con un'anteprima il 10 ottobre. La storica rassegna teatrale, sempre organizzata dalla TPE - Teatro Astra, propone un'edizione di ampio respiro che può contare su 5 prime, 6 produzioni, 16 spettacoli, 26 giorni di programmazione e 41 recite. Continua il percorso del festival di teatro contemporaneo d'autunnoIl Festival delle Colline Torinesi prosegue, per il terzo anno, il suo nuovo cammino di festival d'autunno ribadendo il rapporto con la creazione contemporanea anche grazie alla partnership progettuale con la Fondazione Merz, nei cui spazi, specie durante la settimana di ContemporaryArt, avranno luogo appuntamenti di teatro più sperimentale. L'anteprimaIl 10 ottobre andrà in scena Birds o l'impeccabile armonia del caso del Mulino di Amleto, anteprima del Festival e della stagione TPE nell'ambito del Libano paese ospite. Potente e lacerante, il capolavoro di Wajdi Mouawad, tradotto in italiano per la prima assoluta diretta da Marco Lorenzi, racconta la storia d'amore tra Eitan, giovane di origine israeliana, e Wahida, ragazza di origine araba, in una realtà storica fatta di conflitti, dolore, odi, attentati. La produzione è sostenuta nell'ambito del bando “ART~WAVES. Per la creatività, dall'idea alla scena” della Fondazione Compagnia di San Paolo. Il temaConfini-sconfinamenti è il tema dell'ultimo anno di un triennio. Fa riferimento al confine geografico, che viene superato in caso di migrazione, di fuga dal proprio paese. Esuli, profughi, migranti, rifugiati, espatriati, sono termini, quasi equivalenti, che vengono spesso adoperati per identificare persone che hanno lasciato il loro paese d'origine, varcato uno o più confini, a seguito di guerre, calamità, persecuzioni. L'espatrio, come necessità individuale o collettiva, è antico come il mondo, ma nel ventesimo e ventunesimo secolo ha assunto caratteristiche ben precise, correlate, ad esempio, all'avvento di dittature o a sommovimenti politici. Ondate migratorie sono nate dopo la rivoluzione russa del 1917, con il fascismo, il nazismo (dalla presa di potere di Hitler fino al 1946), il franchismo. Per altre ragioni ci sono stati esodi dall'Europa verso l'America, dettati prevalentemente dalla povertà e mancanza di lavoro, e oggi, per motivi più complessi, tra le Americhe, dal Nord Africa verso l'Europa, con protagonista lo sventurato popolo dei barconi. Da non dimenticare la fuga dall'Ucraina pari ormai a quelle della Seconda Guerra Mondiale. Sconfinamenti sono anche quelli tra i linguaggi artistici. Il Paese ospiteIl Libano è il paese ospite del Festival '23 e Lina Majdalanie e Rabih Mroué sono i protagonisti della monografia d'artista ‘23.Lo spettacolo inaugurale Hartāqat, di Lina e Rabih, una sorta di manifesto dell'edizione 2023, propone tre racconti di sconfinamenti. Dalla Palestina verso il Libano di Izdihar, dal Libano verso altri paesi, dalla propria obbligata identità di genere ad altra. Viene evocata anche Hannah Arendt, intellettuale ebrea, allieva di Heidegger, fuggita dalla Germania nazista alla volta di Parigi e degli USA, testimone come giornalista del processo Eichmann, autrice di un fondamentale saggio, ristampato, recentemente da Einaudi, Noi rifugiati. Lina Majdalanie lo ricorda nello spettacolo presentato in prima nazionale. “Sembra che nessuno voglia sapere che la storia contemporanea ha creato una nuova specie di esseri umani: quelli che vengono messi nei campi di concentramento dai loro nemici e e nei campi di internamento dai loro amici”. (Hanna Arendt, Noi rifugiati, Einaudi, 2022).A completare la vetrina del “paese ospite” ci saranno ancora Lina Majdalanie e Rabih Mroué con una videoinstallazione dedicata alla fotografia alla Fondazione Merz, Second Look, sempre in prima nazionale. La fugaLa fuga verso l'Europa c'è in Blind Runner. Percorrere di corsa il tunnel della Manica per raggiungere l'Inghilterra. È il proposito di due fuggiaschi dall'Iran, marito e moglie. Lei finisce in prigione, ma i due non smettono di allenarsi. Regista: Amir Reza Koohestani, iraniano. In La Isla di Agrupaciòn Senor Serrano e in Frankenstein (A Love Story) di Motus si narra invece una fuga immateriale dalla condizione umana. Uno sconfinamento verso il mondo dell'intelligenza artificiale, dove superare le divisioni o uno sconfinamento, magari mostruoso, quello creato dalle pagine di Mary Shelley, con il ricomporsi di parti di esseri umani. La madre dell'autrice era morta drammaticamente. Mary vuole vendicarsi sulla morte. Infine una fuga nel linguaggio dei segni c'è in Urla silenziose di Tedacà, uno spettacolo sulla falsariga della vita di un'attrice sorda, Emmanuelle Laborit, Premio Molière.Passage, conversazione con alcuni posteri, uno spettacolo itinerante da pagine di Walter Benjamin, interpretato da Paolo Musio in Galleria Subalpina, celebra la complessità intellettuale di un famoso esule del novecento. In fuga dall'incubo nazista, Walter Benjamin giunge a Parigi il 18 marzo 1933. Non tornerà più in Germania. Concluderà suicida la sua vita di esiliato a Port Bou in Spagna, nel 1940. Passage evoca i passages e la Biblioteca Nazionale di Parigi, il buon rifugio di Benjamin.Tra i tanti termini che integrano quello di migrante c'è anche perseguitato. Non siete stati ancora sconfitti è un libro di Alaa Abd el-Fattah, scrittore e blogger, vittima di una spietata persecuzione giudiziaria. In Egitto. Uno sciopero della fame gli ha fatto rischiare la vita. Fa una lettura scenica, di questo libro, Massimiliano Speziani, lo zio Vanja nel prossimo spettacolo di Leonardo Lidi. La lettura scenica ha debuttato a Palermo negli spazi dello ZACentrale.Una riga nera al piano di sopra, in ricordo dei fuggiaschi dal Polesine, è infine un testo scritto e interpretato da Matilde Vigna. I confini fra le artiConfini-sconfinamenti fa riferimento anche, come detto, al confine tra le arti, teatro e arte e questi sconfinamenti saranno ospitati alla Fondazione Merz con cui continua una felice esperienza di co-progettazione. Ashes di Muta Imago, ad esempio, allestito negli spazi espositivi della Fondazione, è l'esplorazione dei suoni come frammenti di memoria. Il segno d'artista del festival, quest'anno, è di Mario Merz: il particolare di un igloo con la scritta My Home's Wind. Un riferimento consono all'idea di fuga, a una casa provvisoria, all'essere una particella dell'universo. L'omaggio a Romeo CastellucciChe cosa si lasciano dietro i migranti? Spesso guerre e totalitarismi. Il nazismo nel caso di Arendt e Benjamin. In Il Terzo Reich di Romeo Castellucci, vengono proposte le parole del potere con probabile allusione proprio al nazismo. I suoni sono di Scott Gibbons. Un progetto speciale del Festival in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino, e la Fondazione Merz. Il valore della memoriaAl dovere di ricordare fanno riferimento alcuni spettacoli del Festival '23, che hanno nelle nonne grandi protagoniste. Oltre a Izdihar, una nonna che dalla Palestina fugge in Libano in Hartāqat, c'è la nonna di Sergi Casero Nieto in El pacto del olvido che invita a ricordare gli anni del franchismo, della guerra civile spagnola, e c'è una nonna di decisiva importanza drammaturgica in Birds.La memoria irrompe a teatro anche nello spettacolo Con la carabina di Licia Lanera, da un dramma di Pauline Peyrade che ha recentemente vinto il Premio Ubu quale miglior testo straniero.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement

Storia d'Italia
Siracusa capitale (663-672), ep. 145

Storia d'Italia

Play Episode Listen Later Sep 18, 2023 63:38


Con Costante II, Siracusa è al centro di una rete di eventi che vanno dal Nordafrica alla frontiera del Tauro, da Costantinopoli a Ravenna. Per la città siciliana, non è una primavera destinata a durare.---Vi ricordo che è uscito l'audiolibro di "Il miglior nemico di Roma". Lo trovate qui: https://amzn.to/3EGepLG---Per acquistare le borracce "Airup" con uno sconto del 10% cliccate su questo link https://airup.link/461L8qs (fino al 31/10/2023)---Per acquistare i miei libri:IL MIGLIOR NEMICO DI ROMA: https://amzn.to/3DG9FG5PER UN PUGNO DI BARBARI: https://amzn.to/3l79z3u---Ti piace il podcast? Sostienilo, accedendo all'episodio premium, al canale su telegram, alla citazione nel podcast, alle première degli episodi e molto altro ancora:Patreon: https://www.patreon.com/italiastoriaTipeee: https://it.tipeee.com/storia-ditaliaPer una donazione: https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/---►Informazioni sui miei libri "Per un pugno di barbari" e "Il miglior nemico di Roma":https://italiastoria.com/libro/►Registrarsi alla mia mailing list:https://italiastoria.com/mailing-list/►Trascrizioni episodi, mappe, recensioni, genealogie:https://italiastoria.com/►FacebookPagina: https://www.facebook.com/italiastoriaGruppo: https://www.facebook.com/groups/italiastoria►Instagramhttps://www.instagram.com/italiastoria/►Twitterhttps://twitter.com/ItaliaStoria►YouTube:https://www.youtube.com/channel/UCzPIENUr6-S0UMJzREn9U5Q►Contattami per commenti, idee e proposte di collaborazione:info@italiastoria.com---Musiche di Riccardo Santatohttps://www.youtube.com/user/sanric77---Livello Giuseppe Verdi: Massimiliano Pastore e Mauro SamaratiLivello Dante Alighieri: Musu Meci, Marco il Nero, Massimo Ciampiconi, Mike Lombardi, David l'Apostata, Luca Baccaro, Guglielmo de martino, Daniele Farina e Daniele Traficante, Andrea Franco, Dorel Jordache, Il Bone, Frazemo, Andrea Dago e Emanuele Belotti Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.

Nessun luogo è lontano
Il terremoto in Marocco è anche politico: la diplomazia degli aiuti si incrina

Nessun luogo è lontano

Play Episode Listen Later Sep 11, 2023


Facciamo il punto sul sisma che ha colpito le province di al-Haouz, Marrakech, Ouarzazate, Azilal, Chichaoua e Taroudant con Tommaso Della Longa, portavoce della Federazione Internazionale di Croce Rossa, e con Damiano Rizzi, presidente Soleterre, in diretta da Marrakesh.Il Marocco ha annunciato che in questa fase accetterà aiuti solo da Spagna, UK, Emirati Arabi e Qatar, il grande assente è ovviamente la Francia. Che conseguenze avrà questa decisione sulle operazioni di soccorso e sugli equilibri internazionali? Risponde Aldo Liga, Research Fellow del MENA Centre di ISPI, esperto di Nord Africa e Medio Oriente.Modi chiude il G20 e passa il testimone al presidente brasiliano Lula. L'analisi di Arturo Varvelli, direttore della sede romana dell’European Council on Foreign Relations (ECFR Roma).

Globally
Cosa succederebbe se Erdogan perdesse le elezioni?

Globally

Play Episode Listen Later May 11, 2023 21:16


Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti parlano con Valeria Tàlbot, responsabile dell'Osservatorio Medio Oriente e Nord Africa dell'ISPI, delle elezioni in Turchia e di cosa succederebbe se Erdogan non venisse rieletto.Ascolta gli altri podcast di Will su Spotify o Apple Podcast

Il Mondo
In Russia celebrazioni sottotono per la Giornata della vittoria. Dopo dodici anni finisce l'isolamento diplomatico della Siria di Assad.

Il Mondo

Play Episode Listen Later May 9, 2023 23:11


Sulla festa nazionale russa del 9 maggio quest'anno pesa lo stallo militare in Ucraina.La Siria è stata reintegrata nella Lega araba, l'organizzazione che riunisce i paesi del Nordafrica e della penisola araba. Andrea Pipino, editor di Europa di InternazionaleFrancesca Gnetti, editor di Medio oriente di InternazionaleVideo Wagner: https://www.youtube.com/watch?v=bSWrhFf-6mI Intervista a Aboul Gheit: https://www.memri.org/tv/ahmed-aboul-gheit-arab-league-sec-gen-syrias-return-is-inevitableScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.

SBS Italian - SBS in Italiano
L'Italia tende la mano al Nord Africa

SBS Italian - SBS in Italiano

Play Episode Listen Later Mar 17, 2023 8:23


Attiva in Tunisia, Libia, Marocco e Algeria da 30 anni, l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo crea opportunità di crescita economica e culturale nella regione nordafricana.

SBS Italian - SBS in Italiano
Migranti, 30 nuovi dispersi nelle acque libiche

SBS Italian - SBS in Italiano

Play Episode Listen Later Mar 13, 2023 11:02


Secondo il governo italiano sono centinaia di migliaia le persone in attesa di partire dal Nord Africa. Intanto il bilancio parziale delle vittime del naufragio del 26 febbraio scorso sale a 79. È un'emergenza che sta esplodendo o un problema che non è mai stato risolto?