Suggerimenti pratici ed operativi di psicologia dello sviluppo e dell'educazione per genitori ed insegnanti.
Quante volte ci hanno fatto credere che nella vita ci sia una sola scarpetta di cristallo, una sola strada giusta da trovare a tutti i costi?E invece no.La scorsa settimana ti ho raccontato le prime cinque consapevolezze. Oggi voglio condividere le altre, quelle che completano il mio piccolo percorso di riflessione su questi 50 anni.Quali sono le consapevolezze che senti più tue in questo momento della tua vita?P.S. Intanto iscriviti alla mia newsletter per ricevere sconti speciali e contenuti esclusivi per i miei 50 anni: https://www.lapsicologasilvia.it/giratempo
Se una persona sparisce all'improvviso o riappare con un cuoricino, non è casuale: è aggressività passiva.Sai cosa sono il ghosting e l'orbiting? Sono due comportamenti manipolatori molto diffusi, spesso collegati al narcisismo patologico, che possono destabilizzare profondamente chi li subisce.Oggi riprendo un mio podcast di 5 anni fa per parlare di aggressività passiva e di come riconoscerla.La divulgazione e la condivisione di questi temi sono fondamentali per imparare a proteggersi da dinamiche relazionali tossiche e riconoscere certi segnali, anche quando senti qualcuno dire "la mia ex era pazza"...
Ti è mai capitato di sentirti “disconnessa” da te stessa?Nel gruppo La psicologa nel taschino mi è arrivata una domanda che credo possa parlare a molte persone:«Quali strategie usare nel quotidiano per non essere disconnesse e man mano connetterci sempre di più con il nostro corpo e sensazioni profonde? Al di là di un percorso terapeutico, come si può far fronte a questa dissociazione, anche quando magari la noti in un'amica?»È una domanda molto profonda perché la connessione con noi stesse è alla base della salute mentale.Vediamo sette pratiche utili per riconnetterci ogni giorno con il nostro corpo, le nostre sensazioni e la nostra autenticità. Tra grounding, contatto con la natura, rituali creativi e piccoli esercizi sensoriali, possiamo prenderci cura della nostra salute mentale e insegnare queste pratiche anche ai nostri bambini e ragazzi.
Ti pesa l'“occhio di Sauron” degli altri?Nella genitorialità - ma non solo - uno dei problemi più comuni è il fastidio del giudizio altrui.Quello sguardo che critica e sembra dire: “Non si fa così, stai sbagliando”.Oggi condivido tre modi concreti per non farti condizionare troppo.Perché quel “giudice parruccone” che parte dall'esterno, spesso diventa anche il nostro giudice interiore... che è il più severo di tutti.Vedremo come riconoscerlo, ridimensionarlo e alleggerirne il carico.Perché non va mai in vacanza, non si prende un weekend in montagna... e se non lo gestisci, resta sempre lì a stressarti.Alla fine del podcast, quale dei tre modi metterai in pratica per primo?
I fatti di cronaca ci spaventano e spesso, come genitori, ci chiediamo:“Come posso aiutare mio figlio o mia figlia a evitare relazioni tossiche?”In questo podcast del lunedì, ne parliamo in modo chiaro e semplice, perché le relazioni disfunzionali non riguardano solo l'amore, ma anche molte amicizie sbilanciate.Condivido 3 punti di prevenzione relazionale per riconoscere i segnali di allerta, fidarsi della propria bussola interna e capire come continuare a rimanere in connessione con tuo figlio o tua figlia.E tu? Cosa avresti voluto sapere da adolescente per evitare relazioni tossiche?
“Ma insomma, devi sgridarlo di più questo bambino, mettilo in punizione!”“Devi gestirla in modo diverso la tua bimba, perché se adesso gliele dai tutte vinte, ti mangerà in testa quando arriva in adolescenza!”
Farsi ascoltare dai nostri figli, a volte, è una delle imprese più difficili (e frustranti) per un genitore.Vediamo i 3 motivi principali e spesso sottovalutati per cui la comunicazione genitore-figlio non funziona.Ascolta il podcast fine alla fine per capire perché il quarto “fattore-fantasma”, quello che cambia tutto anche se purtroppo non sempre lo vediamo.Quale di queste dinamiche senti più vicina alla tua esperienza?P.S. Se vuoi andare più a fondo, dai un'occhiata alla promo estiva del corso “Perché non mi ascolta”: https://www.lapsicologasilvia.it/perche-non-mi-ascolta
"Mamma, mi annoiooo!""Papà, cosa facciooo?"Quante volte avete sentito queste frasi? La noia non è un problema che dobbiamo sempre risolvere noi genitori. Come non dobbiamo sempre occuparci di riempire il loro tempo.I nostri figli vivono in un mondo saturo di stimoli digitali, ma è proprio nell'assenza di stimoli che nasce la creatività, l'introspezione e la capacità di stare bene con se stessi. E vale anche per noi!E adesso vi chiedo... Ma voi, vi annoiate ogni tanto?Un abbraccio,Silvia
Ti capita di pensare: “Mio figlio adolescente non mi ascolta più e si ribella a ogni cosa che dico! Cosa sto sbagliando?”
Essere genitori significa camminare su un filo sottile: sostenere o giudicare?Sto girando questo podcast in un posto molto rilassante. E mentre sono qui, mi arriva un messaggio da una mamma che mi dice:“Guarda Silvia, io vorrei non essere giudicante nei confronti di mio figlio, ma cosa devo fare quando fa delle scelte che per me sono sbagliate? Non posso dirgli che va bene…”Non è facile trovare una quadra tra dirglielo e lasciar provare.Ed è proprio di questo che parliamo oggi: come educare e guidare i figli senza diventare giudicanti.Fammi sapere cosa ne pensi e quali sono state le situazioni in cui hai avuto più difficoltà nel decidere: lo dico… lo sgrido… non lo sgrido… lascio che faccia le sue prove…
Educare i bambini al gusto non è semplice.
Fine dell'anno scolastico e ogni tanto arriva la domanda delle domande...“Silvia, siamo indecisi se cambiare o no la scuola di nostro figlio per una serie di motivi. Ma come facciamo a decidere?”Perché a volte pensiamo sia la cosa giusta, ma poi diciamo: “E se avessimo problemi anche nella scuola nuova?”.Insomma, è un argomento importante, ma ci sono dei segnali che ci possono aiutare a prendere una decisione.Quali? Ve ne parlo nel podcast del lunedì.P.S. Se avete già affrontato questo passaggio, cosa ha fatto la differenza nella vostra decisione?
Chi ha mai preso una bella orticata da piccolo? ✋Qualche sera fa ho fatto questa domanda a una sala piena di adulti… praticamente tutte le mani alzate.Poi ho chiesto: “E i vostri figli? Si sono mai punti con un'ortica?”. Dieci mani, forse. La puntura dell'ortica.Un ginocchio sbucciato.La partita persa senza che un genitore vada a protestare con l'allenatore.Sono esperienze minime, ma fondamentali perché danno un messaggio chiaro: “Ce la puoi fare anche se fa un po' male”.E questa cosa, nella vita, serve. Serve eccome.Soprattutto quando poi arriveranno le delusioni e le fatiche vere.Nel podcast del lunedì ti racconto tre esperienze che fanno bene, anche se all'inizio sembrano solo scomode.
Ogni tanto vale la pena tornare indietro per riscoprire i contenuti che hanno aiutato tante persone.Questo è uno dei miei primi podcast sull'autostima… di nove anni fa… con una mini introduzione nuova.Con “Back to the Silvia”, vediamo cosa fare per aiutare davvero i bambini a costruire una sana autostima e cosa, invece, sarebbe meglio evitare.Vuoi approfondire? Accedi al videocorso gratuito “L'autostima nei bambini“: https://www.lapsicologasilvia.it/corsogratuitoautostimaIscriviti alla NL gratuita, se ancora non lo hai fatto!https://www.lapsicologasilvia.it/giratempo
Se ci fosse un incantesimo per sentirci più sicuri di noi, più al sicuro anche, e per far sentire al sicuro i bambini e i ragazzi… lo useremmo subito.Ma questo incantesimo non c'è.E la sicurezza è davvero qualcosa di fondamentale per tutti noi.
“Perché a volte sono così dura con i miei figli?”“Perché il mio partner sembra non riuscire a provare empatia, è così freddo e ha degli atteggiamenti davvero bruschi?”Provo a rispondere partendo da una verità psicologica: il meccanismo della dissociazione.Quando da piccoli viviamo momenti di forte paura, specialmente causati da chi avrebbe dovuto proteggerci, può succedere che quella paura venga messa da parte, chiusa in un “cassettino” profondo.È un meccanismo che ci salva nel momento, con un prezzo che si paga in rigidità emotiva.Vediamo perché spesso la durezza non è cattiveria, ma paura mascherata.P.S.: vuoi capire a fondo come la paura plasma le nostre reazioni più dure? Partecipa alla Masterclass online sulla paura, lunedì 26 maggio alle 20:30: l'emozione forse più importante da conoscere, che può bloccarci, impedirci di progredire, ma anche informare su aspetti importantissimi e troppo sottovalutati.
“Che fatica lasciargli questa libertà.”Me lo diceva una mamma, dopo essersi resa conto di quanto sia difficile educare con libertà.Spesso si confonde l'educazione libertaria con il lassismo, ma sono due cose molto diverse.Nel podcast di oggi parliamo di quattro differenze fondamentali tra un'educazione improntata alla libertà e un'educazione lassista.E no, non è vero che se non educhi in modo autoritario allora sei lassista.Avere a cuore la libertà dei nostri bambini e ragazzi non significa lasciarli allo sbando. Significa esserci, con senso e intenzione.
“Ma se lo aiuto… non rischio che non impari mai a farcela da solo?”“E se lo mando dallo psicologo… non diventa dipendente dall'aiuto?”Sono domande che ricevo spesso. E anche oggi ne parlo partendo da una storia vera: una maestra d'infanzia che si è sentita dire: “Non sederti accanto al bambino in crisi, altrimenti lo sentirà come un premio.”Ma aiutare non è premiare.Aiutare è “tenere il sellino della bici” finché il bambino non impara a pedalare da solo.È dare supporto finché non c'è un'autonomia vera.Anche con le emozioni, anche con i compiti o anche in un percorso psicologico.❌ Non serve negare l'aiuto per favorire la crescita.✅ Serve darlo al momento giusto, nel modo giusto e con la giusta intenzione.È questo che sta alla base di una relazione sana.
“Perché urla con me se io cerco solo di aiutarlo?”“Perché mi risponde male? Lo fa apposta?”“Perché si arrabbia proprio con me? Non mi rispetta?”Se ti rivedi in una di queste domande, sei in buona compagnia. E no, non stai sbagliando tutto.Nel podcast di oggi condivido i tre fraintendimenti più comuni tra genitori e figli, visti con gli occhi di entrambi.Perché a volte, dietro una risposta brusca, c'è una richiesta d'aiuto.E dietro la nostra rigidità, c'è solo la paura di non riuscire a fare abbastanza per loro.
Felice come una Pasqua? Non sempre. E va bene così.Spesso nei giorni di festa è come se fossimo obbligati a essere felici.Ma nel podcast di oggi ho deciso di raccontarti una verità semplice, che parte dalla mia stanchezza e da una domanda che tante persone si pongono:“Perché mi sento così giù anche quando sto facendo del mio meglio?”Ci sono genitori che cercano ogni giorno di usare il buon senso. Che si informano, leggono, provano a fare le cose bene… e poi si sentono inadeguati perché non sono perfetti.Ecco, se ti è mai successo di sentirti così, con troppa pressione addosso, sappi che non sei sola e non sei solo.Hai il diritto di scegliere ciò che funziona per te e per la tua famiglia.
«Dire NO non significa avere un brutto carattere.»Quante volte l'hai pensato?Nel mio lavoro, soprattutto con le donne (che sono il 99% delle persone che seguo), mi capita spesso di sentire frasi come:«Sa, dottoressa, ho proprio un brutto carattere…»Ma quando si va a scavare, quel “brutto carattere” è spesso solo il risultato di un NO, di un'opposizione a qualcosa che non funzionava più o di un confine finalmente messo.Oggi parliamo di relazioni sane e di quanto spesso, quando iniziamo a volerle davvero, veniamo etichettate come piantagrane.Ti ritrovi in questa descrizione?Un abbraccio,Silvia
«La teoria la so. È la pratica che mi frega.»Quante volte l'hai pensato?Hai letto libri, articoli, fatto corsi sulla genitorialità, ma poi, quando arriva il momento di mettere in pratica… qualcosa si inceppa.
«È una questione di principio!»Funziona davvero così?
«Come posso aiutare mio figlio nei compiti senza impazzire?»Se anche tu hai provato cosa significa sederti accanto a tuo figlio o tua figlia per studiare… e dopo due minuti hai perso la pazienza, sappi che sei in buona compagnia.Nel podcast di oggi, io e Mattia condividiamo tre suggerimenti pratici per affiancare bambine, bambini, ragazze e ragazzi nello studio senza trasformare quelle ore in una lotta senza fine.
Come si cresce un narcisista?Nel video della settimana scorsa abbiamo parlato di vizi e di quando un bambino diventa bamboccione o troppo viziato.Ma è rimasto in sospeso un tema che fa un po' paura.Se non è il viziare a far crescere un bambino o una bambina narcisista… allora cos'è?La parola narcisista spaventa perché, forse, molte persone hanno incontrato almeno una volta qualcuno con questi tratti e poi, a posteriori, si sono chieste:«Ma non è che quella persona era un narcisista?»Quindi, se non è l'eccesso di cure e attenzioni a creare questo problema, quali errori educativi lo fanno?Proviamo a fare un ragionamento per capire come si sviluppano i tratti narcisistici nell'infanzia e cosa possiamo fare per evitarli.P.S.: attenzione! Non stiamo parlando di un vero e proprio disturbo di personalità, che richiede una diagnosi e un percorso specifico. Qui ci occupiamo di quei tratti narcisistici che possono emergere a livello educativo e che, se trascurati, influenzano profondamente il carattere di un bambino.
"Lo stai viziando troppo!"Quante volte hai sentito questa frase? O magari… quante volte l'hai pensata?Un bambino piccolo accudito troppo o un adolescente che si fa preparare ogni cosa.Ma quando si può davvero parlare di viziare? E quando invece stiamo semplicemente parlando di accudimento?Partiamo da un punto fermo: il problema non è l'eccesso di cura in sé, ma la mancanza di regole e confini quando servono.Dobbiamo fare attenzione al messaggio che passiamo comportandoci in un certo modo e ne parlo proprio nel video di oggi.Hai mai avuto il dubbio di viziare troppo qualcuno? Come hai gestito la situazione?
"Aspetto, aspetto… ma a un certo punto non ce la faccio e alla fine esplodo!"Ti suona familiare?Chiedi a tuo figlio di fare qualcosa, ripeti, insisti… niente. Nessuna reazione.Fino a quando… BOOM!Scatta l'urlo. Quello da genitore esasperato, che rimbomba per tutta la casa.E sul momento sembra che funzioni: magari quello che doveva essere fatto… viene fatto.Ma poi?Il giorno dopo la scena si ripete (o anche prima), come un disco rotto.Ma perché urlare sembra efficace sul momento?E soprattutto: c'è un'alternativa che funzioni davvero?La scienza dice di sì e, come prima cosa, è importante capire cosa succede nel nostro cervello.P.S.: quali situazioni ti portano allo sfinimento?
Hai presente chi sembra muoversi e comportarsi sempre con una marcia in più?Petto in fuori, testa alta, zero dubbi… come se l'autostima fosse il suo superpotere.Ma è proprio così?Avere troppa autostima significa avere una VERA autostima?A volte è solo una corazza, una maschera costruita per proteggersi da insicurezze più profonde.Vediamo perché aprirsi alle altre persone significa mostrare anche le proprie vulnerabilità.P.S.: nella Masterclass di questa sera, lunedì 17 febbraio alle 20:30, affronteremo proprio il tema dell'autostima. Un'ora (più domande), in cui entrerò nel vivo della questione e prenderò una posizione forte. E, se ci sarai, proverai emozioni forti.➡️ https://www.lapsicologasilvia.it/masterclass_autostima
"Ci provo, ma poi mollo!"Quante volte abbiamo iniziato qualcosa con entusiasmo, per poi abbandonare tutto dopo pochissimo tempo?Andare a correre, leggere di più, svegliarsi presto, bere più acqua… tutto sembra semplice in teoria, ma nella pratica?La voglia svanisce, il tempo manca, la fatica si fa sentire e alla fine torniamo alle vecchie abitudini."Ma allora, Silvia, come si fa a creare una buona abitudine e mantenerla nel tempo?"La verità è che il nostro cervello non ama i grandi cambiamenti, ma soprattutto dentro di noi dobbiamo convivere con… la sentinella dello sbatti…Di cosa si tratta?Seguimi in questa camminata per capire come fermare questa sentinella senza che se ne accorga.
Avete presente quella sensazione di sconforto quando il vostro bambino continua a dire "Non voglio andare a scuola!" e voi non sapete proprio cosa fare?
«Provo a comunicare con mio figlio adolescente, ma certe volte sembra una missione impossibile. Si chiude, non parla, o peggio, quando cerco di rispondere ai suoi racconti finisce con un "Ecco, non capisci niente!" e se ne va.»Se ti suona familiare, l'audio di oggi è anche per te.La comunicazione con un adolescente non è mai solo uno scambio di parole, ma una porta verso la connessione emotiva.E indovina? Non sempre ragazze e ragazzi vogliono le nostre soluzioni.Vogliono sentirsi capiti, sostenuti, accettati per quello che sono, anche quando sembrano in un turbinio di emozioni e comportamenti incomprensibili.Perché comunicare con gli adolescenti è così complesso?Proviamo a fare un po' di chiarezza su quello che rappresenta un grande cambiamento.P.S.: Vuoi un esempio concreto? Questa sera ne parlerò in una serata speciale che terrò con mio figlio Mattia, 19 anni, che lavora con gli adolescenti. Insieme vedremo cosa funziona (e cosa no) nella comunicazione con i ragazzi. Sarà la prima di una RASSEGNA ONLINE fatta di Masterclass Tematiche e puoi acquistare il biglietto tramite questo link: https://www.lapsicologasilvia.it/masterclassComunicare con i nostri figli non è una gara a chi ha ragione. È un percorso per costruire insieme un rapporto basato sulla fiducia.Che ne pensi? Fammi sapere nei commenti!
Supportare o risolvere?L'argomento di oggi non riguarda solo la genitorialità, ma la vita di tutti i giorni: l'importanza del supporto emotivo piuttosto che la soluzione immediata dei problemi.Sai quando tuo figlio è frustrato perché il puzzle non combacia? O quando non riesce a ricordare le tabelline?In certi momenti, la nostra inclinazione naturale potrebbe essere quella di fornire una soluzione rapida. Ma quello che i nostri bambini - e spesso anche noi adulti - realmente desideriamo è comprensione, non una risposta immediata.Vediamo perché la nostra vicinanza e il nostro sostegno siano più benefici di qualsiasi soluzione possibile.E tu, hai mai sentito il bisogno di essere ascoltato o ascoltata invece di ricevere una soluzione?
Hai mai sentito parlare della fenicottero economy?È un modo divertente ed efficace per affrontare quei compiti che proprio non ci vanno giù.La motivazione a volte fa le bizze e la dopamina, che ci fa sentire appagati e ricompensati, sembra sparire.Insomma, ci sentiamo come un telefono scarico…Ma cosa c'entrano i fenicotteri in tutto questo?Il fine è quello di motivare una spinta interiore per superare quel possibile senso di avversione iniziale verso quei compiti che non amiamo fare, sia nostri che dei nostri figli, come ad esempio il momento dei compiti scolastici.P.S.: se vuoi un aiuto su come supportare i tuoi figli durante i compiti, segui il webinar che trovi sulla pagina del mio corso IL SALVAPOMERIGGI https://www.lapsicologasilvia.it/ilsalvapomeriggi
"Sono stata una sottona", lo ammetto.Per tanto tempo ho accettato situazioni che non mi andavano bene, credendo di dover compensare il mio carattere "difficile", la mia rabbia, il mio aspetto fisico.Ma sapete cosa ho capito?È proprio inutile camuffarsi o essere più accomodanti pensando così di essere accettati.Spoiler: non funziona.Fino a quando non impareremo ad amare quella parte di noi che rifiutiamo, continueremo a farci andare bene cose che non ci vanno bene e ad accontentarci di ciò che non meritiamo.L'amore, esattamente come l'amicizia, deve essere sempre gratis. Chi ci vuole, ci vorrà così come siamo ❤️
Ogni disciplina scientifica può portare con sé delle idee errate dalle quali discendono una serie di convinzioni e di credenze limitanti.Eh sì, anche nella genitorialità troviamo dei “peccati originali” che condizionano l'approccio educativo da avere con i nostri figli.Cerchiamo di capire come aumentare la nostra consapevolezza ed evitare di imporre le nostre convinzioni. Senza dimenticare che ogni bambino ha le proprie sensibilità e i propri modi di funzionare.Vi parlo di carote, infradito e… di miti da sfatare!Un abbraccio,Silvia
Quando due genitori si lasciano, l'ingresso di un nuovo compagno o di una nuova compagna nella vita dei figli è una questione delicata.È fondamentale rispettare i tempi dei bambini, che hanno bisogno di elaborare la separazione dei genitori.Introdurre una nuova persona troppo presto può essere destabilizzante.La gradualità è la chiave: iniziare con attività semplici come un caffè o una passeggiata, permette ai figli di abituarsi alla nuova persona.Ma soprattutto è importante evitare di forzare l'inserimento nella routine familiare, a favore di un clima positivo e sereno nel rispetto delle esigenze di tutti.Vi riconoscete in queste situazioni? Cosa ha funzionato e cosa, invece, no?Un abbraccio,Silvia
Diamo una scossa a certi pregiudizi.Ti racconto una vecchia storia per introdurre il tema delle scuse. Quelle cose che ci diciamo per raccontarcela un po' e che usiamo per evitare di affrontare certi aspetti legati alla genitorialità (e non solo).Quante narrazioni un po' "ammuffite" sentiamo? Dai bambini che non sono più quelli di una volta agli adolescenti che sono apatici...Direi che è ora di mettere da parte certe convinzioni che portano solo a confusione e contraddizioni: vogliamo bambini che obbediscano, ma allo stesso tempo vogliamo che siano indipendenti e risoluti.Vi vengono in mente altre frasi usate da noi adulti per raccontarcela un po'?
Spesso, senza nemmeno pensarci, mettiamo in atto alcuni comportamenti che crediamo giusti, ma che in realtà minano il nostro benessere e di conseguenza anche la genitorialità.Parliamo di tre "lavori" che non dovremmo fare, né tantomeno insegnare ai nostri figli, per vivere una vita più autentica e consapevole.Sono abitudini radicate che possiamo però imparare a riconoscere.
Parliamo di benessere di coppia e genitorialità.Quando una relazione di coppia non funziona, ci si sente un po' "sulle uova", si reprime la propria spontaneità e si evita di dire certe cose per non generare discussioni infinite.E tutti questi freni si accumulano generando stress.La nostra sopportazione non è infinita e, quando siamo già in pieno sovraccarico, la gestione dei figli diventa particolarmente pesante.Quando poi arrivano le richieste o i capricci, facciamo sempre più fatica a gestire certe situazioni perché partiamo già con un carico troppo ingombrante.Altra storia quando siamo state bene fino a un certo momento e arriva la crisi, la sregolazione o il pianto da gestire con il giusto spazio mentale.È un argomento molto complesso e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate: avete vissuto relazioni più funzionali e meno funzionali? Come vi sentivate?
Parliamo del silenzio.Quante volte diciamo ai nostri figli: "Stai in silenzio", "Stai zitto", "Non rispondere"? E quante volte siamo noi a restare in silenzio, ci sentiamo offese, non riusciamo a parlare?Ma perché questo mezzo comunicativo, anche se sembra assenza di comunicazione, in realtà è così potente?Provo a descrivere alcune situazioni in cui il silenzio viene usato in modi diversi.E voi? Quando avete utilizzato il silenzio e in che modo? Quando l'avreste apprezzato?P.S.: è un argomento molto interessante che mi è stato proposto da una mamma della mia community, La psicologa nel Taschino, un gruppo di genitori che lavorano con me e si confrontano quotidianamente su temi educativi. ➡️ https://www.lapsicologasilvia.it/lapsicologaneltaschino
Comportamenti ripetitivi, rigidi e un po' ossessivi, chiamiamoli così, fin dalla tenera età.Da cosa sono causati?Può capitare che i bambini piccoli insistano nel voler fare le cose sempre allo stesso modo e che si agitino quando una certa sequenza o routine non viene rispettata.La flessibilità cognitiva è una funzione esecutiva che matura nel tempo, quindi è possibile che i bambini più piccoli siano un po' inflessibili e vadano in tilt appena qualcosa non segue gli schemi a cui sono abituati.E basta davvero poco: dal biscotto spezzato alla tazza con un disegno diverso.Cosa possiamo fare?Vi è mai successo o avete notato nei vostri bambini degli atteggiamenti un po' rigidi, un po' ossessivi?P.S.: è un audio divulgativo senza valenza diagnostica. Se notate un livello di malessere che interferisce con le attività, il sonno o l'umore del bambino, consultate un professionista per approfondire.
Essere genitori di un figlio adolescente vuol dire essere cinture nere di rispostacce...In questa fascia d'età, più critica di altre, capita spesso che si alzino i toni, ma perché accade?E soprattutto, come possiamo farci rispettare di più senza subire né entrare in conflitto?Vediamo alcune soluzioni, tenendo a mente che la ribellione durante l'adolescenza è una delle tappe della crescita.
Ti è successo di sentirti in trappola?Uno dei motivi principali per cui i genitori si sentono intrappolati è la mancanza di controllo in situazioni che coinvolgono i figli.Quando un genitore non riesce a gestire il comportamento del proprio bambino, può provare frustrazione, che frequentemente si traduce in rabbia o nervi a fior di pelle.Questa sorta di mancanza di controllo crea un forte stato di disorientamento, aumentando di conseguenza il nervosismo e il senso di impotenza.Se ti rivedi in questa descrizione sappi che è assolutamente normale. Vediamo insieme come riconoscere e gestire questi momenti.
Il modo in cui parliamo ai nostri figli diventerà il modo in cui parleranno a se stessi.
Dopo l'audio della settimana scorsa sulla manipolazione, mi avete scritto in molti e molte per dirmi quanto sia stato utile.Quindi oggi condivido altre tre tecniche manipolatorie, ma soprattutto vediamo insieme cosa possiamo fare per contrastarle.«Ma, Silvia, come fanno? Studiano da qualche parte?»Alcune persone imparano queste tecniche e le applicano volontariamente. Altre, invece, le hanno assimilate nel proprio ambiente familiare, dove certi modi di comunicare poco puliti erano all'ordine del giorno, e possono riprodurre questi meccanismi senza neanche rendersene conto, ma ciò non li rende meno devastanti per chi ne è vittima.«E come ci difendiamo?»Tutto parte dalle A.A.A.!P.S.: vi vengono in mente altre forme di manipolazione che avete vissuto o che trovate particolarmente pesanti?
«Kino escalation...»«Negging...»«Harem management...»«Ma, Silvia, in che lingua ci parli oggi?»Purtroppo parliamo nella lingua dei manipolatori o delle manipolatrici, perché voglio descrivere tre tecniche di manipolazione psicologica che è importante conoscere per evitarle e proteggersi.Cerco sempre di diffondere conoscenza e connessione con le proprie emozioni, perché non c'è altro modo di volersi bene.Diffondete anche voi questo video per evitare che altre persone cadano in questi giochetti e tranelli svalutanti.E fatemi sapere se vi interessa conoscere altre tecniche comunicative di manipolazione.P.S.: è ancora in promozione il videocorso ATLANTIDE per conoscere le nostre EMOZIONI e quelle di chi ci sta vicino https://www.lapsicologasilvia.it/atlantide-corso-emozioni
Sai perché alcune emozioni ti sorprendono?Potrebbe essere il momento di conoscerti davvero."Conosci te stessa o te stesso"... Un motto antichissimo, che dovrebbe essere quasi scontato.Del resto, come possiamo non conoscerci?In realtà, lo vedo ogni giorno in terapia, e forse lo avrai notato anche tu: a volte, la non conoscenza di sé ci porta a reagire o a provare emozioni inaspettate, che ci colgono di sorpresa.Vediamo insieme come possiamo capire davvero chi siamo, perché, in fondo, è l'unico modo per migliorare il nostro benessere.P.S.: "Atlantide, il mondo sommerso delle tue emozioni" è ancora in promozione e può aiutarti a capire un po' di più di te, del partner, dei figli, e rispondere alla domanda "come sono io?". Trovi tutto qui: https://www.lapsicologasilvia.it/atlantide-corso-emozioni