A nessuno di noi piace vestirsi con abiti che hanno danneggiato l’ambiente o che sono il frutto dello sfruttamento di lavoratori silenziosi. Diventa importante conoscere la storia di quello che indossiamo, è una necessità. Ma soprattutto quando si parla di questi temi diventano importanti le parole,…
Chi decide quali sono i trend, cosa possiamo considerare “di moda” e cosa invece è destinato ad andare “fuorimoda”? Nel suo libro Matteo Ward fa un viaggio che parte dal lontano alla scoperta di un mondo, quello della moda, che da sempre si basa sulla overproduction, sulla quantità piuttosto che sulla qualità, per renderci tutti dipendenti da questo sistema. Per fortuna le nostre azioni possono fare la differenza, come mi ha spiegato Matteo Ward in questa intervista
E' un mondo affascinante quello degli smart textiles, tessuti intelligenti, che possono essere ottimi alleati nella soluzione di tanti problemi. Zoe Romano, ricercatrice indipendente, ha creato Circular Clotho, il primo smart textile circolare, per contrastare la sindrome da elettrosensibilità. Tutto made in Italy.More info: www.solomodasostenibile.it
Talento e responsabilità: sono due ingredienti che non possono mancare nella proposta di un giovane brand che vuole affacciarsi sul mercato adesso. Sono questi brand, “nati sostenibili”, a rappresentare il cambiamento della moda, a segnare la strada, anche se con molte difficoltà. Ne ho parlato nell'intervista di questo episodio con Sara Sozzani Maino, Vogue Italia Deputy Director Special projects, Creative Director Fondazione Sozzani, Camera Nazionale della Moda Italiana International Brand Ambassador.www.solomodasostenibile.it
Sono sempre più numerosi i brand africani che si stanno affacciando sul mercato, proponendo un concetto moda nuovo, che crea un mix inedito di tradizione e innovazione. Partirà da qui la rivoluzione dello stile dei prossimi anni?Ne ho parlato con Francesca De Gottardo, founder del brand Endelea, che tra Italia e Tanzania propone un concetto di moda etica che fonde in maniera perfetta questi due mondi.
Vengono chiamati "forever chemical", sono dovunque e vengono usati in tanti settori, anche nella moda: sono i PFAS, un nemico che dobbiamo conoscere, perché ce ne dobbiamo liberare. E non sarà per niente semplice. Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia, ha approfondito il tema nel suo libro “PFAS, gli inquinanti eterni e invisibili nell'acqua” appena uscito per Altraeconomia. Partendo dalla loro storia, ripercorre le tappe di un lungo percorso di silenzi e di inefficienza, che ha evitato per anni che vedessimo quel "diavolo in mezzo a noi", come l'ha definito qualcuno.
Sono 16 le normative europee sulle quali si sta lavorando per accompagnare la transizione verso un tessile sostenibile e circolare. Vista da Bruxelles la visione del futuro del settore appare ricca di sfide, ma anche di opportunità. Ne ho parlato in una lunga intervista con Mauro Scalia, Director Sustainable Businesses di Euratexwww.solomodasostenibile.it
Moda sostenibile e intelligenza artificiale: una relazione che stenta a decollare. Eppure possono essere tante le connessioni che possono crearsi tra questi due mondi, c'è solo da esplorare le nuove soluzioni. Rachele Didero, fashion designer e founder di Capable, ha creato una collezione di maglieria con l'intelligenza artificiale, studiata per confonderla. In che modo? Impedendo il riconoscimento biometrico di chi la indossa. Lo so, vi ho incuriosito: non vi resta che ascoltare l'episodio
Parlare di innovazione tessile significa esplorare un mondo affascinante fatto di ricerca, contaminazioni tra settori, nuove soluzioni, che possono ridurre drasticamente l'impatto della produzione. L'innovazione segue due strade: il rinnovamento dei processi, con nuovi macchinari e tecnologie innovative, oppure la ricerca di agenti chimici meno impattanti, spesso di origine biobased. In questo episodio troverete una carrellata di innovazioni, che si concludono con l'intervista a Giorgia Carissimi, responsabile del centro di ricerca Albini Next.
Trasformazione: una parola che abbiamo sentito spesso nelle ultime settimane. Il settore della moda deve essere trasformato: ma cosa significa in concreto? Ne ho parlato con Carlo Cici, economista, Head of Sustainability Practice di The European House – Ambrosetti, che Venice Fashion Forum ha presentato il report “Just Fashion Transition”.
Quanto impatta il cambiamento climatico sulla produzione delle fibre animali?L'impatto ambientale della produzione di fine animali è un tema di cui si parla molto: ci sono indagini, ricerche, misurazioni. Il confronto tra fibre sintetiche e fibre animali si basa su questi numeri, che ci offrono uno strumento di riflessione. Ma ci raccontano solo una parte della storia.Qualche settimana fa ho partecipato alla conferenza Natural Fibre Connect a Biella: c'erano allevatori provenienti da tutto il mondo, per portare la propria testimonianza sulle difficoltà che il settore sta attraversando, che volevano capire indicazioni come migliorare il proprio lavoro. Tante storie diverse, che però hanno un punto in comune: si tratta di storie di persone, di famiglie, di villaggi, a volte in zone poco ospitali dove l'allevamento è veramente l'unica attività possibile. In queste situazioni il destino dell'allevatore e dell'animale strettamente connesso.Ne ho parlato con:Susan Finnigan, di Kia Ora MerinoJuan Pepper, Chairman di Alpaca AssociationFrances Van Hasselt, Direttrice di Mohair South Africa
In media, gli australiani acquistano 56 capi di abbigliamento all'anno e producono e importano oltre 1,4 miliardi di nuovi indumenti, per lo più realizzati con materiali non sostenibili e non durevoli. Sono il secondo Paese per consumo di fast fashion, un primato che il Governo con il Seamless Clothing Stewardship Scheme, appena approvato, vorrebbe perdere. Ne ho parlato con Tiziana Ferrero Regis, professoressa associata alla Queensland University of Technology, dove insegna costume e moda.
La normativa EPR sulla responsabilità estesa del produttore è uno dei temi più caldi in questo momento: l'Italia ha presentato agli stakeholder una prima bozza di decreto, alcuni Paesi europei stanno facendo le proprie scelte, l'Europa vorrebbe fare sintesi, ma per adesso non ci sono ancora i presupposti per una proposta comune. Quello che è certo è che l'Italia sta continuando a lavorare sulla bozza di decreto e presto potrebbe essere pubblicata una nuova versione. Ne ho parlato con l'avvocato Filippo Bernocchi, esperto in diritto dell'ambiente e docente di Circular Economy alla Luiss Business School.Maggiori informazioni: www.solomodasostenibile.it
La circolarità è diventata un obiettivo fondamentale per le imprese della moda, non solo per ridurre il loro impatto ambientale, ma anche per andare incontro alle normative che sono in fase di elaborazione e di cui già si intravedono gli orientamenti. Ma come si misura la circolarità?E' una vera e propria sfida e non solo tecnologica. Ne ho parlato con Dario Minutella, Principal, Fashion, Luxury & Sustainability di Kerney, la società di consulenza che ha recentemente pubblicato il Circular Fashion Index. Si tratta di una classifica che misura le performance di circolarità dei maggiori brand della moda, che riserva qualche sorpresa.www.solomodasostenibile.it
L'Italia non ha una produzione di lana significativa, ma ha le sue pecore e potremmo avere una produzione di lana autoctona interessante e anche preziosa. Il valore sta nel legame con il territorio, perché per anni i velli delle pecore sono stati filati e utilizzati e hanno dato vita a prodotti e pratiche che sono connessi con la nostra cultura. Sono andata un po' in esplorazione e oggi vi presento le esperienze di Vuscihè, Bollait e Pecore Attive. Ma ho scoperto che c'è una grande attività intorno a questo tema, che spesso vede come protagoniste le donne.www.solomodasostenibile.it
Usare gli scarti tessili della lavorazione per produrre una polvere colorata in grado di tingere i capi nuovi: sembra fantascienza invece questo prodotto si chiama Recycorm ed è nato a Biella. Un progetto innovativo, in continua evoluzione, che ha già attirato l'attenzione dei brand. Ne ho parlato con Michela Masiero, project manager di Officina+39, l'azienda che produce questo prodotto.Proprio la fase di tintura è una delle più impattanti nel processo di produzione tessile, per il massiccio uso di acqua e di agenti chimici. Ma ci sono soluzioni che permettono di attuare un cambiamento concreto.www.solomodasostenibile.it
L'attivismo nella moda riveste un ruolo sempre più importante, che sta cambiando anche le tendenze di mercato. Quello che indossiamo sta diventando lo specchio dei valori in cui crediamo e i consumatori sono pronti a prendere posizione. Una delle questioni più spinose riguarda il rapporto della moda con le fibre e i materiali di origine animale. Ne ho parlato con Simona Segre-Reinach, docente di Fashion Studies all'Università di Bologna e autrice del libro “Per un vestire gentile”.
Riciclare tutto si può? Ci si può provare, con una buona organizzazione e soprattutto con la voglia di sperimentare e fare ricerca, creando sinergie anche con settori diversi dal tessile. L'azienda pratese Beste ha lanciato il progetto Beredo, che permette di fare nuova vita a tutti i materiali pre-consumo dei brand e delle aziende manifatturiere. Alcuni materiali sono sono impiegati nel tessile, altri diventano carta o addirittura maniglie. In ogni caso, niente viene sprecato. Me ne ha parlato Giovanni Santi, presidente del Gruppo Beste, nell'intervista di questo episodio del podcast.www.solomodasostenibile.it
Si dice “seta” e subito si pensa a qualcosa di prezioso ed esclusivo, una fibra che ha una storia antichissima e molto affascinante. Ma è una fibra che conosciamo meno di quello che crediamo: ad esempio, sapete che della seta non si butta via niente? Ne ho parlato con Silvio Mandelli, CEO di Cosetex, che mi ha guidato in un territorio sconosciuto. www.solomodasostenibile.it
Scarti, che passione! In pochi anni tessuti, filati, pellami, avanzati o mai utilizzati, sono diventati l'oggetto del desiderio per tanti brand e designer ed è un mercato in continua crescita. Ma come si può essere certi della loro provenienza e soprattutto che si tratti davvero di scarti? Ne ho parlato con Savina Saporiti, CEO di Maeba International, un'azienda che da oltre 100 anni opera in questo settore e che è l'ospite di questo episodio del podcast. Leggi l'articolo: www.solomodasostenibile.it
Cos'è la trasparenza e perché è così importante per un brand oggi? E davvero credete che possano esistere prodotti a “impatto zero”? Ne ho parlato con Andrea Baldo, CEO di Ganni, il brand danese che negli ultimi anni ha riscritto le regole della comunicazione della moda sostenibile.www.solomodasostenibile.it
Le persone sono tornate al centro della comunicazione in tutti i settori e in particolare nella moda. La sostenibilità sociale è protagonista di campagne e iniziative, per raccontare come il benessere dei dipendenti e della catena di fornitura siano al centro dei progetti dei brand. Ma quando questo impegno è autentico e quando si può parlare di social washing? Ne ho parlato con Caterina Micolano, presidente della Cooperativa Alice e di Feat Impresa Sociale, che da anni lavora per l'inserimento di soggetti svantaggiati nel mondo del fashion.www.solomodasostenibile.it
E' un settore in enorme espansione, che sta faticosamente cercando di iniziare un percorso di sostenibilità, per ridurre l'impatto ambientale della produzione. Sto parlando degli spalmati, che sono sempre più protagonisti della moda: la Gommatex è però riuscita a ridurre al minimo l'impatto con Akkadueo® Bio, un coagulato in poliuretano privo di solventi chimici dannosi, con una componente Bio Based nella materia prima poliuretanica. Il tema è abbastanza tecnico, ma Alessandro Artusi, direttore di produzione di Gommatex e protagonista dell'intervista, è riuscito a farmi comprendere anche processi complicati.
Si può coltivare il cotone in Italia? Si faceva e si può fare ancora oggi, con risultati interessanti. L'idea è venuta tre anni fa a due imprenditori pugliesi, Pietro Gentile e Michele Steduto, fondatori del marchio di camiceria Gest: due pionieri che adesso in tanti vorrebbero imitare. Se qualcuno pensava che la loro iniziativa fosse una meteora, si sbagliava di grosso: adesso sono pronti a mettere anche sul mercato la fibra made in Puglia. Ne ho parlato con loro nell'intervista.More info: www.solomodasostenibile.it
2500 azienda, 235 mila lavoratori, quasi 1,2 milioni di euro di export: sono questi i numeri dell'industria del tessile, moda e calzature ucraina del 2019 secondo Ucraina Invest. Un bacino di competenze prezioso, una catena produttiva legata a doppio filo con tanti brand, che la guerra potrebbe distruggere in maniera irreparabile. In questo episodio le voci di 4 imprenditori mi hanno aiutato a raccontarvi cosa sta accadendo.www.solomodasostenibile.it
Quanto è importante la condivisione nella moda sostenibile? Moltissimo, perché la sfida è talmente ambiziosa che solo con la collaborazione tra realtà diverse è possibile definire nuovi paradigmi. Questo è quello che fa Global Fashion Agenda, una organizzazione internazionale con sede a Copenaghen dove i brand sono chiamati a collaborare su temi specifici per trovare nuove soluzioni. Un luogo strategico per il mondo della moda, con al vertice una donna italiana dalla carriera strepitosa: Federica Marchionni, la protagonista dell'intervista di questo episodio.Consulta il sito www.solomodasostenibile.it
Vestirsi in maniera responsabile ma senza rinunciare allo stile. Fino a qualche anno fa sembrava impensabile. Invece si può e può essere più semplice di quello che si pensa. Basta trovare il proprio stile: ne ho parlato nell'intervista di questo episodio con Antonio Mancinelli, giornalista, scrittore, critico di moda, è stato per oltre 15 anni capo redattore di Marie Claire Italia. E' appena uscito il libro “L'arte dello styling” che ha scritto con Susanna Ausoni.
La Commissione Europea ha pubblicato uno studio approfondito sul riciclo tessile, per capire meglio quali sono le opzioni disponibili, quanto sono applicabili, quali sono gli ostacoli tecnici e normativi per arrivare a risolvere il problema dei rifiuti tessili e mettere in campo soluzioni di riciclo da tessuto a tessuto applicabili su larga scala. Ho letto il rapporto per voi e ve ne parlo in questo episodio.
La nuova Strategia per il Tessile sostenibile, che sarà approvata a fine marzo, avrà un impatto importante sull'industria della moda e sulla catena di produzione: rappresenterà un'occasione di cambiamento oppure imporrà un nuovo quadro legislativo che richiederà solo uno sforzo di adeguamento? Ne ho parlato in questa lunga intervista con Paola Migliorini, Deputy Head od Unit Sustainable Production, Products and Consumption della DG Environment della Commissione Europea
Sono passati gli anni in cui le gambe nude erano un must anche in inverno: adesso i trend della moda hanno riportato i collant nei cassetti delle donne. Bellissimi da indossare, difficili da mantenere intatti, ma soprattutto indistruttibili a fine vita. A meno che…Ne parlo nell'intervista di questo episodio con Rosanna Pegoraro, direttore commerciale di Gizeta Calze, proprietaria del brand Sarah Borghi.
La corsa ai nuovi materiali non si arresta: è questa la strategia di ogni brand per cercare di comunicare la propria attenzione all'ambiente. Se poi di quei materiali se ne producono scarse quantità e rappresentano più uno spot che una soluzione conta ben poco. Però rendere un materiale alternativo disponibile sul mercato e non solo per una capsule, servono non pochi sforzi. Ne ho parlato in questo episodio con Enrico Cozzoni, direttore Ricerca & Sviluppo di Pangaia Grado Zero: la sua aziende di ricerca ha brevettato il FlowerDown ed è entrata a fare parte della galassia Pangaia. Il brand inglese sta adottando una strategia tutta nuova nel mercato della moda: vende (con successo) i propri prodotti ai consumatori, ma il vero obiettivo aziendale è quello di affermarsi sul mercato del BtoB per la sperimentazione e la vendita di nuovi materiali. Allora investire nel tessile può essere attraente?
L'impresa sociale può rappresentare un modello di impresa responsabile che persegue una strategia di sostenibilità sociale senza lasciare da parte la sostenibilità economica, fondamentale per qualsiasi progetto destinato ad avere un impatto positivo. A Marzabotto c'è un esempio straordinario di impresa sociale che opera nel mondo della moda: Coop Cartiera. Si fa formazione e si produce anche per nomi importanti, grazie all'impegno di lavoratori che partono da una condizione di fragilità, ma che qui trovano un'opportunità interessante per poter tornare sul mercato. Ne ho parlato nell'intervista di questo episodio con il fondatore Andrea Marchesini Reggiani.
Naturale, biodegradabile, isolante. E poi sostenibile da un punto di vista ambientale. È il Kapok, una fibra dalle mille proprietà sui quali tanti brand stanno puntando gli occhi. Ne ho parlato nell'intervista con Sara Cicognani Head of Marketing and Communication e co-fondatrice di Flocus
COP26 se ne sta parlando tanto in questi giorni e ne sentiremo parlare anche nelle prossime settimane, perché dal 1 al 12 novembre a Glasgow 190 capi di Stato si riuniranno per parlare del cambiamento climatico. La moda è sul banco degli imputati e lo scenario è destinato a cambiare. Ma qual è la posta in gioco? Ce lo spiega Federica Gasbarro, che porterà la voce dell'Italia a Youth4Climate, e che è la protagonista dell'intervista di questo episodio.
Inclusione e diversità: sono due temi al centro del dibattito nel mondo della moda in questo momento. Sia dentro le aziende, che nel rapporto con i consumatori, sono due parole d'ordine che ci pongono di fronte a nuove sfide, come quella dell'adaptive fashion. Mettere il design a servizio della disabilità può creare anche nuove opportunità. Elisa Fulco, curatrice di mostre e fondatrice del Cultural Welfare Center, ha predisposto il Manifesto della moda inclusiva dell'associazione svizzera Tu es Canon dedicato al tema della disabilità ed è la protagonista dell'intervista di questo episodio.
Bello, morbido, prezioso: parlare di cashmere non è semplice, ci sono tanti aspetti da tenere in considerazione, soprattutto quando si parla di sostenibilità. E' infatti una materia prima che negli ultimi anni è stata al centro di un vero e proprio boom, che ne ha alterato i metodi di produzione e ha reso molto pesante il suo impatto sul pianeta. Alcuni brand hanno deciso di non usarlo più, altri stanno lavorando per soluzioni responsabili. Ma c'è molta strada da fare. Ne ho parlato con Willy Gallia, Chief Sustainability Officer e Buyanaa Damdin Sales Manager Cashmere Authentico del Gruppo Schneider, ospiti dell'intervista di questo episodio.
Quando si parla di fibre sostenibili, viene subito in mente il Tencel, ormai presente nelle collezioni di tanti brand. Una fibra confortevole, versatile, che si accompagna ad altre fibre creando nuove consistenze. Ma sapete davvero cos’è il Tencel e perché può essere definita una fibra sostenibile? Mi sono fatta spiegare tutto da Carlo Covini, Business developer Italia e Svizzera di Lenzing.
Gli artigiani italiani sono il bene più prezioso del sistema moda italiano, contribuiscono a rendere speciale quello che viene prodotto qui. Ma cosa succede quando l’artigianato incontra il mondo digitale, con un progetto orientato alla sostenibilità? Vengono fuori miracoli, come il brand Gaia Segattini Knotwear: la sua poliedrica fondatrice è la protagonista di questo episodio.
Ci accompagna nella vita quotidiana, ma non sempre pensiamo all’impatto che la nostra biancheria intima ha sull’ambiente. Eppure ne ha, eccome. Il settore sta affrontando nuove sfide, sperimentando nuovi materiali, ma sta affrontando anche il tema dell'inclusione. La filiera italiana dell’intimo è anche un capitale prezioso, che stiamo rischiando di perdere. Ne parlo nell’intervista di questo episodio con Federica Tersch Annovazzi, titolare di Iluna, azienda leader nella produzione di pizzo riciclato.
Tutti pazzi per le sneakers: già prima della pandemia erano un capo di tendenza, ma adesso sono senza dubbio le scarpe più utilizzate da tutti, uomini, donne e bambini e in qualsiasi occasione. Non è una buona notizia, perché sia nella fase di produzione che alla fine della loro vita hanno un impatto notevole. Ma ci sono anche realtà che stanno lavorando in una direzione diversa, e questa è una buona notizia: ACBC è un’azienda italiana che di recente è anche diventata B-CORP. Una bella storia imprenditoriale di cui ho parlato con il CEO Gio Giacobbe nell’intervista.Visita il sito: www.solomodasostenibile.it
Riciclate, riciclabili, bio-based: quando si parla di poliammide e poliestere questi termini vengono utilizzati sempre più spesso. Ma cosa significato? E soprattuto qual è il futuro di questi materiali di origine sintetica molto impiegati nella moda?L’ospite di questo episodio è Maria Teresa Betti, che fa parte del Sustainability Team di Radici Group, un’eccellenza italiana che opera in questo settore da anni, una “multinazionale familiare che si basa sulla misurazione degli impatti per la costruzione di alternative credibili. Per approfondimenti visita www.solomodasostenibile.it
Quanti sono gli scarti che vengono prodotti lungo tutto il processo di lavorazione di un capo? E quanti sono i filati, i tessuti, i capi, che vengono prodotti e che poi non vengono utilizzati? Barbara Guarducci e Alessandra Favalli hanno creato il progetto Mending for Good per aiutare le imprese a creare valore da quello che sembra non averne più, guardando in maniera diversi ai propri scarti. Mettendo insieme brand, cooperative sociali e artigiani specializzati riescono a creare nuove opportunità che mi hanno raccontato nell’intervista di questo episodio. “C’è in corso una rivoluzione gentile, ma è pur sempre una rivoluzione”, mi ha detto Barbara. www.solomodasostenibile.it
Il fashion è una delle maggiori cause di sfruttamento dei lavoratori al mondo? Pare proprio di si: dalla produzione della materia prima, alla realizzazione del tessuto, per arrivare all’assemblaggio dei capi, questo sistema in tanti casi lascia dietro di sé una scia di ingiustizia e povertà, di cui fanno le spese milioni di persone in tutto il mondo. Questo modello produttivo è ancora sostenibile? Ne parlo con Deborah Lucchetti, coordinatrice nazionale della Campagna Abiti Puliti, che è protagonista dell’intervista di questo episodio.Read more: www.solomodasostenibile.it
Stiamo inondando il mondo di rifiuti tessili ed è come se ce ne fossimo accorti solo negli ultimi mesi. Il fast fashion ci ha abituati a un consumo “usa e getta” di quello che indossiamo, ma è arrivato il momento di cambiare il rapporto con il nostro armadio. Si intitola “I vestiti che ami durano a lungo” il libro di Orsola De Castro, founder di Fashion Revolution, attivista e pioniera dell’upcycling. E’ la protagonista dell’intervista di questo episodio: riparare può diventare un gesto rivoluzionario, se serve a farci amare quello che acquistiamo. Dite basta allo shopping compulsivo, alla fine quello che acquistiamo racconta molto di quello che siamo.Visita il blog: www.solomodasostenibile.it Iscriviti alla newsletter settimanale "Solo Moda Sostenibile Weekly": link sul sito
Di economia circolare ormai si parla continuamente e tutti pensiamo di aver capito di cosa si tratta. Ma ci sono tanti aspetti da considerare per avere una visione globale della sfida che ci attende nei prossimi anni. E’ il tema del momento e stanno succedendo tantissime cose in questo settore, vi racconterò le ultime novità.In questo episodio intervisto Fabio Iraldo, professore ordinario di Management presso la Scuola Sant'Anna di Pisa, dove dirige il PhD in Innovation, Sustainability and Healthcare, uno dei maggiori esperti italiani di economica circolare.
La pelle può essere sostenibile? Non è una risposta facile da dare. Quando si parla di sostenibilità non c'è il bianco e il nero, ma ci sono tante sfumature di grigio. Tra pro e contro, quello che è certo è c'è ancora molta strada da fare per trovare alternative a questo materiale che ne garantiscano le stesse performance e lo stesso utilizzo. Qualche brand l'ha tolta dalle proprie collezioni, altri brand si stanno impegnando per rendere la sua produzione più sostenibile. Secondo una ricerca di Mordor Intelligence, il mercato della pelle registrerà un tasso di crescita annua del 6 per cento da qui al 2025. La pelle è controversa, ma a quanto pare continuerà ad essere ampiamente utilizzata. C'è chi sul tema della sostenibilità della pelle sta lavorando con grande impegno: avrete sicuramente letto dell'innovazione dell'azienda campana Be Green Tannery, che ha brevettato un processo di concia metal-free e che riduce notevolmente l'impatto ambientale della produzione. Felice De Piano, che guida l'azienda insieme alla sorella Annalisa, è il protagonista dell'intervista di questo episodio.
E se la sostenibilità finisce nell'oggetto sociale, come uno degli obiettivi aziendali, misurabile e rendicontabile? Non sono profit, non sono no profit, sono società benefit e rappresentano la terza via che un numero sempre maggiore di aziende sta abbracciando. Una scelta che va distinta dalla certificazione B-Corp, ma che va nella stessa direzione. Soprattutto rappresentano un gesto concreto per cercare di arginare il fenomeno del greenwashing e per evitare che un numero sempre maggiore di imprese si definiscano "sostenibili" senza capire su quali basi. Anche la Commissione Europea si è accorta di questo fenomeno e solo allo studio provvedimenti interessanti. Le società benefit sono una grande opportunità per le aziende che vogliono approcciare con serietà il tema della responsabilità: ne parlerò nell'intervista di questo episodio con Irene Sanesi, Dottore commercialista, socio fondatore e partner di BBS-pro Ballerini Sanesi professionisti associati e di BBS-Lombard con sedi a Prato e Milano, specializzata in economia della cultura.
Il tessile è sempre visto come un settore tradizionale. Tanti Paesi hanno decido di abbandonarlo proprio per questo: è ritenuto un settore che crea poco valore aggiunto, dove l’innovazione è residuale. Invece non è per niente così: tra materiali bio-based e trattamenti al plasma, in questo episodio vi porto alla scoperta del futuro di questo settore che ha ancora tanti territori da esplorare. Protagonista dell’intervista è Martina Strazzacapa, business developer di Grinp, una bella storia italiana di innovazione Italiana.
Tutti vogliono il cotone organico: ma quanti lo conoscono davvero? un viaggio tra le certificazioni e le organizzazioni che se ne occupano. Sono gli Stati Uniti il paese dove adesso si sta investendo di più su questo tema e proprio qui viene prodotto il cotone più sostenibile: e3. Lo conoscete? Marzia Lanfranchi, co-founder di Cotton Diariesm è la protagonista dell'intervista
Si estraggono dalle piante, da invertebrati marini, dalle alghe, ma anche dalla produzione da batteri e funghi: quando si parla di coloranti naturali, la sfida è aperta. La tintura naturale è un mondo affascinante, riservato ai tessuti realizzati in fibra naturale: lino, lana, cotone, canapa. Possono essere acquistati in forma di estratti o in polvere e si possono ottenere da ogni pianta un numero considerevole di diverse tonalità. E' un mondo ancora da esplorare, al quale si stanno avvicinando tanti brand: può offrire opportunità interessanti, ma ci sono anche delle difficoltà che devono essere prese in considerazione. Ne parlo nell’intervista di questo episodio con Stefano Panconesi, uno degli esperti “storici” in Italia di tintura naturale per il settore tessile.
Quali sono le certificazioni più utilizzate nel mondo della moda per avere garanzia sulla provenienza dei materiali, sui diritti dei lavoratori, sulla corretta gestione della catena di fornitura? Difficile orientarsi. Ci proviamo in questo episodio del podcast. Protagonista dell'intervista è Francesca Rulli, fondatrice di Process Factory.
Si è conclusa anche l’edizione 2020 dei Green Carpet Fashion Award, un’edizione straordinaria non solo perché interamente digitale, ma anche per le realtà che sono state premiate. Progetto Quid è una di queste realtà, che si è aggiudicata il Responsible Disruption Award. La sua fondatrice, Anna Fiscale, è la protagonista dell’intervista di questo episodio, insieme al CEO di Eco Age Nicola Giuggioli, che ci ha accompagnato in questo speciale di tre episodi dedicati all’evento.