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Quando si ebbe notizia del decreto penale di condanna per diffamazione nei confronti di Pier Luigi Bersani, a causa delle sue dichiarazioni sul generale Vannacci, il leader della Lega Matteo Salvini commentò parlando di “arroganza tipica dei kompagni” (scritto con la "k", come un adolescente) e apostrofò l'ex segretario del Pd come “sinistro”. “Paga Bersani, paga”, twittò Salvini, compiaciuto. Eppure, per il giudice di Ravenna, Corrado Schiaretti — secondo quanto riporta il QN — la differenza tra metafora e allegoria può essere notevole e quindi “è evidente che le parole di Bersani non possano essere qualificate come metaforiche”. Vannacci, infatti, avrebbe “confuso la figura retorica della metafora con quella dell'allegoria”, e ci è voluto un giudice per chiarirgli la differenza. Durante un dibattito alla Festa dell'Unità di Ravenna, nel settembre 2023, Bersani aveva commentato il libro di Vannacci, Il mondo al contrario, dicendo: “Quando leggi quelle robe lì pensi: ‘Va bene dai, sciogliamo l'esercito, sciogliamo le istituzioni e facciamo un grandissimo bar'. Il Bar Italia. Dove puoi dare dell'invertito a un omosessuale, della fattucchiera a una femminista, del negro a un nero, e dire a un ebreo ‘ok la Shoah, ma non esageriamo'. Quel bar lì non sarebbe mai vuoto in Italia. Ma scusate, se in quel bar lì lui può dire tutte queste cose, è possibile dare del coglione a un generale? Se parlano da bar, dobbiamo parlare da bar anche noi. Quella non è critica al politicamente corretto, è arretramento della civiltà”. Vannacci, insolitamente sensibile, decise di querelare. “La condanna non può essere accolta per insussistenza giuridica, e prima ancora linguistica”, scrive ora il giudice. Forse è il caso di un ripasso di italiano, oltre che di diritto. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Ospiti di Lilli Gruber: Annalisa Terranova, Luca Telese, Pier Luigi Bersani, Andrea Scanzi
A cura di Daniele Biacchessi Alla presentazione del libro dell'ex ministro della sanità dei governi Conte e Draghi, le divisioni tra Pd e M5s diventano pubbliche. Le premesse ci sarebbero però, ma l'occasione è sprecata. Ci sarebbero quasi tutti: Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema, Dario Franceschini e Vincenzo Visco, Laura Boldrini e Peppe Provenzano, Susanna Camusso e la capogruppo dem alla Camera Chiara Braga, Alessandro Zan e numerosi parlamentari dem. Speranza tenta la mediazione. "Siamo qui per presentare il mio libro ma anche per provare a tracciare una rotta comune, altrimenti Salvini e Meloni ce li teniamo per anni". Anche Schlein elenca i punti di possibile convergenza tra i due partiti: salario minimo, difesa della sanità e della scuola pubblica, congedo paritario retribuito di 5 mesi. Ma il tentativo non riesce. Il leader del M5s gela la platea e accusa il Pd di essere un partito bellicista. "Noi dobbiamo far capire ai cittadini che non costruiremo un cartello elettorale, come fa il centrodestra, che nasconde le diversità. Se non abbiamo una visione comune in politica estera è meglio che ci provochiamo adesso. Il giorno dopo le elezioni dobbiamo sapere cosa fare. Noi del M5S non siamo bravi a gestire il potere", afferma Conte. Nella sostanza il M5s invita il Pd ad avvicinarsi alle loro posizioni iniziando dalla politica estera. Solo allora se ne potrà parlare. Al momento l'esperienza politica del campo largo rimane solo in sede locale, e limitata alle elezioni regionali in Sardegna. Per il resto, l'alternativa al governo di centrodestra non c'è e ognuno va in ordine sparso. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
A cura di Daniele Biacchessi Alla presentazione del libro dell'ex ministro della sanità dei governi Conte e Draghi, le divisioni tra Pd e M5s diventano pubbliche. Le premesse ci sarebbero però, ma l'occasione è sprecata. Ci sarebbero quasi tutti: Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema, Dario Franceschini e Vincenzo Visco, Laura Boldrini e Peppe Provenzano, Susanna Camusso e la capogruppo dem alla Camera Chiara Braga, Alessandro Zan e numerosi parlamentari dem. Speranza tenta la mediazione. "Siamo qui per presentare il mio libro ma anche per provare a tracciare una rotta comune, altrimenti Salvini e Meloni ce li teniamo per anni". Anche Schlein elenca i punti di possibile convergenza tra i due partiti: salario minimo, difesa della sanità e della scuola pubblica, congedo paritario retribuito di 5 mesi. Ma il tentativo non riesce. Il leader del M5s gela la platea e accusa il Pd di essere un partito bellicista. "Noi dobbiamo far capire ai cittadini che non costruiremo un cartello elettorale, come fa il centrodestra, che nasconde le diversità. Se non abbiamo una visione comune in politica estera è meglio che ci provochiamo adesso. Il giorno dopo le elezioni dobbiamo sapere cosa fare. Noi del M5S non siamo bravi a gestire il potere", afferma Conte. Nella sostanza il M5s invita il Pd ad avvicinarsi alle loro posizioni iniziando dalla politica estera. Solo allora se ne potrà parlare. Al momento l'esperienza politica del campo largo rimane solo in sede locale, e limitata alle elezioni regionali in Sardegna. Per il resto, l'alternativa al governo di centrodestra non c'è e ognuno va in ordine sparso. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Viva Garibaldi e viva il maestro Manzi Nella prima clip un estratto dell'intervento di Pier Luigi Bersani ospite di Lilli Gruber a "Otto e mezzo" (23 gennaio 2024 su La7 all rights reserved). L'immagine e la clip finale sono tratte dall'ultima lezione tenuta dal maestro Alberto Manzi nell'ambito del programma "Non è mai troppo tardi" (Rai, 1968 all rights reserved) recuperabile su RaiPlay
Dal 4 al 6 dicembre al cinema “Paolo Conte alla Scala, Il Maestro è nell’anima”, docufilm presentato già al Torino Film Festival. Ed è stata Caterina Caselli a portare l’Avvocato alla Scala. Andrea Satta pubblica il suo primo album solista, “Niente di nuovo tranne te”, e presenta il corto “Coupon - Il film della felicità” con protagonista Pier Luigi Bersani al Torino Film Festival. In libreria per Sagoma “Giù di corda. Racconti fuori tempo” di Andy Summers (Police). Sesto album per Alberto Bianco: “Certo che sto bene”.
Gli stessi che ripetevano che sulle ombre della ministra Santanchè può parlare solo la magistratura da due giorni strepitano perché la magistratura non ha scritto la storia della strage alla stazione di Bologna come piace a loro. Capofila della schiera è Marcello De Angelis, eclettico pensatore di riferimento della destra peggiore di sempre che ora governa, Condannato a 5 anni e mezzo di reclusione, per associazione sovversiva e banda armata. Fondatore del gruppo musicale 270bis il cui nome è tratto dall'articolo del codice penale riguardante associazioni con finalità di terrorismo. E, poiché sono tempi bui, responsabile comunicazione della Regione Lazio perchè lo spessore di questa classe dirigente si misura in base agli estremi, più che sui saperi. De Angelis ha dapprima detto di sapere “per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini”. Dice De Angelis che lo sanno tutti, tranne evidentemente i famigliari delle vittime, il Capo dello Stato, i giudici che hanno scritto le sentenze e qualche milione di italiani che ancora resiste alla riscrittura della Storia. Non ci dice chi è stato, questo no: oltre lo sforzo nel negare non riescono ad andare. Quando viene ovviamente sbertucciato per la cretinata detta però insiste: dice di avere il diritto di sparare cazzate sulla pelle dei morti. Lo rivendica. Lo “squillo di tromba” - come lo chiama Pier Luigi Bersani - di Giorgia Meloni non è rimasto inascoltato. La flottiglia è pronta a riscrivere la Storia. Chissà cos'altro serva per accorgersene. #LaSveglia per La Notizia
Ospiti di Lilli Gruber: Michele Santoro, Pier Luigi Bersani, Alessandro Sallusti, Marco Travaglio, Letizia Moratti, Ezio Mauro
Ospiti di Lilli Gruber: Massimo Giannini, Anna Falcone, Pier Luigi Bersani, Alessandro Sallusti
Vi proponiamo l'ascolto dell'intervista di Giovanni Floris a Pier Luigi Bersani e Michele Santoro in cui si parla anche dei 71 morti sulla spiaggia di Cutro e delle responsabilità del Governo Meloni
Uno spettro si aggira per l'Italia: è lo spettro dell'astensionismo che è una manna dal cielo per politici inetti, cittadini irresponsabili e influencer che non influenzano.I contributi audio di questa puntata sono tratti dalle dichiarazioni di Carlo Calenda a margine della presentazione del libro "Non dobbiamo salvare il mondo" di Francesco Vecchi, a Milano del 19 gennaio 2023, pubblicate sul canale Youtube di alanews; dalle dichiarazioni di Giuseppe Conte a commento dei risultati della regione Lazio in una conferenza stampa, video pubblicato sul canale Youtube di alanews il 13 febbraio 2023; dall'intervento di Pier Luigi Bersani alla puntata di In Onda del 3 agosto 2022, programma condotto da Marianna Aprile e Luca Telese e trasmesso da La7, pubblicato sul canale Youtube di La7 Attualità il 6 agosto 2022; dal servizio "Astensionismo: i giovani hanno votato?" pubblicato sul canale Youtube di Cremona1tv il 14 febbraio 2023. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Vi proponiamo l'ascolto dell'intervista di Giovanni Floris a Pier Luigi Bersani in cui si affrontano i temi della stretta attualità legata alla politica internazionale, i missili sulla Polonia che compromettono i rapporti tra i Paesi NATO e la Russia, per poi tornare sulla politica italiana e sulle prime norme previste dai decreti del Governo Meloni che Bersani non vuole giudicare: "Governare è un mestiere che si impara solo governando, il problema non è l'immigrazione o l'ordine sociale ma che il Paese si stia spaccando in due"
Giovedì «c'è stato un colpo di luce con il discorso di Liliana Segre. Per il resto è stata una giornata amara perché la Destra ha scelto un criterio identitario, arroccato. La maggioranza si è già spaccata e c'è stata una minoranza che è andata in soccorso. Nell'insieme, una falsa partenza». Così Pier Luigi Bersani, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. «C'è gente che sarebbe disposta a pagare per potersi vendere. Perché sennò non è protagonista. Per cui è partita la solita manovrina per metterne insieme i numeri che mancavano, poi La Russa è lì dentro da 20 anni. Quelle cose molto italiche che conosciamo bene. Diciamo che oggi sappiamo che c'è una minoranza in grado, se serve, di dare una mano. In cambio di cosa, non lo sappiamo ma la legislatura è lunga», ha aggiunto.
Vi proponiamo l'ascolto dell'intervista integrale a Pier Luigi Bersani in cui Bersani affronta i temi di questa campagna elettorale con critiche e commenti ai leader delle diverse coalizioni. Nel podcast ascoltere anche le voci di: Licia Ronzulli, Antonella Viola, Leonardo Colombati, Alessandro Giuli, Fabio Dragoni, Claudio Bigagli.
Luca Sommi e Andrea Scanzi ospitano Alessandro Orsini e Pier Luigi Bersani in una puntata di Accordi e Disaccordi, con Claudio Locatelli in collegamento da Kiev. Guarda Accordi e Disaccordi su discovery+ senza pubblicità > https://www.discoveryplus.it/programmi/accordi-e-disaccordi?utm_source=podcast&utm_medium=clip&utm_campaign=accordiedisaccordiSee omnystudio.com/listener for privacy information.
Pier Luigi Bersani e Matteo Bassetti sono ospiti di una puntata di Accordi e Disaccordi condotta da Luca Sommi e Andrea Scanzi, con la partecipazione di Marco Travaglio. Guarda Accordi e Disaccordi su discovery+ senza pubblicità > https://www.discoveryplus.it/programmi/accordi-e-disaccordi?utm_source=podcast&utm_medium=clip&utm_campaign=accordiedisaccordiSee omnystudio.com/listener for privacy information.
«La criticità più acuta sta negli stoccaggi». Lo ha detto Pier Luigi Bersani all'Adnkronos a proposito della situazione del gas in Italia. Alla domanda su cosa si possa fare con il problema delle forniture, Bersani ha risposto «Le società energetiche che ancora non lo hanno fatto o lo hanno fatto parzialmente, devono immettere subito il loro fabbisogno e tutte devono considerare che i soggetti finanziari che operavano negli anni scorsi sono scomparsi e vanno sostituiti». «Se non si arriva fra giugno e luglio a uno sforzo eccezionale di riempimento una seria criticità per l’autunno-inverno è scontata. Il governo dovrebbe mettere mano con decisione a questa priorità», ha avvertito. Scarica l’app di Ascolta la Notizia per Android: https://bit.ly/2F3ptXR o iPhone: https://apple.co/2F8zEdU Attiva la skill di Ascolta la Notizia nel tuo dispositivo Alexa: https://amzn.to/3K7RTfU
Ospiti di Lilli Gruber: Guido Rasi, Pier Luigi Bersani, Mariolina Sattanino, Lucio Caracciolo
Vi proponiamo l'ascolto del dibattito tra Pier Luigi Bersani, Maurizio Landini, Giampiero Massolo e Manuela Donghi su quanto stia pesando la guerra ucraina nelle tasche degli italiani
Vi proponiamo l'ascolto dell'intervista di Giovanni Floris a Pier Luigi Bersani e Giuseppe Conte su quanto sta accendendo in Ucraina: Bersani: “Non siamo ancora al compromesso, è immaginabile che Putin possa aver bisogno di una presa sul campo per dire mi fermo e tratto, mi pare purtroppo che non ci siamo ancora”. Conte: “Mi auguro che questo conflitto non ci porti a riscrivere l’atlante geopolitico”. Nel podcast ascolterete anche a voce di Giampiero Massolo, Presidente dell'ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale)
Vi proponiamo l'ascolto dell'intervista di Corrado Formigli a Pier Luigi Bersani sui: novax e l’obbligo vaccinale, il futuro di Draghi e del Paese, il lavoro e le riforme. "Finché si può, si cura tutti. Se non ci fosse più posto, non sta fuori uno malato di tumore o di leucemia perché qualcuno dice che il vaccino è una roba da ridere. Un vaccinato ha la priorità su un non vaccinato. [...] Avrò anche sbagliato ma nella non-vittoria ho portato il gruppo più numeroso della storia italiana, tutti giovani... avevano l'esami di maturità il primo giorno di scuola [...]" Su Berlusconi "Nel Paese c'è molta gente che pensa abbia dei meriti, ma vorrei dire loro: non stiamo dando l'Oscar alla carriera..."
Vi proponiamo l'ascolto dell'intervista integrale a Pier Luigi Bersani dove commenta anche l'inchiesta di FanPage su Fratelli d'Italia: "L'antifascismo è la sostanza della nostra Repubblica. È il cuore della nostra Repubblica. Forse Giorgia Meloni non sa che quando ha giurato sulla Costituzione ha giurato sull'antifascismo".
L'onorevole Pier Luigi Bersani e il professore Tomaso Montanari sono ospiti di Accordi e disaccordi, con la conduzione di Luca Sommi e Andrea Scanzi e la partecipazione di Marco Travaglio. Guarda Accordi e Disaccordi su discovery+ senza pubblicità > https://www.discoveryplus.it/programmi/accordi-e-disaccordi?utm_source=podcast&utm_medium=clip&utm_campaign=accordiedisaccordi Support the show: https://it.dplay.com/nove/accordi-e-disaccordi/?utm_source=podcast&utm_medium=accordiedisaccordi See omnystudio.com/listener for privacy information.
«La vittoria dell’Italia con la Commissione Europea? È chiaro, la soddisfazione c’è ma non da oggi. Mi sarebbe piaciuto che il presidente del Consiglio Draghi, nel suo intervento assolutamente condivisibile alla Camera, avesse pronunciato anche la parola ‘Conte’. E non si dica per vedovanza, ma per un fatto di continuità istituzionale». Lo ha detto il deputato di LeU, Pier Luigi Bersani, in un’intervista a Radio Radicale, a proposito del via libera della Commissione europea al Recovery Fund del governo italiano e dell’intervento di ieri di Mario Draghi alla Camera dei Deputati in vista del Consiglio Europeo. «Ricordo che al governo Conte Due va attribuito il merito di aver ottenuto in Europa da protagonista una chiave di intervento di questo genere e di aver trovato i soldi. C’è stato poi sicuramente un miglioramento del piano, ma dico che siamo già un Paese abbastanza diviso: cerchiamo almeno la continuità istituzionale. Io ho fatto il ministro e tutte le volte ringraziavo Gianni Letta o Scajola», ha aggiunto Bersani. «Ora il punto è la fase attuativa, cioè l’attuazione del piano e dei processi di riforme che comporta. Lì credo che avremo delle difficoltà. Ad esempio, nel Recovery c’è scritto che entro ottobre vanno riviste le concessioni portuali. Ma è dal ‘94 che dobbiamo rivederle. Non è così semplice farlo, a meno che non ci sia il piglio necessario. E non solo: con questo piano vogliamo dare più lavoro. Ma noi pensiamo di riprodurre le forme di lavoro che abbiamo? Un lavoro disgregato? Se lasciamo andare le cose in quella direzione, non andiamo verso la Germania, ma verso l’Africa. Quindi, ci vogliono riforme sul piano del lavoro. Purtroppo di questo c’è solo un accenno nel Recovery. Ma siamo davvero pronti a fare una legge sulla rappresentanza sindacale, in base alla quale i contratti collettivi di lavoro sono uguali per tutti con gli stessi diritti? In caso contrario, sono solo chiacchiere. Ci sono noci da rompere in questa vicenda riformatrice. E lì si parrà la nobilitate di questo governo dei migliori», ha affermato ancora l’ex leader del Pd. Bersani ha anche detto che «allo stato attuale si evidenziano diverse novità. Oggi abbiamo imprese della manifattura e della tecnologia dotati di un portafoglio d’ordini che non hanno mai avuto negli anni precedenti alla pandemia. Sono, cioè, le imprese che si sono messe nella traiettoria tecnologica. In più, abbiamo un maggior peso delle politiche pubbliche, tema di cui discutiamo tantissimo. Altra novità, di cui non si dibatte mai, riguarda il mercato che uscirà cambiato, per esempio, con degli effetti che ora sono di speculazione e che domani potranno diventare di concentrazione nelle mani di leader industriali mondiali, in grado di dettare il bello e il cattivo tempo. Anche in Italia – conclude – ci rendiamo conto che nel mondo delle costruzioni, in quello delle banche, in quello della moneta elettronica stanno avvenendo dei processi di riduzione del pluralismo? Questo fino a un certo punto può andare bene, perché ci vogliono degli attori che abbiano il fisico. Tuttavia, si tratta di processi che vanno sorvegliati. Qui in Italia si parla di liberalizzazioni, intendendo ‘deregolazioni’. No, eh. Liberalizzazione vuol dire difendere il cittadino e le imprese dalle prepotenze monopolistiche e dalle rendite di posizione che sono nel mercato. Se invece mi fai i subappalti à gogo, parliamo allora di deregolazione».
Vi proponiamo l'ascolto dell'intervista a Pier Luigi Bersani sui temi della stretta attualità: "Draghi è serie A, cerchiamo di non portarlo sulle stelle. Si trova in una situazione che non saranno rose e fiori. Il motivo di fondo è che noi abbiamo avuto 4 casi di governo di tutti: uno dopo il fascismo, uno dopo il picco del terrorismo e dell'inflazione, poi dopo la vergogna di tangentopoli e l'ultimo dopo il rischio di default. In questo caso, dopo uno sgambetto politico, è caduto un governo che aveva seguito nel Paese". "Renzi? E' il factotum della città, fa e disfa. E' la punta di icerberg di un pezzo di società"
«Io coi 5 Stelle, anche con quelli che sono andati via, farei un campo progressista. Dobbiamo avere la generosità e l’apertura mentale per capire che bisogna fare questa operazione, che non è di vertice. Deve essere una chiamata larga e una discussione aperta su un progetto radicalmente nuovo». Lo ha detto il deputato di LeU, Pier Luigi Bersani, ospite de “L’aria che tira”, su La7. «Conte deve anche cercare di dare una mano al M5s e aiutarlo verso una fase definitiva e compiuta di maturazione sul piano dell’identità e della organizzazione, naturalmente in un’ottica aperta alla costruzione di un campo con altri. Questo, secondo me, è il contributo può dare Conte», ha anche detto Bersani. «Non sarebbe così complicato declinare su un progetto nuovo temi essenziali e di valore, come il lavoro, le diseguaglianze, il green che va imparentato col tema sociale, purché i partiti maggiori, come il Pd e il M5s, non pensino di risolvere la loro crisi solo in casa propria e capiscano che bisogna lavare i panni in un’acqua larga», ha aggiunto.
Andrea Scanzi e Luca Sommi intervistano il professor Massimo Galli e il leader di Articolo 1, Pier Luigi Bersani. Guarda in esclusiva su discovery + Accordi e Disaccordi qui > https://www.discoveryplus.it/programmi/accordi-e-disaccordi Support the show: https://it.dplay.com/nove/accordi-e-disaccordi/?utm_source=podcast&utm_medium=accordiedisaccordi See omnystudio.com/listener for privacy information.
Pier Luigi Bersani, leader di Articolo 1, è ospite di Luca Sommi e Andrea Scanzi per discutere di elezioni regionali e referendum. A chiudere questa nuova puntata di Accordi e Disaccordi, l'intervento di Marco Travaglio. Guarda in esclusiva su discovery + Accordi e Disaccordi qui > https://www.discoveryplus.it/programmi/accordi-e-disaccordi Support the show: https://it.dplay.com/nove/accordi-e-disaccordi/?utm_source=podcast&utm_medium=accordiedisaccordi See omnystudio.com/listener for privacy information.
Intervista a Maurizio Crosetti, giornalista sportivo di Repubblica, per parlare della finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus. Intervista a Pier Luigi Bersani, sugli Stati Generali, sul Mes e sull'operato di Conte.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6158I MORTI A CAUSA DEL CORONAVIRUS VANNO ANNOVERATI FRA LE VITTIME DEL COMUNISMO di Antonio SocciVenendo da una storia comunista, Pier Luigi Bersani, ex segretario del Pd, ha sempre la propensione alla demonizzazione dell'avversario tipica della casa.Lo si è visto nei giorni scorsi, quando, in un programma tv si è lanciato a testa bassa contro il centrodestra: "Il messaggio che in Parlamento e fuori sta dando il centrodestra è una coltellata al Paese... Questa gente qua mi viene il dubbio che se avessero governato loro non sarebbero bastati i cimiteri".È chiaro che non è facile difendere l'operato del governo Conte, ma cercare di farlo rovesciando la frittata così è davvero un modo sgangherato di far politica. Oltretutto dopo che il presidente Mattarella aveva invitato tutti all'unità morale e alla collaborazione.È la vecchia demonizzazione dell'avversario. A cui però Bersani aggiunge una sua personale tendenza all'autogol. Il primo dei quali è proprio l'evocazione di chi riempie i cimiteri.A riempire veramente i cimiteri infatti è stata la Cina comunista, da dove è dilagata nel mondo la pandemia. Non a caso Trump chiama il Covid-19 "il Virus di Wuhan". Bersani dovrebbe sapere che a Wuhan non comandano né Salvini, né la Meloni, né Tajani: comanda il Partito comunista cinese.Bisognerebbe chiedersi dunque se i 33 mila morti italiani e i quasi 400 mila morti complessivi nel mondo, a causa del Covid, non si aggiungano alla lunghissima lista delle vittime del comunismo, che si contano a milioni.IL CARDINALE DEL MYANMAR (EX BIRMANIA)Proprio questo ha affermato a chiare lettere, giorni fa, il cardinale card. Charles Bo, arcivescovo di Yangon, nel Myanmar. Già il titolo della sua dichiarazione è eloquente: "Il regime cinese e la sua colpevolezza morale sul contagio globale".Il prelato ha ricordato la ricerca dell'Università di Southampton, in Gran Bretagna, secondo la quale, se la Cina fosse stata corretta, cioè se - invece di imbavagliare e reprimere chi aveva scoperto l'epidemia - avesse agito tre settimane prima, rispetto al 23 gennaio, il numero di casi totali di Covid 19 si sarebbe potuto ridurre del 95 per cento. E anche agendo una settimana prima la pandemia sarebbe stata ridotta del 66 per cento.Anche la recente inchiesta dell'Associated Press sui rapporti intercorsi fra regime cinese e Organizzazione mondiale della sanità, nelle prime settimane dell'epidemia, conferma i problemi.A causa di questi ritardi del regime, che per giorni scelse il negazionismo e addirittura organizzò manifestazioni di massa a Wuhan si è "scatenato un contagio globale che ha ucciso migliaia di persone", ha affermato il porporato.Dunque, ha proseguito, per "il danno arrecato a tante vite umane nel mondo intero... c'è un governo che ha la responsabilità primaria... ed è il regime del Partito comunista cinese di Pechino".Ovviamente "non il popolo cinese. I cinesi sono stati le prime vittime di questo virus e sono state a lungo le principali vittime del loro regime repressivo. Ma sono la repressione e le bugie del PCC a essere responsabili".Il cardinale citava coloro che avevano capito per tempo e sono stati messi a tacere, dal dottor Li Wenliang dell'ospedale centrale di Wuhan a due giovani giornalisti della città. E ricordava i comportamenti del regime "dopo che la verità era diventata di dominio pubblico" ("il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie è stato ignorato da Pechino per oltre un mese").Di fatto "bugie e propaganda hanno messo in pericolo milioni di vite in tutto il mondo". E ciò è accaduto, afferma il cardinale, perché in Cina sono abituali "la repressione della libertà di espressione" e la violazione dei diritti umani.La conclusione del card. Bo è durissima: "con la sua gestione disumana e irresponsabile del coronavirus, il PCC ha dimostrato ciò che molti pensavano in precedenza: che è una minaccia per il mondo... questo regime è responsabile, attraverso la sua negligenza e repressione, della pandemia che oggi dilaga nelle nostre strade".CHE NE PENSA BERSANI?Non sarebbe il caso di parlare di questo? A dire il vero il suo compagno di partito Massimo D'Alema, nel libro che ha appena pubblicato, "Grande è la confusione sotto il cielo", arriva addirittura a elogiare la Cina e perfino per come ha gestito il dramma del coronavirus ("ha saputo fronteggiare questa prova in modo più efficace rispetto a noi", in quanto "ha fatto la differenza un grado minore di individualismo, una maggior coesione sociale e l'esistenza di reti comunitarie").In una recente conferenza poi D'Alema si è addirittura scagliato contro quello che ha chiamato "il partito anti-cinese" che - a suo dire - "è già all'opera anche in Europa in un clima di nuova guerra fredda".Quindi guai ad attaccare la Cina. Nelle prossime settimane però potrebbe perfino aggravarsi la responsabilità del regime di Pechino, visto quello che un personaggio di rilievo come sir Richard Dearlove, ex capo dei servizi segreti inglesi, ha dichiarato al "Telegraph": citando una ricerca di prossima pubblicazione, Dearlove ha spiegato che il virus sarebbe stato creato in laboratorio e ne sarebbe uscito per un incidente dando il via alla pandemia.Sarà interessante sentire cosa diranno Bersani e D'Alema. Nel frattempo va detto che un altro autogol è stato fatto dallo stesso Bersani quando ha cercato di mettere una toppa alla sua incredibile dichiarazione.Ha infatti spiegato di aver usato "un'iperbole" e ha aggiunto che ce l'aveva con Salvini che, alla manifestazione del 2 giugno, non avrebbe tenuto sempre la mascherina e non avrebbe osservato il distanziamento.Sembra un altro autogol perché proprio un esponente di Leu, il suo partito, occupa quel ministero della salute che - come informazione sanitaria - a febbraio spiegava che "non è necessario indossare la mascherina per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie".È lo stesso ministero che mandava in onda il famoso spot in cui si affermava che "non è affatto facile il contagio". Con tutto questo Bersani punta il dito sugli altri.
Ecco le notizie più importanti della settimana selezionate da "Ascolta la Notizia". È diventata un caso la frase pronunciata dal direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo, il quale domenica scorsa a 'Mezz’ora in più', su Rai 3, ha affermato: «Oggi è il 31 maggio e circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere per la fine del mese e inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l'università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo direttore dell'Istituto di virologia, il professore Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta». La reazione degli altri scienziati non si è fatta attendere. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico, ha dichiarato: «Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo con frasi quali il ‘virus clinicamente non esiste più’ e che ‘terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità’». Il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa ha dichiarato che quello mandato da Zangrillo è «un messaggio sbagliato che rischia di confondere gli italiani». Lo pneumologo Luca Richeldi, componente del Comitato tecnico scientifico ha detto che «il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza». In un’intervista a ‘Il Tempo’, Zangrillo ha ribadito quanto affermato in diretta sulla Rai: «Perché si scatenato tutto questo putiferio non lo so. Io però le posso dire che, nel massimo rispetto del lavoro di tutti, ho detto la verità», ha affermato, aggiungendo che «questo virus probabilmente, se letto dal mio punto di vista, è meno cattivo. E quindi ci fa meno male. E quindi dobbiamo pensare positivamente». Passiamo alla politica. Hanno suscitato una dura reazione da parte del centrodestra le parole di Pier Luigi Bersani, ex segretario del Partito Democratico ora in Articolo 1, a proposito della situazione coronavirus in Italia e della manifestazione del centrodestra in piazza il 2 giugno scorso. «Libertà dalla mascherina, che è il messaggio che sta dando il centrodestra da fuori e da dentro il Parlamento, è una coltellata al Paese. E questa gente qua, lo lasci dire a uno di Piacenza (fra le città maggiormente colpite dall’epidemia di coronavirus, ndr), viene il dubbio che avessero governato loro non sarebbero bastati i cimiteri», ha detto Bersani, intervenendo a Cartabianca, sulla Rai. La replica di Giorgia Meloni è arrivata a stretto giro tramite Facebook: «L’odio ideologico della sinistra non si ferma nemmeno davanti ai morti, Ascoltate queste vergognose dichiarazioni di Bersani», ha scritto la leader di FdI. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha definito le dichiarazioni di Bersani «disgustose». «A me» - ha aggiunto Salvini - «sembra una dichiarazione di un cretino. Ci sono 30mila morti e si scherza su questo. Davvero c’è qualcuno che non sta bene. Quando si fa polemica sui cimiteri, vuol dire che non stai bene». Bersani, in un'intervista al "Corriere della Sera", ha poi corretto il tiro: «È chiaro che ho usato un’iperbole. Ma un ex ministro dell’interno che ridicolizza mascherine e distanziamento dopo che a pochi giorni dalla prima zona rossa chiedeva di aprire tutto si espone a un giudizio che, ripeto, per
Pier Luigi Bersani, leader di Articolo 1, è ospite di Luca Sommi e Andrea Scanzi per discutere della gestione politica della pandemia. A chiudere questa nuova puntata di Accordi e Disaccordi, l'intervento di Marco Travaglio. Guarda Accordi e Disaccordi su Dplay Plus senza pubblicità > https://it.dplay.com/passa-a-plus/?utm_source=podcast&utm_medium=accordiedisaccordi Support the show: https://it.dplay.com/nove/accordi-e-disaccordi/?utm_source=podcast&utm_medium=accordiedisaccordi See omnystudio.com/listener for privacy information.
con: Giorgio Tonini vicecapogruppo PD al Senato, Nicola Morra capogruppo M5S al Senato, Pier Luigi Bersani del PD
Valeria Volatile intervista Pier Luigi Bersani esponente del PD
Prima puntata del nuovo programma di Varietà (con la V maiuscola) con Marco e Tito. Ospite: Dj Pawax (Massimo Pagot) Imitazioni: Beppe Grillo, Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi.
Macchiaradio Primacchie (Speciale Primarie del 25/11/2012)
Macchiaradio (Speciale Primarie Sinistra del 12/11/2012)